io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che
potevo fare,
io ho dato la mia vita per amore,
io posso combattere le
ingiustizie,
CARTA DEI GIOVANI
Dal confronto
con i giovani di oltre 400 gruppi è nata la CARTA DEI GIOVANI:
il manifesto del loro impegno, per un cambiamento che dia futuro
all’umanità.
Voglio trovare il senso per
la mia vita, che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra, violenza,
paura e sperare nel futuro.
Mi impegno perché ogni uomo
e donna possa valorizzare le proprie potenzialità e perché nessuno sia
sfruttato.
Voglio capire cosa è il
bene e cosa è il male, voglio vivere in un mondo dove esiste il perdono e dove
la vendetta sia abolita.
Mi impegno a cambiare vita
se ho sbagliato.
Voglio lottare contro le
schiavitù che ci hanno proposto come libertà e che hanno ucciso troppi ragazzi
e ragazze.
Mi impegno perché tutti
abbiano accesso agli strumenti per comunicare e l’informazione sia al servizio
della persona.
Voglio amare e capire,
nella libertà, che cosa è la verità.
Mi impegno perché il lavoro
possa essere un bene per tutta l’umanità.
Voglio avere la libertà di
coscienza e di professare la mia fede in ogni parte del mondo.
Mi impegno perché tutte le
risorse e le ricchezze siano usate ed equamente distribuite per contribuire a
costruire un mondo migliore, e voglio che la terra sia rispettata.
Presentazione della CARTA DEI
GIOVANI
Dal
confronto con i giovani di oltre 400 gruppi è nata la Carta dei giovani:
il manifesto del loro impegno, per un cambiamento che dia futuro all’umanità.
Dieci punti che racchiudono le loro speranze, le loro migliori volontà. Una
carta che non utilizza il linguaggio giuridico, perché vuole parlare più in
profondità al cuore di ogni donna e di ogni uomo; non si ferma alla misura
della giustizia e del diritto, perché intende affermare i valori dell’amore e
della fraternità.
I giovani chiedono di ridisegnare il mondo partendo da loro.
Lo chiedono a uomini e donne di ogni nazione e cultura che credono al
bene e alla pace;
lo chiedono ai Grandi della terra, che possono andare sulla Luna e su
Marte, ma anche dichiarare guerra ad un Paese e distruggerlo;
lo chiedono ai Grandi della comunicazione, che possono trasformare il
vero in falso e il falso in vero;
lo chiedono ai Grandi dell’economia e della finanza, che sono nella
tentazione continua di fare del profitto il fine e non il mezzo;
lo chiedono ai Grandi della scienza e della filosofia, che corrono il
rischio di strumentalizzare la ricerca e la cultura;
lo chiedono ai responsabili delle Grandi Religioni, che a volte
trasformano “Dio” in “Odio”;
lo chiedono ai Grandi persuasori e maestri dell’effimero che possono
spegnere nell’umanità la ricerca di significato.
Chiedono a tutti di aprirsi al cuore e all’intelligenza dei giovani.
Per
approfondimenti :
www.giovanipace.org ;
www.sermig.org
;
www.arsenaldaesperanca.org.br
LETTERA DI
PAPA GIOVANNI
PAOLO II
AI GIOVANI DI ROMA
in occasione della missione cittadina e del Giubileo dei Giovani
Estate del 2000
Carissimi giovani di Roma!
1. Ripenso con gioia alla XII Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi a Parigi nello scorso mese di agosto. È stata una straordinaria esperienza spirituale, di cui rendo grazie al Signore. Al termine della Celebrazione Eucaristica nell’Ippodromo di Longchamp, che ha chiuso quell’indimenticabile incontro, ho dato appuntamento ai giovani del mondo intero a Roma, nell’estate dell’Anno 2000, per il Giubileo dei Giovani.
Voi, giovani di Roma, siete fin d’ora interessati a così importante evento, che richiede una intensa preparazione organizzativa, ma prima ancora e soprattutto spirituale. Intende contribuire a questo scopo la Missione cittadina, che si rivolge ora in maniera speciale al mondo giovanile. Il suo titolo è “Apri la porta a Cristo tuo Salvatore”. Ma per poter annunciare e testimoniare Cristo, occorre conoscerLo ed incontrarLo personalmente.
