Alberto Di Florio
UNA LETTERA D'AMORE
NELLA SECONDA
PARTE DELLA VITA
NEL DIARIO DI UN POETA
Questa lettera
sarà un po' lunga ma non abbastanza per poter spiegare cosa significa per me la
vita, più che ogni altra cosa, arricchita col tuo sguardo, e il tuo sorriso; ciò
mi fa sentire come uno scolaro che al primo trimestre porta a casa tanti dieci e
lode, felicità donatami da te posso dire d'aver capito qualcosa della vita ed
ora, con apprensione e qualche fruttuoso chiarimento, ansioso e felice peso o
meglio dire voglio ammettere che può esistere qualcosa, che, non tutti possono
avere, ma che sia stata fatalmente creata per me, questa facoltà.
Forse il Signore dei cieli ha
voluto tutto questo, e con la sua universale Maestria con gioiosità ha scelto
noi, me scolaro e tu maestra, ed a suo volere creata un'altra facoltà, che io
chiamerei scienza dell'amore, ed i primi ad essere ammessi a questa scuola siano
come noi accettati con un destino intelligente, perché il nostro ha saputo far
di noi Anime Gemelle ed idonee, ed essendo stati i primi, saremo sempre protetti
e ben'accetti come santi del Paradiso.
Si, questo il mio cuore suscita
in me tante belle cose quando guardo una nostra fotografia, e particolarmente il
tuo sguardo verso di me mi fa capire sempre di più che cosa è accaduto col nostro
incontro.
Si, mio caro amore, tu sei per me
più che anima gemella, come incubatrice al mio cuore, e per te non v'è né
ingresso e né hai dovuto chiedere permesso nel varcare la sua soglia, ed ora più
che padrona di casa, inconsciamente la mia maestra, perché con la beltà TU,
pianta dell'AMORE, hai saputo innestare chimere e sogni nella realtà,
amore e felicità nella verità, contribuendo col tuo cuore gemello a rendere
possibile questa fusione di sogni e realtà.
Si, quel tuo ingresso fu come
cascata irrefrenabile in quelle tenere vampe che degradanti accesero i nostri
cuori.
Come un incantesimo, in quegli
spazi tra gli alberi, l'assieme del vasto aleggiare tra tanti colori, quelle
sonore melodie di quegli indescrivibili canti miscelati degli uccelli quale
concerto celestiale in quei sentieri:
tutto
sembrava voler tradurre un sogno in realtà.
Così avvampì ed apparve come un
sogno fiabesco, quell'idillio ora incarnato nel nostro volto ed il sapore dei
baci che continua a fiorire, sbocciando profumato dalle nostre labbra, perché il
marchio dell'amore vero rimane impronta ineguagliabile.
Si, quei nostri baci magici ma
reali, accompagnati dai battiti del cuore, erano come macchine in partenza su
una pista di un grande traguardo ed una luce arcana sul nostro capo rendeva
gioiosa la nostra partenza, ed io, in tale circostanza, avrei voluto far dispari
quella precisa ora e fermare quel tempo accorato per restare ad ammirare quel
dolce sortilegio del tuo sguardo, ascoltando la tua voce con melodia di cadenze
uguali a sinfonie suonate in paradiso.
Ora di tutto, quei momenti
piacevoli, la tua sembianza è come se stesse in una sfera invisibile e
impenetrabile che ti protegge al di fuori delle mie carezze, e quindi sarò solo
io il fortunato a poterti adorare come una dea ed ispirare le cose più belle che
sensibilmente possono far cambiare il tuo viso da bello a bellissimo;
solo per me esisti in questa favola per me vera, si, non è un sogno, ma come
aver potuto trasformare un sogno in avvenimenti reali e sento scorrere fra i
palpiti delle mie vene ramificatosi una fluidificazione immemore, poiché le mie
si sono divise con diramazioni infinite, e fanno palpitare la mia vita
dall'istante magico e reale in cui le nostre mani si incontrarono e violenti
lampi esplosero dai nostri baci in quel temporale d'amore, ma come una rugiada
d'aprile piena di profumo primaverile, fondendo i nostri cuori in uno.
