IL SIMBOLISMO DEL CERCHIO NELL'ARCHITETTURA ROMANA E PALEOCRISTIANA
di Yaryna Moroz Sarno
L’architettura
possiede un contenuto simbolico, è il nesso tra eternità e storia. La forma
costruita è simbolo, è una "imago mundi". Il contenuto simbolico dell’architettura fa parte di un
sistema che comprende una serie intrecciata di elementi simbolici – mito, rito,
dottrina. I significati della forma costruita uniscono tanti aspetti della
cultura e del tempo.
Le principali figure architettoniche ridotti ai simbolismi del centro,
dell'asse verticale, della croce, della relazione tra cupola e base cubica. Il
centro dello spazio architettonico è l'omologo del centro del cielo intorno.
Punto di riferimento sulla volta celeste sono il sole e la stella polare. Il
centro è il Principio. Il cerchio è simbolo di perfezione e di totalità, si riferisce
all’armonia delle sfere. Attraverso ai principi pitagorici si esprime l’ordine
cosmico. Cerchio, tempo e cielo comunicano attraverso il movimento circolare
dal suo punto originale[1].
L'asse verticale dell'edifico è l'asse cosmico,
ovvero il segmento che si diparte dal sole stazionario o dalla stella polare.
La cupola con la sua base si identifica con la volta celeste e il cubo con la
terra. L'unione tra cupola e base rappresenta la fusione tra cielo e terra.
Gli edifici a pianta cruciforme orientati verso
i punti cardinali simboleggiano il ciclo quadripartito dell'anno solare. Gli
astri circumpolari disegnano la sacra figura nel cielo, la prima
manifestazione il Punto primordiale. Il cerchio è un punto esteso, partecipa
della sua perfezione. Così punto e
cerchio hanno significati simbolici comuni: perfezione, omogeneità, assenza di
distinzione o di divisione[2]. La creazione del mondo ha avuto
inizio da un centro[3]. Il punto
centrale è l'Assoluto e il Trascendente. Esso è diffuso nello spazio –tempo
che è l’irraggiarsi di Assoluto.
Le
principali figure architettoniche ridotti ai simbolismi del centro, dell'asse
verticale, della croce, della relazione tra cupola e base cubica. Il centro
dello spazio architettonico è l'omologo del centro del cielo intorno. Punto di
riferimento sulla volta celeste sono il sole e la stella polare. L'asse
verticale dell'edifico è l'asse cosmico, ovvero il segmento che si diparte dal
sole stazionario o dalla stella polare. La cupola con la sua base si identifica
con la volta celeste e il cubo con la terra. L'unione tra cupola e base
rappresenta la fusione tra cielo e terra.
Nell'ordine
delle strutture cosmiche, il cerchio simboleggia il cielo. Il movimento
circolare che è perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione. Del
passaggio da un simbolo ad un altro, del legame esistente tra più simboli. Il
legame che intercorre tra il centro (o il cerchio), e la croce che conduce al
quadrato. Il cerchio e il quadrato si uniscono per costruire un complesso che
insieme simboleggia il cosmo, il cielo e la terra, l'universo. Cerchio e
quadrato rappresentano ugualmente il tempo e o spazio nella loro correlazione:
il continuum spazio-temporale. Per
gli uomini del medioevo ogni figura con più di quattro lati era assimilabile a
un cerchio. Anche il semicerchio, il quadrato e il rettangolo distinti tra loro[4].
La Gerusalemme
celeste è quadrata, è la terra rinnovata e trasportata nel cielo. Il Paradiso
terrestre, al contrario è il giardino in cui sta Dio[5]. Al cerchio originale del
paradiso terreste corrisponde il quadrato terminale della Gerusalemme celeste.
Il quadrato del Nuovo Cosmo nel cerchio iridescente della benevolenza divina lo
schema della Gerusalemme degli ultimi tempi. Ancora tra il sec. IX e il X e XI si diffuse un’immagine
della Gerusalemme celeste di forma circolare.
