mercoledì 17 luglio 2019

MANFRED LINKE (1949-2007) ricordo dell'artista a cura , di Elisabetta Lo Iacono



MANFRED LINKE (1949-2007)
 ricordo dell'artista a cura di Elisabetta Lo Iacono

 
La sua rinascita artistica a Villa Henraux, 
personali anche a Roma e Domodossola
E’ SCOMPARSO, ALL’ETA’ DI 58 ANNI (il 16/4/2007),
 IL PITTORE TEDESCO MANFRED LINKE

CHE AVEVA FATTO DELL’ALTA VERSILIA LA SUA TERRA DI ISPIRAZIONE

 
“Chi è Manfred Linke ? Un artista? Un pittore? Un maestro? Un visionario? Un pazzo? Manfred Linke è un Uomo. Raramente capita di incontrare un essere così speciale. Ciò che rende speciale Linke è che lui non produce arte come le centinaia di persone che ho conosciuto fino ad ora. Manfred Linke è arte”.
Con queste parole il critico Guido Eugenio Callocchia descriveva, in un catalogo edito qualche anno fa, Manfred Linke, l’artista che da anni aveva scelto l’alta Versilia come sua terra e dove è morto improvvisamente nella sua casa a Volegno, nel comune di Stazzema.
Una vita da artista, trascorsa in una alternanza di grandi soddisfazioni professionali e di momenti difficili dove spesso cercava la compagnia di qualche bicchiere.
Manfred Linke era nato nel 1949 a Langenbruk, un piccolo paese della Germania, dopo la laurea aveva insegnato pedagogia dell’arte, sino al 1996, a Francoforte sul Main. I viaggi in Toscana con gli allievi gli avevano fatto conoscere e amare la Versilia dove si trasferì alla fine degli anni ’90, prima a Minazzana e poi nell’ex Villa Henraux di Seravezza, gestita dalle suore.
Era questo un periodo difficile, un incidente e una profonda crisi lo avevano tenuto a lungo in una sorta di ascetico isolamento, lontano persino dalle sue tele che erano componente  indispensabile per la sua esistenza. Durante questo soggiorno Linke fu incoraggiato a riavvicinarsi ai suoi colori, ai sui pennelli e a quella straordinaria capacità di trasferire su tela sogni e incubi, la sua visione della vita, della religione, dell’amore.
Le lunghe chiacchierate nel parco di villa Henraux con Gaetano Callocchia, l’architetto romano che aveva restaurato l’ottocentesco edificio, favorirono questa ripresa della sua attività, grazie anche all’idea di organizzare in quella sede una mostra proprio per celebrare la sua rinascita artistica.
Fu un vero successo di pubblico e di critica e a quella esposizione, nell’estate del 2003, ne seguirono altre a Monterodondo con la partecipazione tra i diversi enti della Regione Lazio, a Domodossola con il patrocinio dell’Unesco e ancora a Roma, a pochi passi da Piazza Venezia. Senza contare la soddisfazione per il quadro sulla Passione di Cristo donato a Papa Giovanni Paolo II e fortemente apprezzato, nonchè la Via Crucis data in dono alla chiesa del suo paese natale.
Nel frattempo Linke si era trasferito a Volegno, alternando a giornate e nottate trascorse davanti alle sue tele qualche passeggiata, i pranzi al ristorante del paese, lunghe chiacchierate con gli affezionati amici Lido Marchetti e don Mario Mencaraglia.
Un artista con una personalità molto complessa, di grande cultura e sensibilità, con quella insofferenza e continua ricerca di un’evasione propria di chi possiede una visione più profonda dell’esistenza e, al contempo, il desiderio di interpretarne ogni segno.
Manfred stava lavorando per l’allestimento di due nuove mostre, a La Spezia e a Barcellona.
Forse le ha sognate, quando si è addormentato per l’ultima volta, lasciando colori e tele ma trovando la risposta a quella ricerca e contemplazione che ha caratterizzato tutta la sua vita.
Elisabetta Lo Iacono.





Fonte  :  la Redazione di Artcurel ringrazia l'autrice Elisabetta Lo Iacono per la documentazione fornita per questo articolo.  Per approfondimenti sull'artista Manfred Linke e le sue opere si consiglia il link : www.teknemedia.net/pagine-gialle/uffici-stampa/elisabetta_loiacono/dettaglio-mostra/2937.html  














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