mercoledì 7 agosto 2019

Mon. Pasquale Iacobone, Il dialogo tra la Chiesa e gli Artisti



Mon. Pasquale Iacobone



                  Il dialogo tra la Chiesa e gli Artisti 
     nel Magistero più recente, 
da Paolo VI a Benedetto XVI



INTRODUZIONE
Ricorre quest’anno il decennale della Lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II, che porta la data del 4 aprile 1999, Pasqua di Risurrezione. Per ricordare quel significativo e singolare documento del Magistero e preparare quella nuova, significativa tappa del rapporto di amicizia tra la Chiesa e gli artisti, rappresentata dall’incontro che il Santo Padre Benedetto XVI concederà agli artisti convocati a Roma per l’occasione, ci sembra utile ed opportuno ripercorrere, seppur molto sinteticamente, i momenti salienti del rapporto tra la Chiesa e gli artisti, così come delineato nel Magistero più recente, e cioè dal Pontificato di Paolo VI a quello di Benedetto XVI, senza trascurare il suggestivo Messaggio del Concilio Ecumenico Vaticano II agli artisti.

PAOLO VI
   Nel secolo appena trascorso, gli interventi più incisivi e specifici sul tema del rapporto tra Chiesa, arte e artisti appartengono al Magistero di Paolo VI. Mentre era Arcivescovo di Milano, il Cardinale Giovanni Battista Montini aveva dedicato numerosi discorsi alla problematica, intervenendo in tante occasioni per manifestare non solo la sua personale, profonda e sensibile attenzione al mondo della cultura e delle arti, ma anche per sollecitare gli artisti ad allacciare una rinnovata alleanza con la comunità cristiana, in cui esprimere con creatività e libertà il proprio genio artistico. Poco prima della sua elezione al Soglio di Pietro, ad esempio, si rivolge ai membri dell’UCAI con un significativo intervento che anticipa i temi poi trattati nel memorabile discorso della Cappella Sistina. In esso l’artista viene definito “veicolo, tramite, interprete, ponte” tra il mondo religioso e spirituale e la società, ed il suo ministero – “la sua magia, la sua missione” – viene addirittura qualificato come “parasacerdotale”, giacché opera mediante il “sacramento” costituito dal “segno sacro e sensibile dell’arte”. Parafrasando il celebre motto di sant’Agostino, così il Cardinal Montini si appella agli artisti: “Solo vi domandiamo che questa vostra arte realmente e degnamente ci serva, che sia funzionale, che la possiamo capire, che ci offra un aiuto, che dica una parola vera e che il popolo che abbia una commozione sacra, religiosa. Siate veramente in comunicazione ed in sintonia con il culto e con la spiritualità cristiana; e dopo fate quel che volete!”.
   Poco mesi dopo, quasi a conclusione del suo primo anno di Pontificato, realizza quello storico incontro, che rimane ancor oggi una pietra miliare del rapporto tra la Chiesa e gli artisti nel mondo contemporaneo. Il 7 maggio del 1964 Paolo VI incontra gli artisti nella Cappella Sistina, e nel celebre discorso che rivolge loro traccia le linee essenziali e paradigmatiche di una autentica alleanza, anzi di una vera amicizia, che deve rinnovarsi e rinvigorirsi con il contributo di entrambe le parti, senza celare i problemi e gli ostacoli che hanno in qualche modo rallentato o bloccato il dialogo. La ricchezza del discorso e degli aspetti trattati non può esser approfondita in questa sede; ci limitiamo perciò a sottolineare alcuni punti più rilevanti. Cuore del discorso è la volontà di “ristabilire l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti”, amicizia “guastata” da entrambe le parti, sia col ricorrere ad un’arte staccata dalla vita, e ancor più dall’esperienza religiosa, e resasi quasi incomprensibile; sia con il pretendere l’assuefazione a cliché e modelli “di pochi pregi e di poca spesa”.
    “Noi dobbiamo ritornare alleati”, dice il papa agli artisti, affermando senza remore “Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione”. Come già in precedenza, Paolo VI  ribadisce che quello dell’artista è un vero ministero, che per certi versi si affianca e quasi si fonde con lo stesso ministero sacerdotale. Il Pontefice giunge fino ad affermare che si dovrebbe “far coincidere il sacerdozio con l’arte”.
   Per rifare la pace e ritornare amici, Paolo VI propone agli artisti due binari di collaborazione, su cui camminare insieme: la catechesi, in cui la comunità cristiana rende partecipi gli artisti della sua esperienza di fede, del suo itinerario spirituale; e il laboratorio, in cui l’abilità e la genialità dell’artista si confrontano con la materia e con le esigenze e finalità dell’opera da realizzare.
    La riflessione e l’appello di Paolo VI ritornano a risuonare nel Messaggio finale che il Pontefice, a chiusura del Concilio Vaticano II, rivolge agli artisti, l’8 dicembre del 1965. Con accorate espressioni il Pontefice ribadisce i punti fermi del discorso della Sistina: “Se voi siete gli amici della vera arte, voi siete nostri amici!... Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi… Non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda!... Ricordatevi che siete custodi della bellezza nel mondo”. Nel Messaggio troviamo, poi, quelle espressioni divenute celebri e quanto mai attuali: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia nel cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”.
   Tra i tanti interventi di Paolo VI che toccano la tematica, e raccolti in un bel volume[1], ricordiamo soltanto il Discorso pronunciato in occasione dell’inaugurazione della Collezione di Arte religiosa moderna dei Musei Vaticani (23 giugno 1973) ed il Discorso ai partecipanti al VII Congresso Mariologico Mariano Internazionale, il 16 maggio 1975, in cui si sottolinea l’importanza della via pulchritudinis negli studi teologici e mariologici.

