VALENTINA ZORZI (in arte Natalibera70)
Madre Teresa di
Calcutta , tecnica mista su tavola, 99x98 cm.
Presentazione dell'artista Valentina Zorzi (Natalibera70)
di Alessio Varisco
Pensavo
alle Tue dita sulla tela, rianimarsi come quelle di un pianista, immergersi e
sporcarsi, fino a trascinare i colori. Alla Tua voce e ai
discorsi sulla necessità dell’Arte di affermare positività, una sorta di
pedagogia estetica, del tuo sforzo di dipingere, del quadro che ieri hai
terminato nella notte. E le mani anche se fredde si scaldano, sentono
la temperatura che emana la tela e cercano di descriverla, estrarla
dalla assurda e gelida silente
acromaticità. Ed è per chi fa l'Arte
l'esperienza più difficile e dolorosa. Si può dire che l'Artista diviene una
levatrice che estrae, come in un parto, una creatura: dalla tela affiora, alla
realtà e al mondo, l'immagine. Come il dipanarsi fra e
dalle nebbie di un’isola nella lunga valle umbratile e spettrale, una sorta di
misterica e nuova arcadia,
Avalon, fra le brume mattutine.
Questa la
pittura di una Donna che vive per l’Arte e per la verità, che spegne il dolore
patito e vissuto in uno sguardo più limpido. Natalibera70, lo pseudonimo della
Pittrice Valentina Zorzi, scopre un modo nuovo di
catalizzare questa realtà fatta di campagne che si spopolano di flora e fauna
selvatica, che trova nella Natura l’abbraccio con un equilibrio costantemente
precario, ma che non possiamo cancellare. I suoi quadri esprimono la gioia per
la vita, la passione per la libertà, il primato dell’Amore.
Omaggio di Valentina Zorzi alla tragedia di Beslan
Eclettica,
dalle molte risorse, saccheggia le modalità espressive, dividendosi tra l’arte
tradizionale, oli e acrilici (questi ultimi maggiormente utilizzati solo per
la loro essicabilità) e l’arte più moderna
della computer graphic.
Una pittrice che osa riflettere, su di sé e sul mondo, che
si interpella e vuol interpellare, che discute e vuol far discutere, di
sé ma soprattutto del mondo. Paura del dolore, come evento
schiacciante, e perciò superamento nella dimensione della narrazione estetica
che vuole esorcizzare il patimento, la sofferenza, con visioni oniriche.
Totalizzante, della sua opera, il richiamo ai
miti, siano essi dei
Mahori –come gli otto tatuaggi che porta sul corpo
che sono una proiezione della sua esistenza interiore e
perciò necessità esteriore- o dei Camuni, e
ai classici. Le ascendenze sono
certamente in una realtà metafisica e trascendentale che parte dal dato
naturale, gli animali ed in particolare i gatti che Ella
ama, per giungere ad una sorta di ascesi e
purificazione dello spirito che si
ridesta ed opera sulla tela, supporto bidimensionale, o può arrivare a
ricostruzioni tridimensionali con l’arte informatica. L’atmosfera evocata è
sempre di shakespeariana
memoria. E verrebbe da dire
«il resto è silenzio», citando la
celeberrima frase che chiude la travagliata vita di Amleto. Ma il silenzio che
cala sulla tragedia di Amleto si fa simile a quella
più profonda di ciascun possibile spettatore che osserva le opere di
Valentina.
Le sue
tematiche sono varie, ciò che le accomuna, quale
leit-motiv, quella materialità delle sue figure pallide come la luna, che
divengono pietre è questa lievità nel contrasto di tinte a tratti fosche che
vogliono pian piano cedere il passo ad una luce che non viene dall’alto, ma
sta dentro le cose stesse. Ed anche i colori più
freddi stesi con le dita persino ad evocare nuove
textures e sempre nuovi traguardi rimandano alla luce delle cose. Ad
una purificazione. Alla pace.
La costruzione
più bella è la sfida lanciata con l’arte, mai paga dei traguardi raggiunti,
che la Pittrice rilancia, fra pennelli e scrivanie di computer.
Una sperimentazione che è ricerca esistenziale, catarsi
nel caleidoscopio dello stupore, essenzialmente fusione di sé al mondo
purificato dalle guerre, dagli egoismi e dalla disumana materialistica umanità
imperante.
Sento di poter
dire che la sua è una pittura profonda, che vuole proporre il primato
dell’Amore quale unica sfida per un mondo di pace, ove l’Artista celebra la
pace con sé ed l’universo. Una
pittura che è sfida. Una pittura di denuncia, una
pittura d’Amore e pace. Una pittura di bellezza e bontà, di languori e
stupori dinanzi la fredda sclerocardica esistenza
appiattita all’unica dimensione dell’interesse e della
volgare-meschina frettolosità.
Grazie
Valentina!
Prof. Alessio
Varisco
magister
artium
Maloja, 3 ottobre 2004
Fonte : prof. Alessio Varisco , www.alessiovarisco.it
Sito web ufficiale dell'artista Valentina Zorzi - Natalibera70 :
www.natalibera70.altervista.org
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