Soltanto chi ne fa un’intensa e profonda esperienza è in grado di parlarne efficacemente agli altri. Solo chi frequenta assiduamente questo divino Maestro può condurre a Lui i fratelli. Egli è l’unica persona capace di rispondere pienamente alle aspettative di ogni essere umano.
Ne avete certamente sentito parlare fin da piccoli. Consentitemi però una domanda: Lo avete incontrato veramente? Avete fatto, nella fede, esperienza viva di Lui come di un amico leale e fedele, oppure la sua figura vi appare troppo estranea ai vostri reali problemi per suscitare ancora interesse?
Gesù non è solo un grande personaggio del passato, un maestro di vita e di morale. È il Signore risorto, il Dio vicino ad ogni uomo, con il quale si può dialogare, sperimentando la gioia dell’amicizia, la speranza nella prova, la certezza di un futuro migliore.
Egli ha stima di ciascuno di voi ed è pronto a svelarvi il segreto di una vita pienamente riuscita ed a porsi al vostro fianco per aiutarvi a rendere la vostra Città più umana e solidale.
2.Cari giovani, fidatevi di Gesù Cristo! Fidatevi di Lui, come quel ragazzo di cui si parla nell’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci (cfr Gv 6,1-13). Racconta l’evangelista Giovanni che una grande folla seguiva Gesù. Vedendo tutta quella gente, Egli chiese all’apostolo Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Si trattava di una domanda provocatoria: in quella circostanza era arduo procurare pane per sfamare un così gran numero di persone. Osservarono giustamente i discepoli: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. In realtà, Gesù voleva mettere alla prova la loro fede: Egli contava non su un’adeguata disponibilità di beni materiali, ma sulla loro generosità nell’offrire il poco che possedevano.
Generosità: questo sentimento affiorò nel cuore di un ragazzo, che si fece avanti e offrì cinque pani d’orzo e due pesci. Troppo poco, pensavano i discepoli: “Che cos’è mai questo infatti per tanta gente?”. Gesù apprezzò il gesto di quel vostro coetaneo e, presi i pani, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente e lo stesso fece con i pesci. Ciò che l’umana ragione non osava sperare, con Gesù divenne realtà grazie al cuore generoso di un giovanetto.
3.Ecco, giovani di Roma, il compito importante che vi è affidato: diventare, come il ragazzo del Vangelo, protagonisti generosi di un cambiamento che segni il futuro vostro, della Chiesa che è in Roma e dell’intera Città. Preghiera e contemplazione, silenzio e ascesi personale vi aiuteranno a maturare nella fede e nella consapevolezza del vostro compito apostolico. Per fare questo è necessario che prendiate coscienza di ciò che possedete, dei vostri cinque pani e due pesci, cioè delle risorse di entusiasmo, di coraggio e di amore che Dio ha messo nel vostro cuore e nelle vostre mani, talenti preziosi da investire per gli altri.
Riscoprite il valore della vostra persona, dove lo Spirito di Dio dimora come in un tempio; imparate ad ascoltare la voce di Colui che è venuto ad abitare in voi mediante i sacramenti del Battesimo e della Cresima, la voce del “Paraclito” – come lo chiama Gesù (cfr Gv 14,16.26) –, di Colui che ammaestra e sostiene, difende e consola, del dolce Ospite dell’anima.
Grazie allo Spirito Santo, che scaccia dal cuore ogni timore e rende interiormente liberi, sarete in grado, specialmente durante lo svolgimento della Missione cittadina, di imprimere alla Città quel “supplemento d’anima” di cui parlava il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, recando il vostro contributo per valorizzarne appieno le potenzialità.
4.Lo Spirito suscita nel cuore d’ogni uomo il desiderio della verità. La verità che ci rende liberi è Cristo, il solo che può dire: “Io sono la verità” (Gv 14,6) e aggiungere: “Se rimanete fedeli alla mia parola, diventerete miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).
