MARIA ROSARIA VENDOLA
pittura ed espressione universale trascendente
KERIGMA
olio su tela 50x80.
La figura del Cristo Risorto appare in una luce
diafana che rivela il corpo "glorioso" non tangibile e nel contempo reale e
prossimo
a chi, in preghiera, si accosta nella ricerca di una
intimità religiosa di intensa affettività.
Maria Rosaria Vendola nasce a Taranto nel
settembre del ‘ 64 e rivela sin da piccola attitudine al disegno ma la scelta
dei suoi studi propende per l’insegnamento.
Consegue la Maturità Magistrale e si iscrive
all’Accademia di Belle Arti di Bari superando l’esame di ammissione al corso di
Scenografia, che frequenta per un anno.
Sposata con due figli prosegue il percorso artistico
con studi e ricerche personali e approda all’associazione di pittori tarantini
che fanno capo a Nicola Giudetti, noto esponente del mondo dell’arte Tarantina.
Partecipa a diverse mostre e collettive anche
internazionali , incontra l’arte antica delle icone russe e se ne appassiona
coinvolgendo anche il marito che diventa suo stretto collaboratore nello studio
e nella ricerca della tradizione religiosa.
E’
convinta che l’arte non contenga in sé solo il piacere di un privilegio ma
l’intima consapevolezza di saper comunicare un sentimento trascendente comune
a tutti gli uomini e per questo sia in grado di sublimare ogni espressione
fino al raggiungimento dell’universale, approssimando gli animi al senso
dell’eterno, svelando ai più il mistero del Divino , come auspicava Giovanni
Paolo II nella sua Lettera agli Artisti.
Mostre d’Arte
:
7° ediz. della Rassegna d’Arte Contemporanea del
Centro Culturale “ Rosselli” tenutasi al Castello Aragonese di Taranto . ( 2004
)
Mostra dell’associazione A C.L I. S: Cataldo di
Nicola Giudetti alla manifestazione cittadina “Attraendo” (2004)
Omaggio Iconografico a S. Egidio ( 2004, associaz.
V. Forleo )
39° e 40° edizione della Rassegna Internazionale di
Pittura della città di Mottola ( 2004/05 e 2005/06 )
“ Ave Stella Maris “ Ass. culturale V. Forleo (2006)
Rassegna di Pittura “ Artisti in Passerella “
A.C.L.I. S. Cataldo (2006 )
21° e 22° ediz. Dei “ Riti e i luoghi della
Settimana Santa “ Ass. V. Forleo (2006 /07 )
XVI Premio nazionale Mostra Contemporanea d’Arte e
Artigianato(2007 ) Premio MOICA ARTE “ Maria Scarcella Padovano”
1° Mostra d’Arte Sacra “Sul sentiero dell’Assoluto”(
2007 ) Parrocchia S. Pasquale Taranto.2° e 3° .
Rassegna d’arte in onore dei festeggiamenti di “
Maria nostra Signora presso la sala polifunzionale del centro socio sportivo
parrocchiale “ Santa Famiglia”( 2008).
Mostra “La notte bianca tra le vie dell’arte “
luglio , centro storico di Pulsano. Mostra “ Artisti in Passerella “ presso il
Castello Aragonese di Taranto , Settembre .
Nell’Ottobre 2007 partecipa alla II edizione della
Mostra internazionale dell’arte iconografica a Gravina di Puglia, dove vince il
II premio insieme al marito Nicola Tagliente.
In seguito partecipa ad altri eventi culturali nella
città vecchia , a Taranto ,e in occasione dei riti della settimana Santa , a
Marzo 2008 presso il Palazzo Fornaro in via Duomo, alla collettiva di pittura,
scultura e fotografia ,con l’intervento critico della N. B. Baronessa E.
Silvatici.
A Luglio 2008 ha l’onore di partecipare alla Mostra-Convegno
internazionale di Arte Sacra presso la Badia della SS. Trinità a Cava dei
Tirreni.
L'ARCANGELO MICHELE
Descrizione dell'icona de
L'Arcangelo Michele
di Nicola Tagliente e Maria Rosaria Vendola
L'immagine dell'Arcangelo evocata dalla Bibbia, come fa notare la dott.ssa Pina
Belli D'Elia in un suo scritto intitolato "L'iconografia di San Michele o
dell'Arcangelo Michele", è : " fortemente plastica e dinamica ", " principe
dell'esercito del Signore " e " trasposizione della potenza di Dio ", si presta
ad essere raffigurato in veste di combattente delle milizie celesti.
