Padre Claudio Traverso
LUCI NEL BUIO
VIVERE 
ALLA PRESENZA DI DIO 
Le promesse di salvezza dell’Antico Testamento 
hanno trovato compimento in Gesù Cristo e gli avvenimenti della sua vita vanno 
intesi come fatti storici e insieme come espressioni della fede: Gesù dona 
salvezza all’uomo intero, al suo corpo e alla sua anima.
Egli è la vita e la risurrezione. Nelle gioie e 
nelle fatiche di ogni giorno celebriamo comunitariamente in letizia la sua Cena, 
che ci dà la forza di perseverare anche quando i pesi e le sofferenze del 
quotidiano riempiono di amarezza la nostra vita. 
Un testo biblico ci esorta in ogni circostanza di 
vivere "alla presenza di Dio". Ma che cosa significa "vivere alla presenza di 
Dio"?
Ai cristiani di Tessalonica l’apostolo Paolo 
parla della necessità di una condotta ispirata a santità di vita: una 
testimonianza vivente del carattere del Signore che attendevano. 
"Abbiate sempre gioia; non cessate mai di 
pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in 
Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; 
ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male"
(1 Ts. 5:16-22).
I doveri elencati in questi precetti sono così 
vincolanti per il credente. Essi riguardano la motivazione interiore che dà alla 
condotta cristiana il suo marchio distintivo.
Talora le circostanze della vita, e la 
frustrazione che ci danno, fanno si che il nostro volto manifesti che siamo 
oppressi, stanchi. Possiamo esserlo effettivamente, ma…  la Bibbia ci mostra 
come la fede cristiana non sia cupa e aspra, ma piena di gioia, così piena di 
gioia che il credente può essere sereno e in pace anche nelle circostanze più 
avverse. 
Non è una gioia naturale, ma parte del frutto 
dello Spirito Santo (Ga. 5:22; Ro. 4:17). Vivere alla presenza di Dio significa 
conoscere e vivere questa gioia di fondo. 
"Non cessate mai di pregare". Gesù 
esortava a "pregare sempre e non stancarsi" (Lu. 18:1). Non si tratta 
evidentemente dell’atto formale della preghiera soltanto, ma dell’esigenza che 
la vita del credente sia permeata da una costante coscienza della presenza di 
Dio, da un "colloquio" silenzioso e costante con Lui. Non è col movimento delle 
labbra ma nell’elevazione del cuore a Dio ciò di cui consiste la preghiera. E’ 
così dunque che anche portando avanti i doveri comuni della vita è possibile 
essere impregnati di questo “buon ricordo” di Dio nel nostro cuore, che ci dà 
forza e pace.  E questo non ci impedisce di essere assolutamente “presenti” a 
quello che facciamo e a farlo bene.
Siate sempre riconoscenti per i benefici di Dio, 
e sempre esprimete il vostro grazie. Anche le circostanze più avverse cooperano 
per il bene del credente (Rm. 8:28). Dio è con noi qualunque cosa ci accada. 
Vivere alla presenza di Dio significa dunque vivere in spirito di riconoscenza, 
ovviamente impegnandoci con tutte le nostre forze per superare le difficoltà di 
ogni giorno. Vivere alla presenza di Dio significa essere consapevoli della Sua 
presenza operante, che a volte contraddice i nostri desideri ed aspettative.
Vivere alla presenza di Dio significa valorizzare 
ed esaltare il momento della proclamazione della Sua Parola, desiderandola, 
presentandole attenzione in fiduciosa ubbidienza.
Vivere alla presenza di Dio significa verificare 
quanto ogni cosa in noi e fuori di noi sia conforme alla Sua volontà e agendo di 
conseguenza.
Vivere alla presenza di Dio significa perseguire 
solo e sempre, in ogni cosa, ciò che a Dio è gradito.
Questa è la Parola del Signore per noi oggi. Una 
sola parola, ma sufficiente a coinvolgere una vita intera. 
Buon cammino !
Fonte : http://www.cantalleluia.net  
,  website a cura di Padre Claudio Traverso .

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