DIARIO SPIRITUALE


La trascrizione di un importante testo di Anonimo , pubblicato a Napoli nel 1843 , un testo rilevante per la crescita cristiana e salvezza spirituale di ognuno di noi . Un libro che al pari del più famoso " L'imitazione di Cristo " spiega in maniera chiara e semplice  come aprirsi alla realtà e attualità del Vangelo . Se ne consiglia la lettura per il profondo insegnamento del significato di una vita vissuta secondo l'esempio di Gesù Cristo .


DIARIO SPIRITUALE
di Anonimo napoletano
che comprende una scelta di detti e di fatti di santi, o di altre persone di singolare virtù adattati ad incitare le anime all'acquisto della perfezione , e i loro confessori a condurveli
EDIZIONE DUODECIMA
corretta , accresciuta, e ridotta a miglior ordine
coll'aggiunta

DI UNA UTILISSIMA APPENDICE
colla pratica della umiltà , e della carità
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Tipografia Paci, Napoli, 1843.









INDICE  delle materie contenute  nel  DIARIO SPIRITUALE
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AL DIVOTO LETTORE
  • Gennaio : PERFEZIONE 
  • Febbraio : UMILTA' 
  • Marzo : MORTIFICAZIONE
  • Aprile : PAZIENZA   
  • Maggio : DOLCEZZA  
  • Giugno : UBBIDIENZA
  • Luglio : SEMPLICITA'
  • Agosto : DILIGENZA 
  • Settembre : ORAZIONE    
  • Ottobre : CONFIDENZA  
  • Novembre : CARITA'     
  • Dicembre : UNIONE  
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  • INDICE  delle materie contenute  nell'APPENDICE 
  • (premere il link per leggere l'Appendice)

  • CAPITOLO  I : PRATICA DELL'UMILTA'
  • I - Pratica dell'Umiltà ne' pensieri
  • II - Pratica dell'Umiltà nelle parole
  • III - Pratica dell'Umiltà nelle opere
  • CAPITOLO  II : PRATICA DELLA CARITA' FRATERNA
  • I - Pratica della Carità fraterna nei pensieri
  • II - Pratica della Carità fraterna nelle parole
  • III - Pratica della Carità fraterna nelle opere
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  • CONFIDENZA NELLE TENTAZIONI ED ARIDITA' DI SPIRITO
  • I - Confidenza nelle Tentazioni
  • II - Confidenza nelle Aridità , e Desolazioni
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  • PROTESTA PER LA BUONA MORTE








AL DIVOTO LETTORE


Vi presento, o divoto Lettore ,  nuovamente il Diario Spirituale , che anni or sono uscì alla luce . Egli è il medesimo di prima , vale a dire , una raccolta di detti e fatti di Santi canonizzati , di persone addottrinate nella vita spirituale , e di altri soggetti di accreditata pietà , sulle virtù a noi più particolarmente inculcate dal Santo Vangelo , e scorgerete solamente in questa edizione una notabile variazione nelle massime e ne' Racconti , derivata dall'essersi ridotte le materie a miglior ordine, e dall'aver cambiati alcuni detti , e sottratti non pochi esempi di minor conto per sostituirne molti altri di maggior riguardo , e più adattati al sentimento corrispondente . In oltre siccome la sperienza fa conoscere , che le persone anche più timorate di Dio vengono sovente maggiormente bersagliate dalle tentazioni , ed angustiate dalle aridità di spirito , colle quali il Signore suole talora provare la finezza delle loro virtù ; si è giudicato spediente di formare per loro consolazione e conforto un succinto Trattato su tal proposito , che troverete in una particolare Appendice separata dal Diario unitamente colla Pratica dell'Umiltà , e della Carità , e quelle due egregie virtù , che per la loro eccellenza meritano d'esser trattate distintamente .
Potreste forse rimaner ammirato dal veder troppo spesso citata l'autorità e l'esempio di S. Francesco di Sales , di S. Vincenzo de Paoli , di S. Teresa , di S. Maria Maddalena de' Pazzi , e di alcuni altri ; ma sappiate esser ciò avvenuto , sì perchè l'Autore ha sempre mai professata verso dei mentovati Santi una special devozione , sì , e molto più , perchè egli ha considerati come i maestri di quella vera e soda pietà , e divozione , che ne' tempi nostri può , e dee seguirsi da ogni genere di persone ; ed ha insieme riflettuto , che la via da essi additata nel cammino della Perfezione è talmente agevole , piana , e dolce , che niuno può ragionevolmente esimersi dal seguire i loro santissimi dettami .
Molto meno vi dovrete meravigliare di non vedere minutamente i luoghi precisi , donde sono state ricavate le cose comprese in questo libro . Una tale diligenza non si giudicherà necessaria da chi consideri , che le dottrine qui rapportate sono indipendentemente dai loro Autori in se stesse di sommo pregio , riguardo a' fatti , che essendo essi in gran numero , e strettamente epilogati , e riferiti uno dopo l'altro , una soverchia prolissa citazione avrebbe piuttosto generata confusione , che divozione . Nulladimeno assicuratevi , che il tutto si è tratto fedelmente dalle Opere e dalle Vite degli Scrittori nominati , col solo cambiamento dell'espressioni necessarie per accomodare la varietà dello scrivere di tanti Autori ad uno stile semplice , familiare , e sempre uguale .
Resta solo , mio caro Lettore , che vi avverta , che per approfittarvi della presente Raccolta non basta il leggerla . Questo sarebbe il meno . Convien leggerla con posatezza , con riflessione , con ponderazione , e soprattutto con desiderio di ridurre in pratica quanto in esse ravviserete giovevole all'anima vostra . Perchè ciò più agevolmente vi riesca , si è avuta l'attenzione di dividerla in diverse materie , e tante , quanti sono i mesi dell'anno , assegnando una materia per ciascun mese , e sotto di quella i Detti e i Fatti , che le appartengono. Perchè adunque la vostra lezione non sia varia , nè fatta , come suol dirsi a salti , ma stabile ed ordinata , prefiggetevi di leggere materia per materia , e paragrafo per paragrafo . E sebben niun v'impedisca di leggere ove e quanto vi piace , nondimeno sarà bene non omettere mai quel punto , che appartiensi al giorno determinato . Così facendo otterrete il fine piamente preteso da chi a sua e vostra istruzione ha compilato questo libro .  Vivete felice e pregate per lui .




* Cari fratelli e sorelle, consiglio di cuore di continuare la lettura del Diario Spirituale nei suoi vari capitoli, vi assicuro che sarà una esperienza ed un arricchimento spirituale indimenticabile, che vi aiuterà a comprendere meglio il vero significato di una vita vissuta in Cristo Nostro Signore e Salvatore. Fraternamente Carlo Sarno (Redazione ARTCUREL)











GENNAIO
PERFEZIONE
Estote perfecti , sicut et Pater voster caelestis perfectus est . Matteo 5.48.

1. " Fate conto , che tutto il passato sia nullo e dite con David : Adesso comincio ad amare il mio Dio ."   S. Francesco di Sales.

Così appunto facea l'Apostolo S. Paolo . Quantunque dopo la sua conversione fosse egli divenuto un vaso d'elezione , ripieno dello spirito di Gesù Cristo ; con tuttocciò per mantenersi ed avanzarsi nella via del Cielo , si valea di questo mezzo ; poiché scrivendo ai Filippesi : Fratelli miei , disse loro , io non mi penso d'esser arrivato alla perfezione , ma ho tutto l'impegno per arrivarci : ed a tal effetto mi scordo di quanto ho fatto per l'addietro , e mi metto avanti gli occhi quel che mi manca , facendomi animo , e procurando di conseguirlo .   Così pure si andava di giorno in giorno stimolando alla virtù il glorioso S. Antonio . Scrive di lui S. Attanasio , che si tenea sempre per principiante , come se ogni giorno fosse il primo , in cui cominciasse a servir Dio , e come se per l'addietro non avesse fatto niente di bene , ed allora ponesse il piede nella via del Signore , e facesse il primo passo verso il Cielo . E questo appunto fu l'ultimo ricordo , ch'egli diede ai suoi Monaci mentre stava per morire . Figli miei , disse loro , se volete far profitto nella virtù e nella perfezione , abbiate sempre questa cosa innanzi agli occhi , di far ogni giorno conto , che allora cominciate , di portarvi sempre come il primo giorno , che cominciaste .   Così ancora si trova aver fatto e consigliato ad altri fare S. Gregorio , S. Bernardo , S. Carlo . Questi per rendere a tutti più chiara la necessità e l'utilità di questo mezzo , si servivano di due belle similitudini , dicendo che si dee far in questo come fanno i viandanti , che non guardano quanto han camminato , ma quel che lor resta da camminare , e questo tengono sempre innanzi agli occhi finattanto che abbiano finita la giornata : come i negozianti di questo Mondo , che invogliati delle ricchezze non fanno conto di quel che hanno acquistato sino a quell'ora , né delle fatiche , che vi han sofferte ; ma mettono tutta la opra e sollecitudine loro in far nuovi acquisti , ed in moltiplicarli ogni giorno più , come se per l'addietro non avessero fatto , né guadagnato niente .



2. " Bisogna cominciare con una forte e costante risoluzione di darsi tutto a Dio , protestandogli con una maniera tenera ed amorosa , che venga dal fondo del cuore , che per l'avvenire vogliamo esser suoi senza alcuna riserva ; e poi andare spesso rinnovando questa stessa risoluzione . " S. Francesco di Sales .

Questo appunto era uno dei mezzi molto inculcato da S. Filippo Neri , per l'acquisto della Perfezione , e molto da esso praticato , di rinnovare spesso i buoni propositi .  S. Francesco di Sales facea di tanto in tanto la rinnovazione di spirito , ed in quella concepiva sempre nuovi desideri di servir meglio a Dio .  Il Ven. Gio. Beremans fin dal principio che entrò in Religione , si piantò in cuore un vero proposito di volersi fare Santo ; e poi non solo si mantenne sempre costante in tutte le pratiche e risoluzioni , che a questo fine intraprendeva ; ma ogni dì prendeva nuovo vigore per lo suo profitto spirituale .  Dando gli esercizi in Torre di Specchi in Roma un Santo Religioso , una Monaca detta Suor Maria Bonaventura , che viveva molto rilassata , non ci voleva intervenire ; pure con molti prieghi vi s'indusse . Ed alla prima meditazione del fine dell'uomo restò talmente accesa , che appena il Padre ebbe finito , lo chiamò a se , e gli disse : Pater , volo fieri sancta , et cito : e ritiratosi in stanza , si scrisse queste stesse parole in una cartuccia , che attaccò ai piedi del suo Crocifisso . E da quel punto si diede con tanto fervore all'esercizio della Perfezione , che morendo undici mesi dopo , se ne scrisse la Vita .



3. " Il Signore desidera sommamente da noi , che siamo totalmente Perfetti , per essere una medesima cosa con lui. Miriamo  quel che ci manca per arrivare a questo. " S. Teresa .

Il P. Pietro Fabro , compagno di S. Ignazio , tanto stimato da S. Francesco di Sales , pensando a questo , che Iddio brama molto il nostro profitto , si studiava di andar sempre crescendo , e di non lasciar passare giorno senza far qualche progresso nella virtù . Con che crebbe in gran Perfezione , ed in grande opinione di santità .  S. Pacomio , e S. Antonio con mirare le virtù degli altri , stimolava se stessi a procurarne l'avanzamento in sé .  La Ven. Suor Maria Villani nel giorno della festa di S. Francesco , di cui ella era molto divota , ebbe questa visione . Le apparse il Santo , e la condusse in un luogo eminente , il più bello che avesse mai veduto . Per entrarvi dentro , bisognava salire per quattro mura altissime , che , come il Santo le dichiarò , significavano i quattro stati della Perfezione . La fece salire sul primo muro , provandoci essa gran difficoltà , e le disse esser quello il primo stato di perfezione , chiamato di purità di coscienza , la quale confina colla purità angelica , ove l'Anima diventa come una fanciulla di tre o di quattro anni , e vi gode una monda e santa serenità , e non giudica mai male de' fatti altrui , né si cura d'intendere cosa alcuna di quelle , che non appartengono al proprio stato , parendole ogni altra cosa fuor di proposito . Indi la fece salire il secondo muro , dicendole che chi è arrivato allo stato di purità di coscienza , si rende capace dell'orazione e del vero amore : frutto indivisibile dell'orazione . E qui le scoprì le proprietà del vero amatore , che sono , esser puro , semplice spropriato , e fondato nella verità del solo Dio , il quale non si può comunicare se non alle Anime , che hanno la suddetta purità. Poi la fece salire il terzo muro , che è quello della croce e mortificazione , dicendole , che dalla purità ed amore passa l'Anima a prender coraggiosamente la croce su le proprie spalle , e ad esser crocifissa ; e che per arrivare a questo stato , dee far acquisto di quattro principali virtù : che sono una vera mortificazione di tutt'i vizi , e d'ogni affetto terreno : una perfetta povertà di spirito , con cui si pone sotto i piedi tutti i beni temporali : una morte vitale , con cui morendo a se stessa ed a tutti gli affetti del senso , vive in una totale annichilazione : e trasformata nel Crocifisso , sicchè possa dire : Vivo ego , jam non ego , vivit vero in me Christus . Giunta l'anima a questo stato , le sembra di signoreggiare il Mondo , e sopporta i patimenti e le croci di tal maniera , che le pare di non esser più capace di patire . Il quarto muro poi , le disse , è lo stato della reale e perfetta unione .



4. " Io non sento parlare che di Perfezione , ma da pochi la leggo praticare . Ognuno se la figura a modo suo . Altri la ripongono nella semplicità del vestire , altri nell'austerità , altri nelle limosine , altri nella frequenza de' Sagramenti ; chi nell'orazione , chi nella contemplazione passiva , e chi in quelle grazie gratis date , dette gratuite : ma con un continuo inganno , prendendo gli effetti per la causa , ed i mezzi per lo fine . Io per me non conosco altra Perfezione , che è quella di amar Dio di tutto cuore , ed il prossimo come me stesso . Chi si figura altra specie di Perfezione , s'inganna : poiché tutto il cumulo delle altre virtù senza questo amore non è più che una massa di pietre . E se non godiamo subito e perfettamente questo tesoro del santo amore , il difetto viene da noi ; perocché siamo troppo scarsi e lenti con Dio , e non finiamo di darci interamente a lui , come fecero i santi . " S. Francesco di Sales

Chi non vede da questo , che la Perfezione del medesimo Santo non potè non esser della vera , e molto sublime , mentre fu sì grande e sì puro il suo amore e verso Dio , e verso il prossimo ? L'istesso pure si può dire di S. Vincenzo de Paoli , e di molti altri .  Ammirabile veramente fu in queste due cose S. M. Maddalena de' Pazzi . Essa come si vedrà in appresso , tanto crebbe nell'amor di Dio , che non potendo resistere agli eccessivi ardori di quel fuoco divino , era tal volta costretta a refrigerarsi il petto con panni lini inzuppati nell'acqua fredda , e tanto inoltrossi nell'amor dei suoi prossimi , che bramava proccurare più il bene loro che il proprio .



5. " Tutta la perfezione sta fondata in due soli principi , coll'uso de' quali se si attende alle azioni quotidiane della sua vocazione , sicuramente si arriva al colmo e compimento di essa . Il primo è una stima bassissima di tutto il creato , ma soprattutto di sé stesso . Della quale stima ha da derivare in pratica uno spogliarci e rinunciare a noi medesimi ed a tutte le cose create , e nell'affetto con risoluta volontà e nell'opera , quando , e come conviene , e particolarmente con restarcene contenti e con somma allegrezza , quando il Signore ci spoglia di esso e di qualsiasi altra cosa . Il secondo principio è una stima altissima di Dio , che facilmente si acquista considerando col lume della Fede , come egli è onnipotente , sommo bene , nostro fine , e quegli che tanto ci ha amato , e ci è sempre presente , e ci governa in tutto e quanto alla natura , e quanto alla grazia , ed in particolare ci chiama , e c'incammina con singolar vocazione ad un'alta perfezione . Da questa stima poi ne ha da nascere una prontezza , e gran sommessione della volontà e di tutto l'uomo alla volontà divina , per adorarla , e per eseguire tutto ciò , ch'egli vuole da noi a maggior gloria sua , senza alcun nostro interesse quanto si voglia anche santo ; ed insieme una piena conformità col divino volere , la qual sia la misura pratica di tutti i nostri segni , affetti , ed operazioni . In questa maniera arriva l'Anima all'unione , non già mistica , per via di ratti , d'elevazioni di mente e di affetti veementi , ma soda , reale , e comune per via di volontà sommamente conforme al divino volere per amor perfetto , che fa sperar senza lumi tutto in Dio , e per Dio . E di questi tutti ne son capaci , e tutti con chiarezza , ma non senza croci vi possono infallibilmente arrivare . " Il P. Achille Gagliardi .

Questo fu sempre lo studio principale di S. Vincenzo de Paoli , di ben fondarsi e perfezionarsi in questi due principi . Imperocché credendosi egli per la sua profonda umiltà affatto incapace di cose grandi , non pensò ad altro , che a voler compir fedelmente le obbligazioni che ha con Dio un vero e perfetto Cristiano . E perché illuminato da luce superna conobbe , che tutta la cristiana Perfezione dipende dal buon uso di questi due principi , questi cercò sopra ogni altra cosa di ben penetrare e stabilire nell'Anima sua ; sicché gli servissero di retta regola e guida sicura per ogni sua azione . E ben gli riuscì l'intento . Perocché Iddio ch'esalta gli umili , non si contentò di condurlo per questo mezzo a quella Perfezione cristiana , ch'egli s'avea prefissa ; ma volle di più inalzarlo ad una santità quanto soda , altrettanto eminente , e si può dir singolare : poiché pochi certamente trovansi tra quei , che senza l'aiuto di lumi straordinari della grazia , giungano ad una sì eccelsa santità , qual fu quella di questo umil servo di Dio .



6. " La Perfezione consiste in una sola cosa , che è di fare la volontà di Dio . Poiché se al dire di nostro Signore , per esser perfetto , basta negare se stesso , portar la sua croce , e seguir lui ; chi nega meglio se stesso , e porta meglio la propria croce , e segue più Cristo di colui , che si studia di non fare mai la propria volontà , ma sempre quella di Dio ? Or vedete quanto poco ci vuole a farsi santo ! Non altro che abituarsi a volere in ogni occasione ciò che vuole Iddio . " S. Vincenzo de Paoli .

In questo più che in ogni altra cosa mostrò il medesimo Santo la purità e sodezza della sua virtù , in istudiarsi di sempre seguitare e adempire la volontà del Signore . Era questo il gran principio , su cui fondava tutte le sue risoluzioni , e con cui fedelmente e costantemente eseguiva quanto avea risoluto ; mettendosi sotto i piedi ogni proprio interesse  , e preferendo sempre la divina volontà , e la gloria , e servizio di Dio a qualunque altra cosa , senza eccettuarne veruna .  Di Davide disse il Signore , ch'era un uomo secondo il cuor suo : ed ecco ove si fondava tutta questa gran santità ; perché , disse , farà la mia volontà .   S. M. Maddalena de' Pazzi era a questo tanto attaccata , che disse più volte , che mai non si sarebbe posta a far cosa alcuna quantunque minima , come sarebbe l'andare da una stanza all'altra , se avesse pensato non esser conforme al divino volere ; né avrebbe mai lasciato di fare cosa alcuna , che avesse creduto esser a quello conforme : e che , se avendo cominciato a fare qualche azione , nell'atto di farla le fosse venuto in pensiero , esser quella contro la volontà del Signore , in quel medesimo istante l'avrebbe subito lasciata , ancorché il non proseguirla le dovesse costar la vita .   Racconta il Taulero di un certo uomo santo e dotto , che mentre stava in punto di morte , pregato dagli amici di lasciar loro qualche buon documento , disse così : il sommario e il breviario d'ogni dottrina è di prendere dalla mano di Dio tutte le cose , che avvengono , e non voler altre ; che fare in ogni cosa la sua divina volontà .  La V. M. Serafina di Dio , era tanto affezionata alla volontà di Dio , che pregava spesso il suo Direttore a manifargliela , dicendo : avvisatemi P. che debbo fare , e non mi lasciate far niente da me : acciò tenga contenta sua divina Maestà ; perché il vederla un tantino disgustata farebbe annichilar mille mondi . Ed essendole un di venuto un gran desiderio di non far niente di proprio volere , ma il solo volere di Dio , col consenso del Direttore ne fece il voto .



7. " Servo di Dio vuol dire : Avere una gran carità verso il prossimo , ed una inviolabile risoluzione di seguir in tutto la divina volontà , confidare in Dio con semplicità ed umiltà : sopportare se stesso nei propri difetti , e tollerar pacificamente le altrui imperfezioni . " S. Francesco di Sales .

Tutta la vita di questo santo , come pure quella di S. Vincenzo de Paoli altro non fu , che un fedele e continuo esercizio di questi atti di virtù nelle occasioni , che alla giornata se gli presentavano : con che ambidue divennero gran servi di Dio .  Nelle Vite de' PP. occidentali si narra di S. Fintano , che ogni giorno era visitato da un Angelo , e che avendo questi mancato di ciò fare per alcuni giorni , quando il Santo ebbe la grazia di rivederlo , lo richiese perché l'avesse privato per tanto tempo della sua dolcissima presenza : perché , rispose l'Angelo , mi è convenuto di assistere alla morte di Motua , ch'era gran servo di Dio , e meglio di te perché ha fatto cose che non hai fatto tu . Questo non ha offeso mai con parole alcuno presente , né ha mormorato alcuno assente , né mai si è lagnato del tempo , dolce , o rigido che fosse , né di verun altra  cosa , qualunque si fosse , e comunque avvenisse , ma sempre si è interamente conformato al volere di Dio , nelle cui mani stanno tutte le cose .  Affliggendosi un dì S. Geltrude per un piccolo difetto , nel quale era solito cadere di tanto in tanto , pregò istantemente il Signore di liberarnela ; il quale le disse con molta piacevolezza : vorresti dunque , che io restassi privo d'un grand'onore , e tu d'un gran premio ? Sappi , che quante volte uno riconosce il suo mancamento , e si propone di schivarlo per l'avvenire , si guadagna un gran premio per se ; e quante volte si astiene per amor mio dal ricadervi , fa a me tanto onore , quanto ne fa ad un Re un bravo Soldato , allorché combatte coi suoi nemici e li vince .



8. " L'esser perfetto nella sua vocazione altro non è , che fare i doveri o gli uffizi , che uno per la sua condizione è obbligato di fare ; ma farli bene , ed unicamente per l'onore ed amore di Dio , col riferir tutto alla gloria di lui . Chi così opera , dicesi perfetto nel suo stato , ed uomo secondo il cuore , e secondo la volontà di Dio . " S. Francesco di Sales .

Nelle Vite de' SS. PP. si narra dell'Abbate Pafunzio , tanto celebre in santità , che un giorno mostrò desiderio di sapere dal Signore se egli avesse alcun merito presso di lui ; e gli fu risposto , ch'era giunto ad uguagliare il merito di un tal gentiluomo , Barone di una terra , che gli nominò . Si portò subito il Santo a trovar colui , dal quale fu ricevuto benignamente , e ben trattato , e terminata la cena lo pregò di manifestargli il tenore della sua vita . Si scusò il Barone con dire di non aver egli in sé virtù alcuna : ma poi importunato dall'altro gli disse , ch'era attentissimo ad albergare i Pellegrini , e in provvederli di quanto era loro necessario per lo viaggio : che mai non disprezzava i poveri , e li soccorreva nei loro bisogni ; che faceva amministrar la giustizia rettamente , e dava sempre le sentenze giuste , non partendosi mai dalla ragione né per raccomandazioni , né per affetto : che non facea verun' angaria a' suoi sudditi : che lasciava seminar ne' suoi campi a chiunque voleva , e non prendeva più del dovere : che niuno si poteva lamentare d'aver mai ricevuto danno , o molestia dalla sua famiglia , o da' suoi bestiami : che non avea mai contristato alcuno , né mai detto male d'altrui ; ma onorava tutti , amava tutti , aiutava tutti in quel che poteva , e si studiava di mantenere tutti in pace e concordia . In udir ciò restò il S. Abate grandemente consolato , ed intese , che la vera Perfezione non sta in tante cose , ma in adempiere i suoi doveri .  In S. Cesario , Terra della Provincia di Lecce , vi era una Monaca di casa , tenuta in concetto di santità nel tempo che viveva il B. Giuseppe da Cupertino ; il quale trovandosi un giorno in casa del marchese di quel luogo , e richiesto dal medesimo del suo parere circa la fama di santità , che correa di quella Monaca , rispose : una ne avete qui vera santa , che non è conosciuta ; e gli nominò una povera vedova , di cui non glie n'era stata mai fatta parola . S'informò il Marchese della qualità di questa , e trovò , che se ne stava sempre chiusa nella sua piccola casuccia insieme con alcune sue figliole , faticando continuamente per potersi mantenere , e non si lasciavano mai vedere fuorché una volta il giorno , ch'era la mattina di buon'ora , che andavano alla Chiesa per sentire la Messa .



9. " Benché a chi è entrato in Religione , e si guarda d'offender Dio , paia di aver fatto tutto ; oh che rimangono certi vermi , che non si lascian conoscere , finché non ci abbian rose le virtù ! E questi sono un amor proprio , una propria stima , un giudicare gli altri , benché per lo più in cose piccole , ed un mancamento di carità verso il prossimo : poiché se pure strascinando , soddisfacciamo all'obbligo , non lo facciamo con quella perfezione , che Dio vorrebbe da noi ."  S. Teresa .

Ad uno di questi vermi , che è quello della propria stima , attribuiva Monsignor di Palafox la causa della sua rilassazione dopo la sua conversione , e dell'essere stato vicino a perdersi per sempre . Poiché , dice , sebbene io era umile , mi dava però a credere di esser veramente umile : ed ancorché procurassi e bramassi d'esser buono , solea presumere d'esser veramente buono : e quella occulta superbia obbligò la divina Bontà ad ammaestrarmi , acciò vedessi , che non era buono , ma cattivo , fiacco , miserabile , e pieno di superbia , di sensualità , d'infedeltà , ed un prodigo dispregiatore de' beni della grazia .   Si narra nelle Vite de' PP. che due di loro aveano ricevuto il dono di vedersi scambievolmente la Grazia uno del cuore dell'altro . Or essendo uno di loro uscito di cella un Venerdì di buon'ora , trovando un Monaco , che stava mangiando in quell'ora contro il consueto de' Monaci , lo giudicò di mancamento , e ne lo riprese . Ritornato poi a casa , il compagno non vide in lui il solito segno della Grazia , e gli dimandò che avesse fatto , e non ricordandosi l'altro di nulla : vedi soggiunse , che non abbi detta alcuna parola oziosa . Allora ricordossi quegli del suo mal giudizio , e gli narrò il fatto : per lo che ambidue digiunarono due intere settimane : quali terminate , apparve nel colpevole il solito segno .



10. " Avvertite , che la Perfezione non si acquista con tenere le braccia in croce ; ma convien travagliar davvero , per domar se stesso , e ridursi a vivere non secondo le inclinazioni , e le passioni , ma secondo la ragione , e secondo la regola o l'ubbidienza . La cosa è dura , non può negarsi , ma necessario : coll'uso però divien facile e gustosa . " S. Francesco di Sales .

Racconta Plutarco di Licurgo , che avendo presi due piccoli cagnolini , figli d'un istesso padre , n'allevò uno nella cucina , e l'altro nella caccia . E fatti che furono grandi , un giorno che dovea fare un'esortazione al Popolo , li condusse nel Foro ove gettò per terra delle spine di pesci , e nel tempo stesso fece uscire una lepre , alla qual vista il primo si mise incontanente e stritolar co' denti le spine , e l'altro a seguire il lepre . Allora Licurgo intimato silenzio : vedete , disse rivolto al Popolo , questi due cani sono ambedue della medesima stirpe , e pure non son portati a far la medesima cosa , ma ciascuno quella , alla quale si è assuefatto . Tant'è vero , che coll'assuefazione s'arrivano a superar fin le inclinazioni più violenti della stessa natura .   Si scrive di S. Ignazio di Loyola , che colla continua forza , che avea fatta a se stesso in mortificarsi , ed in soffrir le avversità , era giunto a tal segno , che parea non avesse più alcuna inclinazione . Ed il medesimo pure s'è veduto in molti altri .



11. " Tutta la scienza de' Santi si ristringeva a due cose : Fare , e soffrire . E chi meglio ha fatte queste cose , quegli si è fatto più Santo . " S. Francesco di Sales .

Chi leggerà la Vita de' Santi Ambrogio , Basilio , Girolamo , Grisostomo , Domenico , Vincenzo de Paoli , e di tanti altri gran Santi , non si maraviglierà , che riuscissero tanto eccellenti in santità , in vedere le innumerevoli opere , che fecero , ed i gran patimenti , che soffrirono .   Questa , come si narra nelle Vite de' PP. fu l'arte tanto praticata da S. Doroteo , di tenerlo in esercizio continuo , e specialmente in cose contrarie a' suoi propri voleri : dimodoché se gli vedeva in mano alcuna cosa ben fatta , ancorché necessaria al suo uffizio , come coltelli , libri , e simili , glieli toglieva : se gli chiedeva notizie di cose anche buone , lo licenziava senza rispondergli ; e così in tutte le brame , che avea , cercava di mortificarlo ; ed egli in tutto prontamente ubbidiva , e tutto soffriva senza replica . Ed in questa maniera nello spazio di soli cinque anni arrivò ad una molto alta perfezione e santità .



12. " Io vorrei persuadere alle persone spirituali , che il cammino della Perfezione non consiste in tanti modi ; né in molto pensare , ma in negare in tutto se stesso , ed in darsi a patire in ogni cosa per amor di Cristo . E se vi è mancamento di quest'esercizio , tutte le altre maniere di camminare nella via spirituale sono un andare di pala in frasca , e per via di bagattelle senza profitto alcuno , ancorché la persona avesse un'altissima contemplazione e comunicazione con Dio . " S. Giovanni della Croce .

Scrive Cassiano dell'Abbate Pafunzio , che la strada , per la quale questi giunse a tanta santità fu per avere egli atteso a mortificare continuamente le proprie voglie : e che in questo modo estinse in sé tutt'i vizi , e perfezionò in tutte le virtù .  Il P. Baldassarre Alvarez stava continuamente affliggendosi , e negando se stesso in tutto quello che la natura appetiva , non solo nelle cose grandi , ma ancor nelle piccole : con che giunse ad un'alta Perfezione .  La B. Angela di Foligno stando in estasi , vide il Signore , che facea carezze ad alcuni suoi servi , ma a chi più , a chi meno : e bramosa d'intendere la cagione di tale diversità s'avanzò a domandarne il Signore , il quale così le rispose : Io chiamo tutti a me ; ma non tutti veggo venire , perché la strada è intralciata di spine . Quelli poi , che vengono , io tutti l'invito a mangiare al piatto mio , ed a bere alla mia coppa . Ma perché le mie vivande sono ingrate al senso , ed il mio Calice è ripieno d'amarezze ; non a tutti piace di satollarsi meco di quei travagli , de' quali io nel Mondo mi pasceva . Quelli però , che son più costanti in tenermi compagnia , quei son certamente i miei più cari , ed i miei favoriti . Udito ciò la Beata , si riempì di tanta brama di patire , e di negare in tutto sé stessa , che venendole poscia mosse molte contrarietà da' suoi Religiosi , e dai suoi Parenti , vi pruovò tanta consolazione , quanta ne avrebbe ricevuta un mondano in una ricreazione di tutto suo genio e vantaggio .



12. " Il peggior de' mali in quei che hanno buona volontà , e che vogliono esser quel che non possono essere , e non vogliono essere quel che necessariamente essere debbono . Concepiscono desideri di far cose grandi , che forse non gli verranno mai a taglio ; e frattanto trascurano le picciole , che il Signore mette nelle loro mani . Mille piccioli atti di virtù ; come sarebbe sopportare l'opportunità e le imperfezioni del prossimo , soffrire una parolina , o un picciol torto , reprimere uno sdegnuccio , mortificare un'affezioncella , una curiosità di dire , o di sentire , scusare una indiscrezione , condiscendere altrui in cose piccole , e simili : queste sono cose , che fanno per tutti , perché non praticarle ? L'occasioni di guadagnar grosse somme vengono di raro ; ma de' piccioli guadagni se ne possono far molti ogni giorno : e col maneggiar con giudizio questi piccioli  , vi son quelli , che si arricchiscono . Oh quanto ci faremmo santi , e ricchi di meriti , se sapessimo profittare delle occasioni , che la nostra vocazione ci somministra ! Si , si , applichiamoci a battere bene la strada , che è più vicina a noi , ed a far bene la prima giornata , senza trattenerci nel pensiero dell'ultima , che faremo buon cammino . " S. Francesco di Sales .

S. Filippo Neri , acceso di desiderio del martirio si era risoluto d'andare a predicare la Fede nelle Indie : ma avendogli Dio fatto intendere per via d'una rivelazione , che le sue Indie doveano essere in Roma , ivi si trattenne : e con menarvi una vita piena d'atti virtuosi riuscì un gran Santo .   Il V. Bercmans in cinque soli anni di Religione giunse certamente ad un'alta Perfezione . Or che fece mai ? Niente altro , che studiarsi di esser fedele in far esattamente tutte quelle cose che nella via della virtù conobbe di dovere , e di poter fare , non trascurando parte alcuna di Perfezione , che coll'aiuto della grazia potesse acquistare .  S. Geltrude una volta trovandosi molto debole , volle sforzarsi a dire il Mattutino ; ed avendo finito il primo notturno , venne un'altra inferma a pregarla di dirlo con lei , ed ella tornò a principiare . La mattina poi ebbe una visione , in cui vide l'Anima sua guarnita di gioia di gran prezzo ; ed il Signore le disse , che con quell'atto di carità fatto per amor suo , s'avea meritato quell'ornamento , nel quale tante erano le gioie , quante le parole ridette .  Di un giovine studente Gesuita si legge , che una mattina in giorno di vacanza mentre egli stava per uscire a prendere aria insieme con gli altri suoi compagni , fu pregato da uno de' Padri a trattenersi per una mezz'ora , a fine di servire la Messa , ed egli lo fece . Cresciuto poi in dottrina ed in età , andò a predicare la Fede tra gli Infedeli , e là fu fatto degno di conseguir la gloria del Martirio . Ed allora gli fu rivelato una grazia sì grande essergli stata data da Dio in premio di quella piccola mortificazione , che abbracciò in servir la Messa .



14. " Il nostro maggior male si è , che vogliamo servir Dio a modo nostro , e non a modo suo , secondo la volontà nostra , e non secondo la sua . Quando egli vuole , che siamo ammalati , noi vogliamo esser sani , quando egli desidera che lo serviamo co' patimenti , noi desideriamo di servirlo coll'opere : quando vuole ch'esercitiamo la carità , noi vogliamo esercitare l'umiltà : quando vuol da noi la rassegnazione , vogliamo la divozione , l'orazione , o alcun'altra virtù ; e questo non perché le cose  , che noi vogliamo sieno più grate a lui , ma perché sono di più gusto nostro . Questo è certamente l'impedimento maggiore , che noi possiamo porre alla nostra Perfezione : essendo indubitato , che se vorremo esser santi secondo la nostra  propria volontà , non lo saremo mai . Per essere veramente santo , convien esserlo secondo la volontà di Dio . " S. Francesco di Sales .

Conobbe bene questa tanto importante verità S. M. Maddalena de' Pazzi ; e con la guida d'una luce si chiara di tal maniera seppe sottomettere la volontà sua a quella di Dio , che sempre contenta di quanto le accadeva nella giornata , nulla mai bramava di nuovo ; e solea dire , che avrebbe tenuto per difetto notabile il chiedere al Signore alcuna grazia per sé , o per altri con maggior istanza , che con semplici preghiere ; e che godeva e si gloriava di fare la volontà di lui , e ch'egli non facesse la sua . Per fin la santità , e perfezione dell'anima sua desiderava , che fosse non secondo il desiderio suo , ma secondo il volere di Dio . Ond'è , che si avea scritta questa risoluzione : Offerire me stessa a Dio , e volere tutta , e quella sola Perfezione , ch'egli compiace che io abbia , e nel modo e nel tempo ch'egli vorrà , e non altrimenti . Ed una volta favellando con una sua confidente , disse così : Il bene , che non mi viene per questa via della divina volontà , non mi par bene , ed eleggerei anzi di non aver dono alcuno , fuorché quello di lasciar ogni mio volere , ed ogni mio desiderio in Dio , che avere qualunque dono per mio desiderio e volere . Si , si , in me sint , Deus , vota tua , et non vota mea . E questa era la grazia , ch'ella più frequentemente e più istantemente chiedeva al Signore , che la facesse star sempre sin alla morte subordinata ed interamente sottomessa al suo divino volere e beneplacito : e però non è maraviglia se ella divenne sì santa .   Fra gl'istessi Gentili , si son trovati di quelli , che col solo lume della ragione chiaramente compresero questa verità . Plutarco disapprova quella comune preghiera del volgo : Dio ti dia tutto quel bene , che vuoi : no , dicea , si dee dir piuttosto : Dio faccia , che tu vogli quel che vuole egli . E quel che è più . Epitetto lo praticava , poiché diceva : Io son sempre contento di quanto mi accade alla giornata : perché so , che quanto mi avviene , tutto avviene per disposizione di Dio , e son certo , esser meglio quel che vuole Iddio di quel che io possa mai volere .



15. " Due inganni veggo io comuni tra le persone spirituali . Uno è , che misurano per lo più la loro divozione colle consolazioni e soddisfazioni , che provan nella via di Dio : talmente che se talora vengono queste a mancare ad esse , allora par loro di aver perduta tutta la divozione . No , questa non è più che una divozione sensibile . La vera e sostanziale divozione non consiste in queste cose , ma in avere una volontà risoluta , attiva , pronta , e constante di non offendere Dio , e di eseguire tutto ciò che appartiene al di lui servizio . L'altro inganno è , che se mai loro accade di far alcuna cosa con ripugnanza e con tedio , credono di non averci alcun merito . Anzi allora si merita assai più : talmente che una sola oncia di bene , fatto colla punta dello spirito tralle tenebre senza gusto , e con tedio , val più che cento libbre , fatto con gran facilità e dolcezza : poiché questa si viene a fare con un amor più forte , e più puro . E però per quante sieno mai le aridità ripugnanze della parte sensibile dell'Anima , non ci dobbiamo mai perder d'animo , ma seguitare la nostra strada , come appunto fanno i viandanti all'abbaiare de' cani . " S. Francesco di Sales .

Desiderando una pia Motrana di sapere quali fossero le Anime più accette  al Signore : egli la compiacque colla seguente visione . Ascoltando ella una mattina la Messa , dopo fatta l'elevazione vide Gesù in forma d'un vaghissimo fanciullo , che si mise a passeggiar sull'Altare , indi sceso in piano , ove stavano genuflesse tre divote monache , ne prese una per la mano , e le fece molte carezze ; poi accostatosi all'altra le alzò il velo dal viso , e le diede uno schiaffo partendosi da lei come adirato ; ma poco dopo ritornò e trovatola dolente e afflitta , si diede a consolarla con mille finezze d'amore . Venne in fine alla terza , e mostrandosele tutto sdegnato , presala per un braccio , la scacciò dall'Altare caricandola di pugni e di calci , e fino strappandole dal capo i capelli ; soffrendo ella tutto con pace , umiliandosi benedicendo il Signore . Allora Gesù rivolto alla Matrona : dei , disse , sapere che quella prima è debole nella virtù , e molto mutabile ; e però per istabilirla nella buona via , me le mostro tutto amorevole e benigno , altrimenti la lascerebbe . Quell'altra è più forte , e più perfetta , però ha bisogno di provare di tanto in tanto qualche soavità di spirito . La terza poi è così ferma e stabile nel mio servizio , che per qualunque avversità le venga , non si lascia da quello di togliere , e questa è la mia più diletta .   S. Filippo Neri , per sottrarre i suoi penitenti dal primo inganno , dicea loro , che nella vita spirituale vi sono tre gradi . Il primo , che si chiama vita animale : ed è di coloro che van dietro alla divozione sensibile , la quale suole Iddio dare a' principianti , acciocché tirati da quel gusto , come gli animali dall'obbietto sensibile , si diano alla vita spirituale . Il secondo , che si dice vita da uomo : ed è di quelli , che privati della dolcezza sensibile , combattono per la virtù contra le proprie passioni , ch'è cosa propria dell'uomo . Il terzo , che dicesi vita da Angeli , al quale grado sono arrivati quei , che esercitati per molto tempo in domare le proprie passioni , ricevono da Dio una vita quieta e tranquilla , e quasi che angelica eziandio in questo Mondo . Ed a chi preserva nel secondo , Iddio a tempo suo non manca di concedergli il terzo .



16. " Non si ha da mirar tanto a' gran favori di Dio ; quanto alle virtù , ed a chi con più mortificazione , umiltà e purità di coscienza serve il Signore : che quest'Anima senz'altro sarà la più santa. "  S. Teresa .

Quando mancassero prove di questa verità , basterebbe per confermarla il solo esempio di S. Vincenzo de Paoli , del quale si sanno sì pochi straordinari favori : e pure egli è stato , ed è appresso tutti in concetto di rara santità .  Narra Rufino d'Aquileja di S. Macario , che stando un giorno in orazione , e parendogli d'aver già fatto molto progresso nella virtù , che si trova nelle tali due Donne , che abitano nella Città . Si portò egli subito da loro , e dopo averle ben esaminate , trovò esser quelle due maritate , le quali per quindici anni avevano abitato sempre insieme nella medesima casa in perfetta unione e carità , senza esservi mai stata tra di loro una minima discordia né di fatti , né di parole . Di che stupito il Santo , confessò esser elle in vero migliori e più perfette di lui , con tutto che fosse stato dotato dalla divina bontà di molti e straordinari favori .



17. " Signore , che vuoi ch'io faccia ? Ecco il vero contrassegno di un'Anima totalmente perfetta , quando uno è giunto a lasciar talmente la sua volontà , che più non cerchi , non pretenda , né desideri di fare quel ch'ei vorrebbe , ma quella solamente , che vuole Iddio ."  S. Bernardo .

Queste furono le prime parole dell'Apostolo S. Paolo , subito ch'ebbe conosciuto il Signore : Signore , che vuoi che io faccia ? e furono da lui proferite con tanta sincerità d'affetto , e con tal sommissione di volontà , che da lì in poi altra brama ed altra pretensione più non ebbe , che d'adempire in tutto e per tutto il divino volere , né tra tante avversità , travagli , patimenti , e tormenti , che se gli opposero , vi fu mai cosa , che fosse bastante a diminuire , o far vacillare d'un punto la sua costanza e fedeltà .   La B. Madre di Chantal aveva un sì gran desiderio di conoscere , e di seguire la divina volontà , che nel sol udir pronunciare questa parola , volontà divina , quasi se le fosse accostata una torcia al cuore si sentiva tutta consumare , e finattantoché non l'avea conosciuta , le parea di star ne' tormenti .   La V. M. Serafina di Dio , attesta di sé , che il Signore in una interna illustrazione le diede chiaramente a conoscere quanto buona cosa sia il vivere senza il proprio volere , standosene la persona tutta rimessa nel santo volere di lui , e restai , dice , sì persuasa , che per l'esser suo sì grandioso e perfetto , tanto appunto conveniva di fare alle sue creature , di non avere altro volere , che quello del loro amorosissimo Dio ; e che giunto che uno sia a questo  , allora viene ad essere tutto in Dio , ed a godere il Paradiso in Terra .



18. " Se vuoi davvero far profitto , conviene , che ti attacchi strettamente a quel consiglio dell'Apostolo : Attende tibi , il quale importa due cose . La prima è , di non impicciarsi ne' fatti altrui , né guardare a' mancamenti degli altri . Poiché non ha poco a che fare chi vuol far bene i fatti suoi , e correggere i propri mancamenti . La seconda è di prendersi a petto la propria Perfezione , ed attendervi incessantemente senza mirare , se vi attendono , o non vi attendono gli altri . Perocché la Perfezione è così propria di ciascheduno , che sebbene molti , che ora vivono insieme con una medesima Religione , Compagnia , Famiglia , o Paese , qui si dice , che fanno un sol corpo ; al Mondo di là però è certo , che ognuno farà parte da sé , ed ognuno parterà a conto suo i propri avanzamenti , ed i propri discapiti ."  L'Ab. Pastore .

Di rado esempio veramente fu in questo il V. Bercmans , il quale essendosi fin dal suo primo ingresso nella Religione prefisso per iscopo di farsi Santo , fin d'allora prese di mira , e come per suo unico ed importante affare l'attendere a sé , ed a questo appunto attese per tutto il tempo che visse ; ma con tanto impegno e con sì indefessa sollecitudine , che non gli restava neppur tempo di pensare a fatti altrui , e di mirare i mancamenti degli altri . Ond'è ch'egli non mai si fermava a riflettere perché altri facessero , o dicessero le tali cose ; e se facessero bene , o male ; né mai s'impiegava a difender uno con pericolo di offendere un altro : ma lasciava , che ognuno facesse quietamente i fatti suoi , e pensasse da sé alle cose sue . E quanto a' mancamenti degli altri , pensava sì poco : che ancorché si commettessero in sua presenza , non li avvertiva : tanto che si dice di lui , che non sapea mai dire che difetti gli altri commettessero . Tutto il suo impegno era di correggere i difetti suoi  , e di far bene i fatti suoi : e però per mantenere l'Anima sua pura da ogni difetto , le diligenze , che usava , aveano dello straordinario . Poiché oltre al far bene gli esami quotidiani , ed un rigorosissimo ritiramento d'un giorno per ogni mese , pregava di più istantemente e spesso e Superiori , e Compagni a tenergli gli occhi addosso , ed avvisarlo francamente in tutto ciò che lo vedessero mancare . E quando gli era dato alcun avviso di simil sorta , lo ricevea come un benefizio singolare , e facea particolari orazioni per chi glielo dava . Ma non contento di questo , avendo egli un'ardentissima brama di rendersi ogni giorno più grato agli occhi di Dio che gli fosse possibile . ad ogni suo sforzo lo procurava . E però si diede con un'ammirabile diligenza all'osservazione esattissima delle sue regole : ad eseguire prontamente , e fedelmente tutto ciò che gli veniva imposto dall'ubbidienza , a far bene e con particolar divozione gli esercizi spirituali , come quelli , che immediatamente risguardano l'onor di Dio , ed il proprio profitto , e specialmente le Comunioni , nelle quali spendea sempre due ore : e finalmente all'esercizio delle virtù , e massime della carità verso gl'infermi . E sebbene sentiva granve affetto allo studio , facea però , che non fosse mai di pregiudizio a' suoi esercizi spirituali , ed alla carità , ed ubbidienza : non cercando l'anima sua ov'era più gusto , ma ov'era più merito . E tutte queste cose le facea senza punto guardare , se le facevano gli altri pure , o se ne facean di meno . Perché il solo attende tibi era quello , che gli stava fisso altamente nel cuore .   Che pregiudizio apporta adesso agli altri Apostoli lo stare l'infelice Giuda penando nell'Inferno ? Tutto il danno si ferma in Giuda . E che Bercmans stia in più in alto nel Cielo di tanti , altri , che gli furono compagni nella Religione , non è egli tutto vantaggio suo ?



19. " Non lasciar passare occasione alcuna di meritare , dalla quale non procuri di cavar qualche guadagno spirituale . come dalla paroletta , che ti disse colui ; dall'ubbidienza , che ti fu ordinata contra la tua volontà ; dall'occasione , che ti porse d'umiliarti , di praticar la carità , la dolcezza , la pazienza . Tutte queste occasioni son tuoi guadagni , e tu stesso dovresti andarle cercando e comprando ; ed in quel giorno , nel quale più te ne saranno pervenute , dovresti andartene a dormire più contento ed allegro , come fu il mercatante in quel giorno , nel quale se gli son presentate più occasioni di guadagnare ; perché in quello le cose del suo mestiere sono andate bene per lui ."  S. Ignazio di Loyola .

Questa era una delle principali massime , che si aveva prefisse in mente il V. Bercmans , come si legge nella di lui vita , di sforzarsi di meritare in ogni cosa , e di non lasciarsi scappar di mano veruna occasione quantunque minima , che potesse essergli di profitto . Onde è , ch'egli andava continuamente in cerca di simili occasioni e quante da altri gliene venivano , tutte le abbracciava con coraggio , e con giubilo del suo cuore senza mai mirare alla loro indiscrezione e poca virtù , ma unicamente attendendo alla propria utilità . E però da ogni cosa , che sentiva , o vedea , solea cavar qualche buon frutto per se . Ed in questo modo ottenne di farsi Santo , come appunto desiderava .   Venendo S. Metilde visitata dal Signore , accompagnati da molti Santi , uno di essi le disse : O beati voi altri , che vivete tuttavia in Terra , per lo molto , che potete meritare ! Se l'uomo sapesse quanto può meritare ogni giorno , la mattina nell'istesso punto che si alza se gli riempirebbe subito il cuore di giubilo , per essere apparso quel dì , nel quale può vivere al suo Signore , e colla grazia di lui tanto aumentare il suo merito , e l'onore e la gloria di esso . Il che gli darebbe forze e vigor grande per fare e patire ogni cosa con suo grandissimo contento .   Di S. Francesco Saverio si legge , che si vergognava , e si piccava in vedere , che prima fossero andati al Giappone i Mercatanti con le loro mercanzie , che esso co' tesori del Vangelo , per dilatar la Fede , ed ampliare il regno de' Cieli .



20. " Datevi davvero all'acquisto delle virtù , altrimenti ve ne resterete sempre vane . Né vi crediate mai d'aver acquistata una virtù ; se non ne avete fatta pruova col suo contrario , e se non la praticate fedelmente nelle occasioni : le quali perciò non si debbono mai fuggire , ma anzi desiderare , cercare ed abbracciare con gusto . "  S. Teresa .

S. Vincenzo de Paoli non si contentava , come tanti fanno di conoscere , ed amare le virtù ; ma si applicava di continuo alla pratica di esse : avendo per massima , che la fatica e la pazienza sono i migliori mezzi per acquistarle e ben piantarle ne' nostri cuori ; e che le virtù , acquistate senza fatica e senza pena , si possono facilmente perdere ; laddove quelle , che sono state combattute dalle burrasche delle tentazioni , e praticate tra le difficoltà e ripugnanze della natura , gettano le radici profonde nel cuore . Quindi è , che in tali occorrenze egli invece di attristarsi , anzi si mostrava più allegro . Onde in occasione di non notabile perdita avvenuta alla sua Comunità , avendogli uno detto , che questa avrebbe dato motivo a molti di prendere mal concetto della Congregazione , e di sparlare di lui ; questo è buono , rispose egli , perché con tal mezzo avremo occasione più opportuna di praticare la virtù .   Con questo medesimo sentimento animava i suoi penitenti S. Filippo Neri a non affliggersi quanto pativano tentazioni e travagli , dicendo loro , che il Signore è solito quando vuol concedere ad alcuno qualche virtù , di permettere , ch'egli sia prima travagliato col vizio contrario .   S. Francesco di Sales spiegò la sodezza della virtù in questa maniera . Se il Mondo mi vorrà turbare , io lo perseguiterò a guisa di una vipera , lo calpesterò sotto i piedi , e non farò nulla di quanto mi saprà suggerire . Se Satanasso arma le sue potenze , non lo temerò punto : Io sono più forte di lui . Iddio è il mio Padre , ed egli mi compatirà , e combatterà per me . Ecco la bella virtù , e come conviene esercitarla .



21. " L'umiltà e la Carità sono le due corde , una la più bassa , e l'altra la più alta , e tutte le altre sono dipendenti da esse . Perciò bisogna sopra tutto mantenersi bene in queste due ; perché per la conservazione di tutto l'edifizio ben sapete , che dipende dal fondamento ,  e dal tetto . "  S. Francesco di Sales .

Sebbene non fu , né poté mai essere alcuno Santo senza il possesso di queste due tanto necessarie virtù ; nondimeno ve ne sono stati alcuni , che almeno agli occhi nostri hanno in esse spiccato in eccellente maniera . Uno di questi fu certamente S. Francesco di Paola , il quale per la sua grande umiltà non contento di tenere se medesimo per lo minimo tra tutti gli uomini , ha di più voluto , che questo medesimo titolo fosse il distintivo della sua Religione da tutte le altre : quanto alla carità , viveva egli tanto infocato d'amore , che accese talvolta le lampane estinte col solo accostarci un dito della sua mano , come se ci avesse accostata una torcia ardente .



22. " I due piedi , co' quali si cammina alla Perfezione , sono la mortificazione , e l'amor di Dio . Questo è il destro , e quello il sinistro . "  S. Francesco d'Assisi .

Con questi due stromenti salì ad un'altissima Perfezione il glorioso S. Francesco d'Assisi , il quale menò una vita tanto austera e sì rigida , che in punto di morte ebbe bisogno di chieder perdono al suo corpo , per averlo trattato sì malamente ; e per l'eccellenza del suo amore verso Dio acquistò non solo a se , ma alla sua stessa Religione il bel titolo di Serafico .   Quanto S. Francesco di Sales voleva disporre alcuno a vivere cristianamente , ed a lasciar la vita mondana , non solea parlargli dell'esteriore , come de' capelli , delle vesti , e cose simili ; ma parlava solo al cuore , e del cuore : sapendo , che superata questa fortezza , tutto il resto si arrende ; e che quando il vero amore di Dio arriva a possedere un cuore , tutto ciò che non è Dio , gli sembra cosa da niente .   L'istesso pure praticava co' suoi penitenti S. Filippo Neri . Non soleva egli troppo esagerare certa vanità nel vestire , ma le dissimolava al meglio per qualche tempo , per poter più facilmente venire all'intento suo . Onde ad una Gentildonna , che gli dimandò se era peccato di portar le scarpe troppo alte , altro non rispose , se non guardati di non cadere : e ad un uomo , che portava il collare colle lattughe assai grandi , dopo qualche tempo che veniva da lui , una volta toccandolo alquanto nel collo , disse : ti farei carezze più spesso , se questo tuo collare non mi facesse male alle mani . E con questo solo si l'uomo , che la Gentildonna si corressero de' loro mancamenti .  E ad un Chierico nobile , che vestiva con abito di colore , e molto vanamente , per quindici giorni che continuò ad andare ogni giorno da lui per aiuto dell'Anima sua , non gli fece mai parola circa il vestito , ma solamente procurava di farlo compungere de' suoi peccati . Dopo il qual tempo colui da se stesso vergognandosi di quell'abito , lo depose e fatta una buona Confessione generale , si diede tutto nelle sue mani , e divenne uno de' più intimi , e familiari , ch'egli avesse .



23. " Quando uno cammina bene davvero , sente in sé una brama continua d'avanzarsi ; e quanto più cresce nella Perfezione , tanto più gli cresce la stessa brama . Perocché crescendogli ogni dì di più il lume , gli par sempre di non aver virtù alcuna , e di non fare verun bene : o se pur vede d'avere , o di far qualche bene , gli par sempre molto imperfetto  , e ne fa poco conto . Quindi è , ch'egli sta di continuo faticando per l'acquisto della Perfezione senza mai stancarsi . " S. Lor. Giust.

S. Fulgenzio era tanto invaghito della Perfezione , che quanto per essa facea , gli sembrava sempre poco , e sempre desiderava di esser migliore .   S. Vincenzo de Paoli ogni dì si conosceva sempre più imperfetto , e però mettea di continuo tutto il suo studio per emendarsi e perfezionarsi .   S. Ignazio confrontava continuamente un giorno coll'altro , ed un profitto coll'altro profitto . Con che si avanzava di giorno in giorno , e sempre con brama maggiore di più avanzarsi , per giugnere al colmo della Perfezione , a cui Iddio lo chiamava .   S. Giacomo Apostolo vien lodato molto , perché ogni giorno andava crescendo nel divino servizio .



24. " Il gradir le correzioni e riprensioni fa vedere , che uno ama le virtù contrarie a quei mancamenti , de' quali viene corretto e ripreso . E però questo è un buon contrassegno di profittare nella Perfezione ." S. Francesco di Sales .

Essendo venuto un monaco a visitare l'Abate Serapione , questi lo pregò , che prima di tutto facessero orazione insieme ; e quegli dicendosi peccatore , e che non era degno di portare quell'abito , non volle . Dopo l'Abate gli volle lavare i piedi , ed egli ricusò . Postosi dunque a mensa , l'Abate prese a dir così : Fratello mio , se vuoi divenir perfetto , stattene in cella a lavorare , e non discorrer molto , perché l'andare attorno non ti è cosa utile . Alle quali parole il Monaco si turbò non poco . Il che vedendo l'Abate : che è questo , fratello mio ? soggiunse , finora hai detto che eri sì gran peccatore , che non eri degno di vivere ; ed ora perché io ti ho ammonito con carità di quello che ti bisogna , ti sei sdegnato ? Secondo questo , pare che la tua umiltà non sia vera . Se vuoi dunque con verità esser umile , impara a ricevere umilmente le ammonizioni . A questo dire si riconobbe colui , e si diede in colpa , e si partì molto edificato .   Leonora Imperatrice  avea raccomandato al suo Confessore  , ed alle donne di suo servizio  più intime , che dove osservassero in lei alcuna cosa da emendarsi o da migliorarsi , l'avvisassero con ogni libertà , che le avrebbero fatta cosa gratissima ; e quando lo faceano , le ringraziava con molta cordialità .   S. Pietro ripreso da S. Paolo non si sdegnò , né si inalberò , come Superiore , né disprezzò l'altro , per essere stato persecutore della Chiesa , ma ricevé in buona parte il consiglio .  Si legge di S. Ambrogio , che quando alcuno l'avvertiva di qualche difetto , lo ringraziava come di un singolar beneficio : e d'un monaco Cisterciense , che tutto si rallegrava , e diceva un Pater Noster per lo ammonitore .   Il V. Bercmans mantenne sempre un gran desiderio che gli fossero detti i suoi difetti in pubblico , e ne fosse ripreso ; il che se mai accadeva , molto se ne consolava . A questo fine egli li scriveva in certe cartucce , che dava a' Superiori , acciç le leggessero , e gliene facessero la riprensione . Né di ciò contento , impetrò dal Superiore quattro de' suoi compagni , che gli tenessero gli occhi addosso , e l'ammonissero . Ed uno di questi attestò , che avendolo una volta avvisato di una leggiera omissione incorsa da lui , per fare in quel tempo un'altra opera di carità ; egli lo ringraziò con allegrezza dell'avviso , e disse per lui tre Corone , promettendogli di far sempre l'istesso per ogni difetto , di cui l'avvisasse .



25. " La maggior sicurezza , che noi possiamo avere in questo Mondo di esser in grazia di Dio , non consiste già ne' sentimenti , che abbiamo del suo amore , ma nel puro , ed irrevocabile abbandonamento di tutto il nostro essere nelle sue mani , e nella risoluzione ferma di non mai consentire , ad alcun peccato né grande , né piccolo ." S. Francesco di Sales .

Si legge d'una Verginella , che si ritrovava tanto afflitta , che le parea di patir le pene dell'Inferno . Ed essendo stata gran tempo in tale stato , un giorno rivolta a Dio gli fece questa orazione : Dolcissimo mio Signore , ricordati che io sono una tua povera creatura , del resto fa pure di me quello che ti piace adesso , nell'eternità ; perché io mi abbandono nelle tue mani , e son pronta a soffrire questi tormenti quanto piacerà a te . Piacque tanto a Dio quest'atto di rassegnazione , ch'ella fece con tutta la  sincerità del suo cuore , che appena fu finito , l'unì a sé , e la immerse felicemente nel dolce abisso della sua Divinità .   Caterina da Genova diceva : io non son più mia : o che io viva , o che io muoia, sono del mio Salvatore . Io non ho più niente di mio , né delle cose mie . Il mio Dio è tutto , l'essere mio è l'essere io tutta sua . O Mondo , tu sei sempre il medesimo ; ed io fin qui sono stata sempre la medesima , ma da ora innanzi non sarò più tale .



26. " Impariamo da Gesù nel Presepio a far quella stima , che si dee , delle cose del Mondo ." S. Francesco di Sales .

La V. Beatrice di Nazaret vide in una visione tutta la macchina dell'Universo sotto i suoi piedi , e Dio sopra il capo , e nient'altro , di maniera che ella veniva a starsene fra Dio , e il Mondo ; il Mondo sotto , Iddio sopra , ed ella in mezzo . Ed intese , che il sommo della Perfezione è , quando uno non ha sopra la sua testa , se non Dio unicamente , e tutto il rimanente del Mondo l'ha sotto i piedi ; non facendo di esso alcun conto , come se non fosse , e riponendo tutto l'amore , e tutta la stima in Dio , e non in altra cosa , neppure in se stesso , se non per Dio .   Santa Edugia Regina di Polonia fattasi Religiosa , non parlava mai , né voleva sentir parlare di cose del secolo , se non riguardavano l'onor di Dio , e la salute delle Anime .



27. " Se vuoi un mezzo breve e compendioso , che contiene in se tutti gli altri mezzi , ed è efficacissimo per superare qualunque tentazione e travaglio , e per acquistar la Perfezione , questo è l'esercizio della Presenza di Dio ."  S. Basilio .

Un Sacerdote , familiare del medesimo Santo , patì molte tentazioni brutte , e molte minacce gravi fattegli da Giuliano apostata , e si mantenne sempre intatto . E la ragione l'assegnò egli medesimo , perché , disse , in tutto quel tempo non mi ricordo , che mi fuggisse mai di mente la divina presenza .   Giuseppe sollecitato al male : come , disse , potrò far questo sotto gli occhi di Dio ? E Susanna : è meglio che io cada nelle mani vostre senza colpa , che peccare a vista di Dio .   S. Efrem invitato al male da una mala femmina si mostrò pronto , purché , disse , lo facciamo in piazza . Il che ricusando quella , per non subire tal confusione . Dunque ripigliò il Santo , tu temi la confusione appresso agli uomini , e non la temi appresso agli Angeli e Dio ? E con questo la convertì .    Taide con apprendere , che peccando era veduta da Dio , si convertì , si mantenne tra mille tentazioni , e si fece Santa .



28. " Per poter profittare molto nella Perfezione , conviene attaccarsi ad una cosa sola , ad un sol libro di divozione , ad un solo esercizio spirituale , ad una sola virtù , ad una sola giaculatoria , e simili . Non già , che si debbono rigettare , e trascurare affatto tutte le altre cose ; ma in modo che quella , alla quale uno si appiglia , si prenda per ordinario più in particolare di mira , e come per principale oggetto della sua più frequente applicazione , sicché se occorre applicarsi ad altre , queste siano come accessorie . Il far diversamente , passando da un esercizio ad un altro , è un imitare coloro , che ne' conviti assaggiando qua e là un poco d'ogni pietanza , si guastan lo stomaco ; ed è un sempre studiare , senza mai giugnere alla scienza de' Santi , e così perdere la tranquillità di spirito verso Dio , ch'è quell'unico necessario , che prescelse Maria . Bisogna però qui guardarsi da un vizio , nel quale non pochi incorrono ; che è di attaccarsi troppo alle loro pratiche , e spirituali esercizi . Il che naturalmente fa sentir disgusto di tutte l'altre maniere di operare , che alle sue non si conformano : parendo alla persona di operar appunto quel che conviene , stimando imperfetti quei , che non operano come essa . Chi ha buono spirito , si edifica tutto  , e niuna cosa condanna ."  S. Francesco di Sales .

Sebbene i Santi d'ogni cosa approfittano , ognuno di loro però ha avuta qualche sua pratica particolare , in cui si esercitava . E così il libro diletto di Sales era lo Scupoli : quello di S. Domenico le Collazioni di Cassiano : la giaculatoria più frequente di S. Francesco era quella , il mio Dio è il mio tutto : quella di S. Vincenzo de Paoli , in nomine Domini : quella di S. Brunone , O Bontà !   Alcuni ebbero per loro esercizio spirituale la presenza di Dio , altri la purità d'intenzione , altri la sommissione al divino volere , altri il rinunziare a sé stessi . E l'istesso in quanto alle virtù . Chi fu più affezionato ad una , chi ad un'altra . Ond'è , che quasi tutti si resero in modo particolare eccellenti in qualche virtù speciale .  Santa Caterina da Siena in mirar questi vari affetti delle Anime Buone , non disapprovava né questo , né quello ; ma si rallegrava , che il Signore venisse in tante , e sì diverse maniere servito .



29. " Se tu vuoi arrivar presto al sommo della Perfezione , datti ad amare davvero le confusioni , le ingiurie e le calunnie ."  S. Ignazio di Loyola .

Il medesimo Santo meditando un giorno il gran bene  , che partoriscono le confusioni e le ingiurie , ne concepì tanta brama , che voleva andar per le piazze di Roma carico di stracci , e di altre cose ignominiose ; e solo se ne astenne , per lo timore di non poter più promuovere così bene la gloria del Signore .   Di  S. Caterina di Bologna si legge , che quando ricevea qualche ingiuria o disprezzo , ne provava del godimento , e sempre più se gliene accrescea la brama . Con che crebbe tanto nell'amor di Dio , che per ubbidire al voler di Dio , sarebbe stata pronta , conforme una volta se ne protestò , non solo a patir tutti i travagli del Mondo , ma anche le pene dell'Inferno .   Dell'Ab. Stefano narra S. Gregorio , aver egli conceputo tanto amore alle ingiurie , ed alle calunnie , e molestie , che quando ne riceveva alcuna , gli parea d'aver fatto un gran guadagno , e rendeva affettuosi ringraziamenti a chi glie l'avea fatta ; e che per questa via giunse a tanta fama di santità , che chiunque gli faceva alcun male , tenea per certo d'averselo fatto amico .



30. " Mettiti sotto la disciplina d'un uomo austero e severo , il quale titratti aspramente e con rigore ; e poi studiati di bere tutte le sue riprensioni e mali trattamenti ; non altrimenti che se bevessi latte e miele , e ti assicuro , che in poco tempo ti troverai sulla cima della Perfezione ."  L'Abate Mosè .

L'Ab. Giovanni Tebeo , come si narra nelle Vite de' PP. servì con molta diligenza e con molto affetto per dodici anni uno de' Padri vecchi infermo . E sebbene quel Padre vedea durargli sì lunga e grande fatica , non gli disse però mai una parola dolce ed amorevole , ma lo trattava sempre con asprezza . Quando poi stava moribondo , lo chiamò a sé , e presolo per la mano , gli disse tre volte : Restane con Dio , e poi lo raccomandò a' Padri , dicendo : Questo non è uomo , ma Angelo .



31. " Essendo certissimo , che la dottrina di Cristo non ci può ingannare , per camminare sul sicuro , dobbiamo a questa attaccarci con ogni fiducia , e far professione d'operar sempre secondo essa , e non mai secondo le massime del Mondo , che sono tutte fallaci . E questa è la massima fondamentale di tutta la Perfezione cristiana ."  S. Vincenzo de Paoli .

Quest'appunto fu la più cara , e più ordinata base , su cui egli stesso regolò la vita sua , ed in cui trovava tutta la sua confidenza e quiete : tanto che quando trovava d'appoggiarsi a qualche santa massima , allora operava francamente , passando sopra il proprio giudizio , e sopra qualunque rispetto umano e timore , che potesse essere biasimata , o contrastata la sua condotta .   S. Francesco di Sales era spesso contrastato da' suoi amici , perché non approvavano la di lui maniera  di procedere , dicendogli , che si dovea difendere con più ardore dalle calunnie dei malevoli , e sostenere la sua dignità . A' quali egli rispondea , che la mansuetudine deve essere il carattere de' Vescovi , onde quantunque il Mondo e l'amor proprio avessero stabilite massime d'altra sorta , egli non se ne volea servire , per essere contrarie a quelle di Gesù Cristo , alle quali si avrebbe sempre riputato a gloria di conformarsi .



FEBBRAIO
UMILTA'
Qui se humiliat , exaltabitur . Luc. 14. 11.

1. " L'umiltà è il fondamento di tutte le virtù : e però nell'Anima , ov'essa non è , non vi può essere verun'altra virtù , fuorché di mera apparenza . Similmente ella è la disposizione più propria per tutti i doni celesti . E finalmente è tanto necessaria  per la Perfezione , che fra tutte le vie per giungere ad essa , la prima è l'umiltà : la seconda l'umiltà , la terza l'umiltà . E se cento volte io fossi dimandato di questo , altrettante volte risponderei sempre l'istessa cosa ."   S. Agostino .
Da questa virtù riconoscea S. Vincenzo de Paoli ogni suo profitto , e quasi tutte le grazie , che avea ricevute : e perciò l'inculcava tanto , e tanto desiderava d'introdurla nella sua Congregazione .   S. Luigi Gonzaga , che ben conoscea questa verità , in niuna virtù mettea maggior studio , che nella Umiltà . E per questo ogni dì recitava un'orazione particolare agli Angeli , perché l'aiutassero a caminare per questa via regia , ch'essi prima di tutti batterono , affin di giugnere ad occupare il posto di una di quelle stelle , che caddero dal Cielo per la superbia .   Un certo nominato Pascasio dicea , che per venti anni non avea mai dimandato a Dio , che l'umiltà , ed ancora ne avea molta poca . Però non potendo veruno cavare il Demonio da una Ossessa , appena questi entrò in Chiesa , che il Demonio si mise a gridare , dicendo : Quest'io temo , ed incontinente si partì da quel corpo .   Fra Masseo compagno di S. Francesco sentendo raccontare in una conferenza sopra l'Umiltà che un gran servo di Dio era spiegato molto in questa virtù , e che per esso Iddio l'avea ricolmato di doni spirituali , prese ad essa tanto amore , che fece voto di non quietarsi mai , finché non vedesse di averla acquistata : e perciò se ne stava continuamente chiuso in cella piangendo , digiunando , affliggendosi ; ed esclamando chiedeva a Dio la vera Umiltà . Un giorno poi se ne andò in un bosco , e mentre sospirando , ed esclamando chiedeva a Dio la vera Umiltà , sentì il Signore , che gli disse : Fra Masseo , che daresti tu per avere l'Umiltà ? ed egli : ne darei i miei occhi ; ed io , soggiunse il Signore , voglio , che tu abbi gli occhi , e la grazia che cerchi . E subito s'intese entrare un gran giubilo nel cuore , ed insieme un bassissimo concetto di sé stesso , per cui si riputava il minimo di tutti gli uomini .

2. " L'Umiltà è la madre di molte virtù . Perché da essa nascono l'ubbidienza , il timore , la riverenza , la pazienza , la modestia , la mansuetudine , e la pace : mentre chi è umile , ubbidiente facilmente a tutti , teme di offender tutti , mantiene la pace con tutti , si mostra affabile verso di tutti , sta soggetto a tutti , non offende , né disgusta alcuno , non sente l'ingiurie , che gli vengono fatte , e vive allegro e contento ; ed in una gran pace ." S. Tom. da Villan .
Ecco perché questo Santo , come pure S. Francesco , S. Domenico , S. Vincenzo de Paoli , e tanti altri si resero eccellenti in tutte le sopraddette virtù , perché furono eccellenti nell'Umiltà .   La B. Madre di Canthal avea preso tanto affetto a questa virtù , che stava con somma attenzione sopra di sé per non lasciarsi scappar di mano qualunque minima occasione se le presentasse di praticarla . Ed una volta scrisse così a S. Francesco di Sales : mio carissimo Padre , vi domando per amore di Dio aiuto per umiliarmi .

3. " Chi non è molto umile ; non può mai profittare nella contemplazione : per la quale qualunque piccolo atomo di poca umiltà , ancorché paia nullo è di grandissimo danno ." S. Teresa .
Pregò un giorno la Vergine il suo Santissimo Figliuolo , perché desse de' suoi doni spirituali a S. Brigida ; ed egli diede questa risposta : Chi cerca le cose sublimi , conviene , che si eserciti nelle basse per via dell'Umiltà .   Perché la B. Chiara di Montefalco si compiacque vanamente d'una sua operazione , il Signore le sottrasse per quindici anni i suoi lumi e celesti consolazioni ; che poi non poté più riavere per tutto quel tempo , ancorché ce li domandasse istantemente con lagrime , orazioni , e discipline .

4. " L'Umiltà è necessaria non solo per l'acquisto delle virtù , ma ancora per salvarsi . Poiché la porta del Cielo per attestazione di Cristo medesimo , è tanto stretta , che non ammette se non i piccoli ." S. Bernardo .
Il Fariseo era con condizione separato dal rimanente del Popolo : essendo tal professione come una specie di Religione , nella quale orava , digiunava e facea molte altre opere buone : e ciò non ostante egli venne da Dio riprovato . Perché mai questo ? Non per altro , se non perché gli mancò l'Umanità : perché si compiacea molto delle sue buone opere , e se ne gloriava come se le avesse fatte colla sua propria virtù .   Riferisce Guglielmo Vescovo di Lione nella sua Cronica d'un Religioso solito a difettar nel parlare , che ammonito spiritualmente dal suo Abate , si emendò , e diventò raccolto , e talmente spirituale , che fu degno ricever da Dio molte rivelazioni . Or occorse , che il P. Abate fu chiamato da un Eremita , che dopo una molto virtuosa vita ridotto all'estremo , ricercava da lui i Sagramenti . Andò l'Abate , e condusse seco il Monaco silenzioso . Per la strada un ladrone sentendo il campanello del Viatico , accompagnò il Santissimo sino alla cella del moribondo ; ma si fermò fuori , stimandosi indegno d'entrare dove stava un Santo ; e dopo che il Romito si fu Confessato , e Comunicato con Umiltà di cuore andava ripetendo alla porta : o Padre , se fossi come voi ! o beato me ! Ciò sentendo il Romito , dicea dentro di se con presunzione e compiacenza : hai ragione di così desiderare , e chi ne dubita ! e frattanto spirò . Allora il buon Religioso si mise a piangere , e si ritirò coll'Abate . Ed il ladrone li seguitò piangendo , e detestando le sue colpe con animo di confessarsi , e di farne penitenza giunti che fossero al Monastero . Ma non vi poté arrivare , perché per la via cadde inaspettatamente a terra , e morì . Ad un tal caso il Religioso si riempì di giubilo , e rise : e dimandato dall'Abate , per ché alla morte del Romito avesse pianto , e riso a quella del ladrone ? perché , rispose , il primo in pena della sua presunzione si è dannato ; ed il secondo salvato per la forte risoluzione ; che avea di far con degna penitenza de' suoi peccati , e per lo dolore che n'ha avuto , il quale è stato sì grande , che gli ha scancellata anche la pena .

5. " L'arma più potente per vincere il Demonio è l'Umiltà . Perché non sapendola egli punto adoperare , né pure sa da essa difendersi ." S. Vincenzo de Paoli .
Ritornando S. Macario un dì alla sua cella , incontrò il Demonio , che con una falce in mano tentò di segarlo per mezzo ; ma non poté farlo , perché quando gli fu vicino , perdé le forze . Onde tutto pieno di rabbia gli disse : Gran violenza patisco io da te , o Macario ; perché desiderando io grandemente di nuocerti , non posso . Gran caso ! Io faccio tutto quello che fai tu , ed anche di più : Tu digiuni alcune volte , ed io non mangio mai : tu dormi poco , ed io non chiudo mai gli occhi : tu sei casto , ed io pure . In una sola cosa mi passi . E quale è questa cosa ? ripigliò Macario . Ed il Demonio : è la tua grande Umiltà . E ciò detto : disparve senza lasciarsi più vedere .   Comparve una volta il Demonio ad un Monaco in forma dell'Arcangelo Gabriele , e gli disse , che veniva a lui mandato da Dio . Ed il Monaco rispose : Vedi che non sii mandato ad un altro . Ed il Demonio subito disparve .   Scongiurando un vecchio Sacerdote un energumeno , il Demonio disse , che non sarebbe uscito di quel corpo , se prima ei non gli dicea quali fossero i capretti , e quegli gli agnelli : ed il buon Sacerdote rispose subito : i capretti son tutti quelli , che son simili a me . Quali poi siano gli agnelli  , lo sa Iddio . Alle quali parole il Demonio disse gridando : e io per la tua umiltà non posso stare più qui , e subito uscì .

6. " Le persone umili , che si tengono basse in se stesse , ed amano di esser tenute da poco e disprezzate dagli altri , piacciono sommamente a Dio : e però egli si abbassa volentieri a loro , versa sopra di esse i tesori delle sue grazie , rivela loro i suoi segreti , e l'invita , e le tira dolcemente a se . Così è . Quanto più uno scende in giù , e si abbassa innanzi agli uomini , tanto più sale in alto e si fa grande nel cospetto di Dio , e tanto più chiaramente vedrà un giorno la Divina Essenza ." A Kem.
S. Geltrude , sentendo un dì sonar la campana per la Comunione , e vedendosi non tanto preparata , quanto desiderava , disse al Signore . Già veggo , che voi venite a me ; ma perché non avete istillati nel mio cuore gli ornamenti di divozione , co' quali io potessi venirvi incontro più decentemente preparata ? Ed il Signore le rispose : Sappi , che alle volte io mi diletto più della virtù dell'umiltà , che della divozione esteriore .   Un Religioso non potendo intendere un passo della Scrittura Sagra , degiunò sette settimane , né potendolo tuttavia intendere , risolvé d'andare a domandarne ad un altro Monaco ; ma appena fu uscito di cella , gli apparve un Angelo , mandatogli apposta da Dio , che gli disse : Il tuo digiuno non ti ha reso grazioso a Dio , ma questa tua umiliazione si ; e poi spiegogli il dubbio .   Taide , convertita che fu , si tenea tanto bassa negli occhi propri per cagione della sua mala vita passata , che non aveva ardire di profferire il Santo Nome di Dio , neppur per invocarlo , ma solamente dicea : Creator mio , abbi misericordia di me . E per causa di questa sua umiltà arrivò a sì sublime grado di perfezione , che avendo Paolo il Semplice veduto un bellissimo posto voto in Paradiso , che egli credea dover esser per S. Antonio , intese dirsi , che tra quindici giorni sarebbe stato occupato da Taide .   S. Bonaventura diceva : Io so cosa fare per placare il Signore . Mi riputerò come sterco , mi renderò intollerabile a me medesimo ; e quando mi vedrò confuso , avvilito , conculcato , e ricolmo d'ignominie , ne goderò e n'esulterò . E perché da me stesso non posso avvilirmi , né detestarmi tanto , quanto debbo ; chiamerò in aiuto tutte le creature , desiderando di esser da loro confuso e punito , giacché ho disprezzato il loro Creatore . Questo sarà il mio caro tesoro , congregare obbrobri e travagli sopra di me , ed amare intimamente tutti quelli , che mi aiuteranno in questo , ed abborrire tutte le consolazioni ed onori della vita presente . E tengo per certo , che se farò così , si aprirà sopra di me miserabile ed indegno il tesoro della Divina Pietà .   S. Francesco d'Assisi non solo si riputava un niente , il maggior peccatore del Mondo , e degno dell'inferno ; ma ancora meritevole , che Iddio non volgesse il pensiero sopra di lui : ed un giorno mentre egli stava dicendo tali cose ad un suo compagno , questi vide in ispirito che gli stava preparata in Cielo una sedia tra i Serafini .

7. " E' la maggior grazia del Signore un giorno di umile conoscimento , ancorché ci sia costato molte afflizioni e travagli , che molti di orazione ."  S.Teresa .
S. Geltrude pensando una volta ai benefici , che avea ricevuti da Dio , si arrossì talmente , che divenuta esosa a se medesima , si riputava indegna di star avanti a Dio ; ed avrebbe voluto trovare un nascondiglio per nascondere la propria turpitudine , e per poter allontanare dalle narici degli uomini , giacché nol potea da quelle di Dio , il gran fetore , che di lei usciva . Al qual fatto Cristo si abbassò a lei con tanta benevolenza , che tutta la Celeste Corte se ne stupì .   La V. M. Serafina di Dio ebbe un giorno un lume chiaro , per mezzo del quale ( come ella dice nella relazione , che ne fece al suo Direttore ) conobbe chiaramente , ch'essendo Iddio per l'esser suo una lucidissima verità , non può vedere in se , se non quel che veramente è , cioè perfezioni infinite , delle quali gode e compiacesi . E però quando egli vuole unire un'Anima a se , comunica a quella una luce di verità , per cui ella vede senza error e senza inganno l'esser suo : cioè che da se stessa non ha fatto mai bene alcuno , né è abile a farne : che non ha in se , se non inclinazione al male , e che quando ha di bene , tutto l'ha da Dio . E questo non ha bisogno di andarlo molto considerando , e sminuzzando , perché con tal luce di verità le apparisce tanto chiaro che il vedere altramente sarebbe oscurità e bugia . Stando poi l'Anima in questa chiara luce , sebbene negli occhi suoi comparisce brutta , deforme , e odiosa a se stessa ; negli occhi però di Dio apparisce bella e molto grata , perché divien simile alla vera e lucidissima natura di lui . Ed in fatti la medesima serva di Dio dopo aver menata una vita innocente e molto perfetta , venne un tempo a conoscere le sue imperfezioni con tal chiarezza , che le sembravano gravissimi ed orrendi peccati , tantoché ne concepì gran rammarico , e non sapea darsi pace : e nel sentirsi riprendere de' mancamenti punto non si scomponea ; ma dicea tra se : questi , che vedete , son niente , se vedresti ogni cosa , oh quanto mi abborrireste , e mi fugireste ! Ma il Signore la consolò con dirle interiormente , che le sue passate imperfezioni in tanto le sembravano così grandi , perché l'Anima sua si ritrovava nello stato di luce chiara , ma che però allora quelle deformità non v'erano più , per averle egli già cancellate col sangue suo .

8. " Abbi te stesso a vile : Gradisci di esser tenuto anche dagli altri per tale : non t'ingrandire per li doni di Dio ; ed allora sarai perfettamente umile ." S. Bonaventura .
Un'Anima di questa fatta era appunto S. M. Maddalena de' Pazzi . Poiché fu scritto di lei ch'era si vile negli occhi propri , che mirava continuamente se stessa come una creatura vilissima , e come la cosa più schifosa , e più abbominevole , che fosse sopra la Terra . Onde essendo stata chiamata un giorno alle grade dalla Duchessa di Pracciano , disse con gran sentimento se la Signora Duchessa sapesse ; che Suor M. Maddalena è l'abbominazione di questo Monastero , si guarderebbe di nominarla , non che di farla chiamare . Ed in questo medesimo aspetto che ella appariva agli occhi propri , desiderò sempre apparire agli occhi degli altri . Onde quando veniva disprezzata , o in qualche maniera avvilita , tanto ne godea , che per lo gran contento , che ne provava , dopo tali umiliazioni era spesso rapita in estasi . Quindi è , che non potea soffrire di vedersi onorata e stimata , e che altre avessero buon concetto di lei : e perciò spesso ed in pubblico , ed in privato , soleva accusarsi d'ogni menomissimo difetto , e sempre con caricatura . Anzi le cose , che non eran difetti , le diceva in modo , che le faceva apparir difetti notabili : come fu un giorno , in cui dovendo spartire un pinocchiato , mangionne due grani , che di quella erano usciti ; e di questo si accusò con dire , ch'era stata golosa , ed avea mangiato fuor di mensa contra le costituzioni . Procurava poi inoltre a tutto suo potere di nascondere le sue virtù e sante operazioni : e non potendolo tal volta fare , le sminuiva quanto più potea  , dimostrandole piene di mancamenti ; sicché facea comparire le azioni più perfette , degne di riprensione , o almeno le facea passare per cose naturali , e provenienti dalle sue proprie inclinazioni . E perché non potea né impedire , né coprire i fatti , che le accadeano ; le dispiaceva molto d'esser veduta e sentita parlare su di essi : tanto che un giorno si lamentò col Signore , dicendo : O Gesù mio , perché mi hai conferite tante cose tra te , e me sola , ed ora vuoi , che io le manifesti ? Non mi hai tu promesso , che siccome tu fosti nascosto , così debbo esserlo anch'io ? Ed una volta che il Confessore le ordinò , che riferisse alle compagne ciò che nell'estasi le occorrea , pianse amaramente a questo comando , e piangeva ancora nel riferire tali cose ; tanto che giunse a pregar il Signore a non darle tali intelligenze . Da tutte queste cose poi non solo non traeva alcuna compiacenza e stima per se , ma appena uscita di esse come se avesse commessi difetti , si umiliava a tutte e sino all'ultima novizia e conversa , e si metteva a fare gli esercizi quotidiani con esse , e conversava con loro con tutta umiltà e carità , ch'era cosa ammirabile l'averla veduta e sentita parlare colla Maestà di Dio con tanta altezza di concetti , e poi subito vederla co' prossimi tanto umile , dipendente , e soggetta .

9. " L'umiltà , che Cristo tanto ci ha raccomandata e con le parole , e cogli esempi , dee avere queste tre condizioni . La prima , stimarsi con ogni sincerità degno del vitupero degli uomini : la seconda , godere che gli altri veggano quanto è in noi d'imperfetto , e per cagione di quello ci dispregino : la terza , quando il Signore opera in noi , o per nostro mezzo alcun bene , se è possibile , occultarlo alla vista della propria bassezza ; e quando ciò non si può fare , attribuirlo alla divina Misericordia ed a' meriti degli altri . Chi arriverà ad averla tale , beato lui ! E chi non l'avrà non gli mancheranno mai guai ." S. Vincenzo de' Paoli .
Possederanno molto apertamente la prima condizione S. Chiara , che solea dire alle sue compagne : o sorelle , se voi mi conoscereste bene , mi abborrireste , e mi fuggireste come un'appestata ; perché io non son quella che vi credete , ma una mala femmina .   La V. Suor M. Crocifissa , che ti tenea per la più vile creatura , che fosse al Mondo , e lo dicea sovente alle sue compagne , e con sentimenti di tanta sincerità e perfetta umiliazione , che l'eccitava a compunzione : giugnendo sino a domandar licenza di ritirarsi in un Convento di convertite , e dicendo esser questo a proposito per lei , che dovea far vita da penitente .   S. Francesco Borgia il quale tanto era sprofondato nel basso concetto di se medesimo , che si stupiva come la gente lo salutasse quando andava per le strade e come non lo caricassero di sassate .   Possederono in alto grado la seconda condizione la medesima S. Chiara , la quale con tutto che scoprisse a tutti i Confessori i suoi maggiori mancamenti , affinché prendessero di lei cattivo concetto ; vedendo , che non l'ottenea , li mutava spesso colla speranza di trovarne alcuno , che la tenesse per una cattiva creatura , quale veramente le parea d'essere .   S. Caterina di Bologna , la quale per esser vilipesa da tutti non solo dicea tutti i suoi peccati a' Confessori , ma lasciava a bello studio cader in terra la carta , in cui erano scritti , ; S. Giovanni della Croce , il quale essendo Vicario Provinciale , e trovandosi in Granata , ov'era tenuto per Santo , venne là a trovarlo un suo fratello tanto povero , che vivea di limosina : ed egli nel vederlo colla cappa tutta lacera , se ne rallegrò , quanto avrebbe fatto un altro in veder suo fratello in gala . E di più essendo un giorno visitato dal Duca , glie lo fece vedere dicendo , che quello era suo fratello , che lavorava nel Convento per poter vivere .    Possederono ottimamente la terza condizione S. M. Maddalena de' Pazzi . La quale quando veniva richiesta , e comandata dalla Superiora a fare il segno della Croce sopra qualche inferma o a fare orazione per qualche bisogno , chiamava sempre alcun'altra in sua compagnia a far quell'azione , o quella orazione : affinché ottenendosi la grazia , si potesse attribuire non a lei , ma alla virtù dell'altra . E così appunto facea , se la grazia ottenevasi , attribuendola sempre all'altrui merito , non al suo .   L'istesso si può dire di quell'Abbadessa per nome Sara , di cui vien riferito nelle Vite de' PP. che essendo stata combattuta per tredici anni dal Demonio , e finalmente essendone stata per le sue ferventi orazioni liberata , il Demonio le disse : m'hai vinto , Sara , ed ella : non son io , che ti ho vinto , bensì il mio Signore Gesù Cristo .    Ma in modo singolare mostrò di possedere la bella parte di attribuire a Dio quanto di bene faceva il V. M. di Palafox . Perocché mirava egli le sue buone azioni non come suoi , ma come puri effetti della Grazia : e però in vece di credere , come comunemente si suole , di farsi con esse merito appresso Dio , credea , che anzi con farle , se gli accrescessero le obbligazioni col medesimo Dio . E come pensava , così appunto ne parlava ; essendo suo solito di professarsi obligato sommamente al Signore , perché gli avesse comunicata una gran quiete d'animo , un pentimento continuo dei suoi peccati , una gran sofferenza e consolazione nelle contrarietà e nei travagli , un grande amore , e rispetto verso dei poveri , e verso dei suoi persecutori ; per avergli tolto ogni affetto alle ricchezze , agli onori , ai comodi , alla propria stima ; per avergli fatta la grazia di frequentar con avidità le penitenze , gli Ospedali , le divozioni , e data forza e talento per far savi ed utili regolamenti , per fabbricar molte Chiese , e per fare ogni sua azione puramente ed unicamente per l'onore e servizio di S. D. M. e simili . E quel ch'è più ammirabile , si è che da tutte queste buone e sante opere , che anche nelle persone più dabbene sogliono generare un certo buon concetto e stima di se , ed un credersi meritevole di lode presso presso gli uomini , e di premio appresso Dio : altro egli non ne ritraeva , che confusione e timore ; poiché rimirandole come grazie speciali concedutegli dalla divina Bontà , delle quali avrebbe da rendere un giorno strettissimo conto pensava , che in quel giorno estremo alla presenza di tutti gli uomini , sarebbero altrettanti capi di accuse contra di lui , per non aver egli corrisposto a tanti favori divini con una vita migliore e più perfetta .   Da tutte e tre queste condizioni era accompagnata l'Umiltà di S. Vincenzo de Paoli : poiché egli avea sì bassa stima di se , che si riputava gran peccatore , un uomo scandaloso , di peso a tutti , ed indegno di stare nella medesima sua Congregazione . Quindi è , che spesso si diceva invecchiato peccatore , peccatore abbominevole , indegno di vivere , e bisognoso in estremo della Misericordia di Dio per l'abbominazione della sua vita . Ed un giorno prostrato avanti a' suoi Missionari , disse con gran sentimento : Se vedreste le mie miserie mi scaccereste di casa , alla quale son di danno , di peso , e di scandalo . Io certamente sono indegno di stare nella Congregazione per gli scandali , che le do . E perché così appunto la sentiva con tutta verità , bramava , che così pure la sentissero gli altri . E perciò aveva gusto , che a tutti fossero palese le sue imperfezioni , ed egli medesimo le scopriva spesso a tutti nelle occasioni , affine di essere tenuto da tutti in poca stima , e dispregiato . Onde spesso dicea di essere figlio di un porcaro , un ignorante , un povero studente di Grammatica . Per questo mostrò a tutti quei di casa , ed a molti Signori esteri un suo nipote povero , ch'era venuto a trovarlo . E perché quando fu avvisato della di lui venuta , sentì un primo moto di ripugnanza a lasciarlo vedere ; di questa poi si accusò più volte avanti de' suoi , come d'un gran mancamento , con esagerar molto la sua superbia . Quindi non poteva egli soffrire di sentirsi lodare , e di vedersi tenere in qualche concetto : e però avendogli un giorno una donna povera , per indurlo più facilmente a farle la limosina , detto in presenza di molte persone riguardevoli , ch'era stata serva della sua signora madre ; il Santo , a cui dispiacque quell'onore , rispose subito : O povera donna , voi vi siete ingannata , mia madre non ha tenuta mai serva , anzi , ella ha servito , ed è stata moglie di un povero contadino . Per questa cagione non fu mai inteso parlare di opere tanto eccellenti da lui fatte , e di tanti rari avvenimenti occorsogli . E basta per testimonio di ciò , che essendogli offerte infinite occasioni di parlare della sua schiavitù in Tunisi , massime nelle esortazioni , che frequentemente faceva a' suoi , ed agli esteri , per moverli a porgere aiuto ai poveri schiavi di Barbaria , non si lasciò mai uscir di bocca una parola né di se , né di quello che avesse detto , o fatto per convertire colui , che lo tenea schiavo , e per fuggirsene con lui dalle mani degl'infedeli , né di qualunque altra cosa accadutagli in que' Paesi : che è un caso raro , per lo godimento , che ognuno naturalmente ha di raccontare i piccoli e accidenti scabrosi ed avversi , da' quali è felicemente uscito ; e specialmente quando il successo fa conoscere in noi qualche virtù , e può ridondare in nostra lode . Che se poi la  necessità , ovvero il bene del Prossimo l'astringea talvolta a dire alcuna cosa di ciò che avea operato a gloria di Dio ; se vi era niente di male accaduto , attribuiva a se tutto ciò , che potea recar confusione , quantunque egli non vi avesse data occasione alcuna ; e se vi era stato del bene , lo raccontava con termini molto umili , attribuendo tutto al zelo , ed alla fatica degli altri , e sopprimendo per quanto potea quelle circostanze , che poteano ridondare in propria lode . E sempre d'ogni minimo bene , che facea , nel suo medesimo modo di parlare ne diceva Iddio la prima ed unica causa . Onde non dicea mai : Io ho fatto questo , ho detto , ho pensato questo ; ma Iddio mi inspirò alla mente questo , mi pose in bocca queste parole , mi diede forza di far questo , e simili .   L'Umiltà di S. Francesco di Sales era , dice la B. M. di Chantal , Umiltà di cuore . Poiché avea egli per massima , che l'amor della nostra abbiezione non ci dee abbandonare un sol passo ; e perciò si studiava di coprire più che poteva i doni della Grazia , proccurando di comparire uomo di minor condizione , che non era : onde mostravasi tardo e lento nel parlare anche in quelle cose , che ben sapea .

