Omelia per la festa dell'Epifania del Signore
di mons. Nazzareno Marconi
Vescovo Diocesi di Macerata
Al centro della celebrazione dell’Epifania c’è il ricordo della visita dei Magi. Ma chi sono i Magi, e soprattutto il viaggio dei Magi come possiamo interpretarlo? Questo tema del viaggio dei Magi è significativo in questo tempo di Giubileo. Partiamo perciò da una domanda: i Magi sono turisti, sono viandanti o sono pellegrini? Rispondere bene ci aiuterà a comprendere come vivere il Giubileo.
Chi è il turista? La parola lo dice, il turista è uno che fa un tour, uno che fa un giro. Il turista ha una casa sua, ha un lavoro, ha le sue idee ed il suo stile di vita; fa un giro poi ritorna come prima. Certo durante il giro vede tante cose, ma non ha una meta definita, il turista fa solo un tour e il rischio, per noi che vogliamo vivere bene il Giubileo, è di limitarci a fare i turisti.
I Magi non sono stati dei turisti? Di fatto sono partiti da casa loro e sono tornati a casa loro; ma, ci dice il Vangelo, che quando iniziano il loro viaggio non sanno bene cosa cercare, dove trovare e soprattutto quale sia la via su indirizzarsi. Seguono soltanto dei segni, come la stella. Si rifanno ad un’autorità, come Erode. Lui cita loro il consiglio quanti studiano le Scritture, e così trovano Betlemme. Ma dopo che hanno incontrato Gesù, cambia tutto, perché ci dice il Vangelo che: ricevuto un avviso in sogno, per un’altra via tornarono a casa loro. Così sono cambiati, ora sanno dove andare e come fare, grazie ad un sogno. Riflettiamo: chi è che in questo Vangelo viene guidato da Dio a trovare la via giusta, a prendere le decisioni giuste attraverso un sogno? È San Giuseppe. I Magi sono diventati come San Giuseppe, sono diventati persone capaci di ascoltare Dio e di trovare la giusta via. Sono davvero cambiati, non erano semplici turisti.
Potevano forse essere dei viandanti? Il viandante è uno che va per la via, cioè uno che ha un obiettivo da raggiungere e prende la via più corta per farlo. Il viandante non si interessa a quello che succede lungo la strada, gli importa solo di arrivare in fondo. Il viandante parte e va. Il viandante potrebbe anche essere un fuggiasco, quello che scappa da un posto verso un altro e cerca solo la via più veloce, la via più breve. Potremmo vivere il Giubileo come viandanti: come gente che vuole scappare da una situazione. Ma i Magi non sono dei viandanti, né gente che scappa. Non è gente che non da attenzione alla via ed a quello che succede lungo la via, invece di tappa in tappa si lasciano illuminare, vivono un tempo in cui crescono nell’umanità e nella fede.
Chi sono allora i Magi? Sono dei pellegrini.
È bella la parola Pellegrino, peregrinus viene da: per agros, chi cammina attraverso la campagna. Il Pellegrino non prende la superstrada, ma cammina attraverso la campagna, cioè cammina attraverso la natura e cerca piano piano, di fare strada, di trovare la strada. Il Pellegrino guarda dove cammina e si lascia guidare, illuminare dai luoghi che attraversa, delle esperienze che incontra. Il Pellegrino è uno che si lascia arricchire dal cammino.
Il rischio che corriamo è di vivere il Giubileo da turisti o da viandanti, invece, come i Magi dobbiamo viverlo da pellegrini. Cioè dobbiamo camminare in questo anno lasciandoci guidare dalla Parola di Dio, come fecero i Magi, lasciandoci guidare dai segni che Dio ci dà, come il sogno dei Magi, cercando la nostra strada non come chi ha una fretta imbestialita di arrivare, ma come chi cammina in una bella campagna e guarda le stagioni, i tempi, i frutti della natura che Dio dona e contempla la bellezza di questo Creato. Euesto hanno fatto i Magi, al punto che hanno visto la stella. Varie volte ho pensato: secondo voi questa stella, gli altri non l’avevano vista? Di fatto sono rimasti dov’erano. Io mi immagino che l’abbiano vista in tanti, ma solo i Magi hanno capito che la stella diceva: “seguimi!”. Non basta vedere le cose, bisogna capirle! Preghiamo che in questo tempo giubilare, nelle cose che vedremo, nelle cose che ascolteremo e nelle esperienze che vivremo, ci lasciamo prendere nell’animo e le viviamo e le comprendiamo come segni di salvezza. Allora saremo davvero dei pellegrini. Il segreto è essere pellegrini e soprattutto essere pellegrini di speranza come i Magi. Che non sono andati a vedere un re già grande, ma sono andati a vedere la speranza di un re, perché era ancora un bambino appena nato. Sono andati a vedere la speranza di un Regno nuovo, solo agli inizi. I Magi erano dei veri pellegrini di speranza. Anche noi, in questo Giubileo, dovremmo essere pellegrini di speranza. In un anno non risolveremo i problemi del mondo, è inutile pensarlo, saremmo degli illusi. Però se sapremo ascoltare, vedere, accogliere, comprendere e contemplare i segni che Dio ci darà lungo quest’anno e cammineremo con fede e con speranza, riuscendo a riconoscere la via giusta di questo Regno che viene, allora porteremo un po’ di speranza anche al mondo.
Questa è la preghiera da rivolgere ai santi Magi. Sono stato in pellegrinaggio a Colonia, durante una GMG, alla tomba dei Magi. Infatti, nella cattedrale di Colonia c’è il ricordo delle reliquie dei Magi e così la tomba dei Magi. Quando andai li, pregai Signore: “fa che mi accorga di tutte le stelle che manderai nella mia vita e che trovi sempre la via giusta”. Credo che questa è la preghiera che per questo Giubileo possiamo ripetere anche noi.
6 gennaio 2025
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Fonte : https://diocesimacerata.it/wd-interventi-vesc/omelia-per-la-festa-dellepifania-2025/