sabato 11 gennaio 2025

La Luce della Speranza , raccolta di poesie (2025) di Carlo Sarno


Carlo Sarno

LA  LUCE  DELLA  SPERANZA

raccolta di poesie




Quando nella vita si sente il bisogno di esprimere, di comunicare in modo profondo e vero ciò che tocca la nostra anima, viene in soccorso la poesia, ci consente di raggiungere intensità e verità all'interno di una intuizione pura che sintetizza il nostro essere personale in armonia con la natura e con Dio. (11 gennaio 2025)




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Indice:


1- Preghiera
2- Calore
3- Neve
4- Televisione
5- Occhiali
6- Finestra
7- Nome
8- Termometro
9- Mistero
10- Gioia
11- Dove
12- Premio
13- Come dire
14- Aiutare
15- Sorpresa
16- Iniziativa
17- Cartolina
18- Strada
19- Pace
20- La guerra
21- Dolore
22- Luce
23- Poesia
24- Attesa
25- Trinità




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PREGHIERA


Stare con Lui...


chiedere,
ascoltare,
ringraziare...


elevare le mani al cielo
e sperare...


nel cuore una certezza
che Dio è con noi.






CALORE


Le mani gelide
cercano fiamma


si avvicinano
sentono
arrossiscono


scambiano un abbraccio,
di pace,
di amore.






NEVE


Bianca e soffice
così vorremmo la nostra anima...
candida.


Uno sguardo al cielo
ci rassicura


è abbondante...
la grazia di Dio!






TELEVISIONE


Una compagnia condivisa
estranea ma familiare.


Una finestra sul mondo
una porta che apre l'immaginario...


sempre sveglia
sempre ti parla
sempre... sempre...






OCCHIALI


Si vuol vedere
quanto più
quanto meglio


intorno
lontano


ma è dentro
e lì
che occorre vedere.






FINESTRA


Un raggio
di calda luce


varco nel muro
consente


una relazione
gioiosa e sincera.






NOME


Nell'indistinto
un indice


un volto
si volge


un suono
una risposta.






TERMOMETRO


Sensibilità tesa
nell'attesa


di conoscere
il responso


dimenticando
il proprio essere.






MISTERO


Sembra impossibile
il cammino


la direzione lontana
e inarrivabile


una Luce si avvicina
svanisce il timore
sicuri nella fede
mano nella Mano.






GIOIA


Non si aspettava
nuvole dissolte


La speranza
è ascoltata


la Luce
brilla!








DOVE


Si cerca
la meta


girando
guardando


poi...
con sicuro passo
Gesù confido in Te!






PREMIO


Il desiderio
di un riconoscimento...


lo sforzo
che tende
che trascina
che compie
il fine.


La speranza
il compimento...






COME DIRE


E' insolito
inopportuno


non ho parole
forse un gesto


oppure...
il silenzio.






AIUTARE


Una mano agitata
crea vortici nell'aria


disordinati
come aquilone
in vento tempestoso...


Sguardo pietoso
muove


mano amica
rasserena.






SORPRESA


Probabilmente
inconsapevolmente


distrattamente
improvvisamente


inaspettatamente
incredibilmente!






INIZIATIVA


E' ora!
Si parte...
convinti


insieme per un futuro
tenendosi per mano
con la speranza nel cuore...


fiduciosi
che con la volontà di Dio
tutto è possibile!






CARTOLINA


Un pensiero
vola lontano


il bisogno di scrivere
di comunicare


un ricordo affettuoso
una gioia profonda.






MISERICORDIA


Sollievo dell'anima
sostegno della vera vita


oh Dio!
insegnaci ad amare
con cuore misericordioso
tutti gli esseri che tu hai creato
tutti gli uomini che incontriamo
tutte le persone a cui vogliamo bene.






STRADA


Non è la sola
ci sono tante strade


c'è la dritta e la storta
quella che sale e quella che scende
c'è la stretta e la larga
la corta e la lunga...