10. " Dobbiamo considerare sempre gli altri come nostri superiori , e soggettarci a loro , ancorché si sieno inferiori ; con prevenirli con ogni sorta di rispetto e servitù . Oh che bella cosa sarebbe questa se piacesse a Dio di stabilirci bene in tal pratica ."  S. Vincenzo de Paoli .
Così appunto egli medesimo praticava. Facea stima di tutti , e tutti riputava migliori di se , più prudenti , più perfetti , più capaci , e più atti per qualunque impiego , che non era esso , e per questo poi non sentiva alcuna difficoltà di soggettar ad ognuno i suoi sentimenti . Si legge d'una buona Monaca di casa in Napoli detta suor Rachele Pastore , che avea formato un concetto sì basso di se stessa , che riguardava tutte le persone appunto come sue Superiori , e con questa riflessione così ben fissa nel cuore si avviliva e si umiliava alla presenza di tutti .

11. " Nostro Signore dice , che chi vuol diventare maggiore degli altri è necessario , che si faccia minore di loro . E' questa una verità , che tutti i Cristiani la credono ; e pure come va , che si pochi la praticano ? "  S. Vincenzo de' Paoli .
Il medesimo Santo fu uno di questi pochi . Poiché avendo egli sempre avuto sì basso concetto di se , ed avendo tanto procurato di abbassarsi sotto di tutti , Iddio l'esaltò per mezzo di tante opere grandi , che gli commise , per mezzo del concetto grande , in cui era comunemente , e colle copiose benedizioni , che dava a tutte le sue azioni .   S. Paola , per attestazione di S. Girolamo , spiccò tanto nell'abbassarsi , che se alcuno non l'avesse mai veduta , e per la gran fama , che di lei correva , avesse bramato di vederla , nel vederla non avrebbe creduto , quella esser lei , ma l'ultima delle sue serve : perocché stando attorniata da Cori di pie Verginelle , e nel vestire , e nel parlare , e nel camminare compariva sempre la minima di tutte .

12. " Non credere d'aver fatto profitto nella Perfezione , se non ti tieni per lo peggiore di tutti , e se non desideri di esser posposto a tutti : perché questo è proprio di quei , che sono grandi negli occhi di Dio , essere piccoli negli occhi propri : e quanto più sono gloriosi innanzi al Signore , tanto più vili appariscono appresso se medesimi . " S. Teresa .
Orando un dì S. Antonio , intese questa voce : Antonio tu non sei ancora giunto alla perfezione di un tal Coriario , ch'è in Alessandria . Andò subito il Santo a trovar colui ; e richiestolo dalla sua vita , quegli rispose : Io non so d'aver mai fatto bene alcuno ; onde alzato che sono la mattina , dico tra me , che tutta la gente di questa Città si salverà per le sue buone opere , ed io solo mi perderò per li miei peccati ; e l'istesso dico pure la sera con tutta sincerità prima d'andare a letto . No , no , ripigliò S. Antonio , tu coll'arte tua t'ha assicurato il Cielo ; ed io , come senza discrezione , non sono arrivato alla tua misura .   Nelle vite de' PP. si narra di un certo Monaco , il quale dando conto del suo interno all'Abate Sisois , disse , che portava quasi di continuo dentro di se la memoria di Dio . L'Abate gli rispose . Questa non è gran cosa : la gran cosa sarebbe se tu vedessi sempre te stesso sotto ogni creatura .   Essendo stato ricevuto in un Monastero un uomo principale d'Alessandria , l'Abate , che nel suo aspetto , e da altri segni lo prese per uomo aspro , altiero , e gonfio della vanità del secolo , volle guidarlo per la via sicura dell'Umiltà , e però lo mise alla porteria con ordine di gettarsi a' piedi di tutti quelli , ch'entravano ed uscivano , dicendo , che pregassero Dio per lui , ch'era un peccatore . Ubbidì colui esattamente , e dopo d'essere stato sette anni in quell'esercizio , e di aver acquistata una grande Umiltà , stimò bene l'Abate di fargli prendere l'ordine , ed ammetterlo in compagnia degli altri . Ma egli , ciò inteso , tanto lo pregò e lo scongiurò di lasciarlo in quell'impiego per quel poco tempo , che dicea dovergli restar di vita , che finalmente l'ottenne . E fu indovino , perché dieci giorni dopo se ne morì con gran quiete , e sicurezza della sua salute . Il fatto vien riferito da S. Giovanni Climaco , il quale dicea di aver parlato con quest'uomo ; e che avendogli domandato in che si occupasse in tutto quel tempo che stava alla porta ; rispose , che tutto il suo esercizio era di riputarsi indegno di stare in quel Monastero , e di godere la compagnia e vista dei Padri , e di neppur alzar gli occhi per guardarli.   Si legge della V. M. Serafina di Dio , che parea non avesse gli occhi , che per guardare ed esagerare i propri difetti , e per ammirare negli altri la loro virtù . Ond'è che quando vedea , che gli altri facessero alcun bene , con gran sentimento dicea : o beati loro ! Tutti attendono a servire Iddio fuorché io . E quando ne vedea a' piedi de' Confessori , stima , che d'altro non parlassero , che di Dio ; e si rammaricava con se medesima , che altro non andava a dire a quelli , che scelleraggini e peccati . E se mai vedea farsi da alcuno qualche difetto , lo sapea facilmente scusare e compatire . Ed in questa maniera ella sapea mantenersi anche in vista degli altrui mancamenti nel concetto , che di se avea di esser peggiore di tutti .

13. " Esser uno molto insegne in virtù , e veramente grande innanzi a Dio , e da esso accarezzato e stimato , e con tutto ciò tenersi per piccolo e vile negli occhi propri , quanto è quella umiltà tanto grata a Dio , e tanto rara fra gli uomini , che si trovò perfettissimamente nella SS. Vergine , la quale al sentirsi eleggere per Madre di Dio , si riconobbe per serva e schiava . " S. Bernardo .
Fu ammirabile in questo S. M. Maddalena de Pazzi , la quale tutto che fosse arrivata ad una eccelsa perfezione e santità , e si vedesse arricchita da Dio di straordinarie grazie e favori , fin della virtù di far miracoli , contuttocciò aveva una stima sì bassa di se , ed un concetto sì vile , che facea stupire quanti la conosceano . Né era questo un concetto di pura immaginazione , e sole parole , ma vero e schietto , come chiaramente lo diede a conoscere in un'estasi , in cui mostrandolo il Signore la forza e virtù , che volea comunicarle contra le gagliarde tentazioni , che avrebbe patite da' Demoni ; proruppe con gran sentimento in queste parole : Confusione mia , che nella più bassa e vile creatura del Mondo , quale io sono , tu vuoi mostrare l'immensità de' tesori della tua liberalità e misericordia !   L'istesso fu di S. Vincenzo de Paoli . Benché le sue virtù fossero conosciute da tutti quei , che lo praticavano , non ostante tutte le industrie usate da lui per nasconderle : con tutto ciò a lui solo erano ignote : perché mettendosi di continuo avanti gli occhi la propria bassezza , questa gliene toglieva la vista : dimodoché quantunque in verità egli fosse ricco , e molto abbondante di virtù e di doni celesti , pure si stimava sempre povero , bisognoso , e nudo di ogni bene spirituale : Onde il titolo , che ordinariamente si dava , era : Questo miserabile .   S. Teresa nel pensare a' favori , che ricevea da Dio in tanta abbondanza , si umiliava di vantaggio , con dire , che il Signore in questo Mondo teneva in piedi la sua estrema debolezza , e che questi sostegni la dimostravano più cadente , come più cadente si mostrava una casa , che ha bisogno di puntelli per reggersi .

14. " La vana compiacenza ed il gusto di comparire , e che si parli di noi , che si lodi la nostra condotta , e si dica , che riusciamo bene , e che facciamo maraviglie ; questo è un male , che ci fa scordare di Dio , e che infetta le nostre più sante azioni ; ed è un vizio il più pernicioso , che vi sia per lo progresso nella vita spirituale . Io non so intendere , come possa credere , e tener per verità di Fede , che chi si esalta sarà abbassato , uno che cerca di passar per uomo dabbene , e per persona savia , vigilante , e capace . "  S. Vincenzo de' Paoli .
Il famoso Fra Giustino Religioso di S. Francesco , dopo d'aver ricusati gran favori ed uffizi onorevolissimi offertigli dal Re di Ungaria , si fece religioso di S. Francesco ; e vi profittò tanto , che pativa frequenti estasi , e un giorno pranzando a mensa in Convento , fu rapito in aria , ed andò sopra tutt'i Religiosi ad adorare un'immagine della Vergine , ch'era dipinta in alto sul muro . Per lo qual fatto Eugenio IV lo chiamò a se , e non lasciandosi baciar i piedi , l'abbracciò ; e poi fattolo sedere , e tenuto con lui un lungo discorso , gli diede molti regali e indulgenze . E perché egli s'invanì di tal favore , S. Giovanni da Capistrano nel vederlo : Oh , gli disse , andasti Angelo e sei ritornato Demonio ! In fatti da allora in poi crescendo ogni dì nelle insolenze , uccise col coltello un Religioso , e dopo fattane la penitenza in carcere , se ne fuggì nel Regno di Napoli , ove fece tante scelleraggini che morì in prigione .   Un Santo Monaco abitando una notte in una casa di Religiose , ove era un figliuolo tormentato continuamente dal Demonio : questi per tutta quella notte stette quieto : per lo che la mattina lo pregarono a portarselo seco nel Monastero , e tenerselo sinché ei fosse guarito affatto . Il che avendo fatto , e vedendo , che al figliuolo non succedea più niente , disse a' suoi Monaci queste parole con qualche compiacenza : Il Demonio burlava con quelle Monache nel tormentar questo fanciullo , ma dappoiché egli è venuto al Monastero de' servi di Dio , non ha avuto più ardire di accostarsegli . E subito detto questo , il figliuolo , in presenza di tutti ricominciò a patire le solite vessazioni : ed il Monaco pianse il suo errore .   Essendosi un altro Monaco gloriato di aver fatto due stuore in un giorno avanti S. Pacomio suo Abate ; il Santo lo riprese , e gli ordinò , che portasse le due stuore su le spalle avanti gli altri Monaci , e chiedesse perdono a tutti , perché aveva stimato più quelle stuore , che il Regno de' Cieli , e li pregasse di raccomandarlo a Dio ; ed in oltre per cinque mesi stesse chiuso in cella , senza mai lasciarsi vedere , ed in tutto quel tempo facesse due stuore al giorno .    S. Tommaso d'Aquino sin da' suoi primi anni fu sempre nemico degli applausi popolari ; poiché non uscì mai dalla sua bocca una parola di propria stima . Perché poi non intese mai tentazioni di vanità , o di compiacenza , come attestò egli medesimo a Fra Reginaldo , dicendo , che rendea grazie a Dio , per non essere mai stato travagliato dalla superbia .   S. Vincenzo de' Paoli per chiudere il passo alle compiacenze , si avea fatto questa risoluzione . Quando sto facendo un'azione pubblica , e posso tirarla innanzi con onore , e non la farò ; ma lascerò che quelle circostanze , che potrebbero darle lustro , e portare a me stima . Di due pensieri , che mi vengono in mente , manifesterò il più infimo per umiliarmi , e riterrò il migliore per farne nel segreto del mio cuore un sacrifizio a Dio ; essendo alle volte più espediente il far meno bene una cosa nell'esterno , che compiacersi d'averla ben fatta ; ed esserne applaudito e stimato : poiché è una verità evangelica , che il Signore in niun'altra cosa tanto si compiace , quanto nell'umiltà di cuore , e nella semplicità del parlare , e dell'operare . In questo è dove risiede il suo spirito , e indarno cercasi altrove . E questa risoluzione l'osservava puntualmente . Onde viaggiando un giorno con tre de' suoi Sacerdoti , raccontò loro per divertimento un caso altre volte occorsogli ; ma nel più bello del discorso percotendosi il petto , troncò il ragionamento , con dire di essere un miserabile , pieno di superbia , e che sempre parlava di se . Ed arrivato a casa , prostratosi avanti di loro , dimandò perdono dello scandalo dato ad essi con parlare di se stesso .

15. " Che è questo , Dio mio , che pensiamo noi di cavare dal comparire avanti le creature , e dal piacere ad esse ? Che importa a noi l'essere da loro incolpati , o tenuti per vili , se avanti di voi siamo grandi , e senza colpa ? Ah , che noi non finiamo mai d'intendere questa verità , e così non arriviamo mai a stare sulla cima della perfezione ? I Santi non aveano maggior gusto , quanto di vivere sconosciuti ed abbietti nel cuor di tutti . " S. Teresa .
Un Santo Vescovo , per vivere sconosciuto , lasciò il Vescovato , e di nascosto andò in Gerusalemme vestito poveramente , e si mise a lavorare . Ma un Conte avendolo trovato più volte in terra dormendo con una colonna di fuoco , che usciva di lui , e s'innalzava sin al Cielo , un giorno ritiratolo da parte , lo richiese chi fosse ; ed egli rispose di esser un povero uomo , che viveva delle sue fatiche , per non avere di che sostentarsi . Non contento di ciò il Conte , lo pregò tanto a dirgli la verità , che egli , facendosi promettere di tenerlo segreto fin che vivesse , gli scoprì chi fosse , e di esser partito di là per fuggir la riputazione e la stima : tenendo per cosa indegna d'un Cristiano , che dee aver sempre a memoria le ingiurie ed obbrobri , che furono fatti al Signore , l'aver gusto di essere onorato e riverito dagli uomini .   S. Niccolò di Bari avendo gettato occultamente di notte nella casa di un Gentiluomo scaduto , per due volte una somma di denaro , perché potesse maritar le figlie , tornato a farlo la terza volta , fu scoperto , ed egli fuggì con prestezza .   L'Abate Pitiro , uomo celebre in santità , bramava di sapere , se nel Mondo vi fosse qualche Anima più perfetta della sua , per poter da lei apprendere il modo di meglio servire a Dio . Gli apparve pertanto un Angiolo , e gli disse : va nel tal Monastero della Tebaide , ove abitano 400 Monache ; fra le quali ne troverai una per nome Isidora , che porta in capo un diadema ; e sappi , che questa è di gran lunga più perfetta di te . Era questa una buona verginella , la quale si avea posto in cuore d'avvilirsi per Cristo quanto più potea . Perciò portava uno straccio avvolto in capo , andava scalza , stava applicata a' ministeri più vili della cucina , dimorava sempre sola , se non quando dovea trovarsi alle faccende comuni : non mangiava con le altre , ma dopo raccoglieva gli avanzi loro , e di quelli cibavasi , e per bere usava quell'acqua , che era servita per lavare i piatti e le pentole . Sicché tutti l'abborrivano di tal maniera , che per qualsiasi gran cosa niuna avrebbe mangiato con essa ; era finalmente il giuoco e lo scherno di tutte , e da tutto ingiuriata e maltrattata , e tenuta per pazza . Ella però non parlava mai , non facea ingiuria a nessuna , né mai mormorava , o si lamentava per qualunque maltrattamento che le fosse fatto . Si portò dunque Pitiro a questo Monastero ; e pregata l'Abbadessa di far venire alle grade tutte le Monache , riguardandole , in niuna scoprì il segnale datogli dall'Angelo ; e però disse , che non vi eran tutte . Ma no , risposero ,  non manca alcuna , fuorché una pazza , che sta sempre chiusa in cucina . E bene , fatela venire , soggiunse egli . Ma ella , che in ispirito avea conosciuto ciò che le doveva avvenire , si era nascosta in un luogo secreto per non intervenirvi . Però ritrovata a grande stento , ed istantemente pregata a nome della Superiora , venne : e Pietro appena vedutala , la riconobbe , e subito si gettò a' suoi piedi , e si raccomandò alle sue orazioni . Attonite a tal fatto le monache : Padre gli dissero , voi prendete abbaglio , questa è una pazza : Le pazze siete voi ripiglia l'Abate , sappiate che questa è più santa di me e di voi . Allora prostratesi tutte a' piedi di lei , confessarono la loro iniquità , e le chiesero perdono di tanti strapazzi fattile . Ed essa non potendo soffrir l'onore ricevuto , dopo pochi giorni se ne fuggì di là , e non se n'ebbe più nuova .   Leonora Imperatrice avendo penetrato , che il suo Confessore , per molte istanze fattegli da altri , si avea scritte molte delle di lei eroiche azioni e virtù , per divulgarle dopo la di lei morte , venuto questi all'ultima malattia ella fu più volte a visitarlo ; ed un giorno fra gli altri uscì dalla stanza di lui con alcune scritture avvolte in un fascio , e giunta in Corte , le diede immantinente alle fiamme . E fu comune e costante opinione , che fossero appunto le cose , che gli avea scritte di lei , e che a forza di preghiere le avesse da lui ottenute ; poiché dopo la di lui morte tra i suoi scritti nulla di ciò si trovò , che pur si sapea aver egli scritto . Non le riuscì però lo stesso in un'altra cosa , ancorché la tentasse a tutto suo potere . E fu , che stando essa nell'ultima sua infermità , le venne a mente una cesta , in cui tenea riposto il tesoro dei suoi ordigni di penitenza , quali antecedentemente non avea potuto ritirare , ed allora non potea , per aver perduto la favella . Ond'è , che si mostrava in grande affanno , facendo segni colla mano al suo Confessore verso dov'era quel deposito , acciocché lo togliesse di là , e lo portasse via . Ma il Signore , che esalta gli umili , non permise , che quei cenni fossero bastantemente intesi , se non dopo la di lei morte , allorché si scoprì quel tesoro nascosto , che mosse tutti a pianto , mentre si traevan fuori tele macchiate di sangue , vari flagelli altri insanguinati , altri sfilati e logori per lo lungo uso , e molte catenelle con punte acute , i cilici intessuti di setole di cavallo , tutti stromenti , con cui ella macerava le innocenti sue carni .

16. " Quando vedete alcuno , che desidera stima ed onori , e fugge i disprezzi ; e venendo contrariato e dispregiato , si risente , e mostra d'averlo a male : Questo tale , ancorché facesse miracoli , tenete per certo , che è lontano molto dalla perfezione ; perché tutto sarà virtù senza fondamento ."  S. Tommaso d'Aquino .
Che questo Angelico Dottore la sentisse veramente così avanti Dio , è chiaro , perché così  appunto operava egli stesso . Non solo non desiderava egli onori ed applausi , ma gli abborriva , e li fuggiva a tutto suo potere . Venendogli offerto da Clemente IV , l'Arcivescovato di Napoli nel tempo , che i suoi congiunti , per essere decaduti dalla grazia dell'Imperatore , eran venuti in gran povertà , e perciò e da essi , e da molti altri era stimolato ad accettarlo ; egli nulla però di meno lo rifiutò , ottenendo di più dal medesimo Pontefice la grazia , che non gli fosse nell'avvenire mai più offerta dignità alcuna . Pregò in oltre i suoi Superiori di non stringerlo a prendere il grado di Dottore , per l'affetto che avea più ad esser tale , che a comparirlo ; e se lo prese , fu per pura ubbidienza . I dispregi poi in vece di fuggirli , gli accettava volentieri , e sempre con animo tranquillo e volto sereno . Essendo studente non isdegnò di ricevere per ripetitore un suo condiscepolo , il quale vedendo , che egli parlava poco , ciò attribuiva ad ignoranza , ed a poco talento , e lo chiamava il bue muto . Ma ben presto si disingannò , quando vide , esser lui di tale ingegno , che potea fare a lui stesso non solo da ripetitore , ma da maestro . Leggendo egli una volta in refettorio in tempo del pranzo , venne corretto d'una parola come malamente profferita ; ed ancorché sapesse esser profferita bene , nondimeno la replicò conforme gli fu ordinato . Interrogato poi da' compagni perché avesse ciò fatto : perché , disse , poco importa il pronunciare una sillaba breve , o lunga ; ma importa bensì molto l'esser umile ed ubbidiente .   S. Chiara disse un di : se io mi vedessi onorata da tutto il Mondo , non ne concepirei punto di vanità ; e se mi vedessi vilipesa e vituperata da tutto il Mondo , non ne proverei minimo disturbo .    S. Filippo Neri per qualunque oltraggio , o dispregio ei ricevesse , non mai si mostrava rattristato , o scontento . E questa era una cosa tanto chiara e nota appresso i suoi , che solean dire : Al P. Filippo se gli può dir qualsivoglia cosa , che non si turba mai . Venendogli un giorno riferito , che alcuni l'avean chiamato barbocchio , egli se ne rise , e ne fece gran festa .   S. Antonio sentendo lodar molto un Monaco gli fece un'ingiuria ; e vedendo , che quegli se l'ebbe a male , disse : Costui è simile ad un palazzo ricco e vago nel prospetto , e di dentro spogliato da' ladri .

17. " Io son disprezzato e deriso , e me ne prendo fastidio . Così appunto fanno i pavoni e le scimie . Io son disprezzato e deriso , e ne gioisco . Gli Apostoli così faceano . Questo è il più profondo grado dell'Umiltà , compiacersi nelle umiliazioni e abbiezioni , come gli spiriti vani si compiacciono ne' grandi onori ; e sentir pena nelle cose d'onore , e di stima , come la sentono quelli ne' disprezzi ed affronti . "  S. Francesco di Sales .
S. Domenico stava più volentieri nella Diocesi di Carcassona , che in quella di Tolosa , che avea convertiti tanti Eretici . E domandato del perché , rispose : Perché in questa vi sono molti onori , ed in quella solo villanie e strapazzi .   S. Felice Cappuccino sentiva grande afflizione nel vedersi onorato e stimato , e più volte fu sentito dire , che avrebbe desiderato d'essere sommamente deforme , acciocché tutti l'abborrissero ; ed altre volte replicò , che gli sarebbe stato più grato l'esser frustrato e strascinato per le strade di Roma , che riverito dalla gente .   S. Crescenzio Chierico Ostiario , che serviva ad una Chiesa presso ad Ancona , vivea tanto staccato dal Mondo , ch'era cresciuto in grande opinione di santità ; onde venivano da diversi Paesi a vederlo . Fra gli altri ci venne un contadino : e dimandò di lui , mentre stava su la scala aggiustando le lampane . Ma essendo egli di statura molto piccola e sottile , il contadino nel mirarlo , pentissi d'aver fatto quel viaggio , come gli pareva , allo sproposito ; e facendone in cuor suo le beffe , disse tra di se , parlando forte : mi pensava , che costui fosse un uomo grande ; ma per quel che veggo , egli neppure ha le fattezze d'uomo . Il che udito Crescenzio , lasciò incontanente la lampana , e scese con gran celerità ed allegrezza , corse incontro a colui , ed abbracciatolo strettamente disse : Tu solo fra tutti gli altri hai tenuto gli occhi aperti , ed hai saputo conoscere chi io mi sia .   La V. Suor M. Crocifissa non potea ricevere maggior disgusto , che in sentirsi lodare , tanto che quando vedea , che la tenevano in buon concetto , non poteva astenersi dal pianto . Sentiva gran dispiacere , che venissero a notizia d'altri le sue occorrenze soprannaturali . E perciò le Monache per non cagionarle disturbo allorché andava in estasi , appena vedeano qualche segno , che rinvenisse in sé , si partivano tutte fuorché la di lei sorella : la quale però mostrava di aver appressa quella cosa per un deliquio derivato da infermità ; compatendola perciò , edofferendole qualche sollievo . Ma di tutto ciò essa non contenta , tale e tanto era l'abborrimento , che avea alla propria stima , che parendola l'amor di Dio inseparabile dal plausibile concetto di esser tenuta per santa , giunse a fare al Signore questa preghiera : O Signore , io vorrei ubbidirvi , vorrei a' vostri tocchi impennarmi sin al Cielo ; ma che la via vostra patisca questo mostro orribile della umana stima , questa è per me una insoffribile sciagura : poiché niuna vi può amare senza portare buona stima . Vorrei ben far tutto il vostro cammino ; ma solo questo mi è amaro , né vi trovo altra difficoltà  , che questo frapposto d'Inferno . Onde io  qui mi resto , acciocché o voi uccidiate questo mostro , o mi cambiate sentiero .

18. " Di grazia non facciamo conto di certe coselle , che alcuni chiamano torti ed aggravj ; che par che facciamo coselle di pagliuccole come i bambini con questi punti d'onore . Un vero Umile non crede mai , che gli si possa far torto in cosa alcuna . Veramente ci dobbiamo vergognare di risentirci di cosa , che si dice , o si faccia contra di noi : essendo la maggiore iniquità del Mondo il vedere , che il nostro Creatore sopoorta tante ingiurie dalle sue creature , e che noi ci risentiamo anche d'una paroletta contraria . Avvertano bene , sopra tutto le Anime contemplative , che se non si trovan molto determinate a perdonare qualunque aggravio , o ingiuria , che loro venga fatta , non possono molto fidarsi della loro orazione . Perciocché l'Anima che Dio unisce a se in orazione sì alta , non sente veruna di queste cose , e nonl'importa più l'essere stimata , o no ; né , che si dica bene , o male di lei : anzi le danno più pena gli onori ed il riposo , che i disonori ed i travagli . "  S. Teresa .
S. Francesco di Sales se tal volta vedea , che i circostanti mostrassero dispiacere per la malignità di quei che diceano male di lui , soggiungea loro : Vi ho dato mai io quell'autorità di risentirvi in luogo mio . Lasciate che dicano : Questa è una croce di parole , è una tribulazione di vento , la cui memoria perisce col suono . Bisogna che sia ben dilicato chi non può soffrir lo incomodo d'una mosca . Pretenderemo noi forse di essere irreprensibili ? Chi sà , che essi non veggano i miei difetti meglio di me , e non sieno quei che mi amano ? Spesse volte diciamo , che sono maldicenze , quando non sono a nostro gusto . Che torto mai ci vien fatto , quando si ha cattiva opinione di noi , dovendola noi stessi aver tale .   La V. Maria Crocifissa mostrava un estremo contento , quando si vedea poco stimata e tenuta per vile . E perciò le Monache per secondare il suo genio , ordinariamente la trattavano con disprezzo , e con segni di farne poco conto , chiamandola inesperta , sciocca , ignorante . Onde quando voleano indurla a ragionamenti spirituali , che la infervoravano molto , le dicevano : O via Suor Maria Crocifissa date di mano a' vostri spropositi , udiamo le vostre sciocchezze . Ed allora credendo ella , che avesse veramente  a servir per oggetto di burla , con facilità si mettea a parlare . Ma bisognava in oltre che mostrassero di far poco conto di quello che dicea , con istar poco attente , e con parlare di quando in quando tra di loro , mentre ella stava parlando ; altramente si fermava . E per questa medesima cagione niuna potea raccomandarsi alle di lei orazioni ; perché giudicava , che con questo la stimassero atta ad intercedere qualche cosa appresso Dio . Onde per ottenere le orazioni sue , dicevano , esser ella riconosciuta per tanto miserabile , che obbligava le altre a raccomandarla al Signore ; e che però , per non esser ingrata , conveniva , che ella facesse altrettanto per esse .

19. " Chi è vero umile venendo umiliato , più s'umilia : venendo rigettato , gode dello strapazzo ; venendo posto in officj bassi , e vili , li riconosce per più onorati di quelli che merita , e li fa volentieri , e solo abborrisce e fugge le cariche sublimi ed onorevoli . "  Chantal .
Un Cavaliere trasportato da furor giovanile , disse un dì a S. Vincenzo de Paoli , ch'egli era un vecchio matto ; ed il Santo inginocchiatosegli subito a' piedi gli chiese perdono dell'occasione , che forse gli avea data di dirgli tali parole . Ed un Giansenista , che un dì tentava d'insinuare nel medesimo Santo le sue false massime , vedendo , che non gli riusciva , tutto sdegnato lo caricò di villanie , dicendogli tra le altre cose , ch'era un ignorante , e che si stupiva , che la sua Congregazione lo potesse sopportare per Superior Generale . Al che rispose egli : me ne stupisco più io , che sono più ignorante di quello , che possiate voi immaginarvi .    Udendo alcuni Monaci la gran fama dell'Abate Agatone , per far prova della di lui virtù , andarono a ritrovarlo , e gli dissero , che molti erano scandalizzati di lui , perché fosse superbo , immondo , mormoratore , e riscoprisse i suoi difetti con buttarli sopra gli altri . Ed egli rispose , che veramente avea tutti quei vizj ; e prostrato a' loro piedi li pregò , che lo raccomandassero a Dio , e gli ottenessero il perdono di tanti mancamenti . E quelli si partirono molto edificati e stupiti .   Essendo l'Abate Mosé ordinato Prete , il di lui Vescovo comandò a' suoi Chierici , che mentre egli fosse venuto all'Altare , lo scacciassero con vergogna , ed ascoltassero quello che dicea . Quelli così fecero , dicendogli : fuor mal Saracino . Ed egli umilmente si partì , e dicea tra sé : Ben ti sta , uomo malvagio , che non essendo neppur uomo presumesti di andar fra gli uomini .   S. Rosa di Luna per la singolarità della sua vita veniva spesso ingiuriata , e strapazzata in varie guise dalla madre e da' suoi fratelli ; e l'umilissima figliuola credea sempre di meritarsi di peggio e però non solamente non si scusava mai , anzi accresceva ed amplificava le case ; acciò non paresse , che la castigassero a torto , e tutta ne giubilava .   S. M. Madd. de' Pazzi si esercitava volentieri in impieghi laboriosi : e quanto erano più bassi e vili , con tanto maggior gusto e prontezza li facea . L'istesso pure facea S. Luigi Gonzaga .   Che non fecero poi molti grandi uomini per non essere ammessi alle maggiori dignità , massimamente Ecclesiastiche ?   S. Filippo Benzio sentendo , che i Cardinali , essendo accaduta la morte del Papa , voleano elegger lui per successore , si nascose in un Monte , finché fu fatta l'elezione d'un altro .   S. Gregorio Magno essendo già stato eletto in Sommo Pontefice , scappò segretamente , e si nascose in una grotta ; ove scoperto per una colonna di fuoco che apparve là sopra , e forzato ad accettar quella dignità , pure supplicò l'Imperator Maurizio di non confermare la sua elezione ; sebbene non l'ottenne .   S. Ambrogio eletto miracolosamente Vescovo di Milano per bocca d'un fanciullo non ancor atto a favellare , si diede di notte tempo alla fuga , e fece anche altre cose per esser appreso dal Popolo per mal vivente .   S. Gio. Grisostomo , per non essere eletto Vescovo , se ne fuggì nelle solitudini , e tra i deserti .   E S. Amonio Eremita , per non esser fatto Sacerdote , giunse fin a recidersi un'orecchio .

20. " I Missionari debbono gradire di esser riputati poveri di talenti , di nascita , di virtù , e la feccia e spazzatura del Mondo . E quando si presenta loro qualche occasione d'abbiezioni e di disprezzo non solo proprio , ma anche della medesima Congregazione , se ne debbono rallegrare . E con questa misura potranno conoscere i progressi , che fanno nell'Umiltà . "  S. Vincenzo de' Paoli .
Questo Santo , che ben sapea il gran giovamento , che seco portano le umiliazioni , s'innamorò talmente di esse , che un degno Ecclesiastico il quale lo conosceva a fondo , disse di lui di non aver mai conosciuto alcuno tra gli uomini tanto ambizioso d'innalzarsi , e di farsi stimare ed onorare , quanto era questo umil servo di Dio , bramoso d'abbassarsi , d'abiettarsi , e di ricevere umiliazioni , confusioni , e disprezzi : tanto che parea , che in queste avesse egli costituito il suo tesoro in questa vita : e però mettea ogni studio per prevalersi di tutte le occasioni , che se gli offerivano , e da ogni cosa prendea motivo d'umiliarsi . E con quell'istesso affetto , che lo procurava per sé , col medesimo ancor lo desiderava per la sua Congregazione ; bramando , che fosse disprezzata e tenuta in basso concetto . E quando ciò accadea , ne godea non poco .   Avendo la B. M. di Chantal intrapreso un affare di grande importanza , e poi riflettendo , che le avrebbe tirato dietro un gran concetto , subitamente lo lasciò . Ed a quei che si maravigliano come avesse con tanta prestezza troncato e ridotto al niente tutto quel negoziato , disse : subito che mi si offerse agli occhi lo splendore delle sovrane potenze , io rimasi talmente sbagliata e priva di luce , che niente più ho veduto . Eh , ripeté più volte , lo splendore delle Figlie della Visitazione è l'esser senza splendore , e tutta la loro gloria sia nell'umiltà e nell'abbiezione !

21. " Il sopportar gli abbassamenti , e gli obbrobrj è la pietra di paragone dell'Umiltà ed insieme della vera virtù . Perché in questo si è più conforme a Gesù Cristo , ch'è il vero modello d'ogni soda di virtù . "  S. Francesco di Sales .
Il B. Serafico laico Cappuccino , essendo Portinajo solea trattenersi ad orare in una Cappelletta del muro incontro alla porteria . Or un giorno passeggiando il guardiano con un Padre forestiere per là , volete , gli disse , vedere un Santo ? ed accostatosi alla Cappella , lo riprese severamente con dire : che fai tu quà , ipocritaccio ? Insegna il Signore , che si faccia orazione in istanza a porte chiuse , e tu la fai in pubblico per essere veduto . Levati di quà , gabbamondo , e vergognati d'ingannare così i poveri forestieri . A tali rimbrotti tutto lieto Fra Serafino baciò la terra , e quindi partissi con volto sì allegro , con cui altri avrebbe ricevuta una nuova di tutto suo gusto e vantaggio . Un altro giorno fu egli richiesto da un suo compagno di un ago , e d'un poco di filo . E rispondendo esso , che l'ago l'avea , ma non il filo ; l'altro con un modo dispettoso gli disse : si vede bene , che sei uno sciocco , e non sei mai stato buono a nulla . Che farà la Religione di un uomo inetto come sei tu ? Levamiti d'avanti , che non ti posso più vedere . Allora egli senza punto scomporsi , né alterarsi ; si allontanò dal suo correttore , e poco dopo se gli restituì colla solita sua serenità di volto , con grande edificazione dell'altro .   Nelle vite de' PP. si narra di S. Antonio , esser egli arrivato a tanta perfezione , ch'era divenuto insensibile agli oltraggi , come una pietra ; e che per quanti gliene venissero fatti , non istimava mai , che se gli facesse ingiuria . Nelle medesime vite vien riferito , che l'Abate Giovanni un giorno raccontò a' suoi discepoli il fatto d'un giovane , il quale avendo fatta una grave ingiuria al suo Maestro , fu da esso condannato a stare tre anni in ufizio vile , e riceversi tutte le ingiurie , che gli sarebbero fatte senza mai vendicarsene ; e che dopo il triennio essendo ritornato a lui , questi gli ordinò , che per tre altri anni dovesse pagare chiunque gli avesse fatta qualche ingiuria . Il che avendo fedelmente eseguito , lo mandò in Atene a studiar la Filosofia ; ove giunto entrò in una scuola , nella quale vi era un Maestro vecchio , che avendo per uso d'ingiuriare al primo ingresso i suoi discepoli , ingiuriò ancor costui , il quale se ne rise . E richiesto dal Maestro , perché ridesse : come non volete , ch'io rida , rispose , mentre per molto tempo ho pagato a chiunque mi facea delle ingiurie , ed ora le trovo senza pagar niente ? Figliuoli miei , soggiunse qui il S. Abate , il soffrir le ingiurie è la porta , per la quale son passati i nostri Padri per andare al Signore : il che quantunque a prima vista sembri tanto difficile , vedete come coll'esercizio si rende non solo facile , ma anche giocondo .

22. " Il vero Umile dee con verità desiderare di esser disprezzato , burlato , perseguitato , ed incolpato benché a torto . Se vuole imitar Cristo , dove può farlo meglio , che in questo ? Oh quanto savio si vedrà un giorno essere stato colui , che si rallegrò di esser tenuto per vile e anche per pazzo ! poiché tale fu anche stimata la Sapienza medesima . "  S. Teresa .
Narra Cassiano dell'Abate Pafunzio , che essendo questo Superiore d'un Monastero , e vedendosi per la sua venerabile vecchiaja e vita ammirabile molto onorato e stimato da' suoi Monaci , dispiacendogli tanto onore , e desiderando di vedersi umiliato , scordato e disprezzato , una notte se ne uscì segretamente dal Monastero , e vestitosi da Secolare , se ne andò a quello di S. Pacomio , che era molto lontano dal suo , e stette molti giorni alla porta , chiedendo umilmente un abito , prostrato innanzi a tutti quei Monaci , che lo dispregiavano ; rinfacciandogli come dopo di essersi saziato di godere il Mondo , andava a servire Dio , spinto dalla necessità perché gli dessero il vitto ; ma finalmente mossi dalle sue grand'istanze , gli diedero un abito , imponendogli la cura del giardino ; ed assegnandogli uno per Superiore , dal quale dovesse dipendere . Or facendo egli il suo uffizio molto esattamente , e con grande umiltà , non contento di ciò , procurava in oltre di fare ancora tutto quello che gli altri ricusavano , e le cose più moleste e più vili della casa ; e levandosi di notte segretamente , facea molte cose degli ufizj degli altri : del che tutti la mattina si maravigliavano , perché non sapeano chi le avesse fatte . E così di seguito egli a vivere per tre anni molto contento della buona occasione , che avea di faticare , e di essere disprezzato , ch'era quello che tanto avea desiderato . In tanto i suoi Monaci , che sentendo grandemente la perdita di un tal Padre , erano usciti a cercarlo per diverse bande , finalmente lo trovarono che stava stercorando il terreno , se gli gettarono ai piedi . Quei che ciò videro , rimasero stupiti , e molto più ancora , quando intesero , ch'egli era Pafunzio , il cui nome era tanto celebre presso di loro , e gli chiesero perdono . Ma il santo vecchio piangea la sua disavventura di essere stato scoperto per invidia del Demonio , e di aver perduto il tesoro , che pareagli di aver trovato : e benché per forza , venne ricondotto al suo Monastero , onde fu ricevuto con allegrezza indicibile , e con somma diligenza guardato e custodito , acciò non potesse più scappare .

23. " Se considerassimo bene tutto ciò che è in noi d'umano e d'imperfetto , troveremmo pur troppo di che umiliarci innanzi a Dio , e innanzi agli uomini , anche a noi inferiori . "  S. Vincenzo de' Paoli .
Avendo una santa donna chiesto lume al Signore , per ben conoscere sé medesima , vide tanta bruttezza e tanta miseria nella sua persona , che non potendo soffrire una simil vista , tornò a pregar Dio , che la liberasse da quell'angustia ; perché , dicea , che se più fosse durata , sarebbe venuta meno .   La V. M. Serafina di Dio ebbe una volta un lume superbo molto chiaro , il quale le fece vedere l'Anima sua ripiena di tanti e sì abbominevoli difetti , che sembrava come una sentina piena d'immondezze , e giudicava , che ve ne dovessero essere ancor di più ; perché , dicea , se io avessi più lume , più ne vedrei : ond'é che mi è venuto più volte in cuore di fuggirmene in una grotta , pensando quanto poco mi esercito nella virtù , e particolarmente nell'Umiltà ; mi pare d'esser un Lucifero . E' bella la Religione per chi esercita le virtù : ma non per me , che altro non fo , che innaffiare i vizj . E perciò quando ricevea ingiurie e disprezzi , non si turbava mai , né si lamentava , ma dicea : dicono bene , fanno bene , mi sta bene : né vi fu mai in tutta la vita sua avversità , o travaglio di sorta alcuna , che bastasse a farle mutar sentimento .

24. " A mio parere non acquisteremo mai la vera Umiltà , se non alziamo gli occhi a mirar Dio . Mirando la grandezza di lui vede meglio l'Anima la propria bassezza : mirando la di lui limpidezza , vede più la propria immondezza . Considerando la di lui pazienza , vede quanto sta lontana dall'esser paziente . In somma con fissar essa gli occhi nelle divine perfezioni , scopre in sé tante , e sì grandi imperfezioni , che vorrebbe tornare a serrarli . "  S. Teresa .
Questo appunto era uno de' principali fonti , da' quali nascea quel tanto basso concetto , che avea di sé , e quella sì gran brama che avea delle umiliazioni S. Vincenzo de' Paoli ; cioè la gran cognizione , ch'egli avea delle infinite perfezioni di Dio , e dell'estreme miserie e debolezze delle creature : tantoché gli sembrava una manifesta ingiustizia il non umiliarsi sempre , ed in ogni cosa . Onde parlando un giorno coi suoi così disse : in verità , se ciascuno di noi attenderà a conoscer bene sé stesso avanti a Dio , troverà , essere cosa giustissima e ragionevolissima di dispregiarsi ed umiliarsi . Perché se consideriamo seriamente l'inclinazione naturale e continua , che abbiamo al male , la nostra impotenza per ogni bene , l'esperienza , che tutti tenghiamo , che anche quando ci crediamo d'esser riusciti bene in qualche cosa , e d'esser accorti ne' nostri sentimenti , spesso riesce tutto l'opposto , e Iddio permette , che ne siamo dispregiati ; a che finalmente in tutto quel che pensiamo , diciamo , e facciamo , sia nella sostanza , sia nelle circostanze , siamo pieni ed attorniati sempre da motivi di confusione e di disprezzo , come non ci riputeremo degni di essere ributtati e disprezzati nel riflettere a tali cose , ed in vederci sì lontani dalla santità , e dalle altissime perfezioni di Dio , e dalle stupende operazioni della sua grazia , e della vita di Gesù Cristo Signor nostro .

25. " Uno , che voglia divenir veramente santo , toltine alcuni casi , non dee mai scusarsi , ancorché quello , di che viene incolpato , non sia vero . Così fece Gesù Cristo . Sentì rinfacciarsi il male , che non avea fatto , e non disse mai parola , per liberarsi da quella confusione . "  S. Filippo Neri .
Leonora Imperatrice fu trattata sempre dalla Madre aspramente , e senza alcuna dimostrazione d'affetto . Per cose minutissime , che da niun altro erano osservate , ad ogni tratto la riprendeva acremente , e di raro ritenea le mani dalle percosse . E la buona fanciulla le stava avanti in silenzio , con gli occhi bassi , senza mai profferire parola benché minima in sua difesa , e molto meno piangere e querelarsi : anzi più volte dopo sfogata la tempesta , inginocchiavasi a baciarle i piedi , con dimandarle perdono e prometterle d'emendarsi .   S. Vincenzo de Paoli non si giustificava mai per le mormorazioni e calunnie , che venivano imposte sì s sé , che alla sua Congregazione , per qualunque travaglio , o danno ne venisse a patire . In fatti essendosi adoperato , perché non si conferisse un Vescovado ad un soggetto stimato da lui immeritevole , questi intentò contra di lui un'enorme calunnia : la quale penetrata alle orecchie della Regina , ella veduto un giorno il Santo , gli disse ridendo , che veniva accusato della tal cosa ; ed egli senza punto turbarsi rispose : Madama , io sono un gran peccatore . E replicando S. M. , che dovea giustificare la sua innocenza , soggiunse : ne hanno ben dette delle altre contra Cristo nostro Signore , ed egli non si giustificò mai .   Accadde un giorno , che un Signore disse in una pubblica sala , che i Missionarj si eran raffreddati nell'esercizio delle Missioni . Il che saputo il Santo , sebbene potea far apparire il contrario , per essersi in quel medesimo anno , e nel precedente fatte Missioni più del solito ; non volle mai aprir bocca in sua difesa . E ad uno , che l'esortava a farlo con dire , che quel Personaggio , per non essere informato della verità , avrebbe seguitato a sparlare della Congregazione , rispose : Lasciamolo dire ; Io per me non mi giustificherò mai , fuorché colle opere . Accadde un altro giorno , che un Prelato avendo chiamato il Santo ad un'assemblea , alla quale erano molti Personaggi , lo riprese pubblicamente d'una cosa , in cui egli non avea alcuna colpa ; ed esso non rispondendo parola di lamento , o di scusa , postosi subito inginocchione , gli chiese perdono , con ammirazione grande degli astanti , a' quali era nota la sua innocenza . Onde uno di loro di molto pietà e dottrina , finita la Congregazione , e partito il Santo , disse che quegli era un uomo di straordinaria virtù , e d'uno spirito soprannaturale e divino .   S. Marina Vergine , vestitasi da uomo , e ritiratasi in un Monastero di Monaci , fu incolpata di aver violata una femmina , e perciò scacciata dal Monastero ; ed ella soffrì quella confusione , senza mai giustificarsi , finché dopo la di lei morte si scoprì la verità con sua somma gloria .   La V. M. Serafina non si scusava mai né anche co' Confessori , ancorché la riprendessero a torto : né dichiarava come la cosa era andata , se non le veniva comandato per ubbidienza . Una volta fra le altre che fu ripresa aspramente dal suo Direttore , sebben la cosa impostale non era vera , non rispose altro , se non : avete ragione . Ma poi avendole quegli comandato di dirgli la verità ; uditala , sentì dispiacere d'averla tanto maltrattata a torto .

26. " Più innalza e perfeziona tal volta un'Anima il non iscusarsi , ché dieci prediche . Poiché col non iscusarsi uno comincia ad acquistar libertà , ed a non curarsi , che si dica più bene , che male di lui . Anzi con assuefarsi a non rispondere , arriva a segno tale , che sente parlar di sé , e gli pare , che non si parli di lui , ma come se fosse negozio , che spettasse ad altri . "  S. Teresa .
Il P. Alvarez , che fu Confessore di S. Teresa essendo stato incolpato falsamente d'un grave fallo in un'assemblea Provinciale , ed ivi gravemente ripreso in pubblico : egli né in pubblico , né in privato disse mai parola in sua difesa . Però gli rimunerò Iddio quell'eroico silenzio con istraordinarj favori .   Fra quei Monaci antichi ve n'era uno nominato Eulogio , molto umile e paziente . Perciò i negligenti e dissoluti imponevano a lui tutti i mancamenti loro : ed egli venendone corretto e ripreso , senza negarli , né scusarsi mai , accettava umilmente le penitenze , che per quelli gli erano date , e le facea con gran pazienza .   Onde i Padri più vecchi vedendolo ogni giorno con qualche difetto , si mossero contro di lui , e dissero all'Abate , che ci mettesse rimedio , perché non lo poteano più sopportare . L'Abate prese tempo , e postosi in orazione pregò il Signore a volerlo illuminare , ed insegnargli ciò che si dovesse fare di quel Frate . E Iddio gli rivelò l'innocenza e la gran santità di lui . Del che egli stupito soprammodo , congregò tutt'i Monaci , e disse loro : Credetemi , che io vorrei piuttosto i mancamenti di Eulogio insieme colla sua pazienza ed umiltà , che tutte le buone opere e virtù di tanti altri , che sono mormoratori , e par loro di fare molto bene . Ed acciò veggiamo di quanta virtù è questo nostro compagno , porti quà ognun la stuora , sopra la quale dorme : e venute tutte le stuore , fece accender là un buon fuoco , e gittarvele dentro ; le quali in un subito restarono tutte arse , fuorché quella di Fra Eulogio , che rimase illesa . Allora prostrati a terra , chiesero tutti perdono a Dio , e presero gran concetto di lui ; il quale dolendosi di essere scoperto , la notte seguente se ne fuggì nel deserto , ove non fosse conosciuto ; sapendo egli benissimo , che niuno può essere onorato in questo Mondo e nell'altro .

27. " Ecco uno de' migliori mezzi per acquistar l'Umiltà . Fissarsi bene in mente questa massima ; che tanto uno è , quanto è negli occhi di Dio , e non più ."  A. Kemp.
S. Francesco diede principio alla sua santità con mettersi sotto i piedi i rispetti umani : perché avea ben penetrata la verità di questa santa massima , la quale perciò egli andava spesso rivolgendo dentro di sé .   In questa sola massima si era parimente ben fondato e stabilito S. Francesco di Sales , il quale perciò molto poco aveva a cuore la sua riputazione , nulla curandosi in qualunque modo gli altri sentissero di lui . Onde parlando una volta con una persona , oh , disse , fosse in piacere a Dio , che la mia innocenza non fosse mai riconosciuta , né anche nel giorno dell'universal Giudizio , ma stesse sempre nascosta ed eternamente celata nel gabinetto segreto dell'eterna Sapienza ! Ed un'altra volta : se la grazia di Dio avesse collocata alcun'opera di giustizia in me , o avesse operato qualche bene per mezzo mio , io mi contenterei , che nel giorno del Giudizio , quando si manifesteranno i segreti dei cuori , altri che Dio solo , non sapesse le mie giustizie , e che le mie ingiustizie all'incontro si vedessero da tutte le creature .

28. " Tutti quelli , che ha voluto arrivare davvero al possesso dell'Umiltà , si son dati a tutto potere all'esercizio delle umiliazioni : perché conobbero , che questa è la via più spedita e più corta ."  S. Bern.
Il B. Alessandro Sauli , Vescovo d' Aleria , essendo il Religione uomo dotto e stimato , anche quando era superiore , si occupava volentieri in impieghi bassi : come scopare la casa , lavare i piatti , tirar acqua , portar legna in cucina , lavorar nel giardino , servire a' vecchi ed indisposti , portar some pesanti sulle spalle , tener cura della porta , sanar gl'impieghi , ajutare il Sagrestano , e simili . E quando per cagione di prediche , o di altre opere spirituali veniva qualche giorno impedito da tali esercizj a lui quotidiani , il giorno seguente solea supplire al passato con raddoppiare gli atti .   Spiccò molto in questo S. Camillo de Lellis , il quale anche quando era Generale della sua Religione si vedea spesso servire alla mensa in refettorio , lavare i piatti nella cucina , portar la Croce , e talvolta anche il cataletto nel trasporto de' morti , e girar per Roma colle bisacce sulle spalle , cercando il pane , quantunque ne venisse ripreso da' Signori principali , e da' Cardinali suoi parziali , che talora l'incontravano per le strade in questa guisa .   La V. M. Serafina si esercitava spesso in varj uffizj vili : tra gli altri fu veduta più volte stropicciarsi il volto con scopa vecchia .   S. M. Mad. de' Pazzi praticava volentieri cose , che la rendeano dispregevole : come farsi bendare gli occhi , legar le mani di dietro , calpestare , percuotere , farsi dir parole di sua confusione , e simili .   Di  S. Policronio si legge , che portava un abito vile , usava un cibo vile , e molto scarso , e passava quasi tutta la notte in orazione con un tronco di quercia su le spalle tanto grave , che Teodoreto , scrittore della vita di lui , attesta di averlo veduto , e ch'essendovisi provato , appena poteva alzarlo da terra con tutte e due le mani .   S. Rosa di Lima oltre dell'occuparsi giornalmente come una serva negli ufizj più vili , per maggiormente avvilirsi inventò una maniera strana ; e fu , che avendo in casa per serva una donna di condizione rozza ed indiscreta al sommo , con industrie e con preghiere l'indusse a strapazzarla con parole e con fatti .  Ritiravasi con essa in qualche parte segreta della casa , e gettatosi per terra , si facea da lei sputar in faccia , calpestar co' piedi , e percuoter co' pugni , co' calci , e con battiture , come si sarebbe fatto con un giumento ; né si alzava da terra finché non avesse ottenuto quanto bramava .   S. Giovanni Climaco racconta d'un monaco molto amante dell'Umiltà , il quale per superare i molti pensieri di vanità che il Demonio gli metteva in capo , trovò questa industria . Scrisse nel  muro della sua Cella queste memorabili parole .  Carità perfetta . Orazione altissima . Mortificazione totale . Dolcezza inalterabile . Pazienza invitta . Castità angelica . Umiltà profondissima . Confidenza filiale . Diligenza squisita . Rassegnazione somma . Quando poi il Demonio veniva a tentarlo di vanità , egli rispondeva tra se : andiamo alla prova di questo , ed accostatosi al muro , leggea tutti quei titoli : Carità perfetta . Carità si , ma come pefetta , se parlo male degli altri ? Umiltà profondissima . Questa io non l'ho , mi contenterei di profonda . Castità angelica . Come tale in me , che do luogo ai pensieri immodesti ? Orazione altissima . No , che mi distraggo in altre cose . Mortificazione totale . No , che vado dietro alle mie soddisfazioni . Dolcezza inalterabile . No , che per ogni minimo incontro vado fuor di me . E così in tutti gli altri . E con questo facea presto sparire il pensiero di vanità .

29. " L'Umiltà per esser vera dee andar sempre accompagnata colla carità : cioè amando , cercando , ed accettando le umiliazioni , per piacere a Dio , e per somigliarsi a Gesù Cristo , altrimenti sarebbe un praticarla all'uso de' Gentili ."  S. Franc. di Sales .
S. Vincenzo de' Paoli , non si può dire , che non avesse la vera umiltà . Poiché se tanto facea per nascondersi , abbassarsi , umiliarsi , e rendersi dispregevole quando potea negli occhi del Mondo , non lasciando passare occasione alcuna di sua umiliazione , che non l'accettasse volentieri e con tutta allegrezza : tutto ciò facea , perché tale appunto era il sentimento interno che avea di sé e del suo niente : e per operare ed imitare le umiliazioni del Figliuolo di Dio , il quale , come egli disse un giorno in una conferenza , essendo lo splendore della gloria di suo Padre , e la figura della di lui sostanza , non contento di aver menata una vita , che si potea dire una umiliazione continua ha di più voluto anche dopo la sua morte restarsi continuamente avanti gli occhi in uno stato d'estrema ignomia , qual'è la figura del Crocifisso . Quindi è , che l'Umiltà del servo di Dio era di cuore , e così sincera , che se gli leggeva in fronte , negli occhi , ed in tutto il suo portamento esteriore .   Di S. Paolo riferisce S. Girolamo , come sentendo che alcuno avea detto , esser ella impazzita per troppo favore dello spirito , e che sarebbe stato bene farle un buco nel capo , per dar aria al cervello ; essa modestamente rispose con quel detto dell'Apostolo : Non stulti propter Christum , soggiungendo , che l'istesso era avvenuto a Gesù Cristo , che i suoi persecutori cercarono di legar come matto . Dice ancora il medesimo Santo , che avendo ella ricevute più volte villanie , ingiurie , e contumelie , non si lasciò mai scappar di bocca una minima parola di risentimento : ma soleva in quei casi ripeter tra sé quelle parole del Salmo : Ego autem quasi surdus non audiebam , et quasi mutus non aperiens os suum .




MARZO
MORTIFICAZIONE
Qui vult venire post me , abneget semetipsum. Matth. 26.24.

1. " Il primo passo , che ha da fare chi vuole seguir Cristo , secondo il detto di lui medesimo , è quello di rinunziare a sé stesso ; cioè ai proprj sensi , alle proprie passioni , alla propria volontà , al proprio giudizio , ed a tutti i movimenti della natura ; facendo a Dio un sagrifizio di tutte queste cose e di tutti gli atti loro ; che sono certamente sagrifizj molto accetti al Signore . E non bisogna mai stancarsi in questo ; perché se uno avendo per così dire , già un piede nel Cielo , venisse a tralasciar questo esercizio , in quel tempo che ci vorrebbe per mettervi l'altro piede sarebbe in pericolo di perdersi ."  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo si rese così eccellente in questa virtù , che si può dire , essere ella stata l'arma più universalmente e più costantemente maneggiata in tutta la sua vita sin all'ultimo respiro : con che giunse ad avere un assoluto dominio sopra tutti i movimenti della sua parte inferiore . Ond'è che tenea così ben soggette le sue proprie passioni alla ragione che appena si conoscea , che le avesse .   S. Gio. Climaco riferisce , che quegli antichi Padri esercitavano in molte sorte di mortificazioni e dispregi quegli ancora ch'eran molto perfetti : dicendo , che se questi , per essere in opinione di uomini già consumati nelle virtù si lascian di provare , vengon col tempo a scapitare e perdere di quella modestia e pazienza , che avevano : a guisa della terra , che quantunque sia grassa e fruttifera , se viene a mancarne la coltura , diventa selvatica e sterile , e giunge a produrre cardi e spine .

2. "La misura del nostro avanzamento nella vita spirituale si dee prender dal profitto , che facciamo nella virtù della Mortificazione : dovendosi tener per certo , che quando più ci faremo forza in mortificarci , tanto più andrem avanti nella perfezione ."  S. Girol.
S. Francesco Borgia quando sentiva dire , che alcuno era Santo , solea rispondere : Sarà tale , se sarà mortificato. Per questo poi egli riuscì tanto Santo perché si esercitò nella Mortificazione , e di tal maniera , che quel solo giorno gli riusciva il più amaro , nel quale non avesse fatta qualche Mortificazione o di corpo o di Spirito .   Dimandando un Monaco giovane ad un Santo vecchio , perché tra tanti , che attendono alla perfezione , si trovan sì pochi perfetti . Perché rispose quegli , per esser perfetto , è necessario morire affatto nelle proprie inclinazioni , e pochi sono , che arrivano a questo .

3. " Questo dee essere il nostro principale affare , vincer noi stessi , e di giorno in giorno andar crescendo in fortezza e perfezione . Sopra tutto però bisogna , che ci studiamo di vincere le nostre piccole tentazioni , collere , sospetti , gelosie , invidie , doppiezze , vanità , attaccamenti , pensieri cattivi , e simili . Poiché in questa maniera acquisteremo forza per vincer ancor le grandi ."  S. Franc. di Sales .
Un certo Fisionomista nel mirar Socrate lo dichiarò per uomo inclinato alla disonestà , alla ghiottoneria , ubbriachezza , ed a molti altri vizj . Di che sdegnati i di lui discepoli , voleano metter le mani addosso a costui . Ma Socrate , piano , disse : perché costui ha detto il vero ; e tale appunto io sarei stato , se non mi fossi dato alla Mortificazione .   Richiesto un Monaco vecchio come potesse sopportare gli schiamazzi di certi pastorelli , che gli stavan vicini : io , a dirvela , rispose , ebbi in animo di dir loro qualche cosa ; ma poi pensando meglio dissi tra me : se non posso soffrir questo poco , come potrò soffrire travagli maggiori , quando mi vengono ?   Lo stesso facea nelle occasioni S.Francesco Saverio , dicendo , che non bisogna ingannarci ; perché chi non vince nelle cose piccole , non lo potrà fare nelle grandi .

4. " Chi si lascia regolare e dominare dalla parte inferiore , ed animalesca , merita di esser chiamato piuttosto bestia , che uomo ."  S. Vincenzo de Paoli .
Filippo Conte di Namour dopo aver menata una pessima vita ebbe in morte una stupenda contrizione : tanto che pregò il Confessore , che facesse portare il suo corpo nella pubblica piazza , ed ivi lasciarlo , soggiungendo : Son vivuto come un cane , e come un cane è dovere , che io muoja .

5. " Chi fa poco conto delle mortificazioni esteriori , con dire , che le interiori son più perfette , chiaramente dimostra , che non è niente mortificato , né esteriormente , né interiormente ."  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo fu sempre nemico del suo corpo , e lo trattò con molta austerità , straziandolo con cilizj , catenelle , e cinture di cuojo armate di punte . Ogni mattina nell'alzarsi faceva un'asprissima disciplina , la quale avea cominciata prima di fondar la Congregazione , e non la tralasciava mai né per asprezza di viaggi , né essendo convalescente di qualche infermità ; ed in oltre ne facea di più altre straordinarie per li diversi bisogni , che occorreano . Per tutta la sua vita dormì sempre sopra un semplice pagliariccio , e si alzava sempre all'ora ordinaria della Comunità , benché per lo più si coricasse l'ultimo di tutti , e spesso non potesse per causa delle sue infermità dormire la notte che appena due ore . Onde accadea frequentemente , che il giorno era tormentato gravemente dal sonno , che egli discacciava con stare in piedi , o in altra positura incomoda , o facendosi altre violenze . Pativa poi volontariamente gran freddo nell'Inverno , e gran calori nell'Estate con altri incomodi ; finalmente abbracciava , anzi cercava tutt'i patimenti , che poteva avere , e stato molto attento a non lasciarsi fuggir di mano veruna occasione di mortificarsi .   Una santa Donna venendo costretta dal marito d'andar al ballo , si ponea nelle scarpe granelli di ceci ; onde nel saltare veniva a sentire dolori tali , che alle volte svenne , e dovette essere portata dalle donzelle in braccio .   S. Edmondo Arcivescovo Cantueriense portò per trenta anni continui una fascia di cilizio alle carni , dormì sempre in terra , senza cuscino , e senza coperta .   S. Luigi Re affliggeva continuamente il suo corpo con cilizj , e digiuni , come pure S. Casimiro figlio del Re di Polonia , il quale dormiva di più sulla nuda terra .   S. Margherita Regina di Scozia si macerava spesso con discipline : come anche S. Gaetano , che le durava le notti intere .   Finalmente non si è trovato alcun Santo , né Santa alcuna tra i Confessori , che non abbia avuto un grande affetto alle mortificazioni esteriori , e non le abbia praticate a tutto suo potere .

6. " La Mortificazione della gola è l' A B C della vita spirituale . Chi non si sa frenare in questo vizio , difficilmente potrà vincere gli altri più malagevoli a superarsi ."  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo avea colla lunga assuefazione mortificato talmente il gusto , che mai non dava segno di gradir cosa veruna ; ma pigliava indifferentemente tutto quello che se gli dava , per molto insipido e mal acconcio che fosse , e sì poco avvertiva a quel che mangiava , ch'essendogli una volta stato presentato un pajo di uova crude per inavvertenza , le mangiò senza far minima dimostrazione . Parea sempre , che andasse a tavola con dispiacenza , non andandovi mai , che per soddisfare alla necessità , e mangiando sempre con la mira a Dio , e con gran modestia ; né si partiva mai da tavola senza essersi mortificato in qualche cosa , o nella qualità , o nella quantità . Anzi per più anni si servì di una polvere molto amara , per mischiarla colle vivande ; e mangiava per ordinario sì poco , che perciò alle volte gli venivano degli svenimenti .   Spiccò molto in questo l'Imperatrice Leonora . Il suo pranzo ordinario era d'erbaggi , legumi d'altri cibi del volgo , e sempre i medesimi , e dello stesso numero ; cioè quattro vivande al pranzo , e tre alla cena , sbandendone ancora alcuna frequentemente , per questo solo che le piacevano . E perché quegli stessi piatti venivano in tavola incoronati di pasticcetti , e d'altre delizie signorili , tali cose ritornavano sempre indietro sane ed intatte . E quando sedeva a mensa coll'Imperatore o ne' conviti solenni , passava tutto il tempo in trinciare ed in ridurre in minuzzoli ciò che le veniva posto innanzi , finché sopravvenendo altra vivanda , mandava indietro la prima senza toccarla , e così di mano in mano . Mangiando la mela cotta sotto la cenere non toglieane mai la scorza , ma le masticava insieme con la stessa cenere . Passava i venerdì con solo pane ed acqua in memoria della passione del Redentore . Tollerava la sete ardentissima ne' giorni più caldi della state , senza concedere alle labbra arse neppure un piccol sorso d'acqua .   S. Elisabetta Regina del Portogallo digiunava quasi la metà dell'anno in pane e acqua .   S. Francesco Saverio aveva intimato alla sua gola una guerra continua e perpetua . Quindi è , che non prendea mai né cibo , né bevanda per diletto , ma per pura necessità , né mai a sazietà , sicché neppur si saziava di pane .   S. Edmondo Cantuariense non mangiva né carne , né pesci , ma solo pane , ed altri cibi vili ; e pativa tanto la sete , che si gli rompeano le labbra .   Il B. Errico Susone una volta si astenne dal bere per sei mesi continui ; e per sentire la sete maggiormente , mangiava alle volte cose molto salate , e poi se n'andava al fiume , ed accostava le labbra sopra l'acqua , ma non la toccava .   La B. Giovanna di S. Damiano fu tanto austera nel vitto , ch'era pregata dalle altre Monache a moderarsi , ed ella rispondea : Mi dispiace di non poter cibare di paglia questo mio corpo : Io so quanto la libertà gli sia nociva , e ringrazio Iddio , che mi dà questo conoscimento .   S. M. Maddalena de' Pazzi essendo gravemente inferma , sommamente indebolita , e con gran nausea di stomaco , quando le veniva in pensiero , se le sarebbe piaciuto alcun cibo , o altra cosa , stimava delitto il chiederla , o dichiararsene desiderosa , e se n'astenea .   Il B. Jacopone avendo un giorno brama della carne , ne comprò un pezzo ; ed appesolo nella sua stanza , ve lo lasciò tanto , che inverminì , e puzzava ; allora poi lo fè cuocere , e con indicibile nausea se lo mangiò .   S. Anselmo era giunto col continuo e lungo uso dell'astinenza e mortificazione a non sentir più verun sapore ne' cibi . Così pure S. Bernardo , il quale perciò bevè un giorno dell'olio in vece di vino senza punto accorgersene , ed arrivò a tanto , che quando andava a tavola , gli sembrava di andare al tormento . E questa difficoltà di mangiare disse S. Teresa d'averla provata essa ancora simile a quella di S. Bernardo .  S. Isidoro pure la provò sì eccessiva , che non poteva andar a mangiare senza pianto : tantoché per indurvelo , vi bisognava il comando del Superiore .

7. " Una delle cose , che ci tiene lontani dalla perfezione , è senza dubbio la nostra lingua . Poiché quando uno è giunto a non far più difetti nel parlare , per testimonio dello stesso Spirito Santo è sicuramente perfetto . E perché il peggior modo di parlare è il parlar troppo ; perciò il vostro parlare sia poco e buono , poco e dolce , poco e semplice , poco e caritativo , ed amabile ."  S. Francesco di Sales .
S. Ignazio Loyola moderava così bene la sua lingua , che il suo parlare era semplice , grave ; considerato , e poco .  Il V. Bercmans era di poche parole , e tanto considerato nel parlare , che dalla sua bocca non si udì mai una parola oziosa , o contraria alle regole , e che non fosse o necessaria , o utile , o indirizzata a qualche fine onesto . Onde interrogato una volta da un suo condiscepolo , come facesse a non errar mai nel parlare , rispose così : Io non dico mai cosa , che non l'abbia prima pensata , o raccomandata a Dio , per non dir niente , che possa dispiacergli . Anzi non fu mai veduto rompere il silenzio ; e dimandato come si potesse osservare perfettamente questa regola : Io , disse , fo in questo modo , saluto umilmente chi incontro : se alcuno mi richiede qualche cosa , mi mostro prontissimo : se m'interroga , odo ciò che mi dice , e rispondo con poche parole ; e sfuggo di dire anche una parola superflua .   S. Vincenzo de' Paoli si rendé talmente padrone della sua lingua , che molto di rado si sentivano uscir dalla bocca sua parole inutili o superflue , né giammai alcuna contraria alla carità , o che avesse sentore di ostentazione , di vanità , d'adulazione , e che fosse inconsiderata . Gli accadde molte volte , che aprendo la bocca per dir qualche cosa di straordinario che allora gli veniva alla mente , si fermava in un subito , soffocando la parola , come raccogliendosi in sé stesso , e considerando avanti a Dio , se era espediente il dirlo ; e poi continuava a parlare , non secondo l'inclinazione , che ne poteva avere , ma secondo che conosceva esser di maggior gusto di Dio . Quando udiva raccontar qualche cosa , che egli già sapea , l'ascoltava con attenzione senza dar segno di saperla : per mortificare l'amor proprio , che sempre vuol dare ad intendere di non ignorare ciò che altri sanno . Quando gli venivano fatti oltraggi , o rimproveri , ovvero danni , non apriva mai bocca per lamentarsi , per giustificarsi , o per ribattere l'ingiuria ricevuta ; ma si raccoglieva in se stesso , e mettea tutta la sua forza nel silenzio e nella pazienza , benedicendo in cuor suo gli oltraggiatori , e pregando per loro . Quando si vedea sopraffatto dalle soverchie occupazioni , non si lamentava ; ma le sue ordinarie parole erano : benedetto sia Dio ; bisogna pigliar in bene tutto ciò ch'ei si degna mandarci .   S. Luigi Gonzaga nell'andare alla conversazione dicea con fervore quella orazione : Pone , Domine , custodiam ori meo , etc. .   Una certa Vergine una volta osservò perpetuo silenzio dalla festività della Croce di Settembre sino a Natale con tal rigore , che in tutto quel tempo non disse una parola . Il che fu a Dio tanto grato , che , come fu rivelato ad un'Anima santa , con quella Mortificazione aveva ottenuto di non dover passare nel Purgatorio .   Fra i belli elogj , che diede S. Girolamo alla sua discepola S. Paola , uno fu questo , che quando era facile nell'ascoltare , altrettanto era ritenuta nel parlare .

8. " E' comune dottrina de' Santi , che uno de' principali mezzi per menare una vita buona ed esemplare , è certamente la modestia e custodia degli occhi . Imperciocché come non vi è cosa tanto atta per conservar la divozione in un'Anima , e per edificare e compungere i prossimi , quanto la modestia ; così non vi è cosa che tanto esponga la persona al rilassamento , ed agli scandali ."  Rodrig.
Racconta il Surio nella vita di S. Bernardo , ch'essendo andato Papa Innocenzo II , accompagnato da' Cardinali a visitare il monastero di Chiaravalle , il Santo con tutti i suoi Monaci gli uscirono incontro a riceverlo , ma con tanta modestia e compostezza di corpo , che commosse a compunzione il medesimo Papa ; ed i Cardinali stupiti grandemente in vedere , che in una festa , ed in un'occasione d'allegrezza tanto solenne e tanto nuova tutti tenessero gli occhi bassi e inchiodati in terra senza girarli ad alcuna banda ; e che tenendo tutti gli occhi posti in loro , essi non guardassero mai alcuno . Dell'istesso S. Bernardo poi dico di vantaggio , esser egli stato tanto addetto alla custodia dei suoi occhi , che dopo un anno del suo noviziato ancor non sapea come fosse fatto il solaio della sua cella , se a volta , o di legname ; che erano nella Chiesa tre finestre , ed egli credé sempre , che ve ne fosse una sola : e che avendo camminato un giorno co' suoi compagni sulla riva d'un lago , non se n'era accorto : tanto che parlando essi la sera di quel lago , egli che non se n'era accorto , domandò loro dove l'avessero veduto .   Si narra di S. Bernardino da Siena , che era tale la sua modestia , che la sola sua presenza facea stare i suoi compagni composti , tanto che bastava solamente dire : Viene Bernardino ; poiché subitamente tutti si componessero .   E di S. Luciano martire racconta nella di lui vita il Surio , che i Gentili per la sua gran compostezza e modestia al solo vederlo si convertivano , e si facevano Cristiani .   La B. Chiara di Montefalco quando parlava con alcuno , stava sempre con gli occhi senza mirarlo mai in faccia . E richiesta da un Monaco della cagione di ciò , rispose , essendo che parliamo solamente colla lingua , a che serve mirar il volto della persona , colla quale si parla ?   Il V. Bercmans fu ammirabile nella mortificazione degli occhi , i quali non movea mai , volgendosi a mirar le cose anche negli accidenti nuovi ed improvvisi , benché sia cosa molto naturale , quando si sente romore , volgersi verso quella parte . Essendo un giorno intervenuto ad una recita , che si facea , si pose ad una panca a sedere , e stette sempre immobile senza alzar mai gli occhi , e con tanta compostezza , che un Signore , che gli sedeva accanto , stupito di ciò , disse : Bisogna che questo Padre sia un Santo .   Quelli poi , che per mancanza della custodia degli occhi son divenuti rilassati e scandalosi , sono innumerabili . Basta per tutti l'esempio di Davide , il quale per un solo sguardo dato per curiosità , di un gran santo ch'era , divenne in poco tempo un gran peccatore , e lo scandalo di tutto il suo Regno .

9. " Credetemi , che la mortificazione de' sensi nel vedere , udire , e parlare , vale assai più , che il portare la catenella , ed il cilizio ."  S. Francesco di Sales .
Si sa di S. Cat. da Siena , che mentre i suoi celebravano il carnevale in casa , essa non volle assistervi : protestandosi , che come non avea altro amore , così non voleva altro gusto , che quello del suo Gesù ; il quale le comparve in compagnia della Vergine e di altri santi , e la sposò con tanta chiarezza e certezza , che i Domenicani con speciale indulto Apostolico ne celebrano la Festa l'ultimo giorno di carnevale .   Una penitente di S. Francesco Saverio molto spirituale , si confessò una volta d'aver mirato un uomo con alquanto più di tenerezza , che non si conveniva all'onestà ; ed il Santo le disse in fine : voi siete indegna , che Dio vi miri , giacché per mirar un uomo , non vi curate di mettervi a rischio di perder Iddio . E tanto bastò , perché questa non volgesse mai più gli occhi in vita sua verso alcun uomo .   L'Imperadrice Leonora tenea quasi sempre gli occhi bassi , e soltanto gli alzava , quando dalle Religiose e da' Religiosi era raccolta nelle loro case ; rendendo distintamente loro il saluto con viso allegro , e con benigno sorriso . Assistendo al teatro , a cui doveva intervenire , era ben di rado , che desse un'occhiata alle splendide comparse de' personaggi , ed alle superbe scene , che andavan succedendosi con vedute di giardini , di foreste , e di regie prospettive . In quel tempo se ne stava ella con la mente in Cielo , contemplando le delizie del Paradiso , e recitando Salmi ; i quali , perché gli altri non se ne avvedessero , li fece legare in un libro delle commedie : tanto che nel tempo stesso sembrava loro tutta attenta alla commedia , mentre intanto di tutt'altri spettacoli ella godeva .   S. Vincenzo de' Paoli praticava continuamente la Mortificazione de' sensi , privandoli delle soddisfazioni anche lecite , ed affliggendosi spesso con patimenti volontarj . Quando viaggiava , invece di svagar la vista per le campagne , teneva ordinariamente gli occhi fissi in un Crocifisso . Quando camminava per Città , andava cogli occhi bassi , o chiusi , per non vedere altro che Dio . Entrando in palazzi de' Principi , non guardava gli arazzi , o altre curiosità , ma stava colla vista bassa , e tutto raccolto in se stesso . E l'istesso praticava nelle Chiese , non alzando gli occhi , che per vedere il Sacramento , e non mai per vedere gli apparati , per belli che fossero . Non fu mai veduto coglier fiori per li giardini , o altre cose soavi all'odorato : per lo contrario gustava grandemente di stare in luoghi di mal odore , come negli spedali e nelle case degl'infermi poveri . La sua lingua poi non la impiegava mai in altro , che in lodar la virtù e Dio ; in combattere il vizio ; ed istruire , consolare , ed edificare il prossimo . Le orecchie non le apriva , se non a discorsi , che tendessero al bene ; sentendo pena in udir nuove , curiosità del secolo , sfuggendo a tutto suo potere d'ascoltare tutto ciò che potea dilettar l'udito , e non era di profitto per l'anima sua .   Dimandando un penitente alquanto sboccato un cilizio al suo Direttore per mortificare la carne ; questi accostandosi il dito alla bocca : Figlio , gli disse , questo è un ottimo cilizio , guardar bene a tutto quel che esce da questa porta .    S. Luigi Gonzaga fu ammirabile nella Mortificazione degli occhi : poiché nella di lui vita si narra , che non fissò mai lo sguardo nel volto d'alcuna donna : di modo che avendo servito per due anni da paggio all'Imperadrice , ed essendosi sparsa voce , ch'ella veniva in Italia , ov'egli allora trovavasi , alcuni si congratularono seco , perché avrebbe riveduta la sua Padrona ; a' quali rispose egli : io non la potrò conoscere fuorché alla voce : perché nel volto non so come sia fatta . Però una sì rara mortificazione gli fu da Dio ben pagata anche di quà : poiché in tutta la vita sua non ebbe mai tentazioni sensuali .

10. " Vi sono alcuni così inclinati a mortificarsi , che procurano di trovare in ogni cosa qualche mortificazione . Che bell'esercizio è questo ; e di quanto profitto ! "  Rodrig.
Suora Giovanna Maria della Trinità Carmelitana Scalza avea questa bella pratica di cercare e trovare in ogni cosa da mortificarsi .  Perciò si appigliava sempre in tutto al più insipido , quanto al gusto ; al più povero , quanto alle vesti ed alla stanza ; al più faticoso , quanto all'operare ; al più disgustevole , quanto alle inclinazioni . In una parola eleggeva sempre il più scomodo ed il più gravoso per sé , cercando unicamente in tutto , il gusto , l'onore e la gloria di Dio .    S. Francesco Borgia ancora avea molto in uso la medesima pratica . Portava delle pietruzze nelle scarpe ; dormiva poco la notte , camminando d'estate al sole andava lentamente , sorbiva adagio le medicine , e stritolava co' denti le pillole , e le tenea molto in bocca .

11. " Dal mortificare l'interiore dipende l'andar bene aggiustato tutto l'esteriore , e l'opere si fanno con più perfezione , e con più soavità , e quiete ." S. Teresa .
S. Filippo Neri , quando alcuno gli domandava che dovea fare per farsi Santo , si mettea la mano sulla fronte , dicendo : Dammi queste quattro dita , e ti fo Santo : volendo dire , che tutta la santità dipende dal negar la propria volontà ed il proprio giudizio . E ad un penitente , che gli chiedea spesso licenza di far discipline , una volta gli rispose : Che colpa ci hanno le spalle , se la testa è dura .

12. " Il profitto non dipende tanto dal mortificarsi , quanto dal sapersi mortificare : cioè dal sapere scegliere le mortificazioni migliori , che sono quelle , che più ripugnano alle nostre naturali inclinazioni . Alcuni saranno inclinati alle discipline ed a' digiuni ; e benché sian cose ardue , l'abbracciano con fervore , e le praticano allegramente e facilmente , per cagion di quella propensione , che vi hanno . Ma poi saranno tanto delicati in materia di riputazione e d'onore , che la menoma burla , maldicenza , o disattenzione , che loro si usi , è capace di metterli in impazienza , in iscompiglio , ed in lamenti tali , da far loro perdere la quiete e la ragione . Queste sono le mortificazioni che dovrebbero abbracciare con maggior ansia , se voglion far profitto ." Sales .
Avea ben intesa questa dottrina il V. Mons di Palafox , il quale dicea di se stesso : la causa del non aver io fatto progresso nella virtù è stata il non aver procurato attentissimamente di fuggire da tutto quello ch'era più conforme alle mie inclinazioni . Perché chi conosce in se alcuna propensione , v. g. al contraddire , al prevalere , al proprio giudizio , se non sta attentissimo per combatterla , e per tenersi lontano da tutto ciò che può a questa tirarlo e soggettarlo , non solo non andrà avanti , ma indietro , e forse andrà tanto indietro , che giungerà a perdersi .   Un Religioso Sacerdote venendo eletto per aiutante del cuoco , v'intese delle gravissime ripugnanze e tentazioni ; e per vincersi fece voto innanzi ad un Crocifisso di stare in tal ofizio per tutta la vita , se si contentassero i Superiori . Ei con queste e simili vittorie crebbe in tanta perfezione , che dicea , parergli , che non si sarebbe più presentato verun esercizio quanto si voglia ripugnante a' sensi , che con l'ajuto di Dio non l'avesse fatto con ogni facilità .

13. " Le mortificazioni , che ci vengono per parte di Dio , e degli uomini per sua permissione , sono sempre più preziose di quelle , che son figlie della nostra volontà : dovendosi tener per regola generale , che quanto meno interviene di nostro gusto , e di nostra elezione nelle nostre azioni , altrettanto si trova in esse di bontà , di solidità , di divozione , di godimento di Dio , e di nostro profitto ."  Sales .
Adolfo Conte d'Alsazia , fattosi Religioso di S. Francesco , mentre andava limosinando del latte , incontrossi ne' suoi figlioli , e se ne arrossì . Ma poi rientrando subito in se stesso , si voltò sul capo il vaso del latte , dicendo : Tu infelice ti sei vergognato della povertà di Gesù Cristo , fa ora vedere cosa portavi : e da allora in poi non patì più veruna di simili tentazioni .   Si racconta nelle vite de' PP. che esaltando alcuni molto la virtù d'un certo Monaco giovane appresso un vecchio solitario , questi , per farne la prova , portossi alla di lui Cella , ed entrato nell'Orto , che trovò ben coltivato ed in molto buon ordine , si mise come per giuoco , a troncar col suo bastone tutte quell'erbe e piante , che vi erano , non lasciandone intatta , fuorché una : indi secondo il costume dei Monaci , prese a recitar con lui de' Salmi i quali terminati , il giovane con volto ilare e modesto richiese al vecchio , se gli piacea , che gli apparecchiasse per la refezione quell'erba , che ci era restata . Attonito il vecchio a tal domanda , gli corse colle mani al collo , dicendo : ora veggo , figlio mio , che tu sei veramente morto alle inclinazioni , come mi era stato riferito .

14. " Quando più uno mortifica le proprie inclinazioni naturali , tanto più si rende capace delle divine ispirazioni , e si approfitta nelle virtù ."  Sales .
Il celebre P. Lainez compagno di S. Ignazio per via di questo esercizio arrivò ad una gran purità di mente , e ad una tranquillità d'animo imperturbabile .   Questo era l'esercizio , che più usava S. Filippo Neri co' suoi penitenti , e nel tempo stesso con se medesimo : e basti per molti un sol esempio . Un Signore di qualità avea un cane a lui molto caro , chiamato capriccio , che un suo gentiluomo una mattina menò seco a S. Girolamo della Carità , ove abitava il Santo : il quale nel vederlo gli fece carezze . Or tanto bastò , che il cane tanto se gli affezionasse , che in conto alcuno non volle più lasciarlo . Anzi quantunque egli più e più volte lo rimandasse al padrone , e questi lo facesse legare , e ben trattare , appena sciolto subito se ne ritornava alla stanza del Santo ; sicché fu colui costretto a lasciarglielo per sempre . Di questi si servì poi il Santo molto bene per mortificare e se , e molti suoi figli spirituali . Lo facea da essi alle volte lavare , e pettinare , altre volte portare in braccio , ed altre menar dietro per Roma legato con una catenella , andando ancor esso in loro compagnia . E queste , ed altre simili mortificazioni durarono per lo spazio di quindici giorni .

15. " La maggior parte de' Cristiani fanno per ordinario delle incisioni in vece di circoncisioni . Daranno bene un colpo sopra una parte inferma ; ma ad adoprare il coltello della circoncisione , per toglier via dal cuore quanto ci è di superfluo , pochi vi arrivano ."  Sales .
Conferma bene questa verità l'esempio della V. Suor Francesca Farnese . Cominciò ella dopo fatta la professione a darsi al rilassamento , nel quale andò tanto innanzi , che mettea tutto il suo studio in adornarsi vanamente ; in amoreggiare , in istarsene tutto il giorno alle grate , e fin a coprir le mura della sua cella con drappi e specchi . Fu più volte avvisata , corretta , ed aspramente ripresa dalla Superiora , da' Confessori , e sopra tutto da una sua zia Monaca . Sentiva ella e capiva la forza delle ammonizioni e correzioni , e più volte concepì de' buoni propositi , e li metteva anche in pratica con togliersi di dosso i vani ornamenti , con abbandonar le grate , e con romper e buttar dalle finestre gli specchi e drappi : ma poco dopo tornava a ripigliar tutto , e a divenir come prima , e durò molto tempo in queste miserabili vicende , perché fondate non più che in semplici incisioni , e così avrebbe continuato per tutta la vita sua . Ma la sua buona sorte fu , che la divina bontà si compiacque di scuoterla bene per mezzo d'una forte inspirazione ; a vista della quale non potendo ella più resistere a' rimproveri della propria coscienza , venne a fare una vera circoncisione , non solo lasciando ogni vano trattenimento , ma formandosi di più una regola più rigorosa , e sì ben ordinata , che la rese fondatrice di un nuovo ordine , nel quale menò il restante di sua vita con grand'esemplarità , e morì in gran concetto di santità , bastantemente comprovata dal di lei sacro corpo , che dopo molti anni ancor si conserva incorrotto .   Non fece già così S. Paola , la quale , come riferisce S. Girolamo , fin da' suoi primi anni prese ad adoprar sopra di se una vera circoncisione , e col crescer dell'età andò sempre più caricando la mano , tagliando e recidendo di mano in mano quanto vedea spuntar in se di superfluo , e di eccedente la convenienza del suo stato : quindi finché visse il marito menò una vita sì ben regolata e morigerata , che era di esempio a tutte le matrone di Roma , e niuno ebbe mai ardire d'incolparla di minimo trascorso . Quando poi le fu tolto da Dio il marito , vedendosi liberata dalle leggi del secolo , intraprese una vita austerissima , e non l'intermise mai finché visse . Mai più dormì sui materassi , ma su la nuda terra ricoperta di soli cilizj : dormiva però poco , perché passava quasi tutta la notte in orazione e lagrime : castigava il suo corpo con rigorosi digiuni ed asprissime discipline , e senza pietà e risparmio : nel confessarsi de' suoi leggerissimi mancamenti era tanta la copia delle lagrime , che versava , che chi non l'avesse conosciuta , l'avrebbe creduta rea di gravissime enormità ; ed essendo pregata a non pianger tanto per conservarsi la vista per la lezione , ed a non praticar tante austerità e penitenze per non perdere in tutto la sanità , no , rispondea , con tutta la ragione si dee scontraffar questo volto , che tante volte adornai co' belletti contra il precetto del Signore : si dee ben affliggere questo corpo , che si ha goduto tante delizie : il lungo riso si dee compensar con un continuo pianto : le veste preziose e delicate si debbono mutare in aspri cilizj ; ed io , che posi tanto studio in piacere al secolo , ora desidero di piacere a Dio . Così ella diceva e facea , per iscontare i disordini della sua vita passata , che pure era stata una vita tanto circospetta e pudica .

16. " Chi vuol far progresso nella perfezione dee usare una particolare diligenza per non lasciarsi trasportar dalle proprie passioni , le quali con una mano distruggono l'edifizio spirituale , che si edifica con l'altra . Ma per riuscirvi con frutto , il resistere ad esse si dee intraprendere quando sono ancora tenere ; perchè dopo che son cresciute e ben radicate , non vi è quasi più rimedio ."  S. Vinc. de Paoli .
Riferisce S. Doroteo d'un vecchio monaco , il quale trovandosi un giorno col suo discepolo in una selva di cipressi , gli comandò di svellerne alcuni additandogliene prima uno , che appena cominciava a spuntar da terra , e dopo uno , che avea cominciato a gettar le radici , poi un altro , ch'era già cresciuto in un piccolo arboscello , ed in fine uno , ch'era già albero fatto . Si pose adunque il discepolo all'opera , e svelse il primo con una mano , e con tutta facilità ; il secondo con l'istessa mano , ma con qualche difficoltà : per isvellere il terzo gli convenne impiegarvi tutte e due le mani , e tutte le sue forze più volte : venuto poi al quarto , qui incontrò tutta la difficoltà , e per quanto vi si provasse e riprovasse più e più volte con tutto il corpo , e con tutte l'industrie , e sforzi che mai sapeva e poteva , non gli poté riuscire in alcun conto di neppur ismoverlo dal terreno . Allora il santo vecchio : or figlio mio , disse , così appunto succede circa le nostre passioni . Quando sono anche piccole , con un po' di vigilanza e di mortificazione uno facilmente le può reprimere e debellare ; ma se lasciamo che gettino le radici nell'Anima nostra , non v'è più forza umana , che basti a vincerle , vi vuole l'onnipotente mano di Dio . E però , figlio mio , se vuoi acquistar la virtù , invigila su i primi mali dell'Anima tua , e studiati di reprimerli prontamente con atti contrarj sul primo suo nascere . E qui sta il tutto .

17. " E' grandemente da pianger l'ignoranza di alcuni , che si caricano d'indiscrete penitenze , e di molti altri disordinati esercizj di propria volontà , ponendo in essi tutta la confidenza , e credendo di divenir Santi per mezzo di essi . Se ponessero la metà di quel travaglio in mortificare gli appetiti e le passioni loro , profitterebbero più con questo in un mese , che in molti anni con tutti gli esercizj ."  S. Gio. della Croce .
Di S. Ignazio si legge , che a forza d'una continua mortificazione era giunto a tal segno , che parea un uomo senza passioni ; e se talvolta gli occorreva adoprarle , comparivano come tante serve modeste , che non ardivano moversi né prima , né più di quello che la ragione come assoluta padrona gliene dava l'ordine .   Una Dama Genovese , per aver vinto il desiderio , che avea di ascoltare il trattato , che si facea da suo Padre per il suo sposalizio , lasciò il Mondo , e si fece Monaca e Santa .   A questo sopra ogni altra cosa cercava d'avvezzare le sue novizie , quando era maestra loro , S. M. Madd. de Pazzi . Onde se vedeva una troppo inclinata all'orazione , la mandava a dormire , o a qualche altro esercizio laborioso . Ad un'altra inclinata ad esercizj interni , imponea l'orazione , o altri esercizj esterni . A chi volea far molte penitenze e mortificazioni un Pater ed Ave . A chi vi sentiva repugnanza , mortificazioni pesanti ed umiliazioni . Ad una fra le altre le fece gettare nel fuoco un libricciuolo di esercizj spirituali , che s'avea scritto di sua mano , e vi mostrava attaccamento . E così andava assuefacendole a rompere le loro inclinazioni , ed insieme il loro giudizio e volontà .

18. " La principal cosa , nella quale abbiamo da metter gli occhi per mortificarla e sradicarla da noi , è la passione predominante , cioè quell'effetto , quell'inclinazione , quel vizio , o cattivo costume , che più regna in noi , che ci tira dietro a se , e che ci mette in maggiori pericoli , e più frequentemente ci fa cadere in maggiori errori . Perché , preso il Re , è vinta la battaglia . E finché , non faremo questo , non faremo grande avanzamento nella perfezione ."  Rodriquez .
Così appunto accadde nella guerra , che fece il Re di Siria contro il Re d'Israele , nella quale , come dice la santa scrittura , comandò il Re a tutt'i suoi Capitani , che non combattessero contra veruno del nemico esercito , fuorché contra il Re , saviamente giudicando , che vinto che fosse il Re , rimarrebbe soggiogato tutto l'esercito : come di fatto avvenne ; poiché essendo stato ferito il Re Acab , fu terminata la battaglia .   Avendo S.Ignazio in giovine in Religione d'un naturale veemente , gli dicea spesso : Figlio , vinci questo naturale , che avrai in Cielo una corona più risplendente , che tanti altri di natura più dolce . Ed avendogli un giorno il P. Ministro accusato questo giovine , come intrattabile : adagio , soggiunse il Santo , perché io stimo , che abbia fatto più profitto questo in pochi mesi , che il tale , ch'è di natura dolce , in un anno . L'istesso Santo era di natura biliosa e ardente . Or egli si prese tanto a petto questa sua passione dominante , e tanto si vinse , e si mutò colla grazia del Signore , che poi da tutti , anche da' medici era stimato flemmatico .   S. Francesco di Sales confessava di se , che le passioni dominanti , ch'ebbe difficoltà di domare , furono l'amore e la collera ; e che avea superato la prima con astuzia , e la seconda a viva forza : cioè che l'amore l'avea superato , divertendo la mente , e proponendosi un altro oggetto d'amore ; perché , dicea , non potendo l'Anima stare senza qualche amore , tutta l'arte consiste in concederle solo il buono , il puro , il santo . La collera poi , che l'avea vinta , impugnandola a fronte , e non cedendole mai . Onde avvenne a lui , ch'essendo di natura iraconda , era stimato di natura mansueta .