A questa
immagine è ispirata l'icona che ha con umiltà, la " pretesa di voler essere
bizantineggiante ".
La figura
dell'Arcangelo è giovanile, austera e solenne, in posa statica, con lo sguardo
diretto e fisso sullo spettatore che lo interpella. Ispirata alla icona di
argento dorato con smalti e pietre preziose del tesoro di S. Marco (Venezia XI
sec.), la figura è contraddistinta da un volto oblungo reso più affilato e
importante dalla folta e lunga chioma rosseggiante, come il contorno del nimbo
dai cerci concentrici, in oro e azzurro, disposti a raggiera intorno al capo.
Gli occhi
sono grandi ed espressivi, contrassegnati da marcate occhiaie luminose, come la
fronte e il collo rigonfio della sapienza di Dio. Il naso è lungo e affilato, le
orecchie sono poste in evidenza dalla tecnica dell'assist per sottolineare
l'ascolto della Parola di Dio, del "fare" la Sua volontà. La bocca serrata e
leggermente severa è sottolineata dal mento volitivo. Il volto, cupo e austero
nel complesso, si innesta su un corpo giovanile in lucente armatura.
La luce
esprime la bellezza spirituale e la rifulgente purezza.
Le ali
maestose e prominenti invadono avvolgenti la cornice, fuoriuscendo dalla "culla"
e invitano, come in un delicato abbraccio, lo spettatore ad appropinquarsi, per
sondare il mistero divino. Parte della figura è in un lieve bassorilievo,
ispirato dalla rare icone Macedoni bizantine, per aumentare il senso del
manifestarsi del personaggio.
L'Arcangelo regge nella mano sinistra una bilancia e nella destra una spada,
entrambe in oro, simboli del giudizio divino di cui è portavoce. Con i piedi
sovrasta una figura arcana, umiliata e vinta che rappresenta il male.
Il colore
del fondo è una ocra gialla luminosa che richiama l'oro della cornice e
simboleggia lo spazio e la dimensione divina da cui la figura proviene e in cui
attende che lo spettatore si immerga con lo sguardo.
Infatti,
abbandonato lo stato di "soggetto inerte", l'immagine dell'Arcangelo sembra
interagire con chi la osserva, quasi come una "cosa viva", realizzando un
rapporto di reciprocità interlocutoria, suscitando il desiderio di risposta agli
interrogativi che scaturiscono dal mistero affiorante delle cose invisibili.
Se è vero
che l'icona è immagine dell'azione e della volontà di Colui che si manifesta,
essa suggestiona al punto da far uscire lo sguardo dello spettatore dai limiti
del contingente consentendo di vedere qualcosa in più della copia del modello,
"la visibilità funge da sostegno figurativo per annunciare una presenza che
rimane tuttavia invisibile..." (da Il viaggio dell'icona dalle origini alla
caduta di Bisanzio, curato da T. Velmans, Jaca Book).
Lungi dal
voler pretendere di aver realizzato un'opera d'arte, si auspica di poter
annoverare il lavoro iconografico, scritto secondo gli schemi della tradizione
ecclesiale, tra quelli degni di rappresentare la gloria, la gioia e la bellezza
dell'immagine divina e della Santa Chiesa.
Dettagli
tecnici:
L'icona è
stata dipinta con tempera all'uovo e pigmenti naturali, su tavola in legno
massello dello spessore di 3 cm (pioppo), dopo che quest'ultimo è stato lavorato
per ricavarne la "culla" e trattato successivamente con colla di coniglio, tela
di lino, levkas e bolo per la doratura, in oro 23 carati. Al termine è stata
passata la finitura con olifa.
Fonte : si ringrazia l'artista Maria Rosaria Vendola che ha cortesemente fornito la documentazione per l'articolo alla Redazione di Artcurel.
Maria Rosaria Vendola (Circolo culturale "Rosselli") , via Largo Alimini Grande, 30, 74100, Taranto, tel. 099-373135, cell. 331-4659685, e-mail: maryv@email.it .
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