Ma quel temporale era infinito,
come se fossero mille stagioni feconde, non una sola aspettata, ora tornate
insieme con una delirante fioritura, e in questo, per me mondo di poesia ove
tutto è fiabesco, aggrappandomi a questi momenti belli rispettando la fede
dell'amore, e con certezza di come ora essere mai stato innamorato con vero, e
nel vero amore che si possa conoscere, sicuro, adesso ho cronometrato le
pulsazioni delle vene e del cuore ad un'ora senza minuti, perché col cuore non
si mercanteggia e quindi non si può stabilire nessun tempo determinato, ma sarà
preciso e stabile a una cronometrizzazione eterna, perché seguirà una partenza
che ci porterà in una costellazione dove non v'è fine e né tempi da stabilire e
poter sostare senza forse e malintesi in tanta luminosità, e far sì che io possa
specchiarmi e guardare quello che dall'immagine della mia persona affiora, cioè
quella luce obliosa di allora in quella stanza con finestra dischiusa
all'imbrunire, i raggi del tramonto d'oro che penetravano appena, quel diffusosi
ardore il delirio inaspettato inondò emergendo come una fiumana nel mio petto
con inesistente scossa fino alle tenui ore dell'alba, e nelle mie vene
trasmettevasi una corrente fiumeggiante con uno scorrere di felicità che
abbelliva le abbondanti risa che seguivano lentamente nel guardare quell'alberata
campagna, la muta vastità eterna, e in me, nell'amorosa memoria, ore dorate
riarsero con soavi pensieri e amorosi desideri, come sogni, ma fecondi.
Ora che da una lunga notte con
gorghi oscuri e luoghi tenebrosi mi sono destato, con l'affermare che questo è
un sogno con la luce del sole, quanto vorrei con te, in questo bel sogno quel
che già vedo, cosa saremo e faremo.
Si, sarà incantevole quando ti
parlerò in silenzio amoroso con un indescrivibile danza di farfalle che coronano
sempre il nostro bel sogno che vivremo, e contornati da quei piccoli sciami come
nuvolette ondeggianti qua e là tra i rami, quel miscuglio di colori
incandescenti dalle punteggiature scintillanti, da quelle piccole alate morbide
e carezzevoli mi sarà d'insegnamento gradevole per rendere lieve per te le mie
carezze più che come lo scorrere del miele, allor si che posso carezzare te
statua vivente e raggiante e poi, avendo acquisito attraverso questo sogno, col
tuo amore amato il mio senso svegliato, poter essere come uno scultore alla sua
opera compiuta.
Questa opera sei tu, mio bel
gioiello, e non di bigiotteria, che nessuna cosa, bella che sia, potrà essere
ammirata di più, e questo sei al mio esistere: un'insostituibile statua che
splende abbagliando con una luce di un azzurro come un cielo foltissimo di
stelle, e anche nel buio scaturisci quella luce quando su rive, nel profumo
della vita, per mano ci conduciamo; e mentre ti guardo ascoltando le tue belle
parole d'amore, mille affascinanti sembianze brillano nei tuoi occhi che
imperano sul tuo volto, simile ad un'isola inesplorata, piena di fiori
sconosciuti: questo fai, mio fiore bello, e splenderai con raggi che sfrecciano
dai tuoi occhi con bagliori incalcolabili che superano ogni sentimento e caldi
brividi di felicità, assaporando questa stabilità avveratasi, vivremo come stare
sulle nuvole ed essere contornati da angeli fanciulli già amorevoli che si
avvicinano e ci consolano arricchendo il nostro sogno inventato con la nostra
felicità, con atarassia, anche se è come sogno che può svanire, ma noi sappiamo
che è vero e visibile.