Donami Signore la capacità di comprendere
che la Tua strada è anche la mia salvezza!






PACE


La vera pace nasce nel cuore
un cuore dove abita Gesù
e dai singoli cuori
si estende al mondo intero.


Gesù ci ha donato la Sua pace
una pace che combatte il male e l'ingiustizia
con la Sua Parola e la Sua Verità
con l'umiltà e la misericordia
nello Spirito Santo di Dio.






LA GUERRA


Braccio violento
si erge contro la vittima...


patisce, reagisce,


si confondono il male e il bene,
si invoca la pace


chi esulta per la vittoria
chi invoca la giustizia.


L'umanità ha perduto ancora una volta!






DOLORE


Un cuore lacerato
per un affetto distrutto dalla guerra


Il ricordo è sempre vivo
sanguinante
ma la guerra continua.


Chiede perché
ancora... e ancora... altre vittime innocenti
altri cuori infranti...


Allora il cuore sofferente
volge lo sguardo a Gesù sulla Croce,
Figlio di Dio, morto e risorto per amore di tutti noi
speranza di salvezza e vita eterna,


e il suo dolore incontra la vera pace.






LUCE


Quando tutto sembra oscuro
il male sembra prevalere
la tristezza assale


la piccola luce della speranza
entra nei cuori
mostra Gesù che è in noi


e la vera Luce
illumina
tutta la nostra vita.






POESIA


Parole trasfigurate
da un sentimento


espressione
intima
pura
vera.


il cielo dell'anima
si alimenta nel vero Amore






ATTESA


Ecco
manca poco
tra poco arriva...


il ritardo preoccupa
una tristezza invade il cuore


poi...
finalmente sei qui!


Speravo di incontrarti!






TRINITA'


Oh Dio uno e trino,
Padre Figlio e Spirito Santo
mistero d'amore incomprensibile
che con la incarnazione di Gesù,
la Sua passione, morte e risurrezione
insegni ad amarci come Tu ci hai amato,
fa che il Tuo progetto d'amore
illumini i nostri cuori
donaci
fede speranza e carità.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo!
Lodato sempre sia la Santissima Trinità!








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FINE







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Fonte: http://sarnocarlo.blogspot.com/

mercoledì 8 gennaio 2025

Omelia per la festa dell'Epifania del Signore (2025), di mons. Nazzareno Marconi


Omelia per la festa dell'Epifania del Signore

di mons. Nazzareno Marconi
Vescovo Diocesi di Macerata




Al centro della celebrazione dell’Epifania c’è il ricordo della visita dei Magi. Ma chi sono i Magi, e soprattutto il viaggio dei Magi come possiamo interpretarlo? Questo tema del viaggio dei Magi è significativo in questo tempo di Giubileo. Partiamo perciò da una domanda: i Magi sono turisti, sono viandanti o sono pellegrini? Rispondere bene ci aiuterà a comprendere come vivere il Giubileo.

Chi è il turista? La parola lo dice, il turista è uno che fa un tour, uno che fa un giro. Il turista ha una casa sua, ha un lavoro, ha le sue idee ed il suo stile di vita; fa un giro poi ritorna come prima. Certo durante il giro vede tante cose, ma non ha una meta definita, il turista fa solo un tour e il rischio, per noi che vogliamo vivere bene il Giubileo, è di limitarci a fare i turisti.
I Magi non sono stati dei turisti? Di fatto sono partiti da casa loro e sono tornati a casa loro; ma, ci dice il Vangelo, che quando iniziano il loro viaggio non sanno bene cosa cercare, dove trovare e soprattutto quale sia la via su indirizzarsi. Seguono soltanto dei segni, come la stella. Si rifanno ad un’autorità, come Erode. Lui cita loro il consiglio quanti studiano le Scritture, e così trovano Betlemme. Ma dopo che hanno incontrato Gesù, cambia tutto, perché ci dice il Vangelo che: ricevuto un avviso in sogno, per un’altra via tornarono a casa loro. Così sono cambiati, ora sanno dove andare e come fare, grazie ad un sogno. Riflettiamo: chi è che in questo Vangelo viene guidato da Dio a trovare la via giusta, a prendere le decisioni giuste attraverso un sogno? È San Giuseppe. I Magi sono diventati come San Giuseppe, sono diventati persone capaci di ascoltare Dio e di trovare la giusta via. Sono davvero cambiati, non erano semplici turisti.