Per Mirce Eliade “la Gerusalemme celeste è stata creata da Dio
insieme al Paradiso, quindi in aeternum. La città di Gerusalemme altro non è che
riproduzione”[6]. La Chiesa simbolizza
Gerusalemme, il regno degli eletti, la chiesa paradisiaca, il microcosmo e
l’anima umana. La Chiesa terrena si sforzerà di imitare la Chiesa celeste, a
tal punto che assistiamo a un capovolgimento del simbolo: la Gerusalemme
celeste come una meravigliosa città terrena; la Chiesa è l’immagine di questa
immagine. “Da un lato la chiesa è concepita a imitazione della Gerusalemme
celeste, già dal tempo dell’anticità cristiana; dall’altro riproduce il
Paradiso o il mondo celeste”[7].
La rappresentazione
arriva a combinarsi con quella del cosmo divino. Le opere dello pseudo-Dionigi
si diffondono nel VII e nell’VIII secolo. Sono numerosi i testi che paragonano la
Chiesa al cielo. Il patriarca Germano scrive: “La Chiesa è il cielo sulla terra”.
La cupola è il cielo, essa domina i martyria, i battisteri, le chiese, immagine
della dimora promessa ai santi, ai catecumeni, ai fedeli; essa è immagine di
quel cosmo che il Pantocrator governa.
Il
contenuto specifico del simbolo del cerchio ha tante vari significati. Ha valore del
cerchio solare. Si comprende come il simbolo dell’Universo. Nel campo
architettonico, le cupole costruite volte e cupole a pianta circolare vengono utilizzati per i palazzi
imperiali, per le terme, per i mausolei. Il centro ha significato cosmogonico.
Lo spazio definito dalla forma di cerchio è sacro e cosmico. La costruzione
degli spazi sacri rende visibile l’Eterno presente, crea lo spazio infinito. Gli astri
circumpolari disegnano la sacra figura nel cielo, la prima manifestazione, il
Punto primordiale. Il cerchio è un punto esteso, partecipa della sua
perfezione. Così punto e cerchio hanno
significati simbolici comuni: perfezione, omogeneità, assenza di distinzione o
di divisione[8]. Nell'ordine delle strutture
cosmiche, il cerchio simboleggia il cielo. Il movimento circolare che è
perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione.
Secondo
Platone, forma rotonda, simbolo di perfezione celeste. Secondo i testi dei
filosofi e dei teologi, “il cerchio può simbolizzare la divinità considerata
non soltanto nella sua immutabilità ma anche nella sua bontà diffusa come
origine, sussistenza e consumazione di tutte le cose; secondo la tradizione
cristiana, come l’alfa e l’omega”. Cerchio è simbolo fondamentale (con il
centro, la croce e il quadrato). Lo Pseudo Dionigi l’Areopagita è riuscito a
descrivere, in termini filosofici e mistici, i rapporti intercorrenti tra
l’essere creato “al centro del cerchio”.
Il
paradiso dell’Occidente medievale, mondo di città vecchie e nuove, fu concepito
perlopiù in forma urbana all’interno di una cinta di mura, sul modello della
Gerusalemme celeste. Le città sono tradizionalmente quadrate, simbolo di
stabilità, mentre le tende o i campi dei nomadi sono spesso rotondi, simbolo
del movimento. L’idea che Gerusalemme, nella sua localizzazione e nella sua
struttura urbana, dovesse considerarsi Città Santa nasce e si forma lentamente
nella tradizione. Le città, poste al
centro del mondo, riflettono l’ordine celeste e ne ricevono le influenze.
Questa idea era
incarnata nell'architettura del santuario del Santo Sepolcro, un rotonda
costruita da Costantino sul Golgota. In origine era una basilica a cinque
navate con la rotonda dell'Anastasis. Un oggetto di altissima venerazione. L’exemplum
gerosolimitano è stato oggetto di profonde trasformazioni durante i secoli.