Molti di voi studiano, altri già lavorano o sono in attesa di una occupazione. È importante che tutti diventiate ricercatori appassionati della verità e suoi intrepidi testimoni. Mai dovete rassegnarvi alla menzogna, alla falsità ed al compromesso! Reagite con vigore a chi tenta di catturare la vostra intelligenza e di irretire il vostro cuore con messaggi e proposte che rendono succubi del consumismo, del sesso disordinato, della violenza sino a spingere nel vuoto della solitudine e nei meandri della cultura della morte. Slegata dalla verità, ogni libertà si tramuta in nuova e più pesante schiavitù.
5.Liberi per amare! Cari giovani, chi non desidera amare ed essere amato? Ma per sperimentare l’amore sincero, occorre aprire la porta del cuore a Gesù e percorrere la strada che Egli ha tracciato con la sua stessa vita: è la strada del dono di sé. Sta qui il segreto della riuscita di ogni vera chiamata all’amore, in particolare di quella chiamata che nasce in modo sorprendente nel cuore di un adolescente e conduce al matrimonio o al sacerdozio o alla vita consacrata.
Quando un giovane o una ragazza riconoscono che l’amore autentico è un tesoro prezioso, diventano capaci di vivere anche la loro sessualità secondo il progetto divino, rifiutando di seguire falsi modelli, purtroppo spesso reclamizzati e largamente diffusi.
Certo, si tratta di una scelta esigente; ma è l’unica che rende realmente liberi e felici, perché realizza il desiderio profondo che il Signore ha posto nell’intimo di ogni uomo e di ogni donna. C’è libertà vera dove dimora lo Spirito di Cristo (cfr Col 3,17): è questa la perenne giovinezza del Vangelo che rinnova le persone, le culture, il mondo.
6.Liberi per servire! Tra le vocazioni che fanno maggiormente appello al vostro cuore c’è quella del servizio, specialmente ai più poveri ed emarginati.
Il brano evangelico, che ci accompagna nella riflessione, narra di una folla che ha fame: di essa Gesù si prende cura. Pure nella nostra Città c’è gente che è affamata del pane materiale e forse ancor più di quello spirituale. Nel corso delle Visite pastorali alle parrocchie, giovani ed anziani, famiglie, immigrati mi segnalano spesso situazioni di disagio sociale, di solitudine e di abbandono. C’è tanta povertà materiale e spirituale. Difficoltà e problemi toccano in maniera sensibile anche il mondo giovanile.
Gesù chiede di non perdere la speranza e di lottare contro ogni forma di degrado; domanda di impegnarsi a fondo per realizzare una civiltà a dimensione dell’uomo. Come mostrano gli esempi di molte persone sante del passato e del presente, è possibile costruire fin d’ora un tessuto di rapporti autentici tra la gente, amando e promuovendo la vita, operando costantemente perché ogni persona sia riconosciuta come figlia di Dio, accolta con amore, sostenuta nella crescita, tutelata nei diritti.
7.La vita pone tanti interrogativi, ma ve n’è uno soprattutto a cui occorre dare risposta: che senso ha vivere e che cosa ci attende oltre la morte? È una domanda che dà significato all’intera esistenza. Alcuni vostri coetanei forse non se la pongono più: vivono il presente come il tutto della vita. Si abbandonano passivamente alla realtà quasi fosse un sogno destinato a svanire, piuttosto che adoperarsi perché i valori ed i grandi ideali diventino sempre più realtà.
Aprire la porta a Cristo salvatore significa tornare a progettare la vita puntando in alto. Non accontentatevi di esperienze banali, non date credito a chi ve le propone. Abbiate fiducia nella vita ed aprite il cuore a Cristo, Vita che vince la morte!
Gesù risuscitato si fa nostro cibo nell’Eucaristia e ci introduce fin d’ora nella vita immortale, fornendoci la garanzia di poterla un giorno realizzare in pienezza e per sempre. Da tale certezza deriva il coraggio di affrontare ogni difficoltà e di fare dell’esistenza un dono senza riserve per Iddio e per il prossimo. È questa una straordinaria avventura; non possiamo però condurla a termine da soli. Per questo Gesù ha voluto la Chiesa, suo Corpo mistico e popolo della Nuova Alleanza.