Potevano forse essere dei viandanti? Il viandante è uno che va per la via, cioè uno che ha un obiettivo da raggiungere e prende la via più corta per farlo. Il viandante non si interessa a quello che succede lungo la strada, gli importa solo di arrivare in fondo. Il viandante parte e va. Il viandante potrebbe anche essere un fuggiasco, quello che scappa da un posto verso un altro e cerca solo la via più veloce, la via più breve. Potremmo vivere il Giubileo come viandanti: come gente che vuole scappare da una situazione. Ma i Magi non sono dei viandanti, né gente che scappa. Non è gente che non da attenzione alla via ed a quello che succede lungo la via, invece di tappa in tappa si lasciano illuminare, vivono un tempo in cui crescono nell’umanità e nella fede.

Chi sono allora i Magi? Sono dei pellegrini.

È bella la parola Pellegrino, peregrinus viene da: per agros, chi cammina attraverso la campagna. Il Pellegrino non prende la superstrada, ma cammina attraverso la campagna, cioè cammina attraverso la natura e cerca piano piano, di fare strada, di trovare la strada. Il Pellegrino guarda dove cammina e si lascia guidare, illuminare dai luoghi che attraversa, delle esperienze che incontra. Il Pellegrino è uno che si lascia arricchire dal cammino.

Il rischio che corriamo è di vivere il Giubileo da turisti o da viandanti, invece, come i Magi dobbiamo viverlo da pellegrini. Cioè dobbiamo camminare in questo anno lasciandoci guidare dalla Parola di Dio, come fecero i Magi, lasciandoci guidare dai segni che Dio ci dà, come il sogno dei Magi, cercando la nostra strada non come chi ha una fretta imbestialita di arrivare, ma come chi cammina in una bella campagna e guarda le stagioni, i tempi, i frutti della natura che Dio dona e contempla la bellezza di questo Creato. Euesto hanno fatto i Magi, al punto che hanno visto la stella. Varie volte ho pensato: secondo voi questa stella, gli altri non l’avevano vista? Di fatto sono rimasti dov’erano. Io mi immagino che l’abbiano vista in tanti, ma solo i Magi hanno capito che la stella diceva: “seguimi!”. Non basta vedere le cose, bisogna capirle! Preghiamo che in questo tempo giubilare, nelle cose che vedremo, nelle cose che ascolteremo e nelle esperienze che vivremo, ci lasciamo prendere nell’animo e le viviamo e le comprendiamo come segni di salvezza. Allora saremo davvero dei pellegrini. Il segreto è essere pellegrini e soprattutto essere pellegrini di speranza come i Magi. Che non sono andati a vedere un re già grande, ma sono andati a vedere la speranza di un re, perché era ancora un bambino appena nato. Sono andati a vedere la speranza di un Regno nuovo, solo agli inizi. I Magi erano dei veri pellegrini di speranza. Anche noi, in questo Giubileo, dovremmo essere pellegrini di speranza. In un anno non risolveremo i problemi del mondo, è inutile pensarlo, saremmo degli illusi. Però se sapremo ascoltare, vedere, accogliere, comprendere e contemplare i segni che Dio ci darà lungo quest’anno e cammineremo con fede e con speranza, riuscendo a riconoscere la via giusta di questo Regno che viene, allora porteremo un po’ di speranza anche al mondo.