Il Santo Sepolcro è il centro
ideale, ma anche fisico, l’umbilicus mundi[9].
Le imitationes architettoniche del Santo Sepolcro sono legate alla
memoria della Passione e della Resurrezione, di sacralizzazione di spazi
urbani. La consacrazione dello spazio è un processo che include
moltiplicazione, duplicazione e riproduzione di dedicazioni, di intitolazioni e
luoghi ed edifici[10].
Le
imitazioni o repliche di modelli reali, cioè modi di strutturazione dello
spazio architettonico sacro secondo exemplus /simulacrum sono diffusi
specialmente nell'epoca medievale[11].
Il santuario che più ha influenzato arte e architettura era l’Anastasis, il
santo Sepolcro[12]. Tra le
molte copie di chiese oggetto di speciale venerazione è una categoria: le
imitazioni del Santo Sepolcro. Oltre a essere note in grande numero, esse
derivano da un prototipo Queste copie
furono eseguite in tutta Europa dal V al XVII secolo.
Dall'influsso
Santo Sepolcro si creato un gruppo di edifici esemplari nella tipologia sul
complesso architettonico del Santo Sepolcro di Gerusalemme, costruito nel IV
sul luogo della morte e risurrezione i Cristo. Gli spazi del complesso
basilicale di Gerusalemme e gli spazi costruiti in memoria della Passione e
Resurrezione di Gesù.
Partendo dal IX secolo si
diffuse di costruire templi o edicole in memoria o a imitazione della
basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In Italia le più antiche chiese del Santo
Sepolcro sono: la cattedrale di Acquapendente, la chiesa del Santo
Sepolcro di Gerusalemme in Barletta; Il Sepolcro della chiesa di Castel Cellesi
in Bagnoregio, la chiesa del Santo Sepolcro in Milano; la chiesa del Santo
Sepolcro a Pisa; la cappella del Santo Sepolcro in San Candido (Bolzano);
l’Oratorio del Santo Sepolcro Borgo Sansepolcro (Arezzo); la Pietà o Sepolcro
nella chiesa di Santa Maria del Sepolcro Vicovaro. La più antica imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme in
Europa sembra essere il sacello della
Cattedrale di Acquapendente, indirizzata come Domino Deo et Gloriosissimo eius Sepulchro Iherusalem et
Acquependentis.
La
forma architettonica dell'Anastasis si utilizzava per venerare le importante
reliquie. L'Anastasis fu replicata da
Costantino in due mausolei imperiali di figlia Costanza a Roma e personale
mausoleo
degli Apostoli a Costantinopoli. Nell'architettura sepolcrale del IV
secolo a Tipasa (Algeria) è un altro
mausoleo cristiano.
La
costruzione del mausoleo, secondo studi recenti, sarebbe avvenuta in due fasi:
una tra tra il 337 ed il 351 - nel periodo di vedovanza di Costanza - e l'altra
dopo la sua morte entro il 361.
Le
imitazioni architettoniche del complesso del Santo Sepolcro e dei suoi singoli
elementi si creavano dalla volontà di duplicare il modello
gerosolimitano considerava alla diffusione di elementi e fenomeni comuni
all’intera ecumene cristiana[13].
Gli spazi identificavano come memoriali, che rinnovavano nella propria chiesa
la sua Gerusalemme dell’immaginazione e della sua tradizione presenti nell'immaginario collettivo. Una distinzione fra imitationes topomimitiche,
che nascevano con la finalità di riprodurre gli spazi dove Cristo ha vinto la
morte ed erano basate su raffigurazioni, modelli e misurazioni imitationes
purementi devozionali[14].
La forma di edificio monumentale di Santo Sepolcro a pianta centrale. Una forma
rotonda o poligonale della chiesa aveva un significato simbolico.