19. " Ogni volta che uno si sente spinto con veemenza d'affetto a qualche opera , ancorché santa e importante , dee rimetterla ad altro tempo , e non ripigliarla fin a tanto che il proprio cuore non abbia ricuperata una perfetta tranquillità ed indifferenza : acciò l'amor proprio non venga insensibilmente a macchiare la purità della propria intenzione ."  S. Vinc. de P.
Il medesimo santo praticava ciò fedelmente ; ond'è , che venendogli un dì proposto un negozio molto importante per la congregazione , ed essendo stimolato da' suoi a prestarvi il consenso , rispose così : Non credo , che dobbiam dare orecchio a questo trattato per ora , sì per rintuzzar l'inclinazione naturale , che ci porta ad eseguir prontamente le cose di nostro vantaggio , come anche per metterci nella pratica della santa indifferenza , e dar campo a Dio di manifestarci la sua volontà , mentre noi  gli staremo offerendo le nostre preghiere per raccomandargli quell'affare . Ed un'altra volta che uno l'importunava per un altro simile affare , la sua risposta fu questa : sempre più desidero di mantenermi nella pratica di non risolvere , né intraprendere cosa alcuna , mentre mi trovo agitato da speranza e desiderio di cose grandi . Ma più ammirabile è il fatto seguente . Vedendo egli , per esperienza il grand'utile delle Missioni , le abbracciò con gran fervore ed applicazione . Ma poi accortosi , che i suoi pensieri e desiderj ardenti a poco a poco gli andavan togliendo la pace dell'Anima , che prima godeva , entrò in sospetto , che la natura vi potesse aver qualche parte ; e perciò stimò necessario d'interrompere quest'esercizio per qualche tempo . E per meglio conoscere i movimenti del suo cuore , si ritirò per alcuni giorni negli esercizj spirituali : ed avendo in essi conosciuto , che quella grande allegrezza , e troppa sollecitudine era in qualche parte causata dall'amor proprio , ne chiese perdono a Dio con molte lagrime , pregandolo , che gli cambiasse il cuore , e lo purgasse da qualsivoglia affetto non ordinato alla maggior gloria di S. D. M. e da allora in poi si trovò affatto libero da ogni ansietà e soverchia sollecitudine , né ebbe mai la mira ad altro , che al divino amore : tantoché poté dire in un'occasione , che ringraziava Dio , perché da trent'anni egli non sapea d'aver fatto deliberatamente alcuna cosa , la quale non fosse stata indirizzata alla maggior gloria di Dio .   S. Francesco di Sales una volta essendo di passaggio andò a visitare la B. M. di Chantal , che stava aspettandolo con gran desiderio per conferire con lui delle cose dell'Anima sua , essendo già scorsi tre anni e mezzo , che non ci avea potuto parlare per le grandi occupazioni , che , egli in tutto quel tempo aveva avute . Al primo vederla il S. Prelato le disse : Madre mia , abbiamo alcune ore libere , chi comincerà di noi due a parlare ? Io , rispose ella subito con qualche poco d'ardore , perché certo l'Anima mia ha gran bisogno di esser da voi riveduta : Al che il Santo , volendo correggere quell'ansietà , ch'ella mostrò di parlargli , con seria , ma insieme dolce gravità , replicò : e che , o Madre , tuttavia nutrite desiderj ? ancor avete elezioni ? Io credea di trovarvi tutta angelica ; differiremo dunque di parlare di voi in ainsì , e per adesso discorriamo degli affari della nostra Congregazione . E la buona e santa Madre senza neppur soggiungere una parola , riposte le materie appartenenti a sé , che teneva in mano scritte in una carta , conferì con esso in tutta tranquillità per lo spazio di quattr'ore continue sopra gli affari dell'istituto , e poi si licenziarono .   S. Dositeo essendo infermo , ed avendo inteso , che per lo suo male erano utili le uova da bere , dopo qualche tempo lo disse al suo Maestro ; ma nel tempo stesso il pregò a non dargliele perché quel pensiero lo molestava .

20. " Non ti stancare indarno , per ché non arriverai a possedere i veri gusti e soavità di spirito , se prima non annegherai tutto ciò che appetisci ."  S. Gio. della Croce .
L'Abate Ellem , come si narra nelle vite dei Padri , dopo il digiuno di tre settimane desiderando di gustare un po' di miele , di cui vedeva pendere un favo da una rupe , ed alcuni frutti caduti da un albero , se ne astenne : e postosi a dormire , fu svegliato da un Angelo , e si trovò presso una fonte , circondato da freschissime erbe , e di quelle cibandosi , disse di non aver mai mangiata cosa sì delicata .   Di S. Macario Alessandrino riferisce Eriberto Rosveido , che per vincere il sonno , che molto lo molestava , per venti giorni e venti notti continue non entrò mai nella sua cella ; e per molto tempo quando vi era tirato dalla necessità , lo prendeva col capo appoggiato al muro : che essendo grandemente travagliato da moltissime tentazioni di senso se ne stette per sei mesi nudo sopra una palude , esposto alle punture delle zanzare , che in quel luogo sono grandi come le vespe ; e però ne uscì sì maltrattato , che sembrava un lebbroso : che come egli stesso riferì in certa occasione , non si era mai saziato di pane né d'acqua ; ma sempre avea , preso il pane a peso , e l'acqua a misura : e che col mortificare in questa guisa i suoi appetiti , tante grazie si meritò appresso Dio , tanto s'avanzò nella cognizione ed amicizia di lui , che sole passare i giorni e le notti intere in continua e dolcissima contemplazione .

21. " Alcuni pospongono il cammino della perfezione , ch'è quello dell'annegazione delle proprie voglie e dei proprj gusti per amor di Dio , al sapore e gusto proprio ; tantoché se anche per ubbidienza fanno qualche esercizio , benché di loro genio , perdono subito la voglia di farlo , ad ogni divozione : perché il gusto solo loro è di far quello , a che li muove la propria volontà : Il che sarebbe per ordinario meglio non farlo . I Santi non faceano così ."  S. Gio. della Croce .
Il B. Serafino laico Cappuccino disse ad un suo confidente , che sarebbe stato volentieri nella Casa di Loreto , ovvero in Roma , per servire tutte le Messe , che avesse potuto : e dicendogli colui , che potea chiedere a' Superiori tal grazia , che facilmente gliel'avrebbero accordata : Oh questo no , rispose . Un desiderio , ancorché santo , non dee essere profanato dalla propria volontà , e qualunque buona intenzione dee essere soggetta all'ubbidienza , vera ed unica direttrice di ogni più santo pensiero .   S. Felice Cappuccino , quantunque il suo uffizio di cercatore gli porgesse occasione di qualche libertà , egli però non facea mai niente senza il consenso e volontà espressa  de' suoi Superiori . E perché questi ben consapevoli della di lui integrità e virtù soleano rimettere ogni cosa alla libera disposizione di lui , egli in vece di trarre da ciò soddisfazione , ne traeva piuttosto motivo di tristezza e rammarico ; per vedersi così impedita quell'intera soggezione e dipendenza , che tanto bramava , e costretto a far la propria volontà , che sommamente abborriva .

22. " Se non si va con grande attenzione in mortificare la propria volontà , vi sono molte cose , che ci posson togliere la santa libertà di spirito , ch'è quella che andiamo cercando , per poter volare scioltamente al nostro Creatore , senza andar sempre carichi di terra e piombo . Oltre di che in un'Anima proprietaria di se stessa , ed attaccata alla propria volontà , non vi può mai essere virtù soda ."  S. Ter.
S. M. Madd. de Pazzi disse un giorno , che non bramava altro dal Signore , se non che le togliesse la la propria volontà ; poiché conoscea , che per la vivezza dell'ingegno non si avanzava quanto desiderava in quelle virtù , che rendono grata un'Anima al Signore . E ciò detto , rivolti gli occhi al Cielo , fu rapita in estasi , nella quale le fu mostrato da Dio che gran nocumento apporti alle Anime specialmente Religiose , l'esser guidate dalla propria volontà , che una volta consacrarono a Dio con voto . E stando così estatica , prese per la mano la Superiora , e la menò nell'Oratorio ; ove inginocchiatasi , pregò la Vergine , che l'illuminasse a non far mai la volontà propria , e poi la Superiora , che anch'essa per amor del Signore si affaticasse a spogliarla del proprio volere : e dopo prostratasi tre volte in terra , si riscosse da ratto . E fu tanto attenta in questo , che una volta disse di non aver mai né di nascosto , né in palese procurato di tirare la volontà della Superiora alla sua .

23. " Affaticati in mortificare e conculcare affatto la tua volontà in guisa tale , che se sia possibile , non la soddisfacci mai in cosa alcuna . Avvezzati perciò a desiderare e godere , che ti venga spesso interrotta . Quando vedrai , che alcuno la contraddice , sia in cose temporali , sia nelle spirituali , siegui sempre piuttosto la volontà altrui , che la tua , purché quella sia buona , ancorché la tua apparisca migliore . Perocché sarà sempre maggiore il danno , che riceverai in diminuir l'umiltà , la tranquillità , e la pace , contendendo coll'altro , che l'utilità , che ti può portare qualsivoglia esercizio di virtù fatto per propria volontà contra il volere altrui ."  S. Vinc. Ferr.
S. Cater. da Genova così operava . Ella godea di sottomettere in tutto il proprio all'altrui sentimento : anzi bastava che le venisse voglia di qualche cosa , perché facesse tutto l'opposto . Il P. Tommaso Sanchez qualor si portava dai Superiori per chiedere alcuna cosa , pregava prima Dio , che se era di suo piacimento , li muovesse a non concedergliela .

24. " Non hai da lasciar passare giorno , nel quale non calpesti la tua volontà . E se alcuno ne passerai senza di questo , dì pure , che in quel giorno non sei stato religioso ."  S. Gio. Clim.
S. M. Madd. de Pazzi era soprammodo amante di non far la propria volontà , e poneva in questo ogni suo studio ; tantocché teneva appunto per perduto quel giorno , in cui non l'avesse in qualche modo negata e rotta .

25. " Il supremo grado dell'annegazione della propria volontà sapete in che consiste ? Il lasciarsi impiegare nelle cose , che altri vogliono , senza farci mai resistenza ."  Sales .
Visitando S. Basilio i Monasterj della sua Diocesi , domandò ad un Abate se avea nessun monaco , che mostrasse più di tutti di essere del numero de' predestinati ; e l'Abate gliene presentò uno molto semplice . Al quale il Santo ordinò che portasse ivi dell'acqua da lavare i piedi , ed avendogli egli incontanente portata , gli comandò , che sedesse sopra una sedia , e gli lavasse i piedi ; il che colui fece subito senza mostrarvi minima difficoltà . Il giorno seguente mentre egli entrava in Sagrestia gli fece intendere , che si accostasse all'Altare , che lo voleva ordinar Sacerdote : ed esso prese il Sacerdozio senz'alcuna resistenza . Per le quali cose il Santo lo giudicò morto alla propria volontà ed al proprio giudizio , e però degno di esser tenuto per uno de' predestinati . Passato qualche tempo gli abitanti di un altro luogo entrati di notte nella sua cella , lo presero , e senz'alcuna sua contraddizione lo menarono nella loro Terra , ed ivi lo chiusero in una casuccia ; ov'egli se ne stava quietamente senza mai parlar con veruno . Ma pochi giorni dopo gli abitanti di un'altra Terra lo cavarono di là di notte tempo , senza ch'egli dicesse niente , e lo trasportarono tra loro : ed egli qui pure se ne vivea contento , come uno morto al Mondo .

26. " Il maggior dono , che si possa da Dio ricevere in questo Mondo , è il sapere , il volere , e poter vincere l'uomo se stesso , negando la propria volontà ."  S. Franc. d'Ass.
L'Abate Pastore facea tutto il conto di questo esercizio : e solea dire , che la nostra volontà è un muro di ferro , che ci disgiunge e separa da Dio .   La B. Coletta Francescana dicea , che stimava più il negare il proprio sapere , e la propria volontà , che lasciare tutte le ricchezze del Mondo : e però si studiava di praticarlo a tutto suo potere .   S. Bernardo pure era di questo medesimo sentimento , e dicea , che tutti i mali nascono da una sola radice , ch'è la propria volontà .

27. " Avverti di non nutrire il proprio giudizio : perché senza dubbio ti ubbriacherà : non essendovi differenza tra un ubbriaco , e colui ch'è pieno di proprio parere ; mentre l'uno non è più capace di ragionare , che l'altro ."  Sales .
Il B. Alessandro Sauli Vescovo in Corsica negli affari della Diocesi cercava sempre l'altrui consiglio , non fidandosi del proprio parere , e riputandosi ignorante , e del tutto inabile a quell'ufizio , tutto che fosse stato insigne maestro di Teologia e Direttore di S. Carlo , e di poi fosse appellato l'idea de' Vescovi .   S. Francesco di Paola quantunque fosse dotato del dono della profezia , ne' casi dubbj si consigliava sempre anche nelle cose minime fin coi suoi stessi sudditi .

28. " Delle proprie opinioni ognuno ne ha , né questo si oppone alla virtù . Il solo amore ed attaccamento , che abbiamo alle nostre opinioni , e la stima , che ne facciamo , è quello ch'è infinitamente contrario alla nostra perfezione . Questa è l'ultima cosa , che si lascia , ed è la ragione , perché vi sieno sì pochi perfetti ."  Sales .
Il medesimo Santo era arrivato a lasciar quest'ultima cosa . Onde una volta poté scrivere ad un suo amico , ch'egli non avea tanto di male a chi non lo seguiva ; e che non pretendea , che i suoi sentimenti dovessero servir di regola a veruno .   Il V. P. Giovanni Leonardi Fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio , tuttocché fosse dotato d'una somma prudenza , ed avesse terminati felicemente molti affari di gran rilievo , nulladimeno in tutte le sue deliberazioni dipendea talmente dal consiglio de' suoi medesimi sudditi , anche giovani , ed inesperti , che non facea mai cosa di qualche momento senza prima sentire il loro parere , ed averne il loro beneplacito ; e bene spesso seguiva il sentimento di quelli , e lasciava il proprio .   Il P. Suarez ancorché fosse di eccellente ingegno e sapere , dava spesso a rivedere i suoi libri fin a' suoi stessi discepoli , e se alcuno di loro ne disapprovava qualche cosa , con molta facilità la mutava .   L'istesso pure solea praticare S. Vincenzo Ferreri per lo poco concetto , che avea delle sue proprie opinioni , dando volentieri non solo da studente , ma da lettor ancora a rivedere i suoi scritti a' suoi compagni , anche inferiori a lui di sapere .

29. " Il vero ed unico rimedio per guarire da questo male si è far poco conto di quanto ci viene in capo . Venendo richiesti del nostro parere , darlo francamente , ma con indifferenza sopra l'essere ricevuto o non essere ricevuto ed approvato : ed avvezzarsi a seguir piuttosto l'altrui parere , che il proprio in tutto quello che lecitamente si può ." Sales .
Si narra nelle vite de' PP. dell'Abate Giovanni molto celebre in santità , che mentre stava per morire fu pregato da' suoi discepoli di lasciar loro qualche buon ricordo per poter acquistare la perfezione , a' quali rispose : quel che io vi posso dire , si è , che io non hom operato mai secondo il parere mio , ma secondo il parere altrui ; né ho insegnata mai ad altri cosa alcuna , che prima non l'avessi fatta io stesso .   La B. M. di Chantal ancorché fosse di una mente sublima e pronta , che subito giungeva al punto di ciò che se le domandava ; con tutto ciò quando veniva richiesta di consiglio per affari importanti , non fidandosi delle sole cognizioni , che aveva acquistate con la lunga esperienza , oltre del ricorrere a Dio per mezzo dell'orazione , volea di più consultarsi co' Padri spirituali , e con persone ben pratiche di quelle materie . Dopo poi diceva il suo particolar sentimento con queste parole : Ecco il mio parere ; ma prendete anche il consiglio di qualche persona più intelligente e giudiziosa .   S. Vincenzo Ferreri nelle cose concernenti alla direzione e governo di quella compagnia , di cui era egli il capo , avea per uso di seguitar ordinariamente piuttosto il parere e volere de' compagni , che il proprio .

30. " Come l'esser santo non è , che volere quello che vuole Iddio ; così l'esser savio altro non è , che giudicare le cose , come le giudica Dio . Or chi sa , se quel tuo sentimento si conformi sempre con quello di Dio ? Quante volte tu medesimo hai trovato di esserti ingannato ne' tuoi giudizi e determinazioni ? "  S. Vinc. de Paoli .
Eccellente mostrossi sempre in questa mortificazione del proprio giudizio S. Vincenzo de Paoli . Era egli dotato di tanta prudenza , che passava per uno de' più prudenti uomini del suo tempo ; e nondimeno diffidava sempre di se , ed in tutt'i suoi negozj ricorrea non solo a Dio , ma ancora agli uomini , dimandando il parere loro , e seguendo piuttosto quello che il suo , per quanto la giustizia , e la carità il permettevano : e questo ancorché quelli fossero di talento mediocre , o anche suoi inferiori . Quando poi veniva richiesto di consiglio ; dopo di aver alzata per un poco la mente a Dio , lodava , non determinando risolutamente le cose , ma esponendo con modestia il suo sentimento , e lasciando alla persona il determinarsi da se medesimo . Il suo modo di parlare era : pare , che si potrebbe far così : Vi sarebbe questa ragione , la quale pare , che inviti a pigliare questa risoluzione . E se veniva stimolato a risolvere assolutamente : Parmi , che sarebbe bene , o che sarebbe espediente di fare la tal cosa , di portarsi in tal modo . In oltre aveva sempre a caro , ed egli stesso lo suggeriva , che si chiedesse anche il parere d'altri , e gradiva che fosse seguito piuttosto che il suo ; non già , perché non conoscesse d'ordinario i negozj meglio degli altri , a cagione della sua lunga esperienza e del gran lume , che ricevea da Dio , ma puramente per amore della sommessione , e mortificazione , e per cagione della sua grande umiltà , che gli facea stimar ogni altro più di se stesso . Il che avendo osservato una Matrona in occasione di certa pia adunanza delle Dame di Carità , da lui istituita per promuovere molti beni spirituali , questa avvertì con bel modo il Servo di Dio , dicendogli , ch'egli non sapea sostenere i suoi sentimenti , ch'eran degni d'esser preferiti ad ogni altro ; alla quale ei rispose : Non sia mai , che il mio povero e debole parere abbia a prevalere a quello degli altri . Io per me gederò sempre , che Iddio operi quel che gli piace senza di me misero peccatore . Era poi tanto persuaso , che le risoluzioni prese con maturo consiglio e coll'altrui parere fossero grate al Signore , che rigettava come tentazioni tutto ciò che gli veniva in contrario nella mente : solendo dire , che quando si è raccomandato a Dio , e consultato con altri un negozio , bisogno star saldo in ciò che si è intrapreso : e credere , che Iddio non ce lo attribuirà a colpa , potendo noi dire con legittima scusa : Signore io vi raccomandai l'affare , e presi ancora il parere altrui , ch'è quanto far potea per conoscere la vostra volontà .

31. " La vita della nostra carne è il diletto della sensualità : dunque la sua morte è il torle ogni diletto sensibile . La vita del nostro giudizio o della nostra volontà è il disporre di se e delle cose sue , secondo il parere e desiderio proprio ; dunque la morte loro è il sottomettersi in ogni cosa al parere e volere degli altri . La vita dell'appetito alla propria stima e riputazione è lo stare in buon concetto appresso di tutti dunque la sua morte è l'occultarsi , per non essere conosciuto , per via di atti continui d'umiltà e di proprio disprezzo . Sinché uno non arriva a morire di questa maniera , non sarà mai servo di Dio , né Iddio viverà mai perfettamente in lui ."  S. Maria Madd. de' Pazzi .
Con gran franchezza diceva agli altri questa bell'Anima un sì bel sentimento , perché sapea per propria sperienza , esser ella appunto per questa via giunta a conseguire con tanto suo vantaggio la morte della propria carne , del proprio giudizio e volontà , e della propria riputazione : della propria carne , che mai lasciò di trattare con somma asprezza e rigore ; del proprio giudizio e volontà che volle tener sempre soggetti e dipendenti da altri ; e della propria riputazione , con abborrire , e fuggir continuamente ogni occasione di essere onorata e stimata .   Un grand'esemplare in questo fu ancora il glorioso S. Filippo Neri : il quale afflisse molto il suo corpo con cilizj e discipline , cibandosi per molti anni della sua gioventù quasi sempre con poco pane ed acqua ; e fatto Sacerdote appena aggiungendovi un poco di vino , e talvolta qualche erba , o qualche frutto , o al più qualche uovo ; quasi mai però altri latticini , né carne , o pesci , o minestra , se non per causa d'infermità , o che dovesse mangiare con forestieri . Quanto poi al proprio giudizio e volontà mostrò sempre tutto l'impegno di togliere e ad all'uno ed all'altra ogni pabolo , e di calpestarli continuamente a tutto suo potere . Ma sopra tutto si rese ammirabile nel combattere ed annientare l'affetto alla propria stima , ch'è quel nemico tanto infesto alla corrotta umanità , dalle cui molestie neppur le anime più sante ne vanno esenti . Per soggiogare questo comune avversario , si pose egli a petto di farsi riputare da tutti per un uomo vile ed abbietto : e però procurava da ogni occasione di prender motivo di apparir tale nel cospetto degli uomini . Ond'è , che tanto fuor di casa , quanto in casa faceva e diceva delle cose , che pareano leggerezze e pazzie .  E per venire a' casi particolari , una volta si mise a saltare , e ballare nella piazza d'una Chiesa , ov'era gran concorso di popolo a cagione della festa , che vi facea ; e fu sentito uno dire : guardo quel vecchio matto ! un'altra volta scontrato un acquarolo in una pubblica strada molto frequentata , gli chiese per grazia di lasciarlo bere ad uno di quei barilozzi ; ed ottenutala , vi attaccò la bocca , e bevve saporitissimamente ; maravigliandosi colui , che un uomo di quella qualità non si vergognasse di bere in quella maniera in presenza di tanta gente . E l'istesso fece un'altra volta alla fiasca di S. Felice Cappuccino in presenza di molti .  Invitato un giorno a pranzo dal Cardinal Alessandrino menò seco un suo penitente , facendogli portare sotto la veste una pignatta di lenticchie cotte ; e seduti che furono a tavola , la fece porre in mezzo , per così farsi stimare incivile . Ma non gli riuscì , perché il Cardinale , che conosceva la sua virtù , in vece di aver ciò a male , e di disprezzarlo , ne volle anch'egli mangiare insieme con tutti gli altri commensali .  Il Cardinal Gesualdo , che l'amava teneramente , credendo , che per la sua età avanzata e per la sua continua assistenza al Confessionario gli potesse giovare una pelliccia di martura , gliela diede , con farsi da lui promettere di portarla .  Ubbidì egli ; ma si servì dell'occasione per farsi burlare , portandola in pubblico per un mese continuo , camminando con passo grave , e vagheggiandosi intorno di tanto in tanto . Per lo medesimo fine andò molte volte per Roma accompagnato da' suoi penitenti con un gran mazzo di fiori in mano . Ed una volta fattosi radere la barba da una sola banda , uscì in pubblico saltando e facendo festa , come uno , che avesse avuto una gran vittoria .   In casa poi ne facea il continuo . Se ne stava spesso con un pajo di pianelle bianche nei piedi , con una berretta piccola in testa , con una camiciuola rossa , che gli passava le ginocchia , sopra la veste lunga ; e con questo abito ricevea chiunque da lui veniva , ancorché fossero uomini di qualità , e gran Personaggi . Teneva in camera libri di favole , di facezie , e di altre simili materie ; e quando venivan da lui persone massimamente di qualità , se ne facea leggere alcuno , mostrando molta attenzione e gusto in sentirlo . Così appunto egli fece una volta che il Papa Clemente VIII mandò da lui certi Personaggi Polacchi , perché si edificassero e s'infervorassero per mezzo de' suoi discorsi . Avendo egli avuto l'avviso della loro venuta , disse subito ad uno de' suoi , che prendesse a leggerli uno di quei libri , e non cessasse finché egli non gliel dicesse . Arrivati dunque que' Signori , egli senza punto muoversi , disse loro : aspettino di grazia , che si finisca questo bel fatto : e mentre si leggeva , mostrava una grande attenzione , e piacere , come se ascoltasse cosa di gran vantaggio e premura . Poi facendo cessare : vedete , disse , rivolto a coloro , se ancor io tengo de' bei libri , e mi fo leggere cose di considerazione ? e così proseguì senza neppur profferire una parola si spirito . Onde coloro dopo essere stati alquanto guardandosi l'un l'altro , se n'andarono assai maravigliati , ed annojati . Ed egli , partiti che furono , fece riporre il libro , dicendo : abbiam fatto quello che bisognava . Perché questo appunto era quello ch'ei desiderava , di esser tenuto in poco concetto da que' personaggi .




APRILE
PAZIENZA
Qui non accipit crucem suam , et sequitur me ; non est me dignus . Matth. 10.38.

1. " La Croce è la porta reale per entrare nel Tempio della Santità , e per altra via non è possibile il ritrovarla . Perciò dobbiamo più di una volta immolare il nostro cuore all'amore di Gesù sopra l'istesso Altare della Croce , su cui si sacrificò egli il suo per amor nostro ." 
Il P. Alvarez fece questa risoluzione : ogni aridità , inquietudine , e travaglio , che mi occorrerà nell'orazione , lo riputerò un martirio , e come tale lo sosterrò costantemente . E l'eseguì fedelmente per sedici anni : dopo i quali ebbe tante consolazioni e celesti illustrazioni , che gli vennero abbondantemente rimunerati tutt'i patimenti sin allora sofferti .   S. Teresa sostenne per anni diciotto continui grandissime aridità , e poi quanto fu innalzata !   S. Bernardo dicea di se : Tutte le cose , che ama il Mondo , come i diletti , gli onori , le lodi , le ricchezze , mi servono di croci ; e tutte le cose , che il Mondo reputa croci , a quelle io mi accosto , e le abbraccio con grande affetto .

2. " Se ti pare , che non hai ancora patite tribolazioni ; tieni per certo , che non hai cominciato ad essere vero servo di Dio ; perché l'Apostolo dice chiaramente , che tutti quelli , che vogliono vivere piamente in Cristo , patiranno persecuzioni ."  S. Agost.
S. Attanasio , S. Basilio , S. Giovanni Grisostomo , S. Girolamo , S. Cirillo , ed altri molti furono imputati di mille scelleraggini , e perciò molto travagliati .   S. Romoaldo fu infamato da un suo Monaco d'aver commesso con lui peccato nefando ; e perciò condannato in pubblico Capitolo , come meritevole di esser appiccato ed abbruciato : e fu per questo sospeso dal dir Messa . Egli però , benché centenario , soffrì tutto con gran pace .   S. Francesco Saverio stando in Lisbona , e vedendo , che tutte le cose gli andavano bene , se ne afflisse ; e se durava lungamente in questa bonaccia , avrebbe creduto di non servire bene Dio .

3. " Con avere il figliuolo di Dio operato la nostra salute per mezzo de' patimenti , ci ha voluto insegnare , non esservi cosa tra noi tanto atta a glorificar Dio , e santificar le anime nostre , quanto questa del patire . Si , si , patire per amore del Signore è il cammino della verità . E però chi può patire , più patisca , che sarà il più avventurato : e chi non si risolve a questo non farà mai molto profitto ."  S. Ter.
S. M. Madd. de Pazzi era tanto innamorata di patire , che diceva : Io non desidero di morir presto , perché in Cielo non vi è da patire ; ma desidero di viver molto , perché bramo di patir lungamente per amor del mio sposo : né solo un breve martirio , ma un cumulo di mali , calunnie , infortunj , e tutte le avversità , delle quali sono capace . E di fatti dopo avere ella sofferta una lunga e penosa infermità , questa non solo non estinse in lei quella gran sete di patire ; ma avendolo in tal guisa gustato , vie più se ne invogliò ; poiché procurando la Superiora di sminuirle il patire per la conservazione della sua sanità , ella nel tempo medesimo cercava ogni via , ed inventava nuovi modi di patire , senza che nessuna se ne avvedesse . Le accadde un dì nell'ultima sua infermità , che avendo ricevuta un'ingiuria notabile , non solo la soffrì intrepidamente ; ma diede anche segni di particolare amicizia all'offensore . Di che stupitasi una sua discepola , essa le disse , che godea di non essere morta prima , per non perdere quella bella occasione di sofferenza .

4. " La strada è stretta : Chi la vuol camminare con più faciltà , vada scarico d'ogni cosa , ed appoggiato al bastone della Croce , cioè risoluto davvero di voler patire per amor di Dio in tutte le cose ." S. Gio. della Croce .
Riferisce il Taulero d'aver conosciuto un gran servo di Dio , il quale avea molte visioni e rivelazioni , l'intelligenza della Scrittura , ed il segreto de' cuori : quindi temendo , che le consolazioni di quà non gli avessero da impedire i favori di là , e però di non essere molto amato dal Signore ; lo pregò istantemente a compiacersi di levargli ogni consolazione ; e fu esaudito . Poiché per cinque anni continui non ebbe mai un minimo contento spirituale , né veruna celeste inspirazione ed illustrazione ; ma menò sempre una vita piena d'afflizioni , di tentazioni , e d'aridità di spirito ; talmente che il Signore stesso si mosse a pietà di tanto patire , ed un giorno gl'inviò due Angeli , acciò lo consolassero un poco . Ma colui contento del suo patire , ricusò quella consolazione , e rivolto a Dio ; Signore , gli disse : Io non desidero verun gusto in questo Mondo ; e nel mio cuore non voglio che v'entri altri che Voi , amor mio , avendo io abbastanza di consolazione in queste , che si faccia in me vostra santissima volontà . Piacque tanto a Dio questo bell'atto di spogliamento , che l'Eterno Padre lo dichiarò per suo figliuolo diletto con queste parole : Tu es filius meus , in quo mihi complacui .

5. " A chi , Signore , vi fa alcun servizio voi lo pagate con qualche travaglio . Oh , che prezzo inestimabile è questo per quei che davvero vi amano , se loro fosse dato a conoscere il suo valore ! " S. Ter.
Il V. Mons. di Palafox , quando vedea , che dopo aver egli fatta qualche buona opera gliene veniva alcuna tribolazione , obbrobrio , o calunnia , ciò ricevea come una grazia speciale del Signore : perché , dicea , non ricevendone io alcun premio nel Mondo , è segno , che Iddio vuol rimunerarmi pienamente in Cielo .   Apparve una volta il Signore alla B. Chiara di Moltefalco , e le offerse in dono una Croce , che portava al collo . Ricevé il dono la Santa con sua gran consolazione , ed allora le fu impressa nel cuore l'immagine del Crocifisso della grandezza di un dito : del che stava ella sì ben intesa , che nell'ultima sua agonia cercando una Monaca la croce nel letto , essa le disse : Prendi il mio cuore , che vi troverai il Crocifisso : in fatti vi si trovò dopo la di lei morte .

6. " O Anime , che volete andar tanto sicure e consolate , se sapreste quanto sia grato a Dio il patire , e quanto giovi per arrivare agli alti beni , non cerchereste mai consolazione in cosa alcuna ; ma piuttosto avreste a gran felicità il portar la Croce appresso al Signore ."  S. Gio. della Croce .
Il B. Guglielmo Abate d'un Monastero della Dania , vide una notte in sogno alcuni Anginti , che stavano tessendo una corona di maravigliosa ricchezza e vaghezza : e chiedendo loro per chi si lavorava ; udì rispondersi che per lui ; e che allora sarebbe terminata , quando egli avrebbe abbastanza patito .   S. Geltrude pregò una volta il Signore nel tempo del carnevale ad insegnarle qualche maniera particolare di potergli prestare alcun servizio , che gli fosse grato per quei tre giorni , ne' quali se gli fanno da' mondani tante ingiurie ; ed il Signore le diede questa risposta : Figlia , tu non mi potrai far mai in alcun tempo maggior servizio , che sopportare pazientemente e in memoria della mia passione qualsivoglia tribolazione , che ti occorrerà o sia interna , o sia esterna ; sforzandoti d'operar sempre tutte queste quelle cose , che sono più contrarie a' tuoi desiderj .   Apparve un giorno il Signore a S. Teresa , e le disse così : Sappi , che quelle sono le Anime più gradite al mio celeste Padre , che son travagliate da più e più grandi afflizioni , e patimenti . E da quel tempo concepì la Santa tanto affetto al patire , che non trovava altra consolazione , che i patimenti ; e quando stava senza qualche patimento , vivea scontenta , e confessava , che non avrebbe cambiati i suoi travagli con tutt'i tesori del Mondo . Ond'è , che avea spesso in bocca quelle parole : o patire , o morire . Ed essendo apparsa dopo morta ad una sua divota , le confessò , che per niun'altra cosa godeva in Cielo tanto premio , quanto per le molestie , che avea sofferte in vita , e che se per alcun motivo avesse desiderato di tornare al Mondo , l'unico sarebbe stato , per potere patire qualche cosa .

7. " Vale più un'oncia di Croce , che non vale un milione di libbre di orazione . Vale più una giornata crocifissa , che non valgono cento anni di tutti gli altri esercizj . Vale più starsi un momento in croce , che non vale gustare le delizie del Paradiso ." La V. Suor M. Vittoria Angelini .
S. Brigida in un certo tempo ricevé e soffrì con pazienza molte afflizioni da varie persone . Una delle quali le disse una parola ingiuriosa : un'altra davanti la lodava , e di dietro la mermorava : un'altra le impose un'infamia : un'altra sparlò in sua presenza d'un servo di Dio con molto dispiacere di lei : una le fece un grave strapazzo, ed essa la benedisse : una le fece un danno , ed essa pregò per lei : e la settima le diede un avviso falso della morte del di lei figlio , che fu ricevuto da essa con pace e rassegnazione . Dopo tutto questo le apparve S. Agnese Martire con una vaghissima corona in mano , adorna di sette pietre preziose , dicendole , che vi erano state poste da quelle sette persone ; e poi gliela pose in capo , e disparve . Vedi , se avrebbe potuto guadagnar tanto con verun altro esercizio !    La B. Angiola di Foligno richiesta come potesse ricevere e soffrir con tant'allegrezza i patimenti , rispose : Credetemi , che la nobiltà ed il valore de' patimenti non è da noi conosciuto . Perché se lo conoscessimo bene , ci si renderebbero oggetti di rapina , ed ognuno andrebbe in cerca di rapire dagli altri le occasioni di patire .

8. " Vale più con Grazie a Dio , un Sia benedetto Dio nelle avversità , che mille ringraziamenti nelle prosperità ." Il P. M. d'Avila .
Patendo S. Francesco in una sua malattia molti dolori corporali , un suo Religioso gli disse , che pregasse Dio a dargli qualche sollievo ; ed il Santo lo riprese , e chinando il capo a terra dicea : Signore ti rendo grazie di questo dolore , che patisco , e ti prego a compiacerti di accrescermelo .  E qual cosa mi può , e mi dee esser più grata di questa , che tu mi affligga senza pietà : mentre questo è quello , che sopra ogni altra cosa io desidero .

9. " Se il Signore ti desse la potestà di resuscitare i morti , ti darebbe assai meno , che quando ti dona il patire . Perocché per li miracoli tu resteressi debitore , a lui , e per lo patire rendi lui debitore a te . E poi quando i patimenti non avessero altra mercede , che quella di poter soffrire qualche cosa per quel Dio , che mi ama ; non è questa una gran mercede , e sufficiente remunerazione ? Chi ama , intende quello che dico ."   S. Gio. Grisost.
Questo Santo facea sì grande stima del patire , e che giunse a dire : io non istimo tanto Paolo per lo rapimento al terzo Cielo , quanto per la prigionia , che patì . Onde se mi venisse detto : vuoi esser collocato in Cielo tra gli angioli , o stare in carcere con Paolo ?  io eleggerei piuttosto questo , che quello .  E se fosse posto in mia elezione ; o di esser Pietro in catene , o l'Angelo , che lo sciolse , io certamente eleggerei più volentieri esser il primo , che il secondo .     Il Re S. Luigi  discorrendo col Re d'Inghilterra della sua schiavitù in Turchia , nella quale soffrì molti travagli , disse così : io ringrazio molto Dio della mala riuscita di questa guerra ; o godo più della pazienza che il Signore mi ha conceduta in questo tempo , che se avessi soggiocato tutto il Mondo .  Comparve una volta il Signore alla B. Battista Verrani , e le disse : credi , figlia , che io ti ho mostrato maggior amore quando ti ho mandato delle afflizioni , che quando ti tenea stretta nelle mie braccia . In che te lo potea mostrar più , che in volere per te quello che elessi per me ?  Sappi , che non peccare è un gran bene , maggiori il far delle opere buone , ma il massimo di tutto è il patire .

10. " Si dee riputare gran disgrazie non solo per le persone particolari , ma anche per le case , e per le congregazioni l'aver ogni cosa conforme al suo desiderio , passarsela quietamente , e niente patire per l'amor di Dio . Sì tenete per certo , che una persona , o congregazione , che non patisce ed a cui tutto il Mondo applaudisce , è vicina alla caduta ."  S. Vinc. de Paoli .
Quanto fosse questo Santo persuaso di tal verità , lo diede ben a conoscere nel dar avviso ai suoi di un danno notabile accaduto alla sua casa : Stando io , disse , da qualche tempo considerando : come le cose della congregazione camminavano felicemente , e che tutte le riusciva bene , cominciai fortemente a temere di questa calma , sapendo che Iddio è solito di provare i suoi servi . Ma sia pur benedetta la divina Bontà , per essersi ora degnata di visitarci con una perdita molto considerabile .    Un Santo vecchio solito di stare per lo più ammalato , in un anno che si vide libero da ogni male , se ne afflisse molto , dicendo , che Iddio lo doveva aver abbandonato , mentre non lo visitava più .   Così pure pensavano i Santi Francesco ed Andrea Avellino , che in quel giorno , nel quale non aveano patita qualche cosa per amor del loro Dio , stimavano , ch'egli si fosse dimenticato di loro , e li avesse abbandonati .    Trovandosi una notte il P. M. Avila infermo , ed essendosi addormentati i ministri , e smorzata la candela , se gli aggravarono soprammodo i dolori ; non volle con tutto ciò per un pezzo svegliarli . Ma finalmente vinto dall'acerbità de' patimenti , pregò il Signore a voloerlo liberare da tanto penare , e poco dopo preso sonno , nello svegliarsi si trovò affatto libero : ed allora disse ad un suo discepolo : Oh , che grande schiaffo mi ha dato il Signore questa notte !  Volendo dire , che con averlo esaudito , gli avea tolta l'occasione di patire e di meritare .

11. " Noi non abbiamo mai tanto motivo di consolarci , che quando ci troviamo oppressi da patimenti e travagli : poiché questi ci rendono simili a Cristo nostro Signore ; e questa somiglianza è il vero contrassegno della nostra predestinazione ." S. Vinc. de Paoli .
Niuno intese sì bene questa gran verità , come S. Andrea Apostolo .  Al primo veder la Croce , su cui doveva essere conficcato , incontanente riempissi di giubilo , e proruppe in quella esclamazione : O Croce tanto desiderata , tanto amata , e tanto da me ricercata , ecco che a te me ne vengo pieno di sicurezza e di gaudio : separami tu dagli uomi , e rendimi al mio Maestro : sicché per mezzo tuo mi riceva , chi per mezzo tuo mi ricomprò .   Il Signore disse una volta a S. Geltrude : quanto più tu sarai travagliata , e la vita tua sarà disapprovata senza tua colpa , tanto più mi sarai cara per la maggior somiglianza , che verrai ad avere con me , che vissi in continui patimenti e fui contraddetto in tutte le mie operazioni , siccome suol esser molto caro al Re uno , che molto si rassomiglia a lui .   Essendo S. Metilde afflitta da una grave infermità , se le accostò Gesù Cristo , e le disse : quando io vedo una persona gravemente afflitta e tormentata , l'abbraccio col mio braccio sinistro , per congiungere più da vicino il suo cuore al mio .

12. " Non si trova segno più evidente da poter arguire , se uno sia santo e del numero degli eletti , quanto il vederlo di buona vita , ed esercitato nel tempo stesso con desolazioni , patimenti , e travagli . "  S. Luigi Gonz.
Poiché S. Ignazio Loyola era perfetto e caro a Dio , gli andavano appresso le persecuzioni di tal maniera , che spesso accadea , ch'essendo egli lontano i suoi compagni vivevano in una gran quiete , e tornando lui , veniva subito a quella casa qualche travaglio .   S. Teresa avendo ricevute delle limosine da un mercante , che si raccomandava alle sue orazioni , gli rispose così : Vi ho raccomandato e mi è stato rivelato , che il vostro nome sta scritto nel libro della Vita , e per segno della verità , da qui innanzi non vi succederà niente di prospero . E così appunto avvenne ; poiché poco dopo essendosi affondate tutte le sue navi , restò fallito . Il che saputosi da' suoi amici gli rimisero in piedi una nave , la quale pure poco dopo fece naufragio ; ond'egli spontaneamente si mise in carcere . Nondimeno i suoi creditori conoscendo la di lui bontà , non vollero molestarlo , e lo liberarono . In tal guisa divenuto povero , contento del solo Iddio , finì santamente la vita .

13. " Se Dio ti farà patir molto , è segno che ha de' gran disegni sopra la tua persona , e che sicuramente ti vuol fare santo . E se tu desideri di divenire un gran Santo , pregalo da te stesso , che ti dia molta materia di patire . Perocché non v'è legno più atto a produrre il fuoco del sacro amore , che il legno della santa Croce , del quale Cristo si servì per quel suo gran sacrificio d'immensa carità ."  S. Ignazio Loyola .
Grandi afflizioni e travagli soffrì Giuseppe dai suoi fratelli : e questa appunto era la via per la quale il Signore lo conduceva alla sua grand'esaltazione .  S. Teresa , ch'era creata per cose sì alte , soffrì travagli incredibili da ogni genere di persone , anche dalle buone e molte spirituali . Molti la tennero per illusa dal Demonio . Molti schernivano le sue orazioni e rilevazioni . Alcuni la volevano esorcizzare , come ossessa . Altri l'accusavano al S. Officio .  Ed inoltre patì ella per le nuove fondazioni de' Monasteri molte contrarietà ed afflizioni da' suoi superiori .

14. " Non vi è miglior pruova , per distinguere la paglia dal grano nella Chiesa di Dio , quanto il soffrir delle contraddizioni , e de' patimenti , e disprezzi .  Chi a questi sta forte , è grano . Chi si solleva , è paglia ; e tanto più leggiera , quanto va più in alto , cioè quanto più si commuove , e più superbamente risponde ."   S. Agost.
Si presentò una persona di rango per domandare a S. Francesco di Sales un benefizio per uno ecclesiastico da lui protetto : ed il Santo gli rispose , che si era , quanto al conferir benefizj , volontariamente legate le mani con averli messi tutti al concorso : ma che però avrebbe avuto tutto il riguardo alla sua raccomandazione , se quegli si presentava al concorso cogli altri .  Quel Signore , ch'era di natura aspra , credendo questo un pretesto , lo tacciò di doppiezza e d'ipocrisia , minacciandolo ancora . E vedendo il Santo , che le parole dolci non lo mitigavano , lo pregò a contentarsi , che l'esaminasse egli solo : ma perché colui non si capacitava : dunque , soggiunse , volete che io gli consegni la cura , di cui sono incaricato , ad occhi chiusi ? Considerate se questa è cosa giusta .  A questo l'altro si pose a gridare più forte , ed a vomitar contra il Santo Vescovo gravissime ingiurie , ed egli tacque . Or trovandosi ivi presente un suo conoscente , gli disse come avesse potuto sopportare tante indegnità , senza mostrarne minimo risentimento : Non vi stupite di questo , rispose il Santo : perché non era egli che parlava , ma la passione : fuori di questa egli è uno dei miei più cari amici , e vedrete col tempo , che il silenzio sarà cagione , ch'entrerò ancor più nella sua buona grazia . Ma siete stato voi del tutto senza risentimento ? ripigliò l'altro ; ed egli : io ho adoperata una diversione , ponendomi a considerare le buone qualità di quella persona , di cui altre volte io aveva goduta l'amicizia con tanto piacere . Il Gentiluomo poi venne a domandargli scusa con lagrime , e d'indi in poi gli fu più amico di prima .     Andando un giorno S. Felice Cappuccino per Roma con una fiasca di vino su le spalle , incontrò un Gentiluomo sopra un cavallo feroce , che spintosi avanti con furia calpestò gravemente un piede al servo di Dio , il quale cadde in terra ; ed essendosi rotta la fiasca , scorreva il vino per terra mischiato col sangue , che usciva dalla ferita in gran copia .  Tutti gli astanti atterriti a tal caso mandarono voci compassionevoli verso il Santo : solo egli se ne rimase colla sua solita serenità di volto ; e mirando il Gentiluomo con occhio piacevole , gli chiese umilmente perdono , perché per la sua imprudenza e temerità gli fosse stato d'impedimento a poter passare liberamente per quel luogo ; ma colui anzi che gradir quel bell'atto , lo prese a sdegno e con un riso altero senza dir parola , spronò il cavallo , e proseguì fastosamente il cammino ; e Fra Felice coll'ajuto di molti ivi concorsi sollevato da terra s'inviò al meglio che poté al Convento .  E perché per lo piede offeso non potea stendere il passo liberamente , diceva a se stesso : cammina avanti asino bestiale , di che ti lamenti ?  Sei tanto pigro e poltrone , che ben ti meritavi questa bastonata , indi rivolto al Signore prorompeva in divoti ringraziamenti verso la sua immensa bontà .  Il Cavaliere poi rientrato in se , riflettendo al suo mancamento , per aver disprezzato sì superbamente il perdono chiestogli da quell'innocente e Santo Religioso , si portò il seguente giorno al monastero , e prostratosi avanti di lui colle ginocchia per terra , umilmente lo supplicò a volergli perdonare quel superbo e crudele maltrattamento , che usato gli aveva e fu egli ricevuto dal servo di Dio con tanta cordialità e cortesia , che si determinò di mutar vita e costumi .   Sino a' filosofi era nota questa bella verità . Di Socrate riferisce S. Basilio che essendo un giorno schiaffeggiato nella pubblica piazza da un uomo plebeo , non solo non si accese di sdegno per un tale insulto , ma con animo tranquillo e volto sereno si fermò immobile finché colui gli ebbe illividita la faccia .   E più singolare è l'atto , che praticò Epitetto . Un giorno che il suo Padrone , ch'era un uomo molto violento , gli diede un gran colpo sopra una gamba : gli disse freddamente , che guardasse di non gliela rompere ; ed avendo il Padrone replicati i colpi di tal maniera , che appunto gli ruppe l'osso , Epitetto senza punto commoversi ,  non te l'aveva io detto , soggiunse , che correvi il rischio di rompermela ?

15. " Il vero spirito è certo , che inclina più alle afflizioni , aridità , disgusti , e travagli , che a certe comunicazioni dolci e gustose ; perché sa , che quello è il seguir Cristo , e negar se medesimo , tanto inculcatoci dal Signore ."   S. Giovanni della Croce .
Apparso il Signore a S. Caterina da Siena con due corone in mano , una d'oro , e l'altra di spine , le disse , ch'eleggesse quella che le piaceva . Elesse ella la seconda .  E da quel tempo prese tanto amore alle afflizioni e travagli , che dicea : Non vi è cosa , che tanto mi consoli , e mi dia sollievo , quanto le afflizioni e le Croci ; tanto che , io non avessi di quando in quando queste conforto , mi parrebbe di vivere una vita la più modesta del Mondo , e se Dio mettesse in mia elezione d'andarmene ora in Paradiso , o di restar un poco più qui per partire , eleggerei questo , e non quello ; perché so quanto si accresce la gloria per via de' patimenti .   La B. Maria d'Ognes giaceva , tenendo per letto la terra , per capezzaie una pietra , e per coperta un cilizio . Ed essendo un giorno travagliata oltre modo dai dolori di parilisia , mandando dal cuore affannosi sospiri , un sant'uomo pregò il Signore per lei , ed ella restò sollevata dal male . Dal che accortasi , mandò a pregare colui a non intercedere più per lei ; dicendo , che stimava assai più le malattie , che lo star sano .

16. " Quelli che sono giunti alla perfezione e soprattutto i veri contemplativi non chieggono mai al Signore , che li liberi da' travagli o dalle tentazioni ; ma anzi le desiderano e le apprezzano ; come apprezzano i mondani l'oro e le gioje : perché conoscono , che queste li hanno da far ricchi ."   S. Ter .
S. Cat. da Genova stando tra acerbissimi tormenti ed esterni dolori : dicea Signore sono trentasei anni da che m'illuminaste , e da allora in quà non ho desiderato mai altro , che patimenti interni ed esterni .   La V. Anna Maria di S. Giuseppe Carmelitana Scalza persona di pietà non ordinaria , si esercitava continuamente in austerità , e penitenze acerbissime : e procurando le altre di distorla da queste , rispondea : no , non cesserò mai , sinché il Signore non mi sazii de' suoi travagli ed obbrobrj . Soleva anche dire , che non vorrebbe né reliquia , né rosario , né cella , né altro , ma solo una croce , in cui crocifiggersi .  S. Francesco Saverio , quando avea qualche croce , solea fare quest'orazione ; Signore non me la levare , se non me ne dai un'altra maggiore .

17. " Baciate sovente , e di cuore le croci , che il Signore vi manda senza guardare di qual sorta sieno ; perché quanto sono più vili ed ingrate , tanto più si meritano questo nome . Imperocché il merito delle croci non sta nel peso di esse , ma nella maniera , con cui si portano ; essendo talora maggior virtù il portare una croce di paglia , che un'altra molto forte e pesante ; perché le leggieri sono anche il più nascose ed abbiette ; e però meno confermi alla nostra inclinazione , che cerca sempre cose apparenti ."   Sales .
Questo Santo in molti lunghi e disastrosi viaggi , che fece , non fu mai udito lagnarsi né di freddi , né di venti , né di sole , né della qualità delle stanze , o delle vivande , ma ricevea tutto in pace dalla mano di Dio , e maggiormente godea ne' trattamenti più villani e più scomodi : anzi quando potea , sceglieva sempre il peggio per se .  Si racconta nelle cronache di S. Domenico d'un novizio della medesima Religione , il quale morì nel Convento di Argentina , che mentre i Religiosi gli raccomandaron l'Anima , inaspettatamente aprì gli occhi , e disse : Sentite , fratelli carissimi , a me accade ora , come ad uno che va al mercato , e con poche monete compra molte merci . Ecco che ricevo il Regno dei Cieli per pochi travagli , e non conosco in me merito alcuno . E ciò detto , si riposò nel Signore .   Racconta S. Gio. Climaco d'aver trovato un monaco giovane in un Monastero , che per piccoli difetti ricea da' Superiori delle grandi mortificazioni , e spesso da quasi tutti gli altri dei tratti superbi e scortesi .  Mostrò il Santo di compatirlo , e volle consolarlo : ma il buon giovane ; Padre , disse , non vi mettete in pena . Questi mi trattano in cotesta forma non per mal cuore , e poca carità che abbiano ; ma il Signore così permette per esercitarmi nella pazienza , ch'è necessaria per provare il vero servizio di Dio ; e con tutta giustizia , poiché senza la pruova non si perfeziona l'oro . Passati due anni , soggiugne il S. Abbate , passò questo giovine a miglior vita dicendo a' suoi Religiosi avanti di spirare : Rendo grazie a G. C. ed a voi PP.  , ed attesto , che per essere stato da voi tentato per bene , ed esercizio mio , son vivuto libero dagl'inganni del Demonio : e me ne vado in pace .   Nelle vite dei PP. si narra che un Santo monaco faceva ogni notte una esortazione al suo discepolo , e dopo lo mandava a dormire .  Or una sera nel farla , il vecchio si addormentò ed il buon discepolo aspettando che si svegliasse , fu tentato d'impazienza , e d'andarsene a dormire : con tutto ciò si vinse per sette volte con gran resistenza , e fervore .  Svegliatosi dopo mezza notte il vecchio , lo licenziò .  Postosi poi in orazione , fu rapito a vedere un Angiolo , che gli mostrò una bellissima sedia con sette corone sopra .  E dimandato da lui , rispose , ch'erano per lo suo discepolo , che se le aveva guadagnate quella notte colla vittoria di sette tentazioni .  Ed avendo la mattina saputo il tutto dal discepolo , restò ammirato , come Iddio paghi sì largamente ogni buon atto .

18. " Se conoscessimo il prezioso tesoro , che si racchiude nelle infermità , le rieveremmo con quel medesimo giubilo con cui si ricevono i maggiori benefizj , e le sopporteremmo senza lamenti , e senza mai mostrarcene annojati ."   S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo fu quasi sempre travagliato da varie , lunghe , e penosissime infermità , che spesso lo riducevano a non potersi muovere , ed a non poter riposare né giorno , né notte : e pure le sopportava con una pace inalterabile , conservando sempre la medesima affabilità e serenità di volto , che avea quando era sano .  Non gli uscì mai di bocca una parola di lamento ma continuamente lodava e ringraziava Dio , che gliele mandava , e le tenea per favori singolari .  Il più che facesse , quando i dolori erano più intensi , era di rivoltarsi al Signore Crocifisso , e con divote aspirazioni interne animar se stesso alla pazienza .  Se mai gli accadea di parlar de' suoi mali , ne parlava come di cosa da non farne alcun conte ; dicendo di patir poco in comparazione del molto , che meritava , e di quel tanto che avea patito Cristo per nostro amore .  Un giorno medicandosegli le gambe , ch'egli tenne inferme per quarant'anni , uno de' suoi vedendole sì gonfie , ed ulcerate , mossene a compassione : O Signore , disse , quanto molesti sono i vostri dolori !  Ed egli subito rispose : Come chiamate voi molesta l'opera di Dio , e la sua divina disposizione in far patire un misero peccatore ?  Iddio vi perdoni quello che avete detto .  Non si dee parlare in questa forma nella scuola di Cristo .  Non è forse giusto , che il reo patisca , e sia castigato ?   E non può far il Signore di noi quello che più gli piace ?  Scrivendo una volta de' suoi patimenti ad un suo confidente , disse così : Non ho voluto sin ora palesarvi il mio male , temendo di contrastarvi .  Ma Dio buono !  Fin a quando saremo noi così terreni , che non abbiamo ardire di scoprirci scambievolmente le grazie ed i favori , che Iddio ci fa nel visitarci colle malattie ?  Piaccia alla sua divina bontà di darci un poco più di animo per far , che troviamo il nostro gusto nel suo .  In tutto il tempo poi delle sue infermità non cessava mai di dar seste agli affari di casa e di tutta la Congregazione .  Riceveva ogni sorta di persone sì interne , come esterne , che venivano da lui per negozj , o per altre occorrenze , sempre con volto ridente , e rispondea a tutti con tanta amorevolezza , e tranquillità di animo ; che se non fossero stati per altra parte informati del suo male , l'avrebbero riputato sano .  Né mutò mai per queste sì gravi infermità il suo consueto modo di vivere , continuando sino alla morte a dormire sulla paglia , ed a prender cibi comuni .  E sebbene il medico , ed alcuni Personaggi autorevoli s'ingegnarono di persuadergli , che prendesse pollastri e gelatine , ed egli per compiacerli , per una o due volte lo fece ; ritornò nondimeno all'uso di prima col pretesto che il suo stomaco non potea sopportare tal sorta di cibi .   S. Felice Cappuccino richiesto dal medico mentre era fieramente travagliato da' dolori colici , come se la passasse , rispose : l'asino corpaccio vorrebbe fuggir la sferza : ma suo mal grado ho da star sotto le bastonate .  Animollo colui di ricorrere al divino ajuto con invocare il S. Nome di Gesù , che sperava l'avrebbe ajutato : Che dite ? ripigliò il Santo : Così mi consigliate ? E volete che io invochi Gesù , perché mi liberi da questi dolori , co' quali egli stesso mi visita ? Non sia mai .  Questi non sono dolori , ma fiori celesti , che il Paradiso produce , ed il Signore comparte a' suoi figliuoli .  E quindi prese a ringraziare e benedire la divina bontà , che così lo trattava .

19. " Vi sono certi ammalati , che si affliggono e si lamentano non tanto de' loro patimenti , quanto di quelli , che apportono a' loro domestici , e di non poter attendere alle opere buone , e specialmente all'orazione , come faceano quando eran sani . Nel che s'ingannano grandemente ; perocché quanto a' patimenti degli altri , chi è vero paziente , vuole tutto quello che vuole Iddio , insieme con tutti gl'incomodi e maniere , ch'egli vuole : quanto all'operare , un giorno di patimento sofferto con rassegnazione , vale più che un mese di grandi fatiche : e quanto all'Orazione , che cosa è meglio , star sulla Croce con Cristo , o trattenersi a piè di essa a contemplare i di lui patimenti ? Oltre di che l'offerir al Signore la sua medesima infermità , a ricordarsi per chi patisce , e conformarsi al santo volere di lui , è certo un'orazione molto eccellente . "   Sales .
Il medesimo Santo non solo sopportava le afflizioni ed i travagli , che gli occorreano , ma anche le conseguenze loro : come gl'incomodi , che portavano le malattie a quei che l'assistevano ; o con lui coabitavano . E così in tutte le altre cose .  Il P. Alvarez vide , rapito in estasi , la gloria grande , che Iddio aveva apparecchiata ad una monaca , che stava travagliata da una gravissima infermità da lei sofferta con tutta pazienza ; e disse , che avea meritato più essa in otto mesi d'infermità , che alcune altre sane e divote in più anni .   S. Aldegonda essendo stata avvisata del giorno della sua morte , pregò il Signore a visitarla prima con qualche grave infermità , acciò da quella purgata , se ne volasse più agile al Cielo ; e fu esaudita : perché le venne una gagliarda febbre dolori acutissimi : nel quale stato ella godea , stimando refrigerio la febbre , consolazione i dolori , ed i sudori un soavissimo bagno , dal quale essendo ben mondata , se ne volerebbe al Cielo .   Patendo S. Francesco gravissimi dolori negli occhi , ne rendea continuamente grazie al Signore , e lo pregava a volerlo mantenere nel suo servizio , ed il Signore gli disse un dì : Sta allegro Francesco , che per te si conserva il tesoro della vita eterna , di cui è caparra questa tua infermità .   S. Vincenzo de Paoli , quando stava gravemente infermo , praticava un modo d'orare facile e soave non meno , che profittevole . Ed era , di starsene dolcemente alla presenza di Dio , senz'applicare violentemente l'intelletto alle considerazioni , ma solo eccitando la volontà ad atti frequenti di rassegnazione al volere di Dio , di confidenza , di amore , di rendimento di grazie , e simili .

20. " Avvertite , che avanti S. D. M. si acquista più in un sol giorno con i travagli che ci vengono dati da Dio , e dal prossimo , che in dieci anni con i patimenti ed altri esercizj , che ci pigliamo da noi ."   S. Teresa .
S. Liduina dopo d'aver patito per trentotto anni acerbissimi dolori , desiderava di più patire , e soffrire anche il martirio ; e mentre stava ardendo in tal desiderio , fu sollevata in estasi , e vide una bellissima corona non ancor finita , e le fu detto , che si preparava per lei .  Bramosa di perfezionarla pregò il Signore ad accrescerle tormenti ; ed il Signore le inviò alcuni Soldati , che con ingiurie e battiture la travagliarono molto . Dopo di questo le apparve un Angelo colla corona in mano già finita , dicendole , che quegli ultimi travagli vi avevano poste le gioje , che vi mancavano .  Apparso un giorno un Angelo al B. Enrico Susone , gli offerse uno scudo , un'asta , e gli stivaletti , dicendogli sinora hai militato tra l'infanteria , ed ora dei passare tra la cavalleria , poiché finora ti sei mortificato a modo tuo , e da ora  avanti sarai mortificato col flagello delle male lingue : sinora ha succhiato il latte alle mammelle di Cristo , e da qui avanti sarai abbeverato col suo fiele ; sinora sei stato grato agli uomini , ed ora si sollevarono contro di te .  Il giorno seguente standosene il servo di Dio ruminando tra se questa visione , si sentì invitato ad affacciarsi alla finestra , ed affacciatosi , vide nel cortile un cane , il quale teneva uno straccio in bocca , e l'andava strascinando e lacerando ; ed udì una voce , che disse : così hai tu da essere lacerato dalle bocche degli altri . Ed egli scese a prendersi quello straccio , e se lo conservava come una preziosa tessera della croce .

21. " Non ha la vera pazienza , chi non vuole patire , se non quanto gli piace , e da chi gli piace . Il vero paziente non guarda la lunghezza e qualità de' suoi patimenti , e né pure la persona che lo fa patire , se sia superiore , o eguale , o inferiore , se uomo santo , o malvagio , ed indegno , ma l'unica sua mira è di patire . "   A. Kempis  .
Si narra nelle vite de' PP. di un Monaco giovane , che dimorava con un altro Monaco vecchio , il quale ogni mattina andava alla città a vendere il lavoro fatto da ambedue nel giorno antecedente , e spendea tutto il prezzo in vino per se , portando la sera non più , che un semplice tozzo di pane al giovane .  Questi sopportò con pazienza per tre anni un tal modo di vivere : ma finalmente vedendosi nudo , e morto di fame , non sapendo come rimediare a' suoi urgenti bisogni , cominciò a pensare se sarebbe stato bene di lasciar qualche compagno , ed andarsene altrove .  Allora gli apparve un Angelo , che gli disse : abbi pazienza ancor per oggi , che domani sarai meco in Paradiso . La qual visione egli raccontò al vecchio , che non la credé : ma il giorno seguente , mentre essi stavano discorrendo di questo , quegli placidamente spirò : ed il vecchio piangendo la sua mala vita , si convertì .

22. " Il Signore ci manda la tribolazione , per darci il modo di pagare gl'immensi debiti , che abbiam contratti con lui . E perciò quelli , che han giudizio , le ricevono con giubilo ; perché pensano più al bene , che ne ritraggono , che alla pena , che ne provano . "   S. Vinc. Fer.
Spiegò bene il Santo questo suo sentimento in un sermone , che fece con un'amena parabola in questa guisa .  Vi fu un Re , il quale teneva in carcere due debitori di grosse somme , e vedendoli incapaci di soddisfarle , perché non possedean niente , gittò con impeto sopra ciascun di loro una borsa piena di denari , sicché ambidue ne sentiron la pena . Però uno adirato per la percorsa , proruppe in impazienza senza far conto della borsa ; e l'altro non badando tanto al suo dolore , riconobbe il favore fattogli ; e presa la borsa , rese grazie al Re , e con quel denaro soddisfece il suo debito .  Or il simile accade appunto a noi : soggiunge qui il Santo : Tutti noi abbiamo de' grossi debiti con Dio , e per tanti benefizj da lui ricevuti , e per tanti peccati da noi commessi contro di lui ; né da noi abbiam modo di soddisfarli . Per lo che mosso di noi a pietà , ci manda l'oro della pazienza nella borsa delle tribolazioni .  Chi prende la tribolazione con pazienza , viene con quest'oro prezioso a soddisfare i suoi debiti con Dio ; e con quell'istesso cresce nella grazia di lui .  Chi no , altro non fa che accrescersi i debiti , e rendersi sempre più esoso al medesimo Dio .   L'esempio dei due Ladri crocefissi con Cristo conferma molto bene la cosa . Uno con la sua pazienza si levò i debiti , e si guadagnò il Paradiso : e l'altro con la sua impazienza si rese maggiormente debitore , e si acquistò l'Inferno .   Riferisce Cesario d'un Monaco Cisterciense , il quale la notte appresso alla sua morte apparve tutto risplendente all'Abate , e gli disse :  sappiate padre , che gli acerbi dolori e tormenti della mia infermità hanno supplito anticipatamente al Purgatorio ; e però io me ne volai dalla Terra a dirittura in Cielo .

23. " Non vi date fastidio delle contrarietà , che sentite nel conversare ; poiché queste vi servono d'esercizio per praticare le più care ed amabili virtù , che il nostro Signore ci ha raccomandate . Credetemi , che la vera virtù non più si nutrisce dentro il riposo esteriore , che i buoni pesci dentro l'acqua stagnante delle paludi . In che vogliamo noi dimostrar l'amor nostro a Dio , che tanto ha patito per noi , se nol facciamo tra le ripugnanze e contraddizioni ? "   Sales .
Il B. Serafino Cappuccino venendo accompagnato da' Superiori con un giovane secolare , questi vedendolo così semplice , umile , ed imperturbabile , prese tanta padronanza , e tanto ardire sopra di lui , che lo scherniva , e l'ingiuriava , e lo schiaffeggiava ancora .  E Fra Serafino immobile a tutti quegli strapazzi , altro non dicea , se non tutto amorevolezza ; ah santino , santino ! ( così soleva egli chiamare i suoi oltraggiatori ) facciamo del bene in servizio di Dio .   Uno di que' PP. del deserto nelle sue tribolazioni si figurava , che Gesù Cristo gli stesse accanto dicendogli : sei mio fratello , e non ti vergogni di mostrar difficoltà a soffrir questo poco , mentre sai che io ho sofferto tanto per te ?

24. " Se si trovasse qualche casa , ove non fosse alcun Monaco fastidioso e di cattiva natura , bisognerebbe cercarne alcuno , e pagarlo a peso di oro per lo gran bene , che risulta da questo male , quando vien maneggiato giudiziosamente . "   S. Bern.
Abitando S. Filippo Neri in S. Girolamo della Carità , avea gran concorso di penitenti ; del che infastiditi i Sagrestani di quella Chiesa , presero ad abborrirlo grandemente , ed a fargli molti dispetti .  Alle volte quando egli andava per dir la Messa , gli serravano la porta in faccia : altre volte non gli volean dare i paramenti sacri , o glieli davano brutti e laceri coll'aggiunta di molti rimprotti e parole ingiuriose : talvolta gli toglieano di mano il Calice , ed il Messale ; ovvero glieli nascondevano : or lo faceano spogliare , dopo che si era già vestito ; ora partire da un Altare , salito che vi era , ed andare ad un altro ; e spesso ancora ritornare in Sacrestia , per sempre più irritarlo ed indurlo a partirsi da quel luogo .  Or il Santo uomo a tanti mali trattamenti , che ricevea senza mai lamentarsi , né dar alcun segno di disgusto , altro non facea , che andar dissimulando , e pregar per que' tali , trattandoli sempre con carità e rispetto ; e facendo loro de' servizj quanto più poteva .  E con tutto che fosse più volte esortato da' suoi amici di andar ad abitare altrove , non vi si poté mai indurre , perché dicea , non voglio fuggir la croce , che Iddio mi manda ; e durò così per più anni .  Finalmente vedendo , che con la sua carità ed umiltà non facea niente , e che coloro in vece di mitigarsi , anzi più cresceano nella loro pertinacia , ricorse a Dio per trovare qualche sollievo ; ed un giorno fra gli altri fissando gli occhi in un Crocifisso : o mio buon Gesù , perché non mi ascoltate voi ? Per sì lungo tempo e con tante istanze vi ho dimandata la pazienza , perché non mi avete esaudito ?  Allora sentì una voce nel suo interno , che gli disse : non mi domandi tu la pazienza ? Io te la darò ; ma voglio , che l'acquisti con questo mezzo .   Onde da indi in poi li sopportò con maggiore allegrezza e con somma sua contentezza ; e venne a tanto , che non solo non sentiva più qualinque ingiuria gli facessero ; ma la bramava grandemente . E quando o da quelli , o dal alcun altro si vedea maltrattato , non ne faceva alcun conto , non ne parlava , né potea soffrir , che se ne parlasse da altri , e se mai sentiva parlare male di coloro , che l'avevano offeso , prontamente li scusava , li lodava , e nelle occasioni li visitava e li proteggea . Per questa cagione pure si affezionò tanto a quel luogo , che per trent'anni non volle mai lasciarlo .  Anzi avendo fabbricato il nuovo Oratorio della Chiesa nova , ov'eran già passati ad abitare i suoi figli , per quanto si studiassero di mostrargli la convenienza e l'obbligo , che avea di andar a coabitare con essi , come loro istitutore e capo , e per quante istanze e preghiere gliene facessero , non si poté mai indurre ad abbandonare il suo amato luogo di sofferenza , finché non vi s'interpose l'autorità del Papa .

25. " In questa vita non vi è Purgatorio , ma o Paradiso , o Inferno . Poiché chi sopporta le tribolazioni con pazienza , ha il Paradiso , e chi no , l'Inferno . "   S. Fil. Neri.
Stando nel Messico un uomo sul palco per esser giustiziato , chiamò ivi un Padre Gesuita : e gli disse : sappiate , Padre , che anche io sono stato della vostra Religione : e per qualche tempo che mi diedi all'osservanza delle regole , vissi contento , e faceva ogni cosa con facilità e gusto . Ma poi cominciai a poco a poco a rilassarmi , finché giunsi a sentire in ogni piccola cosa tanto di difficoltà e di pena , che mi convenne lasciar la Religione ; e finalmente voi vedete ove mi han condotto i miei peccati . Vi ho detto questo affinché il mio esempio possa giovare ad altri .   Quando S. Francesco di Sales stava infermo , era cosa di grand'edificazione il vedere come raccontava il suo male semplicemente e senza esagerazione e lamenti ; e come lo tollerava pazientemente , e senz'alcuna inquietudine , e ricevea senza replica tutt'i rimedj . E benché talvolta patisse nella parte inferiore dolori atrocissimi , nulladimeno conservava sempre una inalterabile serenità nella fronte e negli occhi , come se nulla patisse . Così egli veniva a godere il Paradiso , anche patendo , a differenza di tanti altri , che ad ogni piccolo male si mostrano insofferenti ed inconsolabili .

26. " Sappiate , Sorelle , soffrir qualche cosa per amor del Signore , senza che niuno lo sappia . "   S. Teresa .
Il V. P. Duponte in un Venerdì Santo chiese a Dio grazia , che gli facesse parte delle sue pene ; e Iddio l'esaudì con mandargli atroci dolori per tutta la vita ; i quali esso ricevé con tanto giubilo , che ne desiderava di più . E richiesto da un altro come stesse , rispose : o come Dio castiga bene questo peccatore ! Sappiate , che fuor della testa io non ho membro alcuno , che non abbia il suo male particolare . Ma poco dopo pentito d'aver ciò detto , fece voto di non manifestare a verun altro mai le sue pene , quando lo potesse fare senza disgusto del Signore .   S. Filippo Neri nelle sue infermità , ch'erano lunghe , gravi , e frequenti , fu sempre veduto colla faccia allegra e colla fronte serena , né mai diede alcun segno di dolore , per grande che fosse , néparlava del suo male , se non co' medici .   S. Chiara per lo spazio di ventotto anni patì gravissime infermità , ed in tutto quel tempo non fu mai sentita lamentarsi de' suoi patimenti , anzi spesso ne ringraziava il Signore .  Nelle vite de' PP. , si narra dell'Abate Stefano , ch'essendo egli infermo , il suo compagno volle fargli una frittatella , e per errore la fece con olio di lino , ch'è molto amaro : del che accortosi il Santo Abate nel gustarla , ne mangiò un poco , e poi tacque ; e facendogliene quegli un'altra simile , l'Abate gustandone un poco la lasciò senza dir niente . E così avrebbe seguitato a fare altre volte , se non fosse stato , che il compagno avendola voluta provare egli stesso per animarlo a mangiare , gustandone l'amarezza non sen fosse accorto , ed afflitto non poco . Ma conosciutasi dall'Abate la sua afflizione , gli disse : Non ti turbare ; figliuolo : perché se Iddio avesse voluto , che tu non errassi in pigliare un olio per l'altro , non l'avresti fatto .   S. M. Maddalena de Pazzi , inventò una grande segreta mortificazione , che poi praticò per tutta la vita : e fu , che accortasi qualmente le sue Superiori per riguardo della sua salute cercavano di soddisfarla ; ella mostrava di gradire ciò ch'era nojoso e ripugnante al suo naturale ; e dispiacerle e recarle nausea quelle cose , che la natura appetiva . Quindi fu , che spesso le venivano date cose ripugnanti , e vietate quelle , che le sarebbero state conformi al genio . Del che n'ebbe in ricompensa un animo imperturbabile , ed una continua presenza in Dio .

27. " Chi aspira alla perfezione , si ha da guardar bene dal dire : ebbi ragione , mi fecero ciò senza ragione . Se tu non vuoi portar altra croce , se non quella che sta appoggiata alla ragione , la perfezione non fa per te . "   S. Ter.
Fra Egidio di Taranto laico Francescano , quando riceveva ingiurie da' Superiori , o dai Compagni , che lo chiamavano servo inutile e da poco , non mai si scolpava , ma dicea col riso in bocca : date pure a frate asino , che assai peggio si merita . E perché a cagione di molti miracoli , che faceva in Taranto , concorreva a lui molta gente con non leggiero disturbo degli altri Frati , fu scacciato di là , e mandato nel Convento di Bari : però appena là giunto , ivi pure cominciò subito ad entrar nel Monastero la gente a folla per vederlo , e per ricevere grazie per mezzo di lui , che tanto i Frati tosto se ne inquietarono , a lui attribuendo il disordine . Per lo che il Guardiano , dopo averlo  ripreso nel Capitolo gravemente , dicendogli , ch'era un ubbriaco , un pazzo , un uomo inquieto ed ozioso , e che volea far miracoli per essere tenuto per santo , essendo un ipocrita ed ambizioso , in fine lo penitenziò colla disciplina in pubblico ; ed egli non se ne risentì per niente , ma senza punto turbarsi dicea tra se : già son tale , scellerato ed indegno : Voi dite il vero , P. Guardiano , che non son io , che fo i miracoli , ma la Madonna .    Avendo un Prelato ordinato a S. Vincenzo de Paoli di ricevere in Casa un Religioso zelante , e d'ajutarlo nel disegno , che aveva ; egli lo fece , e gli diede i consigli opportuni : ma alcuni , a' quali dispiacea la riforma , si lamentarono del Santo col medesimo Prelato . E questi non ricordandosi , che tutto era seguito per ordine suo , lo chiamò , ed in presenza di que' medesimi gli fece una buona riprensione , che il Santo ricevé allegramente senz'aprir mai bocca per giustificarsi . Iddio però rimise a mente al Prelato l'ordine , che gli avea dato ; ed incontratolo un altro giorno , gli fece la debita scusa , e formò di lui gran concetto .   S. Pietro Martire essendo stato visitato un dì da tre Sante Vergini , fu quindi accusato di avere ammesse donne nella sua camera , e però condannato in pubblico Capitolo , e rilegato in un Monastero rimoto . Egli intanto sopportò tutta quella ignominia senz'aprir mai bocca .

28. " Se mirassimo le tribolazioni con occhio cristiano ; e se venissero interamente sgombrate dal nostro spirito certe nebbie di massime mondane , che opponendosi ai raggi della Fede , non ci lascia penetrare sin al fondo dell'Anima ; quanto fortunati ci riputeremmo in esser calunniati e tenuti non solo per uomini oziosi ed inetti , ma anche per tristi e viziosi . E non è forse gran sorte l'esser perseguitati , facendo del bene , mentre   Cristo ha chiamati beati que' che patiscono per la giustizia ."   S. Vinc. de Paoli .
Per questo gli Apostoli se n'andavano allegri e contenti , allorché si vedeano travagliati e perseguitati da' Principi della Sinagoga .   E S. Paolo dice di se , che in tali casi si sentiva riempire il cuore di consolazione e di gaudio : perché conosceva col lume della Fede di quanto pregio e vantaggio sieno le tribolazioni ed i travagli .  Venendo un dì Fra Giunipero ingiuriato da uno con male parole , egli prese in mano la falda della sua tonaca , e stendendola : orsù , disse , getta pur quà , ed empi questo grembiule di gioje , senz'alcun timore .   Il P. Alvarez essendo avvisato d'una grave calunnia appostagli , diede segni di molta allegrezza , dicendo a colui che l'avvisò , il quale rimase stupito di lui : ora veggo , che Iddio mi vuol bene ; poiché mi conduce per la via dei suoi più cari .   Della V. M. Serafina attesta un suo Direttore , al quale aveva ella data una piena notizia di tutta la vita sua , che in tutte le ingiurie e derisioni , che avea patite , e nelle male interpretazioni , che altri davano alle di lei buone opere , ed in ogni qualunque altro suo travaglio non facea mai atti d'impazienza , né dava alcun segno di disgusto ; ma tutto si soffriva con somma pace e tranquillità interna ed esterna , lodando e benedicendo sempre Dio per l'occasione , che le dava di esercitar la pazienza .  E di fatti avendo una volta ricevuti alle grade molti rimproveri e minacce da lei sofferte per altro con somma tranquillità di cuore e serenità di volto , una sua Religiosa , che aveva ciò inteso e veduto con sua gran maraviglia , le dimandò come stesse ; ed ella rispose con grande ilarità : sia benedetto Iddio ; sto piena di fiori e di gioje , sia benedetto Iddio .  Ond'è , che questa sua maniera era divenuta sì nota a tutto il Monastero , che quando la vedeano ritornare dalle grade con ilarità di volto lodando e benedicendo Dio , soleano dire : la nostra madre dee aver buscata qualche cosa di buono : volendo significare , che avesse ricevuta qualche avversità .  E già coll'informarsi dopo di quello che l'era accaduto , trovavano , che così appunto era . Anzi ciò avevano anche notato i suoi domestici fin quando stava nella casa paterna ; e però qualora le sopraggiungeva alcuna infermità , o qualche travaglio , le dicevano : ora è venuto il contento tuo , il tempo della tua festa .

29. " Se guardate la verga di Mosè per terra , è uno spaventevole serpente : se la guardate in mano di Mosè è una bacchetta di maraviglie . Così appunto sono le tribolazioni . Considerate in se stesse sono orrende , ma considerate nella volontà di Dio sono amori e delizie ."   Sales.
S. M. Madd. de Pazzi solea dire , che non pensava trovarsi al Mondo patimento sì acerbo , avversità sì dura , e travaglio sì penoso , ch'ella non sopportasse con allegrezza , col solo persuadersi , che ciò fosse la volontà di Dio . Ed in effetto in que' gran patimenti , ch'ebbe nella prova del quinquienno , e nella sua ultima infermità , quando alcuna le ricordava , esser volontà di Dio , ch'ella patisse quegli acerbissimi travagli , subito si rasserenava , e le cessava ogni rammarico .   Si narra nella vita di S. Lupo , come sentendo egli , che il furibondo Attila veniva per depradare la Città di Troja , di cui egli era Vescovo , a principio si atterrì non poco ; ma poi animato dallo spirito di Dio , gli uscì incontro vestito degli abiti Pontificali con isperanza di raffrenare la di lui audacia : e giunto alla sua presenza , gli dimandò chi fosse ?  ed avendo quegli risposto , ch'era il flagello di Dio , a queste parole soggiunse il Santo : e io che sono il devastatore della greggia di Dio , ben merito d'esser da lui flagellato ; ed incontamente gli fece aprire le porte .  Però entrati dentro i nemici passarano dirittamente la Città senza farvi alcun male , come se non vi avessero veduto veruno : volendo con ciò Iddio dimostrare quanto avesse gradita questa umiltà del santo uomo in sottomettersi con tanta prontezza al flagello che gli mandava , ed in riputarsene meritevole .

30. " Quando ci occorrerà di patire dolori , travagli , o mali trattamenti , ponghiamo gli occhi in quelli , che soffrì il nostro Salvatore ; che questi ci renderà subito dolci e sopportabili i nostri ; i quali per duri che sieno , non ci sembreranno più , che fiori in paragone delle sue spine ."   Sales.
Il Conte Elzeario ricevea moltissime ingiurie per fin da suoi medesimi sudditi , e tutte le soffriva con gran pace . E richiesto dalla consorte come potesse ciò fare , rispose : quando io ricevo ingiurie da chicchesia , mi rivolgo tosto a considerare i grandi affronti , che il Figlio di Dio ha sofferti dalle sue creature , e dico a me stesso : ancorché ti strappassero la barba , e ti schiaffeggiassero , che sarebbe questo in confronto di quello che ha sofferto il tuo Signore con tanta pazienza ? E sappi di più , che alle volte in questi casi sento de' movimenti di sdegno non leggieri : ma io fisso subito il pensiero in alcuna simile ingiuria dal Signore sofferta , e non lo ritiro più finché il movimento non sia cessato .   Stando in letto una buona Signora , travagliata da molti mali , una sua famigliare le pose in mano un Crocifisso : dicendole , che lo pregasse a liberarla da tanti travagli ; ed ella rispose : come volete , che io cerchi di scendere dalla croce , mentre tengo nelle mani un Crocifisso ? Dio me ne guardi . Piuttosto patirò volentieri per colui , che volentierissimamente ha patito per me dolori senza comparazione tanto maggiori de' miei .   Apparso il Signore a S. Teresa tutto piagato , mentre ella stava molto travagliata , le disse : mira figlia , l'acerbità de' miei tormenti , e considera se i tuoi si possono paragonare co' miei . Restò a questo la Santa talmente commossa , che le sembrava di non aver più alcun male ; e solea poi dire : quanto io penso in quante maniere il Signore patì , e che per niuna colpa lo meritava , non so dove io m'abbia il cervello mentre mi lamento de' miei patimenti , o mi scuso .   Ritrovandosi un Servo di Dio molto afflitto per gravi persecuzioni , calunnie , e disprezzi , che pativa , rivolto al Signore gli disse : Oh Signore , sin a quando ho da essere così travagliato senza mia colpa , come voi sapete ? Ed il Signore gli apparve tutto piagato , rispondendogli : ed io che colpa ebbi di esser così trattato ? Alla qual vista s'intenerì talmente colui , e si riempì di tanto giubilo , che niente più sentiva le sue afflizioni , e dicea , che non avrebbe cambiato il suo stato con qualsiasi Monarca del Mondo .   S. Liduina per trentotto anni patì continuamente ogni sorta d'infermità : podagra , chiragra , schimanzia , dolor di denti , febbri , e quanto altro v'è di penoso : e pure si mantenea sempre gioviale e allegra , perché tenea continuamente presenti i patimenti di G. Cristo .   Racconta Dionisio Cartusiano di un certo novizio , che si era intiepidito nel divino servizio . Questi laddove a principio ogni cosa gli riusciva facile , dopo provava gran difficoltà nel fare gli uffizj umili , ed in tutti gli esercizj di mortificazione , e fra le altre cose avea molto a schifo un certo abito vile , che si solea portar da' novizj . Or una notte mentre ei dormiva , gli apparve Gesù Cristo con una Croce molto lunga e molto pesante sulle spalle : che con suo grande stento saliva per una scala ; ed egli mossone a compassione se gli offerse in ajuto . Ma il Signore mirandolo con faccia severa : come , disse , presumi di portar una croce sì pesante tu , che per amor mio non puoi portar un abito , che pesa sì poco ? Alla qual riprensione svegliatosi il Novizio , restò tanto confuso e tanto inanimato nel tempo stesso , che da lì avanti portava l'abito con suo gran gusto e contento ; ed ogni qualunque volta se gli offeriva qualche travaglio , al solo ricordarsi de' gran patimenti , che soffrì Gesù Cristo , subito gli spariva ogni difficoltà , e tutto gli parea dolce ed aggradevole .




MAGGIO
DOLCEZZA
Beati mites , quoniam ipsi possidebunt terram . Matt. 5.4.

1. " La dolcezza e soavità di cuore è una virtù più rara della castità . E pure ella è senza dubbio assai più eccellente e di questa , e di tutte le altre virtù : essendo ella il fine della carità , la quale , al dir di S. Bernardo , allora sta nella sua perfezione , quanto non sola è paziente , ma ancora benigna . Bisogna per tanto fare una stima grande di questa virtù , e porre ogni studio per acuistarla ."  Sales .
Grandissima fu in vero la stima , ch'esso Santo facea di questa virtù . Poiché ne parlava sì frequentemente , e con tale sapore , che dava chiaramente a vedere , esser ella tra tutte la sua prediletta . Onde sebbene egli fu eeccellente in tutte le virtù , in questa però si rese singolare e raro . Portava continuamente la fronte serena : avea nella bocca una grazia singolare , che per ordinario si vedea sorridente : la faccia spirava una dolcezza tale , che incantava tutti . E quantunque mostrasse per lo più quanto tenesse sempre raccolto il suo spirito ; se pure gli accadea talora di prendere più di proposito sembiante di amorevolezza , consolava col suo incontro , e si guadagnava il cuore , e l'affetto di chiunque lo rimirava . Le sue parole poi , i gesti , e tutte le sue azioni non andavano mai disgiunte da una gran soavità e dolcezza : tantoché parea , che questa virtù avesse presa il lui la forma d'uomo ; e ch'egli fosse piuttosto l'istessa Dolcezza , che un uomo dotato di tal virtù . Quindi e , che si meritò giustamente l'elogio , dato dallo Spirito Santo a Mosè , di un uomo il più mansueto , che fosse a' suoi tempi sopra la Terra . Onde la B. Madre di Chantal ebbe a dire , che non si vide mai un cuore sì dolce , sì soave , sì benigno , e sì grazioso ed affabile al pare del suo ; e S. Vincenzo de Paoli : ch'egli era l'uomo più benigno , che avesse mai conosciuto ; e che la prima volta , in cui lo vide , notò tosto nella serenità del suo volto , e nel suo modo di conversare un'immagine espressa della dolcezza di Cristo Signor nostro , che gli rapì il cuore .   Possiamo dire lo stesso do S. Vincenzo de Paoli . Era egli di un naturale bilioso , e di spirito vivace , e conseguentemente molto soggetto alla collera , com'egli stesso confessò ad un suo confidente ; dicendo , che mentre stava nella casa di Condì , si lasciava più di una volta alquanto predominare dal suo temperamento collerico e malinconico .  Or avendo veduto , che Iddio lo chiamava a vivere in comunità , e che in tale stato avrebbe dovuto a trattare con ogni genere di persone di differente genio e complessione , ricorse a Dio , pregandolo istantemente a volergli mutar quell'umore secco e difficile in un altro tutto dolce e benigno ; e poi si diede di proposito a reprimere quei bollimenti della natura : e così mediante l'orazione e l'esercizio , giunse a tal cambiamento , che parea , che più non sentisse i moti del vizio contrario , e che avesse mutato affatto natura . Onde derivò il lui tale bontà di animo , serenità di volto , e soavità di costumi , che gli conciliavano l'affetto di quanti lo praticavano . Preveniva egli sempre per ordinario tutti quelli che andavano da lui , con parole piacevoli , e pieno di rispetto e di riverenza ; colle quali mostrava la stima , che di loro faceva , e l'allegrezza , che avea di vederli ; e questo praticava con tutti , tanto co' poveri , quanto co' più civili , accomodandosi sempre alle qualità di ciascuno .

2. " La Dolcezza è una virtù , nella quale sta riposta la nobiltà dell'Anima . E per questo gli amatori del Mondo mancano spesso di Dolcezza ; perché non si trova in essi questa nobiltà , se non scarsa ed imperfetta : mentre se pur non sono i primi ad usar termini aspri e scortesi ; ricevendone però da altri , se non risentono rigidamente , e gliene rendono duplicati , mostrando con la vendetta d'aver un cuore ignobile e rusticano . Laddove i servi di Dio , benché provocati con parole , e con fatti , mantenendosi sempre tranquilli e pacifici , mostrano una perfetta nobiltà d'animo superiore ad ogni rusticità ."  S. Tommaso d'Aqu.
Il medesimo S. Dottore confermò co' fatti questo suo bel sentimento . Mentre a qualunque cimento venisse posto , non diede mai minimo segno di risentimento ; ma in tutt'i tempi ed in tutte le occasioni a tutto si mostrava insensibile con una gran quiete d'animo .   Lo comprovò ancora con più fatti l'Imperatore Costantino ; e particolarmente in un'occasione , in cui avendo ricevuto da alcuni suoi sudditi un notabile affronto , così portato dalla sua consueta benignità , punto non si commosse .  E perché que' della Corte lo stimolavano a prendere la dovuta vendetta , con dirgli non esser dovere , che portasse lungamente nel volto un sì grave sfregio ; egli passandosi dolcemente la mano sul viso , sorridendo rispose : Io non vi trovo alcun sfregio .  L'istesso scrivono del glorioso S. Vincenzo Ferreri , che non fu mai veduto adirarsi , per qualunque ingiuria o maltrattamento gli venisse fatto .

3. " Nun v'è cosa , ch'edifichi tanto i prossimi , quanto la caritatevole benignità , in cui , come nell'olio della lampana , si mantiene la fiamma del loro esempio ."  Sales .
Di S. Francesco Saverio si legge , che i suoi Gesuiti andavano spesso a visitarlo , non per altro , che per godere della sua ammirabile dolcezza .   Passando un dì S. Ignazio col suo compagno vicino a' mietitori , questi si misero a burlarli , e dire al solito loro degl'improperj . Ed il Santo , per non privarli di quel sollievo , si fermò ivi con volto tranquillo fin a tanto che finissero , e dopo li benedisse , e si partì . Della qual cosa quellii rimasti stupiti , lo predicavano per Santo .

4. " Bisogna trattar con tutti soavemente , e con quelle maniere , che sogliono derivare da un cuor tenero e pieno di carità cristiana ; come sono l'affabilità , l'amore , l'umiltà : le quali virtù servono mirabilmente , per guadagnarsi i cuori degli uomini , per animarli ad abbracciar le cose anche più ripugnanti alla natura . "  S. Vinc. de Paoli .
S. Fr. di Sales procedea con tutti con tanta dolcezza , che senza violenza alcuna riducea ogni cosa al suo proprio volere , e facea tutto ciò , che voleva : e lo faceva in guisa sì soave , e nel tempo stesso sì forte , che niuno potea resistere alle sue persuasive ; e colpiva ovunque mirava , senza che alcuno se ne accorgesse . Egli trattava con rispetto tutti , accoglieva amorosamente tutti , ed a tutti soddisfaceva con gran soavità e cordialità . Il che gli faceva avere un vantaggio tale ed una tal'efficacia sopra i cuori , che tutti a lui cedevano . E siccome egli cercava di accomodarsi a tutti , e di rendersi tutto a tutti ; così tutti adempivano volentieri i desiderj suoi , che altro non miravano , che di vederli occupati nel divino servizio , e posti nella via della salute .   S. Francesco Saverio pure procedea con tutti con tanta mansuetudine e benignità , che tirava a se  e piccioli e grandi , e si guadagnava i cuori di tutti , e tutti induceva a fare quanto volea .   Venendo un dì l'Abate Servio maltrattato con molta inciviltà da un Villano , non solo lo tollerò con gran pazienza , ma anche gli rispose con molta dolcezza . Del che ammirato colui e compunto insieme , si gettò a' suoi piedi , e gli chiese perdono , e poi si rese suo Monaco .

5. " Alle volte una sola parola bastava a placare una persona tutta accesa di sdegno , e per lo contrario una sola parola è capace di desolare un'Anima , e cagionarle un'amarezza , che può essere nocevolissima . "  S. Vinc. de Paoli .
Andando un dì S. Macario col suo Discepolo in Nitria ; questi , che camminava un poco avanti , incontrato un Sacerdote degl'Idoli , che veniva correndo con un gran legno sulle spalle , gli disse : Dove vai Demonio ? E quegli , riposto il legno , gli andò addosso , e gli diede tanti colpi , che lo lasciò per morto ; e ripigliato il legno , proseguì il suo cammino correndo .  Ma S. Macario nel vederlo , lo salutò , con dire : Dio ti salvi , lavoratore . Hai fatto bene : rispose quegli , a salutarmi amichevolmente ; ed il Santo : t'ho veduto affaticato , e correre incosideratamente ; e perciò ti ho salutato , acciò fermandoti , ricevessi un po' di riposo . E quegli : da questo conosco , che tu sei vero Servo di Dio ; indi gettatosegli a' piedi , disse di non abbandonarlo finché non lo vestisse del suo abito .   Facendo viaggio tre Monaci , sbagliarono la strada , e però dovettero passare per un campo di grano , e calpestarlo molto . Il che vedendo il contadino , prese a sgridarli , chiamandoli falsi Monaci . Allora il più vecchio disse a' Compagni , che nessuno gli rispondesse , e giunto vicino a colui , gli disse : Figliuol mio , tu hai detto bene . E proseguendo quegli ad ingiuriarli : dici la verità Figliuolo , perché se fossimo veri Monaci non ti avremmo fatto questo danno , ora perdonaci per amor di Dio , perché conosciamo d'aver fatto male . Alle quali parole ammirato colui di tanta dolcezza , si gettò ai suoi piedi , loro chiese perdono , e poi l'abito ; e se ne andò con essi .   S. Francesco di Sales parlava sempre con soavità e dolcezza tale , che talvolta con sole due , o tre parole metteva in tranquillità i cuori più angustiati .