Questa è la preghiera da rivolgere ai santi Magi. Sono stato in pellegrinaggio a Colonia, durante una GMG, alla tomba dei Magi. Infatti, nella cattedrale di Colonia c’è il ricordo delle reliquie dei Magi e così la tomba dei Magi. Quando andai li, pregai Signore: “fa che mi accorga di tutte le stelle che manderai nella mia vita e che trovi sempre la via giusta”. Credo che questa è la preghiera che per questo Giubileo possiamo ripetere anche noi.


lunedì 6 gennaio 2025

OMELIA DELLA S. MESSA DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE (2025), di Papa Francesco


OMELIA DELLA S. MESSA DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE

di Papa Francesco





«Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2,2): questa è la testimonianza che i Magi rendono agli abitanti di Gerusalemme, annunciando loro che è nato il re dei Giudei.

I Magi testimoniano di essersi messi in cammino, dando una svolta alla loro vita, perché nel cielo hanno visto una luce nuova. Possiamo allora fermarci a riflettere su questa immagine, mentre celebriamo l’Epifania del Signore nel Giubileo della speranza; e vorrei sottolineare tre caratteristiche della stella di cui ci parla l’evangelista Matteo: è luminosa, è visibile a tutti e indica un cammino.

Anzitutto la stella è luminosa. Molti sovrani, al tempo di Gesù, si facevano chiamare “stelle”, perché si sentivano importanti, potenti e famosi. Non è stata però la loro luce – quella di nessuno di loro – a svelare ai Magi il miracolo del Natale. Il loro splendore, artificiale e freddo, frutto di calcoli e di giochi di potere, non è stato in grado di rispondere al bisogno di novità e di speranza di queste persone in ricerca. Lo ha fatto invece un altro tipo di luce, simboleggiata dalla stella, che illumina e scalda bruciando e lasciandosi consumare. La stella ci parla della sola luce che può indicare a tutti la via della salvezza e della felicità: quella dell’amore. Quella è l’unica luce che ci farà felici.

Prima di tutto l’amore di Dio, che facendosi uomo si è donato a noi sacrificando la sua vita. Poi, di riflesso, quello con cui anche noi siamo chiamati a spenderci gli uni per gli altri, divenendo, col suo aiuto, un segno reciproco di speranza, anche nelle notti oscure della vita. Possiamo pensare a questo: noi siamo luminosi nella speranza? Siamo capaci di dare speranza agli altri con la luce della nostra fede?

Come la stella, col suo brillare, ha guidato i Magi a Betlemme, così anche noi, col nostro amore, possiamo portare a Gesù le persone che incontriamo, facendo loro conoscere, nel Figlio di Dio fatto uomo, la bellezza del volto del Padre (cfr Is 60,2) e il suo modo di amare, fatto di vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimentichiamo mai questo: Dio è vicino, compassionevole e tenero. Questo è l’amore: vicinanza, compassione e tenerezza. E possiamo farlo senza bisogno di strumenti straordinari e di mezzi sofisticati, ma rendendo i nostri cuori luminosi nella fede, i nostri sguardi generosi nell’accoglienza, i nostri gesti e le nostre parole pieni di gentilezza e di umanità.

Mentre perciò guardiamo i Magi che, con gli occhi rivolti al cielo, cercano la stella, chiediamo al Signore di essere, gli uni per gli altri, luci che portano all’incontro con Lui (cfr Mt 5,14-16). È brutto che una persona non sia luce per gli altri.

E veniamo così alla seconda caratteristica della stella: essa è visibile a tutti. I Magi non seguono le indicazioni di un codice segreto, ma un astro che vedono splendere nel firmamento. Loro lo notano; altri, come Erode e gli scribi, non si accorgono nemmeno della sua presenza. La stella però resta sempre là, accessibile a chiunque alzi lo sguardo al cielo, in cerca di un segno di speranza. Io sono un segno di speranza per gli altri?