8.Giovani di Roma, sappiate riconoscere Cristo presente nella Chiesa e ponete a sua disposizione i simbolici pani d’orzo ed i pesci costituiti dalle vostre doti e capacità. Molti di voi hanno maturato un incontro costruttivo con la Chiesa nelle parrocchie, nei gruppi o nei movimenti. Altri, dopo la prima Comunione o la Cresima, non hanno più con essa un rapporto vitale; c’è chi la sente lontana o estranea ai suoi problemi, chi la giudica severamente e ne rifiuta gli insegnamenti.
Posso assicurare, però, che nessuno è straniero nella Chiesa. Anzi, senza di voi, essa si sente come una famiglia senza figli. Essa ha bisogno di tutti voi, della vostra presenza, persino delle vostre critiche costruttive. Ha bisogno soprattutto della vostra attiva partecipazione all’annuncio del Vangelo, con lo stile e la vivacità tipici della vostra età.
Giovani di Roma, amate la Chiesa accettando i limiti delle persone che la compongono: scopritene il cuore ed aiutatela ad esservi vicina! Dico questo a quanti già fanno parte di una comunità, di un’associazione, di un movimento o un gruppo ecclesiale; lo dico anche a chi non frequenta. Nella Chiesa c’è un posto per tutti!
9.Mi rivolgo in modo tutto speciale a voi, giovani credenti. Siate testimoni di Cristo anzitutto tra i vostri coetanei. Il Risorto vi chiama a stringere con Lui e tra di voi un’alleanza per dare alla Città un assetto più giusto, libero e cristiano.
Siate protagonisti di questa alleanza nei rapporti con gli altri giovani, in famiglia, nei quartieri, a scuola e nell’università, nei posti di lavoro e nei luoghi dello sport e del sano divertimento. Recate speranza e conforto dove c’è scoraggiamento e sofferenza. Ognuno di voi si renda disponibile per accogliere ed aiutare chi vuole avvicinarsi alla fede ed alla Chiesa. Che nessuno vada smarrito di quanti il Padre pone sui nostri passi!
La Missione alla Città ha proprio lo scopo di rinvigorire nei battezzati lo spirito di accoglienza e l’ardore della nuova evangelizzazione perché Roma, più profondamente animata da valori evangelici, possa aprirsi al mondo intero. L’importante evento ecclesiale vi aiuterà a trovare nuove forme di dialogo con quanti s’interrogano sul senso della vita e del loro futuro. Assicurateli che Gesù non dice dei “no” alle esigenze autentiche del cuore, ma soltanto dei “sì” forti e chiari alla vita, all’amore, alla libertà, alla pace e alla speranza.Con Lui nessun traguardo è impossibile, e anche un piccolo gesto di generosità si moltiplica e può essere l’avvio di un grande cambiamento.
Quali agenti di un singolare “volontariato dello spirito”, proponete a coloro che incontrate l’esperienza personale di Gesù attraverso l’ascolto della sua Parola, il silenzio e la preghiera; date vita ad iniziative religiose, anche sul piano ecumenico, con i linguaggi giovanili della musica e dell’arte. Allargate l’orizzonte del vostro apostolato alle esigenze della missione universale della Chiesa, tenendo presente il particolare ruolo spirituale e civile di Roma, sede del Successore di Pietro.
10.Siate missionari di speranza! Grazie alla disponibilità del giovane di cui parla il brano evangelico, Gesù poté sfamare un’immensa folla. Sarà anche grazie ai vostri doni e talenti posti a sua totale disposizione che Egli porterà a compimento l’opera della salvezza in questa nostra Città.
“Apri la porta a Cristo tuo Salvatore”. Cari giovani, il titolo della Missione cittadina diventi programma e stimolo di ogni vostra giornata. Volgete lo sguardo a Maria, Madre della Chiesa e Stella dell’evangelizzazione. La sua intera esistenza vi dice che niente è impossibile a Dio. Imitandola ed invocandola costantemente, potrete come Lei diventare portatori di gioia e di amore. Insieme a Lei, giovane Vergine di Nazaret, imparerete a guardare al quotidiano come alla fucina dove il Signore vi chiama a realizzare il suo progetto di salvezza. Grazie alla sua materna protezione, non verrà meno in voi il vigore apostolico e missionario.