6. " Non essendo possibile in questo nostro pellegrinaggio di non incontrarsi ed imbarazzarsi gli uni cogli altri , è necessario d'aver un gran fondo di dolcezza da opporre agl'improvvisi movimenti della collera , per conservare la pace del cuore . "  Sales .
Filippo Secondo Re di Spagna avea spese più ore della notte in iscrivere una lunga lettera al Papa , e finitala la diede al Segretario , acciò la piegasse , e la sigillasse . Costui stando mezzo addormentato , in cambio dell'arena vi buttò sopra dell'inchiostro ; ed accorgendosi del fatto , restò mezzo morto . Allora il Re , senza punto turbarsi , non disse altro , se non : quà un altro foglio di carta , e tornò a scriverla con gran pace .  Un altro giorno dovendo uscire a caccia , si assettò sulla sedia , per farsi mettere gli stivaletti ; e vestitone uno , non si trovò l'altro per lungo spazio ; ed egli aspettò tutto quel tempo senza mai dar segno alcuno d'impazienza , e senza dir minima parola .  Nel giorno della sua incoronazione volendo un soldato con una pertica tener addietro la moltitudine del Popolo , ruppe tre lampadari di cristallo , che stavano sopra il trono ; ond'è che cadde dell'olio sopra i vestiti preziosi del Re e della Regina . Allora egli con sereno volto : Questo , disse , è un augurio , che sotto il mio regno vi sarà l'unione della pace e dell'abbondanza .   S. Remigio prevedendo una gran carestia , avea raccolta gran quantità di grano ; ed avvisato un dì , che alcuni malevoli vi avevano attaccato il fuoco , egli montando tosto a cavallo , vi corse per rimediarvi . Ma avendo trovato che andava tutto in fiamma senza speranza di rimedio , trovandosi con un gran freddo addosso , scese da cavallo , e con una gran tranquillità di volto e d'animo prese a scaldarsi , dicendo : il fuoco è sempre buono .   Il V. Cardinal d'Arezzo facendo una mattina l'ordinazione , e non trovandosi un ordinando , mandò a cercarlo , fermandosi frattanto con animo tranquillo ad aspettarlo ; ed alla di lui venuta nulla risentendosi , proseguì quietamente la funzione .

7. " Vi sono certi naturali , che pajono molto mansueti finattanto che tutto succeda a modo loro , ma appena toccati con qualche avversità , o contraddizione , subito si accendono , e cominciano a fumare come il Vesuvio . Questi si possono dire carboni ardenti , nascosti sotto la cenere . Non è questa la Dolcezza , che pretese insegnarci il Signore , per renderci simili a lui . Dobbiamo essere come i gigli tra le spine : i quali per quanto vengono da quelle punti , non lasciano di essere sempre egualmente soavi e trattabili . "  S. Bern.
Di quà si vede , come la dolcezza di S. Fr. di Sales era della vera : poiché scrivono di lui , che quante più veniva maltrattato , tanto più si vedea tranquillo . Onde si può dire , che trovasse la pace nella guerra , e le rose tra le spine , e la dolcezza tra le più grandi amarezze : tanto che un giorno egli medesimo ebbe a dire : da qualche tempo in quà le tante opposizioni , e segrete contraddizioni , che mi son venute , mi recano una pace sì dolce , e si soave , che non ha pari ; e mi presagiscono il prossimo stabilimento dell'Anima mia nel su Dio , che con tutta verità è l'unica ambizione e l'unico desiderio dell'Anima e del cuor mio .   In niuna cosa più risplendé l'ammirabile pace e tranquillità di lui , che nelle persecuzioni da lui sofferte per cagione dell'ordine della Visitazione , opera delle sue mani e della sua mente , che costandogli orazioni , viaggi , e fatiche oltre numero , gli era certamente cara , come la pupilla degli occhi .  Or furono tante le sollevazioni contra sì degno Istituto che lo vide più volte sul punto d'estinguersi , né perciò perdette egli mai la sua imperturbabile pace : anzi arrivò a scrivere ad alcuno , ch'egli lodava Dio , perché la sua piccola Congregazione veniva calunniata , per essere questo uno de' più evidenti contrassegni dell'approvazione del Cielo .  Predicando il Santo un giorno in Anisi , due Avvocati , per intorbidargli il sermone , gli fecero presentare una carta piena d'ingiurie .  La prese egli , pensando che contenesse alcun avviso da darsi al popolo ; ed ebbe la pazienza di leggerla sotto voce , e poi continuò il sermone con tutta pace .  Terminato il quale , e preso un poco di riposo , informatosi dal Chierico da chi avesse avuto quel biglietto , andò subito a ritrovar quei due Avvocati l'uno dopo l'altro ; e senza parlar del biglietto , li pregò a dirgli in qual cosa avesse loro dato disgusto : ed intesane la cagione , assicurandoli che non era mai stata sua intenzione di farlo , chiese loro perdono inginocchioni .  Restarono quelli confusi molto per un tal atto ; e domandandogli essi pure perdono , dopo vissero in buona intelligenza venerando una virtù sì eroica e cristiana .    Spiccò anche in questo la B. M. di Chantal .  Poiché essendo ella in varie occasioni stata maltrattata da molti , non diede mai minimo segno di risentimento , o dispiacenza alcuna ; ma rendeva in contracambio a chi doni , a chi grazie ottenute loro o da Dio , o da' Principi e verso di niuno punto diminuiva dell'amor suo .  Un certo giovane fortemente sdegnato , perché una fanciulla da lui cercata in isposa aveva abbracciato lo stato religioso nel di lei Monastero , andò a trovarla , e le disse molte parole oltraggiose al sommo , che furono da lei ascoltate con una gran serenità di volto e con tanto giubilo del suo cuore , che uscendo dal parlatorio disse alla compagna , ch'era stata presente : non ho mai udito panegirico , che mi sia stato più grato di quello che ha fatto ora questo buon giovine . Indi mossa dalla compassione di vederlo nel peccato : preghiamo , soggiunse , il Signore d'illuminarlo . E ben furono esaudite le di lei orazioni ; poiché pentito colui del suo errore , venne un'altra volta a chiedere perdono , e poi andò a farsi Religioso , e riuscì un insigne predicatore , ed un buon servo di Dio .

8. " Quando dovrete trattar aggiustamenti , compor litigj , e persuadere alcuna cosa ; procurate sempre di esser più dolce che sia possibile . Farete più , e vincerete sempre meglio col cedere e coll'umiliarvi , che coll'austerità , e col contrasto : chi non sa , che si prendono più mosche con un'oncia di miele , che con cento barili di aceto ? "  Sales .
Si rese in questo eccellente il V. Card. d'Arezzo , il quale non solamente seppe tener sempre in pace tutt'i suoi domestici troncando ogni loro differenza , quando fu Vescovo e Cardinale , ma sin dal tempo ch'era Religioso , era stimato per un uomo attissimo a terminar liti , a sedar discordie , ed a pacificar gli animi più adirati .  Il che gli riusciva benissimo non solo per la sua molto prudenza e destrezza nel trattare , ma ancora per la sua grande affabilità e dolcezza , con cui vestendosi degli affetti di ciascuno avea gran forza per ammollire i cuori più ostinati .   Il V. Bercmans sin da quando era piccolo , qualora tra figliuoli accadea qualche contesa , aveva una gran faciltà di tosto pacificarli . E la ragione era , perché li prendea colle maniere dolci e colle preghiere .

9. " Se volete attender con frutto alla conversione delle Anime , vi conviene gittar il balsamo della soavità sul vino del vostro zelo ; affinché questo non sia troppo ardente , ma benigno , pacifico , sofferente e pieno di compassione . Poiché lo spirito umano è d'una tempra tale , che col rigore diventa più crudo : laddove la soavità l'ammollisce interamente . E poi dobbiam ricordarci , che Gesù Cristo è venuto per benedire le buone volontà , e se gliele lasceremo governare , a poco a poco le renderà fruttuose . "  Sales .
Egli stesso così procedeva anche co' più perversi peccatori , sforzandosi di ridurli a vera penitenza con le maniere più soavi , che gli fossero possibili ; regolandosi con questa gran massima , che lo spirito di dolcezza è lo spirito di Dio ; siccome lo spirito di mortificazione è quello del Crocifisso . Confessandosi da lui un penitente carico di enormissimi peccati , quali narrava con disinvoltura , e senz'alcuno spirito di penitenza , egli dopo averlo sofferto per un pezzo , si mise a piangere ; e richiesto da colui , se gli fosse accaduto qualche male , tirate avanti rispose . Proseguendo quegli intanto a contare colla medesima franchezza altri delitti anche maggiori ; tornò per due altre volte a piangere : tanto che colui gli dimandò perché piangesse . Allora il Santo con una voce compassionevole : piango , disse , perché non piangete voi . Le quali parole talmente compunsero quello scellerato , che divenne un vero penitente . Questa sua soavità comparve principalmente nella maniera con cui consigliava , poiché nel tempo stesso animava le Anime a perfezionarsi . Quando le trovava immerse nelle colpe , ed in occasioni pericolose , gridava bensì : Tagliate , troncate , rompete , dicendo che non bisogna fermarsi a scucire , o snodare certi legami , ma convien lacerarli , e romperli ; però in altre occasioni non pericolose esortava d'andar a passo a passo , ritagliando a poco a poco la superfluità , e cose di Mondo della nostra vita . Non vedete voi , scrisse ad una Dama , che non si potano le viti con grossi colpi d'ascia , ma bensì con una falcetta a bell'agio , un tralcio dopo l'altro . Io ho vedute alcune scolture , che l'artefice ha maneggiate dieci anni prima che fossero perfette , non cessando di togliere con scalpelli a poco a poco quel tanto , che impediva la giusta proporzione . No certamente , non è possibile arrivare in un giorno dove aspirate . Bisogna guadagnare oggi un punto , dimani un altro ; e passo passo andar procurando di renderci padroni di noi medesimi : il che non sarà piccola conquista .   S. Vincenzo de Paoli anche nel predicare stesso era solito di parlar con soavità e dolcezza : tantoché cagionava negli animi degli uditori , e massime de contadini , una tal confidenza verso di lui , ed una tal prontezza in abbracciare i suoi ammaestramenti , che spesse volte dopo la predica gli correano dietro , e colle lagrime agli occhi in mezzo alla folla lo pregavano a voler sentire le loro confessioni : nelle quali gli scoprivano con gran franchezza le piaghe più nascose delle Anime loro , per riceverne da lui il rimedio . Una volta consegnò ad uno de' suoi un gran peccatore , acciò procurasse di ridurlo a penitenza : ma quegli , per molto che gli dicesse , conobbe , che le sue parole non avean forza in quel cuore ostinato ; e però pregò il Santo a dirgli esso qualche cosa . Lo fece , ma con tanta efficacia , che lo convertì : e perché fosse una conversione stabile , l'indusse a far gli esercizi spirituali . Quegli poi dopo confessò , che la singolar dolcezza e carità del Santo , erano state quelle , che gli avean guadagnato il cuore , e che non avea mai sentita persona alcuna , che parlasse di Dio nel modo , che ne parlava egli . Quindi è poi , ch'egli non potea soffrire , che i suoi Missionarj trattassero i penitenti con rigidezza ed asprezza : dicea loro che bisogna far animo a' peccatori ; e che lo spirito infernale si serve ordinariamente del rigore e dell'amarezza d'alcuni ; per maggiormente conturbare le Anime .  La stessa maniera usava per la conversione degli Eretici : onde gli riuscì di convertirne molti , i quali dopo confessarono d'essere stati guadagnati a Dio dalla di lui gran pazienza e cordialità . Davane poi la ragione il Santo , con dire : Vedete , quando uno si mette ad argomentare con un altro , questi facilmente si persuade , che quegli pretende di vincerlo , e però sta più preparato a resistere , che ad abbracciare la verità ; di modo che la contesa invece di disporre il suo spirito alla conversione , piuttosto gli serra il cuore , il quale per l'opposto resta aperto alla dolcezza od affabilità .  Abbiamo di ciò , soggiungeva un bell'esempio in Monsignor di Sales , il quale benché versatissimo nelle controversie , convertiva nondimeno gli Eretici più colla soavità , che colla dottrina : onde solea dire il Cardinale di Peron , che gli bastava l'animo di convincere gli Eretici ; ma che per convertirli ci volea Monsignor di Sales .   Predicando S. Francesco Saverio in Macao ad una gran moltitudine di gente , i fanciulli e la plebe presero a tirargli de' sassi in quantità , ed egli non diede mai segno perciò di animo turbato : e più con questo , che colla sua predica fece delle conversioni .   S. Liduina convertì colla sua gran dolcezza un peccatore , che niun Predicatore , né Confessore avea mai potuto ridurre a penitenza .   S. Filippo Neri si affaticava molto nella conversione delle Anime , quali tirava con tanta destrezza al Signore , che faceva stupire gli stessi penitenti , inescandoli di tal maniera , che quanti a lui venivano una volta , parea , che non se ne potessero più staccare .  Era egli attentissimo in accomodarsi alla natura di ciascuno . Se a lui capitavano de' gran peccatori e mal abituati , nel principio ordinava loro , che si astenessero da' peccati mortali , e poi a poco a poco li conducea con un'arte ammirabile a quel segno , che pretendea .  Gli capitò a piedi un penitente tanto immerso in un peccato , che quasi ogni giorno vi cadeva : al quale non diede egli altra penitenza , se non che quando avesse commesso quel peccato , subito senza più prolungare tornasse a lui a confessarsi , e non aspettasse a cadervi la seconda volta . Ubbidì  il penitente , ed egli sempre l'assolvea , non dandogli altra penitenza , che quella . E con questo solo gli riuscì di liberarlo in pochi mesi non solo da quello , ma da ogni altro peccato ; anzi di condurlo ad un'alta perfezione .  Con un giovine molto dissoluto altro non fece , che pregarlo a dire ogni giorno sette Salve Regina , e poi baciar la terra dicendo queste parole , domani potrei esser morto . Il che facendo il giovine , in breve si ridusse ad una buona vita , e dopo quattordici anni morì santamente .  In questo modo ridusse il Santo un gran numero di peccatori nella via del Signore ; molti de' quali , venuti alla morte diceano : sia benedetto il giorno e l'ora che io conobbi il P. Filippo . E tutti gli restavano così affezionati , che non sarebbe stata cosa , che per lui non avessero fatta più che volentieri .

10. " Chi ha governo d'Anime si ha da portar con esse a guisa di Dio , e degli Angeli , con insinuazioni , ammonizioni , e preghiere , e con ogni pazienza e dottrina . Deve battere alla porta de' cuori , come lo sposo , e tentar dolcemente d'aprirla ; e se ciò accade , introdurvi la salute con allegrezza ; se poi viene fatto il rifiuto , sopportarlo pazientemente . Così appunto fa il Signore . Ancorché sia padrone di tutt'i cuori , soffre tante nostre resistenze contra i suoi lumi , e tante ribellioni contra le sue inspirazioni : e benché sia forzato di ritirarsi da coloro , che non vogliono incamminarsi per le sue vie ; ciò non ostante , non lascia di rinnovar le inspirazioni e gl'inviti . E gli Angeli nostri Custodi imitano appuntino in questo la condotta di lui . Poiché avvisano , reggono , ed ajutano quanto possono coloro , che Iddio ha commessi alla loro custodia : e quando veggono , che questi se ne rimangono ostinati , non però li abbandonano , né se ne prendono afflizione o molestia , né perdono punto della loro beatitudine . Or che migliori esemplari di questi vogliamo noi per la nostra condotta ? "  Sales .
Questi appunto erano gli esemplari , che il Santo si proponea . Cogli spirti deboli in particolare , quali sono i principianti , o poco avanzati nella via dello spirito dicea doversi fare : come Giacobbe , che accomodava i suoi passi a quelli de' suoi figliuoli , e per fin de' teneri agnellini .   S. Vincenzo de Paoli pure si portava con una gran soavità e pazienza con tutti quelli che dirigeva , e specialmente colle persone scrupolose , sopportando le loro debolezze , ed ascoltando con una sofferenza inalterabile . Lo stesso ancora praticava con gli spiriti difficili e delicati , i quali dicea doversi ajutare con special soavità , essendo le loro infermità di spirito degne di compassione , più che non sono le infermità corporali .   Così pure procedea nel suo governo la B. M. di Chantal ; onde così scrisse ad una Superiora del suo Ordine ; quanto più mi avanzo nell'età , tanto più conosco esser necessaria la dolcezza per entrare e mantenersi ne' cuori ; acciò corrispondano al debito , che hanno con Dio .  E se mi sono studiata di far qualche cosa a beneficio di quelle persone , che a me sono ricorse per l'indirizzo delle Anime loro , tutto ho operato col mezzo d'una dolce ed umile carità , e senz'altra autorità ; che quella d'una cordiale preghiera .

11. " Come senza Fede è impossibile di piacere a Dio ; così senza la dolcezza è impossibile di piacere agli uomini , e poterli ben governare . "  S. Bern.
Il medesimo Santo l'ha comprovato col suo esempio . Poiché essendo stato fatto Abate , nel principio procedea con molt'austerità e severità : e sebbene era tenuto da' suoi Monaci in gran concetto , nondimeno non vi si potevano accomodare . Onde il Signore l'avvisò a procedere con più soavità e dolcezza : il che avendo esso eseguito , si guadagnò l'affetto di tutti , ed una esattissima ubbidienza .   Narra Cassiodoro di Teobaldo , che fatto Re solea dire : Col mutare dignità abbiam mutato proposito , e se prima procedevamo col rigore , adesso usiamo da per tutto la clemenza .   Riferisce  Niceta ne' suoi annali d'un certo Imperadore , che venuto alla morte , e convocati i Principi dell'Impero , disse loro : Questi due miei figliuoli , come vedete , sono ambidue buoni , però io stimo , che il più atto per governare l'Impero sia il minore ; poiché oltre le altre sue virtù è inclinato alla clemenza e docilità : cadendo in qualche difetto , prende gli altrui consigli , e siegue l'impero della ragione . Laddove l'altro è molto facile all'ira ; e nel fervore della bile non può moderarsi . La qual cosa è nimicissima del consiglio , e la rovina de' savj.

12. " Mi sono volta e rivolta in ogni canto , che mi ho potuto immaginare . Ho considerato tutte le maniere di governo , ed anche l'ho sperimentate ; e dopo ho veduto , che quella , ch'è piacevole , umile , sincera , e sofferente , è la migliore ".  La B. Maria di Chant.
Infatti così appunto ella portavasi colle sue suddite ; con maniere dolci ed umili ; e così ottenea da tutte quanto bramava . Esigendo da loro cose indifferenti , procedea con tanta sommissione , che rimanean confuse della di lei umiltà , e richiedendo cose necessarie , lo facea con tanta dolcezza , che sarebbe stato d'uopo non aver cuore , per non ubbidire prontamente a' suoi ordini .   S. Vincenzo de Paoli scrisse così ad un Superiore , che si era con lui lagnato d'un soggetto . Il Sacerdote , di cui mi scrivete , è uomo dabbene , che attende alla virtù , e prima d'entrar tra noi era in grande stima appresso il Mondo . Che se adesso è un poco inquieto , s'imbarazza in affari temporali , tiene pensiero de' parenti , ed è finalmente fastidioso a' compagni , convien sopportarlo con dolcezza : se non avesse questi difetti , ne avrebbe degli altri : e se V. S. non avesse che soffrire , la di lei carità non avrebbe gran materia d'esercitarsi , né il di lei governo e condotta avrebbe gran somiglianza con quella di Cristo Signor nostro , il quale volle avere discepoli grossolani , e soggetti a varj mancamenti , per aver occasione , col praticare egli l'affabilità e la pazienza d'insegnarci come debbano portarsi coloro , che si trovano in uffizj di Superiori .  La prego a regolarsi secondo questo santo modello , da cui imparerà non solo a sopportare i suoi confratelli , ma ad ajutarli ancora a liberarsi dalle loro imperfezioni . Scrivendo ad un altro nelle Missioni , che soffriva mal volentieri la partenza d'un soggetto , che con lui faticava , disse : Non dubito che la separazione da quel caro compagno , e fedele amico non sia per essere a lei sensibile : ma si ricordi che nostro Signore si separò dalla sua propria Madre ; e che i suoi Discepoli , che lo Spirito Santo avea si perfettamente uniti , si separarono gli uni dagli altri per servizio del loro divino Maestro .   Narra Plutarco di Pericle , che ogni qual volta si vestiva la clamide militare , per mantenersi affabile e rispettoso con tutti , solea dire a se stesso : attento , Pericle che vai a comandare a' liberi , a' Greci , a' Cittadini , d'Atene .

13. " Chiunque sta in carica , non dee lasciar di resistere , e di correggere i vizj di quelli , che da lui dipendono , ed anche opporsi a' sentimenti degli altri , quando il bisogno lo richiede : sempre però con dolcezza e con pace , specialmente quando si han da dire certe verità difficili ad accettarsi . Allora è necessario di farle prima conoscere da un ardente fuoco di carità , che levi loro ogni asprezza ; altrimenti saran frutti acerbi atti a convertirsi più in escrementi , che in nutrimento . Non vi è cosa più amara della scorza della noce , quando è verde : e pure se si confetta diventa molto dolce , e più confacevole allo stomaco di qualunque altra cosa . Così la riprensione , ch'è tanto aspra di sua natura , riscaldata al fuoco della carità , e condita colla dolcezza , anch'ella diventa amabile e deliziosa . E quando la verità , profferita dalla lingua , non porta seco questo condimento , è segno evidente , che la carità del cuore non è della vera ".  Sales .
Il P. Lamberto della Congregazione della Missione , se tal volta gli conveniva di far correzioni a' suoi inferiori , l'accompagnava con una gran dolcezza , e non esagerava mai i mancamenti ; anzi per quanto potea , li dissimulava , benché fossero stati commessi in sua presenza . Nello stesso modo pure procedeva il V. Card. Bellar .   S. Francesco Borgia non lasciava mai passare alcun mancamento de' suoi sudditi senza correggerlo . Nondimeno quando eran mancamenti leggieri , non usava mai asprezza , ma solea dire : Ah che Dio te la perdoni ! Che ti possa vedere Santo ! O fratello , come avete voi detto , o fatto questo ?  Se poi il mancamento era grave , chiamato a se il colpevole , lo correggeva dolcemente ; e vedutane l'emenda , si scordava affatto di tutto .   S. Vincenzo de Paoli , quando era obbligato a correggere i suoi , lo facea sempre con tal moderazione , e con maniere si soavi insieme , e sì efficaci , che i cuori anche più duri si ammollivano , e non potevan resistere alla forza della sua dolcezza . E disse in una occasione , che in tutto il tempo di sua vita non avea fatta mai alcuna correzione con parole aspre , fuorché tre volte , nelle quali credé d'aver ragione di così fare , ma che poi dopo se n'era sempre pentito , poiché gli era riuscito male ; e che per lo contrario colla mansuetudine avea sempre ottenuto quello che desiderava . Le cautele , che usava , per rendere la correzione fruttuosa e grata la sua amarezza , erano le seguenti . Primo non la facea mai per ordinario nell'atto che uno mancava , fuorché in cose di grande necessità ; ma pigliava qualche tempo per considerare avanti Dio la maniera di dar avviso , massime quando il mancamento era grande , e la persona poco disposta a riceverne la correzione : e giunto il tempo opportuno domandava a quella con molta confidenza e cordialità se gradiva di esser avvisata , aggiungendo , ch'egli si riconoscea più d'ogni altro imperfetto e colpevole . Secondo solea mostrarle affetto , lodarla , se scorgeva in essa materia di lode : con che si apriva la strada a scoprirlo con destrezza il suo difetto , e farnele vedere  la gravezza ed i mali effetti . Lo scusava però , e lo diminuiva quanto poteva , e poi gliene suggeriva il rimedio : e per animarla a valersene , dicea per sua umiltà , d'averne anch'esso bisogno . Terzo terminava la correzione con farle animo , dicendo , che Iddio avea permesso quel mancamento per umiliarla , e per darle occasione d'attendere con maggior fervore all'acquisto delle virtù . Sovente dissimulava i mancamenti , facendo mostra di averli solamente come traveduti . Era suo sentimento , che si debbono ammonire i colpevoli in tempo opportuno ; la prima volta con gran benignità e dolcezza ; la seconda con un poco di severità e gravità , accompagnata però dall'affabilità , e servendosi di rimedi soavi e caritativi ; la terza poi con zelo e fermezza , significando alla persona l'ultimo rimedio , che necessariamente bisognerebbe prendere .    S. M. Madd. de Pazzi non fu mai sentita contrastare , né soprastare a veruna . Anzi quando era maestra delle novizie , se alcuna di loro ripresa da lei , le rispondea con durezza e superbia , ella non replicava niente : ma guardandola con occhio amorevole , si quietava , aspettando a correggerla in altro tempo .    La B. M. di Chantal , quando dovea far qualche correzione , e dar qualche penitenza , usava una special attenzione nel parlare , acciò non le uscisse di bocca alcuna parola di rimprovero , o di disprezzo , che mostrar potesse la minima ombra di risentimento , ma tutte fossero accompagnate da una cordial compassione e tenerezza tale , che nel tempo stesso servissero a biasimar la colpa , ed a sollevar la persona colpevole . Tutto il suo studio era di far conoscere alla delinquente il suo errore , e di farla rientrar in se stessa con maniere sì soavi , e con termini così insinuanti , ch'era quasi impossibile il non rimanerne commossa a pentimento , ed il non ricever con profitto l'ammonizione . Che se scorgeva in alcuna qualche spirito di libertà , che preghiere , che carezze , che stratagemmi amorevoli non le suggeriva la sua caritatevole prudenza , per ridurla nel retto sentiero ?    Il V. Card. d'Arezzo uomo zelantissimo della gloria di Dio e della salute delle Anime mostrava fra le altre cose gran premura , che si facessero a perfezione e con tutto il decoro le funzioni ecclesiastiche , e pure quando vedea commettersi da' suoi sudditi alcun difetto circa di esse , benché nell'interno si sentisse altamente commuovere ; nel correggerli però lo facea con tanta dolcezza , che tutti ne restavano sorpresi .  Quando poi sentiva , che alcuna delle sue pecorelle , e massimamente se era persona ecclesiastica , stava immersa in qualche vizio , o fosse caduta in qualche mancamento notabile , ne sentiva tal'afflizione e dolore , che spesso lo facea prorompere in pianti , e dopo d'aver con ferventi ed affettuose  orazioni supplicata S.D.M.  a compatire le miserie e le fragilità umane , si dava tutto e col pensiero , e coll'opera a porvi rimedio .  E prima di tutto soleva in tali occasioni promulgare di nuovo i decreti , ed ordini sinodali colle pene in essi comminate , affinché ricordandosi il pericolo , a cui soggiacevono , facessero almen per timore quel che non volean fare per virtù . Quindi se bisognava , veniva agli avvisi in particolare , ma con destrezza mirabile , e con dimostrare anzi verso di que' tali maggior confidenza e dimestichezza : cosa che sebbene a prima vista sembra strana , e contra ogni regola di buon governo , ad ogni modo non si può credere quanto riuscisse profittevole al Santo Pastore . Si chiamava alle volte de' Preti , ed anche de' secolari , massime di que' che teneano male pratiche , e l'invitava a pranzo con se , e dopo ritirargli in camera , cominciava ad ammonirli con grandissima carità , detestando il grave loro peccato e l'offesa di Dio in modo tale , e con tale zelo ed affetto , che piangeva egli direttamente , e movea quelli pure a piangere , e convertirsi . Ed in questa guisa faceva egli grandissimo profitto , e si vedevano ammirabili mutazioni di vita non senza straordinaria edificazione de' popoli .

14. " L'unico fine del Superiore dee essere l'amore di Dio , e la santificazione delle Anime alla sua cura commesse . E questo non si può meglio conseguire , che coll'umiltà , colla piacevolezza , e col buon esempio ".  S. Vinc. de Paoli .
Per tal fine il medesimo Santo raccomandava a' Superiori di procurare , che riuscisse soave ai sudditi il giogo dell'ubbidienza , e che perciò non usassero maniere imperiose ed aspre , ma sempre rispettose ed amorevoli . Onde ad uno , che mandava per Superiore ad una Casa , diede questo ricordo : Non vi appassionate per comparir Superiore e Padrone . Io non son già del sentimento d'una persona , la quale giorni sono mi dicea , che per ben governare , e mantenere la sua autorità , dee uno farsi conoscere per Superiore . O Dio mio ! Non ha già detto così Gesù Cristo : anzi ci ha insegnato il contrario e cogli esempj , e colle parole , dicendo di non essere egli venuto al Mondo per esser servito , ma per servire ; e che chi vuol essere Superiore dee farsi servo di tutti .  Conformatevi dunque a questa santa massima , portandovi verso coloro , alla cura de' quali siete inviato , quasi unus ex illis ; e dicendo loro , giunto che sarete , di esser venuta , non per dominare , ma per servire . Se praticherete questo ricordo dentro e fuori di Casa , ve ne troverete contento . Scrivendo ad un altro , che pure mandava per Superiore ad un'altra Casa disse così : Quello che dovete fare , è di darvi a Dio , per non esser d'aggravio a veruno , e trattare tutti con affabilità e rispetto , servendovi sempre di parole piacevoli e dolci , e non mai aspre ed imperiose : non essendovi cosa più atta per guadagnare i cuori , che questo  modo d'operare umile e soave ; siccome altre neppure ve n'è più proprio per farci conseguir il nostro fine , il quale è , che Iddio sia servito , e le Anime santificate .   Scrivendo al Direttore d'una Missione , che avea seco un compagno alquanto difettoso , gli disse : Se ella vuol essere accompagnata dalle benedizioni di Dio , ponga tutto il suo studio in sopportar con mansuetudine questo suo compagno ; dica ogni cosa in modo , che deponendo nel suo interno la superiorità , si accomodi a lui con ispirito di carità . Questo è il mezzo , con cui Gesù Cristo ha guadagnati e perfezionati i suoi Discepoli , ed è altresì il mezzo solo , con cui si guadagnerà cotesto buon Sacerdote .  Ciò supposto dia un po' di tempo al di lei umore , non lo contraddica mai nel punto medesimo in cui crede , ch'esso gliene dia motivo ; ma solamente quando bisogna , l'ammonisca dopo qualche tempo , però con umiltà e cordialità. E così appunto praticava egli stesso . Poiché sebbene per se fosse rigorosissimo , e molto esatto anche nelle minime cose , verso gli altri però era pieno di carità , e di dolcezza ; procurando di contentar tutti in tutto quello che ragionevolmente potea . Nel comandare usava sempre maniere sì modeste , e parole sì rispettose , che piuttosto sembrava pregasse , che comandasse . Quando disegnava d'appoggiare ad alcuno qualche impiego o negozio malagevole , ve l'andava disponendo a poco a poco , e con molta destrezza appianava le difficoltà , che avrebbero potuto cagionarvi qualche sgomento . Ed in tutto procede con tanta affabilità , e cordialità , che veniva a guadagnarsi il cuore di tutti , e ad essere ubbidito puntualmente anche nelle cose più difficili . E molti han confessato , che dopo Dio , avean tutta l'obbligazione della loro perseveranza alla carità , dolcezza e sofferenza loro usata da lui .    S. Francesco Borgia era rigidissimo per se , ma verso i sudditi molto compassionevole e benigno : tantoché sebbene a se non perdonava un minimo difetto , agli altri però li perdonava tutti . E nel comandare non usava mai niuna asprezza , ma con gran dolcezza dicea : La prego di far questo per amor del Signore : avreste difficoltà d'andar nel tal luogo ? Vi sarebbe comodo di far tal cosa ? Avrei in pensiero d'imporvi questo impiego , ma vorrei sapere se vi piace di farlo .   S. Gio. Can. Regolare essendo Priore , fu un dì maltrattato per un pezzo con parole da un suo Religioso : e perché egli non rispose mai , un altro , che vi era presente , potevi , disse , reprimere tanta petulanza con una parola , ordinandogli che andasse in camera : nò , rispose egli . Quando il fuoco abbrucia una casa , sarebbe bene che vi si aggiungesse legna ? Questo buon Frate ora arde di furore ; se lo riprendessi , gli accrescerei il furore : quando sarà smorzato questo gran fuoco , allora vi si potrà applicare il rimedio .   Essendo S. Franc. di Sales stato costretto ad imprigionare un suo Ecclesiastico scandaloso , questi dopo alcuni giorni mostrò gran pentimento , e pregò di essere presentato al Santo , dal quale gli erano stati perdonati altri delitti .  Il che non voleano fare i ministri , sapendo , che l'uomo di Dio in vederlo se ne sarebbe subito mosso a compassione , quantunque i di lui misfatti meritassero un gastigo esemplare ; ma pure dopo molti scongiuri lo consolarono . Giunto dunque questi alla presenza del Santo , se gli prostrò avanti , chiedendogli misericordia , con promettergli sicuramente l'emenda . Allora il S. Vescovo tutto intenerito , prorompendo in un dirottissimo pianto : vi scongiuro , disse , per l'amore e per la misericordia di Dio , in cui tutti speriamo , di aver pietà di me , della Diocesi , della Chiesa , e di tutta la Religione da voi tanto disonorata colla vita scandalosa , che avete menata sin'ora , la quale dà materia a' vostri avversarj di bestemmiare la nostra S. Fede . Vi prego di aver pietà di voi stesso e dell'Anima vostra , che mandate in perdizione per una eternità ; e vi esorto da parte di Gesù Cristo a riconciliarvi con Dio per mezzo d'una vera penitenza , e ve lo prego per tutto quello , che ci è di sacro e di santo nella Terra , e nel Cielo ; per lo sangue di Gesù Cristo , che voi calpestate ; per la bontà del Salvatore , che voi nuovamente crocifiggete ; e per quello spirito di grazia , che voi oltraggiate . Queste dolcissime espressioni furono talmente efficaci , che colui non solo non ricadde più ne' suoi falli , ma divenne un esemplare di virtù . Venendo il Santo richiesto dalla Chantal come dovesse portarsi con una novizia , la quale importunatamente chiedeva di venir ammessa alla professione ; ( il che in quella Religione si considera come mancamento , dandosi la professione a suo tempo senz'altra richiesta a chi è esatta nell'osservanza ) egli benignamente rispose , dover abbondar la carità , dove manca l'altrui umiltà .   Di S. Paola riferisce S. Girolamo , che reggendo ella un Monastero di Vergini da lei edificato , non mai mancava a veruna delle sue obbligazioni , né mai richiedea cosa alcuna dalle sue figlie , che prima non l'avesse praticata essa col suo esempio : e tutta la superiorità , che avea sù esse , la mostrava loro con la sollecitudine di provvederle di tutto ciò che l'era necessario , di servirle ne' loro bisogni e di tirarle all'esercizio delle virtù . Nell'intervenire al Coro essa era sempre delle prime , e mai non vi mancava . nel lavoro comune essa era la più attenta , e la più faticatrice . Quanto poi agli altrui difetti , se alcuna mancava agli esercizj di pietà , se alcuna si mostrava pigra negli esrcizj corporali , se alcuna era trascurata nel proprio impiego , ella tutte rimetteva in dovere , prendendole in diverse maniere , secondo i diversi naturali : le iraconde , colle carezze ; le pazienti colla correzione . Se nascea discoria tra due , le univa con parole dolci . Se ne vedeva alcuna star sulla lindura degli abiti , o del portamento , o che fosse loquace , ardita , o rissosa , l'avvisava con destrezza più volte : e non emendandosi , la mettea nell'ultimo luogo tra le altre , o ad orare alla porta del Refettorio , o mangiar separata : acciocché facesse il rossore ciò che non avea fatto la riprensione . Colle inferme si mostrava tutta carità , cordialità , liberalità , non perdonando a qualunque spesa , o travaglio . Ma se era tutta clemenza con le altre , verso di se poi , quando era inferma , era tutta austerità e durezza , non ammettendo alcuna particolarità sì nel cibo , che negli altri trattamenti : tanto che essendo uscita nel mese di Luglio da un'ardentissima febbre , non volle indursi a prendere un poco di neve , che i medici le consigliavano , per confortare lo stomaco troppo illanguidito .

15. " Nelle Religioni l'unione e la pace si debbono anteporre ad ogni altro bene . E queste dipendono dal sopportarsi , piegarsi , e trattarsi reciprocamente con dolcezza , ch'è una sorgente di pace , ed un vincolo di perfezione , che unisce i cuori ".  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo quando dovea avvisare alcune di qualche difetto usava ogni attenzione per non manifestare la pesona , da cui aveva avuta la notizia del difetto . Anzi se temea di poter dare occasione di sospetti , o di avversione verso di alcuno , per non turbar la pace comune , piuttosto si astenea dal far la correzione .   Il V. Bercmans avendo nel noviziato l'uffizio di ammonitore , disse di non aver mai riferita cosa alcuna al Superiore , che prima non l'avesse consultata con Dio avanti il Sagramento ; sì per non turbare l'altrui pace , e sì ancora per non essere ingannato dal giudizio , ed affetto proprio .

16. " E' cosa di grande importanza il procurare  di rendere la sua conversazione aggradevole . Per farlo bisogna mostrarsi umile , paziente , rispettoso , cordiale , piacevole , e condiscendente con tutti in tutto quello , che lecitamente si può . Sopra tutto convien guardarsi di mai contraddire a' sentimenti di chicchessia , quando non ve ne sia necessità evidente : ed in questo caso poi si dee fare con tutta la dolcezza e destrezza particolare , senza violentare lo spirito altrui : affine di schivar le contese , le quali altro non producono , che amarezza , e per ordinario provengono più dall'attaccamento a' nostri sentimenti , che dall'amore della verità . Credetemi , che siccome non vi sono spiriti più nimici della società umana di coloro , che sono soliti di contraddire agli altri ; così non vi è chi si rende a tutti più amabile di colui , che non contraddice mai a nessuno ".  Sales .
Il P. Lamberto Cousteaux della Congregazione della Missione mostrava verso tutti un grande ossequio e rispetto , che sempre accompagnava con una singolar dolcezza e cordialità , benché di sua natura fosse inclinato al rigore . Era egli sempre gioviale in volto , e parlava cortesamente con tutti , senza mai offendere alcuno . E con questo dolce modo di conversare rapiva talmente gli animi altrui , che quanti con lui trattavano , ne partivano sempre appagati e contenti : rimanendo grandemente consolati delle affabili maniere , con cui riceveva tutti , e della cristiana condiscendenza , con cui si sottometteva a' loro sentimenti e pareri .   S. Vincenzo de Paoli non fu mai udito contendere sopra cose indifferenti , e disputarvi ; ma con tutta faciltà cedeva a tutti , e si accomodava al parere altrui .   Del B. Bercmans pure si legge , che non si udì mai contrastar con veruno . Per la qual cosa tutt'i compagni suoi non solo l'amavano teneramente , ma si lasciavano anche ammonire e reggere da esso , come se avesse avuto autorità sopra di loro .

17. " Sforziamoci di essere amorevoli , dolci , ed umili con tutti , ma in modo particolare con quei , che ci vengono assegnati da Dio per compagni , quali sono i nostri domestici . E non vogliamo essere di quelli , che sembrano Angeli fuor di casa , ed in casa Demonj ".  Sales .
Questo benedetto Santo trattava con gran dolcezza con tutt'i suoi di casa , fin'anche co' servitori , co' quali non usava mai cattivi trattamenti né in parole , né in fatti . Non li comandava mai , se non pregando : rendea sempre loro cortesemente il saluto : non si lamentava mai per qualunque mancamento facessero in servirlo o in camera , o in tavola : era discretissimo nell'istesso comandarli , risparmiando loro gl'incomodi più che poteva . Quando non poteva a meno di riprenderli , lo faceva ; ma con tanta benignità e riguardo , che restando confusi , venivan sicuramente ad emendarsi : poiché la dolcezza ha questo incantesimo , di far , che ad essa ognun si arrenda . Per esempio di questo può servire quello che gli accadde una sera , nella quale essendosi lungamente trattenuto a discorrere con un Marchese d'affari importanti , fattasi notte , i servitori fidandosi uno dell'altro , non solo lo lasciarono solo , ma senza lume : onde dovendo quel Signore ritirarsi , fu il Santo costretto a prenderlo per la mano , e condurlo per la galleria , e per la sala sino alla porta , ove trovò i servitori , che si divertivano con quei del Marchese ; il quale licenziato , nel ritirarsi disse al suo cameriere con tutta pace : Amico mio , con due quattrini di candela ci avremmo fatto onore questa sera .  Tali erano le correzioni , che sapeva fare il mansueto Prelato , del quale attesta Monsignor di Belleì , che non vi fu mai padrone , che trattasse meglio di lui chi lo serviva ; né alcuno fu mai più teneramente di lui amato da' suoi servi .    S. Vincenzo de Paoli praticò sempre una dolcezza ammirabile verso tutti quelli della Congregazione : quali accogliea con faccia allegra e serena usando sempre con tutti tratti d'amorevolezza , e cordialità paterne , e particolarmente quando mandava alcuni in missione , o in qualche viaggio lontano . E quando ritornavano , parlava loro con tant'affabilità , e gli abbracciava con tanta cordialità , che rapiva loro il cuore . Onde uno ebbe a dire : quando doveva mettermi in viaggio , o che me ne ritornava , mi trovava tutto imbalsamato dagli abbracciamenti e dalle cordiali accoglienze ch'egli mi facea . Le sue parole erano sì piene d'una certa unzione spirituale , e sì soavi , ed insieme sì efficaci , che senza sforzare , facea fare tutto quello che voleva . Il medesimo ancora facea , quando ricorrevano a lui per qualche loro bisogno , ascoltandoli con tant'affabilità e pazienza , e non dando loro mai minimo segno di rincrescimento , contuttoché avesse per le mani varie occupazioni importanti ed urgenti . Ma questa s' grande affabilità l'usava maggiormente verso i fratelli coadjutori . Onde essendo andato da lui uno di questi per dolersi d'un trattamento severo ricevuto da un ufiziale di casa ; l'accolse egli con tanta cordialità , invitandolo a ricorrere a lui ogni volta che avesse avuto qualche disgusto , che gli tolse dal cuore ogni amarezza , e lo rimandò consolato ed edificato di sì buon Padre . Andò pure un dì a trovarlo uno de' suoi Sacerdoti tutto conturbato , e risoluto d'abbandonare la sua vocazione , e ritornarsene alla patria ; ed il Santo dopo averlo inteso , disse . e bene , Signore , quando partirete , volete voi fare il viaggio a piedi , o a cavallo ? Con che l'altro edificato di tal mansuetudine e benignità , restò affatto libero della tentazione , e lo predicava per Santo .   Così pure procedea Leonora Imperadrice . Le maniere , che usava nel comandare , erano sì mansuete e sì umili , che la sua famiglia non potea desiderar padrona , che mostrasse minor padronanza e minor Imperio . Le formole sue solite erano come di chi prega a far questo , o quest'altro ufizio . Il che riusciva di tal confusione alle donne di servizio , che più volte la supplicarono ad usar con esse termini di padrona , come a lei conveniva ; ed ella rispondea : approvo e lodo questi vostri sentimenti ; ma io mi conosco per tutt'altra da quella , che a voi sembro ; e mi stimo assai più degna di servire , che di comandare . Mentre con esse attendeva a lavorare ; se a caso fosse caduta alcuna cosa , ella era la prima a chiamarsi e levarla da terra . Per questi mancamenti , e per quanti errori commettessero quelli che la servivano , ella per tutti avea sempre pronte le scuse e le ragioni per ricoprirli . Usava ancora tutta l'attenzione per non disgustar veruno , e per non dar luogo alle ombre e gelosie tra di loro . Onde dimenticatasi una volta di commettere una certa cosa alla maggiordoma maggiore , avendone in vece avvisata la cameriera maggiore , una distrazione , ch'ebbe nell'orazione , le fece sovvenire del fallo ; ed alzatosi incontamente , si portò a farne la scusa a quella Dama ; acciò non entrasse in sospetto di essere proposta , e ciò si attristasse .   Il medesimo si legge della B. M. di Chantal , che fin da quando stava nel secolo , si mostrava affabile , e tutta viscere di carità verso i suoi domestici e servidori . Non gli sgridava come tanti fanno , né li rimproverava mai per qualunque difetto facessero , ma li sopportava con gran pazienza  ed umiltà senza mai stancarsi di ajutarli per l'emendazione , fintantoché Iddio le dava la consolazione di vederli emendati . E ne fa buona testimonianza il non averne ella mai scacciato alcuno di casa sua fuorché due , ch'erano affatto incorrigibili ; e tutti gli altri vi restarono finché piacque loro , sempre ben veduti , ben trattati , e ben provvisionati . Onde essendosi una volta il Barone suo sposo fortemente adirato contro un servo , mentre ella procurava di raddolcire la di lui collera , le disse : è vero , che io son troppo subitaneo , ma voi siete troppo buona .

18. " Resistete fedelmente alle vostre impazienze , praticando non solo con ragione , ma contra ragione ancora la santa cortesia e dolcezza con tutti e particolarmente con quelli , che vi recano maggior tedio ".  Sales .
Il medesimo Santo fu eccellente in questo . Si legge nella sua vita , che andando spesso da lui un Avvocato povero per piccole coselle , egli l'ascoltava sempre con grande affabilità , e senz'alcun segno di tedio : tanto che molti si stupivano , come potesse un Prelato , che avea tante importanti occupazioni , ascoltar con quiete bagattelle di colui , le quali erano bastanti anche a tediare un ozioso .   Così parimente operava S. Vincenzo de Paoli : poiché spesso gli accadde , che alcuni gli facevan replicare più volte le medesime cose o perché non le capivano , o perché se ne dimenticavano , ed egli sempre eguale a se stesso , non mai ne mostrava sdegno , né fastidio , né mai gli scacciava da se , ma per non disanimarli , o rattristarli , li accoglieva ogni volta con faccia serena , e con grande affabilità ; e quando si trovava in compagnia di altri di qualunque condizione si fossero , subito che li vedea venire , s'alzava ; ed andava a parlare ad essi in disparte , ripetendo loro sempre , e con soavità l'istessa cosa .  Uno fra gli altri attestò , che avendogli fatto ripeter la medesima cosa fin a cinque volte in fila in tempo che stava occupato con personaggi grandi , non diede egli mai minimo segno d'impazienza , ripetendola l'ultima volta colla medesima piacevolezza e tranquillità d'animo , come la prima , e mostrando colla serenità del volto d'averci piuttosto piacere , che fastidio .

19. " Il supremo grado della Dolcezza consiste in vedere , servire , onorare , e trattenersi amorosamente nelle occorrenze con quelli , che non ci vanno a grado , e ci mostrano contrarj , ingrati , o molesti ".  Sales .
Egli medesimo attendendo alla conversione di una donna eretica attempata , la quale per lungo tempo veniva ogni giorno più volte da lui con nuovi dubbj , l'ascoltò sempre con grande amorevolezza , e senza mai mostrar alcun tedio , ancorché vedesse , che nulla guadagnava : né la donna si stancava di seguitar a battere la di lui porta tre e quattro volte il dì , perché tirata dal suo dolcissimo tratto , tanto che finalmente gli disse di non aver più altra difficoltà , fuorché sopra il celibato degli ecclesiastici : al che il Santo rispose , esser questo loro necessario , affinché disimpegnati dalla cura della famiglia , potessero servire il popolo : e che di fatti non sarebbe stato a lui facile d'udirla tante volte , se fosse stato costretto a mantenere femmina e figliuoli .  Questa ragione la convinse più , che non avrebbero fatto tutti gli argomenti de' Teologi , e si convertì .   La B. M. di Chantal stando in casa del suocero , per guadagnare una serva insolente , che vi era , e facea da padrona , trattava con essa con maniere obbliganti e gentili , cercando di compiacerla in tutto ciò che conosceva esser di sua soddisfazione , fin ad istruire , vestire , pettinare , e servire ne' bisogni più bassi i di lei figliuoli egualmente che i suoi , correggendo anche i servitori ; se accadea , che li disprezzassero , e durò in questo modo per sette anni continui , con tutto che la serva si facesse sempre più altera e baldanzosa .  E poiché alcuno le disse , che perdeva il tempo col pretendere di guadagnar una tal femmina con quelle civili e dolci maniere : questo , rispose , sarebbe vero , se non avessi altri in vista fuorché lei . Ma nostro Signore non ha detto , che tutto quello che faremo in favore de' poveri , tanto da lui raccomandatici , egli lo terrà per fatto a lui stesso ?  Con Dio nulla si perde ; e quanto meno noi saremo riconosciuti dagli uomini , tanto più Iddio terrà conto di quello che ad essi facciamo a suo riguardo . Ad un altro , che le disse , che morto il suocero , quella serva avrebbe meritato di esser subitamente buttata in un fosso : nò , rispose ella , che io mi armerei in sua difesa . Se Iddio si serve di lei , per caricarmi di una croce , perché le ho io da voler male ? Ed a chi pretendea di mostrarle l'improprietà del governo posto in mano di una serva , rispondea così ordina Iddio per mio vantaggio , affinché io abbia tutto il tempo per attendere alle opere di pietà . Al suocero poi , che permettea questo , usava ella contuttociò ogni servitù e rispetto particolare : e quando lasciò il secolo , lo raccomandò caldamente ad un Religioso , perché l'assistesse , massime alla morte .   Fu anche ammirabile in questo il P. Giovanni Leonardi : poiché avendo per lo spazio di quarant'anni patite moltissime persecuzioni e travagli da ogni genere di persone , non si lasciò mai scappar di bocca una parola , che dimostrasse risentimento , sdegno , avversione , o minima alterazione contra di loro ; anzi procurò sempre di fare a tutti coloro del bene , e di giovarli e colle parole , e co' fatti . Pregava continuamente per loro , gli scusava , li difendeva , e trattava con ciascuno di essi non altrimenti , che se gli fosse uno de' suoi amici più cari . Sapendo , che alcuni monaci di un cert'ordine , del quale era stato fatto Visitatore per commissione della Sede Apostolica , impazienti della disciplina regolare da lui rimessa gli macchinavano insidie , e scrivevano alla Sacra Congregazione contra di lui , ei non fece mai alcun risentimento , o dimostrazione ; anzi con quei medesimi trattava con tanta carità e cortesia , come se fossero i suoi più affezionati e confidenti .  E venendo talora da alcuni di quegli abiti maltrattati e con parole , e con fatti , se la passava sempre con essi con piacevolezza e disinvoltura , correggendoli dolcemente , e dando loro talvolta qualche moderata penitenza , quando conveniva , per soddisfare , com'egli diceva , alla propria coscienza .  Non però mai nelle lettere , che scriveva alla Sacra Congregazione , né ne' capitoli generali , né in verun'altra occasione che se gli presentasse , fece alcuna menzione di cose , che fossero state dette , o fatte contra la persona sua .  Camminando un giorno per Lucca s'incontrò con uno di questi , il quale dopo d'averlo caricato di parole aspre ed ingiuriose , senza  ch'egli facesse alcun motto , gli scaricò in volto una forte guanciata ; ed il servo di Dio senza punto turbarsi gli porse prontamente l'altra guancia , come per ricevere la seconda : di che confuso quell'insolente gli voltò le spalle , e seguitò il suo cammino .  Allora Giovanni tutto lieto , per vedersi fatto degno di patir qualche affronto per amor del suo Dio , se ne tornò a casa , e per molti giorni fece orazione per colui , come per un suo parzialissimo benefattore .

20. " Guarda di non turbarti mai , né impazientirti per gli difetti altrui ; poiché sarebbe stoltezza , se per vedere uno caduto in un fosso , tu volessi buttarti in un altro senza utilità alcuna ".  S. Bonav.
Il Cardinal Cesarini uomo mansuetissimo , avvisato , che si era smarrita la mula , che solea cavalcare , per negligenza del servo , chiamatolo a se , e richiesto del fatto , quegli rispose con molta arroganza .  Tacque il Cardinale per molto tempo ; ma finalmente non cessando il servo dalle impertinenze , rivolto a' circostanti disse : non vi maravigliate del mio silenzio : perché ho stimato bene di sopprimer l'ira , e dar tempo alla ragione fin tanto che si renda padrona della passione ; affin di non cadere io in errore , per voler correggere l'errore altrui .   Fu condotto a S. Fr. di Sales un giovane sfrenato , acciò gli facesse una severa correzione ; ed egli in vece del rigore , gli usò una somma dolcezza , e vedendo l'ostinazione di lui , versò amare lagrime , dicendo che avrebbe fatto cattiva fine , come accadde ; essendo poi quello stato ucciso in duello .  Per lo che venendo il Santo ripreso della troppa dolcezza usata in quella occasione , rispose : che volete , ch'io faccia ? Ho procurato quanto ho potuto , d'armarmi di una collera , che non fosse peccaminosa : e perciò ho preso il mio cuore con tutte e due le mani , ma non ho avuto forza di scagliarglielo in faccia . E poi a dire il vero , ho temuto di dissipare in un quarto d'ora quel poco di mansuetudine , che con tanta fatica mi sono sforzato di raccogliere nello spazio di ventidue anni ; come una rugiada nel vaso del mio cuore .  Quel miele , che un uomo ingoia in un sorso , le api stanno molti anni a raccoglierlo . E poi , a che proposito favellare a chi non ascolta ?  Quell'insensato giovine non era capace di correzione , mentre non era più padrone del suo giudizio : onde io non avrei giovato a lui ; e forse avrei fatto torto a me stesso , ad imitazione di coloro , che si affogano con quelli ; che pretendono di salvare dal naufragio . La carità dev'essere giudiziosa , e prudente .

21. " Nel vedere le vostre proprie imperfezioni , ne dovete avere dispiacere : ma però un dispiacere umile , tranquillo , pacifico , e non mai turbolento e sdegnoso , che suol far più male , che bene ".  Sales .
Così praticava egli medesimo con se stesso .  Onde disse un giorno : Quanto a me ; se io avessi , per esempio , grande affetto a non cadere nel vizio della vanità , e con tutto ciò vi fossi caduto non leggiermente ; io non vorrei riprendere il mio cuore in questo modo : Non sei tu un miserabile , un abbominevole , che dopo tanti proponimenti ti lasci vincere da questo vizio ? Moriti di vergogna , non alzar più gli occhi al Cielo , sfacciato , traditore , e sleale al tuo Dio , e cose simili . Ma vorrei correggerlo piacevolmente , e per via di compassione , dicendo : Orsù povero mio cuore , eccoci caduti nella fossa , la quale avevamo tante volte risoluto di scampare . Ah , alziamoci su , e lasciamola una volta per sempre : ricorriamo alla misericordia di Dio , ed in essa speriamo , che ci ajuterà ad esser più costanti per l'avvenire , ed intanto rimettiamoci nel cammino dell'umiltà : coraggio , stiamo da ora innanzi sopra di noi , che Dio ci ajuterà , e faremo profitto . E sopra questa riprensione vorrei fabbricare una soda e ferma risoluzione di non ricader nell'errore , pigliando i rimedj convenienti .   S. Vincenzo de Paoli non si contristava , né si inaspriva mai contra di se per causa de' suoi difetti ; e dicea , che si dee odiare il vizio , ed amar la virtù contraria , non perché quello ci dispiace , e questa ci piace , ma unicamente per amore di Dio , a cui dispiace il vizio , e piace la virtù ; che così il dolore , che si concepisce per lo difetto è dolce , e tranquillo .   S. Luigi Gonzaga quando commettea difetti , non s'attristava ; ma solamente si riconcentrava in se stesso , e dicea : Terra dedit fructum suum .

22. " Né di aridità , né d'inquietudini , né di distrazioni , né di pensieri si prenda veruna afflizione , se vuoi acquistare libertà di spirito , e non andar sempre tribolato ".  S. Ter.
Così essa medesima praticava . Quante contrarietà e quanti travagli interni ed esterni , e dai suoi Religiosi , e da altri , o dello stesso Demonio ebbe a soffrire in vita sua ?  E pure in tante e sì varie avversità si manteneva alla sempre soda ed immobile , come uno scoglio battuto dalle onde del mare , senza prendersi fastidio di cosa alcuna . E per questa via giunse a godere una libertà di spirito poco men che angelica .   L'istesso si legge di S. Fr. di Sales , che di quante cose gli avvenivano , per avverse che fossero , di niuna prendeasi fastidio . Onde ad una Dama , che gli chiese consiglio circa di questo , così scrisse : Voi amereste meglio di vedervi senza mancamenti , e senza disturbi , che tra le imperfezioni ed afflizioni . Lo vorrei anch'io : e così saremmo in Paradiso . Ma questa inquietudine , che avete , per non poter arrivare a  tal segno di perfezione in questa vita , vi fa dubitare che l'odio che n'avete , non sia buono . No certamente , non è puro , poiché inquieta odiate adunque le vostre imperfezioni , poiché sono imperfezioni , ma amatele , perché vi fanno conoscere il vostro nulla , e danno soggetto a voi d'esercitarvi nelle virtù , ed a Dio di usarvi delle sue misericordie .

23. " Siate molto dolce , e molto grazioso in mezzo alle faccende , che avete : che tutto il Mondo aspetta questo buon esempio da voi ".  Sales .
Di lui medesimo si dice che tra le sue azioni se ne stava sempre con un aspetto dolce , tranquillo , e pacifico ; e che non fu mai veduto perder un minimo che della sua ilarità , e serenità di qualunque affare si trovasse .   L'istesso si dice di S. Vincenzo de Paoli , che tra le occupazioni , benché molte e scabrose , non mai perdea la tranquillità dello spirito . Ed era una maraviglia il vedere , come ricevei tutti colla medesima serenità di volto , ed a tutti soddisfacea di qualunque condizione si fossero , con grande affabilità , e senza mai dar segno di fastidio , o tedio per qualunque importunità gli venisse fatta .   Dell'Abate David si narra , che per lo spazio d'anni quarantacinque , che visse nel Monistero , non fu mai veduto andar in collera , né dar mai alcun segno d'animo perturbato ; ma che in ogni sua azione mostrava continuamente nel volto una serenità e tranquillità imperturbabile , come se fosse un Angelo tra gli uomini ; con tutto che avesse dovuto averne le mille occasioni , essendo stato Superiore di centocinquanta Monaci ; non potendo tra tanti non esservene più d'uno di naturale nojoso e difficile , e di non aver avuti de' negozj ardui da trattare . Il fatto vien riferito da Teodoreto , il quale dice di aver ciò non solo udito da altri , ma d'averlo veduto co' proprj occhi , per aver conversato con lui una settimana .   Di S. Tommaso d'Aquino si legge ne' processi di canonizzazione , che non mai fu veduto adirato , e neppur turbato , ma che in tutt'i tempi , ed in tutte le occupazioni se ne stava sempre con la fronte lieta e serena , di tal maniera che quei che con lui conversavano , in solo mirarlo provavano consolazione , ed un certo gaudio spirituale .   Di S. Antonio scrive S. Attanasio , che si vedea sempre allegro , di modo che per lui ogni dì pareva il giorno di Pasqua , e che se qualche straniero venuto per vederlo , lo trovava per caso tra una moltitudine di Monaci , senza che gli fosse insegnato , lo conoscea subito all'allegrezza e benignità , che gli compariva nel volto .  E quella tanta allegrezza poi , soggiunse il medesimo , che gli era cagionata dalla grande speranza , che avea del Paradiso : poiché stava sempre colla mente nelle cose eterne di lassù , alle quali non potea pensare senza giubilare .

24. " Sappiate , e tenete per certo , che tutti quei pensieri , che ci danno inquietudine ed agitazione di spirito , non sono in alcun modo da Dio , ch'è Principe di pace ; ma provengono sempre o dal Demonio , o dall'amor proprio e dalla stima , che facciamo di noi medesimi , che sono i tre fonti onde nascono tutti i nostri disturbi . E però quando ci vengono pensieri di tal natura , bisogna ributtarli subito , e non farne conto ".  Sales .
Ecco il perché questo Santo non si vide mai turbato , né inquieto ; perché delle tentazioni del Demonio se ne burlava , e fu sempre nemico giurato dell'amor proprio , ed umile di cuore .  Dimandato l'Abate Isacco da un altro Monaco , perché i Demonj lo temessero tanto , rispose così : da che mi feci Monaco , mi proposi di non uscir mai in atti d'impazienza , né in parole di sdegno : e per grazia del Signore non vi ho mancato mai . E pure Iddio sa quante volte ne sarò stato tentato , e quante occasioni ne avrò avute .

25. " L'umil Dolcezza è la virtù delle virtù ; che il Signore ci ha tanto raccomandata : e però bisogna praticarla da per tutto , e sempre . Si ha da fuggire il male , ma però pacificamente . Si ha da fare il bene , ma sempre con soavità . Prendete per voi questa regola . Ciò che vedrete potersi fare coll'amore , fatelo ; e quello che non può farsi senza contrasto , lasciatelo stare . In somma la pace e la tranquillità del cuore debbono star sempre al di sopra in ogni nostra azione , come l'odio dell'uliva sta al di sopra di tutti i liquori ".  Sales .
Del medesimo Santo si legge , che godeva una pace di cuore imperturbabile . Onde egli stesso disse un giorno : cosa vi può mai essere , che possa disturbar la nostra pace ? Quando tutto il Mondo si rivoltasse sottosopra , io non mi inquieterei punto . Imperciocché cosa vale il Mondo tutto in paragone della pace del cuore ? E di fatti così appunto facea nelle occasioni , che gli occorreano . Benché avesse molto a cuore la riforma de' Monasterj , non volle però mai usar della sua autorità per effettuarla : ben sapendo , che le cose fatte con violenza non son durevoli . Ond'è , che amava meglio di non riuscire ne' suoi disegni , ch'effettuarli colla forza : aspettando che il tempo , anzi Iddio operasse quelle mutazioni ne' cuori , che sono sopra il potere delle creature .   S. Vincenzo de Paoli avea per massima , che quantunque fosse necessario di star saldo per lo fine , che uno già si propone nelle buone imprese , fosse nulladimeno altresì espediente usar tutta la piacevolezza e dolcezza ne' mezzi a tal fine ordinati ; ad imitazione della Divina Sapienza , la quale , contuttoché ottenga fortemente i suoi fini , dispone però soavemente i mezzi , che a quelli conducono .

26. " Se vi sarà possibile , non vi mettete mai in collera né ammettete mai qualunque siesi pretesto per aprir ad essa la porta del vostro cuore : perché una volta che vi sia entrata , non è più in vostra mano il discacciarla , quanto vorrete , né il moderarla . Se vedrete , che per vostra debolezza ella abbia posto il piede nel vostro spirito ; in questo caso raccogliete subito che potrete tutte le vostre forze , e procurate di rimetterlo in tranquillità e pace . Bisogna però farlo soavemente , e non mai violentemente : essendo quì cosa di molta importanza il guardarsi di non inasprir la piaga ".  Sales .
Così appunto faceva egli medesimo per frenar in se stesso la collera , come lo dichiarò in una congiuntura con queste parole : Ho io fatta , per esempio , risoluzione d'acquistar la Dolcezza . Or bene , o che la collera rinversi il mio cuore sossopra , o che la testa fumi da ogni parte , o che il mio sangue bolla a guisa d'una pentola , che sta al fuoco ; io nulla stimo tutto ciò ; e per tanto in tutto quello che si può , non lascerò di essere grazioso : e tutte le ragioni , che la natura mi presenterà per giustificarsi , io le affogherò , e non ne ascolterò alcuna . In fatti essendo una volta accaduto , che un Gentiluomo parente suo , credendosi da lui offeso , andò a trovarlo a casa , e lo caricò d'ingiurie e di minacce : il Santo , ch'era del tutto innocente , cercò di disingannarlo , e procurò di placarlo con gran dolcezza e civiltà . Ma sopraffatto colui dallo sdegno , ed a nulla arrendendosi , seguitò a maltrattarlo ed oltraggiarlo , finché finalmente partissi tutto rabuffato , e pieno di mal talento contra di lui . Allora rivolto egli ad un Religioso , che stava ivi presente , ed era grandemente stupito di quella sì grande pazienza : Padre mio , disse , non bisognava inasprir di vantaggio questo buon uomo , né fargli conoscere la sua temerità : ben la conoscerà un giorno , e ne sarà pentito ; come fu , perché colui pochi giorni dopo venne a chiedergli perdono . Si dice poi di lui , che non si vide mai vacillare la sua pazienza , ed alterare il suo spirito contra di chi che fosse . Dal che chiaramente apparisce , che questa santa virtù , che in lui spiccò tanto , non procedeva , come molti credono , dall'aver egli sortito un naturale tutto impastato di dolcezza , ma dalle grandi , e continue violenze , che avea fatte a se stesso . Poiché anzi era egli , d'un temperamento bilioso , e da se medesimo confessò , che si avea preso a petto di superarlo a viva forza ; e che ci avea travagliato per ventidue anni , combattendolo sempre con gran costanza e coraggio . Il che si vide molto chiaro dopo la di lui morte , allorché essendosi aperto il suo cadavere , nella vessica del fiele altro non vi si trovò che trecento pietruzze , indizio manifesto delle innumerevoli violenze , che fatte aveasi per frenare i moti dell'ira .   Così pure dovean fare tanti altri Santi , nelle cui vite si narra , che non furono mai veduti andare in collera ; ma che anche nelle occasioni più violente si mostravan sempre colla medesima serenità di volto , e tranquillità d'animo : come furono S. Antonio , S. Efrem , S. Tommaso d'Aquino , S. Vincenzo de Paoli , ed altri , ed in particolare il glorioso S. Filippo Neri , del quale si dice , che se talvolta per umiltà de' suoi figliuoli spirituali mostrava il volto severo , e subito che quelli si erano partiti da lui , si rivoltava ad alcuno degli astanti , dicendo : Non ti pare , ch'io sia andato in collera ? Ed incontanente ripigliava il suo aspetto sereno , come era prima .

27. " I rimedj contra l'ira sono : 1. Prevenirne i movimenti quando si può , o almeno rigettarli con prestezza , divertendo il pensiero in altre cose. 2. Ad imitazione degli Apostoli allorché videro il mare in tempesta , ricorrere a Dio , al quale appartiene di mettere il cuore in pace. 3. Durante il bollore , non parlare , né operar cosa alcuna , intorno al punto , di cui si tratta . 4. Sforzarsi di praticar atti di Dolcezza e di umiltà verso la persona , contra la quale uno si sente adirato , massimamente se gli avesse fatto alcun atto di risentimento. ".  Sales .
Questo buon Santo fu più volte molestato a torto da alcuni con parole ingiuriose , ne' quali casi per non dar luogo all'ira , alle volte si metteva a pensare a qualche buona loro qualità , affin di eccitarsi all'amore di essi , altre volte dopo aver loro usate maniere dolci e cortesi , vedendo che non si placavano , li lasciava dire , e taceva . E ad un signore , che in una simile occasione si mostrava stupito di quella eroica pazienza , partito che fu l'altro : vedete , disse , io ho fatto un patto colla mia lingua : che quando si dirà alcuna cosa contra di me , che mi possa portare alla collera , ella si guardi bene dal parlare .   S. Vincenzo de Paoli , se talvolta si sentiva mosso dall'ira , allora si asteneva dal parlare , ed anche dall'operare , e sopra tutto non risolvea nulla , finché non vedea sedati i moti di quella passione , solendo dire che le azioni fatte in tal'agitazione , non essendo pienamente dirette dalla ragione , che allora si trova turbata ed oscurata , ancorché per altro pajono buone , non possono però essere mai perfette : e che in questi casi , a dispetto di tutt'i bollori della collera , e con tutt'i pretesti di zelo , che uno si immagini d'avere , non bisogna dire se non parole dolci ed affabili , a fine di guadagnar a Dio il nostro prossimo . E però durante in lui tal turbazione , si facea tutta la forza per impedire che non se ne vedesse alcun contrassegno nel volto : e se talvolta scappavagli qualche parola , o qualche gesto , che desse segno d'impazienza , o d'asprezza , ( il che succedea molto di raro ) ne domandava presto scusa . Per lo che avendo un giorno parlato con qualche risoluzione ad un fratello laico , che si scusava con varj pretesti , di dar l'alloggio ad un forestiero ; quantunque l'avesse fatto a buon fine , ed acciò quegli riconoscesse il suo errore , tuttavia stimolato dalla sua umiltà , l'istessa sera andò ad umiliarsegli , e gli volle baciare i piedi . Un'altra volta dubitando di aver contristato un altro fratello laico , per avergli detto , che avesse pazienza , ed aspettasse un poco per la risoluzione di certi dubbj , che gli avea proposti , non volle dir la Messa , sinché non glie n'ebbe chiesto perdono .   Il V. Mr. di Palafox quando talvolta nel riprendere alcuno sentiva spuntare in se movimenti d'ira , e di eccessivo zelo , alzava subito il cuore a Dio , dicendogli : Signore , tieni saldo in questa burrasca il timone della ragione , acciò non trapassi in cosa alcuna il vostro santo volere .   A Cesare Augusto fu data da un gran savio questo consiglio : quando sentirai nell'animo tuo movimenti di collera , allora non dire , né far cosa alcuna , finché non abbi corse almeno colla mente le ventiquattro lettere dell'alfabeto .   Narra Plutarco di Coti Re di Tracia , ch'era molto facile ad andar in collera , ed a punir crudelmente i mancamenti de' suoi servi , che venendogli donati da un amico alcuni vasi fragili , ma eccellentemente lavorati , diede un bel regalo all'amico , e dopo infranse tutti quei vasi . Ed a chi mirò con stupore il fatto , disse : io gli ho rotti , per non avere da usare delle mie solite crudeltà , se mai alcuno li rompesse .

28. " Assuefatevi ad avere un cuore docile , maneggevole , sottomesso , e facile a condiscendere a tutti in tutte le cose lecite per amore del vostro dolcissimo Dio , per assomigliarvi alla colomba , la quale riceve tutt'i colori , che le dà il sole . A questo effetto mettete ogni mattina il vostro spirito in positura d'umiltà , di tranquillità , e di Dolcezza ; e poi tra 'l giorno osservate di tanto , in tanto , se mai si fosse impegnato coll'effetto in alcuna cosa , e però non fosse del tutto disinvolto e tranquillo : e mettetelo in riposo . ".  Sales .
Il medesimo Santo si rendé tanto insigne in questo d'accomodarsi al genio di tutti , che Alessandro VII nell'Orazione , che gli fece non seppe dargli un distintivo più proprio , che quello d'averlo Iddio voluto fatto tutto a tutti . Tra le innumerabili testimonianze di ciò basti quella , che praticò colla B. Chantal . Questa temendo di perderlo per le sue soperchie applicazioni , e per lo poco ristoro , che dava al proprio corpo , lo pregò ad aversi un poco di cura , ed egli altrettanto umile , che arrendevole , mi conservo quanto sarà possibile , le rispose , e più , perché voi me lo dite , che per inclinazione , che io abbia a questa sorta d'attenzione . M'immagino però , volere Iddio , che io voglia qualche cosa per amore di voi : or faccia egli di me secondo il suo beneplacito . Ed in altre occasioni l'assicurò che lo faceva .   S. Vincenzo de Paoli avea quest'uso quasi ridotto in natura , che nelle cose indifferenti si mostrava sempre molto facile e piacevole al volere d'ognuno .   L'Abate Agatone si gloriava di non esser mai andato a letto , senz'aver prima sopito ogni moto di sdegno , anche contro di se stesso ; e questo a fine d'adempire quel precetto : Diverte a malo , et fac bonum ; inquire pacem , et persequere eam .

29. " Un mezzo importantissimo per acquistar la dolcezza di cuore , è quello d'assuefarsi a fare tutte le sue operazioni , e a dire tutte le sue parole sì piccole , che grandi , dolcemente e adagio . Moltiplicate quanto più potete questi atti nel tempo della tranquillità e così avvezzerete il vostro cuore alla Dolcezza ".  Sales .
Il medesimo Santo praticava eccellentemente questo ricordo : poiché non fu mai veduto darsi fretta in cosa alcuna . Onde ad una persona , che lo richiese di ciò , rispose : Voi mi domandate , come ho fatto , vedendo ognuno affrettarsi , e non affrettarmi , né mettermi mai in pena . Che volete , che io vi risponda ? Io non son venuto al Mondo per portarvi intrighi . Non ve ne sono forse abbastanza ?

30. " Per mantenere continuamente l'anima sua in un aspetto grazioso , basta prendere a fare tutte le sue azioni alla presenza di Dio , e come se egli stesso ordinasse di farle ".  Sales .
Questa era la causa , perché il V. Beremans facea tanto aggiustamente tutte le sue azioni , ed in tutte le occasioni si mostrava sempre del medesimo tenore senza mai alterarsi , o turbarsi ; perché godea continuamente della divina presenza ; e prima di mettersi a fare qualche cosa , la consultava con Dio , e nel farla stava sempre in vista di lui .  Dimandato uno di quei Padri dell'Eremo come facesse a menar una vita sì ben composta , e sempre eguale : Io , rispose , rimiro spesso il mio Angelo Custode , che mi sta sempre accanto assistendomi in ogni mio bisogno , ed insegnandomi in ogni occorrenza ciò che ho da dire , e da fare , notando minutamente ogni mia azione . Quindi nasce in me un tal timore e rispetto verso di lui , che mi far star sempre attento per non dire , o fare cosa alcuna , che possa dispiacergli .

31. " Un gran mezzo per conservarsi in una pace e tranquillità di cuore continua , è il ricevere dalle mani di Dio tutte le cose grandi , e piccole che sieno , ed in qualsivoglia maniera , che vengano ".  S. Doroteo .
S. Caterina da Siena dimandò una volta al Signore , quale sia il modo di ottenere la vera pace del cuore : ed egli rispose : Il credere , che tutto quello che avviene nel Mondo , avviene sempre per ordine e disposizione di Dio , a ch'egli non fa mai avvenire a veruno cosa alcuna , che non sia il meglio per lui .   Di S. Macario si narra , che non fu mai veduto adirato , né malinconico , ma che si mostrava sempre allegro , e con una giovialità celeste . E la causa di ciò era , perché tutto quello , che gli accadea , lo ricevea , come cosa venutagli dalle mani di Dio . L'istesso dice di San Martino Severo Sulpizio , che conversò con lui molto tempo .   Volendo i servi di David vendicarlo contra Semei : no , disse egli , perché Iddio è che gli ha ordinato , che mi maledicesse : e chi ardirà di chiedergli perché ciò fai ?   S. Francesco di Sales essendo stato maltrattato a torto da un certo Signore in presenza di un Religioso , questi stupito della di lui sofferenza , dopo partito colui , gli dimandò , come avesse potuto sopportar tante ingiurie con tanta tranquillità ; al quale ei rispose : Non vedete , che Iddio da tutta l'eternità ha previsto la grazia , che mi avrebbe conceduta di sopportar volentieri quest'obbrobrio ? E non volete voi , che io bevessi questo calice , che mi è stato preparato dalle mani di un sì buon Padre ?   Io , disse un'Anima illuminata , non avea mai intesa bene questa verità , spesso detta e ridetta , che non cade mai un capello dal nostro capo , senza essere ordinato dal nostro Padre Celeste .  L'intendere ciò chiaramente e perfettamente , rende beata l'anima in terra , e la croce , che a quella era un Inferno , diventa un Paradiso .  Perocché allora ella gusta il maraviglioso sapore , che a pro delle Anime pure è riserbato nell'ordine di Dio . E basta che vi sia l'ordine di Dio , per far , che ella trovi in ogni cosa la quiete e la felicità .   Della V. M. Serafina si legge , che in qualunque travaglio , o disgrazia , che le avvenisse , ella altro non facea , che lodare e benedire Dio ; e che solea dire : Dio è nostro Padre , e quanto fa , tutto è per utile nostro : se questa cosa non fosse per nostro bene , non l'avrebbe fatta . Ebbe una volta avviso , che si era naufragata una feluca , carica di vettovaglie comperate in Salerno per lo suo Monastero : ed ella menò subito seco le sue figlie avanti il Sacramento a lodare e ringraziare il Signore , che così avea disposto ; e disse , che quello era a lei tanto caro , come se l'avesse fatto essa colle proprie mani , e per proprio gusto ; anzi molto anche più , per essere stato fatto dalle mani di Dio .





GIUGNO
UBBIDIENZA
Omnia quaecumque dixerim vobis , servate et facite . Matth. 33.3.

1. " Tutti abbiamo una inclinazione naturale al comandare , e molt'avversione all'ubbidire : e pure è certo , che ci torna più a conto l'ubbidire , che il comandare : e perciò le Anime perfette hanno tanto affetto all'ubbidienza , e trovano in essa tutto il loro gusto "  Sales .
In fatti egli si esercitava molto in questa virtù , contuttoché fosse Vescovo e Superiore di tanta gente , Poiché ubbidiva al suo cameriere nell'andar a letto , e nel levarsi , nel vestirsi e nello spogliarsi , come se esso fosse il servo , e quegli il padrone .   S. Teresa diceva : Una delle maggiori grazie , per cui mi sento obbligata al Signore , è di darmi S. D. M. desiderio d'esser ubbidiente : poiché in questa virtù vi sperimento maggior consolazione e contento , come quella che più d'ogni altra c'incaricò nostro Signore ; e perciò io desidero di possederla più di qualunque altra cosa del Mondo .   S. M. Maddalena de' Pazzi avea tanto affetto all'ubbidienza , che per qualsivoglia cosa anche più ardua , che le venisse comandata , quando anche si trovava molto affaticata , non mai si mostrò ritrosa , né diede minimo segno di dispiacimento , ma tutto accettava , con volto lieto , come se le venisse detta una cosa di suo grandissimo gusto : tanto che entrò in dubbio di non meritare nell'ubbidire , per cagione di questo gran gusto e facilità che ci provava .  Ma non contentandosi di star soggetta alla Superiora , si soggettava anche da se alle compagne , ed eziandio alle sue inferiori . Perciò se n'aveva eletta una in particolare , a cui chiedea licenza di tutte le cose più minute , che doveva o voleva fare ; e l'ubbidiva in tutto e per tutto . E quando non la poteva avere , dimandava licenza ad alcun'altra : ed avendo alcuna per compagna in qualche impiego , stava così sottomessa e rassegnata a quella , come se fosse Superiora .

2. " L'Ubbidienza è senza dubbio più meritoria di qualunque austerità . E qual maggiore austerità può darsi , che quella di tenere la sua volontà continuamente soggetta ed ubbidiente ? "  S. Caterina di Bol.
S. M. Maddalena de' Pazzi , quando era inferma , se le veniva offerto qualche cibo delicato , qualche medicamento prezioso , era solita di ricusarlo ; però venendo soggiunto , che lo pigliasse per ubbidienza , subito senz'altra replica dicea : Benedictus Deus , e lo prendeva .   S. Dositeo non potendo esercitare l'austerità , e neppure gli esercizj comuni della Religione , per cagione della sua infermità , si diede tutto all'esercizio dell'Ubbidienza : e con questo in soli cinque anni , che visse , fu rivelato , che aveva ricevuto in Cielo una corona simile a quella di S. Antonio . Di che attristandosi alcuni de' più ferventi nelle penitenze , ed in tutti gli altri esercizj , fu loro risposto dal Signore , che non conoscevano il merito dell'ubbidienza .

3. " L'Ubbidienza è una penitenza della ragione , e però un sacrifizio più accettato , che tutti quegli altri delle penitenze corporali . Ond'è , che Iddio ama più in te un minimo grado d'Ubbidienza , che tutti gli altri ossequj , che pensi di fargli "  S. Giovanni della Croce .
L'istesso Santo , finiti i suoi studj , e rimesso alla vita conventuale , siccome per la molta sua dottrina mostrava d'aver concetto di se , il Direttore gli diede il libro della Dottrina Cristiana con ordine : che lasciasse tutti gli altri libri , e leggesse solo quello , rilevando le sillabe come i fanciulli . Il che egli eseguì per molto tempo , e con molta applicazione ; e dopo confessò d'aver con quell'esercizio acquistata non solo una grande ubbidienza , ma insieme molte altre virtù .   Nella vita de' PP. si trova che vennero un giorno quattro Monaci all'Abate Pambo ; e separatamente gli raccontarono le virtù , l'uno dell'altro . Uno digiunava molto , l'altro non possedea cos'alcuna terrena , il terzo aveva un fervore di carità , il quarto era stato sotto l'ubbidienza per ventidue anni . Udite ch'ebbe separatamente l'Abate queste cose , disse : la virtù di quest'ultimo è maggior delle vostre ; poiché voi altri seguite la propria volontà , e questo si è fatto servo della volontà altrui .

4. " Una gocciola di semplice Ubbidienza vale un milion di volte di più , che un vaso intero della più fina contemplazione ."  S. M. Maddalena de' Pazzi .
Si legge di una santa Monaca , che un dì mentre si stava deliziando nella sua camera con Gesù Bambino , fu chiamata dalla Superiora ; ed ella pregato Gesù ad aspettarla , andò dov'era chiamata , e ritornata , lo ritrovò non più bambino , ma come un giovine di ventiquattro anni. Con che volle significarle quanto per causa di quella pronta ubbidienza in sì breve spazio Ei fosse cresciuto spiritualmente nel suo cuore .   S. Francesca Romana un giorno , mentre stava dicendo l'Uffizio della B. Vergine , le occorse d'interrompere quattro volte un'istessa antifona , per accorrere prontamente alle voci del marito , che la chiamava : e ritornando l'ultima volta a ripigliar quell'antifona , la trovò scritta a lettere d'oro .

5. " L'alzare una paglia da terra per ubbidienza è di maggior merito , che il fare una predica , un digiuno , una disciplina a sangue , ed una lunga orazione di sua propria volontà "  Rodrig.
Avendo un Monaco Cisterciense sulla fine della mensa raccolti alquanto tardi i minuzzoli del pane per mangiarseli , fu dato il segno del finire , dopo il quale v'era proibizione di più mangiare ; ed egli strettoli nella mano , dopo il rendimento di grazie genuflesso avanti il Superiore ne disse sua colpa : ed essendogli ordinato di mostrarli li trovò convertiti in gioje .

6. " Tutto il bene delle creature consiste nell'adempimento della divina volontà . E questa non si eseguisce mai meglio , che colla pratica dell'Ubbidienza , nella quale si trova l'annichilazione dell'amor proprio , e la vera libertà de' figli di Dio . E questa è la cagione , perché le Anime buone trovano tanta felicità e tanto gusto nell'Ubbidienza . "  S. Vincenzo de Paoli .
Il medesimo Santo per la gran sommissione , che aveva al divino volere , ubbidiva prontamente a tutti coloro , che avean superiorità sopra di lui , come il Papa , i Vescovi , i Parrochi , e tutti anche i Superiori temporali , portando ad ognuno singolar rispetto e venerazione . E' notabile ciò che fece col suo Direttore ; mentre essendosi con intelligenza di lui partito dalla Casa di Gondì per fuggire la stima grande , in cui si vedeva tenuto , fu pregato da varj personaggi di ritornare , né mai si piegò . E poi al solo ricevere una lettera del Direttore , che semplicemente l'avvisava del gran desiderio , che quei signori mostravano del suo ritorno , senza però ordinarglielo , subitamente entrò in dubbio di ciò che far dovesse ; né si quietò sinché non venne a parlar con lui : e mostrando questi d'inclinare più al ritorno , incontanente lo fece .   S. M. Madd. de' Pazzi aveva tanto effetto e divozione all'Ubbidienza , come quella , che l'esimeva dal pericolo di far la propria volontà , che se talvolta si trovava afflitta per qualche grave tentazione , o per alcun travaglio , in sentirsi comandare alcuna cosa rischiarava subito il volto , e si consolava .

7. " Chi non ha la virtù dell'ubbidienza , non si può dir Religioso . E però chi sta per voto sotto l'Ubbidienza , e vi manca , non mirando con ogni studio come adempire colla maggior perfezione in questo voto , io non so perché stia nella Religione . "  S. Ter.
S. Margherita d'Ungaria Domenicana avea per uso , che quando si comandava qualche cosa in comune alle Religiose , ella faceva conto , che fosse imposto a se sola , e che toccasse tutta a lei .   La B. M. di Chantal diede licenza ad una Monaca di servirsi in un suo urgente bisogno certi denari , dati da S. Fr. di Sales con ordine di spenderli solamente per gl'infermi , avendole quella promesso , che gli avrebbe rimessi da una limosina , che l'era stata offerta . Nondimeno venuta dopo la B. in scrupolo d'aver mancato all'Ubbidienza , ne scrisse al Santo , il quale venne la mattina al Monastero , ed ella se gli buttò subito a' piedi accusando con lagrime il suo mancamento ; ed appresso , come ella medesima attestò , non vi potea mai pensare senza lagrime .

8. " Vuoi sapere quali sieno i veri Monaci ? Quei che per mezzo della mortificazione han ridotta a tal segno la loro volontà , che nient'altro san più volere , fuorché eseguire i precetti e consigli del proprio Superiore "  S. Fulgenzio .
Il B. Egidio ebbe una volta da S. Francesco un'intera libertà d'eleggersi in qual Convento e Provincia più gli piacesse di stare ; ed avendo appena per quattro giorni goduta tal libertà , fu sorpreso da una grande inquietudine d'animo . Onde tornandosene al Santo lo pregò istantemente a determinargli esso il luogo , ove sarebbe vissuto sino alla morte , altrimenti conoscea , che il godere di quella libertà gli avrebbe tolta affatto la pace .

9. " Ogni Sorella nell'entrar in Religione dovrebbe lasciar la propria volontà fuori della porta per non aver altra volontà , che quella di Dio. "  Sales .
S. Dositeo questo appunto attestava di se , che dal suo primo ingresso nella Religione si spogliò affatto della propria volontà , sottoponendola a quella del superiore , al quale poi scopriva ogni tentazione ed ogni suo desiderio . E con questo dicea  d'aver conseguita tanta pace di cuore e tranquillità di mente , che niuna cosa lo poté mai disturbare .

10. " Molti Religiosi , ed altri sono stati Santi senza l'orazione , ma senza l'Ubbidienza nessuno. "  Sales .
Stando gravemente un frate converso di S. Bernardo , il Santo lo visitò , e l'animava a star allegro ; perché sarebbe presto passato dalla fatica all'eterno riposo . Si , rispose quegli , io confido nella divina misericordia , e tengo per certo d'andar in breve a godere Dio .  Ma il Santo temendo , che quella non fosse presunzione , lo riprese in questa maniera : Che dici fratello ? Essendo tu tanto miserabile , che non avevi onde vivere , Iddio t'ha collocato in questo luogo , ove sei vissuto così bene : e tu invece di riconoscere il benefizio , ora pretendi di più il suo Regno , come cosa ereditaria ?  Padre mio , rispose quegli , quello che dite , è vero : ma non avete voi predicato , che il Regno di Dio non s'acquista colle ricchezze e colla nobiltà , ma colla virtù dell'Ubbidienza ?  Or io mi sono attaccato a questa sentenza , e non ho mai mancato d'ubbidire a chiunque mi ha comandato , come vi potete informare da tutto il Monastero : perché dunque non ho da sperare quello che mi avete promesso ?  Piacque ciò molto al Santo , e dopo la di lui morte lo disse a tutti .

11. " L'ubbidienza è il compendio della perfezione e di tutta la vita spirituale ; è la via men laboriosa , men pericolosa , e la più sicura e più breve , che vi sia per arricchirsi di tutte le virtù , e per arrivare al fine d'ogni nostro desiderio , ch'è la vita eterna . "  Il P. Alvarez .
S. Teresa era ben persuasa di questa verità : onde dicea , che se tutti gli Angeli insieme le avessero detta una cosa , ed il Superiore le avesse comandato il contrario , ella avrebbe preferito sempre l'ordine del Superiore . Perché soggiungeva , l'Ubbidienza a' Superiori è comandata da Dio nella Sacra Scrittura , e conseguentemente è di fede , e non vi può essere inganno ; ma le rivelazioni son soggette alle illusioni . E di fatto le accadde molte volte di scoprire al Direttore alcune cose rivelate da Dio ; e perché questi le disapprovò , subito le lasciò .   S. Francesca Romana avendo più volte ordine da Dio di far certe cose , non le fece mai senz'averne avuto prima il consenso dal Confessore . Il che al Signore piacque assai .   S. M. Maddalena de' Pazzi in punto di morte disse , che non trovava cosa , che più la quietasse circa quanto l'era succeduto in tutta la sua vita , che l'esser certa di non essersi mai guidata in cosa alcuna colla propria volontà e giudizio , ma sempre colla volontà e giudizio dei suoi Superiori e Direttori .   S. Paolo cognominato il semplice in poco tempo che servì a Dio in perfetta Ubbidienza , ebbe la grazia di far miracoli .

12. " Vedendo il Demonio , non esservi strada , che conduce più presto alla sommità della perfezione , quanto quella dell'Ubbidienza , vi frappone molti disgusti e difficoltà sotto colore di bene . "  S. Ter.
Stando S. Brigida molto affezionata alle penitenze , il P. Spirituale le ne levò una parte e sebbene ella ubbidì v'intese però qualche difficoltà , per timore di non divenire immortificata . Ma apparendole la Vergine , le disse : Vedi figlia , se due desiderano un giorno di digiunare , ed uno di essi , che sta in sua libertà , digiuna ; e l'altro , che sta sotto l'Ubbidienza , non digiuna ; il primo riceve una paga , e l'altro due , una per lo desiderio e l'altra per l'Ubbidienza . E con ciò restò istruita , e consolata .

13. " Quanto più si vede , che uno si soggetta in qualche cosa all'Ubbidienza , tanto più chiaro apparisce , ch'è tentazione . Perché quando Iddio manda ispirazioni in un cuore , la prima , che vi sparge , è quello dell'Ubbidienza ."  S. Teresa .
S. Fr. di Sales ad una Monaca , la quale gli scrisse , che facea mal volentieri alcune cose della regola e dell'Ubbidienza , rispose così : voler vivere secondo la propria volontà , per far meglio quella di Dio , che chimera è mai questa ? Che' un'inclinazione , o piuttosto una fantasia malinconica , varia , dispettosa , dura , amara , pertinace possa essere un'ispirazione , che contraddizione è mai questa ?   Del B. Giordano Generale dell'Ordine di S. Domenico racconta il Surio , come essendosi ammalato di febbre acuta in una Città del Piemonte , ove non v'era Convento del suo Ordine , il Vescovo l'accolse , e lo collocò in un letto nobile con coltrice e cortine preziose . Non volea l'umil servo di Dio coricarsi in tante morbidezze , ma vi fu indotto da un Priore dell'Ordine , a cui come esperto nella medicina , e però deputato alla cura di lui , doveva allora ubbidire . Il Demonio per tanto preso il buon punto , gli comparve la prima notte in figura d'Angelo luminoso , e rimirandolo con sopracciglio d'ammirazione lo sgridò , dicendogli , che non sapeva intendere com'egli potesse prendere riposo in tanto lusso , e come avesse lasciato sì presto le sue solite mortificazioni senza pensare al grave scandalo , che con ciò dava alla sua Religione ; e che perciò dovea piuttosto penare su la nuda terra . E ciò detto disparve . Ed il Santo uomo incontanente calato dal letto , si distese sul pavimento . Ma venuto la mattina il Priore , e stupito di quella novità , trovandolo tutto tremante di freddo , gli disse , ch'egli voleva esser micidiale di se stesso e lo costrinse a lasciarsi rimettere sul medesimo letto .  Non si perdé però d'animo il Demonio , e la notte seguente comparsegli di nuovo sotto la forma d'Angelo di luce : oh , disse , io credeva che bastasse un avviso del Cielo per ridurvi all'osservanza regolare , ma veggo , che in coi prevale l'amor proprio . Così dunque siete voi ribelle a' lumi del Cielo ? Ubbidite una volta alla voce di Dio , che vi vuol fuori di queste morbidezze .  Chi 'l crederebbe ? Il buon uomo si lasciò nuovamente trarre fuori dal letto , e stendersi sul nudo suolo . Ma ritornato a visitarlo il Priore , e ritrovatolo indirizzito e mezzo svenuto , prese a querelarsi con dirgli : che stranezza ? che spirito di rigore è mai questo ?  Ma l'interruppe il Santo , dicendo che non giacea così per suo capriccio , ma per avviso dell'Angelo del Signore , che espressamente gli avea fatto intendere , esser volere di Dio , che non stesse in quel letto sì morbido : No , Padre mio , soggiunse il buon Priore , non può esser Angelo del Signore quegli che v'ha insegnato di contravvenir all'ubbidienza . Questo è lo spirito maligno , che tenta di torvi la vita , o almeno di prolungarvi il male , per impedir le vostre imprese a gloria di Dio ; e però se ritornerà , dategli pure il mal venuto . E con questa ed altre parole lo persuase a rimettersi in letto , e lasciarsi curare . Ritornato poi il Demonio la terza notte , egli lo sgridò sì forte , che vedendosi scoperto , svanì in un baleno pieno di scorno e di rabbia , e l'infermo cominciò a ricuperar la salute , e dopo proseguì le sue apostoliche fatiche , colle quali operò tante maraviglie , che il suo nome divenne terribile all'Inferno , e molto glorioso nel Mondo .