GIOVANNI PAOLO II
   Con Giovanni Paolo II sale sulla Cattedra di Pietro non solo un filosofo e teologo, ma anche un artista, poeta e drammaturgo, che ha sperimentato e promosso la sintonia tra via veritatis e via pulchritudinis.
   In occasione del Dodicesimo Centenario del II Concilio di Nicea, dedicato alla controversia sulle immagini, scrive nel 1987 la Lettera Apostolica Duodecimum saeculum, purtroppo poco conosciuta, sia per ribadire la legittimità delle immagini e della loro venerazione sia per riaffermare il valore dell’arte per la Chiesa e la sua missione evangelizzatrice: “Il credente di oggi, come quello di ieri, deve essere aiutato nella preghiera e nella vita spirituale con la visione di opere che cercano di esprimere il mistero senza per nulla occultarlo. È questa la ragione per la quale oggi come per il passato, la fede è l’ispiratrice necessaria dell’arte della Chiesa”.
   Giovanni Paolo II comunque non si limita ad interventi più o meno occasionali sul tema. Avendo profondamente a cuore il dialogo tra la Chiesa e il mondo delle arti, rilancia l’alleanza, già sostenuta e promossa da Paolo VI, con un documento del tutto originale, unico nel suo genere, la Lettera agli Artisti, che porta la significativa data della Pasqua di Risurrezione del 1999, alla vigilia del grande Giubileo del 2000. L’itinerario di preparazione al grande evento, con la sua scansione trinitaria, non è estraneo al percorso tracciato dalla stessa Lettera. In essa, infatti, cogliamo innanzitutto un percorso teologico imperniato sulla Trinità. Giovanni Paolo II dapprima definisce l’artista “immagine di Dio Creatore”, dell’Artista Divino, quindi motiva l’essenza dell’arte cristiana a partire dal mistero del Verbo Incarnato e incoraggia gli artisti ad accogliere in abbondanza “il dono di quelle ispirazioni creative da cui prende inizio ogni autentica opera d’arte”, e che viene elargito dallo Spirito, “il misterioso artista dell’universo”.
    Al percorso teologico si affianca quello antropologico e morale, in cui si riflette sulla vocazione dell’artista, sulla sua missione e sulla sua responsabilità sociale ed ecclesiale. E’ davvero interessante quanto Giovanni Paolo II afferma sulla connessione tra la sfera artistica e quella morale, tra la soggettività della personalità artistica e l’oggettività dell’opera realizzata: “attraverso le opere realizzate, l’artista parla e comunica con gli altri. La storia dell’arte, perciò, non è soltanto storia di opere, ma anche di uomini”. Il tema dell’uomo, centrale in tutto il Magistero di Giovanni Paolo II, ritorna imperiosamente anche nel nostro documento.
  Suggestivo ed originale è, inoltre, il riferimento al bene comune: gli artisti “rendono anche un servizio sociale qualificato a vantaggio del bene comune” se sono consapevoli che esiste “un’etica, anzi una «spiritualità» del servizio artistico, che a suo modo contribuisce alla vita e alla rinascita di un popolo”.
    Non manca nella Lettera anche un percorso storico, che tocca alcune tappe significative ed alcuni tra i maggiori protagonisti della storia dell’arte, in cui si evidenziano gli eloquenti frutti della feconda alleanza tra l’arte e il Vangelo.
  Il punto nevralgico della Lettera è costituito dai paragrafi (nn. 10-13) in cui, riprendendo il Magistero di Paolo VI e del Concilio, Giovanni Paolo II propone un rinnovato dialogo, che non può che partire da una affermazione “La Chiesa ha bisogno dell’arte”, e da un interrogativo: “L’arte ha bisogno della chiesa?”. La comunità cristiana, pertanto, continua a nutrire “un grande apprezzamento per il valore dell’arte come tale. Questa, infatti, quando è autentica, ha un’intima affinità con il mondo della fede, sicché, persino nelle condizioni di maggior distacco della cultura dalla Chiesa, proprio l’arte continua a costituire una sorte di ponte gettato verso l’esperienza religiosa”. 
   Il documento si conclude con un vigoroso appello agli artisti, chiamati ad essere responsabili dei talenti ricevuti: “La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore!”. E’ un vero inno alla bellezza il brano conclusivo: “La bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente. E’ invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell’arcana nostalgia di Dio che un innamorato del bello come sant’Agostino ha saputo interpretare con accenti ineguagliabili”.
  Va ricordato, infine, che tra le celebrazioni del Grande Giubileo del 2000 fu inserito anche il Giubileo degli Artisti, svoltosi dal 17 al 19 febbraio. Il Santo Padre, incontrando i partecipanti alla conclusione della Celebrazione eucaristica, ricordò loro che “l’artista vive con la bellezza una particolare relazione”, tanto da poter affermare che è proprio questa “la vocazione a lui rivolta dal Creatore”. Giovanni Paolo II riproponendo, infine, la “feconda alleanza tra Chiesa ed arte”, ribadisce la valenza evangelizzatrice della bellezza artistica: “Se si è capaci di scorgere nelle molteplici manifestazioni del bello un raggio della bellezza suprema, allora l’arte diventa una via verso Dio”.

BENEDETTO XVI
  L’attuale Pontefice mostra una particolare predilezione per il tema della bellezza, come pure ha molto a cuore il rapporto con le arti, in particolare con la musica. Quand’era Cardinale aveva sviluppato la tematica in diversi interventi, tra cui spicca il Messaggio al Meeting di Rimini del 2002[2], in cui, partendo dal Salmo 44 e citando Agostino e Platone, Kabasilas e von Balthasar, parla del rapporto tra bellezza e verità affermando: “La bellezza è certamente conoscenza, una forma superiore di conoscenza poiché colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità… La vera conoscenza è essere colpiti dal dardo della bellezza che ferisce l’uomo… L’essere colpiti e conquistati attraverso la bellezza di Cristo è conoscenza più reale e più profonda della mera deduzione razionale”.
   Questa prospettiva si ritrova già nell’Omelia pronunciata da Benedetto XVI nella celebrazione per l’inizio del Ministero Petrino, il 24 aprile del 2005. Anziché prospettare le linee del suo programma di governo, Benedetto XVI parla alla Chiesa e al mondo intero attraverso i segni che accompagnano l’inizio del Pontificato: il pallio e l’anello del pescatore. Il suo appello conclusivo, rivolto soprattutto ai giovani, coniuga due termini che ricorrono continuamente nel suo Magistero: bellezza e amicizia, che hanno come termine ultimo e di confronto definitivo Cristo stesso: “Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui… Solo in quell’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quell’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quell’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera”.
    Nel giugno dello stesso anno il Papa presenta il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica ritornando sull’argomento: “Nel testo sono anche inserite delle immagini… Immagine e parola s’illuminano così a vicenda. L’arte «parla» sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile. Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis”.
  La bellezza di Dio, del Verbo Incarnato, della fede ritornano continuamente negli interventi del Pontefice, motivando l’attrazione profonda che si trasforma poi in amicizia, cioè in un rapporto di fede vissuto come dono di amicizia e di amore, ricevuto e ricambiato, e che suscita un vero sentimento di gioia, sempre ricordato ed espresso nelle parole del Santo Padre.
Tra gli interventi più recenti vogliamo riprendere proprio il Messaggio rivolto a Mons. Ravasi in occasione della XIII Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie (25 novembre 2008), che aveva come tema: “Universalità delle bellezza: estetica ed etica a confronto”.
  Il Pontefice parte dall’analisi dell’attualità per poi proporre la visione dell’umanesimo cristiano: “A diversi livelli, infatti, emerge drammaticamente la scissione, e talvolta il contrasto, tra le due dimensioni, cioè tra la ricerca della bellezza, compresa però riduttivamente come forma esteriore, come apparenza da ricercare a tutti i costi, e la verità e bontà delle azioni che si compiono per realizzare quella stessa finalità. Infatti, una ricerca della bellezza che fosse estranea o avulsa dall’umana ricerca della verità e della bontà si trasformerebbe, come purtroppo succede, in mero estetismo, e, soprattutto per i più giovani, in un itinerario che sfocia nell’effimero, nell’apparire banale e superficiale o addirittura in una fuga verso paradisi artificiali, che mascherano e nascondono il vuoto e l’inconsistenza interiore. Tale apparente e superficiale ricerca non avrebbe certo un afflato universale, ma risulterebbe inevitabilmente del tutto soggettiva, se non addirittura individualistica, per terminare talvolta nell’incomunicabilità.
    Ho sottolineato più volte la necessità e l’impegno di un allargamento degli orizzonti della ragione, ed in questa prospettiva bisogna tornare a comprendere anche l’intima connessione che lega la ricerca della bellezza con la ricerca della verità e della bontà. Una ragione che volesse spogliarsi della bellezza risulterebbe dimezzata, come anche una bellezza priva di ragione si ridurrebbe ad una maschera vuota ed illusoria”.
   Nello stesso Messaggio Benedetto XVI ricorda la Lettera agli Artisti del suo Predecessore e invita tutti, nel decennale della sua pubblicazione, a rileggerla attentamente, a “farne oggetto di una rinnovata riflessione sull’arte, sulla creatività degli artisti, e sul fecondo quanto problematico dialogo tra questi e la fede cristiana, vissuta nella comunità dei credenti”.
Infine, un capitolo importante della riflessione sviluppata da Joseph Ratzinger - Benedetto XVI è costituito dall’approfondimento in ambito liturgico. La bellezza della liturgia manifesta sia la bellezza di Dio che si comunica quanto la bellezza della Chiesa, dell’assemblea riunita per vivere e manifestare la propria fede. Due capitoletti dell’Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis sono dedicati a questo aspetto (nn. 35 e 41).
   In una recente Udienza Generale il Papa, parlando di Germano di Costantinopoli, ritorna sulla bellezza della Chiesa e delle chiese, della liturgia e delle sacre immagini: “Celebrare la liturgia nella consapevolezza della presenza di Dio, con quella dignità e bellezza che ne faccia vedere un poco lo splendore, è l’impegno di ogni cristiano formato nella sua fede… Preghiamo Dio perché ci aiuti a vedere nella Chiesa la sua presenza, la sua bellezza”.
  Il Magistero Pontificio più recente, dunque, si rivela particolarmente ricco e articolato, e sicuramente si arricchirà di un altro significativo ed importante tassello con il Discorso che il Santo Padre rivolgerà agli artisti nell’incontro a loro dedicato, e fissato al prossimo 21 novembre.