Dio vi aiuti e vi protegga! Vi accompagno con il mio affetto e la mia preghiera, mentre di cuore imparto a ciascuno di voi ed alle vostre famiglie, come pure ai vostri progetti e desideri di bene, una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 8 settembre 1997, Festa della Natività della Beata Vergine Maria.
GIOVANNI PAOLO II
"Cari giovani, fidatevi di Gesù Cristo!"
San Giovanni Paolo II
GIUBILEO DEI GIOVANI
VEGLIA DI PREGHIERA PRESIEDUTA DA PAPA LEONE XIV
Tor Vergata, Sabato, 2 agosto 2025
Le tre domande
DOMANDA 1 – Amicizia
Santo Padre, sono Dulce María, ho 23 anni e vengo dal Messico. Mi rivolgo a Lei facendomi portavoce di una realtà che viviamo noi giovani in tante parti del mondo. Siamo figli del nostro tempo. Viviamo una cultura che ci appartiene e senza che ce ne accorgiamo ci plasma; è segnata dalla tecnologia soprattutto nel campo dei social network. Ci illudiamo spesso di avere tanti amici e di creare legami di vicinanza mentre sempre più spesso facciamo esperienza di tante forme di solitudine. Siamo vicini e connessi con tante persone eppure, non sono legami veri e duraturi, ma effimeri e spesso illusori.
Santo Padre, ecco la mia domanda: come possiamo trovare un’amicizia sincera e un amore genuino che aprono alla vera speranza? Come la fede può aiutarci a costruire il nostro futuro?
Risposta di Papa Leone XIV:
Carissimi giovani, le relazioni umane, le nostre relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi, a cominciare dal fatto che tutti gli uomini e le donne del mondo nascono figli di qualcuno. La nostra vita inizia grazie a un legame ed è attraverso legami che noi cresciamo. In questo processo, la cultura svolge un ruolo fondamentale: è il codice col quale interpretiamo noi stessi e il mondo. Come un vocabolario, ogni cultura contiene sia parole nobili sia parole volgari, sia valori sia errori, che bisogna imparare a riconoscere. Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita. La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco.
Ora, tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati «una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza» (Papa Francesco, Christus vivit, 87). Questi strumenti risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze. A proposito, Papa Francesco ricordava che talvolta i «meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo» (Christus vivit, 105). Allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili. Inoltre, come sapete, oggi ci sono algoritmi che ci dicono quello che dobbiamo vedere, quello che dobbiamo pensare, e quali dovrebbero essere i nostri amici. E allora le nostre relazioni diventano confuse, a volte ansiose. È che quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona.
Carissimi, ogni persona desidera naturalmente questa vita buona, come i polmoni tendono all’aria, ma quanto è difficile trovarla! Quanto è difficile trovare un’amicizia autentica! Secoli fa, Sant’Agostino ha colto il profondo desiderio del nostro cuore – è il desiderio di ogni cuore umano – anche senza conoscere lo sviluppo tecnologico di oggi. Anche lui è passato attraverso una giovinezza burrascosa: non si è però accontentato, non ha messo a tacere il grido del suo cuore. Agostino cercava la verità, la verità che non illude, la bellezza che non passa. E come l’ha trovata? Come ha trovato un’amicizia sincera, un amore capace di dare speranza? Incontrando chi già lo stava cercando, incontrando Gesù Cristo. Come ha costruito il suo futuro? Seguendo Lui, suo amico da sempre. Ecco le sue parole: «Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. È in Lui solo che essa può essere felice ed eterna» (Contro le due lettere dei pelagiani, I, I, 1); e la vera amicizia è sempre in Gesù Cristo con fiducia, amore e rispetto. «Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio» (Discorso 336), ci dice Sant’Agostino. L’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare. Come scriveva il beato Pier Giorgio Frassati, «vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare» (Lettere, 27 febbraio 1925). Quando le nostre amicizie riflettono questo intenso legame con Gesù, diventano certamente sincere, generose e vere.
