mercoledì 17 luglio 2019

MARIA ROSARIA VENDOLA, pittura ed espressione universale trascendente



MARIA ROSARIA VENDOLA
  pittura ed espressione universale trascendente

 

KERIGMA
olio su tela 50x80.
La figura del Cristo Risorto appare in una luce diafana che rivela il corpo "glorioso" non tangibile e nel contempo reale e prossimo
a chi, in preghiera, si accosta nella ricerca di una intimità religiosa di intensa affettività.


Maria Rosaria Vendola nasce a Taranto nel   settembre del ‘ 64  e rivela sin da piccola attitudine al disegno ma la scelta dei suoi studi propende per l’insegnamento.
Consegue la Maturità  Magistrale e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bari superando l’esame di ammissione al corso di Scenografia, che frequenta per un anno.
Sposata con due figli prosegue il percorso artistico con studi e ricerche personali e approda all’associazione di pittori  tarantini che fanno capo a Nicola Giudetti, noto esponente del mondo dell’arte Tarantina.
Partecipa a diverse mostre e collettive anche  internazionali , incontra l’arte antica delle icone russe e se ne appassiona coinvolgendo anche il marito che diventa suo stretto  collaboratore nello studio e nella ricerca  della tradizione religiosa.
E’ convinta  che l’arte non  contenga in sé solo il piacere di un privilegio ma l’intima consapevolezza di saper comunicare  un sentimento trascendente comune a  tutti   gli uomini e per questo sia in grado di sublimare ogni espressione fino al raggiungimento dell’universale, approssimando gli animi al senso dell’eterno, svelando ai più il mistero  del Divino , come auspicava Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli Artisti.


Mostre d’Arte :

7° ediz. della  Rassegna  d’Arte Contemporanea del Centro Culturale “ Rosselli” tenutasi al Castello Aragonese di Taranto . ( 2004 )
Mostra dell’associazione A C.L I.  S: Cataldo  di Nicola Giudetti alla manifestazione cittadina “Attraendo” (2004)
Omaggio Iconografico a S. Egidio ( 2004, associaz. V. Forleo )
39° e 40° edizione della Rassegna Internazionale di Pittura della città di Mottola ( 2004/05 e 2005/06 )
“ Ave Stella Maris “ Ass. culturale V. Forleo (2006)
Rassegna di Pittura “ Artisti in Passerella “ A.C.L.I. S. Cataldo  (2006 )
21°  e 22°  ediz. Dei “ Riti  e i luoghi  della Settimana Santa “  Ass. V. Forleo (2006 /07 )
XVI Premio nazionale  Mostra Contemporanea d’Arte e Artigianato(2007 ) Premio MOICA ARTE “ Maria Scarcella Padovano”
1° Mostra d’Arte Sacra “Sul sentiero dell’Assoluto”( 2007 ) Parrocchia S. Pasquale Taranto.2° e 3° .
 Rassegna d’arte in onore dei festeggiamenti di “ Maria nostra Signora presso la sala polifunzionale del centro socio sportivo  parrocchiale “ Santa Famiglia”( 2008).
Mostra “La notte bianca tra le vie dell’arte “  luglio , centro storico di  Pulsano. Mostra “ Artisti in Passerella “ presso il Castello Aragonese di Taranto , Settembre .
Nell’Ottobre 2007 partecipa alla II edizione della Mostra internazionale dell’arte iconografica  a Gravina di Puglia, dove vince il II premio insieme al marito Nicola Tagliente.
In seguito partecipa ad altri eventi culturali nella città vecchia , a Taranto ,e in occasione dei riti  della settimana Santa , a Marzo 2008 presso il Palazzo Fornaro in via Duomo, alla collettiva di pittura, scultura e fotografia ,con l’intervento critico della  N. B.  Baronessa E. Silvatici.
A Luglio 2008 ha l’onore di partecipare alla Mostra-Convegno  internazionale di Arte Sacra  presso la Badia della SS. Trinità a Cava dei Tirreni.