http://www.cultura.va/content/cultura/it/dipartimenti/arte-e-fede/testi-e-documenti/vari/sulla-via-della-bellezza--fede--arte-e-artisti-nel-magistero-di-.html

martedì 6 agosto 2019

La Trasfigurazione del Signore, luce che tutto illumina , di Roberta Barbi


La Trasfigurazione del Signore, luce che tutto illumina 

di Roberta Barbi

La festa della Trasfigurazione esprime nella maniera più completa la teologia della divinizzazione dell’uomo


Circa otto giorni dopo aver annunciato agli Apostoli la Sua Passione, Gesù si apparta con tre di loro che erano i suoi preferiti, o forse semplicemente i più pronti a vedere, e sale con loro su una montagna. Pietro, Giovanni e Giacomo qui hanno una visione di Gesù trasfigurato, cioè splendente di luce e di Gloria, mentre accanto a Lui compaiono anche Mosé ed Elia che parlano della prossima morte di Gesù a Gerusalemme. A quel punto gli Apostoli cadono in un sonno profondo perché tutto quello che stanno vivendo è per loro insostenibile. Si risvegliano avvolti da una nube, da cui odono la voce di Dio e la sua raccomandazione di ascoltare Gesù, che chiama “il suo Figlio prediletto”.

La simbologia del monte
Sebbene nel corso dei secoli siano state avanzate diverse interpretazioni – come quella sul Monte Hebron – è certo che la montagna su cui Gesù conduce gli Apostoli sia il Tabor. Ma quello che è interessante è il significato di questo simbolo: l’altura è sempre il luogo in cui si può incontrare Dio, contrapposto alla grotta che in genere simboleggia il mondo umano, sensibile. Dio, ad esempio, aveva dato a Mosé le Tavole della Legge sul Sinai, un altro monte; e un parallelismo c’è anche con il Golgota, il luogo in cui Gesù viene crocifisso.

La luce che tutto illumina
La festa della Trasfigurazione esprime nella maniera più completa la teologia della divinizzazione dell’uomo e lo fa attraverso l’espressione della divinità di Cristo, il cui simbolo è la luce. Nelle rappresentazioni iconografiche che illustrano la Trasfigurazione, infatti, ogni cosa è illuminata, ma è come se ci fossero più sfumature: nel testo evangelico, infatti, si dice che Cristo appare di una luce abbagliante, in realtà la luce con cui Gesù si presenta non è la sua vera luce perché nessun uomo può vedere davvero il divino e restare vivo. Come teofania, anticipata da quelle veterotestamentarie e a sua volta anticipatrice della Risurrezione di Gesù di cui condivide proprio il simbolo della luce, la Trasfigurazione è anche una manifestazione trinitaria: qui, infatti, mentre il Figlio appare con la sua carne trasfigurata e il Padre è presente con la voce, c’è anche lo Spirito Santo, rappresentato dalla nube luminosa.

Mosé ed Elia, poi gli Apostoli
Nella scena della Trasfigurazione, la presenza di Mosé ed Elia accanto a quella dei tre apostoli, sottolinea la doppia natura di Cristo, che è insieme umana e divina, come pure la fondazione della Chiesa stessa. Mosé viene in genere raffigurato a destra, con la barba corta, il volto giovanile, che porge a Gesù le tavole della legge; Elia è l’altro, con capelli e barba lunga, è lì come simbolo di tutti i profeti e infatti indica Cristo: l’oggetto delle loro profezie, il Messia. Gesù, in mezzo a loro, è venuto non per abolire la legge o contraddire i profeti, bensì per portare a compimento entrambi, perché tutti guardano all’unica verità che è Dio. Sotto ci sono gli apostoli, che sono innanzitutto uomini e come tali sbagliano: basti guardare Pietro, che propone di rimanere lì, tirando su tre tende. I loro errori, la loro finitudine, la loro incapacità di capire, inscindibile dalla natura umana, sono quelle di ognuno di noi.

La festa della Trasfigurazione
Tra le dodici grandi feste del calendario bizantino, che si celebra dalla vigilia fino all’ottava successiva, la Trasfigurazione cade il 6 agosto perché secondo un’antica tradizione sarebbe avvenuta 40 giorni prima della crocifissione, cioè 40 giorni prima della festa dell’Esaltazione della Croce che è il 14 settembre. In Oriente si comincia a celebrare la solennità della Trasfigurazione alla fine del V secolo ed è documentata nel VII nella Siria occidentale. In Occidente le prime testimonianze in merito risalgono alla metà del secolo IX, ma alla sua diffusione contribuisce molto Pietro il Venerabile, finché Papa Callisto III nel 1457 la inserisce nel calendario della Chiesa universale. 





Fonte:  www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-08/festa-trasfigurazione-signore.html
(Roberta Barbi - Vatican News)





lunedì 5 agosto 2019

PIETRO RAVECCA scultore



PIETRO  RAVECCA  scultore (1945-2015)

Cesto  di  fruttaScultura PerioliLa fusione a cera persaMomento a Padre DionisioEntra nell'arteSan Giuseppe


Pietro Luigi Ravecca nato a Brugnato (SP) nel 1945 dopo studi di natura economica presso l'università di Pisa, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Carrara.
Artista di ispirazione cattolica, vive a La Spezia e a Brugnato.
Numerosi ritratti con fusione "a cera persa".
Numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Artista di profonda fede cristiana che ha infuso nelle sue importanti opere, dopo una lunga malattia è deceduto nel 2015.
 