Cari giovani, vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada verso la pace.
DOMANDA 2 – Coraggio per scegliere
Santo Padre, mi chiamo Gaia, ho 19 anni e sono italiana. Questa sera tutti noi giovani qui presenti vorremmo parlarLe dei nostri sogni, speranze e dubbi. I nostri anni sono segnati dalle decisioni importanti che siamo chiamati a prendere per orientare la nostra vita futura. Tuttavia, per il clima di incertezza che ci circonda siamo tentati di rimandare e la paura per un futuro sconosciuto ci paralizza. Sappiamo che scegliere equivale a rinunciare a qualcosa e questo ci blocca, nonostante tutto percepiamo che la speranza indica obiettivi raggiungibili anche se segnati dalla precarietà del momento presente.
Santo Padre, le chiediamo: dove troviamo il coraggio per scegliere? Come possiamo essere coraggiosi e vivere l’avventura della libertà viva, compiendo scelte radicali e cariche di significato?
Risposta di Papa Leone XIV:
Grazie per questa domanda. La pregunta es ¿cómo encontrar la valentía para escoger? Where can we find the courage to choose and to make wise decisions? La scelta è un atto umano fondamentale. Osservandolo con attenzione, capiamo che non si tratta solo di scegliere qualcosa, ma di scegliere qualcuno. Quando scegliamo, in senso forte, decidiamo chi vogliamo diventare. La scelta per eccellenza, infatti, è la decisione per la nostra vita: quale uomo vuoi essere? Quale donna vuoi essere? Carissimi giovani, a scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che noi siamo stati scelti. Tale memoria va esplorata ed educata. Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti. Nel corso dell’esistenza, si dimostra davvero amico chi ci aiuta a riconoscere e rinnovare questa grazia nelle scelte che siamo chiamati a prendere.
Cari giovani, avete detto bene: “scegliere significa anche rinunciare ad altro, e questo a volte ci blocca”. Per essere liberi, occorre partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: è l’amore di Dio. Perciò davanti a Lui la scelta diventa un giudizio che non toglie alcun bene, ma porta sempre al meglio.
Il coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo. È Lui che ci ha amato con tutto sé stesso, salvando il mondo e mostrandoci così che il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona. Per questo, l’incontro con Gesù corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore, perché Gesù è l’Amore di Dio fatto uomo.
A riguardo, venticinque anni fa, proprio qui dove ci troviamo, San Giovanni Paolo II disse: «è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare» (Veglia di preghiera nella XV Giornata mondiale della Gioventù, 19 agosto 2000). La paura lascia allora spazio alla speranza, perché siamo certi che Dio porta a compimento ciò che inizia.
Riconosciamo la sua fedeltà nelle parole di chi ama davvero, perché è stato davvero amato. “Tu sei la mia vita, Signore”: è ciò che un sacerdote e una consacrata pronunciano pieni di gioia e di libertà. “Tu sei la mia vita, Signore”. “Accolgo te come mia sposa e come mio sposo”: è la frase che trasforma l’amore dell’uomo e della donna in segno efficace dell’amore di Dio nel matrimonio. Ecco scelte radicali, scelte piene di significato: il matrimonio, l’ordine sacro, e la consacrazione religiosa esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici. E lì troviamo la felicità: quando impariamo a donare noi stessi, a donare la vita per gli altri.
Queste scelte danno senso alla nostra vita, trasformandola a immagine dell’Amore perfetto, che l’ha creata e redenta da ogni male, anche dalla morte. Dico questo stasera pensando a due ragazze, María, ventenne, spagnola, e Pascale, diciottenne, egiziana. Entrambe hanno scelto di venire a Roma per il Giubileo dei Giovani, e la morte le ha colte in questi giorni. Preghiamo insieme per loro; preghiamo anche per i loro familiari, i loro amici e le loro comunità. Gesù Risorto le accolga nella pace e nella gioia del suo Regno. E ancora vorrei chiedere le vostre preghiere per un altro amico, un ragazzo spagnolo, Ignacio Gonzalvez, che è stato ricoverato all’ospedale “Bambino Gesù”: preghiamo per lui, per la sua salute.