14. " Per aver un'Ubbidienza intera , bisogna mostrarla in tre cose : nell'esecuzione , nella volontà , e nel giudizio . Nell'esecuzione , con eseguir prontamente , allegramente , e puntualmente quello che ordina il Superiore . Nella volontà , che non voler altro , che quello che vuole il Superiore . Nel giudizio , con essere dello stesso sentimento del Superiore ."  S. Ign. Loy.
S. M. Madd. de' Pazzi , qualinque cosa le veniva ordinata , l'accettava sempre con volto allegro , e l'eseguiva con tutta prontezza ed esattezza . E quel ch'è più ubbidiva alla cieca , senza star ad investigare il fine o la ragione del comando , e se fosse meglio quella , o quell'altra cosa : perché , come dicea , non le parea d'ubbidire , benché eseguisse il comando , se prima non soggettava il suo giudizio al giudizio del Superiore . Onde quando l'era ordinata alcuna cosa , primieramente si piegava a giudicare e sentire , come giudicava e sentiva la Superiora , e poi inclinava la sua volontà a volere ciò che quella voleva : e perciò non trovava difficoltà in eseguire qualunque cosa se le comandava .  Quando le fu ordinato dal Signore , che si cibasse di solo pane ed acqua , e che andasse scalza , e vestisse una sola tonaca rattoppata e vile , non avendo acconsentito a questo il Superiore , ella si mise tosto le calze , e scarpe , e la tonaca , e si pose a mangiar de' cibi comuni ; benché con gran travaglio del suo stomaco , finché Iddio con evidente miracolo  non mutò la volontà de' Superiori . Con che mostrò di fidar più del Giudizio de' Superiori , che del suo , e delle medesime rivelazioni .   L'Abate Silvano amava con singolar affetto un suo Monaco chiamato Marco . Or essendo avvisato da uno , che gli altri molto si offendevano di ciò , menò colui alle Celle de' Monaci ; e chiamandoli uno per uno per nome , tutti furono lenti a venire , eccettuato Marco , che incontanente uscì fuori . Ed essendo entrato nella di lui cella l'Abate coll'altro Monaco , trovarono , che egli allora stava scrivendo , e che alla voce del Superiore , per non tardare , avea lasciata la terra imperfetta . Con che tutti videro , ch'egli avea ragione di esser amato più degli altri .   Io , dicea S. Francesco di Sales  , ammiro il piccolo Bambino di Betlemme , il quale sapeva tanto , potea tanto , e si lasciava maneggiare senza dir una parola .

15. " L'Ubbidienza non consiste solo in fare attualmente ciò , che viene ordinato , ma anche in una continua disposizione di fare tutto ciò , che ci può esser imposto in qualunque occasione . "  S. Vinc. de Paoli .
S. Francesco Saverio era così disposto per ogni ubbidienza , che sebbene operava nelle Indie con tanto frutto delle Anime , e con tanta sua soddisfazione , dicea , che se avendo principiata una fruttuosa Missione , avesse ricevuto l'ordine da S. Ignazio suo Superiore di ritornar prestamente in Italia , avrebbe subito interrotta l'opera per partire .   Spiccò molto in questo S. Felice Cappuccino , il quale ad ogni minimo cenno de' suoi Superiori si mostrava sempre pronto e facile ad eseguir tutte quelle cose , che gli venivano da loro ordinate , per quanto difficili , e varie che fossero , senza eccettuarne veruna : tanto che quegli stavano ben attenti a non mai manifestare neppur per ischerzo , senza preciso bisogno , la loro volontà alla presenza del santo uomo : perché immantinente era da lui ricevuto quel semplice detto come un rigoroso precetto , e subitamente eseguito .

16. " L'Ubbidienza vera si conosce in eseguire allegramente , e senza ripugnanza alcuna le cose di contraggenio , e di proprio vantaggio . "  Rodr.
S. Teresa racconta di se , che avendole la Priora ordinato di lasciar affatto una certa fondazione , che avea intrapresa per ordine di Dio , e per la quale avea faticato molto , subito la lasciò , restandone contenta : perché parendole d'aver fatto tutto quello che avea potuto , giudicava di non esser tenuta a più . E l'istesso Confessore non finiva di crederlo , pensando , che se ne stesse afflitta e confusa .   La V. Suor Maria Crocifissa , essendosi introdotto il costume nel Monastero , che le Monache , parlando cogli uomini , tenessero un velo su la faccia , ricevé ordine , che con alcuni trattasse senza velo , e lo facea volentieri , sebbene vi provasse estrema ripugnanza .  Il V. Bercmans fu assegnato a servire una lunga Messa , ed in un'ora molto incomoda per li suoi studj , e l'accettò allegramente ; servendola per più mesi senza mai dir una parola di lamento , né cercar d'esserne sgravato .  Si legge di S. Felice Cappuccino , ch'era sempre pronto a rimuoversi dal proprio sentimento , e dall'esercizio di alcune azioni meritorie , le quali dalle persone virtuose non sogliono tralasciarsi sotto pretesti di carità , di mortificazione , e simili , quando accadea che non fossero approvate dai suoi Superiori , o Direttori . E così al semplice divieto , che gli veniva fatto da loro , di qualche austerità , o altro spirituale esercizio , immantinente lo lasciava non solo senza ripugnanza , ma anche con somma quiete dell'animo suo . In fatti essendo andato per molto tempo scalzo col consenso del Superiore , perché nella sua vecchiaia il Cardinal Protettore , a richiesta di un compagno di lui gli ordinò , che ripigliasse i sandali , subitamente ubbidì senza lamentarsi , né cercare chi ciò avesse suggerito al Cardinale , e senza fare alcun conto di perdere di stima presso de' Secolari , che l'avrebbero giudicato come rallentato nella virtù .

17. " Un vero ubbidiente non discerne una cosa dall'altra , né desidera più un impiego , che un altro . Perché egli non bada ad altro , ad eseguir fedelmente quel che gli viene ordinato . "  S. Bern.
Scrive S. Girolamo , che visitando i Monaci dell'Eremo , ne trovò uno , che per otto anni continui avea portata su le spalle due volte il giorno una grossa pietra per lo spazio di tre miglia , per ordine del Superiore ; e chiedendogli esso , come facesse volentieri quell'ubbidienza , rispose , che l'aveva fatta sempre con tanta contentezza d'animo , come se fosse stata la cosa più sublime e più importante del Mondo . Questi conchiude il Santo , son quelli , che fan profitto e crescono in perfezione ; perché si nutriscono sempre di fior di farina , cioè col far la volontà di Dio : ed attesta di se , di esser talmente stato mosso da una tale risposta , che da quell'ora cominciò a vivere da Monaco .

18. " L'eccellenza dell'Ubbidienza non sta in seguir la volontà d'un Superiore dolce e piacevole , che comanda piuttosto con preghiere , che coll'autorità ; ma in istar sottoposto al giogo di quello ch'è imperioso , rigoroso , severo , di cattivo umore , e mai non si mostra soddisfatto . Questo è un prendere l'acqua chiara da un fonte , che scaturisce dalla gola d'un Leone di bronzo . "  Sales .
La V. M. di Chantal solea dire , che avrebbe avuta maggior soddisfazione di ubbidire alla minima sorella , la quale non facesse altro che contrariarla , e comandarle con maniera dura e aspra , che alla più abile ed esperimentata di tutto l'ordine : perché , dicea , dove meno si trova della creatura , là più v'è del Creatore .  Riferisce S. Attanasio degli antichi Monaci , che cercavano Superiori aspri e disgustevoli , i quali non gradissero quello che essi facevano , e li riprendessero , come appunto faceva S. Pacomio col suo discepolo Teodosio per purificarlo ; e che quanto più difficili e dispiacevoli quegli erano , tanto più essi eran loro ubbidienti .  S. Caterina di Bologna bramava , che la sua Superiora la trattasse sempre con asprezza , e le imponesse le cose più gravi . Perché , dicea d'aver provato colla propria esperienza , che l'ubbidire nelle cose buone e lecite è molto utile , ma l'ubbidire quando la Superiora impone cose ardue , e comanda con ciera brusca , in poco tempo riempe l'Anima di virtù e l'unisce con Dio .

19. " Se non farai forza a te stesso , e non arriverai a tanto , che per quello che tocca al tuo interesse , poco t'importi che quello , o quell'altro sia Superiore ; non ti persuadere mai di poter divenire uomo spirituale , e fedele osservatore de' tuoi voti . "  S. Giov. della Croce .
S. Francesco d'Assisi dicea , che fra le altre grazie , che avea ricevute dal Signore , una era , che avrebbe ubbidito con tanta prontezza ad un novizio d'un'ora , che qualunque anziano dei più benemeriti .  S. Francesco Borgia prestava una singolar venerazione a tutt'i Superiori , non solo quando erano nell'uffizio ; ma ancora quando l'avean lasciato . Ed avendogli S. Ignazio assegnato un fratello Laico , perché avesse cura della di lui sanità , usava a quell'istessa ubbidienza , che avrebbe usata al Santo .

20. " Ricordati , che ti è dato il Superiore per amor del Signore , e per conseguire il Regno de' Cieli , e per conseguenza non sei più tuo , ma di colui , a cui ti donasti . Onde non ti è più lecito di fare cosa alcuna da te stesso , e senza il di lui volere : perché egli , e non tu , è il padrone della tua volontà . "  S. Giov. della Croce .
S. M. Madd. de' Pazzi per quanto poteva non faceva cosa alcuna senza cercare l'ubbidienza , o la licenza della Superiora , o della Maestra .  La V. Pudenziana Terziaria Francescana disse al suo Confessore prima di morire : padre , da che mi rinunziai nelle vostre mani , non ho mai col divino ajuto neppur gettato un sospiro senza il placet dell'ubbidienza . Restami ora l'ultimo fiato il quale nemmen voglio , ch'esca di me senza l'istesso merito , e però ve ne chiedo la licenza . Restò attonito per un poco il padre a sì strana proposta , e poi disse : io , figlia , non voglio che tu parta per ora . Chinò ella il capo , e rivolta al Crocifisso , Signore , disse , ecco che son trattenuta , non mi violentate , che non posso acconsentire . Alquanto dopo fece al padre l'istessa istanza , e n'ebbe l'istessa risposta . Ma poi mosso quegli a compassione : O via , disse , vattene , Anima benedetta , all'eterno riposo ; ed ella soggiunse subito : Benedicite Pater ; e ricevuta la solita benedizione , girò gli occhi come salutando gli astanti , e poi strettosi tra le braccia il Crocifisso , e baciatolo , e sorridendo , disse : io me ne vado , e spirò .

21. " Avverti di non mirare mai alle qualità , arti , e maniere d'operare del tuo Superiore ; altrimenti cambierai l'ubbidienza divina per l'umana ; movendoti ad ubbidire per li modi , che sensibilmente vedi in esso , e non per Dio insensibilmente rappresentato nella sua persona . O la grande starge , che fa il Demonio del cuore dei Religiosi , quando arriva a farli avvertire alle maniere del Superiore . "  S. Giov. della Croce .
Il P. Pietro Fabro non guardava mai i difetti de' suoi Superiori , ma le virtù , per poterli onorare con verità . E se avesse veduto un Superiore pieno di difetti , e privo d'ogni virtù , pure si sforzava d'onorarlo e d'ubbidirlo con molta fedeltà per l'amore e timore di Dio , e perfezionare se stesso .  Il V. Bercmans guardava Dio ne' suoi superiori , e non le loro qualità ; e per questo trattavali sempre con molta venerazione , e dicea di non aver mai sentita minima avversione verso di qualunque di loro , né mai avuto alcun pensiero contra le persone , o ordini , o sentimenti loro .

22. " Quando il Superiore ordina qualche cosa , avverti , che non è esso allora , che parla , ma Iddio , ed il superiore non è in quel punto altro , che una tromba , per cui passa la voce di Dio . E questa è la vera chiave dell'Ubbidienza , e la cagione , perché i perfetti ubbidiscono in ogni cosa sì prontamente , e non fan differenza da uno all'altro superiore ; ma nel medesimo modo ubbidiscono agl'infimi ufiziali , che a' primi ; e così agl'imperfetti , che a' perfetti : perocché non guardano né alle persone , né alle qualità de' Superiori , ma unicamente a Dio , il quale da per tutto è per sempre il medesimo , e di eguale merito , e di eguale autorità . "  Rodrig.
S. Luigi Gonzaga dicea , che non si ricordava d'aver mai trasgredito un minimo ordine de' superiori . Quindi è , che portava tanta sommissione e riverenza al bidello , quanta n'avrebbe prestata all'istessa persona del Generale .  La B. Solomea eseguiva con tanta esattezza gli ordini de' Superiori , come se glieli avesse dati Dio medesimo ; per questo punto che li guardava come usciti da Dio  , e solo promulgati dalla voce del Superiore .   La V. M. Serafina ebbe talvolta de' Confessori men savj , e pure ubbidiva a quelli con la medesima esattezza , che agli altri . E solea dire , che quando quelli non comandano cose peccaminose , si dee sempre loro ubbidire senza mai cercar ragione di quello che ordinano .

23. " Sai d'onde procede che molti , stando tanto tempo in Religione , e praticando tanti atti d'ubbidienza ogni giorno , ad ogni modo mai non arrivano ad acquistare l'abito di questa virtù ?  Perché non sempre che ubbidiscono , lo fanno per essere quella la volontà di Dio ( ch'è la ragion formale dell'ubbidienza ) , ma ora ubbidiscono per un riguardo , ora per un altro , e così non essendo quegli atti simili tra di loro , non possono giunger mai a produrre l'abito di questa virtù . "  Rodrig.
S. M. Madd. de' Pazzi non riguardava mai la persona , che l'era Superiora , e che la comandava , qualunque ella fosse , ma riconosceva in quella la persona di Dio : né mai ubbidiva per altri rispetti , se non perché riputava , quella esser la volontà di Dio , e tutto ciò che la superiora le imponea , teneva per esserle imposto con autorità divina . E perciò poi tanto volentieri ubbidiva alla priora , quanto alla cuciniera ; e nell'ubbidienza provava tanta felicità e tanto gusto .   Così pure si narra de' Monaci d'Egitto , che qualsiasi cosa venisse loro imposta , la faceano prontamente senz'alcuna discussione e difficoltà , come se loro fosse stata ordinata dallo istesso Dio , la di cui volontà si erano assuefatti a riconoscere in quella del superiore .

24. " Se mai ti venissero movimenti , pensieri , o giudizj contra l'ubbidienza , ancorché ti paressero buoni e santi , non gli ammettere in conto alcuno , ma rigettali prontamente , come fareste coi pensieri contra la castità , o contra la fede . "  S. Giov. Clim.
Il V. Bercmans mentre stava per le difese della filosofia ; e però avea bisogno di studiare , essendo richiesto da uno per uscire , intese interiormente un poco di ripugnanza ; però subito senza darne alcun segno si represse con divertire il pensiero in altro oggetto . Ma tornato a casa , si mise di proposito a far riflessione sopra quell'interno movimento , che intese nell'animo , e alcuni giorni v'applicò l'esame particolare , e vi fece sopra alcune mature considerazioni : e poi andò dal Superiore a riferirgli , che per la grazia di Dio avea ottenuto vittoria di se stesso , e non vi sentiva più alcuna ripugnanza .   La V. M. Serafina tenea licenza dal suo Direttore , che stava in Napoli , di comunicarsi ogni giorno : questi però per evitar l'ammirazione , l'avea consigliata di chiederne ogni volta la permissione al Confessore ordinario di Capri , il quale glie la negò più volte ; ed ella benché con sua gran pena sempre ubbidiva . Una di queste volte ascoltando essa la Messa , dopo la consegrazione le apparve il Signore , e le parea , che la invitasse alla Comunione , che le accese un veementissimo desiderio , e pure non volle fare , persuasa , che nella visione vi potea esser dell'inganno , non già nel comando del Confessore .

25. " Gurada di non fermarti mai ad esaminare e giudicare gli ordini de' Superiori , perché abbiano comandata quella cosa , o se sarebbe stato meglio di farla in quell'altro modo , perché questo non è uffizio del suddito , ma del Superiore . "  S. Girol.
Essendo un giorno il V. Bercmans uscito tre o quattro volte in tempo d'estate tra i maggiori caldi , per accompagnare alcuni , che l'aveano richiesto al Superiore , il compagno di camera mosso a compassione di lui gli disse , che di grazia avesse un poco di discrezione e prudenza ; se no , si sarebbe ammalato con tanto uscire per que' caldi : ed egli con molta piacevolezza rispose : Fratello mio , la prudenza la debbo lasciare a chi comanda . Io non son tenuto ad altro , che ad ubbidire .   Dovendo il Vescovo di Capri celebrar una mattina la Messa nel Monastero della V. M. Serafina , ed amministrar la Comunione alle Monache , mandò a dire , che non volea farla al comunicatorio consueto , ma all'Altare ; e che però si portassero tutte nella Chiesa . Stava allora la serva di Dio nella sua cella , ed all'udire un tal avviso fermossi ad esaminare quella irregolarità importuna , ma incontanente si prostrò inginocchioni avanti il suo Crocifisso , e baciò il suolo ; ed alzatosi , baciò i piedi del Signore , dicendo affettuosamente : Factus est obediens usque ad mortem , e poi senza dimora uscì di cella , ed andò a sollecitare le altre ad ubbidir all'ordine del prelato .  Ricevuta poi ch'ebbero la comunione , si portarono tutte nel coro per fare il rendimento di grazie . Ed ivi fu ella rapita in estasi , nella quale il Signore le manifestò quanto avesse gradito quell'atto di ubbidienza , conforme diede essa a conoscere alle compagne del tempo che stavano tutte insieme nella solita ricreazione : ove alcune andavan raccontando la ripugnanza , che avean sentita in quell'azione ; ed ella : a me , disse , ha dato il Signore un gran premio questa mattina per l'ubbidienza cieca , che ho fatta : e sebbene par che la cosa non sarebbe stata buona , però è stata l'ubbidienza .

26. " Per esser vero ubbidiente , non basta far quel che l'ubbidienza comanda ; ma bisogna che si faccia senza discorso , e si tenga per certo , che ciò , che viene comandato è la migliore , è la più perfetta cosa , che si possa fare , ancorché paja , o sia veramente il contrario . "  S. Filippo Neri .
Il P. Alvarez si solea soggettare volentieri all'ubbidienza in ogni cosa . Perché dicea d'aver veduto per esperienza , che se ben parea , che si dovesse fare il contrario di quel che l'ubbidienza ingiungea ; però con ubbidire succedea sempre il meglio .  Il Signore , per guarire il cieco , che fece ? unse a lui gli occhi col loto , e gli ordinò , che andasse a lavarsi nella piscina di Sileo . Vedete voi ? Potea colui dire : questa è una medicina più atta a toglier la vista , che a renderla ; e però potea francarsi quel viaggio : ma perché ubbidì senza discorso , guarì .  S. Colombano Abate avendo quasi tutt'i suoi Monaci ammalati , ordinò , che andassero tutti all'aja a tritolare il grano . Parve cosa ben dura ed indiscreta l'obbligar ad un esercizio , sì laborioso , ed esporre a' raggi del sole cocente tanti , che per la malattia non si potean reggere in piedi : e pure tanti subitamente si portarono ad eseguire il comando ; a riserva di alcuni pochi , che come più prudenti e più cauti , stimarono meglio di restarsene in letto . Ma che ne succedette ? Quei , che ciecamente ubbidirono , in un tratto tutti guarirono , e gli altri , che diedero luogo al discorso , si restarono con la lor febbre nel letto per un anno intero .   Apparsa la Vergine ad una Monaca , le disse che per mezzo dell'ubbidienza si vengono ad eseguire gli ordini della divina sapienza , la quale spesso per vie sublime , e non penetrate dall'umana prudenza , conduce le cose a' fini , che pretende , senz'alcun impedimento .

27. " Chi vuol essere buon Religioso , ha da far conto d'esser il giumento della casa . Questo non si elegge da se il carico , che ha da portare , né va per la strada che vuole né si riposa quando vuole , né fa quel che vuole ; ma s'accomoda a tutto ciò che da lui si vuole . Cammina , si ferma , torna , ritorna , soffre , e travaglia di giorno , di notte , in ogni tempo , e porta quel peso , che si gli mette addosso senza dire né perché , né a che fare , è troppo , e poco , né altra cosa . "  L'Ab. Nesterone .
Questo S. Abate , come si narra nelle vite dei PP. fece appunto nell'entrar in Religione questa bella risoluzione , dicendo tra se : ego et asinus unum sumus : Farò conto d'esser l'asino del Monistero . E così riuscì un ottimo Religioso .  Il V. Bercmans era pure uno di questi . Poiché qualunque cosa gli venisse ordinata , egli non la ricusava mai , né mai si scusava , o dava alcun segno di averci dispiacere , o difficoltà ; ma tutto accettava allegramente , e l'eseguiva prontamente e fedelmente . E però quando i superiori aveano qualche occupazione difficile , e non sapeano chi dare ad alcuno per compagno per andar fuori , egli era il loro refugio . Onde alle volte accadea , che appena era tornato a casa con uno , gli conveniva di ritornar fuori con un altro , sino ad uscire tre e quattro volte il giorno . E coi compagni poi andava , tornava , girava , e si fermava dove , e quanto voleano essi , senza mai opporsi o lamentarsi di perdita di tempo , o dell'essere strapazzato più degli altri , perché ad altro non mirava che ad ubbidire e servire gli altri .  Ma meglio forse di tutti si vestì di tal sentimento S. Felice Cappuccino , il quale non solamente si tenea per tale nel proprio concetto ; ma lo dicea pubblicamente per esser tenuto da tutti appunto per tale , e sommamente pregiavasi di questo titolo . E però quando andava carico di pane , o di vino per luoghi ove fosse calca di gente , solea liberamente dire con voce alta per esser inteso da tutti , lasciate passar l'asino . E se alcuno dicea di non veder quest'asino , rispondea : e non sapete voi , che io son l'asino dei Cappuccini ? Camminando un dì per la Città con la tasca in spalla , cadde inavvedutamente nel fango ; e non potendosi rialzare disse al compagno : non vedi che l'asino è caduto : perché dunque non adopri il bastone , acciò si alzi ? e quando alcun Religioso lo chiamava col nome suo , solea subito rispondere : avete sbagliato , padre mio : io mi chiamo frat'asino , e per tale appunto mostravasi in pratica . Poiché come se appunto fosse stato un giumento , il Superiore in ogni tempo , ed in ogni luogo potea piegarlo dove voleva , ed ordinargli indifferentemente ciocché gli era a grado , che egli tutto prontamente eseguiva senza mai scusarsi , o dar segno di minima renitenza , per qualunque cosa gli fosse imposta .

28. " Chi vive sotto l'ubbidienza , s'ha da lasciar reggere dalla divina Provvidenza per mezzo del Superiore , come un morto . Il segno di essere un morto è il non vedere , non sentire , non rispondere , non lamentarsi , e non mostrar di voler più una cosa , che un'altra ; ma lasciarsi portare e maneggiare ovunque si sia , e comunque si voglia . Vedi , che cosa manca di questo alla tua ubbidienza . "  S. Ign. Loy.
Uno di questi fu Paolo il semplice Discepolo di S. Antonio . Dimandò egli una volta al suo maestro , se Cristo fosse prima de' Profeti : per lo che il Santo gli comandò , che non parlasse , perché non era capace di dir altro che spropositi , ed egli per tre anni continui osservò un perpetuo silenzio . Dopo de' quali S. Antonio per più sperimentare la di lui ubbidienza , gli andava comandando molte cose assurde e superflue : come tirar acqua dal pozzo , e poi buttarla , scucir vesti , e poi ricucirle , e simili . E queste cose eran stimate tutte da lui necessarie : e benché fossero frivole e da nulla , pure perché comandate , l'eseguiva prontamente ed allegramente ; e le facea con tutta la diligenza possibile senza una minima riflessione sul comando .   Un altro simile fu un certo Discepolo dell'Ab. Martino , il quale avendo in mano una verga secca , la ficcò in terra , e poi comandò al Discepolo , che l'inaffiasse con l'acqua fintantoché fiorisse . Il che questi eseguì prontamente per tre anni continui , andando ogni giorno a prender l'acqua al Nilo , ch'era distante due miglia , ed adacquandola senza mai lamentarsi , mostrarsi attediato dal veder , che per tanto tempo avea faticato indarno . Però il Signore volle mostrare quanto avesse gradita la sua fatica : perché finalmente la verga cominciò a rinverdirsi , e fiorì . Il fatto vien riferito da Severo Sulpizio , il quale dice d'averla veduta egli stesso , che sin al suo tempo si conservava per memoria nell'atrio del Monastero .   S. M. Madd. de' Pazzi l'istesso giorno della vestizione si prostrò in atto umile , e con affetto sincero a' piedi della maestra , e si rassegnò totalmente alla di lei volontà dicendo , che si dava nelle sue mani per morta , e che però facesse di lei tutto ciò che le piacea , che sarebbe stata sempre pronta ad ubbidirla in ogni cosa : e la pregò a non portarle rispetto nell'umiliarla e mortificarla : e questo medesimo atto fece pure coll'altra maestra che succedette . Ed effettivamente poi così sempre visse tutta rassegnata alla loro volontà , obbedendole prontamente in ogni cosa , e lasciandosi da loro impiegare in tutto quel che voleano senza mai contraddire , o dar segno di non approvare ciò che dicevano . In questo modo venne ella a spropriarsi talmente del proprio giudizio , e volontà , che parea non gli avesse più , e che fossero in lei morti .

29. " La perfezione del Religioso stà nell'esatta ubbidienza alle sue regole : e chi più sarà fedele nell'osservanza di esse , quegli senz'altro sarà il più perfetto . "  Rodriguez .
S. Vincenzo de Paoli era esattissimo nell'attuale osservanza di tutte le regole della Congregazione a segno tale , che si facea scrupolo di trasgredire anche le minime ; come di non inginocchiarsi nell'entrare e nell'uscir dalle camere domestiche , benché negli ultimi anni per indisposizione delle gambe ciò gli riuscisse molto penoso : così pure era per ordinario sempre il primo ad intervenire a tutti gli esercizj comuni , e specialmente alla meditazione .  Il P. Joli Superior generale della Congregazione della Missione era attentissimo , quanto a se nell'osservanza delle regole , ed inflessibile quanto agli altri , non arrendendosi mai né a ragioni né a prieghi in permettere una minima inosservanza . Onde avendogli una superiora scritto per una certa licenza , gli diede questa risposta . La nostra regola è ad essa contraria : bisogna , che stiamo a questa attaccati e forti . Ecco la migliore di tutte le ragioni . E discorrendo un giorno alla sua Comunità disse così : Dobbiamo tener conto , ed avere per nostro principal affare le regole e sante pratiche della Congregazione , lasciando per osservar queste tutte le nostre particolari divozioni : facendo più conto per esempio , di non parlar senza licenza a persone nostre conoscenti , che incontriamo per casa , che di far venti discipline di nostra propria volontà .  La B. M. di Chantal aveva tanto a cuore l'osservanza delle regole , e stava tanto sopra di se in ogni tempo , ed in ogni luogo , per non trasgredirne veruna anche delle più piccole , eziandio quand'era superiora , e di età molto avanzata , che il suo operare serviva di viva efficacissima regola per eccitare e promuovere tutte le altre ad una perfettissima osservanza . Accadde in specie , che ritornando ella dal Parlatorio alla ricreazione alquanto abbattuta per cagion dell'età , fu pregata dalle compagne di riposarsi per quel poco di tempo che rimaneva per terminare la ricreazione ; ma sorridendo ella rispose : e che faremo della regola , che ordina il lavoro nelle ricreazioni ?  S. Luigi Gonzaga non fu mai veduto trasgredire una minima regola dell'Istituto . Era in questo tanto esatto , che non sapeva indursi a dare ai suoi compagni un mezzo foglio di carta , o ricever un'immagine da loro offertagli , se prima non ne ottenea la licenza dal Superiore , secondo il prescritto della regola .  Una notte si mise il Demonio a tormentare un religioso laico Domenicano nel Convento di Bologna , ma con tanta crudeltà , che i colpi ed il romore destarono i Religiosi . Ed avendo S. Domenico , che ivi era , richiesto il Demonio del perché , rispose , essere perché la sera antecedente quegli avea bevuto senza licenza , e senza far prima la benedizione , secondo ingiunge la regola .  S. Gregorio riferisce d'una Monaca , che l'entrò addosso un Demonio , e l'afflisse molto , perché avea mangiata una lattuga senza far prima la benedizione , conforme al prescritto della regola .

30. " La predestinazione de' Religiosi sta attaccata all'amor della propria regola , ed a far puntualmente ciò che debbono in virtù della loro vocazione . "  Sales .
S. Bonaventura si avea scritte in un libretto queste parole : Non son venuto nella Religione per vivere come vivono gli altri , ma per vivere come da tutti si deve vivere secondo la mente dell'Istituto , ed in una piena osservanza della regola . Perciocché nell'entrare mi furono date a leggere le regole , e non le vite degli altri ; le regole furono allora accettate da me volentieri , e per mia norma di vivere : e però debbo osservarle tutte esattamente , ancorché vedessi , che niun altro le osservi .  S. Francesco di Sales lodava estremamente un certo Generale de' Certosini per la gran puntualità nell'osservanza delle sue regole , poiché , dice ch'era tanto esatto anche nelle cose meno importanti , che non la cedeva al miglior novizio .   Il V. Bercmans si attaccò tanto all'osservanza delle regole , che in tutto il tempo che visse in religione , da niuno mai fu veduto trasgredirne veruna . Però nel morire domandò il librettino delle regole : e stringendosele nelle mani disse : con questo muojo volentieri .



LUGLIO
SEMPLICITA'
Estote simplices sicut Columbae . Matt. 10. 26.

1. " Fra quelli , che fanno professione di seguir le massime di Cristo , dev'essere in grande stima la semplicità ; perché appresso i savj del Mondo non v'è cosa più dispregevole , e più vilipesa di questa . E pure ella è una virtù soprammodo amabile : perché è quella , che ci conduce per la via diretta al Regno di Dio , e nel tempo stesso ci guadagna ancora l'affetto degli uomini : poiché uno che sia tenuto per retto , sincero , e nemico de' rigiri e delle frodi , è amato da tutti anche da quegli stessi , che dalla mattina alla sera non cercano altro che di fingere ed ingannare . "  S. Vinc. de Paoli .
Una grande stima in vero facea questo Santo di tale virtù , e l'amava molto . Perciò non solamente si guardava egli da ogni mancamento contra di essa ; ma non potea neppure soffrire , che ne commettessero i suoi . E se talvolta ne commettevano alcuno , non si potea trattenere di farne loro , sebbene con tutta dolcezza , la correzione .   S. Francesco di Sales ancora stimava molto , ed era molto affezionato alla Semplicità , come se ne dichiarò un giorno con una sua confidente in questa guisa . Io non so che cosa m'abbia fatto questa povera virtù della prudenza ; perché ho gran difficoltà d'amarla . E se l'amo , è solo per necessità , in quanto è il condimento ed il lume che ci guida in questa vita . Ma la bellezza della semplicità mi fa del tutto invaghire . E' vero , che il Vangelo ci raccomanda e la Semplicità della Colomba , e la Prudenza del Serpente : ma io darei cento serpenti per una colomba . Sò bene che sono utili amendue , quando vanno unite insieme ; mi pare però , che si debba fare come nella composizione della Teriaca , nella quale si mette poco della vipera , ma molto più d'altre salutevoli droghe . Si sdegni pure il Mondo , ferma la prudenza del Mondo , e si disperi la carne ; ch'è sempre meglio esser buono e semplice , che accorto e malizioso .   Fu certamente ammirabile nella Semplicità , secondo che vien riferito dal Surio , S. Foca martire . Coltivava egli un certo orticello , non tanto per alimentar se stesso , quanto per sollevar cogli erbaggi e frutti di quello i viandanti e i pellegrini , che consapevoli della sua libertà facean capo alla sua casa ; e niuno batteva alla sua porta , che non vi fosse accolto con gran carità e cortesia . Or fu questo santo uomo denunziato come ospite e fomentare de' Cristiani al Presidente della Provincia , il quale risoluto di volerlo morto , inviò segretamente alquanti soldati in traccia di lui , con ordine che l'uccidessero . Arrivati dunque costoro una sera a quella casa senza saper che fosse la sua entrarono dentro , e con libertà propria della soldatesca dimandarono da mangiare , ed egli ben volentieri secondo il suo costume gli accolse benignamente , e diede loro quel poco , che potea , servendoli a tavola con termini di tal carità e cortesia , che quelli ne rimasero sorpresi , e sommamente affezionati dicendo tra di loro di non aver mai conosciuto uomo di sì buon cuore come lui . Onde allettati dalla sua gran semplicità e schiettezza , l'interrogarono con confidenza , se avesse cognizione di un certo Foca , che albergava e manteneva i Cristiani , del quale essi andavano in cerca per ordine del Prefetto Imperiale , che lo volea morto . Rispose il Santo , che lo conosceva benissimo , e che ben volentieri loro l'additerebbe : che però andassero senz'altra inquisizione a riposar quietamente , che la mattina vegnente mostrerebbe loro un modo facile d'averlo nelle mani . Spese poi egli tutta quella notte in divotissime orazioni , e venuta la mattina , eccolo a visitar i soldati , e con la sua solita cordialità dar loro il buon giorno . La risposta , ch'essi gli diedero , fu che osservasse le promesse di manifestar loro il cercato Foca . Non dubitate soggiunse egli , che ve lo scoprirò . Immaginatevi d'averlo già nelle mani . Andiamo dunque a trovarlo , replicaron quelli . Ed egli , non occorre d'andare , ch'è qui presente : io son desso . Fate di me ciocché vi aggrada .  A questo dire rimasero attoniti e confusi i soldati , sì per la somma carità con cui li aveva accolti , come per l'ingenua sincerità , con cui scoprivasi a' suoi persecutori ; avendo tanto agevolmente potuto scampar la morte con prendere in quella notte la fuga . Miravasi per tanto l'un l'altro con istupore ; e niuno ardiva di metter le mani addosso a tanto benefattore , anzi inclinavano a donargli la vita , ed a riferir al Prefetto , che Foca , dopo d'averlo cercato lungamente , non si era ritrovato . Ma no , disse il Santo , è ben minor male la morte mia , che far voi questa finzione , o dir questa menzogna : eseguite pur l'ordine , che avete avuto .  Ed in così dire nudò il collo , e lo porse a' soldati , che con un fendente troncandolo , gli misero in capo la gloriosa corona del martirio . E questa sincerissima fede del S. Martire fu tanto gradita da Dio , che subito cominciò , e tutto di seguita ad illustrarlo con segnalati miracoli : specialmente a favore de' pellegrini , e de' marinari , verso de' quali ha proseguito morto , come costumava vivo , da esser liberalissimo di benefizj e sussidj miracolosi . Ond'è , che in segno di ricognizione s'indusse usanza tra' viandanti per mare , quando metteano tavola , di serbare ogni giorno per lui una parte della prima vivanda , che chiamavasi la porzione di S. Foca . E questa era ogni dì comperata or dall'uno , or dall'altro navigante , che ne portava il prezzo in mano del nocchiero ; e quando giungevano al porto , si distribuiva quel denaro a' poveri , acciocché rendessero grazie al loro Avvocato per la felice navigazione .

2. " La semplicità non è altro , che un atto di carità puro e semplice , il quale non ha che un solo fine , ch'è d'acquistare l'amor di Dio . E l'Anima nostra allora è veramente semplice , quando non abbiamo punto altra pretensione , che questa in tutto quello che facciamo . "  Sales .
S. M. Madd. de Pazzi disse una volta così : se con dire una parola anche indifferente per altro fine , che per l'amore di Dio , credessi di poter divenire un Serafino , non la direi certo .   Il Demonio invidiando un Monaco giovine , che camminava molto bene , comparve al di lui Maestro sotto forma d'Angiolo buono , avvisandolo che il suo discepolo era già prescito , e che quando facea di bene , nulla gli giovava per la vita eterna . Del che il Maestro molto s'attristò ; ed ogni volta che vedeva il discepolo , non poteva trattener le lagrime ; tantoché questi un dì gliene richiese il perché , ed esso glielo scoprì . Allora il discepolo gli disse : Padre non v'attristate per questo : perché se mi ho da dannare , mi dannerò ; se mi ho da salvare , mi salverò ; io però non servo Dio per lo Regno de' Cieli , ma per la sua Bontà , e per la Carità , ch'Egli ha verso di me , e per la sua Passione , che per me ha sofferta . Se poi Egli mi vorrà dare il suo Paradiso , lo può fare ; e se mi vorrà dare l'Inferno pure lo può fare : ed io mi contento , che faccia quello che piace a Lui . La notte seguente apparve al Maestro un Angelo vero e gli disse , che il primo era stato il Demonio , e che il suo Discepolo avea meritato più con quell'atto solo , che col resto della buona vita menata sin allora .

3. " L'ufizio della Semplicità è di farci andar diritti a Dio , senza mira né a' rispetti umani , né a' proprj interessi : di farci dire le cose schiettamente e nella maniera che l'abbiamo nel cuore : di farci operar semplicemente e senza mescolanza di ipocrisia e d'artifizj ; e di tenerci finalmente lontani da ogni sorta di fallacie e doppiezze . "  S. Vin. de Paoli .
Questo Santo era sommamente attaccato a tener sempre la mira a Dio in ogni sua operazione ; e però non potea soffrire , che né anche i suoi se ne distogliessero un tantino .  Onde essendosi uno di essi una volta accusato pubblicamente d'aver fatta una cosa per rispetto umano , lo riprese severamente dicendo , ch'era meglio esser gittato nel fuoco con piedi e mani legate , che operar per piacer agli uomini . E rispondendo alla lettera di uno de' suoi così gli diceva : Ella mi scrive , che quando nelle sue lettere dirà bene d'alcuno , io procuri di far che lo sappiano gli amici di lui , acciò ancor esso venga a saperlo . Oh Dio , che pensieri sono mai i vostri ! Dov'è la semplicità d'un Missionario , il quale dee sempre andar diritto a Dio ? Se ella non iscorge il bene in tali persone , non lo dica : ma se vel ritrova , ne parli per onorar in esse Dio ; mentre da lui procede ogni bene . Nostro Signore riprese uno , che lo chiamava buono , perché nol chiamava tale con buona intenzione . Con quanta maggiore ragione potrebbe riprender lei , se loda gli uomini peccatori , per piacer ad essi , e per guadagnarsi la loro grazia , o per alcun altro fine grossolano ed imperfetto ? Si ricordi , che la doppiezza non piace a Dio ; e che per essere veramente semplice non dobbiamo aver la mira ad altro , che a lui . Quanto poi al suo parlare , era così schietto e semplice , e tanto lontano da ogni tergiversazione e fallacia , che niuno potea mai temere di essere da lui ingannato . Schivava ancora i complimenti cortigianeschi , i quali essendo per lo più congiunti con la simulazione , non si confanno colle regole della cristiana semplicità . Perché trattava con tutti semplicemente e cordialmente troncando tutte le dimostrazioni inutili . E così pure volea , che procedessero i suoi .   La V. Suor M. Crocifissa aveva una schiettezza ed una sincerità singolarissima , per cui mostrava d'aver in odio qualunque simulazione e doppiezza . Onde dalla bocca di lei non s'udì mai uscire una né anche legerissima bugia o per officiosità , o per ischerzo : sebbene nelle ricreazioni soleva usare certe piccole ironie , ed altre belle figure , con cui condiva allegramente la conversazione .   S. Carlo Borromeo diede ben a conoscere quanto fosse pieno di questa santa virtù in più occasioni , specialmente nell'elezione di Pio V in Sommo Pontefice . Perocché essendo stato questi poco gradito da Pio IV , suo Zio , e molto ache più perché era creatura di Paolo IV , che il Mondo sa , secondo il discorso umano v'era molta probabilità di credere , che egli dovesse averlo contrario , o almeno poco amorevole ; e che perciò sarebbe stato tacciato di poca prudenza , per aversi tirato addosso la rovina da se medesimo . E pure , perché avea sempre avanti gli occhi la pura gloria di Dio , ed il maggior bene di S. Chiesa , nulla badando a' suoi privati interessi , fece cader l'elezione sopra il medesimo Soggetto . Iddio però si prese cura di lui , e fece , ch'egli fosse dal medesimo Pio V molto stimato e favorito . Era poi egli schiettissimo nel suo parlare , e nemicissimo di ogni artifizio e doppiezza ; e tali anche volea , che fossero i suoi domestici , conforme se ne dichiarò una volta con un suo Ministro , il quale trattando con esso d'un certo affare , si lasciò scappar di bocca queste parole : Io le dirò sinceramente quello che sento circa di questo ; ed il Santo l'interruppe subito dicendo : dunque voi non parlate sinceramente ? or assicuratevi , che non può essere amico mio , chi non parla sempre con sincerità , e non dice colla bocca come sente nel cuore .

4. " Iddio ama i semplici , e tratta con essi volentieri , e comunica loro l'intelligenza delle sue verità : perché di questi ne dispone a suo piacere . Non fa così cogli spiriti grandi ed accorti . "  Sales .
Di questo medesimo sentimento era ancor S. Vincenzo de Paoli , il quale dicea che l'esperienza ne conferma giornalmente la verità ; mentre pur troppo si vede , che lo spirito di Religione non tanto si trova d'ordinario fra i saggi e prudenti del secolo , quanto tra i poveri e semplici , i quali vengono da Dio arricchiti di una fede viva e pratica , che fa lor credere e gustar le parole di vita eterna . Onde si veggono comunemente soffrir le loro malattie , le loro miserie , e tutt'i loro travagli con più pazienza e con più rassegnazione , che non fanno gli altri .   S. Ambrogio nell'orazione funebre , che fece al suo fratello S. Satiro , esalta molto tra le altre sue virtù la puerile semplicità , che , com'ei dice , luceva in lui come in uno specchio ; e che però non poteva egli non essere a Dio molto caro ; il quale per essere semplicissimo , ama le cose semplici , e odia e perseguita ogni adulterata misura .   Si narra di S. Geltrude , che apparendo il Signore ad una Sant'Anima , le disse : Sappi , che presentemente non vi è Anima al Mondo , che per semplicità sia a me più vicina , e più congiunta di quella di Geltrude : e però io ancora a niun'altra mi sento tanto inclinato , quanto all'Anima di lei .

5. " La vera semplicità è come quella de' fanciulli , i quali pensano , parlando , ed operano schiettamente e senza malizia . Credono quanto loro si dice : non hanno alcuna cura , o pensiero di se stessi , massime quando stanno alla presenza dei genitori loro tenendosi attaccati ad essi , senza volgersi a mirare le loro soddisfazioni e consolazioni , le quali si prendono con buona fede , e si godono con semplicità , senza alcuna curiosità di considerarne le cagioni e gli affetti . "  Sales .
S. M. Maddalena de Pazzi era nella sua  conversazione , come una semplice fanciulla , procedendo senza malizia , e con una grande schiettezza e semplicità di cuore : accompagnata però sempre con prudenza e gravità tale che la rendeva amabile e rispettevole a tutte .  Ebbe in vero del singolare in questo la V. Suor M. Crocifissa , la quale tuttoché fosse tanto illuminata , pareva appunto una semplice fanciullina senza malizia . Profferiva ella le cose sue candidamente , e come le tenea nel cuore ; e così pure pensava che facessero gli altri ; non potendosi dar a credere , che un Cristiano fosse capace di dir bugia . I fatti metteranno la cosa più in chiaro .   Per lo concetto di santità , in cui era comunemente tenuta , le veniva da molte parti gran quantità di lettere ; ed ella credea , che ciò fosse per lo credito del Monastero ; e che però molte ancora ne venissero egualmente alle altre sue compagne : ma poi si stupiva non poco , per non vederle tanto affacendate come lei nel rispondere . Onde per meglio certificarsi andava attorno dimamdando loro , se ricevevano assai lettere , e rispondendole quelle con una graziosa esagerazione , per secondare la di lei semplicità , ne vengono tante !  E come dunque non scrivete ? replicava ella : vi porterò io il calamajo e la penna , e lo dava loro . E vedendo che quelle non potendo più contenersi , se ne rideano ; non sapea capire che significasse quella burla , e ne restava maggiormente ammirata .   Avendo dal Cardinal Tommasi suo fratello , che le scrivea spesso , ricevuta una lettera , nella quale vi si sottoscrisse col titolo di tristo , ella cessò di più rispondere , non solo a quella , ma a molte altre , che dopo le scrisse : e richiesta del perché , rispose , che non volea tener comunicazione co' tristi : e non vi volle poco a ridurvela .   Ma in un altro fatto alquanto grazioso volle il Signore dimostrare quanto si compiacesse di questa sua semplicità .  Le fu donato un cardellino , a cui pose nome fiorico . L'amava ella molto , non tanto per la bella voce che avea , quanto per le virtù , che com'ella dicea , si potevano interpetrare ne' di lui atti . Or accadde una volta , che volendo ella cavargli due penne , per fare un piccolo pennello da delineare un certo disegno per la prossima festa d'un Santo , le parve , che il cardellino mostrasse qualche difficoltà in dargliele , e rimase mal edificata di lui in genere di divozione . Poco dopo di questo essendo un piccolo canario col suo primo volo venuto a posarsi sulla gabbia del cardellino , avvertì che questo l'aveva afferrato col becco per un piede , e spennacchiandolo coll'unghie lo maltrattava , e però accorse a levarglielo di bocca , e lo fece scappare , dicendo : Ah fiorico , noi andiamo alla peggio ? così si osserva la dilezione del prossimo ? Indi rivoltandosi all'immagine della Vergine , colla sua solita confidenza e semplicità protestolle , che in quell'uccellino essa non amava altro che Dio ; ma che però in quello giorno esso avea fatto del gran male , e ne volea condegna penitenza . Dopo le quali parole , il cardellino quasi presago del futuro gastigo si ammutolì , per tutta quella giornata se ne stette ritirato in un angolo della gabbia colle penne arricciate , in divisa malinconico . Venuta poi la sera , ecco udire uno strepito attorno l'istessa gabbia , ed il povero fiorico miseramente dibattersi tra meste grida : ed accorsavi la serva di Dio , vide che il Demonio in figura d'un deforme corbaccio lo stava straziando ; e subito gridò : Santa Maria , e lo fece fuggire ; ma intanto trovò , che il cardellino era rimasto privo d'un ala , che gli era stata troncata a forza con tutto l'osso , ed in presenza di lei cadde in terra ; onde l'uccello così mal concio stava mandando gli ultimi aneliti . Inteneritasi ella a tal vista , si mise a pregar il Signore dicendogli , che come Ei non volea la morte del peccatore , ma la conversione e la vita ; si degnasse far sì , che restasse bensì punito , ma non morto il suo fiorico . Né la preghiera fu invano : perché avendo ella preso in mano l'uccello , ed accarezzatolo alquanto , ripigliò esso in un momento il solito suo vigore , e comparve con un'ala nuova , vestita perfettamente di pelle , di carne , e d'osso in nulla più differente dalla prima , se non che avea le penne più risplendenti .

6. " L'astuzia altro non è , che una massa d'artifizj d'invenzioni , co' quali ci studiamo d'ingannare lo spirito di coloro , che con noi trattano , e di far loro capire , che non abbiamo altro sentimento e conoscimento sopra il proposito , di cui si tratta , fuor di quello che coloro manifestiamo colle nostre parole . Cosa , ch'è totalmente contraria alla semplicità , la quale richiede , che abbiamo l'interiore in tutto conforme all'esteriore . "  Sales .
Il buon Santo , avendogli un suo amico detto , ch'egli sarebbe riuscito ne' maneggi politici : no , rispose , la sola parola di prudenza e di politica mi spaventa e poco , o nulla l'intendo . Io non so né mentire , né fingere , né dissimulare con disinvoltura ; nelle quali cose consiste tutto il negozio della politica . Quello che ho nel cuore , ho nella lingua e odio la doppiezza quanto la morte ; sapendo quanto ella sia abbominata da Dio .   S. Vincenzo de Paoli pure era nimicissimo della mondana politica : e però fuggiva con ogni studio , nel trattare con altri , qualunque sorta di rigiri e d'artifizj . L'ombra sola della menzogna l'atterriva ; aveva in orrore per fin l'equivocazioni , che con risposte di doppio senso deludono le dimande .

7. " Un'Anima semplice , quando ha da operare , guarda solamente se sia espediente di fare , o dire la cosa ; e poi si mette subito ad operare , senza perdere il tempo in considerare quello che gli altri diranno , o faranno . E dopo che ha fatto quello che giudicò doversi fare , non vi pensa più e se gli viene in pensiero quello che altri potrà dire , o pensare , toglie subito queste riflessioni . Perocché essa non ha altro riguardo , che di contentare Dio , e non altrimenti le creature , se non in quanto l'amor di Dio lo richiede : e però non può patire di esser divertita dalla pretensione , che ha di star attenta al suo Dio , per accrescere in se stessa il suo amore . "  Sales .
Essendo il S. Vescovo andato una sera alla Certosa di Grenobile , il Generale di quella Religione , ch'era uomo di gran dottrina e pietà , lo ricevé con molta cortesia ; e dopo trattenutosi in camera con lui per qualche tempo in discorsi spirituali , si congedò , scusandosi di non potergli fare più lunga compagnia ; perché doveva andare a mattutino la notte , ch'era festa d'un Santo dell'Ordine . Ma mentre si ritirava nella sua cella , s'incontrò col Procuratore , il quale ciò inteso , disse , che aveva fatto male a lasciare il Vescovo per questo , a cui non poteva dare miglior trattamento , che egli ; e che de' mattutini n'avrebbe potuto dir quanti ne volea , ma che non ogni giorno aveano Prelati di tanto merito in quel deserto . Credo , che voi abbiate ragione , rispose il Generale , ed incontanente tornò dal Santo , e gli riferì con grande ingenuità quello che gli era stato detto per via , chiedendogli scusa del fallo commesso , come dicea , senza pensarci .  Il Santo rimase attonito di quella sì grande schiettezza e semplicità , e dicea d'essersi più stupito di questo , che se gli avesse veduto fare un miracolo .

8. " Non consiste il fatto in guardarsi dagli uomini , ma solo il guardarsi di non dispiacere alla Maestà di Dio .  "  S. Teresa .
Essa medesima disse una volta , che tutto il suo studio era in procurar di fare ogni sua operazione in modo , che non disgustasse colui , che chiaramente vedea starle continuamente sopra .   S. Vincenzo de Paoli disse un dì , che dal tempo , che si era dato a servire Dio , non avea fatto mai solo alcuna cosa , la quale non avesse potuto fare in piazza : perché tutto operava con una viva memoria della presenza di Dio , quale temea più che gli uomini .

9. " Quando uno crede d'aver operato quel tanto , che Iddio richiede da lui , per lo buon riuscimento di qualche negozio , qualunque esito ne sortisca o buono , o male che sia , se ne dee sempre restar in pace , e con gran tranquillità d'animo , contentandosi del testimonio della propria coscienza . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. Ignazio , quando avea fatto quello che potea , per indurre qualche traviato al bene , se non gli riusciva , non si perdea d'animo , né s'affliggea , quasi avesse perduto il tempo : ma contento di aver adoperati tutt'i suoi sforzi , si acquietava nell'altro consiglio della Divina Provvidenza .

10. " Se vi accaderà di dire , o fare alcuna cosa , che non sia ben ricevuta da tutti : non dovete per questo mettervi a fare delle riflessioni ed esami sopra tutte le vostre azioni e parole : perciocché è senza dubbio l'amor proprio , che ci fa cercare , se ciò che abbiamo fatto o detto , sia approvato , o no . La Semplicità non corre dietro alle sue azioni , ma ne lascia  l'evento alla santa Provvidenza , a cui sovranamente s'appiglia , non rivoltandosi né a diritta , né a sinistra , ma seguitando semplicemente il suo cammino . "  Sales .
Così appunto procedea il medesimo Santo : il quale non cercava mai di sapere , se le cose che diceva , o faceva , fossero dagli altri gradite , o no . E perché alcune volte gli fu riferito , che qualunque sua azione veniva da alcuni disapprovata , egli senza punto scomporsi , rispose : Non bisogna maravigliarsi di questo , perché neppur le opere di Cristo nostro Signore furono approvate da tutti , e presentemente ancora vi sono molti , che le biasimano .

11. " Non filosofate punto sopra le vostre afflizioni e contraddizioni , ma ricevetele con dolcezza e pazienza ; bastandovi di sapere , che vengono dalle mani di Dio . "  Sales .
Si narra nella vita di una serva di Dio in Napoli , detta Suor Maria Santiago , che un dì mentre stava facendo delle riflessioni sopra una contrarietà , che pativa , sentì dirsi nell'interno : dici , che ti fidi di me , e poi tanto discorri su di questo ? dal che compresa , che dovea ricevere il travaglio con semplice rassegnazione senza riflettere ad altro . E ravvedutasi , così , fece , e così seguitò sempre a fare per l'avvenire con suo gran profitto e contento .   Per quanti travagli ed avversità ricevesse S. Vincenzo de Paoli , non s'inquietava mai , né mostrava , o concepiva mai sdegno contra d'alcuno : perché senza tanti discorsi tutto pigliava dalle mani di Dio .

12. " Queste continue riflessioni sopra di se , e sulle sue azioni ad altro non giovano , che a consumar molto tempo , il quale sarebbe meglio impiegato in operare , che in tanto osservare quel che si fa .  Perocché a forza di quell'osservare , se facciamo bene , spesso accade , che si fanno male le cose . E quegl'ingegni , che fanno tante riflessioni sopra cose da niente , fanno appunto come i vermi da seta , che s'imprigionano , e s'imbarazzano nelle loro proprie fatiche . "  Sales .
Il medesimo Santo ad una Monaca , che gli avea mandata una relazione del suo interno , così rispose .  La vostra strada è buonissima , né vi ha altro , che dire , se non che voi andate troppo considerando i vostri passi per timor di cadere . Voi fate troppe riflessioni su i movimenti del vostro amor proprio , i quali senza dubbio son frequenti , ma non saranno mai pericolosi , se tranquillamente senza infastidirvi della loro importunità , e senza spaventarvi della loro moltitudine , direte : no . Camminate semplicemente , non desiderate tanto la quiete del vostro spirito . Se non ne avete molta , perché v'infastidite voi tanto ? Iddio è buono . Egli vede chi voi siete . Le vostre inclinazioni non vi possono nuocere per cattive che sieno : perché non vi son lasciate , se non per esercitare la vostra volontà a fare una più vantaggiosa unione con quella di Dio . Sollevate in alto il vostro spirito con una perfetta confidenza nella bontà del Signore : Non v'angustiate per lui : perché Egli disse a Marta che nol volea , o almeno , che approvava più , che essa non avesse angustia alcuna né anche nel ben operare . Non esaminate tanto l'Anima vostra ne' suoi progressi . Non vogliate esser troppo perfetta , ma andate alla buona . Fate la vostra vita ne' vostri ordinarj esercizj e nelle azioni , che di mano in mano vi occorrono . Non vi pigliate pensiero del giorno di domani . Quanto al vostro cammino , Iddio , che vi ha guidato sinora , vi guiderà sino alla fine . State totalmente quieta su la santa ed amorosa confidenza , che dovete avere nella dolcezza della Provvidenza celeste .   Un Religioso giovane molto desideroso della propria perfezione , si mise in cuore di voler purgare l'Anima sua da ogni mancamento ; e perciò stava continuamente con gli occhi aperti sopra tutte le sue azioni e mirandole e rimirandole e prima e dopo , e nell'atto di farle , per farle bene , e per vedere , se erano ben fatte . Però quanto più cercava di schivare i difetti , tanto più ne commetteva ; e per guardarsi da' mancamenti leggieri , cadea ne' gravi . Con che altro non facea , che riempirsi l'Anima di timori e d'inquietudini con suo molto poco profitto . Finalmente andò a consigliarsi con un Religioso vecchio e di molto spirito , il quale non fece altro che insinuargli dolcemente quei due avvisi dello Spirito Santo : Fili in mansuetudine serva Animam tuam , in mansuetudine perfice opera tua :  Abbiate un cuore più dolce verso Dio , ed operate più alla buona , e senza tante riflessioni , che otterrete meglio l'intento vostro . Prese il consiglio : e si mise ad eseguirlo . E con questo nuovo modo di procedere riacquistò presto la pace , ed in poco tempo si avanzò molto nella perfezione .

13. " Chi attende a piacere amorosamente al suo Dio , essendo che il suo spirito sta sempre indirizzato a quella parte , verso cui l'amore lo spinge , non ha né cuore , né comodo di riflettere sopra se stesso , e di vedere cosa egli faccia , o se sia soddisfatto . Perché simili riflessioni non piacciono agli occhi di Dio , ma solo servono a contentar questo nostro misero cuore , e questa gran cura che abbiamo di noi medesimi . Questo amor proprio , bisogna dirlo , è un gran faccendone , che tutto abbraccia , e tutto stringe . "  Sales .
Apparisce ciò molto chiaro da quello che racconta di se S. Cater. da Genova . Appena , dice , l'amore s'impossessò dell'Anima mia , io lo pregai a volerla purgare da ogni sua esterna ed interna imperfezione . Prese egli subito a farlo ; ma con tal'esattezza , e tanto a minuto , che mi facea vedere con mio grande stupore per ingiuste , ed imperfette anche quelle cose , che ognuno avrebbe stimate perfette e giuste . O Dio ! da per tutto trovava difetto , ed in ogni mia azione avea che riprendere . Se io parlava de' moti interni , che pativa dentro di me , mi dicea : Questo parlare cerca la sua consolazione . Se io taceva , e solo andava ansiando e lamentandomi internamente . Ah queste ansie e questi lamenti non servono , che a darti qualche refrigerio . Se io mirava col pensiero come andassero le cose : Tutte queste riflessioni ad altro non servono , che a contentar l'amor proprio . Se me ne stava come una cosa insensibile , e solamente , apriva le orecchie quando si parlava di cose simili a quelle , che io sentiva nella mente mia : E questa voglia d'udire non è ella una ricerca della tua propria soddisfazione ? Quando poi la mia parte inferiore si vide scoperta , e che non potea negar queste imperfezioni , si diede finalmente per vinta . Ed allora la parte superiore cominciò a provare una quiete indicibile , per vedere , che l'inferiore stava posta al basso , e non le potea più nuocere , e che però avrebbe tirato a se tutto il guadagno . Ma qui ancora il santo amore trovò che riprendere , e dicea : Che credi tu di fare ? Io voglio tutto per me . Non pensar , che io ti lasci un minimo bene né del corpo , né dell'Anima , né che mi riposi mai finché non abbia annichilate in te tutte quelle parti , che non possono stare alla divina presenza , e che non le abbia rese nude affatto , e sotto di me in tutto e per tutto . Onde non sapendo io più che fare , né che dire , in vedere il lui tante sottigliezze , mi diedi totalmente nelle sue mani , acciò mi spogliasse di tutto ciò che non gradiva agli occhi suoi acutissimi . E vidi , che l'amor puro vuol essere solo dov'egli sta e non può soffrire compagnia , e però quando vuol tirar un'Anima alla perfezione , e tutte quelle cose , che le vede amare , le nota per sue nemiche , e delibera consumarle , senza aver compassione né a lei , nè al corpo : e chi lasciasse far a lui , tutte le toglierebbe in un punto . Ma vedendo la debolezza dell'uomo , che non potrebbe sopportar tanta e sì presta operazione , le taglia a poco a poco : con che vien l'anima a conoscer sempre più l'operazione di Dio , ed ogni dì più si va accendendo nell'amore di lui ; e questo fuoco va insensibilmente consumando i desiderj ed imperfetti amori , sin a restar nudo d'ogni altro amore col puro amore di Dio .

14. " Per non lasciarsi ingannare dall'amor proprio nel deliberare circa le cose proprie bisogna rimirarle come cose d'altri , e come toccasse a noi di darne il giudizio ; non per interesse , ma per la verità e così ancora si hanno da guardar le cose d'altri come proprie . "  S. Ignazio  Loy.
Di una tal regola servissi Seleuco Re de' Locressi , allorché avendo il di lui figlio commesso un delitto , che per leggi del Regno portava seco la pena d'esser privo d'ambidue gli occhi , a quella incontanente lo condannò , come se fosse un semplice suddito . Né può questo aversi per un atto d'inconsiderazione , o di crudeltà , quasi fossesi allora Seleuco spogliato affatto dell'amore paterno , poiché mostrò egli bene quanto sentisse il danno del figlio , col contentarsi di spartire con lui la pena , volendo che si cavasse un occhio a lui , e l'altro a se .   Nelle vite de' PP. si racconta , che una persona dimandò ad un Santo Abate come si dovea regolare allorché trattandosi della condotta , o affari d'altri , stava in dubbio , se potea dire , o fare certe cose a ciò concernenti . Al che rispose il Santo : Avanti di dire , o far tali cose , rifletti qual sarebbe il sentimento del tuo cuore , se altri le dicessero , o le facessero a te . E trovando , che ne avresti dispiacere e rammarico , usa quella moderazione e carità , che vorresti che si praticasse verso di te . In simili casi così soglio io regolarmi .   Questa era la regola ordinaria di S. Vincenzo de Paoli ; di guardar le cose sue , come se fossero d'altri , e le cose degli altri , come se fossero sue : conforme si vide in varj fatti sparsi nella di lui vita . E basti accennarne due .  Venendo alcuni suoi parenti accusati in un Tribunale supremo di un delitto assai grave , ricorsero a lui per lettere , acciò li ajutasse ; ed egli per zelo della giustizia , non volle mettervi mano , finatantoché non n'ebbe riconosciuta l'innocenza . Anzi volendo certi suoi amici aiutarli appresso i Giudici , stando egli nel primo sentimento , li pregò a non esporsi a pericolo d'impedire il corso della giustizia . Nelle consulte poi , che facea co' suoi della Congregazione , quanto gli occorrea trattare di qualche negozio spettante al prossimo , era solito dire : Abbiamo l'occhio all'interesse altrui , come al nostro proprio , ed avvertiamo bene di procedere rettamente e lealmente con tutti . Ed ecco un uomo che non si lasciava trasportare dalle inclinazioni naturali tanto per le cose proprie , quanto per le altrui .

15. " Il disgusto , che per lo più si sente , quando gran parte del giorno non siamo stati ritirati , ed assorti in Dio , benché siamo stati impiegati in cose d'ubbidienza , o di carità , procede da un amor proprio molto sottile , che qui si mescola , e non si lascia scoprire : ch'é un voler noi dar più gusto a noi stessi , che a Dio . "  S. Teresa .
Erano tante , e tanto gravi le occupazioni di S. Vincenzo de Paoli e per l'uffizio , che avea di Superior Generale della sua Congregazione ; e per l'impiego di Consigliere , che fu astretto di esercitar nella Corte , e per le continue opere di carità , che volontariamente imprendeva , e per lo frequente ricorso , che tanti a lui faceano per averne chi consiglio , chi direzione , e chi ajuto o sollievo ; che ben doveva egli star in esse , e per esse continuamente assorto , e poco men che oppresso ; tanto che sembra non potesse aver tempo di pensare a se stesso ; e non si sa intendere come potesse trovarlo , come ben lo trovava , per fare i suoi ordinarj esercizi di pietà . E pure non si legge di lui che si lamentasse mai di non potersene star ritirato , ed assorto in Dio , conforme egli ancora come tanti altri , ne dovea ben avere tutto il desiderio . Né altra ragione si può di questo assegnare , se non perché tutta la sua premura era di dar gusto a Dio , e non a se .   Il P. Alvarez trovandosi una volta oppresso dalla moltitudine delle occupazioni , si lamentò dolcemente con Dio , per non aver tempo di trattenersi con lui da solo a solo ; e s'intese rispondere nell'interno : Ti basti , ch'io mi serva dell'opera tua , benché non ti abbia meco . E ne restò lieto e contento .

16. " Che gran bene sarebbe per noi , se Iddio piantasse ne' nostri cuori una sant'avversione alle proprie soddisfazioni , alle quali la natura ci porta con tanto impegno : come volete , che gli altri si accomodino a noi , e che tutto ci riesca bene ? Preghiamolo , che c'insegni a metter tutto il nostro piacere in lui , e ad amare tutto ciò che ama egli , e null'altro gradire fuorché quanto gradisce egli . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. Doroteo , tutto che fosse uomo di gran dottrina e prudenza , confessò di se , che volentieri si accomodava in tutte le cose non male al parere altrui , quantunque più di una volta non gli paresse molto a proposito ; e che non mai discutea col proprio intendimento le cose che gli accadeano , ma dopo che avea fatte le parti suo , ne rimetteva a Dio l'evento , e si contentava d'ogni qualunque successo . Perocché non bramava , che succedessero secondo il suo desiderio , ma le volea come gli avvenivano , e non altrimenti .   Un Monaco giovane dimandò ad un altro Monaco vecchio , perché allora la carità non fosse così perfetta , com'era prima : perché , rispose colui , gli antichi miravano in alto , e si tiravano seco i loro cuori , ed ora tutti stanno inchinati alla Terra , e cercano unicamente i proprj vantaggi .

17. " Appresso coloro , che son perfetti , e camminano con semplicità , non vi è niente di picciolo , o vile , purché sia cosa , che piaccia a Dio : perché il piacer a Dio è la cosa , in cui mettono unicamente l'occhio , e quella sola ch'è la ragione , la misura , ed il prezzo di tutte le occupazioni , azioni , e cose loro . Onde ovunque trovano questa , quella è per loro una cosa grande ed importante . "  Rodrig.
Per questo appunto erano osservantissimi d'ogni minima regola , e tanto esatti in far bene ogn'impiego quantunque minimo ed esattissimi in tutte le loro ordinarie operazioni  S. Luigi Gonzaga , il V. Bercmans , S. M. Madd. de Pazzi , e tanti altri . Del celebre P. Ribera si narra , che durò per tutto il tempo di sua vita in quella medesima osservanza ed esattezza , che usata avea nel noviziato .

18. " Chi ha da eleggere stato di vita , e vuol sapere quello che ha da fare per interesse dell'Anima sua , prima si spogli d'ogni propria inclinazione , e si metta generosamente nelle mani di Dio , pronto del pari a qualunque cosa egli lo chiama , e poi con alcune verità del Vangelo misuri il si , ed il no del suo negozio , cavandone le conseguenze proprie , e riferendole al fine ultimo , per cui Dio ci ha creati . E se rimane dubbioso , rimettasi al punto della Morte , o al Giudizio universale , che gl'insegneranno a fare quel che allora vorrebbe aver fatto . "  S. Ignazio Loyola .
S. Vincenzo de Paoli in occasione di dover mandare un Console in Tunisi per una incombenza datagli , pose l'occhio sopra un avvocato di ottime qualità , e con una lettera glielo significò : proponendogli il pro e contra , e lasciando alla sua libertà il risolvere . Per lo che l'Avvocato venne da lui a proporgli le sue difficoltà , pregandolo a manifestargli la volontà di Dio , ma il Santo desiderava che si determinasse per consiglio d'altri : Nulladimeno perché quegli insisteva di non voler risolvere , se non col parere di lui , prese tempo , ed un giorno dopo gli rispose così : Ho offerto a Dio nella Messa le vostre pene ; ed io stesso dopo la consegrazione mi sono gettato a' suoi piedi , pregandolo ad illuminarmi . Il che fatto , ed attentamente considerato che cosa vorrei avergli consigliato nel punto della mia morte : mi è paruto , che se allora avessi dovuto morire , sarei stato consolato d'avergli detto di andare , ed avrei avuto rammarico d'avernelo dissuaso . Ecco con sincerità il mio pensiero : V. S. può con tutto ciò andare , e non andare . Restò molto edificato l'Avvocato di questo distaccamento .   Una pia Matrona richiesta da un povero di qualche cosa per coprirsi , ordinò alla sua serva , che le portasse una camicia . E portandone colei una stracciata e grossolana , comandò che ne prendesse una migliore , dicendo , che le sarebbe stato di gran rossore , se Cristo nel giorno del Giudizio avesse mostrata quella camicia a tutto il Mondo .

19. " V'è una specie di Semplicità , la quale fa , che la persona chiuda gli occhi a tutt'i sentimenti della natura ed alle ragioni umane , e li fissi interamente nelle sante massime della Fede , per regolarsi sempre ed in qualunque sua operazione per mezzo di esse ; in modo tale che in tutte le sue azioni , parole , pensieri , affari , ed incontri , in ogni tempo ed in ogni luogo , ricorra sempre ad esse , e nulla faccia , se non per esse e secondo esse . Questa è una Semplicità ammirabile . "  S. Vincenzo de Paoli .
Qui il Santo ci ha descritto al vivo senz'avvedersene la sua medesima semplicità , che si può anche dire la sua speciale caratteristica .

20. " Nella vita umana è ancor necessaria la Prudenza per esser circospetto nell'operare , e per sapersi accomodare alle disposizioni di ciascheduno . "  S. Vincenzo de Paoli .
Con questa virtù regolava egli così bene le sue azioni , che riusciva in ogni sua impresa , e però crebbe in sì alta stima di prudenza , che era comunemente tenuto per uno de' più savj uomini del suo tempo .  Ond'è che tutte le persone d'ogni condizione , d'ogni stato , finanche i Personaggi più cospicui in dignità , o in dottrina , in tutti gli affari di qualche rilievo a lui ricorreano , come ad un oracolo , per riceverne indirizzo e consiglio .   Anche la B. M. di Chantal si rese eccellente in questa virtù ; tanto che molto insigni Vescovi e chiarissimi Personaggi regolavano le loro Diocesi , e molti ancora la propria coscienza co' di lei savj consigli . Anzi l'istesso S. Francesco di Sales suo sì caro P. Spirituale , e S. Vincenzo de Paoli , che dopo di lui fu suo Direttore , consultarono molte volte con essa i più gravi affari , che loro occorrevano e molto dipendeano da' di lei giusti pareri .

21. " La prudenza è di due sorte , cioè umana e cristiana . La prudenza umana , che dicesi anche della carne , e del secolo ; è quella che non ha altro scopo , che il temporale ; né pensa ad altro che ad arrivare al suo fine : e non si serve , che di mezzi e sentimenti umani ed incerti .  La prudenza cristiana sta in giudicare , parlare , ed operare in quel modo , nel quale l'eterna Sapienza vestita della nostra spoglia mortale ha giudicato , parlato , ed operato , ed in regolarsi in tutte le occorrenze secondo le massime della Fede , e non mai secondo i fallaci sentimenti del Mondo , o secondo il debol lume del proprio intelletto . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. Francesco di Sales era nemico giurato della Prudenza umana , com'egli stesso se ne dichiarò con una sua penitente , scrivendole in questi termini : se io tornassi a nascere , co' sentimenti che presentemente ho , non credo , che niuno potesse mai farmi titubare nella certezza che ho , che tutta la prudenza della carne e de' figli del secolo non è , che chimera vera , ed una certissima stoltezza .   S. Vinc. de Paoli non usava altra Prudenza , che la cristiana . E per questo poi non è maraviglia , se riuscì di una tanto soda e rara prudenza . Ancorché fosse d'intelletto assai perspicace e chiaro , che penetrava le cose a fondo e con tutte le loro circostanze ; non si fidava però mai del suo lume , finché non l'avesse confrontato e trovato conforme alle massime insegnateci dal nostro Salvatore , che sono l'unica regola per formare un certo e sicuro giudizio . Ond'è , ch'egli non si mettea mai a far cose di qualche rilievo , o dare ad altri risposte e consigli , se prima non fissava lo sguardo in Gesù Cristo , per trovare alcun detto , o fatto di lui ; su cui potesse appogiar con sicurezza la determinazione , che prender dovesse .   Avendo eretta una radunanza di Sacerdoti esterni ( detti gli Ecclesiastici della Conferenza ) , i quali sotto la sua direzione soleano far anch'essi le Missioni nelle campagne e fu richiesto di farne far ad essi una in un Borgo di Parigi ; al che il Santo non mostrò difficoltà : ma ve la mostrarono ben essi , adducendo per iscusa che in tal luogo si dovea far una Missione asai diversa da quelle , che si fanno nelle campagne : Poiché i soliti loro discorsi semplici e famigliari che in quelle riuscivano tanto bene , ivi per esser la gente più colta , avrebbero piuttosto somministrata materia da ridere . Or egli , che sì poco soleva appoggiarsi a' mezzi puramente naturali , rispose di esser persuaso , che dovessero servirsi del medesimo metodo usato altrove ; e che lo spirito del Mondo , che tanto trionfava in quel quartiere di Parigi , non si sarebbe meglio superato , che con attaccarlo collo spirito di Gesù Cristo , ch'è uno spirito di Semplicità : soggiungendo in oltre , che per entrar poi ne' sentimenti di questo divin Salvatore , non doveano cercare la propria gloria , ma quella dell'Eterno Padre , e doveano ad imitazione del Redentore esser pronti a soffrire il disprezzo , e tollerar , se tale fosse la volontà di Dio , anche le contraddizioni e persecuzioni ; che parlando , come avea parlato il Figliuolo di Dio , sarebbero almeno sicuri , che Gesù Cristo parlerebbe per mezzo loro ; e che una disposizione sì giusta e sì santa li porrebbe in istato di servir di istrumento a quella misericordia , che penetra i cuori più induriti , e converte gli spiriti più ribelli . Furono questi avvisi ricevuti da coloro come avvisi d'un Angelo : e poste da parte tutte le ragioni umane , secondo essi fecero la loro Missione , che riuscì ferventissima e fruttuosissima .

22. " Guardiamoci bene da' sentimenti umani : perché spesso sotto pretesto di zelo , e della gloria di Dio , ci fanno intraprendere de' disegni , che né provengono , né son prosperati da S. D. M. S. "  S. Vincenzo de Paoli .
Avendo scritto al medesimo Santo uno de' suoi , che sarebbe stato bene cominciar le le Missioni dalle Terre di Personaggi ragguardevoli , gli diede questa risposta : Il vostro disegno mi pare umano e contrario alla cristiana Semplicità . Iddio ci guardi dal far cosa alcuna per fini così bassi . La divina Bontà richiede da noi , che non operiamo mai il bene , per farci stimare : ma che tutte le nostre azioni sieno indirizzate a Dio solo .   Ed al Superiore di una sua Casa , recentemente stabilita , che avrebbe gradito d'incominciar gli esercizj con una Missione , che avesse fatto dello strepito , rispose così : A tutti sembra una cosa fastidiosa il dover incominciar sì poveramente : imperocché per farci concetto converrebbe , a quel che pare , comparir alquanto sul principio con una splendida Missione , che mostrasse quello che può far la Congregazione . Iddio vi guardi , Signore , dall'entrare in questi desiderj . Quello che conviene alla nostra povertà ed allo spirito del cristianesimo , si è , di fuggire tali ostentazioni per nasconderci , e di cercar il disprezzo e la confusione , come ha fatto Gesu Cristo . Avendo questa somiglianza con esso lui , l'avremo per compagno delle nostre fatiche .

23. " Ah che noi ci amiamo , e procediamo con troppa Prudenza umana , per non perdere un punto delle nostre ragioni . Ed oh che grande inganno è questo ! I Santi non hanno fatto così . "  S. Teresa .
Il P. Martino del Rio , che nel secolo era passato per gradi molto insigni in grandezza ed in lettere , fatto Religioso e Sacerdote , spesso accompagnava l'Economo per Città con una veste lacera , e portando al Collegio a vista di tutti le cose da quello comprate .  S. Francesco Saverio andando nelle Indie col titolo di Legato Apostolico , su la nave si lavava da se i suoi panni lini : e dicendogli alcuno , che con questo avviliva il suo grado , rispondea , ch'esso non istimava cosa alcuna vile ed indegna d'un Cristiano , fuor che il peccato .

24. " Quando occorre di dover trattar con persone astute , ed accorte , il mezzo migliore per guadagnarle a Dio , è portarsi verso di loro con molta schiettezza e semplicità . Perché questo è lo spirito di N. S. , e chi è destinato per glorificarlo , dee operare secondo il di lui spirito . "  S. Vinc. de Paoli .
Egli stesso mandando uno de' suoi in un luogo , gli disse così : Voi andando in un Paese , in cui si dice esser la gente molto accorta . Se questo è , il miglior modo di guadagnarla a Dio sarà trattar con gran semplicità ; attesoché le massime del Vangelo sono totalmente opposte a quelle del Mondo : ed andando voi per servizio di nostro Signore , dovete portarvi secondo lo spirito di lui , ch'è pieno di rettitudine e sincerità . E per questo stesso motivo essendosi di lì a qualche tempo fondata una Casa della Congregazione in quella Provincia , scelse a bello studio uno per Superiore , in cui risplendevano una singolare schiettezza ed ingenuità . E questi erano i più affettuosamente amati da lui nella Congregazione .

25. " Iddio ci preservi dal lodare vanamente , adulare , o fare verun'altra cosa per tirarci la benevolenza , o protezione d'alcuno . Questi sono motivi molto bassi , e lontani dallo spirito di G. C. , al cui amore dobbiamo principalmente indirizzare tutto ciò che facciamo . Sieno queste le nostre massime : fare molto per amore di Dio , e non curarci punto della stima degli uomini : operare per la loro salute , senza badare alle loro parole . "  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo , benché usasse termini di molta cortesia con tutti , non adulava però mai alcuno : dicendo , non esservi cosa sì vile , e sì indegna d'un cuore cristiano , né cosa più abborrita dalle persone spirituali , quanto l'adulazione . Anzi si guardava anche dal lodare le persone in loro presenza , se non era che lo giudicasse necessario per animarle a proseguire il bene incominciato , e per rincorare i pusillanimi . Non facea , né soffriva , che facessero i suoi cosa alcuna per acquistarsi l'altrui benevolenza e protezione : e però rispondendo per lettera ad uno di essi così gli dicea : lodo , che abbiate acquistata l'amicizia di quelle persone , che mi scrivete ; ma non già il fine , per cui dite d'averlo fatto , cioè perché ci proteggano e difendano nelle occorrenze . Ah , il vostro motivo è molto basso e lontano dallo spirito di Gesù Cristo , al cui amore dobbiamo indirizzare tutto ciò che facciamo . Or voi al acontrario pensando a' vostri interessi , volete impiegare l'amicizia e benevolenza di costoro per conservare la vostra riputazione , la quale se non è fondata sulla verità è cosa veramente vana ; e se sopra di essa si fonda di che temete voi ? Ricordatevi , che la dubbiezza non piace a Dio , e che per essere veramente semplici , non dobbiamo aver altro fine , che di piacere a lui solo .

26. " Accadendo , che uno si dimentichi di qualche cosa , che doveva fare , dee dir sinceramente il suo errore ; e venendo richiesto di qualche cosa , che non sa , e non ha , dee confessare apertamente la sua ignoranza , o povertà , lasciando i rigiri a' prudenti del secolo . "  S. Vinc. de Paoli .
Così sempre procedeva egli stesso . Gli occorse qualche volta di scordarsi di fare alcuna cosa , che avea promesso di fare , e schiettamente confessava il suo mancamento . Fu più volte richiesto di qualche favore , anche da persone di riguardo : e perché non lo giudicava giusto , con egual sincerità e rispetto rispondea loro di non potersene incaricare . Venne anche talvolta ringraziato da alcuno , che falsamente credea di aver ricevuto da lui certo benefizio ; ed egli candidamente protestossi di non averci avuta alcuna parte . Era poi nemico de' rigiri , e delle dissimulazioni , e dicea d'essersi trovato sempre bene nel dir le cose tali quali erano ; perché così Iddio le benedice .   Parimente S. Carlo Borromeo non pasceva mai le persone con quelle parole all'uso de' cortigiani : ma venendo richiesto di parere , di consiglio , o di qualche grazia , dicea semplicemente l'animo suo e la sua intenzione : né mai prometteva alcuna cosa , quando non giudicava bene il farla ; ma lo dicea apertamente , portando insieme la ragione , che lo movea a non farla , per dar soddisfazione a colui , che lo supplicava . E così portavasi con ogni genere di persone , con che si aveva comunemente più credito alle parole sue , che alle scritture autentiche ; e volentieri consultavano con esso anche le persone grandi i loro negozj gravi e difficili .   Essendo stato proibito in Roma da Papa Innocenzo XII certo libro di Monsignor Salignac Fenelon Arcivescovo di Cambray , appena questo buon Prelato n'ebbe in mano il Breve condannatorio , che immantinenti per atto di singolar sommissione al Sommo Pontefice , salito sulla Cattedra Archiepiscopale , non solo pubblicamente lo lesse , ma egli stesso condannò , e riprovò le sue proposizioni , e proibì al suo popolo ( che teneramente lo amava , e che in quell'occasione dirottamente piangeva ) di leggere più nell'avvenire , o ritenere presso di se quel libro .

27. " La colomba ha questo di proprio che fa ogni cosa pel suo colombo : talmente che quando cova , lascia a lui tutta la cura di se , e di quanto l'è necessario ; non pensando ad altro , che a covare e fomentare i suoi colombini , per piacere al suo colombo , dargli nuova prole . Oh che legge gustosa è questa di non far mai cosa alcuna se non per Dio , e per piacere a lui , ed a lui lasciar tutta la cura di noi . "  Sales .
Tale appunto era S. Vincenzo de Paoli , il quale se ne stava continuamente occupato in promovere la gloria di Dio , ed in provvedere a' bisogni del prossimo per amore di lui , senza pensare a' bisogni proprj o della sua Congregazione , ch'egli interamente lasciava nelle mani del Signore .  Tale era ancora la B. M. di Chantal , della quale S. Francesco di Sales disse in una occasione , ch'era a guisa di quelle innamorate colombe , che si lavano , si specchiano sulle rive de' ruscelli abbellendosi non tanto per esser belle , quanto per piacere agli occhi de' loro amati colombi . Poiché non attendeva a purificarsi per esser pura , e per adornarsi delle virtù , ma il tutto facea per piacere al divino amante , cui se fosse stata egualmente grata la bruttezza , che la beltà , ella avrebbe del pari amata la deformità e la bellezza .

28. " Vi è una certa Semplicità , di cuore , in cui consiste la perfezione di tutte le perfezioni . E questa è quando l'anima nostra fissa lo sguardo solamente in Dio , e si ristringe in se stessa per applicarsi semplicemente e con ogni fedeltà all'ubbidienza delle sue regole , e de' mezzi , che le son prescritti , senza divertirsi a desiderare , o a voler intraprendere verun'altra cosa più di questa . In questo modo non operando ella di volontà propria , né facendo alcuna cosa eccellente , o di più degli altri , non ha gran soddisfazione , né gran sentimenti di se stessa ; ma Iddio solo si diletta grandemente di questa sua Semplicità , con cui ella gli rapisce il cuore , ed a lui si unisce . "  Sales .
La B. M. di Chantal praticò eccellentemente questo genere di Semplicità e ne provò abbondantemente gli effetti . E questa era quella , che più inculcava , e che più le premea di veder piantata e stabilita nel cuore delle sue figlie . Onde questo fu il consiglio , che diede ad una di loro , che le chiedea per lettera qualche buon mezzo per la sua perfezione : figlia mia , le rispose , con tanti mezzi , che ogni giorno andate cercando per acquistar la perfezione , altro non farete , che perdere il tempo , ed imbarazzare il vostro spirito sempre più il miglior mezzo , che io vi posso insegnare per questo , è che uniate tutte le forze e diligenze vostre nella fedele osservanza delle regole , ed in eseguir esattamente quello che di mano in mano vi sarà ordinato di fare : togliendo frattando i pensieri e desiderj di giungervi ; se non quando parrà a Dio di concedervene la grazia .

29. " Oh quanto è da stimarsi una generosa risoluzione di voler imitare la vita comune , e nascosta di G. Cristo N. S. !  Si vede chiaro , che questo è un pensiero , che vien da Dio , poiché è sì lontano dalla carne e dal sangue . "  S. Vincenzo de Paoli .
Questo era uno de' suoi studj più cari e più ordinarj , imitare la vita nascosta di G. Cristo , essendosi egli dato a menare una vita in apparenza bassa e comune , nella quale , quanto all'esterno , nulla vedeasi di straordinario e di singolare ; e pure nell'interno era ammirabile e tutta divina . Cristo potea farsi conoscere ed adorare in ogni luogo per figlio di Dio , con far risplendere i raggi della sua gloria per tutta la Giudea , come fece sul Taborre , contuttociò volle passare per semplice Figliuolo di un Falegname , e per un uomo dozzinale .  Così S. Vincenzo si spacciava da per tutto per figliuolo d'un povero contadino , e procurava d'esser tenuto per un semplice Prete di Villa ; nascondendo , per quanto poteva , alla vista degli uomini gli eccelsi doni di natura , e di grazia ricevuti da Dio , che lo rendeano degno d'ogni venerazione . Egli era un eccellente Teologo , e si qualificava per un ignorante e povero scolaro di Grammatica ; fuggiva con maggior affetto e studio le dignità e gli onori , di quello che i più ambiziosi li procurano : abborriva sommamente ogni ostentazione , e trovava tutta la sua soddisfazione nelle umiliazioni e negli abbassamenti .

30. " Questo dovrebb'esser lo studio continuo delle persone destinate ad istruire gli altri , cme sono i Missionarj , procurar di spogliarsi di se medesimi , e vestirsi di Gesù Cristo . Perocché producendo per lo più le cause gli effetti proporzionati alla loro natura ; se quegli che dee dar lo spirito , e la forma di vivere agli altri , e solamente animato dallo spirito umano , che faranno essi , se non se imbeversi del medesimo spirito , ed apprendere da lui l'apparenza piuttosto della virtù , che la sostanza . "  S. Vincenzo de Paoli .
Questo appunto sopra ogni altra cosa studiava il medesimo Santo , di spogliarsi dello spirito umano , e vestirsi di quello di Cristo ; cercando d'uniformarsi a lui non solo nell'esterno modo di operare , ma anche in tutte le sue interne disposizioni , ne' desiderj , massime , ed intenzioni . Ond'è , che altro mai non desiderava , né pretendea , se non quello che avea desiderato e preteso Gesù Cristo ; cioè , che Iddio fosse conosciuto , amato e glorificato , e che adempisse interamente , e perfettamente la di lui santissima volontà .

31. " Iddio è un essere semplicissimo , che non ammette composizione alcuna . Se dunque noi desideriamo di renderci più simili a lui , che ci sia possibile , dobbiamo sforzarci d'essere per virtù quel ch'esso è per natura : cioè dobbiamo avere un cuore semplice , uno spirito semplice , un'intenzione semplice , un'operar semplice , parlare semplicemente , ed andar alla buona , senza finzioni , o artifizj : mostrando sempre l'esteriore conforme all'interiore , e non rimirando mai altro in tutte le nostre azioni , che Dio , al quale unicamente pretendiamo , e desideriamo piacere . "  S. Vincenzo de Paoli .
Tale in fatti era la semplicità del medesimo Santo . Poiché il suo esteriore era sempre ed interamente conforme all'interno . Chi udiva le sue parole potea conoscere subito quale fosse il di lui cuore , il quale portava sempre sulle labbra . E per molte e diverse che fossero le sue occupazioni , uno però e sempre lo stesso era il fin del suo operare , ch'era di piacere a Dio solo . Onde si può in verità dire , che possedea questa virtù in tal grado , che le potenze dell'Anima sua n'erano in tutto ripiene , e che tutto quello ch'egli diceva , e faceva , proveniva da questa sorgente . ( Niente è tanto desiderabile in un uomo , quanto la semplicità : E similmente niuna cosa è tanto abominabile , quanto la doppiezza proscritta da Gesù Cristo . L'Edit. )





AGOSTO
DILIGENZA
Bene omnia fecit . Marc. 7. 37.

1. " Tutto il nostro bene , e tutto il nostro male è certo , che sta nell'esser buone o cattive le nostre operazioni . Quali esse saranno , tali saremo anche noi : perciocché noi siamo gli alberi , ed esse i frutti ; però esse dimostrano chi è ciascuno . "  S. Agostino .
Un servo di Dio in punto di morte disse così : ora conosco chiaramente , che totum opus nostrum in operatione consistit .   S. Luigi Gonzaga s'avea scritta in un libretto questa risoluzione , di mettere tutto il suo studio per fare , che ogni sua operazione fosse buona e lo facesse camminare a Dio .  S. Bonaventura andava stimolando se stesso , e gli altri a star continuamente occupato in opere buone col ripetere sovente questo bel sentimento : Tanta gloria perdiamo ogni ora , se lo passiamo in ozio , quante buone opere avremmo in essa potuto fare .

2. " Non basta far cose buone ; ma convien di più farle bene , ad imitazione di G. Cristo N. S. , del quale sta scritto : Bene omnia fecit .  Bisogna per tanto , che ci studiamo di far ogni cosa nello spirito di G. Cristo : cioè con la perfezione , nelle circostanze , e per li fini , con cui esso facea le azioni sue . Altrimenti l'istesse opere buone che faremo , ci tireranno addosso piuttosto gastighi , che premj . "  S. Vinc. de Paoli .
S. Ignazio domandò ad un suo fratello laico , che facea le cose con molta negligenza , per chi le facesse . E rispondendo quegli , che le facea per Dio : orsù , soggiunse il Santo , se tu le facessi per gli uomini , non sarebbe gran male : ma facendole per un Signore sì grande , qual'è Iddio , e troppo gran mancamento il farle nel modo , che le fai .

3. " Molti si credono di non poter fare vera penitenza de' loro peccati , se non si danno alle austerità corporali . Sappiamo però , che fa molto buona penitenza de' suoi peccati chi si dà a far bene tutte le sue azioni per piacere al Signore , ch'è cosa di gran perfezione , e di gran merito . "  Sales .
Il V. Bercmans  non fece gran penitenze , ma tutta la sua perfezione l'avea collocata in far bene , e con grand'esattezza le operazioni ordinarie , avendosi a tal effetto scritta in una cartuccia questa massima . Poenitentia mea maxima communis . E con questo solo , oh quanto si rendé egli perfetto e caro a Dio ! La stessa cosa si narra di S. Stanislao Kostka , di S. Francesco di Sales , e di tanti altri .

4. " Se l'uomo vedesse ciò , che per lo ben operare si avrà nel Mondo di là , non occuperebbe mai in altro l'intelletto , la memoria , e la volontà sua , che in far opere buone , nulla curando qualsiasi fatica , o travaglio , che vi provasse . "  S. Cater. da Gen.
Il B. Bonifacio Monaco Cisterciense desiderando la notte di Natale di vedere il S. Bambino , la Vergine apparsagli , glielo diede nelle mani , ed il Bambino si levò un velo , che copriva il volto ; alla cui vista rapito il Santo , esclamò : se in Paradiso non vi fosse altro , che questa benedetta faccia , non si dovrebbero patir tutte le tribolazioni del Mondo , per poter giungere a vederla ?   Per questo S. Francesco stava contento anche tra i patimenti , e diceva : è tanto il bene , che aspetto , che ogni pena mi è diletto .  Apparsa una serva di Dio dopo morte ad un'altra , le disse , essere tanta la felicità e la gloria , che Iddio le avea conceduta nel Cielo per le sue buone opere , che se avesse potuto acquistare di vantaggio quella sola , che si dà per un'Ave Maria ben detta , si sarebbe contentata di tornar a patire tutt'i travagli , che sono al Mondo sino al dì del giudizio .

5. " Studiati di non comparir singolare , ma d'esserlo . Il che si fa con seguitare in tutto la vita comune , facendo tutte le cose ingiunte , ma esattamente , cioè nel luogo , modo , e tempo , che sono prescritte ; e le cose comuni , non nel modo comune , ma in un modo sublime e più perfetto , che dal comune non si fanno . E questo è l'aprire nell'esterno comune con tutti gli altri , e nell'interno singolare ; ch'è una gran virtù ed un tesoro . "  S. Bern.
Questa è la gran lode , che danno al medesimo Santo , che erat in ordinariis non ordinarius .   Di S. Francesco di Sales scrivono , ch'era l'uomo più puntuale , che si potesse vedere , non solo all'Altare e nel coro , dove osservava puntualmente e fedelmente ogni minima cerimonia , ma anche in privato nel recitare l'ufficio e nel fare altre cose .

6. " Non vogli esser di quelli , che mettono la perfezione in intraprendere molte cose ; ma di quei , che la mettono in far bene quel poco che fanno . Perocché è molto meglio far poco , e farlo bene , che intraprender molto , e farlo male .  Si , poco e buono ; questo è il migliore . E però se vogliamo far profitto , e vogliamo fare qualche ossequio più speciale a N. S. non abbiamo da applicarci a raddoppiare i nostri esercizj , ma la perfezione , con cui li facciamo . "  Sales .
Una divota Verginella Monaca ogni dì recitava il Rosario di quindici poste , ma per la lunghezza con poca divozione ; ed apparsele un giorno la Vergine , le ordinò che ne dicesse solo una terza parte : perché , soggiunse , da mio Figlio , e da me sono più gradite poche orazioni dette divotamente , che molte dette senza divozione , e con negligenza .