Basilica
Saint-Jacques-le-Majeur (Francia)
Nell'intenzione di imitare la rotonda del Santo Sepolcro i vari
edifici sono notevolmente diversi tra loro e ben lontani dal modello. I
caratteri essenziali dell'Anastasis: la forma rotonda (mira rotundas), le tre
pareti concentriche intorno al vano centrale e al deambulatorio, le dodici
colonne mirae magnitudinis), i due gruppi di quattro porte ciascuno.
In Sant'Anastasis l'evidente rapporto con l'architettura
romana specialmente con la tradizione dei mausolei-santuari come di Augustino e
di Adriano (Castel Sant’Angelo)[15]
o Pantheon, santuario cosmico, insieme tempio e mausoleo è legato sia ad
Augustino che ad Adriano, che significavano l’apoteosi della Città del Sole.
La matematica simbolica del Panteon adrianeo è giocata sul
doppio simbolismo del 4 (numero degli elementi e delle stagioni) e del 7
(numero planetario). Otto (ciò 4 x 2) ambienti principali, corrispondenti alle
otto direzioni dello spazio e dei venti. La cupola evoca la volta celeste,
l’oculo è disco luminoso del sole.
Straordinaria cupola 43, 5 m di diametro. L'oculo centrale
corrisponde al Sole, i cassettoni alludano alla Luna (28 come i giorni e il
mese lunare). Dallo spettacolo cosmico del Panteon si capisce il primato
assoluto del Sole. Le idee pitagoriche sul Sole la Città del Mondo a immagine
della Città del Sole. Roma l’Heliopolis d’Occidente, a Città del Sole (Sol
Invictus) a città santa dell’Occidente, altra Jerusalem
con la
caduta di Gerusalemme. Anche la basilica di S. Pietro nel primo
progetto bramantesco conta dodici porte (tre per ogni lato) come la
Gerusalemme Celeste.
Nel
V secolo inizia l’avvio della costruzione di una città santa: della Roma
cristiana, la Nuova Gerusalemme dell’Occidente cristiano. I pontefici impostano
un nuovo programma di costruzioni ecclesiali; rinnovano chiese preesistenti o
costruiscano nuove chiese urbane: San Vitale, San Lorenzo in Lucina, San
Marcello al Corso, Santa Sabina, Santa Bibiana, Santo Stefano Rotondo, San
Martino ai Monti. Dalle basiliche lateranense (con suo complesso di edifici,
cappelle, aule) e da quella di Santo Croce – entrambe addossate alle mura per
volontà di Costantino – fino a Santa Maria Maggiore (passando per Santo Stefano
Rotondo, San Pietro in Vincoli, San Martino ai Monti, Santa Babiana,
Sant’Andrea in Catabarbara) è delimitata una grande area urbana in gran parte
disabitata, ma presidiata da questi insediamenti sacri. L’importanza di questo
progetto papale è sottolineata dal fatto che Santa Maria Maggiore e Santo
Stefano Rotondo non sono chiese parrocchiali, ma sono grandi il doppio delle
normali chiese parrocchiali e diventano importante stazioni liturgiche, officiate dal clero lateranense e visitate
spesso dal papa. La chiesa di Santo Stefano
Rotondo ha diametro circa 21 metri e illuminato da finestre,
originalmente in numero di ventidue, situate in alto. Le due chiese hanno in
comune alcuni caratteri fondamentali: la pianta circolare con vano centrale e
ambulacro, le nicchie – sostituite a Santo Stefano da cappelle - e misura del
diametro del vano centrale 21 m. Nell'Anastasis non è traccia dei cortili e dei
corridoi periferici che caratterizzano Santo Stefano. Il numero 22 sembra
costante in questo edificio: 22 sono le Colonne che separano il corridoio ad anello
dall'area centrale, coperta da un alto tamburo (altezza 22 metri) ed erano 22
le finestre. Santo Stefano Rotondo nel cuore
di Roma è un edificio singolare. R. Krautheimer collega la chiesa di Santo Stefano Rotondo a molte
chiese palestinesi ed in particolare alla chiesa del Santo Sepolcro a
Gerusalemme[16].
La chiesa di S.