ALCUNE OPERE

ALTARE LEGNO DI ROVERE PARROCCHIALE ROCCHETTA VARA
MONUMENTO AI CADUTI BRONZO CARANZA DI VARESE LIGURE
MONUMENTO AD ALDO MORO BRONZO BRUGNATO
PADRE PIO BRONZO FONDAZIONE EGIDIO BULLESI LA SPEZIA
CRISTO ARGENTO DONO AL VESCOVO BASSANO STAFFIERI LA SPEZIA
CRISTO TERRACOTTA DONO AL VESCOVO SANGUINETTI BRESCIA
MONUMENTO AL CANONICO MORGANTI BRONZO BRUGNATO
VIA CRUCIS 15 ST. BRONZO PARROCCHIALE S.OLCESE GENOVA
VIA CRUCIS BRONZO MONTEBRUNO GENOVA
VIA CRUCIS TERRACOTTA PARROCC. AMAPA' BRASILE
MONUMENTO AI CADUTI DELLA G. DI FINANZA LA SPEZIA
BASSORILIEVO AL CARABINIERE LA SPEZIA
CRISTO IN LEGNO CASTAGNO PARR. DO JARI' BRASILE
PORTICINA DEL TABERNACOLO ARGENTO RIOMAGGIORE, LERICI
TOMBA GUERRERA BRONZO LA SPEZIA
TOMBA DI DON FRANCESCO MARMO LA SPEZIA
TOMBA DI PADRE DIONISIO BRONZO LA SPEZIA
MONUMENTO A DON FRANCSCO BRONZO LA SPEZIA
CANDELIERI BRONZO CATTEDRALE DI BRUGNATO
TESTA DI CAVALLO BRONZO FAM. NASON LONDRA
PIETRO GUERERA MARMO CIMITERO DI PORTOVENERE
CAPPA DI CAMINO BRONZO VILLA GAMMA BRUGNATO
ALTARE,LEGGIO,ACQUASANTIERA CASTAGNO ORATORIO DI BEVERONE
MONUMETO ALLE VITTIME CIVILI BRONZO BORGHETTO VARA
MARTIRIO DI SAN LORENZO BRONZO STUDIO AVV. COZZANI LA SPEZIA
SAN PIETRO ARENARIA VILLA PATRONE BRUGNATO
BASSORILIEVO AL PROF. DOMENICO VIVIANI LEVANTO COMUNE
MADONNA CASA ARMENIA POZZALLO (RG)
VIA CRUCIS LEGNO CASA DI RIPOSO CRISTO RE LA SPEZIA
DON GIOVANNI SCOTTINI BRONZO CHIESA DI CASTIGLIONE (SP)
BASTONI DEI PRIORI LEGNO E BRONZO BRUGNATO
PAOLO SANGUINETTI BRONZO CIMITERO DI PADIVARMA
VENDITRICE DI PESCI BRONZO CHATEAUROUX FRANCIA
SUONATORE DI VIOLONCELLO CHATHEAUROUX FRANCIA
ultime opere:
LOANO  PORTALE IN BRONZO DEDICATO ALLA MADONNA DEL ROSARIO
SESTRI LEVANTE: PRESEPE SUBACQUEO (UNA COPIA DAVANTI ALLA CHIESA DI SANTA SABINA) INAUGURERà IL CARDINALE CHELI (OTTOBRE)
SANTA CLOTILDE STATUA IN GESSO PATINATO DONO AD UNA PARROCCHIA DELL'ARGENTINA


Porta  di Velva  con lo scultore Pietro Ravecca
                                                   


                       
Piazzale di Santa Sabina di Trigoso nel comune di Sestri Levante : Presepe bronzeo composto da San Giuseppe, la Madonna, due delfini e Gesù Bambino

 



----- Original Message -----
Sent: Saturday, March 24, 2007 11:13 AM


STATUA DELL'EVANGELISTA LUCA al Santuario di Velva

Ieri con l’aiuto della Fonderia Versiliese dei fratelli Lucarini, è stata sistemata in una nicchia del Santuario di Velva nel Comune di Castiglione Chiavarese Diocesi di Chiavari, una statua raffigurante l’Evangelista Luca.
La statua che misura cm. 195,00 in onore del Santo evangelista e patrono degli artisti, è stata collocata nel sacro edificio che già ospita alcune sculture dell’artista spezzino quali le tre porte bronzee, il candeliere ed un Cristo con Santi sempre in bronzo.
L’opera – donata dallo scultore Pietro Ravecca - viene così incontro ai desideri  del novantenne Rettore Don Dario Coltella – originario di Corrodano – che da tempo avrebbe avuto desiderio di realizzare nelle 4 nicchie della Chiesa  le statue bronzee degli evangelisti.
Per il momento la statua è in gesso ma è desiderio sia dell’artista che del sacerdote, di trasformala in bronzo,  ragion per cui è praticamente in atto una raccolta di fondi per lo scopo predetto.

Chi fosse mosso da tale iniziativa può rivolgersi al Santuario di Velva direttamente al Parroco.   
 

Lo scultore Pietro Ravecca con la statua in gesso di San Luca Ev.






----- Original Message -----
From: "Scultore Pietro Ravecca" <info@pietroravecca.it>
To: "ARTCUREL : Arte , Cultura e Religione" <info@artcurel.it>
Sent: Wednesday, August 25, 2010 11:37 AM
Subject: porta di sant'onorato

" EFFATA’ " così è scritto in bronzo  sul retro della porta centrale di Torriglia Sant'Onorato  – diocesi di Tortona e provincia di Genova –  apriti quindi a tutti coloro che a te si avvicineranno portando la Parola di Dio a beneficio di tutte le persone che trarranno giovamento nel tuo comportamento uscendo dalla porta del tempio.
Opera di grande respiro e di grande impegno che Giovedì 26 agosto 2010 verrà benedetta dal Vescovo Martino Canessa alle 20,30.
E’ la mia 15° porta di Chiesa.
Con la presenza dei Sacerdoti della zona, i Sindaci del circondario dell’Antola, il Presidente della Provincia di Genova e altre Autorità civili e religiose verranno aperte le porte centrali della Chiesa la cui opera è costata due anni di  lavoro al sottoscritto. Nelle due ante sono state scolpite date e momenti della vita torrigliese, la processione, la Madonna  con il Bambino, la peste, due pavoni  simboli eucaristici.
Un’opera bronzea di oltre otto quintali di bronzo le cui ultime formelle riportano la scritta “alla Madre della Divina Provvidenza i torrigliesi riconoscenti”.
Due giornate intere di duro lavoro con intervento di due gru sono state necessarie per l’istallazione e la posa in opera,
La porta centrale completa la parte bronzea della facciata accompagnando le altre due porte una dedicata alla famiglia ed una dedicata ai patroni.
 

Lo scultore Pietro Ravecca con la porta centrale della Chiesa di Sant'Onorato di Torriglia.
Porta di circa 400 x 180 cm, peso 8 quintali.

