Una web-rivista cristiana cattolica sull'espressione artistica e culturale
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venerdì 2 agosto 2019
IL RUOLO DELLA LITURGIA NELLA CHIESA ORTODOSSA
IL RUOLO DELLA LITURGIA
NELLA CHIESA ORTODOSSA
Per la sua ricchezza teologica, il suo
significato spirituale e la varietà espressiva, il culto della Chiesa Ortodossa
rappresenta uno dei fattori più significativi della continuità e dell'identità
dell'Ortodossia. Aiuta a capire la sopravvivenza del Cristianesimo durante i
diversi secoli del dominio musulmano in Medio Oriente e nei Balcani quando la
liturgia era la sola fonte di conoscenza e di esperienza religiosa. In Unione
Sovietica la prassi liturgica era praticamente l'unica espressione religiosa
giuridicamente autorizzata. La continua esistenza di comunità Ortodosse nella
regione era concentrata quasi esclusivamente attorno alla liturgia. Il concetto che la Chiesa è rinvenibile
autenticamente quando l'insieme dei fedeli è raggruppato nel culto, è
un'espressione basilare dell'esperienza orientale cristiana. Senza questo
concetto è impossibile capire gli essenziali fondamenti della struttura della
Chiesa nell'Ortodossia, in cui il vescovo ricopre il ruolo d'insegnante e sommo
sacerdote nella liturgia. Similmente, l'esperienza personale dell'uomo nella
partecipazione alla vita divina è capita all'interno della continua azione
liturgica della comunità. Secondo molti, una delle ragioni che aiutano a
spiegare perché la liturgia orientale ha avuto un impatto molto forte nella
Chiesa, impatto che non ha eguale in paragone alle liturgie occidentali, è che
la liturgia orientale è sempre stata vista come un'esperienza totale, che tocca
l'uomo contemporaneamente nella sfera emotiva e intellettuale e colpendo pure la
sua facoltà estetica. La liturgia include una varietà di modelli, o simboli, usa
formali asserti teologici come percezioni fisiche e gesti (musica, incenso,
prostrazioni) e arti visuali. Tutto ciò è mirato a portare il contenuto della
fede cristiana al popolo colto e a quello meno colto. La partecipazione alla
liturgia implica familiarità con le sue forme espressive, molte delle quali
derivano da un contesto storico e culturale passato. Così, l'uso di tale antica
elaborata liturgia presuppone una preparazione catechetica. In alcuni casi,
queste forme espressive vengono adattate senza che, però, si crei un pregiudizio
o un disprezzo verso quelle più antiche. Non fa parte della mentalità ortodossa
né un disprezzo verso le forme liturgiche passate, né una rigida e legale
esecuzione rituale attenta a non tralasciare neppure una virgola del testo. La
Chiesa Ortodossa riconosce che le forme liturgiche possono essere soggette a
cambiamenti dal momento che, a partire dalla Chiesa primitiva, è stata ammessa
una grande varietà di tradizioni liturgiche, varietà che è possibile avere anche
oggi. In tal modo, oggi in Europa occidentale e in America, esistono comunità
Ortodosse con liturgie occidentali. La Chiesa Ortodossa, comunque, è sempre stata
conservativa in materia liturgica. Questa caratteristica è dovuta, in
particolare, all'assenza di un'autorità ecclesiastica centrale che avrebbe
potuto promuovere delle riforme e dalla ferma convinzione che la Chiesa deve
essere concepita in forma unitaria: la liturgia non è un elemento che sta per
conto suo essendo il principale mezzo attraverso il quale si comunica la fede e
la vera esperienza cristiana. Conseguentemente una riforma della liturgia
equivale ad una riforma della stessa fede. Nonostante che ad occhi non ortodossi
questo conservatorismo possa parere un limite, è indubbio che grazie a ciò, la
liturgia Ortodossa ha conservato molti essenziali valori cristiani provenienti
direttamente dall'esperienza della Chiesa primitiva. In tutti i secoli la liturgia Ortodossa è stata
riccamente abbellita con composizioni innografiche di vari autori. A
Costantinopoli (città in cui tale liturgia si è formata), il culto è stato
impreziosito con espressioni tratte dalla Bibbia, con consuetudini tratte dal
cristianesimo primitivo, con ampie citazioni tratte da fonti teologiche
patristiche e da poesie greche e con gesti del cerimoniale imperiale, per
comunicare simbolicamente le realtà del Regno di Dio. Normalmente, il contenuto della liturgia è
accessibile direttamente al fedele, perché la tradizione romano-orientale
prevede l'uso della lingua vernacolare nella liturgia. La traduzione delle Sacre
Scritture e della liturgia in varie lingue, è stata effettuata dai
romano-orientali del Medioevo, come dai moderni missionari russi. Lo spirito
conservativo liturgico mantiene, comunque, anche l'utilizzo delle lingue
antiche. Il greco medioevale viene utilizzato dai greci attuali e l'antico
slavonico viene conservato da tutti gli slavi. Entrambe le lingue sono distanti
dalla parlata moderna come la versione biblica del Re Giacomo, usata in molte
chiese protestanti, lo è dal moderno inglese.
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