Si, ora ricchi di questa
consolazione, sapremo scegliere la via giusta e rispettare la destra con
stabilizzata guida e con fiducia di saper solcare il primo solco di un campo da
seminare con sponde solide ed uguali, per poter meglio il nostro prossimo
raccolto contemplare, e guardare nell'azzurro limpido le cose sagge che
celestialmente invitano alla vita. E le mie mani fremono in uno slancio
volenteroso di scagliare pietre nell'aria, con grida gioiose, come un ragazzo in
quest'aria profumata di primavera, quale tu hai fatto fiorire, e tutto della
vita, colorandola sempre più.
Ora come non vero emigrerà per
sempre l'inverno, con le cataste di cumuli di foglie avviluppate nelle brune
fredde valli, invece saremo colà in quegli ineguagliabili spazi illuminati ed il
profumo del bosco inonderà i miei sentimenti a far che io lieto ti eleggerò
SIRENA ALATA (Perfetta identità).
Tu, evocata da un soffio d'una
fata, ed io con uno sbalorditivo sospiro averne incarnato nell'anima, così la
tua sembianza.
Si tutto è fatale, anche il
nostro destino che favorirà il mio scelto angelo custode a raccogliere tutto il
sentimento che emano dalla mia voce, quando ti canto le mie canzoni e che si
assuma l'impegno di formare e dirigere con tante prime voci di angeli cantatori
un coro e viaggiando in Turnée per le vie dei cieli ricantando le melodie
raccolte dalla mia voce, quell'eco angelico dai cieli giungerà esultante a tutti
gli innamorati che con sortilegio oblioso applaudiranno, e noi languidi e
orgogliosi acclameremo come un'altra delle nostre chimere, che traduciamo per
noi in realtà:
E far sì che quelle forme, come
un vento udibile ma inesistente, che ugualmente ci consumavano, ora
scompariranno come nuvole di marzo, e noi come sole di luglio lumineremo allo
specchio con alle nostre spalle quei tramonti che vivemmo lungo quel fiume, ove
si andava ad aspettare il cielo che si illuminava di stelle e faceva brillare
quei tuoi occhi pieni di felicità. Sempre vere chimere, contro quegli specchi
sbiaditi che tacitamente s'ingolferanno come fuggevoli bagliori e fuochi
semispenti; perché noi avremmo sempre gli angeli educati dal destino a noi
parteggiatori, sensibilmente, nell'amore come una brezza celeste, contro quelle
compagini non gradite, e invocheranno quelle raggianti attese con diffusi
riflussi, e sapranno invocare per noi almeno per ora, con note alte con molti si
bemolle, un'aggiunta ai dieci Comandamenti una scritta con note della musica
dell'amore: cosa significa Amare, anche senza cogliere il frutto della pianta
del melo, mentre nel cuore svuotato da quei combusti anni, bruciati inutilmente,
ora gondoleranno solo dialoghi d'amore pulito. E come le nuvole
settembrine con le prime piogge piacevoli, così io con lacrime di felicità
innaffierò questo avvenimento voluto da qualche brava fata, e adesso pregherò i
miei amici angeli, ancora di intervenire presso quella fata, affinché con la sua
asticella magica prolunghi questo incantevole ed impareggiabile lungo sogno,
facendo sì che fatalmente io potrò bandire dal nostro amore la crudeltà, e con
fiducia di saperlo fare, essere il narratore di tempi obliati, gioendo di essere
il fortunato eletto, forse scelto dal fato poiché sò amare con sentimenti
limpidi e soavi, ed essendo giunto al compimento far conoscere ad altri
innamorati cosa significa e cosa è il saper amare ed essere AMATO.
Alberto Di Florio
Fonte :
per gentile concessione dell'Autore Alberto Di Florio; il testo è risultato vincitore per la narrativa al Concorso Internazionale "Natale Agropolese" tenutosi ad Agropoli (SA), edizione 1998, con targa d'argento.
L'Autore Alberto Di Florio è nato a Cava de' Tirreni (SA) il 10 febbraio 1929, maestro dell'Arte dei Giardini, innamorato della natura, poeta e tenore per passione.
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