7. " Il Signore non misura la nostra perfezione dalla moltitudine , e dalla grandezza delle opere , che facciamo per lui , ma dal modo di farle .  E questo modo altro non è , che l'amore di Dio , con cui , e per cui le facciamo . Tanto più sono esse perfette , quanto con più puro e perfetto amore si fanno , e quanto meno di gusto e di lode se ne pretende in questa vita e nell'altra . "  S. Gio. della Croce .
Assistendo una notte S. Bernardo al mattutino , vide alcuni Angeli , che andavano notando diligentemente il merito di ciascuno . Il merito di quelli , che lo diceano con molto fervore , lo notavano con caratteri d'oro , di quelli , che con meno fervore , con caratteri d'argento ; di quelli , che con buona volontà , ma senz'affetto , con caratteri d'inchiostro ; di quelli che con pigrizia e sonnolenza , con acqua , e di quelli , che stavano in peccato mortale , e volontariamente distratti nulla scriveano , ma stando immobili deploravano la loro cecità .   S. Francesco Borgia dicea , che le sue prediche , benché spesso per difetto o della materia , o della disposizione , non piacessero né a se , né agli altri , sempre però riuscivano con frutto : perché facea dal canto suo quanto poteva , e sempre puramente per Dio .   Questo si vede apertamente in quelle due piccole monete di rame , che mise nel gazofilacio la vedova del Vangelo , della quale il Signore attestò , che vi avea messo più degli altri , tra i quali forse ve ne saranno stati di quelli , che vi avean messe monete d'argento e d'oro . E questo non può esser per altro , se non perché quel poco , ch'ella diede , dovette darlo con maggior affetto degli altri ; mentre , come poi soggiunse lo stesso Signore , gli altri davano di quel che loro sopravanzava , ed essa per esser povera , quel poco , che diede , dovette sottrarlo dal proprio vitto .

8. " Il far bene le operazioni consiste in farle con un'intenzione molto pura , e con una gagliarda volontà di dar gusto unicamente a Dio . Questa è come la forma e l'anima delle nostre azioni , e quella che loro dà tutto il prezzo , e ce le rende ancor facili , e gustose . "  Sales .
S. Tommaso d'Aquino comparve dopo morte ad un divoto con una bellissima stella nel petto , e disse che gli era stata data in premio della purissima intenzione , con cui avea fatta ogni sua operazione .  S. M. Madd. de' Pazzi inculcava continuamente alle sue novizie , che offerissero a Dio tutte le loro anche minime azioni . E per fissar bene in loro questo punto , talvolta lor dimandava all'improvviso perché facessero allora quella cosa ; e rispondendo esse , che la faceano senza intenzione soprannaturale , soggiungeva ella : non vedete che così perdete il merito ? Iddio non si pasce di tali azioni .   Nella Storia Ecclesiastica si narra dell'Abate Pombo , che vedendo una donna saltatrice , che andava molto composta ed ornata , si mise a sospirare e piangere , e richiesto del perché ; perché , rispose , io , misero me , non uso tanta sollecitudine e diligenza in cercar di piacere a Dio nelle mie operazioni , quanta ne usa questa in comporsi per piacere agli uomini .

9. " Quali sono quelle opere , dalle quali dipende tutto il nostro profitto , e tutta la nostra perfezione ?  Tutte quelle , che ci accaderà di fare , ma più specialmente le ordinarie che noi facciamo ogni giorno . Poiché queste sono le più frequenti ; e perciò in queste più , che in tutte le altre abbiam da porre gli occhi , ed usare maggior attenzione e diligenza : perché a quella misura , che andrà la perfezione di queste , andrà ancor la nostra . Se le faremo perfettamente , saremo perfetti ; e se imperfettamente , imperfetti . Quest'appunto è la differenza tra il perfetto Religioso , e l'imperfetto . Non perché uno faccia più , e diverse cose , che l'altro ; ma perché uno fa le cose ordinarie con perfezione , e l'altro con imperfezione e tiepidezza . "  Rodr.
S. Geltrude , quando era giovane , non facea se non quelle cose , che faceano le altre sue compagne , anzi ne facea di meno : poiché molte cose non l'eran lasciate fare , a cagione delle molte infermità , che pativa . E pure ella era più perfetta di loro . Or come mai arrivò questa Santa a tanto alta perfezione ? Ecco il come . Quelle stesse cose , che faceva insieme colle altre , le facea con maggior perfezione , che le altre .   Di S. Stanislao Koska si scrive , che sebbene facea quelle sole operazioni , che gli altri pure faceano ; per l'eccellenza però , con cui le faceva , parea , che ne facesse più degli altri .

10. " Tra le operazioni ordinarie quelle , che più dobbiamo aver a cuore , sono le spirituali ; mettendo ogni studio perché sieno ben fatte , e preponendole a tutte le altre , ove la necessità , o l'ubbidienza nol vieti ; essendo che elle riguardano più direttamente Dio , e più efficacemente conducono noi alla perfezione . E facendo altrimenti : ci tiriamo addosso la maledizione fulminata dallo Spirito Santo contra coloro , che fanno le opere di Dio negligentemente . "  S. Vinc. de Paoli .
Così appunto portavasi l'istesso Santo , il quale benché si trovasse continuamente carico d'una gran moltitudine e diversità d'impieghi importanti ed urgenti , nulladimeno era esattissimo nei suoi ordinarj esercizj spirituali , che sempre facea con gran divozione e fervore .   S. Filippo Neri quando stava facendo o assistendo a qualche azione spirituale , come nel legger libri divoti , nel sentire , o veder fare funzioni sagre , e simili ; s'internava talmente in esse , che talora mandava dalla faccia come scintille di fuoco , e dagli occhi gran copia di lagrime . In fatti trovandosi un giorno nella Chiesa de' PP. Domenicali mentre cantavano la compieta , fu veduto piangere di tal maniera che le lagrime gli avean bagnata tutta la veste : e nel leggere le vite de' Santi , specialmente nella sua vecchiaja , non faceva altro che piangere .   Quando il profeta Eliseo mandò Giezi col suo bastone , acciò con quello risuscitasse il figlio della Sunamite , gli diede ordine di non dare , né render il saluto a veruno , che incontrasse per istrada : per dar ad intendere , che quando uno sta occupato in qualche esercizio spirituale , non dee divertirsi in altre cose , neppur sotto pretesto di civiltà .

11. " La Messa è certamente la funzione più eccellente , più santa , più accetta a Dio , ed a noi più utile , che far si possa . Quindi è che mentre si celebra , vi assistono gli Angeli a folla co' piedi nudi , con occhi attenti , col volto dimesso , con gran silenzio , e con istupore e venerazione incredibile : e però il Sacerdote , che la celebra , con che purità , attenzione , divozione , e riverenza vi dovrà stare ?  Egli deve accostarsi al Sacro Altare come Gesù Cristo ; assistervi come un Angelo , ministrarvi come un Santo , offerirvi i voti de' popoli come Pontefice , interporsi per la pace tra Dio e il Mondo come mediatore , e pregarvi per se come semplice uomo . "  S. Lor. Giust.
S. Gaetano premettea sempre alla Messa una dolorosa confessione , ed una lunga preparazione , che spesse volte durava ott'ore , e tutto solea spendere in affetti d'amore e di penitenza per la preparazione , e per lo rendimento di grazie . Nell'atto poi della celebrazione S. Ignazio si accendea tanto in volto , e tanto se gl'infiammava il cuore che spesse volte dopo la Messa non si potea reggere in piedi , e conveniva portarlo in camera tra le mani , con istupore di tutti .   S. Corrado veniva ad infiammarsi talmente , che le dita , con cui toccava il corpo del Signor , gli restavano illuminate ed accese ; onde nel bujo della notte gli servivano come torce per vederci .   Il Ven. P. Giovanni Leonardi fu una mattina nell'uscir di Sagrestia veduto col capo circondato di raggi da una Signora , la quale tutta stupita , rivolta agli astanti , esclamò : Ora sì , che potrò dire di aver veduto un Santo .   S. Tommaso d'Aquino , S. Francesco Saverio , e tanti altri vi erano spesso rapiti in estasi .   S.Vincenzo de Paoli pronunciava le parole con un tono di voce mediocre , e soave , e con un esteriore disinvolto insieme e divoto , recitando né troppo lento , né troppo frettoloso , ma convenientemente alla santità dell'azione : sicché la sua Messa ordinariamente non passava la mezz'ora . Però lo spirito interno , con cui animava e le parole , e le azioni , era singolare per l'insolita tenerezza . Diceva il Confiteor , In spiritu Humiliatis , Nobis quoque peccatoribus , Domine non sum dignus , ed altre simili orazioni con gran sentimento di contrizione , e d'umiltà . Spiccava specialmente la sua divozione , quando leggeva il S. Vangelo : ed imbattendosi in qualche parola detta da Cristo , la proferiva con un tono di voce più tenero ed affettuoso : così quando trovava a quelle parole : Amen dico vobis , rinnovava l'attenzione sensibilmente alle parole , che seguivano . In somma facea tutto con tal modestia , gravità , e tenerezza , che movea gli astanti a divozione . Ond'è , che s'udiva più volte dalle persone , che nol conoscevano : o Dio ! ecco un Sacerdote , che dice bene la Messa : bisogna che sia un Santo . Dopo la Messa poi avea la divozione di servirne un'altra ; e lo faceva in ogni tempo ; benché oppresso da' negozj , fin all'età di 75 anni , quando non potea più camminare senza bastone , né inginocchiarsi senza grande stento .   Ma stupendo soprammodo tra tutti fu in questo il glorioso S. Filippo Neri . Poiché dove gli altri per dir la Messa divotamente , han bisogno di lunghe preparazioni , affin di raccogliersi ; egli avea piuttosto bisogno di distraersi prima un poco : tanto che molte volte prima d'andar a celebrare , si solea far leggere qualche libro di favole . Nell'atto poi della celebrazione , spesso si vedea prorompere in sospiri , e risolvere in lagrime : alle volte far pausa per non poter più andar avanti ; altre dimenarsi e sbattersi di tal maniera , che facea tremar la predella ; ed altre restar così astratto , che conveniva tirarlo per la pianeta . Arrivato all'offertorio , era tale il giubilo che sentiva nel cuore , che quando anch'era giovine , gli saltava la mano in guisa , che non potea mettere il vino nel Calice , se non appoggiava fortemente il braccio all'Altare . Nell'alzare il SS. Sacramento , molte volte restava colle braccia stese in aria , e per un pezzo non le potea ritirare , ed altre si sollevava un palmo e più da terra . Nel prendere il corpo del Signore , vi provava tal dolcezza , che facea tutti quegli atti , che far sogliono coloro , che stan gustando qualche soavissimo liquore , e nell'assumere il sangue , lambiva e succhiava con tanto affetto il Calice , che parea , non potesse staccarne le labbra : ond'è , che avea nell'orlo di quello consumata non solo l'indoratura , ma anche l'argento , e vi avea lasciati impressi i segni de' denti . E per questa cagione non volea , che in quel tempo alcuno stesse in un luogo , da dove potesse vederlo in viso , neppure l'istesso serviente , che facea star in disparte , dicendogli , che non gli porgesse la purificazione , sinché esso non gliene facesse cenno . Se talvolta dovea comunicare gli altri , se gli accrescea di modo tale il fervore , che sbalzava con tutto il corpo con grandissima maraviglia degli astanti ; e presa in mano la Pisside , tremava tanto forte , che le sacre particole si vedeano alzar sopra di essa , ed egli compariva col volto tutto infocato , versando dagli occhi gran copia di lagrime . Nel recitar la Messa , dicea le parole con tanta divozione che spesso facea piangere quei che l'ascoltavano . Finita la Messa , si ritirava subito in camera , ma andando talmente astratto , che spesso passava dinanzi alle persone senz'avvedersene ; e si vedea con faccia sì pallida , che parea più morto che vivo . Era nondimeno la sua Messa , quando la diceva in pubblico , piuttosto breve , che lunga , al fine di non tediare gli ascoltanti : talmente che molti , i quali gradivano di spicciarsi , in vederlo uscir dalla Sagrestia , si rallegravano . Quando però la dicea nel suo Oratorio , non durava meno di quattr'ore .

12. " L'Uffizio divino è una delle azioni più eccellenti , in cui ci possiamo occupare ; celebrandosi in esso le divine lodi , ch'è un mimistero proprio degli Angioli . E però non si dee recitare per disobbligo , o per usanza , ma per elezione , e con tutta l'applicazione del nostro spirito . "  S. M. Madd. de Pazzi .
La medesima Santa , quando sentiva sonar il segno dell'Uffizio , tutta si rallegrava , per sentirsi chiamata a lodar Dio , e lasciava incontanente ciò che avea per le mani . Lo recitava poi con tale e tanta divozione , che dal suo volto ben si scorgea l'attenzione della mente.   S. Agostino nel tempo della recitazione ponea da parte ogni altro pensiero , e tutto s'internava in questo .   Il P. Suarez dice di se , che nel prendere in mano il Breviario , gli svaniva subito dalla mente ogni altro pensiero : in modo che per tutto il tempo dell'uffizio niuna cosa più , per importante che fosse , lo distraesse .   Il P. Alvarez non lo recitava mai in luoghi di passaggio , né passeggiando , ma sempre in luogo ritirato , e per lo più inginocchiato nel mezzo della sua camera , ed a' suoi tempi , con gran quiete , con molta riverenza , e adagio ; fermandosi di tanto in tanto in que' pii sentimenti , che gli comunicava il Signore , la grandezza de' quali compariva nelle sue esortazioni , e nel dire il Procidimus ante Deum , si prostrava con tutto il corpo a terra , e con tal sentimento di divozione e venerazione , come se vi fosse presente l'istesso Dio . Nel decorso poi se ne stava continuamente con grandissima attenzione e raccoglimento , e non l'interrompeva mai per qualunque cosa , né mai rispondeva a chiunque l'interrogava .   Il P. Fabro per avere l'attenzione nell'officio , spesso nel recitarlo s'immaginava accanto  a se l'Angelo suo Custode da un lato , che notasse tutte le parole ben dette ; e dall'altra il Demonio , che notasse tutte le distrazioni di mente : al principio d'ogni salmo dicea : Pater coelestis , da mihi spiritum ; poi pregava la sua mente a star attenta per quel salmo .  S. Francesco Saverio prima di ciascun'ora dicea con gran fervore : Veni Sancte Spiritus .  S. Bonaventura nel recitarlo s'immaginava di star in mezzo a una schiera d'Angioli , e di far coro con essi .  Lo stesso facea S. Vincenzo de' Paoli , il quale quando lo recitava privatamente , si tenea nella positura più umile e raccolta , che gli fosse possibile ; stando sempre col capo scoperto , ed inginocchioni , toltine i tre ultimi anni , nei quali per le sue gravi infermità stava sedendo . Quando poi lo diceva in Coro , stava con tale elevazione di mente , che sembrava come fuori de' sensi , e tutto rapito in Dio .  Or tutti questi , e tanti altri lo diceano con gran divozione , ed insieme con consolazione , e frutto non ordinario .  Poiché alcuni di loro venivano in quel tempo sopraffatti di tanta soavità , e da sì grandi delizie celesti , che ne davan segni al di fuori .  Onde di S. Agostino si dice , che veniva sovente bagnato dalle lagrime ; di S. Ignazio , che per la gran copia , che spesso ne versava , vi perdé quasi la vista ; di S. Giuliano Monaco , che per questa stessa cagione avea gustato , e mezzo cancellato il Breviario ; di due altri Monaci giovani , veduti da S. Macario , che ad ogni versetto che diceano , buttavano uno una fiamma , e l'altro come una fiaccola accesa dalla bocca ; di S. Francesco Saverio , che per lo gran fervore gli saltava spesso il cuore nel petto , e pativa frequenti deliquj ; di S. M. Madd. de Pazzi , che pativa frequentissime estasi ; di S. Cater. da Bologna , che spesso rimaneva immobile colla faccia elevata , o cogli occhi fissi nel Crocifisso , non sentendo chi la tirava per la veste , e che per la grande attenzione a quello non mai s'accorgea de' difetti , che vi si commettevano , e di ciò che succedeva in Coro , né di chi vi entrasse , o ne uscisse ; e dicea , non esser possibile ricordarsi di star in mezzo agli Angioli , e di salmeggiare con essi , ed aver il cuore applicato alle cose della Terra .  E S. Filippo Neri per la grande unione con Dio che vi provava , era necessitato dirlo sempre accompagnato , perché da se solo difficilmente l'avrebbe potuto finire .

13. " L'esame di coscienza , che tutte le persone dabbene sogliono fare ogni sera prima di andare a dormire , per veder come si son portate in quel giorno , e se sieno andate avanti , od indietro , è di grandissimo giovamento non solo per domar le sue male inclinazioni , e per isvellere da se i mali abiti , ma anche per acquistare le virtù , e per far bene le operazioni ordinarie . Si dee però avvertire , che il meglio di essa non sta in trovar i difetti , che uno ha fatti in quel giorno , ma in concepirne dispiacere , ed un vero proponimento di non farli più . "  Il P. M. d'Avila .
Si legge nella storia Monastica , che un Santo Monaco diceva : Io non so , che i Demonj m'abbiano allacciato due volte nella medesima colpa . E la causa di ciò era , perché nell'esaminare la sua prima caduta , tanto s'internava in confondersi nella sua infedeltà , ed in abborrir l'errore commesso , e tanto se gl'imprimea profondamente nel cuore la risoluzione di non cadervi più , che niun'altra tentazione avea più forza di farlo ricadere . Tutt'i Santi e Maestri di spirito han sempre fatto gran conto di questo esame , praticandolo e stimandolo come un mezzo efficacissimo per isradicar da se qualsivoglia vizio , o difetto , e per far profitto nella perfezione : come si può leggere nelle vite di S. Doroteo , di S. Basilio , di S. Gio. Crisostomo , di S. Gio. Climaco , di S. Bernardo , di S. Bonaventura , di S. Ignazio Lojola , e di tanti altri : l'ultimo de' quali  lo stimava tanto , che in un certo modo l'anteponeva anche all'orazione : poiché con l'esame , dicea , si mette in pratica quello che si cava dall'orazione . Ond'è che sul principio trattenne per lungo tempo i suoi compagni co' soli esami , e colla frequenza de' Sagramenti ; parendogli , che se questo si facea bene , potesse bastarli per conservarli nella virtù : ed egli medesimo attesta di se , che se avea fatto qualche profitto , conosceva , essergli in gran parte provenuto dalla diligenza , che avea ogni giorno usata in far questi esami .  Fino i Filosofi Gentili conobbero la grand'efficacia di simili esami . Di Pitagora riferisce S. Girolamo , che fra gli altri documenti , che dava a' suoi Discepoli , mettea questa per molto principale , che avessero due tempi del giorno determinati , uno la mattina , e l'altro la sera , ne' quali si esaminassero sopra queste tre cose : Che cosa ho fatta ; come l'ho fatta ; e che cosa ho lasciato di fare di quello che doveva ; rallegrandosi del bene , pigliando dispiacere del male . E l'istesso si legge , che raccomandavano Seneca , Plutarco , Epitteto , ed altri .

14. " Come mai possono lodar Dio , conforme l'esorta il Profeta , il Sole e la Luna ? con far bene quell'impiego , che dal Signore è stato loro imposto . Questa è una gran lode , che gli danno . Ecco dunque un bel modo , con cui tu puoi star lodando tutto giorno Iddio : con far bene il tuo impiego , e tutto il resto , che ti occorrerà di fare . "  S. Girol.
Il V. Bercmans era diligentissimo in ogn'impiego , che gli era dato . Essendogli stata data la cura della stanza del P. Spirituale , la tenea tanto polita , e sì ben provvista d'ogni cosuccia necessaria , che il padre ne restava stupito ; né trovò mai altri , che l'uguagliasse . E quello ch'è più , non mai gli diede alcun disturbo , né gli disse mai una parola superflua . Avendo la cura delle lucerne , non lasciava passar giorno , che non le rivedesse e acconciasse : e nei giorni di vacanza dovendo andare alla vigna , o le aggiustava prima d'andare , o ritornava a buon'ora la sera , per farlo a tempo . E temendo che quest'impiego gli fosse levato , pregò il P. Rettore a confermarglielo .   Il P. Alvarez adempiva fedelmente tutti gli ufizj , che gli venivano imposti , osservandone anche le più minute regole , e continuandone la cura e sollecitudine sin all'ultimo giorno ed era ; che in quegli stava . Onde essendo Rettore , non mancò mai di visitare i soggetti nell'ora dell'orazione per molte occupazioni , e travagli che avesse ; e lo fece per fino , in quel giorno che partì dalla Casa , ove stava , andando per essere Provinciale .

15. " Non vi date mai a credere , che sia tempo perduto quello , che si spende per far bene il suo uffizio . Perché è una cosa questa tanto accetta al Signore , che dà in poco tempo , quanto darebbe in più volte , e talora anche raddoppiato , quando è stato lasciato per suo servizio . "  S. Ter.
Racconta la stessa d'aver conosciute varie persone , ch'erano state molto tempo occupate totalmente in esercizj d'ubbidienza e di carità ; e che contuttociò le vedea tanto approfittare nello spirito , che ne stupiva . In particolare , soggiunge , parlai con una , la quale mi disse , che l'ubbidienza per quindici anni continui l'avea tenuta in ufizj e governi tanto impiegata , che in tutto quel tempo non si ricordava d'aver avuto un giorno libero per se ; sebbene procurava , al meglio che potea , di pigliarsi qualche ora per l'orazione , e di camminare con purità di coscienza . Ed era un'Anima la più inclinata all'ubbidienza , che io abbia mai veduta : onde l'attaccava a tutti quelli , co' quali parlava . E nostro Signore la pagò molto bene ; poiché in fine senza saper come , si trovò con quella libertà di spirito tanto pregiata , che hanno i perfetti ; dove si trova tutta la felicità che si può godere in questa vita .

16. " Non temi te , che le occupazioni impostevi dall'ubbidienza , ancorché molte e gravi , vi distraggano dall'unione con Dio ; perché anzi quando si fanno per gloria di lui , hanno una gran forza di congiungerci a lui strettamente . Imperciocché come possono allontanarci da Dio quelle cose , che uniscono la nostra volontà colla sua ? Tutto l'inganno nasce dal non far differenza tra l'essere distratto da Dio , e l'esser distratto dalla dolcezza , che si trova nell'interno sentimento di Dio . E' vero , che nelle occupazioni non si sente sempre questa soavità ( sebbene però alle volte si sente più in esse , che fuori di esse ) ; ma col privarci volontariamente di questa per amor del Signore , noi in vece di perdere , guadagniamo ; mentre lasciamo il tenero per lo massiccio . Laddove l'abbandonare , o lasciare il suo impiego per unirsi a Dio coll'orazione , colla lettura , col raccoglimento , e colla solitudine , e contemplazione , sarebbe un ritirarsi da Dio , per unirsi a se stesso ed al suo proprio amore . "  Sales .
S. M. Madd. de Pazzi facea tutti gli esercizj esteriori con tanto gusto spirituale , e così ben ordinati a Dio , che non l'erano d'impedimento alcuno al ritiramento interiore , né la distraevano punto da Dio . Ond'è , che appena finitone uno , ritirandosi all'orazione , subito rimaneva alienata da' sensi , e tutta rapita in Dio : anzi bene spesso tra gli stessi esercizj e fatiche corporali , andava in estasi : onde disse una volta : l'istesso mi è , che mi venga ordinato d'andar all'orazione in coro , che a qualsiasi opera manuale , non facendovi io differenza alcuna . Anzi se vi dicessi , che talvolta trovo più di Dio in queste , che nell'orazione , crederei di dire il vero .   Un laico Francescano , cuoco , soddisfatto che avea esattamente al suo ufizio , si ritirava ad orare , e vi godea molte celesti consolazioni . Onde per goderne più , chiese , ed ottenne dal suo Superiore di esser liberato da quella distrattiva occupazione , e datosi all'orazione , non vi trovava , che aridità e distrazioni . Quindi riconosciuto il suo errore , ritornò all'impiego di prima , nel quale gli ritornarono le consolazioni perdute .

17. " Anche le azioni piccole sono grandi quando sono ben fatte : tanto che riesce più grata a Dio e di maggior sua gloria una piccola azione fatta con desiderio di dar gusto a lui in quell'atto , che una grand'opera fatta con meno fervore . Bisogna dunque mettere uno studio particolare in far bene le opere piccole , che sono più facili , e ci offeriscono a tutte l'ore , se ci vogliamo avanzare nell'amicizia del Signore . "  Sales.
S. Ignazio disse d'un certo suo fratello laico muratore , che quanti mattoni collocava , e quante martellate dava , altrettante corone si fabbricava in Cielo , per causa della molta retta e pura intenzione , con cui animava quelle opere . Di S. Francesco Saverio si narra , che stava molto attento in far bene le cose piccole ; e che solea dire : non bisogna ingannarsi , perché chi non si rende eccellente nelle piccole cose , non lo sarà mai nelle grandi .

18. " Si fa assai più con una sola parola del Pater noster , detta di tanto in tanto di cuore ; che con dirlo tutto molte volte in fretta , e non attendendosi . "  S. Ter.
Il Signore rivelò un dì a S. Brigida , che gli dà più gusto uno , che legge con pefetta fede e volontà queste tre solo parole : Jesu miserere mei , che un altro , il quale legge mille versi senz'attenzione .

19. " Chi non l'ha provato , nol potrà credere , quanto importi per lo profitto proprio lo star attento a non mancare nelle cose piccole : perché il Demonio per mezzo di queste va trivellando , e facendo buchi per dove entrino le cose grandi . "  S. Teresa .
Essendo S. Luigi Beltrando Superiore , nel Capitolo del Venerdì riprendeva , e puniva con molto rigore i mancamenti minimi : come l'aver mancato al silenzio , l'aver dormito un poco di più , uno sbaglio in coro , e simili : per questo appunto , che giudicava , da queste piccole cose dipendere il profitto e la disciplina religiosa .  S. Lorenzo Giustiniani si guardava più dai mancamenti leggieri , che da' gravi , solendo dire , che il guardarsi da' peccati gravi non è proprio de' servi di Dio , ma degli uomini del secolo .

20. " Avvertite , che nel tempo delle vostre occupazioni non vi scordiate di Dio , credendovi di congregar di più : perché se egli vi abbandona , voi non potete far un passo senza dar colla faccia a terra . Fate piuttosto come i bambini , che con una mano si sostengono attaccati al loro padre , e coll'altra raccolgono le fragole e le more lungo le siepi . Attendete all'operazione , ma rivolandovi di tanto in tanto verso il celeste Padre , per vedere se gli aggrada il vostro maneggio , e per domandare il suo ajuto ; che così farete meglio , e più facilmente i negozj ancora più difficili . Vedete come la B. Vergine impiegava dolcemente una delle sue mani al lavoro , mentre tenea dall'altra parte , e sopra il suo braccio nostro Signore Bambino .  "  Sales .
S. M. Madd. de' Pazzi facea le operazioni sue esteriori con tali astrazioni di mente , che conforme diceano le sue compagne , parea , che in quelle non operasse se non il corpo ; e che l'Anima fosse più dove ella amava , che dove animava . Fu osservato , che mentre si cibava in refettorio , in quello spazio di tempo , in cui si suol fare un po' di pausa alla lezione spirituale , ella facea certi moti , i quali indicavano , che allora stesse in qualche divoto pensiero .   L'istesso si legge del V. P. Gio. Leonardi , che quando stava tra' negozj si vedea tanto assorto in Dio , che parea che passasse con S. Paolo la sua conversazione nel Cielo .   Di S. Rosa di Lima pure si narra , che tra le occupazioni tenea sempre innalzata la mente a Dio senz'alcuna interruzione : di modo che leggendo , e tessendo , e ricamando , e conversando con altri , provvedendo a' bisogni della famiglia , e camminando per le piazze , in somma in ogni sua azione , ed in ogni luogo , ed in ogni tempo stava sempre mirando come in un lucidissimo specchio ed amorosamente contemplando la bella faccia del suo diletto . E quello che è più ammirabile , questa continua presenza di Dio occupava con tal soavità le di lei potenze interne senza minima astrazione de' sensi , che mentre ella stava trattando internamente con Dio , nel tempo stesso trattava con gli uomini , rispondendo a proposito , somministrando consigli , ordinando , operando , ed eseguendo quando bisognava con quella stessa felicità e prontezza , come se non avesse nella mente altro pensiero , che quello di cui trattavasi . Fu questo veramente un dono singolare concedutole dal Signore .   Si narra di S. Antonio , che mentre stava lavorando le sporte , andava di tanto in tanto ripetendo quel verso del Salmo : Miserere mei Deus secundum magnam mis ri ordiam tuam .   Del V. Mons. di Palafox si legge , che quando nello scrivere se gli offeriva qualche dubbio , si voltava ad un'immagine del Bambino Gesù , e dicea : Signore , che diciamo a questo ; altre volte : Signore insegnatemi ciò che ho da dire . Signore , datemi lume . Ed alle volte dopo l'aver scritto quello che stimava a proposito l'offeriva a Dio dicendo : Signore , sia questo per bene delle Anime , datele voi spirito , o Signore , date vita a questi caratteri , o vita delle creature . Se talvolta sentiva gusto di qualche ragione  , o concetto , che avea scritto , accostava la carta alla lucerna , e dicea : Dio mio , volete che io l'abbruci ? niente è qui , che sia mio : arda ogni mia operazione ed ogni mio proprio affetto , ma poi ricevea lume interno , che gli dicea , non esser bene di farlo , e si trattenea .

21. " Fra gli impedimenti , per cagion de' quali non facciamo bene le nostre operazioni , il primo si è , che mente stiam facendo una cosa , pensiamo ad un altra che abbiam da fare , o che abbiam fatta : con che le azioni vengono ad impedirsi l'un l'altra tra di loro , o non farsene veruna bene . Il modo di farle tutte bene è attendere unicamente a quella , che s'ha per le mani , procurando di farla più perfettamente che si può , e lasciando per allora il pensiero d'ogni altra : e quando questa è fatta , non pensarvi più , ma pensar a quella che resta da fare .  "  Il P. M. d'Avila .
Alla V. Suor M. Crocifissa in un tempo che Iddio la soprabbondava delle sue celesti benedizioni chiamandolo a goderlo in una solitaria contemplazione , furon dalla Superiora addossati molto uffizj insieme : di sagrestana , cuciniera , refettoriera , ed in certe novene di maggior divozione , ancor di portinaia , e speziala . E pure ella facea tutto esattamente e con universal soddisfazione , trovava anche tempo per la sua contemplazione . Ed ecco il modo , che tenea . Quando stava in Sagrestia , diceva a se medesima : Ora non siete altro , che Sagrestana ; e quando usciva di Sagrestia : Ora non siete più sagrestana , e così in tutti gli altri impieghi .

22. " Operate fedelmente ciò che Iddio vorrà di voi ogni momento , e lasciate a lui il pensiero del rimanente : e v'assicuro , che il vivere in questo modo vi sarà cagione d'una gran pace .  "  Chantal .
Così faceva essa medesima . E così pure S. Fr. di Sales , del quale si narra , che quando faceva alcuna cosa , o trattava qualche negozio , vi si applicava con tutto lo spirito , come se non avesse altro affare del Mondo .   Riferisce il Nazianzeno della sua madre , che era tutta in ogni cosa ; e tutto facea a maraviglia : tanto che in vederla tra gli affari domestici , parea che non avesse altra cura che quella : e quando stava nelle funzioni dello spirito , mostrava di non attendere se non a quelle ; e prendea sempre tanto amore a quell'impiego , che avea per le mani , come se non avesse altro impiego .

23. " Il secondo impedimento è la prescia . Guardatevi da questa , ch'è un nemico capitale della vera divozione : e niuna cosa fatta con precipitazione fu mai ben fatta . Andiamo pure lentamente , perché avanziamo cammino , e così si fa gran viaggio .  "  Sales .
Così portavasi egli stesso in tutte le sue operazioni . Così ancora operava S. Filippo Neri ; e così volea che facessero i suoi penitenti , a' quali solea frequentemente dire : Non bisogna voler fare ogni cosa in un giorno , né voler esser santo in un mese . La discrezione non lo vuole .

24. " Le opere di Dio si fanno per lo più a poco a poco , ed hanno i loro principj e i loro progressi . E non si dee pretendere di far ogni cosa in una volta , e frettolosamente , né stimar , che il tutto sia perduto , se non viene adempito in un subito ; ma bisogna camminar pian piano , pregar molto Iddio , e valersi de' mezzi suggeriti dallo Spirito di Dio , e non mai delle false regole del secolo .  "  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo questo avea per uso , di procedere in tutt'i suoi affari con gran posatezza , sì nell'intraprenderli , che nel proseguirli , tanto che era stimato troppo lento . Però l'esperienza ha fatto conoscere , che la sua lentezza non gustava alcun negozio : mentre egli con istupore universale ha condotto felicemente a fine tanti , e si ardui negozj , che non li avrebbero potuto fare molte persone unite insieme , benché li avessero abbracciati con tutto il calore . E quello ch'è più , in questo modo gli riusciva di far con divozione tutte le sue operazioni spirituali , e bene tutte le indifferenti .

25. " Il terzo impedimento è l'ansietà e sollecitudine . Siate diligente ed accurato in tutti gli affari , de' quali avete il carico : ma se si può , non ve ne pigliate sollecitudine , e travaglio : cioè non li trattate con inquietudine , con ansietà , ed ardore ; né vi aggravate punto in eseguirli , perché gli aggravj turbano la ragione ed impediscono anche di far bene le cose , che non ci aggravano . Ma i grandi affari non ci sturbano tanto , quanto i minuti , quando sono in gran numero : e però ricevete ancor questi con pace , e cercate di farli con ordine uno dopo l'altro senza inquietarvi : che così vi riuscirà di farli con vostro gran merito . Perché il tempo speso pacificamente è senza dubbio il più utilmente impiegato .  "  Sales .
L'istesso Santo passava spesso molte ore con gente bassa , che l'occupavano in cose di poco momento . Ed essendogli detto non esser bene , che perdesse tanto tempo per quelle bagatelle , rispondea : Che volete ch'io faccia ? Queste cose lor pajono grandi , e desiderano d'esser consolati , come se fossero veramente tali . Iddio ben sa , che io non ho bisogno d'impiego più grande , e che ogni occupazione mi è indifferente , purché riguardi il di lui servizio . In tanto poi che fo quell'opera , benchè picciola , non sono obbligato a farne altra . E forse che non è un'opera abbastanza grande il far la volontà di Dio ? E per animare  una sua penitente a questa maniera d'operare , così le scrisse : Chi può conservar la dolcezza nella moltiplicità degli affari , è quasi perfetto . Ed ancorché pochi se ne trovino , anche nelle Religioni , che sieno arrivati a questo grado di felicità ; ve ne sono però , e ve ne sono stati in ogni tempo ; e bisogna aspirare a quest'alto grado .   La B. M. di Chantal adempiva fedelmente questo consiglio , facendo ogni cosa con tutta l'attenzione ; ma senz'alcun'ansietà , e senza mai perder la pace del cuore e perciò tutte le opere sue riuscivano ben fatte , e di questo se ne protestava apertamente con le sue figlie . Onde ad una di loro disse un giorno così : Sappiate mia cara figlia , che io amo perfettamente la nostra povera Congregazione ; ma senz'ansietà , senz' la quale l'amore per ordinario non è solito di vivere , ma il mio , che non è ordinario , vive senza di questa . E ad un'altra , che le chiedea  qualche rimedio per li continui imbarazzi , che provava nel suo impiego , così scrisse , l'origine del vostro male ed imbarazzo da altro non procede , che dall'ansietà che avete nel cercare il bene da voi desiderato , e dalla poca pazienza e sottomissione alla volontà di colui , che solo ve lo può concedere . E però se volete che il vostro impiego riesca e meglio , e meno grave , bisogna che correggiate quest'ansietà e sollecitudine , procurando d'operare con fedeltà ; ma insieme con soavità e dolcezza di Spirito .

26. " E' proprio delo spirito di Dio , operar con soavità , ed amore ; ed il più sicuro mezzo per riuscire in quello che s'intraprende , è imitar lui .  "  S. Vinc. de Paoli .
In tal guisa procedeva il medesimo Santo in tutte le sue operazioni , o fossero importanti , o indifferenti , spirituali , o temporali , cioè con una gran quiete e soavità , che anche gli compariva nell'esterno .

27. " Il quarto impedimento è il voler far troppo . Non bisogna assottigliarsi troppo negli esercizj di virtù , ma praticarli francamente , naturalmente , schiettamente , all'usanza antica , alla buona , in grosso modo . In questo appunto consiste la libertà de' figli di Dio : cioè in fare allegramente , e di buon cuore quello , a che sono obbligati . "  Sales .
Tale in fatti era il modo d'operare di questo Santo : un operar franco , schietto , alla buona , alieno dalle sofisticherie , che procedea per le vie ordinarie e naturali , e più dipendea dal cuore , che dalla mente ; e però grato a Dio , ed a lui più facile e meritorio .  La B. M. di Chantal quantunque fosse esattissima nell'osservanza delle regole , e nel fare i suoi impieghi ; procurava però , e lo consigliava anche alle altre di far , che l'esattezza non andasse congiunta con quelle angustie e strettezze di spirito , che suol cagionare l'amor proprio per quei mancamenti , che commettonsi per ignoranza , o per inavvertenza , e senza malizia : ma in tutto camminava buonamente , amorosamente , e con pace .

28. " Tra i molti mezzi , che vi sono per far bene le sue operazioni , uno si è , far ciascuna di esse , come se quella avesse da esser l'ultima della sua vita . E però ad ogni tua azione dì a te stesso così : Se immediatamente dopo quest'azione tu sapessi di dover morire , faresti questa cosa ? la faresti in questa maniera ? "  S. Vinc. de Paoli .
S. Francesco di Sales , quando facea qualche cosa la facea appunto , come se quella fosse l'ultima , che dovesse fare in questo Mondo .   Un certo Sacerdote si confessava ogni mattina prima di dir la Messa ; ed essendosi infermato ; avvisato , che si confessasse , come per morire , rispose . Sia benedetto il Signore , che già sono trent'anni che mi son confessato sempre ogni giorno in questa maniera , come se subito avessi avuto a morire : onde non ho bisogno di far altro , che riconciliarmi , come se dovessi dir la Messa .

29. " Un altro buon mezzo è , di non far conto , se non del giorno presente . Perché una dele arti , che usa il Demonio per far perdere d'animo , e rallentar molti nel servizio di Dio , è di rappresentar loro come cosa molto difficile , e da non potersi durare l'aver da vivere per molti anni con tanta circospezione , e con tanta puntualità ed esattezza nelle cose . Or quell'aver da far solamente conto del giorno d'oggi chiude il passo a questa tentazione , e nel tempo stesso inanima non poco l'umana fiacchezza . Imperocché chi sarà colui , che per un giorno non possa farsi forza , per quanto può , acciò le sue operazioni vadano ben fatte ? Dicendo la mattina tra se : in questo giorno voglio procurar di far bene le mie operazioni ordinarie ; così si rende facile e tollerabile quello che forse gli apparirebbe molto difficile , se lo pigliasse assolutamente , considerando d'aversi a far quella forza per tutto il tempo di sua vita . E frattanto col procedere ogni giorno in questa maniera , a poco a poco si viene a far in questo il buon abito , e così a non provarci più difficoltà . "  Rod.
Si narra nelle vite de' PP. di un certo Monaco , il quale molto combattuto dalla gola , cominciando dalla mattina a buon'ora sentiva in se tanta fame , e tal debolezza di forze , ch'era intollerabile , e per non trasgredir la santa usanza de' Monaci di non mangiare se non tre ore dopo il mezzo giorno , usava questa cautela . La mattina dicea tra se : per gran fame , che tu abbi , che gran cosa è aspettar sin ad ora di terza ? All'ora di terza diceva : in verità , che mi ho da sforzare , e non ho da mangiare sin a sesta : ma come ho potuto aspettar sin a terza , lo potrò fare sino a sesta . All'ora di sesta metteva il pane nell'acqua , e dicea , frattanto che si bagna il pane , posso aspettare sin a nona giacché ho aspettato sin adesso , non voglio per due o tre ore trasgredir la buona usanza de' Monaci . Giunta l'ora di nona , avendo dette le sue orazioni , mangiava .   E così andò con questi certi termini ingannando se stesso per molti giorni , finché un giorno mentre stava mangiando all'istessa ora , vide alzarsi un fumo dalla sportella  del pane , ed uscirsene per la finestra della cella che doveva esser lo spirito maligno , che lo tentava !  E da allora in poi non sentì mai più quella fame  , né quella mancanza di forza , che sentiva prima : tanto che alle volte se ne stava de' giorni interi senza mangiare , e senza sentirne fastidio .   Ivi pure ci riferisce d'un altro Monaco , il quale essendo per molto tempo  tentato di lasciar il suo Monastero , ogni sera dicea tra se : dimani uscirò , e venuta la mattina : o via per amor del Signore mi voglio restar ancor per oggi . E così proseguendo a fare per nove anni continui , finalmente restò libero dalla tentazione .

30. " E' un grand'errore quello di certe Anime , per altro buone e pie , le quali credono , non potersi conservare l'interno riposo tra gli affari e le difficoltà . Poiché sebbene non v'è movimento più grande di quello d'un vascello in mezzo al mare , ciò non ostante , quelli , che vi stan dentro , non cessano di riposare e di dormire : e la bussola rimane sempre nel suo sito rivolta al polo . Qui sta il punto , in procurare di tener a segno la bussola della nostra volontà , sicché non guardi mai altro , che il polo del divino beneplacito . E questo è il terzo mezzo . "  Sales .
S. Vincenzo de' Paoli fu eccellente in questo . Egli non si turbava mai per la moltitudine degli affari , e per le difficoltà che in essi si attraversavano : ma gl'imprendea con una instancabil forza di spirito , e vi si applicava con metodo , pazienza , e tranquillità ; tenendo continuamente fisso lo sguardo nel divino volere . Il che si vide maggiormente nel tempo ch'egli fu del Consiglio Reale nel quale aveva anche il governo della sua Congregazione , e di molte altre Comunità , Radunanze , Conferenze , e tanti altri impieghi , che quasi l'opprimevano : onde ognuno avrebbe creduto , ch'ei vivesse tutto distratto , come diviso in una infinità di pensieri e di cure differenti ; e conseguentemente coll'animo sempre fluttuante ed inquieto . E pure no . In mezzo ad un continuo flusso , e riflusso di persone e di negozj si vedea sempre raccolto , presente a se , padrone di se stesso , con una grand'eguaglianza di spirito ; e con tanta pace e tranquillità , come se non avesse , che un solo affare .

31. " Tutto quello , che noi facciamo , riceve il solo valore dalla conformità , che abbiamo con la volontà di Dio : di maniera che ancora mangiando e divertendomi se lo fo , perché tale è il voler di Dio , merito più , che se patissi la morte senza tal'intenzione . Pinatatevi bene nella mente questo principio ; e poi ad ogni azione che farete , fissate lo sguardi in esso , ad imitazione del fabbro , che fa passare ogni tavola sotto la squadra : e così farete con perfezione il vostro lavoro . "  Sales .
Avea ben capita una tal verità quel buon fratello laico , il quale dicea che quando sedeva a mensa , stava facendo le prediche del Saverio nelle Indie : perché il meglio di quelle era il fare allora il Saverio la volontà di Dio , quale esso pure stava allora facendo .   S. M. Madd. de' Pazzi avea questa perfetta rassegnazione , non solo abituale , ma anco attuale ; tanto che , quello che a quasi tutte le persone spirituali riesce sì difficile , cioè di saper indirizzare attualmente ogni sua azione a Dio : ad essa era sì facile e familiare , che le pareva impossibile , che si potesse operare , senza riflettere alla volontà di Dio .   ( Niente è più facile di far la volontà di Dio anche nelle maggiori avversità ; ma per farla bisogna esser diligente .  L'Edit. )




SETTEMBRE
ORAZIONE
Oportet semper orare , et non deficere . Luc. 18. 1.

1. " Non v'è al certo cosa più utile dell'Orazione . E però dobbiamo concepirne stima grande e grande amore , ed usare ogni diligenza per farla bene  . "  S. Vinc. de Paoli .
Tutt'i Santi si sono mostrati molto affezionati a questo esercizio . Perciò S. Gaetano vi spendeva ott'ore continue ; S. Margherita Regina di Scozia , e S. Stefano Re d'Ungaria quasi tutta la notte ; S. Francesca Romana tutto quel tempo , che le avanzava dalle sue occupazioni ordinarie e nelle Cappelle più ritirate ; S. Rosa di Lima ne faceva dodici ore il giorno . Incominciava a farla S. Luigi Gonzaga in età molto tenera , né mai la lasciava , e ne faceva una , due , o tre ore il giorno : e stando in Corte , per non essere interrotto da' compagni , si nascondea nel legnajo ;  S. M. Maddalena de' Pazzi , dell'età di nove anni ; e ne facea prima una , poi due e quattr'ore nel secolo , e talora le notti intere : ed entrata in Religione , vi spendea tutto quel tempo , che si lasciava in libertà alle Novizie per loro sollievo . Il V. Bercmans di anni undici ; e spendea sin d'allora tutto il tempo , che gli avanzava dallo studio . Ogni cantone poi di casa gli serviva da Oratorio , e più volte fu trovato da' suoi , che passata la mezza notte , se ne stava orando colle ginocchia nude per terra .  S. Filippo Neri fin da fanciullo vi si diede così davvero , vi fece sì gran profitto , e vi acquistò un tal abito , che dovunque andava , o stava , era sempre elevato nelle cose divine . Quindi è che sebben la sua camera era spesso piena di gente , e vi si trattavano diversi negozj ; egli però non si potea contenere di non alzare alle volte gli occhi , e le mani al Cielo , e prorompere in qualche sospiro , quantunque per altro stesse molto sopra di se , per non uscire in simili atti alla presenza d'altri . Quando usciva di casa , andava per lo più così distratto , che bisognava avvisarlo allorchè dovea rendere ad alcuno il saluto , o salutarlo : e talvolta a gran fatica anche tirato per la veste se n'accorgea , facendo un certo movimento , come se allora si destasse da un profondo sonno .

2. " L'orazione ben fatta è di molto piacere agli Angioli , e perciò da loro molto ajutata : dispiace molto a' Demonj , e perciò da essi molto perseguitata e disturbata  . "  S. Gio. Gris.
Il medesimo Santo dice , che gli Angioli stimano molto coloro , che vengono più familiari a Dio per mezzo dell'Orazione ; e che mentre la stanno facendo , dimorano accanto ad essi con gran silenzio , e finita che l'hanno , li lodano , e loro applaudiscono .   S. Macario trovandosi una notte all'orazione comune , vide il luogo pieno di fanciulli neri , che andavano attorno a' Monaci schernendoli ; e che ad alcuni premeano con due dita gli occhi , e quelli si addormentavano ; ad altri mettevano il dito in bocca , e subito quegli sbadigliavano , ed altri apparivano in forma di donne ; ed altri in forma di fabbri , che lavoravano ; ad altri in forma di mercanti , che vendeano robe ; ad altri in figura di giuocatori , ed in tutti producevano una viva cognizione corrispondente alla Specie , che loro rappresentavano al di fuori : ma che però avanti d'alcuni appena comparivano , cadeano subito per terra , come respinti con gran violenza . Ed avendo il Santo dimandato dopo a' compagni , che avessero in quel tempo avuto , trovò che tutti avean patite quelle stesse tentazioni , che egli avea vedute .

3. " Le Anime , che non hanno l'esercizio dell'Orazione , sono come corpo paralitico e storpio il quale sebbene ha mani e piedi , non le può adoperare . Onde il lasciare l'Orazione , non mi pare , che sia altro , che perdere la buona strada : essendo che l'orazione è la porta , onde ci vengono tutte le grazie di Dio ; e serrata questa , non so come ci riuscirà . "  S. Ter.
Ella medesima la provò con l'esperienza . Poiché avendo lasciata l'orazione per qualche tempo , cominciò a cadere in alcuni difetti e peccati , i quali benché leggieri , non potea toglier da se ; anzi andava ogni giorno da male in peggio . Onde ella stessa ebbe a dire , che finiva d'andarsene in perdizione , come appunto il Signore le disse poi , che sarebbe succeduto , se non avesse ripigliata l'orazione .

4. " L'Anima che persevera nell'esercizio dell'orazione , per molti peccati , tentazioni , e cadute di mille maniere , che il Demonio l'opponga , finalmente tenga per certo , che il Signore o presto , o tardi la caverà dal pericolo , e la condurrà a porto di salvazione . "  S. Ter.
S. M. Egiziaca confessò all'Abate Zosimo , che dopo la sua conversione , per diciassette anni aveva patite orrende e continue tentazioni ; e pure perché si era data all'orazione , non cadde mai . Lo stesso accadde a S. Agostino , a S. Margherita di Cortona , e a tanti altri .

5. " Un uomo d'orazione è capace a tutto . E però importa grandemente , che i Missionarj si diano con particolare affetto a questo esercizio , senza del quale siccome poco o niun frutto faranno , così con l'ajuto di esso si renderanno abili a muovere i cuori , e convertire le Anime al loro Creatore assai più che con le lettere , e coll'efficacia del dire . "  S. Vinc. de Paoli .
S. Francesco Borgia era uomo di molta orazione , nella quale durava spesso sei ore continue quasi rapito in estasi che gli pareano un momento , per cui col solo comparire in pulpito compungea la gente .   S. Tommaso , S. Bonaventura , il B. Alberto Magno confessavano di riconoscere assai più la dottrina loro dall'orazione , che dallo studio .  Si legge di S. Tommaso in particolare , che non potendo intendere un testo difficile della Scrittura si pose in orazione , e mentre stava nel maggior fervore gli apparvero i SS. Apostoli Pietro e Paolo , e gli spianarono la difficoltà con voce sì chiara e distinta , che fu intesa dal suo compagno Fr. Reginaldo .

6. " Dovendo trattar con altri di cose di spirito , bisogna trattarle prima con Dio nell'Orazione ; votandosi dello spirito proprio , per riempirsi dello Spirito Santo che solo illumina la mente , ed infiamma la volontà . E questo più d'ogni altro lo debbono fare i Superiori , ingegnandosi d'aver una continua comunicazione con Dio , e ricorrendo a lui non solo ne' casi fastidiosi , e dubbiosi , ma in ogni loro occorrenza , per apprender immediatamente da lui quello che debbono insegnare agli altri : ad imitazione di Mosè , che non annunziava al popolo , se non le cose , che dal Signore aveva apprese : Haec dicit Dominus . S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo , quando doveva deliberare sopra qualche negozio , o prendere qualche risoluzione , o dare qualche consiglio , prima di parlare ed anche prima di metter mano all'affare , alzava sempre la mente a Dio per impetrar lume ed ajuto ; e per ordinario si vedeva in tali occasioni alzare anche gli occhi al Cielo , e poi abbassatili tenerli un poco chiusi , come consultando Dio in se stesso prima di rispondere . Quando si trattava di affari di rilievo , voleva , che si prendesse tempo , per raccomandarli a Dio . E siccome unicamente appoggiavasi sopra la Sapienza Divina , e non sulla propria ; ricevea dal Cielo lumi e grazie grandi , per mezzo di cui spesso scopriva cose tali , che col solo umano intelletto non si avrebbero potuto penetrare .   S. Ignazio negli affari gravi non risolvea mai niente , se non li raccomandava prima a Dio coll'Orazione .   L'Abate Pambo , quando veniva richiesto di consiglio , solea rispondere : Dammi tempo da pensarvi . Poi vi faceva orazione sopra : e se ricevea qualche buon lume da Dio , lo diceva ; altrimenti non vi rispondea punto .

7. " L'orazione mentale consiste in pensare , ed intendere ciò che diciamo ; e chi siamo noi , che abbiamo ardire di trattenerci con un Signore sì grande . Avere questi e simili pensieri è propriamente far Orazione mentale . Non è però buono il sentimento d'alcuni , i quali credono che tutto il negozio di essa stia nel pensare , di modo che se possono tener molto fisso il pensiero in Dio , anco facendosi gran forza , allora par loro d'esser molto spirituali , ed uomini d'orazione : e se non potendo più , accade che si divertano un tantino , anche in cose buone , sembra loro di non far niente . No , la sostanza dell'Orazione mentale , a parer mio , in altro non sta , che in trattare d'amicizia con Dio . E però lo stare talvolta ragionando con lui , il quale sappiamo , che ci ama , o facendo altri atti simili , questa è Orazione mentale . S. Ter.
Viaggiando S. Ignazio co' suoi compagni , ciascuno col suo fardello sulle spalle , un uomo dabbene mossone a compassione , si esibì di portar esso tutte quelle robe , e lo fece . E così seguitando il loro viaggio , quando arrivavano agli alberghi , i PP. procuravano di trovarsi ciascuno il suo cartoncino per far orazione ; ed il buon uomo in veder ciò , ancor egli trovava il cantoncino suo , ed ivi se ne stava inginocchiato com'essi . Or dimandato una volta da loro , che cosa facesse in quel cantone : io , rispose , non faccio altro che dire : costoro son santi , ed io sono il loro giumento : quello che fanno essi , intendo di fare anch'io : questo io sto allora offerendo al Signore . E dicono , che con questa maniera d'orare arrivò ad esser molto spirituale , e ad aver il dono d'un Orazione molto alta .  Il V. Mons. di Palafox molte volte riflettendo nell'Orazione , chi era quegli che parlava , ed a chi parlava , ch'era il più malvagio degli uomini , alla Divina Bontà , un vermicciuolo a Dio , si ristringeva in se stesso , e piangeva , e gli dolea di aver la temerità di parlare , essendo un poco di polvere della terra , il peggiore , il più miserabile , e più perduto uomo del Mondo , a Dio , eterno , infinito , immenso : e temea e dicea : Signore io ho a parlare con Voi ? io aver l'ardire d'amarvi ? Dio immenso , Dio potentissimo , Creator di tutto il creato ed io niente ; e meno che niente ! e quel che più mi affligge , cattivo , e più che cattivo ! Ch'è questo ? come si può soffrire ? Altre volte : Signore , non è giustizia l'amarvi ? dunque come non vi ho da amare ? Signore , Voi vi abbassate , acciò vi adorassimo e vi parlassimo ; e vi pregassimo ; perché non ho da adorarvi , parlarvi , e pregarvi ?

8. " Se uno parlando sta attendendo e vedendo , che parla con Dio con maggior avvertenze , che alle parole che dice , questi fa insieme orazione vocale , e mentale , che molto gli può giovare . Ma se non avverte né con chi parla , né cosa parla ; sia pur certo , che per molto che meni le labbra , fa ben poco d'orazione . S. Ter.
Un certo Vescovo vide una volta calar un Angiolo dal Cielo , e portarsi a raccoglier le lagrime di una donna , che stava orando in un angolo della Chiesa . Di che egli ammirato , nell'uscire domandò a colei , che facesse in quell'ora : ed essa rispose , che allora stava recitando il Pater Noster , l'Ave Maria , ed il Credo .

9. " Quando nell'Orazione sono già commossi gli affetti , non bisogna più moltiplicare speculazioni ; ma fermarsi un poco a gustar quegli : e poi di tanto in tanto dir al Signore qualche parola di compunzione , d'amore , o d'abbandonamento , e simili , secondo che ci sentiamo incitati ; che questo è il meglio dell'orazione . "  Chantal .
S. Cirillo Alessandrino rende ciò chiaro e patente con una similitudine . La meditazione , dice il Santo , è come il batter coll'acciarino la pietra focaja , acciocché n'esca fuoco . E siccome quando è uscito il fuoco , e si è attaccato all'esca si pone da parte l'acciarino ; così noi colla considerazione , e col discorso dell'intelletto abbiam da battere la dura pietra del nostro cuore sin a tanto che si accenda in esso l'amor di Dio , e il desiderio dell'umiltà della mortificazione , e de' patimenti , o d'alcuna altra virtù : e venuto che sia questo , là fermarci e procurar di bene stabilirci , perché questa è certamente migliore e più utile orazione , che se faremo molti discorsi e considerazioni molto alte e pellegrine . E così appunto dovea far esso e tutti gli altri , che han profittato nell'orazione .   Avea ben intesa questa verità un buon Servo di Dio , il quale perciò nella sua orazione , che per lo più era sopra la Passione del Signore , non troppo si diffondeva in andar accumulando speculazioni e ragioni ; ma dopo d'aversi rappresentato alla mente il mistero , ch'era per meditare , mentre si sentiva mosso a qualche affetto d'amore , o di gratitudine verso Dio , o a dispiacere d'averlo offeso , ed a proponimento di non più offenderlo , ovvero al desiderio d'imitarlo nell'umiltà , o nella sofferenza , o ad alcun altro simile affetto ; in quello si fermava , e procurava di fomentarlo e accrescerlo in se . E quando vedea che si andava raffreddando , tornava a svegliarlo or con tutta , or con parte di quella medesima considerazione , che da principio lo mosse , dicendo : Che gran patimento fu mai questo ! Chi lo soffrì ? Il figlio di Dio . Il figliuolo di Dio ! e per chi lo soffrì ? per me , oh Dio ! ed il figliuolo di Dio si è indotto a soffrir tanto per me ! Ed io non posso indurmi a soffrire una parolina , una picciola , disattenzione per amor suo ! Ecco quanto ha fatto Gesù Cristo per me ! Ed io non finisco d'offenderlo ! dov'è l'umiltà ? Oh quanto mi dispiace d'aver così trattato il mio Dio ! certamente che non l'offenderò più . Ecco quanto mi ha amato il mio buon Dio ! ed io non amo chi tanto amò me ! Ah si , io voglio amare questo Dio , che tanto lo merita . E così si andava raggirando e trattenendo in simili affetti . E in questo modo divenne un uomo di gran perfezione .

10. " Gli spiriti poco sodi nella pietà camminano bene ed allegramente , quando il Signore dà loro delle consolazioni nell'orazione . Ma se viene a privarneli , diventano subito languidi e scontenti , all'usanza de' ragazzi , che ringraziano la madre quando dà loro le cose dolci , e piangono quando le toglie loro : perché son ragazzi ; e non conoscono che la continuazione di quelle è loro nociva , ed in essi genera i vermini . Le consolazioni sensibili dello spirito generano per ordinario il vermine della compiacenza , e questa l'orgoglio , ch'è il veleno dell'anima , e la corruzione d'ogni opera buona . E questa è la causa , perché il Signore che a principio ce le dà , per allettarci , dopo ce le toglie , perché non ci nuocano : e però non merita egli minori ringraziamenti il togliercele , che in darcele . "  Sales .
Un gran servo di Dio dicea di se medesimo : per quarant'anni mi sono esercitato nell'orazione senza veruna intera consolazione , con molto mio profitto : e l'unico mio sollievo si è d'aver servito Dio a proprie spese .  Il V. Bercmans provava spesso delle gran consolazioni nell'orazione , ma di tanto in tanto anche delle grandi aridità ; né però in queste si perdea mai d'animo , o punto se ne affliggea .

11. " Quando l'Anima si trova oppressa dalle aridità e sterilità , allora dee far l'orazione di riverenza , confidenza , e conformità al divin volere standosene alla presenza di Dio , come un poverello innanzi al suo Principe , servendosi di qualche parola , ch'esprima un'amorosa sommissione al suo divin beneplacito . "  Chantal .
Io , dicea S. Teresa , non vorrei altra Orazione , che quella che mi facesse crescere nelle virtù . Onde se mi riuscisse con molta aridità , tentazioni , e tribolazioni , che mi lasciassero più umile , quella stimerei io buona orazione . Ma si può dir che non ori , chi sta in tali travagli ? perché se li va offerendo al Signore , e li soffre confermandosi , come dee , al suo santo volere ; questo è orare , e bene spesso assai meglio di chi va rompendosi la testa con varie riflessioni , e persuadendosi che con spremer quattro lagrime , ciò sia orazione .   S. Filippo Neri dava per ultimo rimedio in questi casi l'immaginarsi di essere come un mendico alla presenza di Dio e de' Santi ; e come tali andare or da questo or da quell'altro a dimandar loro la limosina spirituale con quell'affetto e verità , con cui soglion dimandarla i poverelli . E questo esortava , che si facesse alle volte anche corporalmente , andando or alla Chiesa di un Santo , or a quella d'un altro per chieder loro questa limosina .  Dimandato il V. Bercmans di quali rimedj si servisse per sopportar le aridità , rispose : Prego , procuro di star occupato , ed ho pazienza .

12. " Chi vuol profittar nell'Orazione , non faccia conto delle consolazioni spirituali : perché io so per esperienza , che l'Anima , la quale in questo cammino comincia con vera determinazione di non far caso , che il Signore le dia , o le nieghi gusti e tenerezze , e chi così veramente fa , ha fatto gran parte del viaggio . "  S. Ter.
S. Francesco di Sales non si prendea mai fastidio delle desolazioni , aridità , ed abbandoni interni , che gli venivano . Onde disse una volta alla B. M. di Chantal , ch'egli stando in Orazione , non solea riflettere se era in consolazione , od in desolazione , ma che quando il Signore gli dava buoni sentimenti , li ricevea con profonda riverenza e semplicità , e se non gliene dava , non vi rifletteva punto : standosene sempre innanzi a Dio con gran confidenza , e come un picciolo figlio d'amore .

13. " Vi è un'altra cosa , che suole affliggere non poco quei che si danno all'Orazione ; e sono le distrazioni , che in essa vengono , e portano il pensiero quà e là , e dietro al pensiero spesso anche il cuore . Procedono queste alle volte dall'immortificazione de' sensi ; altre dall'esser l'Anima in se stessa distratta ; e molte altre , perché così vuole il Signore , per provare i suoi servi . Or in questi casi bisogna di tanto in tanto richiamare il pensiero a se con ravvivar la fede della presenza di Dio , e con starsene avanti di lui con riverenza e rispetto : e se non riesce di poterlo fissare sul punto prefisso , conviene soffrire tali molestie ed importunità con umiltà e pazienza : che non sarà tempo perduto , come a prima vista può parere , ma anzi una tal'Orazione sarà talvolta più fruttuosa di tante altre fatte con raccoglimento e piacere . Perché tanti atti , che si fanno per iscacciar e soffrir le distrazioni , facendosi per non disgustare Dio , e per potersi abilitare a meglio servirlo , quelli son tutti atti di amor di Dio . "  S. Ter.
La B. M. di Chantal dava questo consiglio alle sue figlie , e dovea praticarlo anch'essa : quando una si trova disturbata dalle distrazioni nel tempo , che fa l'orazione ; allora convien fare l'orazione di pazienza , e dir , se si può , umilmente ed amorosamente : Signore , voi siete l'unico appoggio dell'Anima mia , e tutta la mia consolazione .   S. Gio. Grisostomo consigliava uno che nell'orazione si lasciava facilmente trasportar dalle distrazioni , a risvegliarsi con questo paragone : Come ! sto discorrendo con un amico di storie , di nuove , di bagattelle , e vi sto con tutta l'attenzione ; ed ora che sto trattando con Dio del perdono de' miei peccati , e del modo di salvarmi , son tutto torpedine ; e colle ginocchia piegate vado girando col pensiero per la casa e per le piazze !  Dov'è qui la Fede ? dov'è il giudizio ?   E' degno non men di maraviglia , che d'invidia il dono d'Orazione , ch'ebbe S. Luigi Gonzaga , del quale si legge esservi egli arrivato a tanto , che in quel tempo quasi mai pativa distrazioni , talmente che dando una volto conto del suo interno al P. Spirituale , e da lui richiesto , se pativa molte distrazioni nell'Orazioni ; dopo di essere stato un po' sospeso col pensiero su di ciò , rispose , che mettendo insieme tutte quelle , che aveva avute in sei mesi , a parer suo , non avrebbero empito lo spazio di un'Ave Maria .  Gran dono in vero ! Ma le diligenze da lui usate , per muovere il Signore a concederglielo , non furon picciole . Poichè col praticare una somma e continua mortificazione di tutt'i suoi sensi , col non occupar mai la mente in altri pensieri , fuorché in quelli , che lo potean perfezionare nella pietà e nella dottrina ; e coll'essere nel tempo dell'Orazione tutto , e con tutto il fervore in essa , in questa maniera avea talmente chiusi i passi alle distrazioni , che quasi non ardivano di accostarsi a lui .

14. " Tutta la pretensione di chi prende a darsi all'orazione , ha da essere il travagliare , ed il determinarsi , e disporsi con ogni possibile diligenza a conformar la sua volontà con quella di Dio . Poiché in questo consiste tutta la maggior perfezione , che acquistar si possa nel cammin spirituale . "  S. Ter.
Questo era il principale scopo di tutte le orazioni della medesima Santa , il conformarsi in ogni cosa al divin volere . Questo pure era il fine , che si prefiggea S. Bernardo nel principio della sua orazione , come si legge nella di lui vita , animandosi a farla col desiderio d'arrivar a conoscere e fare la volontà di Dio . E l'istesso vien riferito di S. Vincenzo de' Paoli , e di molti altri servi di Dio .

15. " L'Orazione dee esser umile , fervente , rassegnato , perseverante , ed accompagnata da una gran riverenza , considerando , che si sta alla presenza d'un Dio ; e si parla con un Signore , avanti al quale le Virtù celesti tremano per rispetto e timore . "  S. M. Madd. de' Pazzi .
S. Francesco di Sales in tutto il tempo dell'Orazione , anche quando era solo , se ne stava dinanzi a Dio umile , basso , composto , immobile , e con singolar riverenza , come figlio d'amore . Il V. Bercmans sempre in ginocchio , cogli occhi chiusi , colle mani al petto , senz'appoggiarsi , immobile come un sasso , con un volto gioviale , e pieno di tale ardore , che molti se gli ponean vicino per osservarlo , ed infervorarsi .  S. Rosa di Lima si tenea tutta raccolta , e con tant'attenzione e divozione , che qualunque altr'oggetto se le presentasse avanti , non le cagionava verun'alterazione , come se fosse divenuta insensibile . Onde mentre le faceva in Chiesa , si metteva in un cantone con gli occhi fissi al Sacramento , e là restava per molte ore immobile senza che il passaggio delle persone , o lo strepito e mormorio della gente punto la disturbassero . Quando uscivano dall'Orazione per indizio del loro fervore , San Gervasio Vescovo si vedea spesso con raggi sul capo ; il Ven . P. Gio. Leonardi tanto acceso e mutato nel volto , che parea divenuto un Serafino ; e l'Abate Silvano talmente fuor di se , che tutte le cose della Terra gli sembravano vili ed abbiette ; e però si copriva gli occhi colle mani per non vederle , dicendo : occhi miei , chiudetevi , e non vogliate mirar le cose del Mondo , poiché non vi è cosa in esso , che sia degna d'essere mirata .   S. Bernardo vide una mattina un Angiolo , che andava attorno per lo Coro con un turibolo pieno di profumi incensando i Monaci che stavano in orazione , e che questa incensazione producea nel cuor de' ferventi un soavissimo odore , e nel cuor de' negligendi e sonnolenti fetore e nausea .

16. " Disimpegnati un poco da tante cure , e prendi un po' di tempo per pensare a Dio e riposarti in esso . Entra nel gabinetto del tuo cuore e cacciane fuora ogni cosa , a riserva solo del tuo Creatore , o di tutto ciò che ti può ajutare per trovar lui . E poi avendo chiusa la porta , digli con tutta l'Anima tua : Signore , io cerco la vostra divina faccia , insegnatemi a ritrovarla  . "  S. Agost.
S. Francesco di Sales chiamava il centro dell'Anima sua il Santuario di Dio , dove non entra altro che l'Anima e Dio . E questo era il luogo del suo ritiro , ed il suo ordinario soggiorno . E però nell'Anima sua non vi era che purità , semplicità , umiltà , ed unità , dello Spirito del suo Dio .   S. Bernardo quando andava all'Orazione , ed entrava in Chiesa , diceva a' suoi pensieri : trattenetevi qui fuori pensieri inutili , ad affetti disordinati ; e tu Anima mia entra nel giudizio del tuo Signore .

17. " Quelli , che potranno racchiudersi in questo picciol cielo dell'Anima , dove sta colui che ha creato il Cielo e la Terra , credano pure , che vanno per eccellente cammino , e che non lasceran di arrivare a bere l'acqua del fonte ; perché in poco tempo faranno gran viaggio  . "  S. Ter.
S. Caterina da Siena , ch'era amatissima del ritiro , venendo aggravata da' genitori da occupazioni , e fatiche , si formò una cella nel proprio cuore , dove se ne stava continuatamente ritirata anche tra le maggiori occupazioni rimirando Dio e discorrendo familiarmente con lui . E così giunse ad avere una stabile , e continua unione con S. D. M. , e solea dire che nel nostro cuore propriamente sta il regno di Dio , dove egli fissa la sua sede .   Una divota Verginella , fattasi Religiosa , si diede ad una vita molto ritirata specialmente dalla comunicazione alle grate ; per lo che i parenti si studiavano di persuaderla che si sollevasse con qualche onesta conversazione . Ma ella rispose loro , che aveva una conversazione che la tenea sempre allegra ; ed era la conversazione con Gesù Cristo .   Quanto mi giova , dicea S. Teresa , quel ricordarmi , che ho compagnia dentro di me , cioè Iddio ; e che io me ne sto quivi con lui .

18. " Nel far l'Orazione non si ha sempre da discorrere coll'intelletto ; ma può anche uno trattenersi alla presenza di Dio , ragionando , e consolandosi con lui , senz'affaticarsi in compor ragioni e belle parole ; ma rappresentandogli semplicemente le sue necessità , e l'obbligo , ch'egli ha di compatirci . Per esempio , mettendosi uno a pensare ad un passo della Passione , è buona cosa il discorrerci sopra , meditando le pene , che quivi il Signore patì ; con tutto ciò non si stanchi l'Anima in andar sempre cercando questo : ma stiasi alle volte quivi con Gesù Cristo , ed acchetato l'intelletto , se può , l'occupi in pensare , ch'egli lo sta mirando ; lo accompagni , gli chiegga , s'umili , si consoli con essolui , e si ricordi , che non meritava di stare ivi . Questa maniera di orare reca molto utilità . "  S. Ter.
La medesima Santa attesta di se , che frequentava molto questo modo d'orazione , e che ne avea provati grandissimi vantaggi .  Racconta il P. Gersone , che un servo di Dio solea dire : Sono quarant'anni , che io attendo all'Orazione con tutta la diligenza possibile , e non ho trovato mezzo migliore , né più breve per far buona Orazione , che presentarmi innanzi a Dio , come un fanciullo , e come un povero mendico , cieco , ignudo , ed abbandonato .  Così in verità dovea far S. Francesco , quando passava le notti intere con quelle poche parole : Dio mio , chi sei tu , e chi son io ? ripetendole e ruminandole tra se ; ed ora eccitandosi all'amore di un Dio sì grande e sì buono , or al disprezzo d'una sì vile e sì ingrata creatura , si confondeva , si vergognava di tanti suoi mancamenti , e ne chiedeva al Signore perdono e rimedio .

19. " Nell'Orazione è bene occuparsi talora i far atti di lode , e di amor di Dio : in desiderj , e determinazioni di piacergli in ogni cosa : in rallegrarsi della sua bontà , e che egli sia quello ch'è : in desiderare l'onore e la gloria sua ; in raccomandarsi alla sua pietà , in mettersi anche semplicemente avanti a lui mirando la sua grandezza e la sua misericordia , ed insieme la propria viltà e miseria ; e poi lasciar che ci dia egli quello che vorrà , sia acqua , o aridità , perché ben sa esso meglio di noi quello che più ci conviene . Questi atti svegliano grandemente la volontà e gli affetti . Ed avvertite , quando vengono , di non lasciarli , per finir la solita meditazione : perocchè per profittar grandemente in questo cammino , non sta la cosa in molto pensare , ma in molto amare , e però tutto ciò che più vi desterà ad amare , quello fate  . "  S. Ter.
Il P. Segneri juniore disse un giorno ad un suo confidente piangendo : non fate come ho fatto io , che sin tanto che studiai Teologia , passava sempre il tempo dell'Orazione in far varie considerazioni per eccitare gli affetti , e poco in raccomandarmi a Dio . Ma finalmente il Signore si degnò d'aprirmi gli occhi . E da allora in oi sempre ho procurato di spendere tutto il tempo a raccomandarmi a lui . E se ho fatto alcun bene in me , e negli altri , tutto mi pare di doverlo riconoscere da questo santo esercizio .   Si legge della B. M. di Chantal che trovava le sue delizie ed il suo centro nella considerazione delle immense perfezioni di Dio , e nel desiderio , che questo sommo bene fosse conosciuto ed amato in tutte le sue creature . E del B. Egidio compagno di S. Francesco , che meditando spesso , e con grande affetto sopra le perfezioni , le opere ed i benefizj di Dio , venne a riempirsi di tanto amore verso Dio , che non poteva più né parlare , né sentirne parlare , e neppure rivolgervi il pensiero , che subito non andasse in estasi .

20. " Nell'Orazione bisogna talora immaginare , che ci vengon fatte delle ingiurie e degli affronti , e che ci sopraggiungano delle avversità e poi studiarci di avvezzare il nostro cuore a perdonare e sopportar tutto con pazienza ad imitazione del nostro Salvatore , in questo modo s'acquista molto spirito . "  S. Filippo Neri .
S. Ignazio stando in letto infermo si mise a pensare se gli potea succedere alcuna cosa , che l'avesse a turbare ; e dopo essersi immaginate molte avversità e travagli , trovò che niuna cosa l'avrebbe potuto affliggere , e levargli la pace , fuorché se avesse veduto distruggersi la Compagnia . Però avendo meditato più volte sopra quell'istesso punto , tanto si moderò , che disse , parergli , che se ciò accadesse , con un quarto d'ora di Orazione si sarebbe quietato e rasserenato .

21. " Bisogna far gran conto del meditare la Passione del nostro Redentore . Poiché una semplice ricordanza , o meditazione di questa vale più , che se per un anno intero uno facesse ogni settimana una disciplina a sangue , ed un digiuno in pane ed acqua ; ovvero leggesse ogni giorno tutto il Salterio . "  Il B. Alberto Magno .
Su di questo soggetto faceano la loro meditazione S. Francesco Saverio ordinariamente , S. Casimiro continuamente , anche sentendo Messa , e con tale attenzione , che spesso veniva alienato dai sensi , e S. Brigida quasi sempre , né la facea mai senza lagrime .   Leonora Imperatrice dal lungo meditar la Passione concepì un amor sì tenero verso Gesù Crocifisso , che quando anche fosse stata sicura , com'ella dicea di salvarsi egualmente tra gli agi e tra gli onori , avrebbe nondimeno scelto la via della Croce , per rassomigliarsi in parte al suo Signore . E quindi trasse quelle generosità , con cui dissimulava tutte le sue infermità e i dolori del corpo , senza querele e senza lamenti . Ed a chiunque mostrava in questi casi di compatirla , rispondea l'umil serva del Signore : questa croce è molto leggiera , e mi è troppo cara , e senza di essa non posso vivere contenta : ne ho troppo bisogno , altramente diverrei troppo insolente .   Si esercitava spesso in questo il V. Mons. di Palafox . Alle volte si gli rappresentava l'Anima sua come un uccello che volava , e nel volare straccandosi , si andava a posare sul chiodo dei piedi in croce , e quivi si metteva a contemplare il Signore e a bere del sangue , che scorrea da quelle piaghe e si consolava assaissimo ; altre volte gli sembrava come un ape , che andava succhiando fiori or di qua , or di là dall'una all'altra piaga del Signore ; in quelle della testa , delle mani , de' piedi , e specialmente in quella del costato , nel quale soleva entrare e bagnarsi . Altre trovandosi staccato dalle cose temporali , come dallo scrivere , o dal ragionare , si rivolgeva a' piedi di Gesù , dicendogli : Gesù mio riposiamoci qui .   Questa divozione ebbe un non so che di singolare in S. Filippo Neri , il quale non potea né meditare , né leggere , né parlare , o sentir parlare della passione del Salvatore , e specialmente nella settimana Santa , e massimamente se si trattava dell'amore , col quale egli ha patito per noi ; che subito si vedea divenire smorto come la cenere , e liquefarsi in lagrime . Un giorno fra gli altri  discorrendo egli in pubblico su questa materia , sorpreso da uno straordinario fervore , si pose a piangere , ed a dar in singulti tali , che non potea raccogliere il fiato onde fu necessitato a scender dal pulpito , e partirsi dalla Chiesa . Il che occorrendogli più e più volte , né potendovi rimediare , per molti anni prima della sua morte lasciò di più ragionare in pubblico , e di più parlar di questa materia in pubblico , ed in privato : essendo divenuto in questo sì sensibile , che alle volte il solo sentir queste parole : Passione di Cristo , piangeva in modo , che non potea formar parola .   Una cosa simile si narra esser avvenuta nel giorno del Venerdi Santo al V. P. Luigi di Granata , allorché salito in Pulpito per far la predica della Passione , appena profferite quelle parole del sacro testo : Passio D. N. J. C. proruppe in un dirottissimo pianto , poi ripigliando alquanto di lena , prese a ripetere le stesse parole ; ma colle parole fu astretto a ripetere anche il pianto , e più forte di prima : finalmente sforzandosi con animo virile di ripigliar la terza volta da capo le sacre parole , ripigliò per la terza volta anche il pianto con veemenza e con impeto tale , che eccitò una universal commozione in tutta l'udienza , tanto che per lungo spazio di tempo in tutta quella Chiesa altro non si sentiva , che singhiozzi e pianti . E così si terminò la predica senza essersi principiata .

22. " Siccome un amico visita spesso il suo amico , andando a dargli il buon giorno la mattina , e la buona notte la sera , e riverendolo tra il giorno più volte ; così voi visitate spesso Gesù Sagramentato : ed in ogni visita offerite più volte il di lui prezioso sangue all'Eterno Padre : e vedrete , che con queste visite crescerà a maraviglia il vostro amore . "  S. M. Madd. de' Pazzi .
S. Francesco Borgia lo visitava sette volte il dì , e vi avea preso tanto affetto e familiarità , che appena entrato in Chiesa all'odorato conosceva ove stesse il Sacramento .  Altrettanto il V. Bercmans , sempre che usciva a prender aria procurava di visitarlo in alcuna Chiesa di fuori o esposto , o nel Tabernacolo . Ed allora in un subito s'internava tanto che non s'avvedea quando il suo compagno si alzava e partiva : di modo che fu questi più volte obbligato di tornar dalla porta della Chiesa ad avvisarlo ; e più fiate lo trovò tanto astratto da' sensi , ch'era costretto a chiamarlo forte per nome .  S. M. Madd. de' Pazzi poi lo visitava trentatré volte il giorno con sua gran contentezza e frutto .  E S. Vinceslao Duca il Boemia andava a visitarlo per le Chiese la notte a piedi scalzi anche in tempo di ghiacci , ed insanguinava le strade .   S. Vincenzo de' Paoli lo visitava quanto più spesso poteva : ed il sollievo , che si prendea dalle sue gravi occupazioni , era starsi lungo spazio avanti il sagro tabernacolo alle volte per più ore .  Vi dimorava poi con un contegno sì umile , che parea si sarebbe volentieri abbassato nel centro della Terra : e con un esteriore sì modesto e divoto , che sembrava vedesse co' proprj occhi la persona di Gesù Cristo : con che inferiva divozione in chiunque lo mirava .  Quando poi gli occorreano negozj ardui , ricorrea come Mosè al sagro Tabernacolo , per consultare l'oracolo della verità . Quando usciva di casa , andava a chiedergli la benedizione , e nel ritorno , a ringraziarlo delle grazie ricevute , e ad umiliarsergli per li mancamenti , che potesse aver commessi . Il che facea , non per una certa formalità , ma con veri sentimenti di Religione .

23. " Non bisogna scordarsi mai d'esercitarsi nel proprio conoscimento : perché questo è quello che importa in questo cammino dell'Orazione . Si ha però da fare con tassa e misura . Voglio dire , che dopo che si vede un'anima arresa e soggetta , e che chiaramente intende , che per se stessa non ha cosa buona , e si vergogna e confonde di star avanti ad un sì gran Re , e vede il poco , che gli rende per lo molto , che gli dee : che necessità vi è allora di trattenerla , e di farle spendere più il tempo in questo ? Bisogna lasciarla passare ad altre cose , che il Signore le pone d'avanti , sicché esca di se , e voli al considerare le grandezze el suo Dio . "  S. Teresa .
S. Francesco Borgia da che si diede all'Orazione , spendeva ogni mattina due ore sopra il proprio conoscimento : e con questo arrivò ad avere sì basso concetto di se , che si stupiva come tutti non lo maltrattassero .   Di S. Francesco narra S. Bonaventura , che solea passar i giorni e le notti intere in quella breve Orazione : Signor mio e Dio mio , chi sei tu , e chi sono io ? e che in quel tempo fu veduto più volte sollevato da terra , e circondato da una risplendente nuvoletta .  Si narra nelle vite de' PP. d'un Monaco giovine , che disse ad un vecchio Padre , il pensiero mi dice , che io son buono ; e che il vecchio gli rispose così : Chi non vede i suoi peccati , crede sempre di esser buono : ma chi il vede , non può il pensiero persuadergli tal cosa .  E però è necessario d'affaticarsi a conoscer se stesso .   E dell'Abate Isidoro si racconta , che un giorno entrato nella di lui Cella il suo Discepolo , lo trovò che stava piangendo , e chiedendogli colui perché piangesse : Piango , disse , i miei peccati .  Ma padre voi non avete peccati , replicò il discepolo . E l'Abate : o figlio , soggiunse , se Iddio manifestasse agli uomini i miei peccati , empirebbe il Mondo di spavento !   Fu ammirabile a questo proposito una visione , che scrisse d'aver avuta la V. Suor M. Crocifissa . Mi fu , dice , permesso di entrare con un interno sguardo nelle più segrete parti dell'uomo interiore , ove vidi con mia somma maraviglia gran cose della malizia e deformità dell'umana creatura , per essermi stato mostrato il fomite del peccato , come un orribile sotterraneo cavernone , ove scaturiva di continuo un immenso stuolo di vermacci , e di animalacci grandi , e piccioli , tutti orribili e schifosissimi , che significavano i peccati mortali , e veniali , e le imperfezioni .  A tal orrenda vista penetrai nel gran concavo del proprio conoscimento e della mia estrema miseria , per cui di altro non mi conoscea meritevole , che di derisioni e d'ignominie , parendomi di essere come uno straccio di fuliggine , e come uno sputo corrotto e stomachevole , e un mostro orribile e schifoso , nel quale niuno avrebbe potuto mirare senza darsi incontanente alla fuga . Ebbe ella questa visione nel giorno , in cui fece la sua professione ; ed una tal vista di se medesima se le impresse sì fortemente nell'Anima , che le durò per un anno intero ; nel quale , perché credea , che la medesima vista apparisse visibilmente a tutte le sue compagne , come appariva a lui , si stupiva della loro dissimulazione e virtù ; non sapendo intendere come tutte non l'abborrissero , e non la fuggissero .  Onde  se io , dicea , avessi avuto a fare , per levare avanti gli occhi loro la mia intollerabile figura , mi sarei volentieri sepolta viva . E però in ricever torti ed ingiurie , mi sembrava che anzi mi lodassero e mi onorassero ; perché di quella maniera mi vedea trattata meglio di quello che conoscea di meritare , e mi era come impossibile il pensare altramente . Ond'é che se mi avessero detto , ch'era senza talento , insipida , brutta , villana , e balorda ; al certo che mi sarei maravigliata , ed avrei detto : o quanta poca notizia voi avete delle mie miserie ! Sono insoffribile negli occhi di Dio per l'estrema mia miseria , e vi stupite come io non sia ricca di buone qualità ?  Come farebbe un mendico , il quale vedendomi mal coperto di stracci si sentisse rimproverare che gli manca la catena d'oro ed il tosone ? Che farebbe egli nell'udir tali rimproveri ? In vece di risentirsi , si stupirebbe , e direbbe : sono senza camicia , e voi state a mirare , che sono senza catena d'oro e senza tosone . Per carità datemi un tozzo di pane , che io non so che cosa sia oro e tosone .

24. " La grand'opera della nostra perfezione nasce , cresce , e si mantiene in vita per mezzo dei due piccoli , ma preziosi esrcizj ; che sono le aspirazioni ed i ritiramenti spirituali .  Le aspirazioni sono certi slanciamenti di spirito verso Dio , i quali quanto più son veementi ed amorosi , tanto migliori sono .  I ritiramenti sono certi sguardi interni , che l'Anima dà a Dio , i quali quanto più sono semplici , tanto sono più preziosi : e si esercitano con rimirare con semplice sguardo quello ch'egli è , o quel che ha fatto , e fa per noi , eccitando in seguito il cuore ad atti di umiltà , d'amore , di rassegnazione , di abbandonamento , e simili , secondo le varie occorrenze .  Or questi due esercizj non si può credere la forza , che hanno per tenerci in dovere , per sostenerci nelle tentazioni , per rialzarci prontamente nelle cadute , e per unirci strettamente a Dio .  Dall'altro canto si possono fare in ogni tempo , in ogni luogo , e con ogni facilità , e però ci dovrebbero essere tanto familiari , quanto l'inspirare e l'espirare .  "  Sales .
Ogni volta che sonavano l'ore S. Ignazio si raccoglieva , ed alzava la mente a Dio .  S. Vincenzo de Paoli al suono delle ore , ancorché fosse tra' signori grandi , sempre si scopriva la testa , e lanciava qualche divota aspirazione al Cielo ; ed in altri tempi ancora usciva egli spesso in qualche aspirazione , o giaculatoria , e la sua più ordinaria era questa : O mio Signore , o divina Bontà ; quando ci farete la grazia d'essere interamente vostri , e di non amare altro che te .  S. Bartolomeo Apostolo adorava Dio con genuflettere cento volte il giorno , e cento la notte .   S. Tommaso d'Aquino usava spesso tral giorno queste specie d'Orazioni quando studiava , quando usciva di Cella , e nel ritornarvi , ed in tutt'i ritagli di tempo , che gli occorrevano .  E Cassiano narra dei monaci d'Egitto , che usavano frequentemente quella breve giaculatoria piena d'umiltà e di confidenza : Deus in adjutorium meum intende , Domine , ad adjuvandum me festina .   Il V. Mons. di Palafox le praticava in tutte le occasioni . Sempre che si offeriva qualche dubbio , si voltava a Dio , o gli dicea : Signore che faremo in questo ? consigliatemi Voi .  Ne' pericoli : Signore , reggetemi : non sia io presuntuoso , ma utile : non permettete , che io esca un punto da quello che vi aggrada . Quando per la sua fiacchezza cadeva , dicendo , o facendo alcuna cosa , che non conveniva : Signore , rilevatemi : ch'è stato questo , o Signore ?  E' possibile che io abbia da esser sempre il medesimo ?  Tenetemi , acciocché io vi tenga .  Spesso poi andava dicendo tra se : Niente desidero , niente voglio , niente abbraccio fuorché Voi , Dio mio , e mio tutto .  Gloria ? è Vostra , e per Voi solamente la bramo .  Onore ? tutto il mio onore , Gesù mio , è l'Onor vostro .  Soddisfazioni ? l'unica mia soddisfazione e contento è , che siate soddisfatto e contento Voi ; e simili .

25. " E' una cosa di grande utilità l'assuefarsi a cavare qualche riflessione propria da tutte le cose , per sollevarsi da ogni cosa a Dio ; rimirando in esse le Perfezioni di lui ovvero l'amore che egli ci porta , o l'obbligo , che abbiamo di servirlo fedelmente .  "  Scupoli .
Ecco la pratica di S. Francesco di Sales . Nel vedere belle campagne , dicea : noi siamo i campi coltivati da Dio .  In vedere Chiese magnifiche e bene addobbate : noi siamo i tempj vivi di Dio : e perché le Anime no sono così bene ornate delle virtù ? In vedere fiori , quando verrà il tempo , che i nostri fiori faranno frutti ? Il vedere pitture rare e preziose : non vi è niente di bello , come l'Anima , ch'è fatta ad immagine di Dio .  Se vedea giardini : e quello dell'Anima nostra quando sarà egli seminato di fiori , ripieno di frutti , ben ordinato purgato e pulito ?  Se fontane : ah quando beveremo noi a sazietà nelle fontane del Salvatore ?  Se fiumi : quando andremo noi a Dio , come vanno queste acque al mare ?  E così si serviva di tutte le cose visibili per sollevare il suo spirito a Dio .

26. " Vi è una certa maniera d'orare molto facile , e molto utile  , che si fa con assuefare l'Anima nostra a stare alla presenza di Dio ; ma in maniera che questa produca in noi una unione intima , nuda , semplice e perfetta .  Oh che preziosa Orazione è questa !  "  Sales .
Il Rusbrochio in tutte le sue azioni ed esercizj tenea sempre alzata la mente a Dio : tanto che confessò d'aver ottenuta dal Signore questa grazia particolare di poter senza difficoltà immergersi , quando voleva in una soavissima contemplazione della Divinità , ad unirsi strettamente a Dio o stesse solo in camera , o fuori in compagnia d'altri .  S. Luigi Gonzaga non trovava cosa più facile , che tenere la sua mente unita continuamente con Dio di maniera che sentiva egli tanta difficoltà di distaccare il pensiero da Dio , quanta ne sentono altri in tenervelo unito .

27. " Con durare un anno a camminare alla presenza di Dio , alla fine dell'anno ci troveremo alla cima della perfezione senz'avvedercene .  "  S. Ter.
Un Santo Abate , come si narra nelle vite de' PP. diede nel noviziato al suo Discepolo questo avvertimento : che procurasse di non perdere mai di vista  Dio , e che pensasse d'averlo sempre presente .  Poiché , disse , questo è il mezzo de' mezzi : è quello , che insegnò il Signore ad Abramo , quando gli disse , Ambula coram me , et esto perfectus .  Il che s'impresse in modo nella mente del giovane , che lo praticò a maraviglia ; e da giovane sbrigliato ch'era , divenne Monaco sì perfetto , che morto dopo pochi anni , fu veduto volarsene a dirittura , con molta gloria in Cielo .

28. " La maggior parte de' mancamenti , che commettono le persone Religiose contra le loro regole , e tutti negli esercizj di pietà provengono dal perder facilmente la presenza di Dio .  "  Sales .
Del V. Bercmans si dice , che non perdea mai di vista la presenza di Dio , e che la praticava con una rara facilità e naturalezza ; e quel ch'è più da stupire , con esser sempre presentissimo a se , ed a quanto faceva attualmente , ed insieme officiosissimo con ogni puntualità verso degli altri .  E per questo poi facea con tanta divozione i suoi esercizj spirituali , e non fu mai veduto trasgredire una minima delle sue regole , né commetter difetto di sorta alcuna .

29. " Vi è un certo modo di star alla presenza di Dio , col quale se l'Anima vuole , può star sempre in Orazione , e continuamente accesa ed infocata d'amor di Dio .  Questo si fa con attuarsi uno tra le sue occupazioni in questo , che sta facendo la volontà di Dio ; e di questo godere e rallegrarsi .  "  Rodr.
S. Francesco di Sales molti anni prima di morire non prendea quasi più tempo per far la sua Orazione , trovandosi oppresso dagli altri affari .  Onde chiedendogli un dì la B. di Chantal , se l'avesse fatta : No , rispose , ma faccio ciò che vale l'Orazione . Ed era , che si studiava di tnersi unito continuamente con Dio : e dicea , che in questo modo convien fare l'Orazione di opere e di azioni .  E così la sua vita era un Orazione continua , non contentandosi egli di godere solamente una deliziosa unione con Dio nell'Orazione , ma amando egualmente la di lui volontà .

30. " L'Orazione più alta e più perfetta è la contemplazione . Ma questa è tutta opera di Dio , essendo soprannaturale , e superiore alla nostra naturalezza : e però l'Anima in questa Orazione non può far niente , solo vi si può apparecchiare .  Or il miglior apparecchio per questa , e andare con umiltà , darsi davvero all'acquisto delle virtù , e massime della carità fraterna , e dell'amor di Dio , ed avere un animo risoluto di far in tutto la volontà di Dio , di camminare per la via delle croci , e di far morire l'amore proprio ; ch'è un volere noi dar più gusto a noi stessi , che a Dio .  "  S. Ter.
La medesima Santa tutto ciò adempì perfettamente ; e però fu dotata d'una sì sublime contemplazione , e di sì rari doni .   Venendo dimandato S. Antonio Abate come mai potesse passar le notti intere in Orazione , rispose così : Io non ho mai saputo in che consistesse la vera contemplazione , sinché ho avuto riguardo a me stesso : e quando giunsi a purgar la mia mente d'ogni inquieto movimento , ed a segregare il cuore da ogni affetto terreno , allora presi a gustar quell'ammirabile frutto della divina volontà , che nella contemplazione soglion gustare le Anime purgate .   Un'Anima molto illuminata scrisse così : Io ho coll'esperienza conosciuto , che per imparare la Teologia Mistica , bisogna più studiare il Crocifisso , che i libri , cioè bisogna più faticare in praticar le virtù , in imitare Gesù Cristo , ed in attendere alla purità della vita all'Orazione ed alla fedeltà in fare e patire quello che Iddio vuole da noi col morire a noi stessi , che occuparsi in molto leggere .