La porta centrale di Sant'Onorato di Torriglia fa pandant con le altre due in bronzo anch'esse opera dello scultore Pietro Ravecca.
15 le porte delle Chiese realizzate da Pietro Ravecca :
Santo Stefano di Marinasco la spezia chiesa X- XIV secolo
Porta Oratorio di Brignato
Porta di Bolano
Porta di Basttremoli Follo
Porta di Loano (SV) altezza cm. 535
tre porte di boronzo a Velva
Tre porte in bronzo a Torriglia
Tre porte a Beverone (Rocchetta Vara)
Porta di Garbugliaga (rocchetta Vara)

Le sue opere sono sparse in tutto il mondo. Opere principali:
San Giovanni Bosco isole salomone Australia
San Venerio bronzo Australia
Fontana di Borghetto Vara
Presepe sub acqueo Sestri Levante
Infinità di busti e ritratti
Altare di rocchetta vara in legno
Cristo in legno Brasile.








Fonte : la redazione di Artcurel ringrazia lo scultore Pietro  Ravecca che ha gentilmente fornito la documentazione per questo articolo.
http://www.pietroravecca.it






MYROSLAVA ZVARYCHEVSKA MOROZ ( Мирослава Зваричевська Мороз 1936-2015 )










MYROSLAVA ZVARYCHEVSKA MOROZ

( Мирослава Зваричевська Мороз )

10.12.1936 - 26.02.2015


Zvarychevska (Moroz) Myroslava Vasylivna - Filologo ucraino, insegnante, personaggio pubblico, dissidente e prigioniero politico dei tempi dell'URSS (1965-1966, condannata ai sensi dell'articolo 62, parte 1, del codice penale dell'URSS). Insegnante onorato di Ucraina, Professore associato del Dipartimento di Studi umanistici dell'Istituto regionale di istruzione post-laurea degli insegnanti di Leopoli. È autrice di articoli letterari e pedagogici, libri di testo innovativi sulla letteratura ucraina, il primo concetto di scuola nazionale in Ucraina. 
Зваричевська (Мороз) Мирослава Василівна — українська філологиня, педагогиня, громадська діячка, дисидентка та політичний в'язень часів СРСР (1965–1966, засуджена за ст.62 ч.1 КК УРСР). Заслужений учитель України, доцент кафедри гуманітарної освіти Львівського обласного інституту післядипломної педагогічної освіти. Авторка літературознавчих і педагогічних статей, новаторських підручників з української літератури, першої в Україні концепції національної школи.


Мирослава Зваричевська Мороз
учасниця українського національно-визвольного руху


Народилась в освіченій, національно свідомій родині, з якої вийшли педагоги, лікарі, художники. Закінчила з відзнакою Педагогічне училище. Вступила до Львівського університету, де була серед найкращих студентів. Організувала студенський хор.

Народилася 10 грудня 1936 року в с. Трибухівці на Тернопільщині.
Випускниця філологічного факультету Львів­ського університету (1961). Працювала в Львівських середніх школах: № 34, № 31, № 2, № 36, науковій бібліотеці Львівського університету, коректором в газетах «Вільна Україна», «Ленінська молодь», літредактором відділу публікацій Львівського обласного архіву. З 1990 року завідуюча кабінетом-центром гуманітарних дисциплін, доцент кафедри філософських основ і змісту освіти, старший викладач кафедри гуманітарної освіти, доцент кафедри гуманітарної освіти (з 2007 року) Львівського обласного інституту післядипломної педагогічної освіти. Депутат міської ради (1990).
Брала участь у створенні Товариства української мови ім. Т.Г. Шевченка (1988). На першій в Україні науково-практичній конференції (1989) виголосила доповідь-концепцію національної школи «Національна школа, учитель, громадськість». Співорганізатор освітньої комісії та громадського лекторію, який функціонував безперервно до 1991 року. Учений секретар Товариства «Рідна школа» (1991). Активно працює у товаристві Г. Ващенка, жіночих організаціях; проводить цілеспрямовану роботу над реформуванням змісту післядипломної освіти, організовує творчі групи, школи моло­дого вчителя; укладає авторські програми й хрестоматії з української літератури для загальноосвітніх навчальних закладів, читає лекції з питань виховання, проводить круглі столи, семінари та конференції; щорічні діалоги «Я любила вік лицарства» (присвячені Лесі Українці), «Шкільна молодь і медична опіка над нею».
Заслужений вчитель України (1992).

Kар'єру науковця не дозволив зробити опір системі й арешт. Стала наймолодшою серед першого покосу шістедесятників 1965 р. Була переслідувана.

24 серпня 1965 року на вул. Ставропігійській заарештували Мирославу Зваричевську, схопивши і кинувши у чорний "воронок". Щоб зламати, не гребували ніякими засобами, вдаючись навіть до тортур, били....молоду тоді й тендітну дівчину..... Били по нирках, щоб не видно було сліду .....
Сьогодні відзначається 24 серпня - День Незалежності України, історичнa датa, що має символічне значення для її героїчного життя, повністю присвяченoгo свободі демократичної України.

Стала блискучим педагогом. Виховала плеяду діячів культури і науки. Від 1990 р. була заст. директора Львівського інституту післядипломної освіти, завкабінетом, доцентом. У 1992 - заслужений учитель України. У 1990 р. обрана депутатом першого демократичного скликання до Львівської міськради.
Усе своє життя була великою трудівницею і справжньою Людиною.



        
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MYROSLAVA ZVARYCHEVSKA


Membro del movimento di liberazione nazionale ucraino

 


MYROSLAVA ВАСИЛІВНА ZVARYCHEVSKA è stata educata in una famiglia conosciuta a livello nazionale, che era costituita da insegnanti, medici, artisti. Si è laureata con lode presso la Scuola Normale. Entrata alla Università di Lviv, è stata tra i migliori studenti. Ha organizzato anche il Coro degli studenti. Tuttavia, la sua carriera scientifica è stata ostacolata per la sua esplicita resistenza al regime sovietico e al soffocamento della libertà culturale e democratica. Membro del movimento di liberazione nazionale ucraino, è diventata la più giovane tra i primi dissidenti antisovietici del 1965 ad essere stata arrestata.


Gruppo dissidenti del 1965.


Il 24 Agosto dell'anno 1965, esattamente 50 anni fa, Myroslava Zvarychevska è stata presa dal KGB a causa delle sue idee antisovietiche, e fu imprigionata. La giovane ragazza fu messa nel carcere e venne anche torturata; davano le botte sui reni per non lasciare i segni. Fu rilasciata dopo otto mesi di prigione il 24 aprile 1966. Oggi si celebra ogni anno il 24 Agosto il Giorno dell'Indipendenza della Ucraina, una data storica che ha un significato simbolico per la sua vita eroica tutta dedicata alla libertà culturale e democratica della Ucraina. Ha sacrificato la sua vita per la indipendenza dell'Ucraina ed è stata perseguitata, ciò rendeva la sua vita familiare e lavorativa molto difficile.
Nata il 10 Dicembre 1936 nel villaggio. Regione Trybukhivtsi Ternopil. Laureata alla Facoltà di Filologia Lviv National University (1961). Ha lavorato nelle scuole secondarie Leopoli: № 34, il numero 31, il numero 2, numero 36, Biblioteca scientifica di Lviv University, come correttore di bozze sul quotidiano "Libera Ucraina", "Lenin Gioventù" reparto pubblicazioni litredaktorom dell'archivio regionale Lviv. Dal 1990, Capo di gabinetto del centro-umanistiche, Assistente Professore di fondamenti filosofici e il contenuto dell'istruzione, Docente di educazione umanistica, Professore Associato di Educazione Artistica (2007) Leopoli Istituto Regionale di Formazione post-laurea.
Si è sposata nel 1966 con Stepan Moroz e dal loro matrimonio nascerà Yaryna.Ha partecipato alla creazione della Società di Lingua Ucraina TH Shevchenko (1988). Per prima in Ucraina alla conferenza scientifica (1989) ha presentato una relazione sul concetto di scuola nazionale "Scuola Nazionale, l'insegnante, il pubblico." Comitato co-educazione e conferenze pubbliche, che ha operato ininterrottamente fino al 1991. Segretario scientifico della "Nativi Scuola" Society (1991). Lavorando attivamente in azienda H. Vashchenko, organizzazioni di donne; svolge il lavoro mirato sulla riforma del contenuto di Formazione post-laurea organizza gruppo creativo di giovani insegnanti di scuola; svolge vari programmi educativi e conclude l'Antologia di Letteratura Ucraina per le scuole secondarie, tiene lezioni di educazione e pedagogia, conduce tavole rotonde, seminari e conferenze; dialoghi annuali "Mi è piaciuto molto l'età della cavalleria" (dedicato a Lesya ucraino), "i bambini delle scuole e dell'assistenza sanitaria di esso." Docente Onorato dell'Ucraina (1992).