Trovate il coraggio di fare le scelte difficili e dire a Gesù: Tu sei la mia vita, Signore”. “Lord, You are my life”. Grazie.
DOMANDA 3 – Richiamo del bene e valore del silenzio
Santo Padre, mi chiamo Will. Ho 20 anni e vengo dagli stati Uniti. Vorrei farLe una domanda a nome di tanti giovani intorno a noi che desiderano, nei loro cuori, qualcosa di più profondo. Siamo attratti dalla vita interiore anche se a prima vista veniamo giudicati come una generazione superficiale e spensierata. Sentiamo nel profondo di noi stessi il richiamo al bello e al bene come fonte di verità. Il valore del silenzio come in questa Veglia ci affascina, anche se incute in alcuni momenti paura per il senso di vuoto.
Santo Padre, le chiedo: come possiamo incontrare veramente il Signore Risorto nella nostra vita ed essere sicuri della sua presenza anche in mezzo alle difficoltà e incertezze?
Risposta di Papa Leone XIV:
Proprio all’inizio del Documento con il quale ha indetto il Giubileo, Papa Francesco scrisse che «nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene» (Spes non confundit, 1). Dire “cuore”, nel linguaggio biblico, significa dire “coscienza”: poiché ogni persona desidera il bene nel suo cuore, da tale sorgente scaturisce la speranza di accoglierlo. Ma che cos’è il “bene”? Per rispondere a questa domanda, occorre un testimone: qualcuno che ci faccia del bene. Più ancora, occorre qualcuno che sia il nostro bene, ascoltando con amore il desiderio che freme nella nostra coscienza. Senza questi testimoni non saremmo nati, né saremmo cresciuti nel bene: come veri amici, essi sostengono il comune desiderio di bene, aiutandoci a realizzarlo nelle scelte di ogni giorno.
Carissimi giovani, l’amico che sempre accompagna la nostra coscienza è Gesù. Volete incontrare veramente il Signore Risorto? Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Rimanete uniti con Gesù nell’Eucaristia. Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco.
Ad ogni passo, mentre cerchiamo il bene, chiediamogli: resta con noi, Signore (cfr Lc 24,29)! Resta con noi Signore! Resta con noi, perché senza di Te non possiamo fare quel bene che desideriamo. Tu vuoi il nostro bene; Tu, Signore, sei il nostro bene. Chi ti incontra, desidera che anche altri ii incontrino, perché la tua parola è luce più chiara di ogni stella, che illumina anche la notte più nera. Come amava ripetere Papa Benedetto XVI, chi crede, non è mai solo. Perciò incontriamo veramente Cristo nella Chiesa, cioè nella comunione di coloro che il Signore stesso riunisce attorno a sé per farsi incontro, lungo la storia, ad ogni uomo che sinceramente lo cerca. Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna.
Sant’Agostino ha scritto: «L’uomo, una particella del tuo creato, o Dio, vuole lodarti. Sei Tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per Te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in Te. Che io ti cerchi, Signore, invocandoti e ti invochi credendoti» (Confessioni, I). Accostando questa invocazione alle vostre domande, vi affido una preghiera: “Grazie, Gesù, per averci raggiunto: il mio desiderio è quello di rimanere tra i Tuoi amici, perché, abbracciando Te, possa diventare compagno di cammino per chiunque mi incontrerà. Fa’, o Signore, che chi mi incontra, possa incontrare Te, pur attraverso i miei limiti, pur attraverso le mie fragilità”. Attraverso queste parole, il nostro dialogo continuerà ogni volta che guarderemo al Crocifisso: in Lui si incontreranno i nostri cuori. Ogni volta che adoriamo Cristo nell’Eucaristia, i nostri cuori si uniscono in Lui. Perseverate dunque nella fede con gioia e coraggio. E così possiamo dire: grazie Gesù per averci amati; grazie Gesù per averci chiamati. Resta con noi, Signore! Resta con noi!
"Perseverate dunque nella fede con gioia e coraggio.
E così possiamo dire: grazie Gesù per averci amati;
grazie Gesù per averci chiamati.
Resta con noi, Signore! Resta con noi!"
Papa Leone XIV
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