OTTOBRE
CONFIDENZA
Ecce ego vobiscum sum . Matth. 28. 20.

1. " Per essere Iddio una Onnipotenza infinita , niuna cosa gli è impossibile : per essere una infinita Sapienza niuna cosa gli è difficile : per essere una Bontà senza misura , ha un infinito desiderio del nostro bene . Or non ha da bastar tutto questo , per farci riporre tutta la nostra confidenza in lui  . "  Scupoli .
Da questo pensiero dovette esser fortemente investito quel Servo di Dio in Roma , del quale scrivono , che stando un giorno in Orazione , disse al Signore così : Signore così non vi voglio star più pensateci voi : io voglio esser esaudito .  Voi , che siete il mio Padre , se non mi fate questa grazia , non ci è nessun altro , che me la possa fare .  Pensate , che se per li meriti di questo Cristo non la merito , non me la concedete , che son contento !   S. Francesco di Sales  era ripieno di tanta confidenza in Dio , che lo faceva viver tranquillo anche in mezzo a' maggior disastri , non potendosi , come dir solea , persuadere , che chi crede una Provvidenza infinita per tutt'i versi , non abbia a sperar bene di quanto ella permette che gli arrivi .   Apparso una volta il Signore a S. Gertrude , le disse :  Quella sicura confidenza , che l'uomo ha in me , credendo , che realmente posso , so , a bramo d'ajutarlo in tutte le occasioni ; quella mi ruba il cuore , e mi fa tal violenza , che non posso a meno di non favorire un'Anima tale , che , per lo piacere , che provo in vederla tanto da me dipendente , e per soddisfare al grande amore , che le porto .

2. " Iddio desidera certamente il maggior bene nostro più che non lo desideriamo noi stessi .  Sa egli meglio di noi per qual via questo ci possa venire : la scelta di queste vie sta totalmente nelle mani di lui , essenso egli che dispone e regola tutto ciò che nel Mondo succede .  E' dunque certissimo , che in tutti gli accidenti , che ci potranno occorrere , quello che accaderà , sarà sempre il meglio per noi  . "  Sales .
S. Francesco di Sales sapendo , che tutti gli accidenti grandi , e piccioli succedono per ordinazione della Divina Provvidenza si riposava in essa meglio e con più tranquillità , che non fa un bambino nel seno della Madre , e dicea , che il Signore gli aveva insegnata questa lezione sin dalla sua giovanezza ; e che , se avesse avuto a rinascere , avrebbe più che mai dispregiata l'umana prudenza , e si sarebbe lasciato interamente governare dalla divina Provvidenza .

3. " Ne vuoi la sicurtà ?  Eccola .  Il Signore ti dice : Io non ti abbandonerò mai ? io sarò sempre teco . Se tel promettesse un galantuomo , ti fideresti ; tel promette Iddio , e ne dubiti ? Vuoi un fondamento più sicuro , che la parola di Dio è infallibile ?  e Si si . Egli l'ha promesso , l'ha scritto , ne ha impegnato la sua parola , sta pur sicuro . "  S. Agost.
Nella vita di S. Rosa di Lima si racconta , ch'essendo la Madre di lei d'un naturale molto timoroso ed apprensivo de' pericoli , aveva ella tratta dal seno materno quest'istessa indole paurosa , tanto che di notte non poteva andare senza lume neppur da una stanza all'altra , fuor che per far Orazione , per la quale superava ogni paura .  Or essendosi ella una sera trattenuta più del solito nella stanza di legno , che perciò s'avea fabbricata nel giardino , la Madre temendo , che le fosse avvenuto alcun male , si risolvé d'andare a trovarla , ma non bastandole l'animo d'andar sola , pregò il marito d'accompagnarla .  Quando Rosa li vide , incontanente  alzatasi dall'Orazione andò loro incontro  ; e scusandosi della tardanza , si portò insieme con essi a casa .  Ma per la via prese a dir tra se : Come ! mia Madre timorosa come io , per la compagnia del marito si tien sicura , ed io accompagnata dallo Sposo mio , che senza mai separarsi da me mi sta continuamente a' fianchi e nel mezzo al cuore , ho da temere !  Questa riflessione fece tal impressione nella sua mente , che le tolse affatto ogni timore , e da lì innanzi non ebbe mai più paura di cosa alcuna : ed in tutti gli incontri di timore dicea :  non timebo mala , quoniam tu mecum es .   Narra il Surio di Sant'Ugone Vescovo Lincolniense , ch'essendo una notte non poco turbato , e angustiato per un caso , che temé potergli avvenire ; dopo rientrato in sé si batté il petto , dicendo :  miserabile che sei !  Iddio si è protestato d'assisterci nelle tribolazioni , e tu temi di quello che sarà ?

4. " Noi siamo certamente convinti , che le verità della fede non ci possono ingannare ; e pure non ci sappiamo indurre a fidarci di esse , e siamo più capaci di fidarci della ragioni umane , e delle apparenze ingannevoli della terra .  Però questo appunto è la cagione del nostro poco avanzamento nella virtù , e del poco progresso negli affari della gloria di Dio . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. Antonio e S. Francesco non per altro arrivarono a sì alta perfezione , se non perché s'appoggiarono a quel detto del Vangelo :  Se vuoi esser perfetto , vendi quanto hai , dallo ai poveri , e poi seguimi .

5. " Sì per lo proprio profitto , come per la salute altrui , è assolutamente necessario l'assuefarsi a seguire in tutto la bella luce della Fede , la quale va accompagnata da una certa unzione , che segretamente si diffonde ne' cuori .  Sì , sì , altro non v'è che l'eterne verità , che sien capaci di riempirci il cuore , e condurci per la via sicura .  Credete a me , che basta stabilirsi bene su di questi fondamenti divini , per arrivar in breve alla perfezione , ed a poter fare gran cose . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. Filippo Neri avanti di trattar negozj specialmente s'eran gravi , vi premettea sempre l'Orazione , per mezzo di cui acquistava tanta fiducia in Dio , che solea dire : ho avuto tempo di far Orazione , e tengo speranza sicura d'ottener dal Signore qualsivoglia grazia , che io gli domandi ; appoggiandomi tutto a quella sua promessa : Qualunque cosa domanderete nell'Orazione con viva fede , l'otterrete .   Di S. Francesco si dice , che il di lui fratello vedendolo un giorno scalzo e mal coperto nel cuor dell'inverno , e tutto tremante di freddo mandogli un fanciullo , che a suo nome gli dicesse per burla , se gli voleva vendere una gocciola del suo sudore , ed il Santo rispose con allegrezza .  Dite a mio fratello , che già l'ho venduto tutto al mio Dio e Signore , ed a molto buon prezzo .   Il Padre d'Avila , per essere più spedito di predicare il Vangelo , professò povertà ; e dicea d'aver trovato un gran fondo in quella promessa del Signore : Quaerite primum regnum Dei , et haec omnia adjicientur vobis ; e che questa massima non l'avea mai ingannato .

6. " O signore dell'Anima mia , e chi avrà parole per dar ad intendere quello che voi date a coloro , che si fidan di voi ; e quanto per lo contrario perdono quei che arrivati sino ad estasi e ratti , se ne rimangono con se stessi ! "  S. Ter.
Questa Santa  dicea d'aver conosciute persone molto eminenti in virtù , ch'erano arrivate all'Orazione d'unione ; e che di poi erano state guadagnate dal Demonio ; e la causa di ciò , poter essere stata il soverchio confidare in se stesse . Poiché vedendosi l'Anima tanto vicina a Dio , e conoscendo la differenza , che passa fra' beni del Cielo , e que' della Terra , ed esperimentando l'amor grande che il Signore le mostra  , nasce in lei da questi favori una tal sicurezza di non dover mai cadere dal bene , che gode ; che le pare impossibile , che una vita sì dilettevole s'abbia a cambiare colla viltà de' diletti del senso .  E con tale confidenza comincia a mettersi nelle occasioni , ed a dar frutti , ma senza discrezione , e senza tassa , e misura ; non considerando , che non è ancora in termine d'uscir dal nido per volare : non essendo ancora massicce le virtù , né ella tenendo esperienza per conoscere i pericoli .

7. " L'appoggiarsi uno sopra i proprj talenti , gli è di gran danno . Poiché quando un Superiore per esempio , un Predicatore , un Confessore mette la confidenza nella propria prudenza , scienza , o spirito , allora Iddio , per fargli vedere e conoscere la sua insufficienza , gli sottrae il suo ajuto , e lo lascia operar da se . Onde accade che tutte le sue fatiche ed industrie poco o niun frutto producono . E questa è la causa , per la quale spesse volte non riusciamo ne' nostri impieghi . "  S. Vinc. de Paoli .
Si vide chiaramente nel passar che fecero pel Mar Rosso gl'Israeliti e gli Egizj .  Quelli posero tutta la loro confidenza in Dio , e lo passarono felicemente : questi la posero ne' loro cavalli , e vi restarono sommersi .   S. Francesco di Sales maneggiava felicemente tutti gli affari che da Dio gli venivan commessi . E la cagione di ciò era perché egli non s'appoggiava mai a verun'abilità propria , ma tutto alla Santa Provvidenza ; nè mai sperava meglio di riuscire ne' negozj , che allora quando non aveva altro appoggio , che questo .   S. Filippo Neri solea dire . Quando una persona si mette da se nell'occasione del peccato , e dice : non caderò , non lo commetterò , allora è segno quasi manifesto , che vi caderà con maggior danno dell'Anima sua .

8. " Sforziamoci di concepire una somma differenza di noi medesimi , e di ben fondarci in questa verità , che da noi stessi non siam buoni a niente , fuorché a gustare i disegni di Dio .  Perché questo ci farà stare in un'intera dipendenza dalla condotta di lui , ed a lui ricorrere incessantemente , per avere il suo ajuto . "  S. Vinc. de Paoli .
Il V. P. Daponte dicea di se , che quelle cose , che sogliono essere in altri motivi d'abbattimento , come sono l'umana fragilità , la debolezza propria , ed i proprj peccati , in lui cagionavano piuttosto confidenza maggiore ; perché fissava lo sguardo nella Bontà e Misericordia di Dio , a chi avea consegnato totalmente se stesso , e le cose sue .   S. Venceslao Re di Boemia , essendogli stato rotto l'esercito , ed egli fatto prigione , fu dimandato come stesse d'animo ; ei rispose , non sono stato mai di miglior animo , che ora .  Perocché quando io stava ben munito degli ajuti umani , mi mancava il tempo di pensar a Dio ; ora che me ne veggo affatto sprovveduto penso solo a Dio , e ripongo tutta la mia confidenza in lui solo , con isperanza , che non mi abbandonerà .   S. Filippo Neri solea spesso dire rivolto a Dio , ed esortava anche gli altri a far lo stesso :  Signore , non ti fidar di me , perché caderò al certo , se tu non m'ajuti .  Ovvero : Signore , da me non aspettar altro , che male .  Diceva in oltre , che parlandosi in qualche caso assente e condizionato , non bisogna mai dire : farei , direi , ma con umiltà : lo so quello che dovrei fare , quello che dovrei dire ; e non già : se quello che farei , quello che direi .

9. " Avvertite di non appoggiarvi , né molto fondarvi su l'amicizia e protezione degli uomini : perché questi da se non sono bastanti a sostenerci ; ed il Signore , quando ci vede ad essi appoggiati , si ritira da noi . "  S. Vinc. de Paoli .
Questo Santo uomo non solo si guardava dal ricercare appoggi umani , ma anche venendogli spontaneamente offerti , li rifiutava .  Perciò pregandolo un dì il Governatore d'una Città d'ajutarlo in Corte per un certo suo negozio , con promettere di proteggere esso i suoi Missionarj contra alcune persone , che li molestavano : il Santo gli diede questa risposta : io dove giustamente potrò , la servirò volentieri . Per conto poi degl'interessi della mia Congregazione , la supplico di lasciarli nelle mani di Dio e della Giustizia .  Questo aveva egli per massima : di non voler cosa alcuna per mezzo dell'autorità e del favore degli uomini .   Del medesimo sentimento era pure la B. M. di Chantal .  Onde avendole scritto l'Arcivescovo di Burges suo fratello , come la Regina di Francia in occasione ch'egli fu a congratularsi seco della sua gravidanza , mostrò desiderio di esser raccomandata dalle Orazioni di lei , e di tutto il suo Ordine , dopo l'esorta a scrivere alla medesima una lettera di congratulazione , assicurandola , che S. M. l'avrebbe sommamente gradita :  essa , quantunque fosse consigliata di molte persone ed interne , ed esterne a farla , non volle acconsentirvi , e si scusò col fratello su di questo pregandolo però d'assicurar la Regina , ch'ella non avrebbe mancato di raccomandarla al Signore , e di farla raccomandare da tutte le Monache della sua Religione .  Ed alle sue Religiose così rispose :  Non posso , né debbo farlo ; perché noi dobbiamo tenerci basse e tanto nascoste , che mai non cerchiamo umane invenzioni per conservarci l'affezione de' Grandi .  Se ci studieremo in render loro i nostri doveri davanti a Dio , pregando per la loro conservazione , per li loro propsperi avvenimenti , e soprattutto per la loro salvezza ; Iddio , che ha presa la cura di noi , ci darà loro a conoscere , quando avrem bisogno della loro protezione , ed inchinerà la loro affezione verso di noi .   S. Teresa disse un giorno : adesso conosco chiaramente , che con appoggiarsi agli uomini , non vi è sicurezza : poiché sono tutti stecchi di rosmarino secco , che ad ogni poco peso di mormorazione , o di contraddizione si spezzano .  Il vero amico , di cui solo possiam fidarci , è Gesù Cristo .  Quando io m'appoggio a lui , mi trovo con un dominio tale , che mi pare , potrei resistere a tutto il Mondo , quando anche tutto l'avessi contrario .

10. " Chi procede ne' negozj con artifizj e con raggiri , offende la Provvidenza di Dio , e si rende indegno della cura paterna . "  S. Vinc. de Paoli .
Questo glorioso Santo in tutto ciò che dicea e facea si mostrava alienissimo sempre da ogni artifizio , e come era solito diceva , lasciamo i raggiri a ' prudenti del secolo .   L'istesso si dice di S. Bonaventura , di S. Tommaso , di S. Carlo , di S. M. Madd. de' Pazzi , di Suor M. Crocifissa , e di altri , come altrove si è riferito : e tutti riuscivano bene ne' loro affari , ed erano per questo stesso molto stimati e favoriti non solo da Dio , ma ancora dagli uomini .

11. " Quando uno mette tutto il suo pensiero in Dio , e tutto s'appoggia a lui procurando però di servirlo fedelmente , Iddio si prende cura di lui ; ed a misura di quanto la sua confidenza è più grande , più s'estende la cura di Dio sopra di lui ; e non ci è pericolo , che gli manchi : avendo esso un amore infinito per quelle Anime , che in lui si riposano . "  Sales .
Così appunto disse il Signore un giorno a S. Caterina da Siena : Tu pensa a me , ed io penserò a te , ed avrò tutta la cura delle cose tue .  S. Ugone Vescovo dicea d'aver esperimentato , che quanto più egli aveva atteso a far bene e con diligenza le cose , che spettano al culto di Dio , tanto più Iddio lo provvedea delle cose necessarie .   Più d'ogni altro S. Francesco faceva e tuttavia a toccar con mani questa verità con la maravigliosa provvidenza , ch'esperimentò egli , ed esperimentano giornalmente i suoi figli . Onde il viatico , ch'egli solea dare a' compagni , quando andavano in alcun luogo , era quel versetto del Salmo : Jacta super Dominum curam tuam , et ipse te enutriet . Ed avendogli il Sommo Pontefice domandato degli alimenti , rispose : Santo Padre , noi abbiamo una Madre veramente povera ; ma un Padre ricchissimo .   Riferisce il Taulero , che una serva di Dio venendo richiesta da varie persone a pregare per alcuni loro bisogni , ella promettea di farlo , ma alle volte se ne scordava : pure quelle persone otteneano sempre l'intento loro , e tornavano a ringraziarla . Del che ella stupita disse un giorno al Signore : come va , Signore , che voi facciate queste grazie a costoro senza che io ve le dimandi ? ed il Signore le rispose : vedi figliuola , quell'istesso giorno che tu mi desti la volontà tua , io diedi a te la mia , e però ancorché tu alle volte non mi chiedi alcuna cosa in particolare , quando io so che tu gusteresti di essa , la faccio come se me la chiedessi .

12. " Chi serve a Dio di tutto cuore , e posponendo ogni proprio ed umano interesse , cerca solamente la sua gloria , ha da sperar sempre un buon successo delle cose sue , e maggiormente in quel tempo , in cui secondo l'uman giudizio non si vede esservi alcun rimedio ; poiché le opere del divino servizio sono sopra ogni vista dell'umana prudenza , e dipendono da più alto principio . "  S. Carlo Borromeo .
Questo Santo Cardinale avea per costume di ricorrere a S. D. M. in tutte le cose sue , particolarmente col mezzo dell'Orazione ; e con questa cominciava , proseguiva , e terminava tutte le opere che faceva , e quanto più ardue e gravi erano le imprese , che abbracciava , tanto più vi mettea d'Orazione ; e avveniva , che i casi fossero non solo malagevoli , ma come disperati , egli per questo non cessava di pregar Dio ; né si ritirava un tantino , anzi si spingeva avanti con maggiore spirito e frequenza di Orazioni . Quindi è , che gli riuscirono felicemente tante grandi cose , che parevano all'umano giudizio impossibili ; con istupore di tutti . In particolare ragionando una volta il Santo con certa persona qualificata , l'andava persuadendo ad avere confidenza in Dio in ogni occorrenza , perché non abbandona mai , né anche nelle cose minute , chi in lui mette le sue speranze , e per darlene un saggio , le raccontò il seguente fatto occorso a lui poco innanzi .  Disse , che il suo Preposito di casa s'era lamentato seco di trovarsi senza denari , e che non sapea come provvedere a' bisogni urgenti della casa ; e però , che lo pregava d'andar più riservato nello spendere in limosine , e nelle opere pie ; essendo per questo rispetto ridotta la casa sua a sì fatta estremità ; e ch'egli altro non rispose , se non che si fidasse di Dio , e sperasse che S. D. M. l'avrebbe soccorso ;  ma non quietandosi colui a queste parole , si partì mal soddisfatto . Fra due ore arrivò un plico di lettere , nelle quali ve n'era una di cambio di tremila scudi , che gli eran mandati della pensione di Spagna , e fatto subito chiamar il Preposito , gliela diede dicendo : Pigliate modecae fidei : Ecco che il Signore non ci ha abbandonato : E soggiunse , che quella fu veramente operazione della Divina Provvidenza : poiché non aspettava allora rimessa di denari , né gli dovea esser mandata prima di due mesi avvenire .  Parimenti si legge ne' processi fatti per la sua canonizzazione , che al tempo di quei gran contrasti con i Ministri regj per le controversie giuridizionali , e per quelle scomuniche fulminate contra di essi , il Governatore di Milano , con alcuni del Consiglio secreto avversi al Cardinale ebbero più volte pensiero di stabilir esecuzioni rigorose contro la persona sua : non trovandosi altra via per impedirlo dalle opere , che faceva in difesa delle ragioni della sua Chiesa : e tutte le volte che si congregavano nel regio Consiglio per venir allo stabilimento , loro si mutava il pensiero nell'animo , e le parole in bocca , non potendosi risolvere a far cosa veruna contra di lui .  Del che essi medesimi restavano confusi , o soprammodo ammirati , non sapendo donde derivasse un tal cambiamento della loro volontà . Ma senza meno derivava dalla sua grande speranza e confidenza in Dio , in premio di cui Iddio benediceva tutte le di lui intraprese , e rimovendo tutti gli ostacoli , le conduceva al suo termine .  Dee però avvertirsi , come ben osserva l'Autor della Vita , che una tal confidenza del Santo veniva in tutto regolata dalla Cristiana prudenza . Era egli attentissimo in guardarsi dall'estremo vizioso chiamato presunzione , non si esponea mai a' pericoli fuor di proposito , né mai tentava imprese stravaganti , e che non fossero di molto servizio di Dio , e benissimo ponderate con grave consiglio e maturità : usava le debite diligenze e precauzioni , ed in certe occasioni non rifiutava gli ajuti umani , non però come cose principali , ma come subordinate alla Divina Provvidenza . Tutto ciò si vede manifestamente ne' prudenti regolamenti , che fece nel tempo , che la peste desolava la Città di Milano ; ed in mille altre occasioni ben note .

13. " Nelle gravi necessità è tempo di far vedere , se veramente confidiamo in Dio . Credetemi che tre operaj fanno più , che dieci , quando Iddio vi mette la mano : e ve la mette , sempre che toglie i mezzi umani , e ci pone in necessità di fare cose eccedenti le nostre forze . "  S. Vinc. de Paoli .
Sentendo egli un dì da Procuratore della Casa , che non aveva un soldo ; per le spese ordinarie , non che le straordinarie per li prossimi esercizj degli Ordinandi , con cuor tranquillo , e con volto allegro , tutto ripieno di fiducia in Dio , rispose : Oh che buona nuova è questa ! Sia benedetto Iddio . Adesso è il tempo di far vedere se confidiamo in lui . Oh , che i tesori della Provvidenza sono infiniti , e la nostra diffidenza la disonora .   Il Re Giosafat vedendosi assalito da una gran moltitudine di nemici , rivolto a' suoi : Noi , disse , non abbiamo forze da resistere a tanti : però alziamo gli occhi a Dio , e confidiamo in lui , che ci verrà tutto in bene . E così avvenne .

14. " Se un legno arido potesse annichilarsi ed umiliarsi avanti a Dio , e poscia fosse eletto al governo , S. D. M. piuttosto darebbe a questa l'essere sensitivo ed intellettivo , che mancare al buon governo di esso . "  Chantal .
Diede di questo una prova ben chiara la B. Berengaria monaca di S. Chiara . Visse ella per molto tempo in un Monastero di Portogallo sempre occupata ne' ministerj più vili della cucina ; perocché datasi in modo particolare all'umiltà , compariva zotica , e molto stolida , di modo che era divenuta la favola delle altre Suore , e riputata inetta per ogni altro ufficio della Religione .  Or essendo morta la Badessa , e convenute tutte le Monache per elegger la nuova , ciascuna senza sapere una dell'altra per iscoprire nel primo scrutinio ove inclinasse la maggior parte de' voti , diede il voto suo a Berengaria , giudicando , che a questa , come affatto inabile a tal uffizio , niun'altra dovesse darlo .  Ricevuti dunque il P. Presidente alla funzione i secreti bollettini delle nomine , e lettili , ritrovò , ch'era giuridicamente eletta Berengaria , e però le ordinò da parte di Dio , che salisse sulla sedia della Superiora , per ricever dalle altre secondo il costume , il primo ossequio di soggezione : onde l'umilissima Vergine fu costretta , benché con tutta sua ripugnanza a mettersi in quel posto . Ma ripugnanza anche maggiore trovossi per parte delle Monache , che borbottando contra di quella non mai creduta elezione , ricusavano di riconoscer per Superiora colei , ch'era affatto inesperta , e del tutto inetta per tal ministero . Il che vedendo la nuova Badessa , sentendosi interamente mossa dallo Spirito Santo , si rivolse verso la sepoltura , ivi situata nel mezzo del Capitolo , e comandò alle Monache defunte che si destassero , e venissero a prestarle la dovuta ubbidienza , per insegnare alle sorelle viventi l'obbligo , che aveano d'ubbidirle . Ed ecco aprirsi incontanente la sepoltura , ed uscir sette Monache una dopo l'altra , e portarsi a prestar ginocchioni ossequio e sommissione a Berengaria : e là fermarsi genuflesse a' piedi di lei alla presenza di tutto il Monastero , finché essa ordinò loro di ritornarsene nel Sepolcro a riposare in pace , come riverentemente fecero . Stordite al caso le Monache ed atterrite , corsero tutte a' piedi della Madre , le chiesero umilmente perdono del loro fallo , e le giurarono e le mantennero sempre una perfettissima soggezione ed ubbidienza .

15. " Quando s'ha da intraprendere qualche affare di servizio di Dio , dopo invocato il suo santo lume , e riconosciuta la di lui volontà ; sebbene per eseguire gli ordini della divina Provvidenza , vi si han da impiegare i mezzi umani , che si stimano necessarj e convenevoli ; non dobbiamo però appoggiarci sopra di essi ; ma unicamente sopra la divina assistenza , e da lei attendere tutto il buon successo con questa ferma persuasione , che quello che succederà sarà sempre il meglio per noi , benché a noi paja buono , o cattivo secondo il nostro particolar giudizio . "  S. Vinc. de Paoli .
Egli stesso , raccomandandosi uno alle di lui Orazioni , rispose così : Sono stato tutta questa mattina occupato in negozj , sicché non ho potuto fare , se non poca Orazione , e questa ancora può sperare in questo giorno dalle mie preghiere .  Questo però non mi disanima ; poiché io pongo in Dio la mia speranza , e non certamente nella mia preparazione , né in tutte le mie industrie : essendo certo che il trono della bontà , e della misericordia di Dio è innalzato sopra il fondamento delle nostre miserie .  S. Ignazio Loyola in tutt'i negozj , che imprendea , facea tutto , come se il tutto dipendesse da lui : e ponea tutta la fiducia in Dio , come se tutto dipendesse da Dio .

16. " Nel provvedere agli affari e bisogni occorrenti , non bisogna lasciarsi trasportare da sollecitudine , o impresciamenti ; ma prenderne una cura ragionevole e moderata , e poi lasciarli in tutto e per tutto alla disposizione e condotta della divina provvidenza ; per darle luogo d'ordinare le cose a' suoi fini , e di manifestarci la sua volontà , tenendo per certo , che quando Iddio vuole , che riesca un negozio , la dilazione non lo guasta ; e che tanto più ci farà del suo , quanto meno ci avremo del nostro . "  S. Vinc. de Paoli .
L'ordinaria pratica di lui era , avanti di valersi de' mezzi umani quantunque onesti e necessarj ricorrere a' divini , raccomandando la cosa a Dio , e starsene poi quieto , aspetando , ch'esso l'incamminasse a' suoi fini , ed alla maggiore sua gloria ; e solea dire , che la provvidenza fa , che riescano bene i negozj a chi procura di seguitarla e non prevenirla .  In fatti venendo egli importunate dalle Dame della Carità , perché ritrovasse zitelle da poter istruire la Congregazione delle figlie della Carità ; difficili a trovarsi quali si richiedeano ; senza punto affannarsi si contentava di ricorrere a Dio con l'Orazione ; aspettando che la sua provvidenza si degnasse scoprirgli qualche modo di provvedere a tal bisogno .

17. " Quel tanto affrettarsi , e mettersi in pena in cercar mezzi ed ajuti , per premunirsi contra gli accidenti di questa vita , e rimediare alle traversie , che occorrono , è un gran mancamento di confidenza in Dio . Perocché prevenendo così gli ordini della di lui provvidenza mostriamo di confidare più nelle nostre diligenze che nella santa condotta di lui ; e che più si appoggiano su la prudenza umana , che sulla sua santa parola . "  S. Vinc. de Paoli .
Il P. Alvarez , essendo Rettore in un Collegio povero , aveva un Ministro , che spesso veniva a dirgli con ansietà e sollecitudine i bisogni occorrenti , e ch'era necessario di badare allo stato del Collegio : ed egli chiedea se avesse raccomandato il negozio a Dio . E rispondendo quegli , che non avea tempo d'Orare . Questa , soggiungeva il buon Superiore , dee essere la prima cosa : Vada in stanza a fare un po' d'Orazione al Signore . Pensa forse lei , che questo gregge non abbia Padrone , e tale che non abbia a cuore la vita loro ? Vada in pace , e pensi , che questo non dipende dalla sua industria . Ubbidiva il Ministro , e spesso trovava provvisto al bisogno per vie , a giudizio suo , miracolose .

18. " Riconosciuta la volontà di Dio in qualche negozio , per arduo che sia , dee abbracciarsi con intrepidezza , e proseguirsi costantemente sino alla fine , per molti e grandi che sieno gli ostacoli , che vi si attraversano . Perocché la divina provvidenza non manca mai nelle cose che d'ordine suo s'intraprendono . "  S. Vinc. de Paoli .
Il medesimo Santo intrapresa che avea una cosa , quale conosceva essere di voler di Dio , non la lasciava più , per qualunque opposizione vi s'interponesse . Anzi quanto a maggiori contrarietà e funesti accidenti incontrava dalla parte delle creature ; in vece di restarne disanimato , tanto maggior costanza e risoluzione mostrava in proseguirla .    S. Carlo pure , quando con prudenza e maturità avea ponderati i negozj , a' quali si metteva , e giudicatili buoni per servizio di Dio , benché ad altri paressero talora irriuscibili , gli abbracciava , e li proseguiva con gran coraggio , e tutti li riducea a fine .   La Beata Madre di Chantal dice di S. Francesco di Sales , che aveva un'Anima la più ardita e generosa , che avesse mai conosciuta , nel continuare le imprese inspirategli da Dio .   S. Francesco Saverio ovunque vedea l'onor di Dio , là correa senza temere né difficoltà , né pericoli di sorta alcuna . Quindi è che nulla tentava , che non conseguisse , e nulla principiava , che non terminasse .

19. " Mettiamo la nostra confidenza in Dio , e stabiliamoci in una intera dipendenza dalla di lui provvidenza ; e poi non temiamo punto quello che diranno , o faranno gli uomini contra di noi , che tornerà tutto in bene nostro . Sì quando anche tutta la Terra si sollevasse contra di noi altro mai non seguirà , se non quello che piacerà al Signore in cui abbiamo riposte le nostre speranze . "  S. Vinc. de Paoli .
Avendo scritto al medesimo uno de' suoi , che si faceano de' maneggi per ispiantare la sua Congregazione , e che v'erano delle persone potenti che appoggiavano quei malvagi disegni : diede questa risposta : Fondiamoci e mettiamoci bene nella totale dipendenza della S. Provvidenza , e poi non ci lasciamo ingombrare l'animo da queste inutili apprensioni ; che non si farà nulla contra il di lui santo volere .   Essendo S. Gregorio , Vescovo di Girgenti , una notte calato in coro al mattutino , alcuni suoi emuli posero una femmina nel suo letto , e dopo l'uffizio lo vollero accompagnare sino alla camera : allora la donna , secondo il concertato , si mise a gridare , accusando il Vescovo di sacrilegio : per lo che restò infamato per tutta la Città , e sin condannato dal Papa alla carcere .  Ma Iddio si prese la cura di lui : poiché apparendogli ivi i SS. Apostoli Pietro e Paolo , lo consolarono ; ed egli fece molti miracoli ; e la donna fu invasata , e molto tormentata dal Demonio , sinché comparsa in un Concilio di Vescovi scoprì la trama : ed allora fu ella guarita dal Santo , i malfattori condannati ad atrocissime pene , ed il Santo assolto dal Papa ; e la sua santità divulgata per tutto il Mondo .

20. " Gli animi deboli , e troppo attaccati alla propria stima , se mai vien loro imposta qualche calunnia , fanno subito rumore , e strepito , e non sanno darsi pace . Non così gli animi generosi , che altro non pretendono , che di piacere a Dio . Sanno benissimo , ch'egli vede la loro innocenza e la tiene a cuore tanto , che non lascerà di difenderli , secondo che richiede il maggior bene loro . "  S. Agost.
S. Francesco di Sales scrisse a Monsignor Camus così : Mi vien avviso da Parigi , che mi taglian molto i panni addosso ; ma io spero , che Iddio me li racconcerà meglio di prima , se ciò è necessario per lo servizio .  Io per me non voglio altra riputazione , se non quanta mi è necessario per questo .  Posciacché , purchè Iddio sia servito , che importa , che questo si faccia colla buona , o colla cattiva fama ; coll'esaltazione , e col discredito della nostra riputazione ? Disponga egli della mia stima e del mio cuore , come a lui piace , poiché tutto è suo .  E se la mia abbjezione serve alla gloria sua , non debbo io gloriarmi di essere abbjetto ?  Ed un'altra volta essendo stata inventata contra di lui un'enorme calunnia in maniera d'onestà , vedendo i suoi amici , ch'egli non cercava di giustificarsi gli dissero , che dovea farlo , perché era tanto necessaria al suo ministero la sua riputazione , ei rispose , che il Signore sapea di quanto credito , egli avesse bisogno per lo ministero , e che non ne volea di più .  Il V. M. di Palafox venendo una volta accusato di non aver amministrato bene il suo uffizio , per lo che gli fu ordinato il sindacato ; non volle mai difendersi ; ma rimise totalmente la sua causa nelle mani di Dio , dicendo , ch'egli ben sapea la di lui buona intenzione , ed il desiderio , che aveva avuto d'accettare ; e che però spettava alla di lui provvidenza di difendere , se così richiedea la sua gloria , chi bramò di servirlo . E così appunto succedette .

21. " Quando uno ripone tutta la sua fiducia in Dio , Iddio esercita continuamente una special protezione sopra di quello : ed in questo stato di cose egli può star sicuro , che non gli arriverà alcun male . "  S. Vinc. de Paoli.
Per questo egli in tutte le afflizioni , traversie , ed altri fastidiosi accidenti , che occorreano nella persona sua , o de' suoi , non fu mai veduto abbattuto , o disanimato , ma sempre pieno di confidenza in Dio con una continua egualità di spirito , e con un continuo abbandono nella santa Provvidenza . E quel ch'è più , godea di trovarsi in tali congiunture , per potersi mettere in una più perfetta , assoluta , e totale dipendenza della Divina Volontà .   Ferdinando II Imperadore sentendo parlar de' travagli occorrenti , dicea : Facciamo le parti nostre , e poi lasciamo e noi , e le cose nostre al governo di Dio , che disporrà bene ogni cosa . E quando si temea di qualche avversità , diceva : il Signore provvederà .

22. " Una volta che ci siamo posti totalmente nelle mani di Dio con un'intera confidenza di lui , non abbiamo a temere di avversità ; che se alcuna ce n'avverrà saprà egli farcela ridondare in bene nostro per vie , che ora non conosciamo , ma le conosceremo un giorno . "  S. Vinc. de Paoli.
Due casi strani accaduti uno a S. Francesco di Sales , l'altro a S. Ignazio Loyola ci comprovano molto bene la verità del sentimento suddetto .  Il primo essendosi portato in Roma da giovane secolare , e ritornando una sera all'albergo presso il Tevere , ove alloggiava , trovò che i suoi contendevano coll'oste , vedendo questi , che cercassero altro ospizio , perché sperava di ricavare maggior guadagno da altri ospiti , de' quali già avea ritirati gli equipaggi ; e per dar luogo a quelli , dovea mandar via il Santo Barone .  Né si sarebbe terminata la contesa colle sole ingiurie , se Francesco inteso il motivo della disputa , non avesse con la sua ordinaria dolcezza ordinato a' servitori di compiacere all'oste . Convenne per tanto ritirarsi in altro luogo . Ma che ? Appena fu ritrovato il nuovo ospizio , che una dirotta pioggia gonfiando il Tevere , questo uscito dal suo letto , arrivò a quell'infelice albergo , e lo portò via con quanti vi eran dentro , senzaché neppur uno ne scampasse , non lasciando vestigio di quell'abitazione , ch'era giudicata delle migliori di Roma .  S. Ignazio poi ritornando dalla visita dei Luoghi santi giunto in Cipri , trovò tre Vascelli in punto per venire in Italia .  Il primo era di Turchi ; il secondo era una grande e salda nave Veneziana forte e ben armata , che parea , potesse contrastar colle più furiose procelle ; il terzo era un naviglio piccolo e vecchio , quasi roso e tarlato .  Pregarono molti il padrone della nave Veneziana a ricevere in essa Ignazio per amor di Dio , innalzandoglielo molto , e spacciandoglielo per un Santo . Ma come egli intese , ch'era povero , e non avea danari per pagarlo , rispose , che se era Santo non avea bisogno di nave per passar il mare , potendolo camminar a piedi , come aveano fatto tanti altri Santi , e non volle ricevere : sicché fu costretto a mettersi nella nave vecchia , ove fu ricevuto volentieri e con molta liberalità .  Partirono i tre legni in un medesimo giorno ed all'istessa ora con vento prospero , ed essendo andati avanti per un buon tratto di mare , sull'imbrunir della notte sopravvenne una furiosa tempesta ; per la quale la nave turchesca con tutta la sua gente si affondò ; la Veneziana s'incagliò nell'arena , salvandosi con grande stento la gente ; e la sola nave vecchia prese porto .  Ecco come il Signore mostrò la sua protezione verso questi due servi fedeli , facendo anche per vie , che parevano inique , che uno fosse scacciato , e l'altro non ricevuto nel luogo che dovea soggiacere alle disgrazie .  Giuseppe , e Giobbe è vero , che soffrirono de' molti e gravi travagli , ma quanti vantaggi ne riportarono , che mai non si sarebbero creduti di avere ?

23. " Quando ci troviamo in qualche pericolo , anche grande , non dobbiamo perderci d'animo , ma confidare molto nel Signore : perché dov'è maggiore il pericolo , ivi è anche maggiore l'ajuto di colui che si fa chiamare l'Ajutatore nella opportunità , e nella tribolazione . "  S. Ambr.
Trovandosi S. Ignazio Loyola in una gran tempesta sopra una nave , nella quale si era già rotto l'albero , e tutti tremando e piangendo , stavano aspettando la morte : egli solo se ne stava allegro , e senza timore col riflesso , che venti et mare obediunt ei , e che senza licenza di lui non si levavano le tempeste , né possono affondar nessuno ; e se ciò Iddio volea far di lui , lo volea anch'esso .

24. " Si trovano alcuni tanto attaccati alla Confidenza in Dio , che non la sanno né pur lasciare ne' casi estremi , e che pajono disperati affatto . Oh quanto sono cari a Dio , e quanto vengono da lui soccorsi questi tali ! "  .
Ferdinando II Imperadore , sebbene vide una volta congiurato contra di se tutto il Settentrione , ed avvisato di devastazioni , sconfitte , e perdite di Regni : non però si turbò mai , e sempre rispondeva : Iddio mi trarrà da questa tempesta . Né restò deluso , perché quando il caso parea più disperato , ebbe un insigne vittoria .  Qual caso più disperato di quello di Susanna , accusata , condannata , condotta alla morte ?  E pure ella confidò nel Signore ; e ne fu liberata .

25. " Chi non si perde d'animo nelle avversità improvvise , ma subito ricorre con confidenza a Dio , mostra di esser ben radicato in questa virtù . "  Rodr.
Si trova nelle vite de' PP. che S. Colombano un giorno standosene spensierato , si vide venire incontro dodici lupi , che lo cinsero d'intorno , e per fino accostaron le bocche alle di lui vesti , ed egli senza punto turbarsi altro non fece , che invocare Dio con gran confidenza con quelle parole , Deus in adjutorium meum intende , Domine , ad adjuvandum me festina , alle quali voci i lupi incontanente fuggirono .   Fu dimandato all'Abate Teodoro , uomo di gran virtù ; sentendo in un subito romori , e strepiti grandi , avrebbe avuta paura : no , rispose , se il Mondo rovinasse , ed il Cielo si unisse con la Terra , Teodoro non temerebbe .

26. " La Confidenza dell'Anima Cristiana sta riposta nel perfetto abbandonamento in Dio oltra , e sopra ogni vista della prudenza umana . Oh , che gran felicità camminare in questa perfetta dipendenza della sovrana Provvidenza , dimorandosene continuamente sotto la divina protezione . "  La B. di Chantal .
Tale fu la Confidenza d'Abramo , il quale sperava doversi spargere la sua generazione sopra tutta la Terra , secondo la divina promessa , benché per ordine dell'istesso Dio sacrificasse a lui la vita del suo unico figlio , mentre per la sua età avanzata non era più capace d'averne .  Tale ancora fu quella del Santo Giobbe , il quale afflitto nel corpo , privato de' figli , spogliato de' beni , e deriso dagli amici , diceva : Ancorché egli m'uccidesse , io spererò sempre in lui .

27. " Chi si pone interamente in braccio alla Provvidenza , e si lascia da essa reggere , va con tutte le sue croci in carrozza senza quasi sentirne il peso . Chi fa diversamente , va a piedi , strascinandole con fatica e pena . "  S. Basil.
Ferdinando II Imperatore dicea così di se : I travagli e le molestie mi avrebbero da gran tempo estinto , se io non avessi abbandonato tutte le cose mie e me stesso alla Provvidenza .  In una Città d'Italia eravi una giovinetta povera , la quale giaceva in un letto molto miserabilmente , ed afflitta da molte infermità : e pure venendo visitata si mostrava sempre allegra : sentendo poi , che si temeva una gran carestia , non s'affliggeva punto .  Or fu richiesta , come potesse star allegra tra tante miserie , rispose ella , che tutt'i suoi pensieri erano collocati in Dio , e ch'essa se ne stava come un uccelletto sopra le ali della Provvidenza divina : e perciò non temea , né si turbava di niente . 

28. " Il servo di Dio non dee temere di cosa alcuna , ed ha da stimar poco fin gli stessi Demonj i quali in ogni volta che ne facciamo poco conto , rimangono senza forza ; e l'Anima assai più padrona . Se il Signore è potente , e quelli sono gli schiavi , che male possono essi fare a quei , che sono servi di un sì gran Re e Signore ? "  S. Ter.
La medesima Santa attesta di se , che era tanto timida , che spesso neppur di giorno usava star sola in una stanza : ma che un giorno considerando quanto grand'inconveniente sia l'andar un'Anima avvilita e timorosa d'altro che di offendere Dio , mentre abbiamo un Signore sì potente , e sì grande , che tutto regge ; e tutte le creature , per fin gli stessi Demonj sono a lui soggetti ; e ch'ella desiderava di servire a questo Signore , ed altro non pretendea , che di dar gusto a lui , e fare la sua volontà ; prese a dir tra di sé : Di che temo ? di che ho paura ? e poi prese in mano una Croce , si mise a sfidar i Demonj dicendo : Venite ora tutti , ch'essendo io serva del Signore , voglio vedere ciò che mi potete fare . Dopo ciò , soggiunse , che si sentì tutta incoraggiata , e che se le levarono tutt'i timori : talmente che , sebbene di poi le accadde di veder più volte i Demonj non però n'ebbe più alcuna paura ; e che anzi le parea ch'avessero paura di lei : a segno , che le restò un dominio tale sopra di loro , che non gli stimava più che se fossero mosche .   Essendo una serva di Dio molto flagellata da Demonj , ella altro non facea , che cantar allegramente il Salmo : Laudate pueri Dominum .  Del che sdegnati gli avversarj le accrescevano i tormenti , ed ella se ne rideva dicendo : io vi tengo per niente , formichelle : ho il mio Signore con me , e niente temo di voi .

29. " Per molti peccati anche gravi , e imperfezioni , che uno abbia fatte , o faccia ; non dee mai disperare della sua salute , né perdere la confidenza in Dio . Perché la divina clemenza è infinitamente maggiore della umana malizia . "  S. Gio. Crisost.
Essendo S. Bernardo gravemente infermo , fu rapito in ispirito , parendogli d'esser condotto al Giudizio , ed ivi tentato di disperazione dal Demonio , al quale egli rispose : Confesso , che per le opere mie non mi si dee il Paradiso ; perché mi conosco indegnissimo d'un tanto bene : nondimeno il mio Signore l'ha ottenuto per due capi ; uno per esser egli Figlio di Dio ; l'altro per esser morto su la Croce . Or esso per se si contenta del primo , e l'altro lo dona a me . E per questo motivo io lo spero .   Fu ammirabile in questo la confidenza di S. Vincenzo Ferreri . Avvisato egli un giorno , che un moribondo per la considerazione de' suoi gran peccati era caduto in disperazione , e perciò ricusava di confessarsi , vi accorse con gran confidenza di ridurlo , e là giunto : perché Fratello mio , disse , sapendo tu che G. C. è morto per te , vuoi disperare della sua misericordia ?  Questo è un grave affronto che tu fai alla gran bontà ; ch'egli ha avuto per te . E l'infermo maggiormente alterato da queste stesse parole : per questo appunto , rispose , mi voglio dannare , per far dispetto a Cristo ; e a dispetto tuo ti salverai , ripigliò il Santo .  Indi rivolto agli astanti : Recitiamo , disse , il S. Rosario alla Vergine , per impetrar da lei la conversione di quest'ostinatissimo peccatore .  E ben volle il Signore mostrare quanto avesse gradita la generosa confidenza del suo servo : poiché prima che si terminasse il Rosario , si vide riempir quella camera d'una immensa luce , e comparir la gran Madre di Dio col S. Bambino in braccio tutto asperso di sangue . A tal vista intenerito , compunto e convertito quel gran peccatore si confessò con gran compunzione di cuore , e poco dopo con un giubilo di Paradiso in volto spirò l'Anima nelle mani di Dio .   Narra il Blosio di S. Geltrude , che un giorno stava tra se pensando qual cosa tra tante , che avea apprese dal Signore , potesse ella manifestare agli uomini per loro maggiore utilità : e che s'intese dir da lui nell'interno , che sarebbe cosa loro utilissima il sapere , ed aver sempre nella memoria , che io sto di continuo avanti al padre mio intercedendo per la loro salvezza ; e che ogni qualvolta essi per umana fragilità macchino i cuori loro con mali pensieri , offro a lui per espiazione di quelli il mio mondissimo cuore ; e quando fanno peccati di opere , io gli offro le mani mie traforate : e così in qualunque cosa difettano , io subito cerco di placare il divin Padre , affinché potendosi essi , ne possan ottenere il perdono .

30. " In somma se vogliam far bene i nostri affari , e provvedere a tutt'i nostri bisogni , dobbiamo di tempo in tempo mirare Dio , come fanno quei che navigano , i quali , per arrivare al luogo che desiderano , miran più in alto verso il Cielo , che abbasso ove vogano . "  S. Franc. Sales .
Per comprovare la verità di questo sentimento , basta dare un'occhiata agli esempj del medesimo Santo , e di tanti altri , che si son riferiti in tutto questo mese , senza che vi sia bisogno riferirne de' nuovi .  Resterebbe a dire della Confidenza , da praticarsi nelle tentazioni , e nelle aridità di spirito .  Ma perché questo è un punto di somma importanza , che non può racchiudersi in pochi versi ; si è stimato a proposito formarne un piccolo trattato a parte , che si porrà in fine nell'Appendice ; e sarà di molto sollievo , e vantaggio per chiunque patisce di somiglianti tribolazioni .   Intanto per avere presente allo spirito un santo pensiero per questa giornata sull'indicato soggetto , considerate queste parole dell'Apostolo , e siano esse la vostra familiare giaculatoria in tutte le tribolazioni che soffrite : In fide vivo Filii Dei , qui dilexit me , et tradidit semetipsum pro me . Io vivo nella confidenza , nella protezione , nell'amore del Figliuolo di Dio , che mi ama , e mi ha tanto amato , che si è fatto uomo , ed è morto crocifisso per me .

31. " La certezza dell'amor divino a nostro favore ci deve inspirare la fiducia e confidenza in Dio : e questa confidenza istessa ci farà meritare il detto amore . "  G. A.
La nostra confidenza in Dio dev'esser grandissima , ma non deve degenerare in vana presunzione la quale non pregiudica meno che la mancanza di confidenza .  Noi adunque studiamo alla meglio l'amor di Dio verso di noi , acquistiamo una perfetta confidenza in Dio , e questi saranno due grandi passi per la nostra eterna salute .   ( Sappi di certo , o caro lettore , e persuaditi , che qui confidit in Domino non confudetur .  L'Edit. )




NOVEMBRE
CARITA'
Hoc est maximum et primum mandatum : Diliges Diminum Deum tuum ex toto corde tuo ; secundum autem simil est huic : Diliges Proximum tuum sicut te ipsum . Matth. 22. 38.

1. " Dio mio , e Signor mio , che bisogno vi era , che voi ci faceste un precetto d'amarvi ? Non siete voi forse amabilissimo per le vostre infinite perfezioni ? E per l'infinito amore , che a noi portate , non vi meritate voi tutto il nostro amore ? Or com'è possibile , che si trovi alcuno , che non v'ami ? Se vi è , sarà , perché non merita di conoscervi . Perché un'Anima che conosce Dio , non può non amarlo , ed amarlo a misura nella cognizione , che ne ha : tanto che , se l'ama poco , è segno , che poco lo conosce , e quanto più crescerà nella cognizione di lui , tanto più ancora andrà crescendo col di lui amore  . "  S. Ter.
Un'Anima molto elevata diede al suo Direttore la seguente relazione del suo interno .  Padre mio , gran fuoco s'accende nell'Anima quando nel tempo dell'Orazione ella vede con una chiara intelligenza , che la SS. Umanità del Signore le fa conoscere quanto egli meriti che l'amiamo , per lo molto , che ci ama ; mentre ci ama con quell'istesso amore , col quale ama se stesso . E ce lo mostra . 1. Con quel tanto , che ha fatto , e continuamente fa per noi .  2. Per lo gran desiderio che ha di essere da noi amato dimostrandocelo con tanti suoi sorprendenti tratti amorosi ; e standosene come in uno stato violento ; perché si vorrebbe a noi comunicare , e darsi a conoscere per farsi amare : ma non trovando l'accesso per mancanza delle disposizioni , non può .  3. Per pazienza , con cui soffre l'incorrispondenza d'amore , che incontra nelle sue creature tanto amate da lui ; seguitando egli con tutto ciò ad amarle incessantemente .  Or l'Anima a questi lumi esce subito in diversi affetti , or di stupore maravigliandosi , come la divina Maestà si contenti , che la creatura sia amata con un amore infinito , ed il Creatore , e Signore con un amore finito e limitato : ora d'amore , ma d'amor eccessivo , che la strugge e consuma ; e vorrebbe un cuore di Serafino , per ardere e bruciare nell'amor del suo Dio ; anzi vorrebbe amarlo con quell'istesso amore , con cui si vede da lui amata : ora d'afflizione insoffribile , per vedersi priva della cognizione e dell'amor di Dio ; che sono il sommo d'ogni sua perfezione , e l'innalzerebbero a S. D. M. , il che ella tanto desidera . Cresce ancor più questa pena per una nuova cognizione , con cui il Signore le fa intendere , che il non amarlo è un positivo disprezzo della sua Potenza , Sapienza , Carità , e Bontà , e di tante cose ammirabili , che ha fatte e patite per lei .  Oh dove si trova e come non s'annichila ella a questo lume !  Assicuratevi Padre , che quando Iddio mi ha posta nella vista di quel gran disprezzo , che ho usato al mio Amore , quando non l'ho amato , io non so come si viva : al certo , che se egli non mi avesse tenuta sospesa da' sensi , io sarei morta ipso facto . Ora finalmente s'accende l'Anima d'ardenti brame e desiderj , che sia conosciuto il suo amato , e porge acclamazioni e suppliche a quell'infinita Bontà , acciò si faccia conoscere per essere amata : ed ella si esibisce pronta a cooperare in ajuto e profitto delle Anime in quel modo , che sarà grato a S. D. M. . Così si è fatto sentire l'amante Signore a me sua vilissima ed indegnissima serva . E quando egli per sua misericordia mi ha compartite alcune di queste grazie , anche fuori dell'orazione anzi talvolta nell'atto di conversazione , e degli esercizj manuali , sono rimasta rapita e così alienata da' sensi , che per lo più avendomi in quel tempo parlato di molte cose le sorelle , non ho saputo cosa m'avessero detto , eccetto però se mi ha parlato la Superiora d'affari d'ubbidienza .   Il B. Jacopone non si dava pace in vedere gli uomini perduti nelle offese di Dio nel tempo del carnevale , e però andava gridando : Amor non amatur , amor non amatur , quia non cognoscitur .  E San Filippo Neri spesso andava esclamando : Signore , io non t'amo , perché non ti conosco .

2. " Quando uno è arrivato a porre totalmente il suo cuore in Dio , perde l'affetto a tutte le altre cose , ed in niuna trova più consolazione , e di niun'altra più sicura , fuorché di Dio , dimenticandosi del proprio interesse  . "  S. Ter.
Quando v'è qualche cosa creata , che mi dà consolazione e gusto io , dicea S. Bernardo , non ardisco di dire , che l'amor di Dio è in me ardente e infervorato .  E la Santa Regina Ester nel mezzo delle sue pompe e fasto reale : Signore , dicea , tu ben sai che non mi han dato gusto né la corona , né la maestà ed apparato regio , né i banchetti del Re , né in verun'altra cosa ho io avuta consolazione alcuna sin al giorno d'oggi , che in te , Signore e Dio mio .   La B. Caterina da Genova , ferita una volta dalla saetta del divino amore , andava gridando : non più Mondo , non più piaceri . E se allora fosse stata padrona di mille Mondi ; gli avrebbe tutti gettati via per dar tutto il suo cuore a Dio .  S. Ignazio Loyola arrivò tant'oltre in questo che avea perduto l'affetto ad ogni cosa , che non fosse Dio , e niente altro avea nel cuore , che di piacere a lui , e di guadagnarsi l'affetto suo . Onde disse un giorno , che se Iddio avesse posto in sua elezione , d'andarsene allora a dirittura in Paradiso , o di fermarsi più nel Mondo per servirlo , e farlo servire dagli altri , anche con incertezza della sua salute , avrebbe eletto piuttosto il secondo , che il primo .

3. " Ahimé ! Non abbiamo tanto amore quanto ci bisogna : voglio dire , che bisognerebbe che l'avessimo infinito , per averne abbastanza per amare a dovere il nostro Dio ; e con tutto ciò miserabili che siamo lo gettiamo via prodigamente , in cose vili e vane , come se n'avessimo d'avanzo  . "  Sales.
Questo buon Santo non potea soffrir nel suo cuore affetto a veruna cosa . Ond'è , che disse un giorno : Certamente se io conoscessi un sol filo d'affetto nell'Anima mia , che non fosse di Dio , o per Dio , incontanente lo troncherei . Perché vorrei esser piuttosto un nulla , che non esser tutto di Dio senz'alcuna eccezione .   S. Filippo Neri bruciando in quelle fiamme amorose , andava spesso gridando : com'è possibile , che uno , il quale crede in Dio , possa amare altro che Dio : E come , lagnandosi con lo stesso Dio , esclamava : Signore essendo voi tanto amabile , ed avendomi comandato d'amarvi ; perché poi m'avete dato un sol cuore , e questo sì picciolo ?    S. Agostino per indurre l'Anima sua a radunare tutto il suo amore in Dio , così l'andava stimolando : Che cosa è mai in questo Mondo , che ti possa piacere , e che possa guadagnarsi il tuo amore ? dovunque ti volgi , non vedi altro che Cielo e Terra . Se nell'uno e nell'altro luogo tu trovi cosa degna di lode e d'amore , quanta lode e di qual amore dee esser degno colui , che ha fatto queste cose , che lodi ed ami ? Anima mia finora già sei stata lungamente occupata , e sbattuta quà e là da molte , e varj desiderj , che t'impiegarono il cuore , e lo divisero in molti amori : lasciandoti sempre inquieta , e non mai sicura . Raccogliti ora un poco in te stessa , e chiedi a quelle cose , che ti piaceano , chi sia l'autore loro : e giacché ammiri la fabbrica , ama il Fabbricatore : né t'immerger tanto in ciò ch'è fatto , che ti dimentichi di colui che lo fece . Ah si , si mio Dio , tu sei certamente degno di esser riverito ed amato sopra ogni altra cosa della Terra e del Cielo . Anzi tutte le altre cose transitorie non meritano di esser punto amate , per non perdere l'amore tuo , ecc.

4. " L'Anima , che ama daddovero Iddio , in sapere , che una cosa sia di maggior perfezione e servizio di lui , per lo contento , che prova in dargli gusto , l'eseguisce subito , e senza pena . Ah mio Dio , che non vi bisogna altro , che amarvi davvero , e lasciar davvero ogni cosa per amor vostro , acciò Voi rendiate il tutto facile ! "  S. Ter.
Così faceva ella : onde disse una volta : Sebbene io desiderassi la nuova riforma , per allontanarmi da tutto , e seguire la mia vocazione con più perfezione ; di tal maniera però la desidero , che quanto avessi inteso , e conosciuto essere di maggior servizio di Dio il lasciarla del tutto , l'avrei certamente fatto con ogni tranquillità e pace .  Perché nel conoscer io , o sapere che una cosa sia di maggior perfezione , e servizio del Signore : mi quieto , e col contento , che provo in dargli gusto , mi passa subito la pena di lasciar qualunque cosa di mia soddisfazione . E questo tanto era vero che per non mancarci mai volle obbligarci con voto di far sempre quel che avrebbe conosciuto esser più perfetto e di maggior gusto del Signore .   Questo medesimo voto si legge aver parimenti fatto S. Andrea Avellino , e la B. M. di Chantal .   Di S. Ignazio Loyola già si sa , che non solo cercava in ogni cosa la gloria di Dio , ma la maggiore , che potesse . Onde è , che la Chiesa nell'orazione , che per lui ordinò , questo mise come per suo proprio carattere e distintivo ; averlo Dio eletto per propagar la di lui maggior gloria .

5. " Quando l'amor di Dio s'è impadronito d'un Anima , produce in essa un'insansiabile brama d'operar per l'amato : tanto che per molte e grandi opere che faccia , e per molto tempo che spendea per suo servizio , tutto le sembra nulla ; e sempre s'affligge di far poco per lo suo Dio : e se le fosse lecito di sfarsi , e morir per lui , ne resterebbe molto consolata . Onde è che ella si tien sempre per inutile in tutto ciò che fa , e le pare di vivere oziosamente ; perché insegandole l'Amore quel che Iddio merita , a quel chiaro lume vede tutt'i difetti ed imperfezioni delle sue azioni ; e così da tutto cava confusione , e pena : conoscendo , essere molto basso il suo modo d'operare per un sì gran Signore . Ed in questo grado sta ella molto lontana dall'aver vanagloria e presunzione , e dal condannare gli altri . "  S. Gio. Crisost.
S. Vincenzo de Paoli era non meno instancabile , che insaziabile d'operare per Dio , e rendersi accetto nel di lui cospetto : né si credea d'aver mai fatto abbastanza per un Signore sì grande ; ma ad imitazione dell'Apostolo ponendo sempre in oblio quanto di bene fatto avea per l'addietro , mettea tutto il pensiero e studio suo in avanzarsi ogni dì nel di lui servizio .   Fu ammirabile in questo S. Carlo , il quale ebbe sempre , finché visse , un insaziabile desiderio d'onorar Dio , e di promuovere ed accrescere il di lui culto , che lo spingeva ad operare senza mai stancarsi ; anzi mostrandosi sempre più fresco un giorno che l'altro nelle fatiche , succedendosi l'una all'altra senz'alcuna intermissione , di modo tale , che cadendo sovente per terra i suoi Ministri per la stanchezza , egli non diede mai minimo indizio , come se le fatiche gli servissero di ricreazione e di sollievo .  E quello che è più , con tante e sì grandi opere da lui fatte in servizio di Dio , non mai mostravasi contento di ciò che avea fatto ; ma andava continuamente inventando nuove maniere d'operare ; né mai pensava ad altro : né di altro parlava , che di Dio , e di cose spettanti all'onore e servizio di suo Dio .

6. " Giunto che uno è al perfetto amore di Dio , diviene come se fosse un sol uomo sopra la Terra . Non cura più la gloria , né la ignominia : disprezza le tentazioni , ed i patimenti  : perde il gusto e l'appetito di tutte le cose . E non trovando appoggio , né consolazione , né riposo in cosa alcuna , va incessantemente in cerca dell'Amato , senza mai stancarsi , di modo che , e quando lavora , e quando mangia , e quando veglia , e quando dorme , ed in ogni sua operazione e discorso , tutto il suo pensiero , e tutto il suo studio è di ritrovare l'Amato : perché ivi ha egli il suo cuore , ov'è il suo tesoro . In una parola è come un innamorato , il quale altro non sospira , che il volto della sua amata , e la sua amata è il suo tutto . "  S. Gio. Crisost.
Zenone Monaco , assorto un dì in contemplazione , andava girando qua e là a guisa di fanatico , quando incontratosi nell'Imperadore Macedonio , e richiesto da lui che facesse , rispose : e tu che vai facendo per qua ? Vado a caccia , disse l'Imperatore ; ed egli : Ed io vado cercando Dio , e non mi fermerò finché non l'abbia trovato . E ciò detto gli voltò le spalle , e lasciollo .   Il P. Raimondo Lullo era tanto internato nel Divino Amore , che tutto il suo negozio era l'amore , non sapea né pensare , né parlare d'altro , che di questo . Onde se alcuno gli dimandava , di chi sei tu ? Rispondea , dell'Amore : da dove vieni ? dall'Amore : dove vai ? all'Amore : chi t'ha condotto qua ? l'Amore .  S. Onofrio Ab. Lirinense vivea tanto innamorato di Dio , e tanto cercava l'ossequio e la gloria di lui , che non solo di giorno , ma anche di notte tutt'i suoi pensieri , ed affetti erano indirizzati a lui per fin dormendo facea de' brevi e ferventi discorsi circa l'obbligo , ed il modo d'amare Dio e tutt'i suoi sogni d'altro non erano , che dell'amor di Dio , della pietà e divozione .   Questo stesso era il tenor  di vita tenuta dal glorioso S. Vincenzo Ferreri , del quale scrivono che avea sempre il cuore e la mente pieni di Dio . Pensava sempre a Dio , non parlava mai che di Dio , o con Dio , di modo che , e camminando , e sedendo , studiando , e discorrendo , sembrava sempre assorto in Dio ; il cui amore gli compariva nella bocca , nel volto , negli occhi , ed in tutt'i suoi sentimenti in ogni luogo e tempo , quando anche dormiva : poiché in tal'occasione fu da varj più volte osservato per le fessure della porta della camera , ove stava dormendo , tutto illuminato da un maraviglioso splendore , che usciva dalla sua faccia .   Sembrano incredibili gli eccessivi ardori , che patirono di questo santo fuoco molte Anime sante . Scrivono , essere stati sì grandi in S. Luigi Gonzaga , che compariva col volto tutto infiammato : i S. Caterina da Siena , che fuoco naturale le parea piuttosto freddo , che caldo ; in S. Pietro d'Alcantara , che immergendosi negli stagni gelati , li facea bollire , come se vi fosse stato posto un ferro rovente ; in S. Francesco di Paola , che con accostare un dito alle lampade estinte , incontanente si accendeano , come se vi avesse accostata una torcia ardente ; nella V. Suor Maria Villani , che ad una sola girata  o di pensiero nel suo interno a Dio , o di occhi nell'esterno a qualche santa Immagine , sentendosi subito come abbruciare , si dava a bere acqua fresca , e ne bevea fin a 35 e 45 libbre al giorno ; senza poter estinguer la grande arsura ; e l'acqua nel calar dentro , parea che cadesse sopra un ferro infocato : onde le fu di bisogno lasciare le orazioni vocali e tutte le sue solite particolari divozioni , ognuna delle quali le serviva come di soffietto per porla in un grande incendio .  Ed in S. Filippo Neri , che una notte fra le altre stando nelle Catacombe , gettatosi per terra esclamava : non posso più , non posso più reggere , e ritornato in se , trovò , che se gli erano inarcate due coste nel petto per gli sbalzi del cuore .  Ma non si debbono qui accennare alla rinfusa due fatti celebri .  Uno è di S. M. Madd. de Pazzi , la quale pativa frequentemente di tali eccessi . Ma un giorno fra gli altri trovandosi accesa più del solito , si mise a correre prima per li corridori , e poi per lo giardino : e quante sorelle incontrava , prendendole per la mano , e stringendole forte , dicea . Sorelle amate voi l'Amore ? Come fate a poter vivere ? Non vi sentite voi consumare per Amore ? e dopo d'aver gridato un pezzo di questa maniera , si portò nel campanile , e si pose a sonare con gran fretta le campane a festa . Dove accorse tutte le Monache , e richiesta perché sonasse : suono , rispose , perché venga la gente ad amare l'Amore , dal quale è tanto amata .   L'altro fatto accadde ne' tempi di S. Luigi Re di Francia , ne' quali un suo Ambasciatore incontrò un dì un Tolemaide una donna , che camminava per la Città con un vaso d'acqua nella destra , e con una torcia accesa nella sinistra , e sospirando gridava : oh Dio , oh Dio ! E ' possibile ! E richiesta dall'Ambasciatore che cosa volesse fare , rispose : Vorrei se fosse in piacer di Dio con quest'acqua estinguer l'inferno , e con questa torcia dar fuoco al Paradiso ; affinché Iddio fosse amato per puro Amore .

7. " Si dee avvertire , che il perfetto Amore di Dio non istà in questi gusti , lagrime , e sentimenti di divozione , che per lo più noi desideriamo : ma in una forte determinazione , e vivo desiderio di dar gusto a Dio in tutte le cose , ed in procurare per quanto si può di non l'offendere , e di promuovere la sua gloria . "  S. Ter.
Avea ben compresa questa gran verità la B. M. di Chantal , la quale avendo inteso , che una sua Religiosa era tenuta per un'Anima ripiena d'amor di Dio , perché godea molte straordinarie consolazioni , scrisse così alla di lei Superiora . Cotesta buona figliuola ha molto bisogno d'esser disingannata . Ella si crede tanto elevata nell'amor di Dio , e nulla di meno non è molto sublime in virtù . Io credo , che quei calori e quegli assalti , ch'ella sente , sieno opere della natura e dell'amor proprio . Per lo che bisogna farle sapere , che la vera sodezza dell'amore non consiste nel gustare le divine soavità , ma bensì nell'esatta osservanza delle regole , e nella pratica fedele delle sode virtù : cioè nell'umiliarsi , nell'amare il proprio disprezzo , nel sopportar le ingiurie e le avversità , in una dimenticanza di se stessa , ed in un amore , con che non si curi d'esser conosciuta da altri , fuorché da Dio . Questo solo è amar davvero , e questi sono i contrassegni infallibili del vero amore . Iddio ci preservi da quell'amore sensibile , che ci lascia vivere in noi stesse : poiché il vero amore conduce alla morte . Tale fu l'amore di S. Tommaso d'Aquino , del quale si attesta , che avea sempre mantenuta l'Anima sua pura e netta come quella di un fanciullo di cinque anni .

8. " L'amor di Dio , è l'albero della vita in mezzo al Paradiso Terrestre , il quale tiene , come tutti gli altri alberi , sei parti : cioè radici , tronco , rami , frondi , fiori , e frutti . Le radici sono le virtù , per mezzo di cui s'acquista esso amore ; e le principali sono nove : 1. Vera penitenza , e frequenza de' Sacramenti . 2. Osservanza de' comandamenti e delle regole . 3. Timor di Dio . 4. Mortificazione delle passioni e degli appetiti . 5. Ritiramento , e riguardo dalle occasioni . 6. Esame di coscienza . 7. Umiltà . 8. Ubbidienza . 9. Misericordia verso i prossimi .   Il tronco poi è l'arredamento della nostra volontà alla volontà di Dio . I rami si raccolgono da quelle parole : sub umbra illius , quem desidera veram , sedi ; ed il primo di questi è la Fede viva , pel cui mezzo l'Anima mira da vicino il Sole di Giustizia senz'abbagliarsi : il 2. la vera Confidenza nella Divina protezione , per ragion di cui può stare tra le avversità senz'abbattersi : il 3. sono gli ardenti desiderj , ed i fermi propositi , e gli altri atti interni , ch'ella sia continuamente facendo , per arrivar al vero amore : il 4. è la costanza con cui si mette a sedere sotto questo albero .  Le frondi sono : 1. le nove grazie gratis date : 2. le dolcezze interne , giubili , allegrezze spirituali , tenerezze , lagrime , e cose simili : 3. i ratti , e l'estasi , dichiarati in quelle parole : Introduxit me Rex in cellam vinariam .  Tutte queste cose si dicono frondi , perché servono d'ornamento all'albero ; e giovano allo stagionamento de' frutti ; e nell'inverno delle aridità e tribolazioni se ne cadono appunto come le foglie dell'albero , restandosene l'amor di Dio .  I fiori sono le opere e le virtù eroiche , che l'Anima innammorata produce , e quel che chiese la sposa , con dire : Fulcite me floribus .  I Frutti sono i travagli , le afflizioni , e le persecuzioni , che l'Anima sopporta con pazienza , quando Iddio gliele dà , o se le procura essa da se per maggiormente servirlo , e per imitar Gesù Cristo nel patire . "  S. Ter.
Non è maraviglia , che , la Santa abbia saputo descriver così bene questo santo albero , perché lo teneva ben piantato nel suo cuore , ben adornato in tutte le sue parti .  Questa medesima idea avea dell'amore , una buona monaca in Napoli detta Suor Maria di Santiago , nella cui vita si legge , che lo considerava come una nobilissima pianta posta nel bel suolo di quelle Anime , che lo posseggono ; fecondissima di fiori , e di frutti di sante operazioni , ed uno de' principali , diceva essere l'amor del prossimo , del qual ella tanto abbondava ; perché tenea ben radicata questa bella pianta del divino amore nell'Anima sua .

9. " Alcuni si tormentano in cercar mezzi per trovar l'arte d'amare Dio , e non sanno i poverini , che non vi è altr'arte , né altro mezzo che amarlo ; cioè mettersi nella pratica di quelle cose , che a lui sono grate . "  Sales.
S. Vincenzo de Paoli si mise eccellentemente in questa santa pratica essendosi dato all'osservanza della santa Legge con tanta esattezza , che quelli , che l'osservavano più da vicino , assicurano , che sarebbe bisognato di non esser uomo , per mancarvi meno di lui . Poiché stava continuamente sopra di se ; mortificato nelle sue passioni , retto ne' suoi giudizj , circospetto nelle sue parole , prudente nella sua condotta , puntuale nelle pratiche di pietà ; e sì perfettamente unito a Dio , per quanto dall'esterno si potea giudicare , che ben si vedea , esser l'amor di Dio quello , che animava il suo cuore , e che regnava in tutte le potenze , e sentimenti dell'Anima sua , per regolare ogni suo movimento ed operazione ; tantocché si può dire , essere stata tutta la vita sua un sacrificio continuo , che a Dio facea non solo degli onori , comodi , piaceri , e di tutti gli altri beni del Mondo ; ma ancora di tutto quello che avea ricevuto dalla sua liberalissima mano , come lumi , affetti , desiderj , e tutto ciò , che cader potea sotto la sua disposizione . Né altra brama ebbe mai , se non  che Dio fosse conosciuto , e glorificato perfettamente , e adempiuta la di lui volontà in ogni luogo e tempo , e da ogni genere di persone . Al qual unico fine era sempre indirizzato tutto ciò , ch'egli pensava , dicea , e faceva .

10. " L'amor di Dio s'acquista con risolversi la persona d'operare e patire per Dio , ed astenersi da tutte quelle cose che gli dispiacciono ; ed effettuarlo poi nelle occasioni . E per poterlo meglio fare nelle cose grandi , bisogna avvezzarsi nelle piccole . "  S. Ter.
Questa Santa essendo molto contrariata nelle sue fondazioni , disse che non facea cosa alcuna , che non fosse con il parere di persone dotte per non andar punto contra l'ubbidienza . Perché , soggiunse , per una minima imperfezione , che vi avessero detto esservi , è certissimo , che avrei lasciati mille Monasteri , non che uno .    S. Vincenzo de Paoli si mostrò in questo molto insigne . Poiché per non aver voluto acconsentire a cose anche minime contra la giustizia , semplicità , e carità ; dovette soffrir molte male risposte , dimande indiscrete , rimproveri , affronti , importunità , con altri incomodi , e mancanze , e picciole e grandi commesse contra di lui e dagl'interni , e dagli esterni . Ne' quali casi non fu mai veduto dar segno d'impazienza  , o profferir parola di lamento ma anzi per meglio mostrare la fortezza del suo amore verso Dio , allora operava e parlava con maggior dolcezza , e tranquillità .

11. " Una maniera ottima per esercitarsi nell'amore di Gesù Cristo , è assuefarsi ad averlo sempre presente per quanto si può . Il che si può fare in tre modi . 1. Quando si ha da far qualche azione , rappresentarsi il modo , con cui la faceva egli , allorché dimorava nel Mondo , ed insieme lo spirito ed intenzione , con cui egli l'animava , per imitarlo . 2. Pensare , come egli ci sta mirando continuamente dal Cielo , e spargendo sopra di noi l'abbondanza delle sue grazie e consigli . 3. Riconoscendo in ogni nostro prossimo la persona di lui .  In questa maniera noi faremo con più facilità e perfezione le nostre azioni ; schiveremo molti difetti , inquietudini , ed impazienze ; ed in ogni servizio , che faremo al prossimo , meriteremo tanto , quanto se lo facessimo all'istesso Signore . "  S. Vincenzo de Paoli.
Così in fatti praticava egli stesso , che si rese tanto celebre nell'amor di Gesù . Non intraprendeva affari , non dava consigli , non faceva azione alcuna , se prima non fissasse lo sguardo della mente negli esempj , o detti di Cristo , e ne' premj , ch'egli tien preparati , e dispenza largamente a chi opera il bene . E nel trattar coi prossimi , in ciascun di loro rimirava sempre la stessa persona di Cristo . Onde avea spesso in bocca quelle parole : così dicea Cristo ; così facea Gesù Cristo ; dobbiam riconoscere in tutti gli uomini la medesima persona di Cristo .

12. " Vuoi sapere , come stai d'amor di Dio ? eccone i contrassegni . Quanto più cresce l'Anima nel divino amore , tanto più cresce in essa il desiderio di patire , e di esser umiliata . Questi sono i contrassegni sicuri del sacro fuoco : il restante è tutto fumo . "  S. Vincenzo de Paoli.
S. Gio. della Croce mostrò quanto fosse ben persuaso di questo ; mentre comparendogli un giorno Gesù Cristo , e chiedendogli che premio volesse per tanti travagli e fatiche , che avea sofferto per amor suo : Signore , rispose , non altro , che patire , ed esser disprezzato .   S. Metilde sentendo cantare un dì quelle parole del S. Vangelo : Simon Juannis , diligis me plus his ?  rapita in estasi sentì dirsi da Cristo : Metilde , mi ami tu più di tutte le cose , che son nel Mondo ? ed ella rispose : tu sai , Signore , che io t'amo . Soggiunse Cristo : ma mi ami tu in maniera , che per me saresti pronta a soffrire tutt'i travagli , tormenti , ed umiliazioni ? ed ella : tu ben sai che niun tormento mi può separare da te . E Cristo : Ma se questi tormenti fossero atroci , li soffriresti allegramente e prontamente per amor mio ? E Metilde : sì , Signore , prontissima . Or piacque tanto a Dio questo sì grande amore , che le diede il merito , come se avesse patito realmente .

13. " Il vero contrassegno che noi non amiamo altro che Dio , è quando l'amiamo egualmente in tutte le cose . Imperocché essendo egli sempre eguale a se stesso , non può la disuguaglianza del nostro amore verso di lui nascere da altro , che dalla considerazione di qualche cosa che non è lui . "  Sales.
Da questo ben si conosce quanto fosse puro l'amor del medesimo Santo , il quale né si accresceva punto nella prosperità , né punto si diminuiva nelle avversità : ma in tutto egualmente rispettava il Signore , e per tutto lo ringraziava e lo benediva .  Anche la B. Maria di Chantal diede questo bell'indizio del suo perfetto amore di Dio col sentirsi del pari contenta nelle consolazioni , che nelle desolazioni , delle quali ne patì molte e per molto tempo . E la ragione di questo era , com'essa dicea , perché tanto in queste , quanto in quelle null'altro bramava e cercava , che l'adempimento della divina volontà , dalla quale sì le cose prospere , che le avverse sapea venirle mandate .  I veri Amatori di Dio diceva una santa Anima , sono come il sole , il quale ancorché talvolta venga coperto dalle nuvole , in se stesso però resta sempre colla medesima serenità , e collo stesso calore .

14. " La misura della Carità si prende dal mancamento de' desiderj . Quando più vanno mancando i desiderj in un'anima , tanto più in lei va crescendo la Carità : e quando non sente più in se alcun desiderio , allora possiede la perfetta Carità . "  S. Agost.
S. Francesco di Sales solea dir di se : io voglio poche cose ; e quelle stesse , che voglio , le voglio molto poco : non ho quasi alcun desiderio , e se dovessi rinascere , non ne vorrei di sorta alcuna .   S. Teresa era tanto persuasa di questa verità , ch'esclamava : Oh amore , che mi ami più di quel che io medesima mi possa amare , e più di quel che io possa capire ! Perché dunque vorrò io , o Signore , desiderare più di quel che voi mi volete dare ?

15. " Il più sicuro contrassegno per sapere se uno ha l'amore di Dio , è il vedere se ha quello del prossimo . Questi due amori non vanno mai separati l'un dall'altro . E state pur certo , che quanto più vi vedrete approfittare in quello del prossimo , tanto più anche lo sarete in quello di Dio .  Questa è la regola più sicura per vedere quanto uno ama Dio , vedere quanto ama il prossimo . Importa dunque molto , che miriamo con grande avvertenza , come camminiamo in questo santo amore del prossimo nostro : perché se questo è con perfezione , abbiam fatto il tutto . Perciò bisogna esaminarsi bene nelle piccole cose che occorrono senza far gran caso di certe idee grandiose , che così all'ingrosso vengono talvolta nell'orazione di voler fare e dire per lo prossimo , e non mai si mettono in opera . "  S. Teresa .
La B. Angela di Foligno pregò il Signore a darle qualche segno per sapere se ella amava lui veramente , e se era da lui amata ; ed egli rispose così : il più chiaro segno dell'amore scambievole tra me , ed i miei servi , è l'amare essi i loro prossimi .   Riferisce Tertulliano de' primi Cristiani , che si amavano scambievolmente con dimostrazioni così espressive d'affetto , che gli stessi Gentili ne restavano sommamente ammirati , e diceano fra di loro : Osservate quanto questi Cristiani si amano vicendevolmente ; come si portano rispetto gli uni con gli altri : come sono attenti a rendersi ogni sorta di servizio sino ad esser pronti di subire la morte l'uno per l'altro !   Abbiamo da S. Girolamo , che S. Gio. Evangelista nell'ultima sua decrepitezza non potendo più intervenire alle sacre adunanze se non sostenuto tra le braccia de' suoi discepoli : né per la debolezza della voce diffondersi in lunghi ragionamenti , altro più non facea , che ripetere queste poche parole : Figliuoli miei , amatevi scambievolmente l'un l'altro .  Del che tediati gli astanti lo interrogarono perché loro facesse sempre la stessa predica . Perché , rispose , questo è il precetto del Signore , e se questo osserverete , questo solo vi basta .   La B. M. di Chantal , perché le sue Religiose potessero accertarsi nelle occorrenze , se le loro operazioni procedessero dallo spirito di vera Carità , fece scrivere sul muro di quel corridojo , per dove più frequentemente passavano , tutte le qualità , che sono date dall'Apostolo a questa sublime virtù : La Carità è paziente , dolce , senza gelosia , senz'ambizione , senza interesse , senza disgusto . Essa vede tutto , spera tutto , sopporta tutto . Quando poi alcuna talvolta dicendo la sua colpa nel capitolo si accusava di qualche mancamento contra la Carità , la mandava a leggere queste sentenze , ch'essa chiamava lo specchio del Monastero .  Ed ella stessa andava spesso a leggerlo alla presenza delle sue figlie , e di poi rivolgendosi col volto tutto infiammato , dicea : se io parlo col linguaggio degli Angeli , e non ho la Carità , io sono un niente : e se do il mio corpo a' tormenti ed al fuoco , e non ho la Carità , questo a nulla mi giova .

16. " E' da riflettersi , che Dio , il quale ci ha raccomandato d'amare il prossimo , ci ha altresì prescritta la maniera , con cui dobbiamo amarlo , ch'è d'amarlo come noi stessi . Questa è la regola , che non si può trasgredir senza colpa , ed è tanto essenziale all'amore del prossimo , che se fosse differente , non sarebbe sufficiente . "  S. Francesco di Sales .
Narra S. Doroteo del santo vecchio Annone , che avendogli alcuni Monaci detto che un altro solitario teneva in cella una donna , vi andò con loro : ed avendo nell'entrare veduta la donna sotto il letto , per liberar il Monaco da quella confusione , si pose a sedere sopra il letto , impedendo così colla sua tonaca , che non si potesse vedere ; e poi disse : or dov'è quella donna , che mi dite ? Ma quegli edificati della di lui carità , non ebbero ardire di dir altro . E partiti essi , fece una dolce correzione al delinquente .   S. Venceslao spendea gran parte de' suoi tesori e ricchezze in comprare figli di persone Gentili , i quali poi facea che si rendessero Cattolici .

17. " La Carità fraterna è un contrassegno della nostra predestinazione . Poiché ci fa riconoscere per veri discepoli di Cristo ; mentre questa divina virtù fu quella , che lo mosse a far vita povera , ed a morir ignudo su d'una Croce . E però quando ci troviamo nelle occasioni di patire per la carità , ne dobbiamo benedire Dio . "  S. Vinc. de Paoli .
S. Eufrasia Monaca nella Tebaide , era tanta inclinata alla Carità , che stava delle settimane intere senza prender cibo per l'eccessiva occupazione in tal esercizio : e se le avanzava qualche poco di tempo lo spendea nell'orazione . Fu osservato , che per u anno continuo in tale esercizio  non si mise mai a sedere , con che si rese non solo cara , ma amabile a tutto il Monastero ; tanto che parea loro vedere non una creatura terrena , ma un Angelo in carne .  In fine Iddio rivelò all'Abbadessa , che fra breve le avrebbe levata Eufrasia . Il che saputosi da una sua compagna , non faceva altro che piangere , ed intesane Eufrasia la cagione , se ne attristò , per vedersi togliere l'occasione di poter servire Dio nel suo prossimo .   Eulogio uomo molto dotto si risolvé di lasciar lo studio , e darsi tutto al divino servizio . Perciò distribuito a' poveri quasi tutto il suo avere , non sapendo qual modo di vita eleggere , che fosse grato al Signore , se n'andò in piazza , ove trovato un lebbroso senza mani e senza piedi , egli tocco da una viva compassione , fece come un patto con Dio di prendersi la cura di colui , e d'alimentarlo sino alla morte , con certa speranza di ritrovar con questa misericordia appresso al Signore .  Condottolo adunque in sua casa , lo governò con le proprie mani per quindici anni . Dopo i quali colui istigato dal Demonio , prese ad ingiuriare Eulogio , con dire , che doveva aver commessi molti furti e molte scelleraggini ; e perciò volesse per mezzo suo liberarsi da' suoi peccati ; ma ch'egli non volea star più con lui , e che volea mangiar carne , e però lo riportasse in piazza . Gli portò Eulogio della carne , e procurava di consolarlo . Ma colui non si acquietava , dicendo , che volea veder gente , e che in tutt'i conti lo riportasse in piazza .  Allora Eulogio non sapendo più che fare , lo condusse sopra una nave a S. Antonio , il quale sgridatili prima amendue , disse , che Iddio gli avea visitati con quella tentazione , perché erano vicini alla fine de' loro giorni ; e che però avessero pazienza per quel poco di tempo , e non si separassero , perché il Signore avea così disposto , per dar loro maggior premio . Se ne tornarono perciò a casa , e dopo quaranta giorni morirono prima Eulogio , e poi l'altro .

18. " Ama tanto Iddio i nostri prossimi , ch'è giunto a dare per essi la propria vita ; e gode , che per far bene a loro , noi lasciamo lui medesimo . Quanto dunque si può credere , che gli sien grati tutt'i servigj , che gli facciamo ?  Ah , che se intendessimo bene quanto importi questa virtù dell'amor del prossimo , non ci daremmo ad altro studio , che a questo ! "  S. Ter.
S. Vincenzo de Paoli mostrò d'esser ben persuaso di tal verità . Poiché si prese tanto a petto questo esercizio , che parea , non avesse altro da fare , che questo . E si può con verità dire : non essersi mai trovato alcun avaro , che si sia sì bene approfittato delle occasioni di conservare , ed accrescere i suoi beni , quanto egli di quella di far bene al suo prossimo . E questa sua carità non era ristretta e limitata da alcun termine ; ma si stendea generalmente a tutt'i tempi , a tutt'i luoghi , ed a tutte le persone capaci di goderne gli effetti .   Trovandosi una mattina afflitta S. Geltrude avanti la Comunione , per non potersi per l'assenza del Confessore , confessare di alcune sue negligenze ; il Signore lo consolò , con fargli vedere l'Anima sua adorna di molte gioje preziose , e molto risplendenti , e le disse : perché ti rattristi per questo , essendo tu adorna della veste della Carità , la quale ben sai , che copre la moltitudine de' peccati ?   S. M. Madd. de Pazzi era tanto attaccata a questo esercizio , che solea dire , stimar essa perduto quel giorno , in cui non avesse fatta qualche carità al prossimo .   Mosé , per ottenere il perdono a' suoi fratelli dal Signore , chiedea d'esser cassato da libro della vita ;   S. Paolo d'esser anatema ;  e S. Paolino giunse sin a mettersi in ischiavitù in luogo d'un altro .

19. " Oh quanto dev'esser grande l'amore , che porta a' poveri il figlio di Dio ! il quale elesse lo stato di povero , volle esser chiamato il dottor de' poveri , e riputò in ispecialissimo modo per fatto a se tutto ciò , che si fa a' suoi poveri .  Convien dunque amare i poveri con un affetto tutto speciale ; mirando in essi la persona medesima di Cristo , e facendone tutto quel conto , che ne faceva esso . "  S. Vincenzo de Paoli .
Il medesimo Santo sebbene amava tutti , sopra tutti però si può dire , che amasse i poveri , che portava tutti nel cuore , e per li quali aveva un amore più che di padre ; amandoli con tenerissimo affetto , che produceva in lui un vivo sentimento delle loro miserie , ed una continua applicazione in procurar di liberarneli .  Ond'è , che quando udiva , o vedea qualche persona , o luogo in necessità , si gli riempiva subito il cuore di tenera compassione ; e senza esserne pregato , pensava al modo di provvedervi , tanto che la sua principal cura e sollecitudine par che fosse di sovvenire i bisognosi , e sollevare i poveri . Come il diede a conoscere , mentre discorrendo un giorno con uno della cattiva stagione , che minacciava una gran carestia , mandò un sospiro , e disse : Ah , che io mi trovo angustiato non tanto per la nostra Compagnia , quanto per li poveri ! Noi usciremo a chieder pane per le nostre case : che se non n'avremo , potremo pure darci a servire da Vice-Curati per le Parrocchie , e trovarlo ; ma i poveri che faranno ? ove andranno ? confesso il vero , che questa è la maggior afflizione e travaglio .   L'istesso si può dire di S. Francesco di Sales , con quest'aggiunta che pareva usasse distinzione tra le persone preferendo a' ricchi i poveri , e nel temporale e nello spirituale ; perché conforme , dicea , li mirava come gente abbandonata dal Signore alla nostra cura .  Molti altri pure furono insigni in questa tenerezza verso i poveri .  Suo M. Crocifissa solea dire alla sorella Abbadessa , che se mai avesse a negare la limosina a' poveri , facesse in modo , ch'essa non vi si trovasse presente : perché non avea viscere sa sopportarlo .  S. Margherita Monaca Domenicana quanto facea loro , era con tal pulitezza , gentilezza e maniera , ch'era passato in proverbio il dire , quando non si vedea qualche cosa ben aggiustata : si vede , che questo non è fatto secondo il Libro di Suora Margherita .  S. Edvige Regina di Polonia , ministrava loro inginocchioni , e lavava loro i piedi . Così pure S. Stefano Re d'Ungaria , ed altri .   Il V. Mons. di Palafox , fatto Vescovo ogni giovedì dava pranzo a dodici poveri assistendoli egli stesso in persona .  Però leggendo un dì la vita di S. Martino , trovò , che questi dava a mangiar a' poveri colle proprie mani , e lavava loro i piedi , e propose di far egli pure lo stesso ; ed indispensabilmente l'eseguiva in tutt'i mercoledì , e sabati , votando di sua mano due gran pendole , e porgendone a ciascheduno ; standosene sempre inginocchioni e col capo scoperto , e di poi lavando loro i piedi ; e tutto facendo col medesimo gusto ed attenzione , come se lo avesse fatto alla stessa persona di Gesù Cristo . Il che produsse nel suo interno un gran rispetto verso i poveri , parendogli ogni volta che ne incontrava alcuno di vedere l'istesso Dio .

20. " Il visitare o sollevare gl'infermi non può non essere cosa molto grata al Signore , mentre l'ha tanto raccomandata . Ma per farla volentieri , e con più merito , si ha da riguardare l'infermo , non come un semplice uomo , ma come la persona stessa di Cristo , il quale attesta di ricevere nella sua propria persona quell'ossequio . "  S. Vincenzo de Paoli .
S. M. Madd. de Pazzi usava verso tutte le inferme una carità incredibile . Le visitava ogni giorno ; e se erano più bisognose o aggravate , più volte il giorno : trattenendovisi quanto bisognava , e servendole in tutt'i loro bisogni , ai quali provvedeva , o faceva provvedere dalla Superiora , e dalle ufiziali : le animava a prendere il cibo con assaggiarlo talvolta prima essa e poscia dolcemente imboccarcelo : loro aggiustava i letti , e scopava le stanze : facea gli ufizj più vili , benché non fosse impiego suo : leggea loro de' libri spirituali , l'esortava alla pazienza , le consolava : ed il tutto facea con tanta allegrezza ed affetto , che era loro di gran conforto . E questa sua gran carità era universale verso tutte , senz'alcun interesse , ma unicamente per amor di Dio , riguardandole ora come tempj dello Spirito Santo , ora come sorelle degli Angeli , ed immaginandosi sempre di servire l'istesso Dio .  Quando dovean prender medicine ad ore incomode , s'offeriva all'infermiera di assisterle essa .  Quando vi erano alcune più bisognose , si prendeva essa tutta l'incombenza di servirle . Come fece per una cieca etica , per una lebbrosa , e per una , che avea certa piaga puzzolente , che scaturiva vermini , sopra la quale mise più volte la bocca ; le quali tutte serviva con puntualità come se fosse loro serva , nettandole , pulendo loro i panni , e facendo tutti gli altri servigj per tutto il decorso del male , che alla cieca durò un anno intero .  Quando le inferme erano vicine a morte , vi restava tutta la notte senza punto coricarsi , seguitando tal volta dieci e quindici giorni e notti continue ; con starsene sempre accanto a loro ; ora pregando per esse , ora animandole con tanto spirito e con tanta carità , ch'era loro di molto sollievo . Onde tutte le morienti la desideravano presente al loro transito .   Così pure si portava il V. Bercmans con tutti gl'infermi della casa , ove stava . Li visitava più volte il giorno , li teneva allegri con ragionamenti spirituali ; in tempo d'estate a certe ore calde portava loro dalla fontana dell'Acqua fresca , perché si lavassero le mani e sciacquassero : sebben fossero molti , andav a vederli tutti ogni giorno , e più si trattenea con quelli , che più aveano bisogno di sollievo , o che aveano meno visite . Dalle camere , ove trovava concorso di gente , si spediva più presto , per andar da quelli , che stavano soli .  A' fratelli laici raccontava sempre qualche esempio della Vergine , onde sapendo già essi l'ora , in cui era solito visitarli , lo stavano aspettando con desiderio , e se talvolta per qualche impedimento non fosse andato , lo cercavan per grazia al P. Ministro ; tanto si sentivano consolati dalla sua presenza . Quando poi non ne avea potuto visitare alcuno , andava a trovar l'infermiero , e da lui s'informava come stesse ciascuno .   Non minor sentimento di pietà mostrava S. Felice Cappuccino verso i suoi Religiosi infermi .  Appena ritornato in Convento dopo la cerca , andava attorno distribuendo loro alcune galanterie , e rinfreschi atti a sollevarli , che avea raccolti per limosina , e procurava di consolarli con mirabil dolcezza di parole , offrendosi pronto a servirli secondo i bisogni di ciascheduno .  Molti poi , anche gran personaggi aveano la divozione di visitarli , e servirli negli Spedali . S. Stefano Re d'Ungheria vi andava di notte sconosciuto e solo . S. Luigi Re di Francia li serviva inginocchioni e col capo scoperto ; riguardandoli come membri di Cristo , ed uniti con lui in Croce . E così tanti altri .   S. Gio. Gualberto essendo Abate , era tanto rigoroso nell'osservanza della regola , che non sapea compatire gl'infermi , volendo , che ancor essi l'osservassero come i sani . Questo però non piacque al Signore ; onde permise , che cadesse egli pure gravamente ammalato ; ed imparasse dalla propria esperienza a compatire gl'infermi .