E' diventata una brillante insegnante. Ha promosso con grande competenza cultura arte e scienza nel rispetto delle tradizioni ucraine, con pubblicazioni e partecipazione alla vita culturale dell'Ucraina. Dal 1990 è stata vice-direttore dell'Istituto di Lviv di Formazione post-laurea e sua famosa e stimatissima professoressa. Nel 1990 eletta alla prima convocazione democratica del Consiglio Comunale di Lviv, come Deputato ha fatto parte dei "costruttori" della nuova Ucraina.
Dopo alcuni anni di sofferenze e ricoveri ospedalieri per varie malattie si è spenta a Lviv il 26 febbraio 2015.Tutta la sua splendida ed esemplare vita è stata dedicata al lavoro per la cultura e libertà del suo popolo, una vera testimone e fondatrice spirituale della Indipendenza della Ucraina.





ЗВАРИЧЕВСЬКА МИРОСЛАВА ВАСИЛІВНА

30.09.2011
автор: Овсієнко В.В.
джерело: Інтерв`ю М.Зваричевської 26.06. 2008.






ЗВАРИЧЕВСЬКА (МОРОЗ) МИРОСЛАВА ВАСИЛІВНА 
( 10.12. 1936 - 25.02.2015)



Репресована за поширення самвидаву. Філолог, педагог.
З освіченої родини. Мама, Йосипа Григорівна (1903 – 1983), з роду Бучинських, разом зі своїми вуйками створила при читальні «Просвіти» театр, працювала в Союзі українок, у товаристві "Рідна школа". Батько (1899 – 27.01.1972) рано осиротів. Одружившись, поїхав на заробітки до Канади. Повернувся 1936 р., щоб забрати дружину, але вона не погодилася. У сім`ї було четверо дітей: Мирослава, Зеновія-Марія, Наталя і Стефанія. Батьки дали їм національне виховання. Щоб навчатися в середній школі, потрібно було вступити в комсомол. Закінчила школу в с. Личківці.
1956 р. Мирослава з відзнакою закінчила Чортківське педучилище. Уже тоді нею цікавився КГБ. 1956 – 1961 р. навчалася на філологічному факультеті Львівського університету. У складі студентського загону їздила на цілину в Казахстан. Звідти надійшли «сигнали», що вона «вела націоналістичну пропаганду» (насправді говорила з кимось про Україну, про Б.Хмельницького). Обрана в комсомольське бюро факультету, працювала в секції культури, організувала хор філфаку. Приятелювала з однокурсницями – колишніми політв`язенками Галею Сокіл та Ольгою Мацелюх (майбутня дружина Михайла ГОРИНЯ). Коли їх 1957 р. виключали з університету, ходила з друзями до ректора Євгена Лазаренка захищати їх.
Хотіла працювати як науковець,1962 р. влаштувалася на роботу в університетську бібліотеку, та скоро її звільнили. Працювала коректором у редакціях газет «Вільна України» та «Ленінська молодь», літредактором відділу публікацій Львівського обласного архіву.
1964 р., під час святкування 150-річчя з дня народження Т.Шевченка, за дорученням М.ГОРИНЯ туристичним автобусом З. перевезла добірку самвидаву в Київ, звідки ці матеріали пішли за кордон.
Постійно одержувала від М. ГОРИНЯ, рідше від І. КАЛИНЦЯ, літературу самвидаву в машинописах та фотокопіях і давала її читати друзям (статті "З приводу процесу над Погружальським", «Класова та національна боротьба на сучасному етапі розвитку людства», «Сучасний імперіалізм», передмова до книжки «Панорама сучасної української літератури», книжка «Вивід прав України», виступ І.ДЗЮБИ на вечорі пам`яті В.СИМОНЕНКА та ін.). У серпні 1965 р. працівник M. Львівської наукової бібліотеки ім. В.Стефаника АН УРСР попросив «щось прочитати». Ці тексти хтось у нього вилучив. Через кілька днів, 24.08.1965, З. була затримана у Львові на вулиці Ставропігійській. Під час обушуку в помешканні в неї вилучили 5 екземплярів статей "З приводу процесу над Погружальським", ««Радянізація» П. Тичини» І.Кошелівця, «Відповідь матері В.Симоненка – Щербань Г.Ф.», вірші В.СИМОНЕНКА, інші – із закладок, вилучених у матеріалах І.ГЕЛЯ, М.Косіва.
Допити і протоколи велися російською мовою. Лише 25.10 слідчий капітан Клименко перейшов на українську. Підтвердила зізнання М. ГОРИНЯ, що літературу самвидаву брала в нього. Звинувачена у проведенні «антирадянської агітації і пропаганди» за ст. 62 ч.1 КК УРСР в одній справі з Михайлом і Богданом ГОРИНЯМИ та Михайлом ОСАДЧИМ. Під час слідства її приводили на розмову з високопоставленими кагебістами, у т. ч. з тодішнім начальником управління КГБ Львівської обл. В.Шевченком. Але вона нічого не просила. Звинуваченій не надали можливості ознайомитися з матеріалами справи, мовляв, їх треба вивчати з адвокатом. На цьому суді В. ЧОРНОВІЛ відмовився давати покази на тій підставі, що процес закритий, і кинув квіти підсудній. Коли засуджених виводили, люди гукали «Слава!» і кидали їм квіти.
Звільнена зі слідчого ізолятора 24.04.1966. Начальник СІЗО передав їй розпорядження КГБ негайно виїхати зі Львова. 28.05.1966, на 110-річчя І.Франка, З. навідалася до Львова, щоб зустрітися зі знайомими. Хтось подав руку, а хтось тікав. Жити вона не мала де і за що. На щастя, її чекав з ув`язнення Степан Мороз, географ. Вони одружилися в серпні 1966 р., у подружжя народилася дочка Ярина.
Звернулася до судді С.Руденка, потім до начальник Львівського обласного управління КГБ Полудня, мала нагоду розмовляти з заступником начальника КГБ при РМ УРСР, щоб повернули їй паспорт. Генерал Полудень після довгої тяганини розпорядився повернути їй паспорт.
Влаштувалася вчителькою третього класу школи №31, у якій працювала й Ольга Мацелюх-Горинь. Через два роки профзбори постановили звільнити її за «непрофесійність». Тоді директор Костянтин Іванов на власний ризик перевів її викладачем української мови та літератури в середні класи.
Восени 1969 р. З. разом з іншими колишніми політв`язнями підписала заяву на ім`я Голови ВР УРСР О. Ляшка та Прокурора УРСР Ф.Глуха «Знову "камернi" справи?» – проти повторних засуджень політв`язнів С.КАРАВАНСЬКОГО, С.Бедрила, В.Ривака, що тоді готувалися.
1971 р. облаштувала кабінет Лесі Українки до її сторіччя. Того ж року її перевели до школи № 2. На пленарному зібранні вчителів Радянського району м. Львова З. та Ольгу Горинь оголосили націоналістками. 1972 р., безпосередньо після арештів української інтелігенції, за вечір зимової поезії і колядок "Добрим людям на здоров'я" педрада взагалі заборонила З. організовувати вечори. Вона заявила: "Я й сама не буду ці вечори проводити, тому що заарештовані мої товариші і помер мій батько". На допитах у справах 1972 р. заперечувала, що одержували самвидав від І. КАЛИНЦЯ.
Шкільну програму З. сумлінно виконувала, але виховувала українських, а не радянських патріотів. Наприклад, піонерські загони в неї були не Валі Котика чи Павлика Морозова, а Олеся Гончара, Олександра Довженка, мистецька студія називалася "Тронка". З вертепом і колядками ходили до Львівського відділення Спілки письменників України, згодом (1990) їздили до Києва (1990), колядували Ліні КОСТЕНКО. Коли студію витискала школа, то шу-кали підтримки громадськості.
В 1992 – 1995 рр.. працювала в авторській українознавчій школі Марійки Чумарної.
Разом зі своїми учнями в червні 1988 р. брала участь в установчих зборах Товариства української мови у Львові, підтримала Івана МАКАРА. Очолила комісію з питань освіти ТУМ Львівщини. Підготувала конференцію "Національна школа, учитель, громадськість", де 3.12.1989 виголосила свою (першу в Україні) концепцію національної школи. У ТУМ ді-яв громадський лекторій, де лекції читали поважні люди.
Постановою пленуму Верховного Суду УРСР від 7.12.1990 вирок у справі М. та Б. ГОРИНІВ, М.ОСАДЧОГО та З. скасовано, а справу закрито «за відсутністю складу злочину».
З вересня 1990 р. З. працює в обласному Інституті післядипломної педагогічної освіти. Вела курси для вчителів з усієї України, давала відкриті уроки. Навчала учителів з Берестейщини, Миколаївської обл., Кривого Рогу. А потім зосередилася на створенні підручників української літератури та методичних посібників. Один з них ілюструвала Галина СЕВРУК.
З 1990 р. З. – доцент кафедри гуманітарної освіти Інституту післядипломної педагогічної освіти. Заслужений учитель України (1992).


