MANFRED LINKE (1949-2007)
ricordo dell'artista a cura di Elisabetta Lo Iacono
La sua rinascita
artistica a Villa Henraux,
personali anche a Roma e Domodossola
E’ SCOMPARSO,
ALL’ETA’ DI 58 ANNI (il 16/4/2007),
IL PITTORE TEDESCO MANFRED LINKE
CHE AVEVA FATTO DELL’ALTA VERSILIA LA SUA TERRA DI ISPIRAZIONE
“Chi è Manfred Linke ? Un
artista? Un pittore? Un maestro? Un visionario? Un pazzo? Manfred Linke è un
Uomo. Raramente capita di incontrare un essere così speciale. Ciò che rende
speciale Linke è che lui non produce arte come le centinaia di persone che ho
conosciuto fino ad ora. Manfred Linke è arte”.
Con queste parole il critico
Guido Eugenio Callocchia descriveva, in un catalogo edito qualche anno fa,
Manfred Linke, l’artista che da anni aveva scelto l’alta Versilia come sua terra
e dove è morto improvvisamente nella sua casa a Volegno, nel comune di Stazzema.
Una vita da artista, trascorsa
in una alternanza di grandi soddisfazioni professionali e di momenti difficili
dove spesso cercava la compagnia di qualche bicchiere.
Manfred
Linke era nato nel 1949 a Langenbruk, un piccolo paese della Germania, dopo la
laurea aveva insegnato pedagogia dell’arte, sino al 1996, a Francoforte sul Main.
I viaggi in Toscana con gli allievi gli avevano fatto conoscere e amare la
Versilia dove si trasferì alla fine degli anni ’90, prima a Minazzana e poi
nell’ex Villa Henraux di Seravezza, gestita dalle suore.
Era questo un periodo difficile,
un incidente e una profonda crisi lo avevano tenuto a lungo in una sorta di
ascetico isolamento, lontano persino dalle sue tele che erano componente
indispensabile per la sua esistenza. Durante questo soggiorno Linke fu
incoraggiato a riavvicinarsi ai suoi colori, ai sui pennelli e a quella
straordinaria capacità di trasferire su tela sogni e incubi, la sua visione
della vita, della religione, dell’amore.
Le lunghe chiacchierate nel
parco di villa Henraux con Gaetano Callocchia, l’architetto romano che aveva
restaurato l’ottocentesco edificio, favorirono questa ripresa della sua
attività, grazie anche all’idea di organizzare in quella sede una mostra proprio
per celebrare la sua rinascita artistica.
Fu un vero successo di pubblico
e di critica e a quella esposizione, nell’estate del 2003, ne seguirono altre a
Monterodondo con la partecipazione tra i diversi enti della Regione Lazio, a
Domodossola con il patrocinio dell’Unesco e ancora a Roma, a pochi passi da
Piazza Venezia. Senza contare la soddisfazione per il quadro sulla Passione di
Cristo donato a Papa Giovanni Paolo II e fortemente apprezzato, nonchè la Via
Crucis data in dono alla chiesa del suo paese natale.
Nel frattempo Linke si era
trasferito a Volegno, alternando a giornate e nottate trascorse davanti alle sue
tele qualche passeggiata, i pranzi al ristorante del paese, lunghe chiacchierate
con gli affezionati amici Lido Marchetti e don Mario Mencaraglia.
Un artista con una personalità
molto complessa, di grande cultura e sensibilità, con quella insofferenza e
continua ricerca di un’evasione propria di chi possiede una visione più profonda
dell’esistenza e, al contempo, il desiderio di interpretarne ogni segno.
Manfred
stava lavorando per l’allestimento di due nuove mostre, a La Spezia e a
Barcellona.
Forse le ha sognate, quando si è addormentato per l’ultima volta,
lasciando colori e tele ma trovando la risposta a quella ricerca e
contemplazione che ha caratterizzato tutta la sua vita.
Elisabetta Lo Iacono.
Fonte : la Redazione di Artcurel ringrazia l'autrice Elisabetta Lo Iacono per la documentazione fornita per questo articolo. Per approfondimenti sull'artista Manfred Linke e le sue opere si consiglia il link : www.teknemedia.net/pagine-gialle/uffici-stampa/elisabetta_loiacono/dettaglio-mostra/2937.html
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