lunedì 15 luglio 2019

CHRISTIAN FICTION : UN ORIZZONTE NUOVO PER LA LETTERATURA ? di Elisabetta Modena




CHRISTIAN FICTION : UN ORIZZONTE NUOVO PER LA LETTERATURA ?
di Elisabetta Modena
 
 
Parlare di christian fiction in Italia è quanto meno prematuro. Ci sono degli esempi, sì, e anche recenti (i libri di Rino Cammilleri tanto per citare un nome conosciuto), ma il campo rimane pressoché vasto ed inesplorato.
Il mercato editoriale contemporaneo scommette su altri cavalli di razza, salvo vedere quanto effettivamente si dimostreranno vincenti nel prossimo futuro.
Non per questo noi cattolici ci abbattiamo; anzi, ci rimbocchiamo le maniche e proponiamo – con i nostri mezzi – la christian fiction, forti della bellezza e dell’autenticità di questi romanzi.
Intanto bisogna capirsi sulla terminologia: per christian fiction s’intende il romanzo cristiano. Meglio: un romanzo che nasca da un immaginario cristiano, in cui trama e contenuto non sono difformi dall’insegnamento di duemila anni di storia del cristianesimo.
Perché scrivere cristiano?
È utile al giorno d’oggi?
C’è gente disposta a leggere libri simili o prevarrebbe nell’opinione pubblica l’etichetta ed il sospetto?
Io (e noi del biblog) crediamo che gli italiani (almeno una parte di loro) stiano aspettando libri simili, e che non finora non li stanno leggendo solo perché non sono facilmente reperibili (un discorso a parte sarebbe da fare sulle trame dei romanzi di christian fiction, secondo me occorrerebbe sdoganarle dalla classica impostazione, di chestertoniana memoria, del prete-poliziotto che indaga su di un misfatto. Purtroppo Cammilleri, O’Brien, ecc. non si distaccano da questo modello).
Come ho scritto nell’introduzione al mio libro, “La punta di diamante”: “Il genere, si può dire, l’abbiamo inventato noi: da Dante, a Manzoni, a Bacchelli, agli scrittori cristiani del Novecento (anche a livello europeo), gli elementi in gioco sono sempre due: la creazione letteraria e l’ispirazione cristiana. Riproporre il romanzo cristiano è quanto mai attuale. Non solo per rispetto di un pubblico che ha desiderio di immergersi in questo tipo di letture, ma anche per rispetto verso le nostre radici cristiane che affondano in duemila anni di storia”.
A mio avviso il libro è ancora il veicolo più potente per la trasmissione delle idee, sia sul breve che sul lungo periodo. Addirittura nei secoli. Dio stesso si è affidato alla parola scritta. Per questo la narrativa cristiana, che oggi è in ombra, è uno strumento culturale chiave per la nuova evangelizzazione. Narrativa significa testimonianza, trasmissione di valori. L’impatto che la pagina letteraria offre al lettore è potente, stimolante, evocativo. Come nei primi secoli di diffusione del cristianesimo si sono avute forme alternative di testi a quelle tradizionali (in fondo i vangeli altro non sono che racconti; le lettere apostoliche sono testimonianze, le prime apologie e gli scritti dei primi secoli sono un tentativo di inventarsi un nuovo modo di comunicare più diretto, semplice, immediato rispetto ai saggi filosofici con cui si trasmetteva la cultura filosofica dell’epoca), allo stesso modo oggi è urgente scrivere un pò meno saggi e tornare a concepire storie cristiane.
Questo è il punto: il cristianesimo prima di tutto è un fatto, una storia, un annuncio. Non è cultura. E l’annuncio si fa raccontando. Cioè facendo letteratura.
Bisogna diffondere nel popolo dei cristiani e più in generale nella gente l’idea che si può e si deve tornare a “leggere cristiano”.
Oggi il normale lettore nemmeno è sfiorato dall’idea che si possano leggere storie pulite, autentiche, ispirate ai valori della tradizione cristiana (la sacralità della vita, la responsabilità sociale, la fedeltà coniugale, la fede, l’amicizia, la patria…). Ora leggiamo storie in cui la violenza la fa da padrona, il sesso, l’adulterio, e così via. Ma se si è arrivati a questo, anche noi cristiani siamo complici di un simile abbandono della nostra cultura di riferimento. 
Citerei Guareschi come ultimo rappresentante di quella tradizione. Dopo i suoi libri  sono venuti altri romanzi cristiani (ultra-famosi negli anni ottanta Il cavallo rosso e Il quinto evangelo), ma non è stato più lo stesso successo. Forse perché questi romanzi, il cui contenuto intellettuale è notevole, non sono riusciti a dialogare in profondità con il lettore contemporaneo (Il cavallo rosso ha all’attivo tantissime traduzioni in altre lingue e continue ristampe, ma di fatto se si domanda ad un normale lettore se conosce questo libro, la risposta è no; mentre se gli si chiede se conosce don Camillo e Peppone la risposta è sì. Sicuramente hanno contribuito i film, ma i film sono venuti su un terreno sufficientemente irrigato).
Infatti noi ci proponiamo di scrivere in modo da essere compresi. Non vogliamo scrivere storie autoreferenziali, trabordanti di cultura, di psicologismo, di intimismo, di intellettualismo, ecc. Vogliamo riprendere in mano gli strumenti dello scrittore e ricominciare da capo: fantasia, immaginazione, trama, personaggi, ambientazione. Semplicità e chiarezza unite alla profondità della tecnica narrativa. Autenticità e non mero realismo fine a se stesso (come i vari autori di best-seller che per descrivere le cose minuziosamente poi sviluppano dei personaggi che sono dei manichini).
Speriamo di riuscirci.
Ai lettori l’ardua sentenza.
 
Elisabetta Modena
 
 



Fonte : 
Note biografiche sull'Autrice Elisabetta Modena : www.artcurel.it/ARTCUREL/ARTE/LETTERATURA/ElisabettaModenaBio.htm .
Per leggere alcuni scritti di Elisabetta Modena si può consultare la sua Rubrica su ARTCUREL : "Leggere la Nuova Narrativa Cristiana", oppure i Blog : www.elisabettam.splinder.com ; http://biblogit.splinder.com  ;  www.lulu.com/groups/italianiscrittoricristiani  .  E-mail:  francescotex@interfree.it .  










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