Бібліоґрафія:
1. Зваричевська М.. Концепція національної школи, виголошена 3 грудня 1989 року на обла-сній конференції української мови ім. Тараса Шевченка та учителів Львівщини // Просвіта – № 1. – 1990 р.
2. В.Чорновіл. Лихо з розуму. – Львів: Меморіал, 1991. – 344 с. (Перевидання: Лихо з розуму (Портрети двадцяти „злочинців”). Збірник матеріялів. Уклав В'ячеслав Чорновіл. Четверте доповнене і виправлене видання. – Перша українська друкарня у Франції, 1968). – С. 84.
Чорновіл В. Твори: У 10-и т. – Т. 2. «Правосуддя чи рецидиви терору?». «Лихо з розуму». Матеріали та документи 1966 – 1969 рр. / Упоряд. Валентина Чорновіл. Передм. Лесь Танюк. – К.: Смолоскип, 2003, – С. 15, 104, 129, 439.
Українська поезія під судом КГБ: Кримінальні справи Ірини та Ігоря Калинців / Упо-ряд. Ю.Д.Зайцев. – Львів: Інститут українознавства ім. І.Крип’якевича НАН України, 2003. – С. 18-31, 36-40, 42-46, 421-426, 443-444, 472, 483-485, 488, 492, 495-496, 501-502, 508, 514, 523-526, 530, 538, 546-549.
Михайло Горинь. Запалити свічу / Харківська правозахисна група; Упорядник В.В.Овсієнко; Художн.-оформлювач Б.Є. Захаров – Харків: Права людини, 2009 р. – С. 280-287.



Fonte articolo link : http://archive.khpg.org/index.php?id=1317402296











Myroslava Zvarychevska Moroz / Мирослава Зваричевська Мороз
Zvarychevska (Moroz) Myroslava Vasylivna - Filologo ucraino, insegnante, personaggio pubblico, dissidente e prigioniero politico dei tempi dell'URSS (1965-1966, condannato ai sensi dell'articolo 62, parte 1, del codice penale dell'URSS). Insegnante onorato di Ucraina, Professore associato del Dipartimento di Studi umanistici dell'Istituto regionale di istruzione post-laurea degli insegnanti di Leopoli. È autrice di articoli letterari e pedagogici, libri di testo innovativi sulla letteratura ucraina, il primo concetto di scuola nazionale in Ucraina. / / / Зваричевська (Мороз) Мирослава Василівна — українська філологиня, педагогиня, громадська діячка, дисидентка та політичний в'язень часів СРСР (1965–1966, засуджена за ст.62 ч.1 КК УРСР). Заслужений учитель України, доцент кафедри гуманітарної освіти Львівського обласного інституту післядипломної педагогічної освіти. Авторка літературознавчих і педагогічних статей, новаторських підручників з української літератури, першої в Україні концепції національної школи.



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праведне життя, присвячене відродженню народу, культурі та демократії в Україні.
Exemplary life, all dedicated to the revival of the people, culture and democracy in Ukraine.
Esemplare vita, tutta dedicata alla rinascita del popolo, della cultura e della democrazia in Ucraina.
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Testimonianze / Testimonials / Відгуки



ПАМ’ЯТІ МИРОСЛАВИ ЗВАРИЧЕВСЬКОЇ , Пелагогічна думка, 2016/№ 4 , c. 36-52 - Pensiero Pedagogico, MEMORIE DI MYROSLAVA ZVARYCHEVSKA http://www.loippo.lviv.ua/files/2018/ped_dumka/dumka_4_16.pdf

Калинець Ігор - Лист до Миросі ........................................................... 36

Леся Довга - Людина, яка навчала любов’ю ........................................ 38

Федорак Назар - «Дайте дзвіночка мені кришталевого!..» ................. 40

Довгаль Оксана - Кілька спогадів про гідність ..................................... 41

Гірний Олег - Бо її «боліла» Україна .................................................. 43

Дуда Наталя - Урок українсьої ......................................................... 44

Стефак Оксана - Навздогін несказаному ............................................ 45

Бардин-Іваницька Ганна - Пам ’ять і шана Мирославі Зваричевській ........ 46

Стасів Мирослава - «Пані Мирослава сіяла зерна правди у дитячі серця...» .... 47

Заблоцька Ірина - «Тут панувала Україна...» ............................................ 48

Жмурко Олена - Спогади про Мирославу Василівну .............................. 48
 
Жеплинська (Побурко) Оксана - Моя вчителька Мирослава Василівна .... 49

Завадка (Стеців) Оксана - «У такі моменти вона здавалася чарівницею...» ..... 50

Боженко Ольга, Лапчук Юрій - Сумний і світлий ювілей ......................... 51



Liudmyla Kovaliova Сьогодні, 27.02.2015 р., завершила своє земне життя Зваричевська (Мороз) Мирослава Василівна, людина з великої літери, справжній партіот України, Заслужений вчитель України, автор програм і підручників з української літератури, член багатьох громадських організацій.
Вічна пам’ять!