21. " Per avere verso il prossimo quell'amore , che vien comandato dal Signore , bisogna avere un cuore buono ed amorevole verso di lui , e particolarmente quando esso ci è grave e dispiacevole per alcun suo difetto naturale o morale : perché allora non abbiam niente in lui che amare , se non per rispetto del Salvatore .  La massima de' Santi era , che nell'amare , o nel far bene , non si dee mai riguardare la persona , che lo riceve , ma quella , per amor della quale si fa . Né ci sgomenti , se tal volta sentiamo ripugnanza in ciò fare .  Perché un'oncia di questo amore sodo e ragionevole è d'assai maggior prezzo , che una somma di quell'altro tenero e sensitivo , che abbiamo comune con gli animali , e spesse volte inganna , e tradisce la nostra ragione . "  Sales .
La B. M. di Chantal fu abbondantemente provveduta di un simile amore , poiché come si legge nella di lei vita , non lasciò mai di mostrarlo chiaramente verso qualunque persona , per qualunque indegnità , mancamento , o difetto in essa vedesse .  E così pure esortava spesso a fare le sue Religiose , dicendo loro : E' d'uopo sopportare il nostro prossimo , povero , malfatto tale qual'è , fin nelle sue inezie e bagattelle , tollerando i loro umori fastidiosi e certe piccole importunità , che altro male non ci fanno , che infastidirci ; le loro inconvenienze , le debolezze , le considerazioni cagionate dal non aver maggior conoscimento , e tutti quei difetti , che riguardano solamente la persona , contra di cui sono commessi .  Bisogna ben soffrir qualche cosa . Se il nostro prossimo non avesse alcun difetto , o non ci facesse verun male , in che cosa noi lo sopporteremmo ? Avendo poi una volta inteso , che una sua Religiosa sentiva gran difficoltà nel sopportar le imperfezioni di un'altra : Mia figlia , le scrisse , considerate spesso quelle parole del Vangelo : Gesù Cristo ci ha amate e ci ha lavate col suo sangue ; e notate , che non aspettò ad amarci dopo d'esser noi lavate dalle nostre immondezze , ma ci amò quando eravamo immonde e vili creature ; e poi ci lavò . Amiamo dunque senza esame questo caro prossimo ancorché povero , malfatto , e tale qual è . E se ci fosse possibile lavar le sue imperfezioni col nostro sangue , dovremmo desiderar di darlo sin all'ultima goccia per tal effetto .   La V. Suor M. Crocifissa amava tutt'i suoi prossimi , ma con qualche parzialità quelli , che erano di tratto alquanto difficile , o che mostravano qualche alienazione contra di lei .  In fatti avendo ella ricevuto un disgusto da un Chierico mal costumato , e di poi sentendo , che quegli non si poteva ordinare per mancanza del patrimonio , tanto si adoperò con la Duchessa sua madre , che glielo fece costituire .

22. " Guardiamoci dal lamentarci , risentirci , o parlare in sinistra parte di coloro , che si mostrano mal affetti o malcontenti verso di noi , e si oppongono a' nostri disegni , o progressi ; o anche ci perseguitano con ingiurie , torti , e calunnie ; ma anzi seguitiamo a trattarli cordialmente come prima , e più ancora , e se si può , mostrandone stima , parlandone sempre bene , beneficandoli , e servendoli nelle occorrenze , ed accettando ancora , quando bisogni la confusione , e il disprezzo sopra di noi , per salvar l'onore loro .  Tutto questo si dee fare : 1. per vincere il male col bene , secondo la dottrina dell'Apostolo . 2. Perché questi tali sono piuttosto nostri parziali , che avversarj : poiché ci ajutano a distruggere l'amor proprio , ch'è il nostro maggior nemico . Sicché son quelli , che più ci danno da guadagnare ; e però debbono essere i nostri più cari amici . "  S. Vinc. de Paoli .
Così faceva egli stesso verso coloro , che l'offendeano . Non solo perdonava loro volentieri , e loro otteneva anche il perdono dalla Giustizia , quando bisognava ; ma di più li compativa , gli scusava , e ne consacrava o mostrava tutta la stima , affetto , e rispetto , come se non fosse accaduto niente , e facendo loro tutto quel bene , che mai poteva . Anzi siccome era molto delicato in questa materia della dilezione fraterna , procurava in oltre di troncare in loro la radice del rancore , e di guadagnarsi il loro affetto con sincerarli , con abbassarsi , o soggettarsi tanto ad essi , ch'erano necessitati di cedere alla sua umiltà e carità . Egli non fu mai udito lagnarsi di veruno , che in qualsiasi modo l'avesse offeso , e molto meno biasimarlo , o dargli torto , quando di altro non trattavasi , che degli interessi suoi . Dicendogli un giorno un suo Missionario , che alcuni mossi , al parer suo , da invidia , si opponevano agli esercizj degli Ordinandi ; si , rispose , questa funzione eccita per lo più emulazione ed invidia .  Però quelli , che sono contrarj , non lasceran d'aver buone e rette intenzioni . E per questo dobbiamo conservarne tutta la stima e rispetto ; e creder con essi , che noi siamo indegni di tal impiego , e che altri l'eseguirebbero meglio di noi . Approfittiamoci di questo sentimento , e diamoci a Dio daddovero , per servirlo fedelmente .   Discorrendo S. Francesco di Sales con un suo confidente : questi disse , che una delle cose più difficili nel Cristianesimo era a parer suo l'amor de' nemici : ed io , soggiunse il Santo , non so di che tempra il mio cuore sia : o se il Signore Iddio si sia amorevolmente compiaciuto di darmene uno in uno differente dagli altri .  Mentre non solo non mi è difficile l'esecuzione di questo precetto ; ma ci provo tanto piacere , che se Iddio mi avesse proibito di amarli , mi si renderebbe difficile l'ubbidirlo . Il che poi dimostrò chiaramente nel caso seguente .  Un Avvocato d'Anisi , odiava il S. Prelato , senza ch'egli ne sapesse il perché ; né cessava quegli di sparlarne , e di danneggiarlo e perseguitarlo ; tantoché giunse a stracciar un suo monitorio affisso per altri alla porta della Chiesa , ed a formar mille indecenti figure al suo confessionale .  Or il Santo consapevole di tutto , incontratolo un dì , lo salutò amichevolmente , e presolo per la mano , gli disse con gran soavità tutto ciò che giudicò espediente per farlo rientrare in se : ma poi vedendo che le sue parole non giovavano , soggiunse così : Io ben m'avveggo , che voi m'odiate , senza che io ne sappia il perché : però sappiate alla fin de' fatti , che quando anche mi cavaste un occhio , io tanto vi rimirerò amorevolmente coll'altro , come se foste il maggiore de' miei amici .  Non si ammollì però quel cuore , né con questo , né con molti sforzi , che gli fecero i suoi amici , per farlo ravvedere . Anzi dopo d'avere sparati de' colpi di pistola alle finestre di lui , ne sparò una contra lui medesimo un giorno che l'incontrò per istrada ; ed in luogo di lui ferì il suo Vicario . Per lo qual fatto fu dal Senato posto in carcere , e con tutte le interposizioni del Santo , che intercedea per lui , fu condannato a morte . Però il Santo Vescovo dopo aver ottenuta la dilazione dell'esecuzione tanto s'adoperò appresso il Sovrano , che gli fu conceduto il perdono . Ed egli medesimo portossi in prigione ad annunziargli la grazia , pregandolo a deporre l'odio , che sì ingiustamente gli portava . Ma vedendolo tuttavia duro , e che seguitava a fargli ingiurie e villanie , s'inginocchiò a domandargli perdono . Finalmente poi vedendo , che punto non si arrendea , gli consegnò la grazia ottenutagli ; e nel licenziarsi gli disse : Io vi ho tirato dalle mani della giustizia degli uomini , e non vi convertite ! cadrete in quelle della giustizia di Dio , e non avrete questo potere . Come appunto succedette , poiché poco dopo finì infelicemente i suoi giorni .   Nelle vite de PP. si narra di un Monaco , il quale avendo saputo , che un altro dicea male di lui : molto se ne consolava ; e quando quegli gli stava vicino , lo visitava spesso , ed allontanandosi gli mandava de' presenti .  E di un altro , il quale quanto più alcuno lo ingiuriava , allora maggior amore gli mostrava ; dicendo a quel che se ne maravigliano : Questi , che c'ingiuriano , ci danno materia di perfezionamento ; e quelli , che ci lodano , e ci onorano , ci mettono degl'inciampi tra' piedi , e ci dan materia d'insuperbirci .  E d'un vecchio nella cui cella entrava spesso un altro Monaco di nascosto , e gli rubava quanto avea di buono , massime di robe comestibili , il buon vecchio se n'avvedeva , e taceva , e faticava al doppio , e mangiava meno del solito , dicendo : questo povero fratello dee aver bisogno .  Venuto poi questo santo vecchio a morte , attorniato da Monaci , vide il ladro , e lo pregò d'accostarsi a lui , e poscia stringendoli le mani le baciò , dicendo : care mani , quanto vi sono obbligato ! vi ringrazio con tutto l'affetto , perché per voi ora me ne vado in Paradiso .   Di S. Teresa scrivono , che avea per uso di raddoppiar l'amore verso quei che l'offendeano .  Di S. Francesco Borgia , che solea chiamar suoi ajutanti e suoi amici tutti coloro , che gli apportavano qualche mortificazione , o travaglio ; e di una buona Religiosa , che quando veniva affesa da alcuna in qualche modo , correa subito al Sacramento , e gli offeriva quella mortificazione , dicendo : Signore , io per amor vostro perdono a questa , che me l'ha data ; e voi pure perdonatela per amor mio .   E della B. M. di Chantal rapportasi che avendole una sua monaca detto , che un'altra per avere scoperti alcuni suoi difetti , essa avea risoluto di coprire per amor di Dio i difetti della medesima ; la buona Chantal l'abbracciò teneramente , dicendo : Piaccia al mio Dio , che questa determinazione non si parta mai dall'Anima vostra .  Io mi riputerei beata , se potessi scolpirla nel cuore di tutte le vostre sorelle .

23. " Sforziamoci di mostrarci pieni di compassione verso i difettosi e peccatori . Perché chi non usa la compassione , e la carità con questi , non merita , che Dio l'usi con lui . "  S. Vinc. de Paoli .
Questo Santo non si stupiva mai per qualunque mancamento vedesse commettersi ; perché , diceva : è proprio dell'uomo il mancare , essendo egli concepito e nato nel peccato . E questa cognizione ch'egli avea delle comuni miserie degli uomini , era quella che lo faceva operare con tanta dolcezza e compassione verso tutt'i delinquenti , fuggendo ogni asprezza , ed usando sempre maniere , e parole dolci e compassionevoli , anche co' maggiori peccatori studiandosi di coprire e sminuire i loro falli con una maravigliosa prudenza e carità : e nell'istessa maniera volea , che ancor procedessero i suoi .   Il V. Bercmans essendo prefetto nel Noviziato , quando il P. Rettore gli ordinava d'imporre qualche penitenza ad alcun novizio per qualche suo difetto , mossone a compassione , s'inginocchiava , e chiedeva in grazia di farla per lui ; e non ottenendola , la denunziava con tanto garbo , che non trovò mai alcuno , che mostrasse difficoltà d'accettarla .   S. Francesco disse una volta al Beato Cataneo suo Generale : In questo io conoscerò , se ami Dio e me , suo e tuo servo ; cioè se userai misericordia verso i delinquenti .  Quando ne troverai alcuno , fa in modo , che non vada senza la tua misericordia ; e se lo vedrai cadere mille volte , sempre amalo più che non ami me , alfine di tirarlo al bene e fa , che abbi sempre misericordia di questi tali .   S. Francesco di Sales aveva un'Anima sì tenera verso i malvagi , ch'era solito di dire : Non v'è che Dio , ed io , che ami veramente gli uomini cattivi .  Perciò mostrava verso di loro viscere di una carità straordinaria , ascrivendo a fragilità i loro misfatti .

24. " Fra tutti quelli , che sono compresi sotto il nome di prossimo , non ve n'ha alcuno , che più si meriti in un senso questo nome , quanto i nostri domestici . Perché questi sono i più vicini a noi , vivendo con noi sotto un medesimo tetto , e mangiando l'istesso pane . E perciò essi debbono essere uno de' principali oggetti del nostro amore : sicché pratichiamo verso di loro tutti gli atti d'una vera Carità , la quale non dee esser fondata sulla carne e 'l sangue , o sulle qualità loro , ma tutta in Dio . "  Sales .
Grande amore portava S. Vincenzo de Paoli verso tutti quelli della sua Congregazione . Mostrava stima e venerazione di tutti , ed accoglieva tutti con tali dimostrazioni d'affetto , che ognuno conoscea d'essere teneramente amato da lui .  Provvedea con molta sollecitudine alle necessità di ciascuno , non potendo soffrire di vederli patire .  Onde fu veduto più volte levarsi da tavola , per portar la pietanza a' fratelli laici , che venivano dopo degli altri : e se tal volta accadea , che il cuoco per alcuno non ne avesse , o pure tardasse a portarla , gli dava esso la sua , e l'astringeva a prenderla .  Si applicava con diligenza in procurare gli ajuti e sollievi necessarj per gl'infermi , andando perciò spesso ad informarsi del loro stato e de' loro bisogni ; e raccomandava agl'infermieri d'averne tutta la cura , ed a' Superiori delle case a non perdonare né a fatiche , né a spese per soccorrerli .  Si studiava di raddolcire i loro patimenti con dimostrazioni d'affetto e di tenerezza particolare , ed offeriva per essi a Dio le sue orazioni .  Se s'accorgea , che alcuno avesse qualche premura di parlargli , lasciava ogni altra cosa per sentirlo ; e gli dava tutto il tempo necessario .  E perché quando era del Consiglio Reale , talvolta la gravezza de' negozj non gli permettea d'interromperli , per ascoltarli subito ; differiva quest'uffizio di carità alla sera dopo l'esame generale ; privandosi del necessario riposo , per non privar essi di quella soddisfazione .  Quando vedeva alcuno molestato da pene interne , o da tentazioni usava ogni diligenza per liberarnelo , o almeno per sollevarlo : e se incontrava in alcuno qualche durezza ; procurava di superarla con maniere umili e soavi gettandosi a' loro piedi , e pregandoli con le lagrime agli occhi a non cedere alla tentazione .  Onde a uno , che non s'arrendea , prostratosegli avanti , disse , io non m'alzerò di qua sin a tanto che non abbiate conceduto questo , che io vi chieggo per bene vostro : né voglio , che il Demonio abbia più credito di me appresso di voi .   La B. M. di Chantal aveva una gran carità verso tutt'i suoi prossimi . Maggiore però , e più intensa , e più tenera era quella che portava alle sue Religiose , e proccurava , che tale ancora fosse quella che esse si portassero tra di loro .  Per indurle a questo , in una esortazione , che fece loro un giorno : notate , disse , che Gesù Cristo ordinando agli Apostoli la dilezione fraterna , diversamente parlò di quella , che doveano parlare a tutti da quella che dovean portarsi tra di loro .  Parlando della prima , disse , amate i vostri prossimi come voi stessi ; e parlando della seconda : amatevi l'un l'altro come io ho amato voi , e come il Padre mio ama me .   Or l'amore , con cui Gesù Cristo ha amato noi , e molto più quello con cui il suo divin Padre ama lui , è un amore disinteressato , un amore d'uguaglianza , un amore d'unità inseparabile : è pero con questo amore dovete voi amarvi tra di voi per adempire a perfezione il divin comandamento .  In questo modo amava esse le sue figlie : con un amore disinteressato il quale non avea per mira alcun proprio vantaggio , o piacere ; con un amore d'uguaglianza che la rendeva atutte egualmente affabile , e benefica , accomodandosi allo spirito , a' desiderj , ed alle inclinazioni di ciascheduna , e facendosi tutta a tutte con un'ammirabile condiscendenza in tutto quello che lecitamente poteva : e finalmente con un amore d'unione inseparabile , perché niun difetto imperfezione , o mala loro qualità avea forza di slontanarle un pelo dal di lei amorosissimo cuore .

25. " Iddio suole talvolta dare una certa unione di cuore , ed un amor tenero verso il prossimo , ch'è uno de' più grandi ed eccellenti doni che la sua divina Bontà faccia agli uomini . "  Sales .
Il medesimo Santo avea ricevuto questo bel dono . Poiché discorrendo un giorno con un suo confidente , disse così : Non v'è Anima al Mondo , come io penso , che ami più cordialmente , più teneramente , e per dirla alla buona , più amorosamente di me ; essendo piaciuto a Dio di formare in tal guisa il mio cuore .   Mostrò questo amore , come riferisce S. Ambrogio , una santa contessa accaduta tra S. Teodora Vergine , ed un Soldato , mentre venendo quella posta nel postribolo per la confessione di Cristo , il soldato prima d'ogni altro si portò da lei , e la persuase a mutar le vesti con lui , e di là uscirsene per conservar la sua verginità , come appunto si fece .  Ma mentre colui preso per la santa Vergine , era condotto al martirio , ella non potendo soffrire , che l'averle egli conservata la verginità , gli avesse a costar la vita , pubblicamente esclamò , lei esser quella , ch'era stata condannata , e non lui , ch'era uomo e non femmina .  Il soldato per l'opposto , lui disse , e non essa avere il Giudice condannato : ed avendo contrastato un pezzo insieme su questo punto per liberarsi dalla morte l'un l'altro , ottennero finalmente ambedue la grazia del martirio .

26. " Non basta , che abbiamo l'amor del prossimo : ma bisogna avvertire di qual sorta egli sia , e se sia del vero . Se noi amiamo il nostro prossimo , perché egli ci fa del bene , cioè perché ci ama , o ci apporta qualche utile , onore , o piacere : questo è un amore , che chiamiamo di compiacenza , e che ci è comune agli animali .  Se l'amiamo per qualche bene , che in lui veggiamo , cioè per causa del sembiante , delle maniere , delle simpatie , della buona grazia , e simili ; questo è un amore che chiamiamo d'amicizia , e che ci è comune co' Pagani .  Però né l'uno , né l'altro di questi amori è amor vero , ma un amore di niun merito , perché puramente naturale , e di poca durata , essendo fondato sopra motivi , che spesso vengono meno .  In fatti se noi amiamo alcuno , perché è virtuoso , di bel sembiante , o nostro amico ; che sarà di questo amore , se quel tale cesserà d'esser virtuoso , di bel sembiante , o d'amarci , e molto più se si rende nostro nemico ?  Rovesciandosi il fondamento , sopra di cui il nostro amore si appoggiava , come potrà questo sussistere ?  Il vero amore , che unicamente è meritorio e stabile , è quello che proviene dalla Carità , la quale ci porta ad amare il Prossimo in Dio , e per Dio : cioè perché così piace a Dio , o perché egli è caro a Dio , o perché Dio è in lui o affinché vi sia .  Non è già male l'amarlo ancora per altri motivi , se sieno onesti , purché in effetto più l'amiamo per riguardo a Dio , che per verun altro rispetto : con tutto ciò quanto meno di mescolanza di altri motivi l'amore ha , tanto è più puro , e più perfetto . Né questo impedisce , che non si possano amare più alcuni , che certi altri , come sono i parenti , i benefattori , i virtuosi ; quando una tal maggioranza non nasca dal maggior bene , che da questi ne proviene a noi , ma dalla maggior somiglianza , che questi hanno con Dio , o perché così vuole Iddio .  Oh quanto è raro l'amore di questa sorta ; val a dire , l'amor vero !  Nolite amare secundum carnem , sed secundum Spiritum Sanctum . "  Sales .
Per questo egli portava un grande amore , ed un incomparabile rispetto ad ogni suo prossimo ; perchè rimirava Dio in esso ; ed esso in Dio , e per questa stessa ragione era esattissimo negli atti di civiltà , a' quali non solea mai mancare con veruno .  Così pure avea della gran tenerezza per gli amici : ma perché gli amava in ordine a Dio , era sempre pronto a privarsene .  Scrivendo alla Superiora d'un Monastero , le diede questo avvertimento : Tenete diritta la bilancia colle vostre figlie , acciocchéi doni naturali loro non vi facciano iniquamente distribuire i vostri affetti , ed i vostri buoni uffizj .  Quante persone vi sono esteriormente sgarbate , che sono gratissime negli occhi di Dio !  La bellezza , la buona grazia , il ben parlare , il buon tratto incontrano il gemio di quei , che ancor vivono secondo le loro inclinazioni .  La carità riguarda le vere virtù , e la bellezza dell'Anima , e si diffonde sopra tutti senza parzialità .   S. Vincenzo de Paoli avea per una delle sue principali pratiche , di riguardare unicamente Dio in tutti gli uomini e di onorare in essi le divine perfezioni : ed a questo purissimo riflesso sentiva eccitarsi nel cuore un amore pieno di rispetto verso tutti , e specialmente verso le persone Ecclesiastiche ; perché in queste riconosceva un'immagine più espressa della potenza e santità del Creatore .  Perciò raccomandava a' suoi che le amassero , e le onorassero tutte , e mai non ne parlassero , che in buona parte ;  massimamente quando predicava al Popolo .  Provvedea poi con cura speciale a' bisogni loro , non soffrendo di vedere in esse avvilito lo stato del Sacerdozio .   Fra gli atti di carità che s'avea proposti di praticare S. M. Madd. de Pazzi , uno era di riverire , e d'amare le creature solamente perché le ama Iddio ; e godere  di quell'amore ch'esso porta loro ; e della perfezione , che loro comunica . Onde in punto di morte disse , che sebbene avea portato grand'amore a tutte le sorelle ; le avea però amate solamente per fine del precetto della dilezione lasciatoci da Gesù Cristo , e perché tanto l'avea egli amate ; e che fuori del detto amore non aveva mai avuto minimo attacco a creatura alcuna .

27. " Deh , quando sarà , che ci vedremo stemprati in dolcezza e soavità , verso i nostri prossimi ?  Quando noi vedremo le Anime loro nel sacro petto di Gesù ?  Chiunque rimira il prossimo fuori di là , corre rischio di non amarlo né pura niente né costantemente , né egualmente : ma in questo luogo chi non l'avrebbe ?  Chi nol sopporterebbe ?  Chi non soffrirebbe le di lui imperfezioni ?  Chi tal amore il proverebbe nojoso ?  Or il nostro prossimo là appunto sta , dentro il petto e nel seno del divin Salvatore . Egli è ivi come amantissimo , e tutto amabile , in maniera che l'amante Signore muore di puro amore per lui . "  Sales .
Questa era la principale ragione , per cui questo Santo Prelato si mostrava sì dolce , sì tenero , sì rispettoso , e sì sofferente verso di tutti ; perché tutti appunto rimirava nel cuor di Gesù ; conforme lo diede a vedere un giorno che Monsig. di Belley suo penitente si lamentò con lui de' grandi onori che gli faceva : al che egli rispose : e quanta stima fate voi di Gesù Cristo , quale io onoro nella persona vostra ?   Questa pure era una delle principali massime di S. Vincenzo de Paoli , di non rimirare il prossimo secondo la sola apparenza esteriore , ma conforme egli può essere in Dio .  Io non debbo risguardare , diceva , un povero contadino , o qualche povera donnicciola quanto all'esterno , ed all'abilità naturale : essendo che bene spesso appena si riconosca in essi il sembiante e lo spirito di creatura ragionevole , tanto son terrestri o grossolani .  Ma se si rimirano col lume della Fede , li troveremo sì altamente scolpiti nel cuore del Figlio di Dio , che giunge a dar la vita per ciascheduno di loro . Oh Dio !  ch'egli è un bel vedere il nostro prossimo in Dio medesimo , per farne quel conto , che ne fece Cristo Signor nostro !

28. " Quando Raguele vide il giovine Tobia senza conoscerlo : Oh , disse qunto rassomiglia al mio cugino questo giovine ! Sentendo poi che appunto era figlio del suo cugino Tobia , l'abbracciò strettamente , e gli diede mille benedizioni , piangendo d'amore sopra di lui . Or perché questo ?  Non già per le buone qualità di lui : perché ancor non sapea di che qualità si fosse : ma perché , disse , tu sei figlio di una persona molto buona , e li rassomigli molto a lei . Vddete quel che fa l'amore , quanto è del vero ?  Se amassimo davvero Dio , faremmo altrettanto con tutt'i nostri prossimi , che sono tutti figli di Dio , e tanto lo rassomigliano . "  Sales .
Per questo riflesso il medesimo Santo preveniva sempre tutti con gli onori . Quindi avvisato un dì , che facea troppo onore al servitore d'un gentiluomo , che gli avea portata un'ambasciata : io , rispose , non so far tante distinzioni . Tutti gli uomini portano l'immagine e somiglianza di Dio : e tanto mi basta per aver motivo di rispettarli . Quando incontrava persone , o bestie cariche : si ritirava da quella parte , ch'era men comoda ; né mai permise , che i suoi servitori li facessero fermare , o dare indietro dicendo : E non sono questi uomini come noi ? ed ora non meritano più compassione di noi ?   S. M. Madd. de Pazzi guardava spesso nelle sue sorelle l'immagine di Dio : il che la eccitava maggiormente all'amore di esse . E quando ne vedeva alcuna , che apparisse vile ed imperfetta , pensava , che forse avesse qualche dono interiore , per cui Iddio si compiacesse in essa .   Un Santo Religioso si avea scritta questa risoluzione :  Amerò Dio per se stesso , e per amor suo servirò alle di lui immagini . Darò il cuore a lui : e le mani al prossimo per unirlo con lui .   La V. M. Serafina di Dio dicea di se , che quando trovavasi afflitta ; nell'incontrarsi co' prossimi si consolava col pensare , che mirava in quelli l'immagine di Dio ; e però non poteva a meno di non trattarli con molta cordialità e benevolenza .   Stando Teodosio sommamente adirato e risoluto di vendicarsi severissimamente dell'oltraggio fatto dagli Antiocheni alla statua di Flaccilla da lui molto amata per le sue rare virtù , S. Macedonio pregò uno della Corte , che a nome suo gli dicesse queste parole : O Imperadore , tu hai veramente ragione di punire questi uomini insolenti ; ma io ti prego a riflettere , ch'essi son vive immagini di Dio ; e però se ardirai d'incrudelire contra le immagini del Signore , puoi tirar sopra di te lo sdegno di lui . Poiché se tanto a te dispiacciono i mali trattamenti fatti all'immagine della tua cara consorte ; come non vuoi , che dispiacciano altrettanto a Dio quei , che tu farai alle immagini di lui , a lui tanto care , che per rifarle non si è curato di versare tutto il suo sangue ? Queste parole dette con gran semplicità , e riferite all'Imperadore lo placarono molto .

29. " Fra tutt'i mezzi più proprj per acquistare e conservare l'unione e la carità con Dio e col prossimo , non ho potuto trovarne uno migliore , e più efficace , che la santa umiltà con abbassarsi sotto tutti , stimarsi il minore , il peggiore , e più vile di tutti , e non giudicar male di nessuno . Poiché l'amor proprio e la superbia sono quelli che ci portano a sostenere i nostri sentimenti contra quelli del prossimo ; e così a raffreddarci nell'amore che gli dobbiamo . "  S. Vinc. de Paoli .
Avendo un Predicatore Francescano , ripreso molto in una predica un vizio , di cui era infetto un Marchese ivi presente , questi dopo la predica l'andò a trovare , e caricatolo d'ingiurie , gli disse : Mi conosci . Sì , rispose il Padre , mi reputo a grand'onore di conoscere un nome sì nobile : io che sono un villano di nascita , ed il minimo di tutti gli uomini , e v'aggiunse anche altre cose di suo dispregio : dalla quale risposta placato il Marchese se ne tornò colle lagrime agli occhi , e pieno di venerazione verso di lui .   L'Abate Motues fece una cella in un luogo detto Eradion . Ma venendovi tribolato continuamente da un altro monaco , e parendogli di star male con lui , se ne ritornò al suo primo luogo . Della qual partenza dolendosi i monaci d'Eradion , dopo qualche tempo l'andarono a ritrovare insieme con quel Monaco , che stava in discordia con lui : e quando furono vicini alla di lui Cella , si levarono le proprie vesti , e le lasciarono in custodia di quel frate .  Arrivati all'Abate egli gli accolse benignamente , e li richiese ove avessero le loro vesti : ed avendo inteso ch'eran là vicine guardate da quel suo antico compagno ; n'ebbe tanta allegrezza , che subito si portò da lui correndo : e ritrovatolo , se gli gettò a' piedi gli chiese perdono , l'abbracciò , e lo menò alla cella con gli altri tenendoveli tre giorni ; e dopo se ne tornò con loro ad Eradion .

30. " Felice colui , che ha sparso i semi della Carità nel suo petto , che ben coltivati producono la benignità , e l'amore . Il suo nome con applauso , e con festa è replicato da ognuno . "  Economia della vita umana .
Fra tutte le specie di virtù la più magnifica , la più utile al genere umano , e la più ricercata è senza dubbio la Carità . Or questa proteiforme virtù può considerarsi per parte di Dio verso l'uomo , e per parte dell'uomo verso Dio , e verso i suoi simili .  La medesima ha tanti differenti aspetti , tanti diversi usi , e tante dolci condizioni che rendesi amabile ad ognuno anche il di lei nome quando sentesi profferire . Dessa si estende nello spirituale , e nel temporale . Tutti i ceti , tutti gli stati , e tutte le classi delle persone componenti il genere umano si fanno gran pregio di esser stimati caritatevoli . Il vincolo della Carità forma il nodo gordiano della società umana abbracciando anche i nemici .  Che cosa è l'uomo senza Carità ?  Studiam dunque la Carità perfezioniamoci nelle sue teorie e pratiche , e professiamola a dovere di Cristiano che saremo felici fin da questa vita . Tutti gli uomini parlano vantaggiosamente della Carità , e tutti i libri trattano della Carità : veramente niuna cosa è ben fatta se è senza Carità . Siamo perciò caritatevoli a norma delle circostanze ; che tutti ne proveremo i benefici effetti .





DICEMBRE
UNIONE
Qui manet in caritate , in Dio manet , et Deus in eo . Jo. 4. 16.

1. " Il fine , che hanno tutte l'altre virtù è di metterci in posseso dell'Unione con Dio , nella quale unicamente sta riposta tutta la felicità , che in questo Mondo si può godere .  Or in che consiste propriamente quest'unione ?  In null'altro , che in una perfetta conformità e somiglianza della nostra volontà colla volontà di Dio : cioè quando queste due volontà sono tra di loro talmente conformi , che non sia cosa in una , che ripugni all'altra , e tutte le cose che vuole ed ama l'una , le voglia e le ami anche l'altra ; e tutte quelle che aggradono , o dispiacciono all'una , aggradino o dispiacciano ancor all'altra . "  S. Gio. della Croce .
La B. Vergine ebbe questa perfetta unione ; e dice di lei S. Bernardo , che tenea continuamente fisso lo sguardo , e prontissimo il consenso al divin beneplacito per ogni cosa .   La V. M. Serafina di Dio avea fatto molto profitto in questo cammino , poiché in una relazione , che di se fece al suo Direttore gli dice così :  L'Anima mia mi par , che vada tanto d'accordo col Signore , che tutto quanto egli opera in essa , par , che sia fatto apposta per lei , perché questo appunto essa vuole , onde tutto ciò che avviene all'Anima mia , sono tutti bocconi dolci fatti per lei , e le pare , che altro ella non saprebbe bramare , e perciò non prova mai rammarichi , né travagli .  Ed una volta che una si accusò di non essersi conformata al divin volere , ebbe ella in quel punto un lume sì chiaro , in cui vide quanto sia bello il voler di Dio , che restò immobile per qualche tempo sopraffatta da grandissimo stupore , non sapendo intendere come potesse una creatura da niente non amare il santo e tanto bello volere del suo Creatore .

2. " S'ingannano quei che credono che l'unione con Dio consista in estasi , e ratti , ed in godimento di lui . Poiché ella non consiste in altro , che nell'arrendimento e soggezione della nostra volontà co' pensieri , parole , ed opere alla volontà di Dio : ed allora è perfetta , quando la volontà nostra si trova staccata da ogni cosa , ed unicamente attaccata a questa di Dio , di maniera che ogni suo movimento sia il solo e puro volere di Dio . Questa è la vera ed essenziale unione , che sempre ho desiderata , e che continuamente chieggo al Signore . Oh quanti siamo , che diciamo questo , e ci pare di non voler altro che questo !  Ma , miseri noi , quanti pochi dobbiamo arrivarci ! "  S. Ter.
La medesima Santa non finiva di stupirsi della gran fortuna che ha l'uomo di potersi unire col suo Creatore , e dell'immensa brama , che questo gran Signore ha di vederci uniti a se . E però questo era l'oggetto de' suoi più vivi desiderj , e quello che sopra ogni altra cosa più ardentemente procurava .   S. Gio. Battista sta nel deserto 24 anni . Iddio sa quanto il suo cuore era tocco dall'amor del Salvatore fin dal ventre di sua madre , e quanto avrebbe desiderato di godere della sua presenza ! e nondimeno attaccato alla semplice volontà di Dio , egli rimane colà a fare il suo uffizio , senza venire neppur una volta a vederlo : e dopo d'averlo battezzato , non lo siegue , ma seguita a fare l'uffizio suo .  Oh Dio , che cosa è questa se non tenere il suo spirito distaccato da ogni cosa , e in certa maniera da Dio stesso per fare la di lui volontà !  Questo esempio , dicea S. Francesco di Sales soffoga il mio spirito con la sua grandezza .

3. " L'unione con Dio si fa in tre maniere : colla conformità , colla conformità , e colla conformità .  La conformità è una totale subordinazione della nostra volontà alla volontà Divina in tutte le nostre opere , occorrenze , ed eventi ; volendo ed accettando tutto quello , che Iddio vuole e dispone per grave e ripugnante che sia .  L'uniformità è una stretta cognizione della nostra volontà con la volontà Divina , per cui non solamente vogliamo tutto ciò che vuole Iddio ; ma lo vogliamo per quest'unico motivo , che Dio lo vuole ; e godiamo egualmente di tutto per questa sola cagione , perché di questo gode , e questo vuole la Divina volontà . E di qua si leva ogni ripugnanza .  La deiformità è una trasformazione , che rende la nostra volontà tutt'una con quella di Dio : di maniera che ella non sente più se stessa , come se veramente non vi fosse più , ma solo sente in se la volontà Divina , e tutti gli affetti ed operazioni sue , come se in essa si fosse cambiata ; né vuole più cosa alcuna anche delle più sante con volontà creata , né per quella , ma solamente nella increata , fatta sua per trasformazione . "  Il P. Achille Gagliardi .
S. M. Madd. de Pazzi giunse a possedere tutti e tre questi gradi d'unione . Poiché quanto al primo ; disse più volte con gran sentimento , se io vedessi qui l'Inferno aperto , e credessi , essere volontà del Signore , che io penassi eternamente in quelle fiamme , da me stessa subito mi precipiterei là dentro per effettuare il suo divino volere . Quanto al secondo , in un'estasi , che ebbe nelle Feste di Pentecoste : Mi protesto , disse , di non volere , né desiderare lo Spirito Santo , se non secondo il volere di Dio .  Io lo desidero , e non lo desidero : perché non lo voglio desiderare da me come da me : tanto che se Iddio me lo desse per fare la mia volontà , e non la sua , come sua , ma come mia , ancorché in questo ci fosse la volontà sua ; ma non primieramente , e totalmente sua ; in nessun modo ne sarei contenta . Tanto m'importa non voler possedere , e far mio quel che gli ho donato , e voglio che sia tutto suo ; per poter dire con tutta verità in ogni cosa : Fiat voluntas tua .  E quanto al terzo ella vivea , come morta a se stessa , senza proprio intendere o volere .  Tale appunto il Signore le fece vedere l'Anima sua in un'altra estasi sotto l'apparenza di un'altr'Anima , ch'ella descrisse con questi termini . Ella cammina dietro al suo Sposo , senza intendere , senza sapere , senza parlare , senza udire , senza gustare , e si può dire , senza operare , e come morta : solo attende ad andar dietro al tiro interno del Verbo Divino , per non offenderlo .

4. " La conformità al divino volere è un potentissimo mezzo per vincere qualunque tentazione , per emendarsi qualsivoglia imperfezione , per conservare la pace del cuore , ed è un rimedio efficacissimo per tutt'i mali , ed il tesoro del Cristiano .  Poiché contiene eminentemente in se la mortificazione , l'annegazione , l'indifferenza , l'imitazione di Cristo ; l'unione con Dio e generalmente tutte le virtù : le quali non sono tali , se non perché son conformi alla volontà di Dio , ch'è l'origine , e la regola d'ogni perfezione . "  S. Vinc. de Paoli .
Egli era tanto affezzionato a questa virtù , che si può dire , essere ella stata la propria e principale , e come la generale virtù di lui , la quale mandava i suoi influssi sopra tutte le altre , ed era come il principal motore di tutte le potenze dell'Anima sua , e di tutt'i sensi del suo corpo , ed il primo mobile di tutt'i suoi esercizj di pietà , di tutte le sue più sante pratiche , e di tutte quante le sue azioni .  Di modo che , se si metteva alla presenza di Dio nelle sue orazioni , ed in tutti gli altri suoi esercizj ; ciò era per dire a Dio , come S. Paolo : Signore , che volete ch'io faccia ?  Se era sì attento in consultare ed ascoltare Dio , e si portava con tanta circospezione per discernere le vere inspirazioni procedenti dallo Spirito Santo dalle false , che vengono dal Demonio , o dalla natura ; ciò era per conoscere con maggior sicurezza la volontà di Dio , e per meglio disporsi ad eseguirla . E se finalmente rigettava sì risolutamente le Massime del Mondo , ed unicamente si attaccava a quelle del Vangelo , se rinunziava sì perfettamente a se medesimo , se con tanto affetto abbracciava le Croci , e si abbandonava a fare e soffrire tutto per Dio , tutto era per conformarsi più perfettamente ad ogni volere di S. D. M..    Il B. Jacopone stupendosi , come non sentisse più alcun stimolo , né inquietudine nella propria coscienza , come prima sentiva , intese questa voce nel suo interno : Questo viene , perché ti sei abbandonato totalmente alla Divina volontà , e ti contenti di tutto ciò ch'ella fa .

5. " E' tanto il gusto , che hanno gli Angioli in fare la volontà di Dio , che se fosse voler di lui , che alcun di loro venisse in Terra a sceglier la zizzania , o a purgar le ortiche di un campo , lascerebbe subito il Paradiso , e si metterebbe a far ciò di tutto cuore , e con infinito diletto . "  Il B. Enr. Sus.
Egli medesimo era tanto contento del divino volere , e tanto ad esso attaccato e subordinato , che diceva : Io vorrei esser piuttosto un pipistrello con la divina volontà , che un Serafino con la mia .   Era tale e tanto l'affetto , e la tenerezza d'amore , che portava S. M. Maddalena de Pazzi a fare la divina volontà , che al solo sentirne parlare parea che si risolvesse in giubilo di spirito , e talora veniva rapita in estasi . Onde una sera in tempo che le altre si erano ritirate in cella per dormire , stando ella per casa , sentì dire che una sorella avea gran desiderio di far la volontà di Dio , e rispose con giubilo : è una cosa troppo amabile ; con che rimase alienata da' sensi : e non potendo contenere quella gran dolcezza , che le apportava la cognizione dall'amabilità del Divino volere , si mise a correre per il dormitorio , esclamando , che la Divina volontà è amabile ; e chiamando le altre , che venissero a confessare la stessa cosa insieme con lei : tanto che commosse teneramente tutte , uscirono fuori , e andarono con essa in una Cappella , dove tutte ad alta voce unitamente confessarono essere amabile la Divina volontà ; e si fece in tutte una gran commozione di spirito .

6. " Un'Anima con verità rassegnata in Dio non s'affeziona a veruna cosa creata ; perché conosce chiaramente , che tutte le cose fuor di Dio sono vanissime , ed un nulla . Onde l'oggetto e lo scopo suo altro non è che di morire a se stessa , e di rassegnarsi attualmente , e sempre in tutte le cose . "  Il B. Enr. Sus.
S. Vinc. de Paoli fu in questo eccellente , perché vivea staccatissimo da tutte le creature , ed anche da se medesimo , e solo attento a dipendere in tutto dal voler di Dio e dalla disposizione della sua santa Provvidenza .   A questo felicissimo stato era pervenuta l'Anima della V. M. Serafina , come apparisce da una relazione , che di se ella fece al suo Direttore in questi termini . Lo stato , in cui presentemente trovasi l'Anima mia , è , che altro io non voglio , che quello che vuole Iddio : il gusto e volere di Dio si è tanto internato in me e tanto impastato col volere e gusto mio , che si è fatto mio , e quello solo voglio , che vuole Iddio ; e non solo lo voglio ma non posso né volere né avere altro gusto e volere che questo . Questo è il mio unico e compito volere ; né ho bisogno di produrre , o di replicarne gli atti ; perché già lo tengo altamente impresso nell'Anima , e l'amo , e lo stimo , e sommamente ne godo .

7. " Il Signore siccome conosce tutti per quello a che sono buoni ; così dà a ciascuno il suo impiego , conforme più vede convenire alla gloria sua , alla salute di lui , ed al bene de' prossimi . Questo però è l'inganno nostro in non rimetterci totalmente a quello ch'egli vuol fare di noi . "  S. Teresa .
Ella medesima , avendole i suoi Direttori posto in dubbio il suo cammino nello spirito , ed ordinato che procurasse altra via ; non sapea far altro che mettersi nelle mani di Dio ; affinché egli che sapea quello che le conveniva , adempisse il lei tutto ciò ch'era di sua volontà in ogni cosa .   Il Signore un dì pose nelle mani di S. Francesco Borgia d'eleggere o la vita , o la morte della sua consorte , ch'era gravemente inferma . Al che egli inteneritosi rispose : Perché , Signore , commettete al giudizio mio quello che unicamente sta in poter vostro ? Quello che importa a me , è di seguire in tutto il vostro santo volere , perché niuno meglio di Voi sa quello ch'è meglio per me . E però fate pure quello che più vi piace , non solo della consorte  , ma de' figli ancora e di me : Fiat voluntas tua .   Un cieco chieseistantemente la vista a S. Vedasto nel dì della sua Festa , e l'ottenne ; e poi tornando a pregare che se la vista non era espediente per la di lui salute non l'avrebbe voluta ; immantinente gli fu ritolta .  L'istesso accadde ad un altro , il quale essendo guarito , da una grave infermità per l'intercessione di S. Tommaso Cantuariense ; pregò il Santo , che se ciò non era il meglio per lui  , non lo voleva ; e gli ritornò subito la medesima infermità , ed egli ne restò contento .

8. " Dobbiamo sottometterci al volere di Dio , ed essere contenti in tutti quegli stati in cui gli piacerà di metterci , né mai desiderare di uscirne finché non conosceremo , che tale è il gusto di lui . Questa , è la più eccellente , e la più utile pratica , che si possa esercitare sopra la Terra . "  S. Vinc. de Paoli .
Il V. P. Daponte disse ad un suo confidente , che godea de' difetti naturali della sua persona , e della sua lingua ; perché il Signore con tali difetti l'avea voluto segnato ; e che similmente godea di tutte le tentazioni , o miserie sue sì interne , che esterne , perché Iddio così voleva e che se fosse volontà di Dio che vivesse mille anni carico di travagli anche maggiori , e tra dense tenebre , purché non offendesse lui , tuttavia ne sarebbe stato contento .   S. Elisabetta avvisata della morte del marito in guerra , rivolta subito a Dio , disse , Signore , tu ben sai , che io preferiva la presenza di lui a tutte le delizie del Mondo .  Ma giacché ti è piaciuto di tormelo : io totalmente mi accomodo al tuo snto volere , che se con istrapparmi un solo capello , lo potessi riavere senza il tuo beneplacito non lo farei giammai .

9. " Non crediate mai d'esser arrivati alla purità , che dovete , sin a tanto che la vostra volontà non sia del tutto , ed in tutto anche nelle cose più ripugnanti liberamente e allegramente sottomessa alla santa volontà di Dio . "  Sales .
Del medesimo Santo dice la B. di Chantal , essere egli giunto a tanta purità , come da lui stesso avea risaputo , che nel più forte delle sue afflizioni provava una dolcezza cento volte più dolce dell'ordinario . E che questo proveniva da quell'intima unione , che godea , la quale gli rendea saporitissime le cose più amare .   S. Vincenzo de Paoli avendo patito un danno notabile nelle sostanze della Congregazione , n'avvisò un amico così : Non posso a meno , che come a parzialissimo nostro io non vi dia parte della perdita da noi fatta ; non già come di male , che ci sia avvenuto , ma come di favore che il Signore ci ha fatto : acciocché ci ajutate a rendergliene le dovute grazie .  Favori e benefizj chiamo io le afflizioni , ch'egli ci manda , massimamente quando son ben ricevute . E perché la sua infinita Bontà ha ordinata questa perdita ; ce l'ha fatta accettare con perfetta ed intera rassegnazione : ed ardisco dire , con quell'allegrezza con cui avremmo ricevuto qualche prospero avvenimento .

10. " Vale più un atto di rassegnazione al divin volere in quello che dispone contrario a noi , che centomila buoni successi secondo il volere , e gusto nostro . "  S. Vinc. de Paoli .
Il Santo Giobbe tra tante disgrazie , con quel  Dominus dedit , Dominus abstulit , quanto mai meritò appresso Dio !

11. " La perfetta rassegnazione altro non è che un eccesso di morale annichilazione de' pensieri ed affetti , rinunziandosi uno totalmente in Dio , perché lo guidi come gli pare e piace in ogni cosa : come se non sapesse , o non volesse più se stesso , né verun'altra cosa che Dio .  Ed allora è , che , come si dice , l'Anima si perde in Dio : non già quanto alla natura , ma quanto alla proprietà delle sue potenze . "  Il B. Enr. Sus.
S. Caterina da Genova fu una di quelle Anime fortunate , che giunse a partecipare di questa santa annichilazione , nella quale com'ella medesima attesta , non avea più né pensieri , né affetti , né desiderj di veruna cosa , fuorché quello di lasciar fare a Dio di lei ed in tutto quello che egli volea , senz'alcuna sua resistenza , o elezione ; e che questo le dava in ogni tempo ed in ogni cosa un sapore , che partecipava con quello de' Beati , i quali non hanno altro volere che quello del loro Dio . Ond'è , che dicea : se io mangio , se bevo , se parlo , se taccio , se dormo , se veglio , se vado , se odo , se penso , se sono in Chiesa , se in casa , se in piazza , se inferma , o sana ; in ogni ora e momento della vita mia tutto voglio , che sia in Dio e per Dio nel prossimo anzi non vorrei poter fare , né parlare , né pensar altro che quello che fosse il voler di Dio ; e la parte , che a quelle si opponesse , vorrei ne fosse fatta subito polvere e sparsa al vento .   Essendo apparsa a S. Aldegonda una fanciulla da lei non conosciuta , la quale da parte della SS. Vergine le disse che domandasse ciò che volea che le sarebbe dato : Tutt'allegra la Santa , rispose , che altro non bramava , se non che in tutte le cose si facesse la santa volontà di Dio , alla quale ella sarebbesi rassegnata con tutto suo gusto e piacere .

12. " Quando sarà , che noi gusteremo la dolcezza della divina volontà in tutto ciò che ci avverrà , non considerando in veruna cosa altro , che il suo beneplacito , dal quale è certo , che con eguale amore , e per lo nostro meglio , ci vengono compartite tanto le avversità , che le prosperità ?  Quando ci saremo abbandonati affatto nelle braccia del nostro amorosissimo Padre celeste , lasciando in lui la cura delle nostre persone e de' nostri affari , e non riservando per noi , che il solo desiderio di piacere a lui , e di ben servirlo in tutto quello che potremo ? "  La B. Maria di Chantal .
Mentre S. Pietro stava per venire alla disputa con Simon Mago ; questi gli mandò a dire che per un negozio importante sopraggiuntogli dovea differirla tre giorni dopo .  S. Clemente , che si era convertito di fresco , ed allora si trovava con S. Pietro , s'attristò di questa dilazione . Ma S. Pietro lo consolò , con dirgli : Figlio questo è proprio de' Gentili , e di turbarsi , quando le cose non succedono secondo il desiderio : ma noi , che sappiamo , che il Signore guida e dispone tutte le cose , abbiamo in tutt'i casi da star con gran consolazione e pace . Sappi , che questo che ti apporta malinconia , è seguito per maggior bene ; perché se la disputa si fosse fatta oggi , tu non l'avresti intesa molto ; e facendosi più tardi , l'intenderai meglio ; perché frattanto io t'istruirò , e così ne caverai maggior profitto .  Perciò per l'avvenire guardati di non discostarti mai dal divino volere , pigliando sempre tutto ciò , che t'avverà per lo tuo meglio .   Si legge della moglie di un armigero , che in tutt'i casi avversi , che ad alcuno accadevano , avea sempre in bocca queste parole : questo sarà il meglio per lui . E questo stesso disse al marito una volta che perdé un occhio . Or accadde , che dopo qualche tempo stando il Re vicino a morte , e dovendosi secondo il costume del Paese deputare uno , che morisse insieme con lui per onorare la di lui morte , fu a tal effetto deputato il marito ; ma questo fatto savio dal suo stesso infortunio : no , disse , non è decente , che un sì gran Re abbia per compagno nella sua morte un guercio . Il che fu da tutti approvato : è così l'aver perduto l'occhio non fu per lui disgrazia , ma gran fortuna .

13. " L'abbandonare se stesso in Dio altro non è , che un donargli totalmente la propria volontà . Quando un'Anima può dire daddovero : Signore io non ho altra volontà , che la vostra ; allora è veramente abbandonato in Dio , ed in lui unita . "  Sales .
Il V. P. Daponte avea fatto questo voto , e lo ripetea ogni giorno : Fiat , Domine , de me , in me , pro me , et circa me , et omnia mea , sancta voluntas tua in omnibus , et per omnia , et in aeternum .  Apparve un giorno il Signore a S. Geltrude , dicendole : Figlia , ecco che io porto in una mano la santità , e nell'altra l'infermità : eleggi quello che più ti piace . E la Santa gettatasi a' piedi di lui colle mani incrocicchiate sul petto : Signore , rispose , io vi prego a non considerare per niente la volontà mia , ma la vostra unicamente , ed a fare in me quello che sia per riuscir a maggior gloria e gusto vostro ; perché io non ho altro desiderio , che d'avere quello che volete voi , che io abbia . Piacque molto al Signore questa risposta , e le soggiunse : Quei , che vogliono esser visitati spesso da me , mi donino la chiave della loro volontà , senza dimandarmela più . Dal che addottrinata la Santa , si compose questa giaculatoria , che poi ripeteva ad ogni momento : Non mea , sed tua voluntas fiat , Jesu amantissime .

14. " Sono molti quei , che dicono al Signore Io mi dò tutto a Voi senz'alcuna riserva : ma sono pochi que' , che abbracciano la pratica di questo abbandonamento , la quale consiste in una certa indifferenza a ricevere ogni sorta di accidenti , conforme arrivano secondo l'ordine della divina Provvidenza ; tanto le afflizioni , quanto le consolazioni ; sì i dispregi e gli obbrobrj , come gli onori e la gloria . "  Sales .
Spiccò a meraviglia in questo S. Vincenzo de Paoli .  In tutt'i luoghi , tempi , impieghi , occasioni , e nelle tribolazioni , e nelle consolazioni , e nelle malattie , e ne' gran freddi , e ne' gran caldi , e nel ricevere affronti , rimproveri , calunnie , o perdite di persone , e di beni , mai non s'inquietò punto , né si turbò : ma come se tutti questi accidenti fossero d'una medesima sorta , se ne restava sempre con una gran pace e tranquillità d'animo che dava a conoscere colla dolcezza delle parole , e colla serenità del volto . E ciò perché non perdea mai di vista quella sua gran massima che nulla succede in questo Mondo , che non venga ordinato dalla divina Provvidenza , nelle cui braccia s'era egli interamente abbandonato . Il che fece dire ad un Prelato , di ciò stupito : ilSignor Vincenzo è sempre il Signor Vincenzo .   I casi particolari renderanno la cosa più chiara .  Ricevendo avviso , che alcuni esterni voleano muover liti , e molestare i suoi Missionarj ne' loro beni , e nelle cose , e luoghi da loro acquistati ; la sua più ordinaria risposta era , che null'altro succederebbe se non quello che piacerebbe al Signore ; e che essendo egli il Padrone di tutt'i loro beni , era cosa giusta , che ne disponesse secondo il suo divin volere .  Essendo gravemente infermo uno de' principali e più utili soggetti della Congregazione scrisse così ad una persona che ne sentiva grande afflizione : Pare , che N. S. voglia pigliare la sua parte della nostra piccola Compagnia .  Essa , come spero , è tutta sua , e però egli ha diritto di valersene come gli parrà .  E quanto a me il maggior desiderio , che io abbia , è di nulla desiderare , fuor che l'adempimento della sua divina volontà .  Di fatti sebbene gli fosse tanto cara la conservazione della sua Congregazione , non desiderò mai né questa né l'aumento , o progresso di essa , se non in quanto potea conoscere , che Iddio così volea , di modo che , come disse una volta non avrebbe menato un passo , né detta una sola parola per questo , se non fosse stato con intera dipendenza dalla divina volontà .  E lo stesso pure praticava in ciò che riguardava la propria sua persona . Poiché soffriva le sue gravi infermità con gran pace e tranquillità d'animo .  E nell'ultimo anno vedeva egli bene , e io diceva ancora , che se n'andava a poco a poco , ma con una sì perfetta indifferenza , che il vivere , e 'l morire , i patimenti , ed i sollievi , tutto gli era una cosa .  Era indifferente per li cibi , e per li rimedj che gli venivano dati , e quantunque rappresentasse talora , alcuna cosa essergli nociva ; pigliava però sempre tutto quello che ordinavano i Medici , e si mostrava egualmente contento sì de' mali affetti , che de' buoni ; altro in tutto non rimirando che l'adempimento del divino beneplacito , come unico oggetto dei suoi desiderj , e delle sue allegrezze ; né mai si osservò in lui sì nelle malattie , che nella sanità neppure una minima cosa contraria a questa sua santa disposizione .   A questo medesimo stato ancora arrivò la B. M. di Chantal , di cui si racconta , che ricevea con egual indifferenza tutti gli accidenti , tanto avversi , quanto prosperi ; non avendo altro desiderio fuorché quello solo , che Iddio facesse di lei , in lei , e circa di lei tutto ciò , che a lui piacesse ; e che perciò non volea neppure pensare a quello che a se , e ad altri potesse accadere nell'avvenire ; cioè che cosa avrebbe fatto , se si fosse trovata in qualche occorrenza , in caso , per esempio , che venisse a mancarle ogni cosa , se avesse dovuto andar mendicando , ovvero aspettare il provvedimento dalle mani del Signore .  E dicea , che quando si trovasse in un simil caso , allora avrebbe domandato con nuova confidenza al Signore che cosa dovesse fare , tutta in lui abbandonandosi .  In fatti dimandata una volta , se ne' varj pericoli di precipizj , di sommersioni , ed altri che aveva incontrati ne' suoi continui viaggi , avesse sempre sperato di esserne da Dio liberata , rispose di non avere sperata la liberazione , ma bensì , che il Signore avesse sempre fatto ciocché fosse di sua maggior gloria , o liberandola dal pericolo , o lasciandola in esso perire , e che in questa cotal dipendenza dalle divine disposizioni il suo cuore si trovava sempre contento , tranquillo , ed in pacifica quiete .   In somma diceva un grande e santo uomo : un'anima , che sia perfettamente rassegnata , eè come un corpo da ogni parte perfettamente quadrato ( cioè un cubo ) il quale da qualunque parte si getti , in quella stabilmente si posa .

15. " Se vi getterete nell'esercizio del santo abbandonamento , senz'accorgervi del vostro profitto , farete molto avanzamento , come appunto succede a coloro , che navigano in alto mare con venti favorevoli , abbandonati alla condotta del pilota . "  Sales .
Era in certo Monastero un Religioso tanto insigne di far miracoli , che gl'infermi guarivano col solo toccare le di lui vesti , o cintura . Si maravigliava di ciò l'Abate non vedendo in esso niente di speciale ed un giorno gli dimandò per qual cagione Iddio operasse per mezzo suo tanti miracoli : io non lo so , rispose egli , perché io non fo digiuni , né discipline , né veglio , né fatico , né faccio lunghe orazioni , o verun altra cosa  di più degli altri . Questo solo io trovo in me , che niuna cosa che succede , mi turba , o m'inquieta , ma l'Anima mia se ne sta sempre con una stessa tranquillità in tutti gli avvenimenti , per molti avversi , che sieno , tanto proprj , che d'altri , perché ho lasciata ogni cosa nelle mani di Dio , e così le prosperità , come le avversità , così il poco , come il molto , tutto piglio con egual rendimento di grazie , come venute dalli mani sue . Allora , soggiunse l'Abate , e non ti turbasti l'altro giorno , quando quel nostro avversario bruciò la nostra grangia ? Niente affatto , rispose esso . Ecco dunque la cagione de' tuoi miracoli , ripigliò l'Abate .   Un contadino , che avea sempre , e più , e migliori frutti degli altri richiesto della cagione di ciò da' suoi vicini : Sentite , disse , io ho sempre i tempi , come li voglio , perché li voglio sempre come vuole Iddio , e non altrimenti .

16. " Uno de' principali effetti del santo abbandonamento in Dio è l'egualità di spirito ne' varj accidenti di questa vita : ch'è certamente una cosa di gran perfezione , e di gran gusto di Dio . Ed il modo di mantenerla , è ad imitazione dei piloti , rimirar di continuo il polo , cioè il voler Divino , per starvi continuamente attaccato : giacché esso è , che con infinita Sapienza distribuisce rettamente la prosperità e le avversità , la sanità e le malattie , le ricchezze e la povertà , gli onori e i dispregi , la scienza e l'ignoranza ; e tutto quanto in questa vita succede . Altrimenti se rimireremo le creature  senza questa relazione a Dio , non potremo a meno di non mutarsi di umori , e d'inclinazioni secondo la varietà degli accidenti , che occorrono . "  Sales .
Riferisce Taulero , esservi stato un insigne Teologo , il quale per otto anni continui avea pregato Dio di fargli trovare alcuno , che gl'insegnasse la via della verità , e che un giorno finalmente mentre stava più infervorato in questa preghiera , udì una voce dal Cielo , che gli disse : va al Tempio , e là lo troverai . Andò , e vi trovò un povero mendico , che se ne stava su i gradini della Chiesa malamente involto in uno straccio di veste tutta logora , e tutto ricoperto di piaghe ; e mossone a compassione lo salutò benignamente dicendogli : Iddio ti dia il buon giorno , buon uomo : Io , disse subito con lieto viso colui , non ho mai avuto un mal giorno . Dunque ripigliò il Teologo , Iddio ti dia buona fortuna . E quegli , io non ho mai provati infortunj . Ma come non hai avuti giorni mali , e non hai mai provati infortunj , soggiunse il Teologo , se sei carico di malanni , e di guai ? Ti dirò , rispose il mendico , io mi son posto totalmente in braccio alla divina volontà , alla quale conformo talmente la mia , che quanto Iddio vuole , tanto voglio io . Ond'è , che quando la fame , la sete , il freddo , il caldo , le infermità mi molestano , io altro non faccio , che lodare Dio . Sia l'aria serena , o tempestosa , io lodo sempre Dio ; e qualsivoglia cosa mi accade , sia prospera , sia avversa , sia grata , o disgustosa , tutto prendo dalla mano di Dio con grande allegrezza , come cosa , che non può essere se non buona , mentre proviene da una causa , la quale non può fare , se non cose ottime . Ma ripigliò allora il Teologo , e se Iddio ti volesse mandare all'inferno , cosa faresti ? ed il mendico : incontanente mi butterei là dentro . Però vedi , io ho due braccia , uno è l'umiltà ; col quale mi tengo sempre unito alla di lui sacratissima umanità , l'altro è amore , che mi unisce alla di lui Divinità . Or se accadesse , che egli mi condannasse all'Inferno , io allora con queste due braccia mi stringerò sì fortemente in lui , ch'egli sarebbe costretto a venire insieme con me . E con tal compagnia non m'importerebbe di star anche nell'Inferno . Chi sei mai tu ? disse qui il Teologo . E colui . Io son Re . E dov'è il tuo regno ? nell'Anima mia : perché so regger così bene i miei sentimenti sì interni , che esterni , che tutte le forze , le inclinazioni , e gli affetti dell'Anima mia mi stanno totalmente soggetti . Dimmi , donde mai apprendesti tanta perfezione ? col raccoglimento , colla meditazione , e coll'unione con Dio . Io non potei trovar mai la quiete in cosa alcuna , che fosse minore di Dio , finché non giunsi a trovar lui , e da allora in quà io godo una continua pace . E dove trovasti Dio ? Dove io lasciai l'affetto a tutte le altre cose .

17. " In questo santo abbandonamento si genera quella bella libertà di spirito che hanno i perfetti , ed in cui trovasi tutta la felicità , che in questa vita si può desiderare , poiché di nulla temendo , e nulla volendo e bramando delle cose del Mondo , tutto possederemo . "  S. Ter.
Una di queste belle Anime era quella di S. Francesco di Sales . Poiché egli in tutti gli accidenti , che gli occorreano , mostravasi sempre contento , come se tutti andassero secondo il suo desiderio . In fatti essendosi sollevata una fiera persecuzione contra di lui , e contra l'Ordine da lui istituito , scrisse così alla Chantal , io rimetto tutti questi venti infesti alla divina Provvidenza . Soffino ; o cessino , come a lei piacerà ; la tempesta , e la bonaccia mi sono egualmente care . Se il Mondo non sparlasse di noi , non saremmo servi di Dio .   Ferdinando II Imperatore faceva ogni giorno questa preghiera : Signore se è bene per la gloria tua , e per la salute mia , che io sia maggior di quello che sono , esaltami ; e ti glorificherò : Se è d'onor tuo , e per la mia salute , che io mantenga nel grado che sono : conservami in esso , e ti glorificherò : Se è di lode tua , e per bene mio , che io stia in grado più basso ; abbassami , e ti glorificherò .   Il P. Alvarez non pensava mai che cosa si sarebbe fatta di lui . E se tal volta  gli veniva ciò in mente , dicea subito : ne sarà quello che vorrà Dio ; e rivolto a Dio , Signore , io non voglio altro , che contentar voi , e soddisfar voi .

18. " Oh , il bel vedere una persona spogliata da ogni attaccamento , pronta ad ogni atto di virtù e di carità , dolce con tutti , indifferente ad ogni esercizio , eguale nelle consolazioni , e nelle tribolazioni , e tutta contenta , purché si faccia la volontà di Dio . "  Sales.
Ecco come il Santo , senza volerlo , ci ha dipinto al vivo se stesso ; poiché tale appunto egli era , quale quì si è descritto ; come apparisce da tanti fatti riferiti in quest'Opera .

19. " Quando ci saremo abbandonati totalmente al gusto di Dio , sottomettendo senz'alcuna riserva la nostra volontà , e tutt'i nostri affetti al suo dominio ; allora vedremo le Anime nostre talmente unite con S.D.M. , che potremo dire con quel perfetto tra' Cristiani : In me non ci vivo più io , ma Gesù Cristo . "  Sales.
Il medesimo Santo , per attestazione di chi lo praticava più confidentemente negli ultimi anni di sua vita era arrivato a tanto , che non volea , non amava , né vedea più altro , che Dio in tutte le cose . D'onde procedea , che si vedea sempre assorto in Dio , e dicea non esservi cosa al Mondo , che lo potesse contentare , se non Dio ; e più volte profferì con un sentimento tutto estatico ; Signore , che v'ha in Cielo per me , e che voglio io in Terra , se non Voi ?  Voi siete la mia porzione , e la mia eredità in eterno . Tutto ciò che non era Dio era niente per lui . E questa era la principale tra le sue massime .

20. " Quando uno vuole unirsi a Dio è necessario , che si esamini , se tra l'Anima sua e Dio vi sia qualche cosa di mezzo , e se in qualche cosa egli cerchi se stesso , e sia rivolto a se medesima . "  Il B. Enr. Sus.
Il V. Bercmans , essendosi esaminato se aveva affetto a veruna cosa , trovò , che non v'era cosa sopra la Terra , alla quale avesse o potesse aver affetto . Onde lasciò scritto : Nulli rei sum affectus , et nihilo habeo , cui afficiar .   Un cavaliere di gran nome , che avea menata gran parte della vita in Corte , governandosi colle massime del Mondo , finalmente guadagnato a Dio da S. Vincenzo de Paoli , si diede tanto alla perfezione , che divenne a tutti di grand'esempio .  Però bramoso di crescere , e persuaso , che quanto più fosse staccato dalle creature , tanto più si unirebbe con Dio , s'andava sovente esaminando , se avesse qualche attaccamento a' parenti , amici , beni , onori , comodi , o altro ; e qualunque cosa trovava , che lo trattenesse , quella subito rompeva , e tagliava .  Un giorno poi andando a cavallo prese al far il consueto esame , e non trovava niente , se non che finalmente conobbe d'aver affetto alla sua spada la quale ne' duelli l'avea tante volte difeso dalla morte .  Ed incontanente scese da cavallo incontrata una grossa pietra , la ruppe sopra di quella .  Raccontando poi il fatto al Santo attestò , che quell'atto gli diede una libertà sì grande , che non mai più ebbe affetto a veruna cosa caduca .

21. " L'orazione di unione non pare altro , che un morire quasi affatto a tutte le cose del Mondo  , e star godendo di Dio . "  S. Ter.
In questo felicissimo stato trovavasi S. Caterina da Genova , la quale confessa di se , che una volta ebbe una visione , in cui le fu mostrato , come , tutto il bene procede da Dio senz'altra causa antecedente , che dalla sua pura , e semplice bontà dalla quale viene unicamente mosso a farci del bene in tanti modi , e vie .  Da tal vista , dice , ridondò in me un certo fuoco d'amore tanto intrinseco , che fin da quel punto mi fu levato l'intelletto , la mente , e la volontà , e l'amore d'ogni cosa , ch'è fuor di Dio : tanto che l'Anima mia non sa , né può voler altro , che ciò che di presente sta godendo , e niente più , e con ciò è contenta e soddisfatta più di quello che mai potesse ottener con mettere in opera ogni suo sforzo ed industria .  E se mi dimandasse , che cosa vuoi tu ? che intendi tu ? io risponderei : niun'altra cosa fuorché quello che mi dà l'amore , il quale mi tiene tanto in se occupata , e sì piena , che non ho bisogno d'andar meditando , né cercando cosa alcuna per pascere le mie potenze , tanto stanno sazie e soddisfatte .

22. " L'anima , che sta attaccata coll'affetto a qualsivoglia cosa anche minima , che molte virtù che tenga , non arriverà mai alla libertà della divina Unione .  Poichè importa poco , che un uccello stia legato con un filo grosso , o con uno sottile ; mentre per sottile che quello sia , quando però non lo rompa , starà sempre legato , né mai potrà liberamente volare . Oh che compassione è mai il vedere certe Anime , come tante ricche navi , cariche di preziose merci di buone opere , di esercizj spirituali , e di virtù , e gran favori di Dio ; e per non aver coraggio di finirla con quel gustarello , o affezioncella non possono mai arrivar al porto della divina Unione , che in altro più non stava , se non in dare un buono e forte volo , e finir di rompere quel filo di attaccamento !  Poiché liberata l'Anima da ogni affetto a qualunque creatura , non può Iddio non comunicarsele con pienezza : come non può il Sole non entrare ad illuminare una stanza aperta , quando è sereno . "  S. Gio. Crisost.
Si riferisce nella vita di S. Gregorio , che un uomo ricco lasciò il Mondo , e si ritirò in una selva , non portando seco altro , che un piccolo gattino , acciò gli servisse di qualche sollievo in quella solitudine ; quale perciò egli amava , e spesso accarezzava .  E dopo esser là vivuto per molti anni in un continuo esercizio d'orazione , e penitenza , pregò il Signore a volergli manifestare qual premio gli tenea preparato .  E Iddio gli fece intendere , che potea sperare nel Cielo un posto eguale a quello di Gregorio Romano Pontefice .  Si attristò il buon Romito ad un tal avviso , non potendo capire , come uno , che aveva lasciato per Dio quanto aveva , e l'avea servito con tanta austerità , non avesse da ricevere maggior premio di uno , che vivea tra tante ricchezze e tra tante comodità .  Ma il Signore gli aprì gli occhi con fargli intendere , ch'era più attaccato egli al suo gattino , che Gregorio a tutte le ricchezze ed onori , che godeva ; e che la perfezione consiste appunto nello staccamento da ogni cosa , che non è Dio .   Le monache della Visitazione fanno special professione di un totale staccamento da ogni cosa , non potendo appropriarsi cosa alcuna quanto si voglia minima , neppure un ago . E però per mantenere in vigore questa sì eccellente spropriazione , a fine di non attaccare il loro affetto a cosa alcuna , han per regola di cambiar ogni anno tra di loro quanto hanno in uno , camere , libri , masserizie , e tutto , per fin le medesime Croci che portano in petto .

23. " Ecco perchè dopo tante Comunioni , che facciamo , non mai arriviamo a ricevere la santificazione ; perché non lasciamo regnare in noi il Signore , com'egli bramerebbe . Egli viene in noi , e trova i nostri cuori pieni di desiderj , d'affetti , e di piccole vanità .  Non è questo quello ch'egli desidera .  Lì vorrebbe trovare affatto voti , per rendersene assoluto padrone e governatore . "  Sales .
Uno di questi cuori era quello del medesimo Santo . Poichè attesta di lui il suo Confessore , che non potea soffrire in esso verun affetto che non fosse tutto di Dio , o per Dio .  Ond'è , che se talora vedea spuntarvene alcuno , che tale non fosse , gli era subito sopra con ferro e fuoco alla mano per estirparlo .   Ad una buona Anima fu detto dal Signore , che la miglior disposizione per ricevere abbondanti grazie nella Santa Comunione , è quella di vuotarsi di tutto .  Perché se un gran Signore si porta in casa d'un suo amico , per riempirgli tutt'i suoi scrigni e bauli , e li trova pieni di crusca , di sabbia , e di terra con suo rammarico è forzato a ritirarsi in dietro .   Questa è la ragione , perché le Anime sante usavano tante diligenze per far bene la Comunione .  Leonora Imperadrice , che la frequentava tre volte la settimana , vi spendea prima due ore di meditazione , vi andava cinta di cilizio , e di catenelle pungenti avvolte in più giri intorno alle braccia : e dopo stava prostrata per un quarto d'ora col volto sul pavimento , trattenendosi col divino Ospite in dolci e tenere accoglienze .  Indi per mantener tra 'l giorno il caldo della divozione , stava per quanto potea , ritirata , orando e leggendo in silenzio , ed in solitudine , nella sua stanza .   S. Luigi Gonzaga vi spendea tutta la settimana , indirizzando per preparazione ad essa tutte le operazioni , che facea per tre giorni avanti , e perciò si studiava di farle bene , e quelle dei tre giorni dopo , per rendimento di grazie .   Il V.M. di Palafox dopo la sua conversione essendo ancor secolare , si comunicava spesso , cioè una volta la settimana ; e si prese per esercizio di chiedere a Dio in ogni Comunione una virtù e di voler estirpare da se un difetto particolare impiegando perciò in questo quando giorni , e quando settimane intere .  Con che procurava di superar coll'ajuto della grazia le sue cattive inclinazioni , e di sopprimere i costumi invecchiati ; e ne provava di giorno in giorno notabile miglioramento .   Il V. Bercmans , ne' giorni di vacanza non si comunicava volentieri : perché dicea , che in tali giorni non potea stare con quella quiete e divozione di Anima , che si dee , e se doveasi comunicare , chiedea licenza di restare in casa .  E disse in un'occasione , che ogni qual volta si comunicava si sentiva sensibilmente ristorare e rinvigorire lo spirito .

24. " Per arrivare alla perfetta unione , è assolutamente necessaria una totale e perfetta mortificazione de' sensi e degli appetiti .  Il modo più efficace , e più breve per ottenerla è questo .  Per li sensi bisogna qualsivoglia gusto , che loro si presenta , come non fia puramente per gloria di Dio , rifiutarlo subito per amor di Gesù Cristo , che in questa vita non ebbe , né volle altro gusto , se non di fare la volontà del Padre , che egli chiamava il suo cibo .  Come per esempio , se si presenta un gusto , o voglia di vedere , o di udire cose , che non importano per lo servizio di Dio o non conducono maggiormente a Dio rifiutar quel gusto , e lasciar di mirare , o di udir quelle cose : e se non si può , basta non acconsentirci con la volontà . Per gli appetiti poi , sforzarsi d'inclinare sempre se stesso al più faticoso , al più disgustoso , al più difficile , al più povero , al peggiore , ed a nulla desiderare , fuorché di patire , e di esser disprezzato . "  S. Gio. della Croce .
Tale appunto fu la vita del medesimo Santo , menata da lui in un esercizio continuo di mortificazione interna ed esterna senza mai mostrarsene sazio . E perciò arrivò ad una grande unione con Dio .   S. Francesco Borgia pregava spesso il Signore a rendergli penose tutte le comodità di questa vita , ed egli medesimo si studiava di rendersele tali quanto più potea .  Quindi è , che desiderava con avidità , cercava con sollecitudine , ed abbracciava con allegrezza tutto ciò che era contrario all'amor proprio , e nel vitto , e nel vestito , e nell'abitazione : col qual mezzo fece de' grandi progressi nella virtù , e nella santa Unione .

25. " Se brami d'arrivare all'unione di Dio , sia la tua maniera di vita e di conservazione più interna che potrai ; e non ti scoprire , né uscir fuor di te né con parole , né con gesti , né con costumi , ma studiati di contenerti dentro te stesso , rivolto a Dio solo , che ti è presente , ed escludendo dal tuo cuore tutto ciò che vedrai , o ascolterai . "  Il B. Enr. Sus.
Il P. Alvarez essendo una volta stato pensieroso per alcuni giorni , e richiesto che cosa avesse , rispose : Studio la maniera di vivere , come se io fossi ne' deserti d'Africa , e di tenere il cuore così staccato da tutte le creature , come se appunto abitassi in un deserto : e l'ottenne .   S. Rosa di Lima usava uno studio singolare in tener celate non solo le opere buone , e le penitenze che facea , ma fin anche i doni spirituali , che ricevea dal Signore , non rivelandoli senza necessità , neppure a' suoi PP. spirituali . Onde avendo un celebre Personaggio desiderato grandemente d'aver piena notizia delle grazie speciali , ch'ella godea pregò istantemente il di lei Direttore di scavarlo da essa . E sebben questi vi prevedesse delle gran difficoltà , pure per compiacerlo , sotto altro pretesto tentò con varj ragionamenti l'impresa . S'avvide tosto la pia Verginella ove teneano quegli artifizj ; e però con umilissime parole lo supplicò al volerle far questa grazia di non interrogarla di ciò : poiché avendo ella fin da' suoi primi anni supplicato ardentissimamente il suo Sposo a non mai permettere , che fosse penetrato da alcuno quanto per sua mera bontà egli avesse voluto in essa operare , il Buon Dio gliel'avea accordato ; e perciò non dovere il Ministro toglierle quella grazia , che le avea conceduta il Signore .   S. Tommaso d'Aquino fin da' suoi primi anni andava incessantemente cercando , che cosa fosse Iddio .  Fatto religioso , il suo unico gradimento era di pensare , di parlare , o di sentir parlare di Dio ; talmente che se talora nelle comuni conversazioni s'introducea qualche discorso , che non fosse di Dio , non ci attendea come se si parlasse di cosa , che non apparteneva a lui .  E di tal maniera indirizzava a lui ed all'unico gusto di lui tutte le opere , ed azioni sue , che avendogli l'istesso Signore dimandato , che premio volesse per li tanti , e sì eccellenti scritti , che per lui fatti avea niun'altro , rispose , fuorché voi solo , amor mio , e Dio mio .

26. " State invariabile in questa risoluzione , di tenervi nella semplice presenza di Dio per mezzo d'un intero spogliamento e remissione di voi stesso nelle braccia della sua SS. volontà , ed ogni volta che voi troverete il vostro spirito fuori di questo caro soggiorno , riconducetevelo dolcemente , senza però far atti sensibili d'intelletto o di volontà .  Perché questo amore di semplice confidenza , e questa remissione , e riposo del vostro spirito nel seno paterno della divina bontà , comprende tutto quello che si può desiderare per piacere a Dio . "  Sales .
Questo appunto era l'esercizio più caro , e più frequente della B. M. di Chantal , ch'ella praticava per mezzo di un semplice sguardo in Dio , e di una semplice aderenza alla di lui SS. Umanità , riposandosi semplice in essa , come un piccolo bambino tra le braccia e nel seno di sua Madre , senza cercar di far altro , nè andar investigando quel che il Signore operava in lei , o perché l'operasse .  Ed in questo trovava il suo miglior riposo , come ella stessa confessò in una relazione , che di sé fece al suo Direttore .  Io , gli dice , sento in me il mio spirito molto portato a trattenersi con un semplice sguardo in Dio e nella sua divina Bontà .  E sebbene non sento più quel totale abbandonamento e quella dolce confidenza , che una volta sentiva , anzi non ne posso neppur fare alcun atto ; ma pare però , che con quel solo sguardo queste stesse virtù divengono più sode e ferme che mai : onde se io volessi seguire il mio impulso interno , non farei mai altro che questo .  E per frenar la vivezza del suo naturale attivo : si scrisse in una carta una lunga orazione , che contenea molte preghiere , lodi o rendimenti di grazie per li Benefizj generali , e particolari ricevuti , per gli amici , parenti , ed altre obbligazioni , per li vivi e pe' morti , in somma per tutte quelle cose , alle quali si credea tenuta .  Si pose poi questa carta al collo e la portava dì e notte ; avendo convenuto con Dio , che ogni qual volta se la stringeva al petto , intendea di fare tutti quegli atti ; che in essa si conteneano .   Tra le molte divozioni ed ossequj , che usava la V. S. M. Crocifissa per lo rendimento di grazie dopo la Comunione , uno era di metter Gesù nel comunicarsi a riposare nell'Anima sua , e come se vi dormisse , starsene ella appresso in umile silenzio guardandolo ; proibendo poi rigorosamente a tutte le sue potenze sì esterne , che interne di fare alcuna cosa , che non fosse in ossequio di lui , o alcun atto men rispettoso a lui , acciò coll'importunità di altri ufficj non isvegliassero il suo diletto .  E così trattenea per molto tempo abbassate in tacita riverenza tutte le sue potenze , a null'altro pensando , che a Gesù giacente nel suo cuore .  E da quest'ossequio più che da qualunque altro confessava di aver ella cavato maggior profitto .  Procurava bensì nella preparazione d'aggiustargli bene il luogo con divoti affetti e con atti di varie sorte , acciò potesse riposarvi con meno incomodo .

27. " Quando io veggo certe Anime molto diligenti in star attente all'orazione , e col capo chino mentre si trovano in essa , di maniera che no ardiscono muoversi un tantino , né staccarsi col pensiero , perché non si parta un pochino da loro il gusto e la divozione sensibile , che hanno avuta ; questo mi fa vedere quanto poco queste intendano il cammino , per dove si arriva all'unione : mentre si credono , che tutto il negozio consista in non pensar ad altro , che a questo .  No , no , opere vuole il Signore . E però quando vi si presenteranno cose da fare , alle quali vi obblighi o l'obbedienza , o la carità del prossimo ; allora non vi curate punto di perder quella divozione , e quel pensiero , e godimento di Dio per dargli gusto con fare quelle altre cose : perché queste vi conducono più presto di quelle altre alla santa unione . "  S. Ter.
La B. Chiara di Montefalco si occupava volentieri delle fatiche del Monistero ; e solea dire , che in esse il dono dell'Orazione piuttosto si perfeziona .   S. M. Maddalena de Pazzi essendo Novizia , avea tal volta facoltà dalla Maestra di ritirarsi all'Orazione in que' tempi , che le Compagne si dovevano occupare in questo esercizio corporale : ma ella non accettava tal licenza , dicendo , che stava più volentieri occupata in qualunque esercizio dell'ubbidienza , ancorché faticoso e basso , che in qualsiasi più alta contemplazione .  E domandata del perchè , rispose : perché in fare gli esercizj della Religione , e dell'ubbidienza son certa di fare la volontà di Dio : del che non son sicura , quando fo Orazione , o altri esercizj , ancorchè buoni , e santi ; eletti di mia volontà . L'istesso sentimento ella avea della Carità verso il Prossimo , preferendola all'istessa contemplazione , a lei per altro sì cara .  Poiché per aiutare il Prossimo né di lui bisogni si temporali , che spirituali , era sempre pronta a lasciar le sue orazioni e contemplazioni , ed ogni qualunque suo gusto spirituale .

28. " La propria volontà , come dice Iddio per lo profeta , è quella che guasta , e corrompe tutte le nostre divozioni , fatiche , e penitenze .  Perciò per non perdere il tempo e le fatiche , bisogna che c'ingegniamo di non operar mai per movimento di natura , d'interesse , d'inclinazione , d'amore , o di capriccio , ma sempre per solo , e puro motivo d'eseguire la volontà di Dio , abituandosi a questo in tutte le cose : ch'è il mezzo efficace , anzi l'unico , per giungere sicuramente , e presto alla divina unione . "  S. Vinc. de Paoli .
Questa era l'unica e principal premura , che avesse questo Santo di non intraprendere cosa alcuna , alla quale non si vedesse mosso dalla divina volontà .  Perciò avea per massima di non mai impegnarsi di se in nuove intraprese anche di gloria di Dio , la quale pure gli era tanto a cuore ; aspettando sempre , che gli fosse manifestata la volontà del Signore per mezzo dell'altrui parere , delle orazioni che faceva , e facea fare perché la sua umiltà lo facea sempre diffidare .   Aveva intesa bene questa importantissima verità S. Caterina da Genova , la quale parlando un giorno di ciò , disse così non v'è peste più maligna , che quella della propria volontà , la quale è tanto sottile , e tanto intrinseca  con noi , e si copre in tanti modi e si difende con tante ragioni , che pare propriamente un Demonio : talmente che quanto non la possiamo fare per un verso , sa ben ella trovar la maniera , che la facciamo per un altro sotto molti velami e sopravvesti , come di sanità , di necessità , di carità , di giustizia , di perfezione , per patire per Dio , per trovar qualche consolazione spirituale , per dar buon esempio , per condiscendere agli altri e simili , cercando , trattando , e facendo i nostri proprj comodi : in modo che io veggo in essa un pelago di malizia tanto avvelenato , e tanto contrario a Dio , che egli solo ce ne può cavare .  E perché egli vede questo meglio di noi , ne ha gran compassione , perciò non cessa mai di mandarci delle inspirazioni e delle contrarietà , e diversi altri mezzi per liberarcene .

29. " Per giungere alla divina Unione , son necessarie tutte le avversità , che ci manda Iddio : il quale solo attende a consumar per mezzo di quelle tutt'i nostri pravi movimenti di dentro e di fuori . E però tutte le villanie , ingiurie , disprezzi , infermità , povertà , esser abbandonati da' parenti ed amici , confusioni , tentazioni e Demonj , e tante altre cose contrarie alla nostra umanità , tutte ci sono sommamente di bisogno , acciò combattiamo sino a che per via di vittorie si vengano ad estinguere in noi tutt'i nostri movimenti pravi , sicché più non li temiamo : anzi sin a tanto che più non ci pajono amare , ma soavi per Dio tutte le avversità , non giungeremo mai alla divina unione . "  S. Cat. da Gen.
Che la cosa passi così , dice questa Santa , io lo so per propria esperienza . Poiché vedendo l'amor Divino , esser noi tanto forti in tenere quel che già abbiamo eletto d'amare , perché ci par bello , buono , e giusto , e non vogliamo udir parola in contrario , essendo già dall'amor proprio acciecati , mette in rovina tutte le cose , che uno ama , per via della morte , d'infermità , di povertà , d'odio , di discordie , di detrazioni , con iscandali , con bugie , con infamie , con parenti , con amici , con noi stessi : tanto che la persona arriva a non sapere più che fare di se medesima , vedendosi tirata fuori di quelle cose , nelle quali si dilettava , e da tutti ricever pena e confusione , e non sapendo perché il Signore permetta queste operazioni , che pajono tutte contra ragione e quanto a Dio , e quanto al Mondo ; perciò si cruccia , e va gridando , cercando , e sperando di uscir di tant'ansietà ; e mai non n'esce .  Quindi poi il Divino amore ha tenuta la persona un tempo con la mente così sospesa , e quasi disperata , ed infastidita di tutte quelle cose , che per innanzi amava , allora se le mostra con quella sua divina faccia gioconda , e risplendente .  E subito che l'Anima il vede , restando già nuda , e derelitta d'ogni altro sussidio , si getta prostrata nelle sue mani ; e dopo d'aver veduta la Divina operazione per mezzo dell'amor puro : cieca , dice , dov'eri tu occupata ? che andavi cercando ; che desideravi tu ? vedi esser qui tutto quello che tu cerchi , e desideri , e tutta la dilettazione , che tu vorresti ? non trovi tu qui quanto mai puoi avere , e desiderare ? o Divino amore  , con che dolce inganno m'hai tu tirata per ispogliarmi d'ogni proprio amore , e vestirmi d'amore puro , di tutt'i veri gaudj ripieno ? Ora che io veggo la verità , non più mi lamento della mia ignoranza , e cecità ; ed ora io lascio a te la cura di me , vedendo chiaramente che tu fai assai meglio di quel che io sappia e possa fare da me medesima .  Non voglio più guardare se non all'operazione tua , che mira unicamente a quel che in vero vuole , e desidera l'Anima , la quale da se stessa non può , né sa quello che debba fare , perché s'accieca colla proprietà .   S. Elisabetta figlia del Re d'Ungaria , rimasta vedova , fu spogliata de' proprj beni , scacciata dalla propria casa , abbandonata da tutti , e travagliata con detrazioni , affronti e scherni : tutto soffrì con molta pazienza ; anzi godea sommamente di poter sopportare tali patimenti per amore del Signore , il quale ben le rimunerò ampiamente tutto con altissimi doni .

30. " Per acquistar la perfezione in generale , e tutte le virtù in particolare sin a giugnere alla unione con Dio , è necessario prefiggersi un esemplare che possa servir di regola per tutte le sue azioni , e progressi . Or è certissimo che esemplare più bello e più sicuro noi non possiamo trovare di quello che ci ha proposto il medesimo Dio nella persona del suo divin Figliuolo : e beato chi ne saprà fare miglior copia .  Questo adunque dee essere il miglior libro , e lo specchio , ove ci abbiamo a mirare in tutti gli incontri , che ci accaderanno ; cioè riflettere in che maniera si è portato il Signore in simili casi , e quali sieno le massime , che circa di ciò ci ha lasciate ; e poi seguir francamente il di lui sentimento , ed esempio . "  S. Vinc. de Paoli .
La più ordinaria , e continua pratica del medesimo Santo , era appunto questa di regolarsi in tutti gli affari secondo gli esempj ed ammaestramenti del Salvatore del quale egli tenea sempre avanti agli occhi per conformarsi a lui in ogni sua azione ; di modo che ogni qual volta avea da prendere qualche determinazione , dare qualche consiglio , o raccomandare alcuna cosa : subito cercava nella vita , e dottrina di Cristo i motivi per appoggiarvela .  Ond'è , che quasi mai non parlava senz'allegar qualche detto , o qualche fatto del Figliuol di Dio : ed è da stupire , come l'applicava sempre a proposito .  Quando poi non gli veniva niente di ciò al proposito suo prima di tutto entrava in se stesso , e dicea tra se : Come direbbe , come farebbe Cristo in quest'occasione , e secondo gli parea che si sarebbe portato il Signore ; così appunto si portava .   Nelle croniche di S. Francesco si narra che uno de' suoi Religiosi ebbe una visione , in cui vide a capo d'una strada ricoperta di spine S. Francesco con molti de' suoi Frati , e tra essi Gesù Cristo , che disse loro : Abbiam da camminare per qua , e si mise egli il primo ad andare . S'atterriscono i Frati stimando la cosa troppo ardua ; ma il Santo gli animò con dire , che bastava mettere i piedi dove gli avea messi il Signore . Il che facendo egli il primo , fecero tutti la strada con molta facilità .

31. " Oh qual rimorso avremo sulla fine de' nostri giorni nel vedere il numero grande de' documenti , ed esempi somministratici da Dio , e da' Santi per la nostra perfezione , e tanto da noi trascurati !  Se questa fine dovesse per te essere in questo giorno , come saresti contento ora della vita da te menata in quest'anno ? "  Sales .
S. Vincenzo de Paoli solea spesso dire : o misero me , che conto dovrò io rendere al tribunale di Dio , ove tra poco debbo comparire ; di tanti mezzi che la sua divina Bontà si è degnata concedermi , se non n'avrò cavato frutto ?   Il V. Bercmans fu tanto attento alla propria perfezione , che quanto apprendea di spettante ad essa , tutto gli restava impresso nella mente , e tutto metteva appunto in esecuzione .   Riferisce la Kempis , che una pesona pia entrata un dì in una grande agitazione sul punto della sua finale perseveranza , si prostrò avanti un Altare , ed alzando gli occhi esclamò : O se sapessi di dover perseverar nel bene sino alla fine ! e udì subito un'interna voce , che gli rispose : E bene , se lo sapessi , che vorresti fare ?  Fa al presente quello che vorresti aver fatto in quell'ora , e sarai in istato di sicurezza . Dal che consolata quell'Anima tutta si abbandonò nelle mani di Dio senza più sofisticare sul buono , o male stato di sua coscienza , e si diede ad esplorare , ed eseguire al meglio che potea la divina volontà .   Si narra nelle vite de' PP. che dimandato un Monaco vecchio di qual esercizio si fosse servito per acquistar la perfezione : Io , rispose , da quel giorno , che lasciai il Mondo , dissi a me stesso : Tu oggi sei rinato , oggi comincia a servire a Dio , e ad abitare in questo santo luogo : Comincia ogni giorno così la vita tua , come se il giorno seguente dovessi finirla ; e così appunto ogni giorno ho fatto io .  Il V. Mons. di Palafox , come si legge nella sua vita , sin dal principio della conversione che ebbe un lume superno , per mezzo del quale intese che dovea vivere a giornate , cioè porre ogni sua cura per vivere in maniera , come se ogni giorno credesse di dover morire , e rendere in quello i suoi conti a Dio .  E così appunto fece per tutto il tempo che visse ed egli stesso confessa , essergli ciò stato di gran profitto .  Il che dovette certamente alla morte essergli di gran soddisfazione .  Ecco come dobbiamo trafficare in vita i lumi , che Dio ci dà , se vogliamo esser contenti alla morte d'averli avuti . ( a )

***   Fine del Diario Spirituale   ***






( a ) . Eccoci finalmente , mio caro lettore al termine del Diario Spirituale , passiamo all'esame l'Opuscolo sull'Umiltà ; Carità fraterna : e Confidenza in Dio per le tentazioni , ed aridità di Spirito : Tu non puoi fare a meno di ammirare tali eccellenti qualità nell'anonimo Autore , né puoi fare a meno di stimarlo beato : io poi dopo aver fatto lo stesso non posso fare a meno di annunziarti una simile felicità se profitterai degl'insegnamenti contenuti in detto Opuscolo ; e sappi che io ho intrapreso questa edizione più per contribuire al tuo bene spirituale , ed anche temporale che pel mio piccolo lucro , il quale ne ritrarrò .  Adunque leggilo con attenzione , studialo con impegno , e praticalo con tutto il cuore : che col Divin ajuto ne sperimenterai grandissimi effetti .    L'Editore .












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  • INDICE  delle materie contenute  nell'APPENDICE 
  • (premere il link per leggere l'appendice)

  • CAPITOLO  I : PRATICA DELL'UMILTA'
  • I - Pratica dell'Umiltà ne' pensieri
  • II - Pratica dell'Umiltà nelle parole
  • III - Pratica dell'Umiltà nelle opere
  • CAPITOLO  II : PRATICA DELLA CARITA' FRATERNA
  • I - Pratica della Carità fraterna nei pensieri
  • II - Pratica della Carità fraterna nelle parole
  • III - Pratica della Carità fraterna nelle opere
  • -----
  • CONFIDENZA NELLE TENTAZIONI ED ARIDITA' DI SPIRITO
  • I - Confidenza nelle Tentazioni
  • II - Confidenza nelle Aridità , e Desolazioni
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  • PROTESTA PER LA BUONA MORTE





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Fonte : DIARIO SPIRITUALE , di autore Anonimo napoletano , Tipografia Paci , Napoli , 1843 .









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