mercoledì 17 luglio 2019

SIMONE LAMMARDO : pittura di "sospensione" ed eticantropia



SIMONE LAMMARDO
 pittura di "sospensione" ed eticantropia


 

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40x50 cm , acrilico su tela
 
 Simone Lammardo e' nato a Genova. Ha conseguito il titolo di Maestro d'Arte presso l'Istituto Statale d'Arte "Walter Gropius" di Imperia nel 2000, ottenendo alcuni primi riconoscimenti artistici d'impronta storico-sociale. Ha realizzato la seguente attività espositiva:
Mostra personale privata, Loano, 2001.
Mostra comunale, Giustenice, 2001.
Mostra collettiva Galleria d'Arte 2000, Milano, 2001.
Mostra collettiva "Arte Contemporanea", Galleria d'Arte Ghisolfi, Loano, 2002.
Mostra collettiva comunale, Palazzo Doria, Loano, 2002.
Esposizione Rassegna d'Arte Contemporanea "Magica", Castello Estense, Ferrara, 2002.
Mostra collettiva Galleria d'Arte 2000, Milano 2002.
Mostra personale Sala Olimpia di Artecultura, Milano Brera, gennaio-febbraio 2003.
Mostra personale "OniricaMente" presso la Biblioteca civica internazionale di Bordighera (Im), giugno-luglio 2003.
Opere in permanenza sino ad aprile 2004 a La Spina Art Gallery, Pisa.
Mostra presso il centro commerciale 'Morbella', Latina, 2003 con allestimento di Alessia D'Epiro.
Mostra collettiva XVIII Rassegna d'Arte Contemporanea di Borghetto S. Spirito, 2003.
Ha ottenuto inoltre i seguenti riconoscimenti: Premio speciale XIV Concorso nazionale di pittura Biennale di Osio, Bergamo.
Presente al Il Gran Premio internazionale dell'Arte, Galleria Il Collezionista, Roma, con esposizioni nel corso 2003 a Roma, Barcellona, Bruxelles, Firenze.
Collabora con Art Manager (Latina), discoteca Dalì (Bardineto), Viaducatiarte (Bologna), gallerista Anna Oberti (Bergamo).
Nel mese di marzo 2003 ha realizzato la copertina per la rivista mensile "Artecultura".
Mostra presso "Artcafé" di Alassio, gennaio-febbraio 2004.
Mostra collettiva Galleria d'Arte 2000, via Statuto, Milano, 15 aprile - 29 aprile 2004.
Opere in permanenza presso lo Studio Valter Boj, Albissola, 2004.
Collettiva "BruttaBestia", Galleria Studio Logos, Roma, dal 26 Maggio 2004.
Medaglia d'oro XV Concorso nazionale di pittura Biennale di Osio, Bergamo, 2004.
Opere in permanenza alla "Neoart Gallery", Roma, 2004.
Opere in permanenza alla Galleria "La Telaccia", Torino, 2004.
Presente come collaboratore nel catalogo della mostra "Gli artisti e la ceramica oggi: tra tradizione e sperimentazione" di Boj, Cascella, Ceccobelli, Esposito, Galleria "Excalibur", Solcio di Lesa, 2004-2005.
Finalista concorso "casTiNg", Venezia, 2005.
Mostra personale privata "Forma e contenuto", Via Stella, Loano, 2005.
Collabora con World Wide Artists Gallery, Roma, 2005.
Presente nel catalogo Biennale di Genova 2005, Associazione "Satura".
Collabora con Memoli Arte Contemporanea, Busto Arsizio (Va); Artesnova, San Marcellino (Caserta); Greco Arte, (Bari).
Selezionato al concorso "Diamo voce all'Africa", Roma, 2005.
Presente alla XX Rassegna d'Arte Contemporanea, Comune di Borghetto S. Spirito, 2005.
Mostra "Immagini: realtà interpretazione" con il fotografo Achille Blini, Loano, 2005.
"Dreams in Italian painting", Memoli Arte Contemporanea, Busto Arsizio (Va), 2005.
"L'Arte incontra Fiat Punto", Alassio, Collezione Grande Punto, 2005.
Mostra "Eticantropia" , Eventi Legrenzi , Osteria Legrenzi, Corte Legrenzi, 32  Mestre-Venezia, 2006.

