PIERO CASENTINI
pittore di ispirazione francescana
Fratello Sole e Sorella Luna , di
Piero Casentini, 2002,
tecnica mista su tavola (part.)
Piero Casentini è nato a Roma nel 1963, qui si è formato artisticamente presso l’Accademia di Belle Arti. Poco più che ventenne, realizza mostre personali a Collefermo, a Palermo e a Valmontone e partecipa a collettive a Roma, Cannes e Nizza. Vince il premio Sibelius dell’Accadremia. Tra il 1990 e il 1991 partecipa alle rassegne europee di Nantes e Stoccolma. Già dal 1983 gli viene commissionata la prima “Ultima Cena” a Velletri. Qui comincia il suo ricco itinerario incentrato sulle tematiche agiografiche e bibliche con particolare interesse per i temi del Vangelo. Realizza così interessanti interventi in chiese ed edifici per le diocesi di Albano, Frosinone, Viterbo e Rieti.
Nel 1991 affresca un intero ciclo di
“Storie Francescane” per il convento di Valmontone dove realizza anche una
“Ultima Cena” (1997), la famosa “Via Crucis francescana” (1996), un ciclo
antoniano, le “Nozze di Cana”, “Gesù nel Tempio fra i Dottori” e la “Teoria di
angeli” sul presbiterio (2005). Pregevoli le “Ultime Cene ” dall’estetica
zeffirelliana, segnate da una inesauribile ricerca di soluzioni teologiche
innovative e coinvolgenti, come quella nel refettorio di Greccio (1993) e nel
Seminario di Albano.
Notevoli, inoltre, sono i cicli ad
affresco e a tecnica mista su tavola dedicati a San Francesco. Da ricordare in
proposito il “S. Francesco e la mensa dei poveri” di Greccio (1993), il “San
Francesco penitente” di Poggio Bustone (1998), le opere a S. Antonio al Monte
vicino Rieti (1994), le vetrate per la chiesa delle Clarisse ad Albano Laziale
(1999), il trittico col “Natale di Greccio” a Limiti di Greccio (2004),
l’imponente “Capitolo delle Stuoie” a S. Maria degli Angeli – Assisi (2000) e la
Personale sul “Cantico delle Creature” di Assisi (2002) che ha riscosso ampio
consenso di pubblico e di critica decretandone la fama.
Piero Casentini nel 2005,
accompagnato da p. Fabio Berti e da p. Giulio Nardecchia della Provincia Romana
dei Frati Minori, è stato ospite della Custodia di Terra Santa per studiare la
possibilità di realizzare opere a Gerusalemme e a Cafarnao, ed è stato
incaricato dalla Custodia di Terra Santa di realizzare un'Ultima Cena per il
refettorio conventuale di San Salvatore in Gerusalemme.
Recentemente (2007) la Conferenza
Episcopale Italiana gli ha commissionato alcune tavole ad illustrazione di passi
evangelici per il nuovo Lezionario. Vive e lavora a Valmontone (Roma).
Scene della vita di San Francesco ,
di Piero Casentini
Chi, affascinato dal candore
spirituale delle opere di Piero Casentini, tentasse di figurarsi la sua
personalità, avrebbe gioco facile. I soggetti agiografici e sacri proposti dalle
sue tavole, talora con vibranti grafismi trecenteschi, talaltre con equilibrate
materializzazioni che sottraggono alla luce l’evento, mostrano, senza velarla,
la spiritualità schietta e genuinamente francescana dell’autore.
Ad essa rimanda la sobrietà cromatica di ogni composizione dosata a contrasto tra il microcosmo materico dalle tonalità fredde e l’universo soprannaturale dai caldi fasci di luce che rimarcano e pervadono, fino a compenetrarlo, il mistero rappresentato.
Nelle tematiche sanfrancescane ed evangeliche, Casentini non rifugge la matericità. Essa viene assutta, seppure ridotta all’essenza, come indispensabile luogo salvifico. Essa è l’attimo del tempo redento. Essa è il presupposto dell’evento soprannaturale colto dall’Autore con meravigliata contemplazione nel frangente del suo palesarsi. Intersecazione del divino con l’umano, irradiazione dell’eterno nel finito, tale è, in sintesi, il movimento teofanico impresso nella produzione del Maestro.
Nella medesima percezione estatica, sorprende l’armonia semplice e formale dei corpi e la bellezza espressiva dei volti che lumeggiano, dalle pieghe del chiaroscuro, quell’esperienza divina in divenire che interpella, coinvolgendolo, l’osservatore.
Piero Casentini non ama raccontarsi o far parlare di sé. Volentieri cede la parola ai suoi quadri, al linguaggio intimo e spirituale dei loro soggetti.
Ad essa rimanda la sobrietà cromatica di ogni composizione dosata a contrasto tra il microcosmo materico dalle tonalità fredde e l’universo soprannaturale dai caldi fasci di luce che rimarcano e pervadono, fino a compenetrarlo, il mistero rappresentato.
Nelle tematiche sanfrancescane ed evangeliche, Casentini non rifugge la matericità. Essa viene assutta, seppure ridotta all’essenza, come indispensabile luogo salvifico. Essa è l’attimo del tempo redento. Essa è il presupposto dell’evento soprannaturale colto dall’Autore con meravigliata contemplazione nel frangente del suo palesarsi. Intersecazione del divino con l’umano, irradiazione dell’eterno nel finito, tale è, in sintesi, il movimento teofanico impresso nella produzione del Maestro.
Nella medesima percezione estatica, sorprende l’armonia semplice e formale dei corpi e la bellezza espressiva dei volti che lumeggiano, dalle pieghe del chiaroscuro, quell’esperienza divina in divenire che interpella, coinvolgendolo, l’osservatore.
Piero Casentini non ama raccontarsi o far parlare di sé. Volentieri cede la parola ai suoi quadri, al linguaggio intimo e spirituale dei loro soggetti.
Piero Casentini, Nella casa di
Pietro (dettaglio), convento francescano di Cafarnao, Israele.
Fonte : sito dell'artista Piero Casentini www.forzavenitegente.it/pierocasentiniFVG.htm
I testi sono a cura della Custodia di Terra Santa http://198.62.75.1/www1/ofm/news/2005/0517/Benedezione_It.html e la citazione è tratta dall'articolo di Carlo Giorgi " I Colori del Vangelo " sul sito TerraSanta.net http://www.terrasanta.net/terrasanta/eco_det.jsp?wi_number=1452&wi_codseq=EC0901
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