 
L'ARCANGELO MICHELE


Descrizione dell'icona de L'Arcangelo Michele
di Nicola Tagliente e Maria Rosaria Vendola

L'immagine dell'Arcangelo evocata dalla Bibbia, come fa notare la dott.ssa Pina Belli D'Elia in un suo scritto intitolato "L'iconografia di San Michele o dell'Arcangelo Michele", è : " fortemente plastica e dinamica ", " principe dell'esercito del Signore " e " trasposizione della potenza di Dio ", si presta ad essere raffigurato in veste di combattente delle milizie celesti.
A questa immagine è ispirata l'icona che ha con umiltà, la " pretesa di voler essere bizantineggiante ".
La figura dell'Arcangelo è giovanile, austera e solenne, in posa statica, con lo sguardo diretto e fisso sullo spettatore che lo interpella. Ispirata alla icona di argento dorato con smalti e pietre preziose del tesoro di S. Marco (Venezia XI sec.), la figura è contraddistinta da un volto oblungo reso più affilato e importante dalla folta e lunga chioma rosseggiante, come il contorno del nimbo dai cerci concentrici, in oro e azzurro, disposti a raggiera intorno al capo.
Gli occhi sono grandi ed espressivi, contrassegnati da marcate occhiaie luminose, come la fronte e il collo rigonfio della sapienza di Dio. Il naso è lungo e affilato, le orecchie sono poste in evidenza dalla tecnica dell'assist per sottolineare l'ascolto della Parola di Dio, del "fare" la Sua volontà. La bocca serrata e leggermente severa è sottolineata dal mento volitivo. Il volto, cupo e austero nel complesso, si innesta su un corpo giovanile in lucente armatura.
La luce esprime la bellezza spirituale e la rifulgente purezza.
Le ali maestose e prominenti invadono avvolgenti la cornice, fuoriuscendo dalla "culla" e invitano, come in un delicato abbraccio, lo spettatore ad appropinquarsi, per sondare il mistero divino. Parte della figura è in un lieve bassorilievo, ispirato dalla rare icone Macedoni bizantine, per aumentare il senso del manifestarsi del personaggio.
L'Arcangelo regge nella mano sinistra una bilancia e nella destra una spada, entrambe in oro, simboli del giudizio divino di cui è portavoce. Con i piedi sovrasta una figura arcana, umiliata e vinta che rappresenta il male.
Il colore del fondo è una ocra gialla luminosa che richiama l'oro della cornice e simboleggia lo spazio e la dimensione divina da cui la figura proviene e in cui attende che lo spettatore si immerga con lo sguardo.
Infatti, abbandonato lo stato di "soggetto inerte", l'immagine dell'Arcangelo sembra interagire con chi la osserva, quasi come una "cosa viva", realizzando un rapporto di reciprocità interlocutoria, suscitando il desiderio di risposta agli interrogativi che scaturiscono dal mistero affiorante delle cose invisibili.
Se è vero che l'icona è immagine dell'azione e della volontà di Colui che si manifesta, essa suggestiona al punto da far uscire lo sguardo dello spettatore dai limiti del contingente consentendo di vedere qualcosa in più della copia del modello, "la visibilità funge da sostegno figurativo per annunciare una presenza che rimane tuttavia invisibile..." (da Il viaggio dell'icona dalle origini alla caduta di Bisanzio, curato da T. Velmans, Jaca Book).
Lungi dal voler pretendere di aver realizzato un'opera d'arte, si auspica di poter annoverare il lavoro iconografico, scritto secondo gli schemi della tradizione ecclesiale, tra quelli degni di rappresentare la gloria, la gioia e la bellezza dell'immagine divina e della Santa Chiesa.
Dettagli tecnici:
L'icona è stata dipinta con tempera all'uovo e pigmenti naturali, su tavola in legno massello dello spessore di 3 cm (pioppo), dopo che quest'ultimo è stato lavorato per ricavarne la "culla" e trattato successivamente con colla di coniglio, tela di lino, levkas e bolo per la doratura, in oro 23 carati. Al termine è stata passata la finitura con olifa.





Fonte  : si ringrazia l'artista Maria Rosaria Vendola che ha cortesemente fornito la documentazione per l'articolo alla Redazione di Artcurel.
Maria Rosaria Vendola (Circolo culturale "Rosselli") , via Largo Alimini Grande, 30, 74100, Taranto, tel. 099-373135, cell. 331-4659685, e-mail: maryv@email.it  .













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