Stefano Rotondo è il più antico esempio di chiesa circolare nella città. Esso esce dal quadro consueto
dell'architettura ecclesiastica paleocristiana[17].
I culto del protomartire si diffuse a Roma
specialmente dopo 415 e ad esso venne dedicata la chiesa. La costruzione
fu probabilmente voluta da papa Leone I (440-461), sotto il quale era stata edificata anche un'altra
chiesa dedicata a santo Stefano (Santo Stefano sulla via Latina),
ricostruita da papa Simplicio (468-483). Una costruzione circolare a tre
anelli, di cui l'esterno differisce dagli due interni interi, per la
suddivisione in dodici parti, a loro volta suddivisi longitudinalmente in due
parti, con quattro portici esterni e quattro portici interni, che perfettamente
coincidente con la Nuova Gerusalemme
dell'Apocalisse.
L'edificio a pianta circolare, costituita
in origine da tre cerchi concentrici: uno spazio centrale (diametro 22 m) era
delimitato da un cerchio di 22 colonne architravate,
sulle quali poggia un tamburo (alto 22,16 m); tale parte centrale era
circondata da due ambulacri più bassi ad anello: quello più interno (diametro
42 m) era delimitato da un secondo cerchio di colonne collegate da archi, oggi
inserite in un muro continuo, mentre quello più esterno (diametro 66 m),
scomparso, era chiuso da un basso muro. La rotonda
presentava una città santa circolare, disposta quarantennalmente, ha oltre
la torre centrale altre quattro torri disposte a croce.
Santo Stefano ha somiglianza con il Santo Sepolcro nella misura.
Santo Stefano ha 12x6 m e Santo Sepolcro 12x2. La base della chiesa
ha un diametro di 144 cubiti e che l’altezza al centro è di 144 cubiti, cioè vi
si può iscrivere una sfera di 144 cubiti 12 (3 x4) per 12. Sandor Ritz mostra
il collegamento tra Santo Stefano con il capitolo 21 dell'Apocalisse[18].
La sconfitta definitiva
dell’antica religione romana, dopo il crollo dei vari culti e del politeismo, è
simboleggiata nel 609 dalla trasformazione del Pantheon nella chiesa di Santa
Maria ad Martyres o Santa Maria della Rotonda, che significava il passaggio
dalla città antica alla città cristiana. Nell’VIII secolo per tutti i popoli
europei cristianizzati Roma è sempre più la città santa, la città della sede
della Chiesa, la città sacra che attira i pellegrini da tutto il mondo
cristiano[19].
Tanto in comune coi mausolei
romani avevano i battisteri paleocristiani e medievali. Nel pensiero dei primi
cristiani i concetti di battesimo e di
resurrezione, di morte erano in stretta connessione tra loro. Battisteri ottagonale, la forma
architettonica più diffusa in Occidente. La pianta ottagonale, segno
dell’infinito e dell’eterno, fu ideata dallo stesso sant’Ambrogio, che voleva
la basilica ed il fonte con questa pianta[20] Il numero otto dai molteplici significati
simbolici, era il simbolo di Resurrezione dal numero sette (i giorni della
creazione, quindi il tempo) più il numero uno, simbolo di Dio. La geometria
dell'interno complesso risponde alle regole geometrico-proporzionali della
numerologia sacra: pari a 33 cm, costituisce l’unità di misura che viene
assunta come riferimento a i numeri della sacre scritture (3, 7, 8, e 12 dal Libro dell’Apocalisse)[21]
Agostino afferma che il cerchio è simbolo della virtù. Per Candido di Fulda il
cerchio simboleggia la Chiesa, che rappresenta il regno dell’eterna maestà[22].