 


Catarsi
50x70 acrilico su tela


UNA PITTURA DI SOSPENSIONE
di Simone Lammardo

La pittura di sospensione – intendendo con " sospensione" una connotazione che ricorda il metropolismo – è una pittura essenzialmente simbolica, tesa a riprodurre lo smarrimento delle coordinate spazio-temporali. La rappresentazione eroica e mitica delle figure umane accenna alla gloria d’un tempo, ad un paradiso perduto o ad un’età dell’oro che si vorrebbero ancora presenti. L’irriducibilità dello spazio e del tempo a categorie fisse, tradotta nelle architetture metalliche, nei monoliti e nei parallelepipedi, esprime la volontà di rinascere e ricreare. La tradizione non è rifiutata né rivisitata, è piuttosto decostruita e resa strumento per l’edificazione di nuovi valori. Il risultato che ne emerge è un senso di spaesamento, di perdita dell’abituale orizzonte culturale, quasi fosse un’impressione di musica atonale. Il colore rimane materia e come tale riflette la luce, assolvendo così al suo compito primario: come scheletro il disegno, come carne il colore. La radice surrealista e l’influenza dell’astrattismo sono evidenti nelle caratteristiche visionarie della pittura di sospensione. L’idea è sempre quella di dar corpo ad un universo parallelo; in questo caso, gli sfondi ed i paesaggi spesso metafisici danno risalto al realismo dei personaggi, frutto di combinazione di parti riconoscibili eppure privi di naturalismo anatomico. Si tratta di una realtà pittorica distorta, grottesca, a volte astratta, che risente degli stimoli delle avanguardie, pur rifiutandone recisamente la paternità. I paesaggi lunari segnalano una ricollocazione dell’uomo, una restituzione dell’uomo alla libertà primigenia, quella dell’immaginazione, senza dimenticare i legami con l’esperienza storica e particolari compagini sociali. Il linguaggio della pittura di sospensione nasce dall’esigenza d’imprimere un carattere al movimento per quanto possibile svincolato dai mezzi meccanici o dagli agenti naturali. E’ la pretesa del motore immoto: creare un movimento mentale, psichico in colui che osserva. E’ anche il tentativo di escludere al massimo la mano dell’artista, in modo tale da instaurare un rapporto esclusivo fra l’opera e lo spettatore. Quanto più è alta la forza cinetica che la tela riesce a liberare, tanto più l’opera si fa semplice specchio delle emozioni di chi la guarda. Si dimentica per un attimo la tecnica, l’artificio, e ci si concentra sull’immagine. La ricerca di tensione comunicativa è costante. Non c’è opera pittorica in cui non si possa riconoscere una violenza del supporto. L’arte visiva è spazio violentato: dalle linee, dalle prospettive, dalle tonalità, dai volumi. L’immaginario onirico non è più un rifugio protetto, sicuro, ma – aperto alla dimensione pubblica, la dimensione della condivisione – diventa il teatro di violenti conflitti emotivi. Le immagini subconscie, trasferite sulla tela in chiave concettuale, vogliono guadagnare un sempre nuovo equilibrio. Questo significa riconsegnare all’arte il suo valore esorcistico e rituale. Come per Mario Schifano prima e Mirco Pagliacci oggi, il problema della comunicazione è centrale; in particolare è chiara la riflessione sui media contemporanei e sul tubo catodico. Il televisore è oggetto fisico e feticcio, ma spento, esautorato: è una natura morta. L’arte sopravvive cambiando, sperimentando, adattandosi all’oggi, ma non perde mai la sua funzione comunicativa; possono cambiare anche radicalmente i rapporti che legano l’artista ai suoi strumenti, ma non cambia la volontà di “dire qualcosa”. E comunicare può anche significare sospensione del giudizio, abbandono momentaneo delle certezze. Alcune tele bianche sono state arte, le altre sono rimaste tele bianche: l’opera pittorica è squisitamente presente. Con Goya l’arte diventa poesia, proiezione di visioni istintive; la pittura di sospensione, nella sua vocazione visionaria e multiforme, è glorificazione per immagini.

 






Fonte  : Sito ufficiale dell'artista Simone Lammardo  www.lammardo.it  















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