E questo è un messaggio importante: Dio non si rivela a circoli esclusivi o a pochi privilegiati, Dio offre la sua compagnia e la sua guida a chiunque lo cerchi con cuore sincero (cfr Sal 145,18). Anzi, spesso previene le nostre stesse domande, venendo a cercarci prima ancora che glielo chiediamo (cfr Rm 10,20; Is 65,1). Proprio per questo, nel presepe, raffiguriamo i Magi con caratteristiche che abbracciano tutte le età e tutte le razze – un giovane, un adulto, un anziano, con i tratti somatici dei vari popoli della terra –, per ricordarci che Dio cerca tutti, sempre. Dio cerca tutti, tutti.

E quanto ci fa bene meditare su questo oggi, in un tempo dove le persone e le nazioni, pur dotate di mezzi di comunicazione sempre più potenti, sembrano diventate meno disponibili a comprendersi, accettarsi e incontrarsi nella loro diversità!

La stella, che in cielo offre a tutti la sua luce, ci ricorda che il Figlio di Dio, è venuto nel mondo per incontrare ogni uomo e donna della terra, a qualsiasi etnia, lingua e popolo appartenga (cfr At 10,34-35; Ap 5,9), e che a noi affida la stessa missione universale (cfr Is 60,3). Ci chiama, cioè, a mettere al bando qualsiasi forma di selezione, di emarginazione e di scarto delle persone, e a promuovere, in noi e negli ambienti in cui viviamo, una forte cultura dell’accoglienza, in cui alle serrature della paura e del rifiuto si preferiscano gli spazi aperti dell’incontro, dell’integrazione e della condivisione; luoghi sicuri, dove tutti possano trovare calore e riparo.

Per questo la stella sta in cielo: non per rimanere lontana e irraggiungibile, ma al contrario perché la sua luce sia visibile a tutti, perché raggiunga ogni casa e superi ogni barriera, portando speranza fino agli angoli più remoti e dimenticati del pianeta. Sta in cielo per dire a chiunque, con la sua luce generosa, che Dio non si nega a nessuno, non dimentica nessuno (cfr Is 49,15). Perché? Perché è un Padre la cui gioia più grande è vedere i suoi figli che tornano a casa, uniti, da ogni parte del mondo (cfr Is 60,4), vederli gettare ponti, spianare sentieri, cercare chi si è perso e caricarsi sulle spalle chi fatica a camminare, perché nessuno rimanga fuori e tutti partecipino alla gioia della sua casa.

La stella ci parla del sogno di Dio: che tutta l’umanità, nella ricchezza delle sue differenze, giunga a formare una sola famiglia viva concorde nella prosperità e nella pace (cfr Is 2,2-5).

E questo ci porta all’ultima caratteristica della stella: quella di indicare il cammino. Anche questo è uno spunto di riflessione, specialmente nel contesto dell’Anno santo che stiamo celebrando, in cui uno dei gesti caratteristici è il pellegrinaggio.

La luce della stella ci invita a compiere un viaggio interiore che, come scriveva Giovanni Paolo II, liberi il nostro cuore da tutto ciò che non è carità, per «incontrare pienamente il Cristo, confessando la nostra fede in Lui e ricevendo l’abbondanza della sua misericordia» (Lettera a quanti si dispongono a celebrare nella fede il grande Giubileo, 29 giugno 1999, 12).

Camminare insieme «è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita» (cfr Bolla Spes non confundit, 5). E noi, guardando la stella, possiamo rinnovare anche il nostro impegno ad essere donne e uomini “della Via”, come venivano definiti i cristiani alle origini della Chiesa (cfr At 9,2).

Ci renda così il Signore luci che indicano Lui, come Maria, generosi nel donarci, aperti nell’accoglienza e umili nel camminare insieme, perché possiamo incontrarlo, riconoscerlo e adorarlo, e ripartire da Lui rinnovati portando nel mondo la luce del suo amore.

6 gennaio 2025


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