I primi battisteri del III e del
IV secolo non erano rotondi né ottagonali: solo la vasca era circolare
talvolta, mentre edifici erano quadrati o rettangolari (il primo battistero
Lateranense degli inizi del IV sec. Verso la metà del V secolo i battisteri
annessi alle chiese romane erano spesso quadrati e questo tipo rimase in uso
fine al VII secolo. Il battistero Lateranense tra il 432 e il 440 con vano
centrale delimitato da otto colonne architravate. Nel vano centrale la piscina era
circondata da un ambulacro ottagonale, coperto da una volta a botte con lunetta. Il
battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera del V sec. è costituito da un vano centrale coperto a
cupola e da un giro di quindici coppie di colonne.
Insieme al Pantheon, il Santo
Sepolcro di Gerusalemme può essere considerato l’archetipo fondamentale per
formare la significazione di un filone di cappelle sepolcrali di santi che si richiamano alla tombe di Cristo e
all’edifico – simbolo di Roma antica nel designare il mausoleo regale o
l’idea di sepoltura. L’idea di Resurrezione veniva suggerita dalla apertura ad
oculo (evidentemente dal Pantheon). Il Santo Sepolcro è stato un principio per
fare i mausolei dei santi e dei principi. La basilica vaticana fu costruita come
Tempio-Mausoleo.
La fortuna del tipo della rotonda
dell’Anastasis come prototipo simbolico avrà sviluppo in epoca rinascimentale e barocca, a
volte coniugato con il tipo della cappella palatina a pianta centrale (Santa
Sofia, San Vitale, Aquisgrana).
Filippo Brunelleschi, Rotonda di Santa Maria degli Angeli
Filippo Brunelleschi
nei primi decenni del XV secolo progettò la Rotonda di Santa Maria degli
Angeli, a Firenze.
La pianta centrale
durante barocco era trasformata in base alle esigenze della Controriforma. Sono
stati rafforzati l’asse longitudinale delle chiese (la basilica di Santa Maria
della Salute a Venezia, dove uno spazio ottagonale è unito ad un presbiterio
quadrato). Altri esempi notevoli si hanno inoltre nelle chiese Romane di
Sant’Agnese in Agone, di Sant’Ivo alla Sapienza, di Sant’Andrea al Quirinale e
la collegiata dell’Assunta di Ariccia.
Sant'Andrea al Quirinale, costruita tra il 1658 e il 1670
(Bernini)
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[6] M. Eliade, Il sacro e il profano, Milano 1984, p. 43
[7] Ibid, p. 44.
[9] C. Alzati (a cura di), Ambrosiana Ecclesia: studi su la
Chiesa milanese e l’ecumene cristiana fra tarda Antichità e Medioevo, Milano
1993, p.
17-21
[10] R. Salvarani, La fortuna del
Santo Sepolcro nel medioevo. Spazio, liturgia, architettura. Milano 2008, p. 48
[12] F. Tolotti, Il Santo Sepolcro.
Gerusalmme e coeve basiliche di Roma in Mitteilungen
des Deutschen Archaologishen Istitut, Roma 93, 1986 p. 471-512. V. C.
Corbo, Il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Aspetti archeologici dalle origini al
periodo crociato, Jerusalem 1981
[13] R. Salvarani, La fortuna del
Santo Sepolcro nel medioevo. Spazio, liturgia, architettura, Milano 2008, p. 24
[15] M. Fagiolo, Città e mausolei: i
santuari dell’uomo divinizzato in La
Città e il sacro, Milano 1994, pp. 453-492
[16] R. Krautheimer, Santo Stefano Rotondo a Roma e
la chiesa Sepolcro a Gerusalemme Riv AC 12 1935 pp. 51—102
[17] R. Krautheimer, Success and Failure in Late
Antique Church Planning in Age of
Spirituality: A Symposium Ed by K. Weitzmann, Princeton 1980, p. 122 -125.
[21] A. Elberti, L. Vldarnini, Arte
e architettura sacra in Occidente. Storia e fondamenti, 2015, p. 65
*****************************************************************************
Fonte : scritti e
appunti della dott.ssa Yaryna Moroz Sarno, e-mail: yarynamorozsarno@gmail.com
.
Sito web: https://yarynamorozsarno.blogspot.com
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