Василь Шуляр Вічна память! Патріотичності цієї Жінки як до України і до вчительської праці вистачило б на десятки ... І все було помножене любовю до Учителя й Учня, до книги і слова ... Втрата не тільки для освітян, а й для України ... Зболена Україна, була зболена в Неї й душа за все українське ... Спочивайте п.Мирославо, а ми памятатимемо Ваші уроки!

Оксана Довгаль Сумно...Гірко...Така прекрасна людина відійшла в засвіти...Ми пам'ятатимемо Мирославу Василівну, бо впродовж цілого життя вона жила заради інших, найбільше вболіваючи за Україну

Оксана Росипська Вічна пам'ять!!! Чудова оптимістична людина!!! Маю лишень приємні спомини про неї!!! Як шкода, що лишень кілька разів мала нагоду попрацювати у спільних проектах!!!

Ірина Красуцька Вічна світла пам’ять... Яка світла людина...

Ліда Купчик Знала пані Мирославу. Шанувала її, хоч і давно не бачила. Згадка про неї не згине! Сьогодні на святковій зустрічі "Тарас Шевченко в наших серцях" згадували, як Мирослава Зваричевська виступала на практично-науковій конференції в 2005 році.

 












24 Agosto 1965

У тіні святкувань 24-ї річниці незалежності України непоміченою залишилася важлива дата в історії українського національно-визвольного руху, про яку не варто забувати. 50 років тому, з 24 серпня до 4 вересня 1965 року в Києві, Львові, Одесі, Івано-Франківську, Тернополі, Луцьку, Феодосії кагебісти заарештували понад 20 представників української інтелігенції. Більшість із них згодом були засуджені за "антирадянську пропаганду та агітацію"....
......Ще 24 серпня кагебісти заарештували двох жінок. Одна – літературний редактор Львівського обласного архіву Мирослава Зваричевська (1936–2015). Її затримали у Львові на вул. Ставропігійській. Під час обшуку в неї вилучили 5 примірників самвидавних статей. Зваричевську засудили за "антирадянську агітацію і пропаганду" на 8 місяців ізоляції (час, проведений у слідчому ізоляторі на час оголошення вироку), звільнили 24 квітня 1966 року.... (Ігор МЕЛЬНИК)

Il 24 Agosto dell'anno 1965, esattamente 50 anni fa, Myroslava Zvarychevska è stata pressa dal KGB per le sue idee antisovietiche e fu imprigionata. La giovane ragazza fu messa nel carcere e venne anche torturata..... davano le botte sui reni per non lasciare i segni.....Fu rilasciata dopo otto mesi di prigione il 24 aprile 1966. Oggi, si celebra ogni anno il 24 Agosto il Giorno dell'Indipendenza dell'Ucraina... Una coincidenza storica che ha un significato simbolico per la sua vita eroica tutta dedicata alla libertà culturale e democratica della Ucraina. (24-8-2015 La Redazione)


Video:  Україна щодня. Історія:  Історія - 24 серпня. ПравдаТУТ Львів / Storia - 24 agosto Leopoli  https://pravdatut.ua/programs/istoriya-schodnya/istoriya-24-serpnya
 www.youtube.com/watch?time_continue=259&v=8D1eemPj6eI  










Myroslava Zvarychevska

Українська література / Letteratura Ucraina


 


ПРАВИЛЬНИЙ ПІДРУЧНИК
 Зенон СЕНАТОВИЧ

Зваричевська Мирослава. Українська література: Підручник для 5 кл. загальноосвітніх навчальних закладів, ліцеїв, гімназій. -- Львів: Світ, 2002. -- 280 с.

Серед учнівської молоді та юні побутують антагоністичні терміни -- "правильний" та "неправильний". Це не є відповідники слів "дисциплінований" чи "пустий", ба навіть навпаки -- "правильним" є радше недисциплінований авторитетний вільнодумний учень. Тобто "правильний" у шкільному учнівському розумінні є означенням чогось доброго, якісного, вартого уваги. Таким от правильним підручником виявилася і книга Мирослави Зваричевської, і та його "правильність" підручників.

П'ятий клас у школі (а також у ліцеї чи гімназії) є доволі складним періодом, адже у цих дітей уже накльовується перехідний вік зі всіма його "загранями", а також викристалізовується світогляд і формуються естетичні смаки. Тому надзвичайно важливо подати п'ятикласникам рідну літературу в цікавій формі, щоб часом не відбити їм охоти від подальшого вивчення національного красного письменства. Це напрочуд складне завдання, і впоратися з ним не так уже й легко. Та й, зрештою, може існувати багато різних авторських "впорань"-вирішень цього надзавдання, адже українська література має для цього багатющий текстовий матеріал. Головне, щоб авторові-укладачеві підручника вистачило хисту правильно дати з усім цим раду. Досвідченому методистові Мирославі Зваричевській не забракло ні хисту, ні снаги гідно впоратися з поставленим завданням.

Авторка-упорядниця цього підручника сама в душі має бути поетом, адже неординарний свіжий підхід прослідковуємо у компонуванні цілої книжки, а також у талановитому виокремленні деталей та ілюстрацій.

Йдеться про текстові ілюстрації, бо образотворчі, художні (тобто картинки) заслуговують на окремий комплімент. У цьому виданні використано репродукції з творів багатьох чудових художників, серед яких є і загальновизнані класики, і обдаровані сучасники, зокрема Георгій Нарбут, Святослав Гординський, Яків Гніздовський, Софія Караффа-Корбут, Вікторія Ковальчук та інші. На обкладинці ж використано зображення керамічного панно Севрук "Місто на семи горбах", яке символізує наш потяг до соборності і зображає історико-культурну панораму Києва, матері міст українських. Хоча нам варто було б культивувати також і львівських сім пагорбів. Бо ця "римська топографічна метафора" (щойно сам вигадав це визначення, хоч і взяв його в лапки, наче цитату) пасує до нашого львівського ландшафту, та й міфологізувати дійсність ніколи не зайво, і не лише з надмірної любові. "Поети, любити свій край не є злочин, коли це для всіх", -- писав колись Павло Тичина. Отже, з помірною любов'ю (з умовою, що це для всіх) варто пам'ятати і про львівських сім пагорбів.

Коли автор-укладач уже в першому розділі підручника розглядає основні засади поетичної творчості, то (за Іваном Драчем) називає його "Оранжеве сонце поезії". Розділів у підручнику шістнадцять, і кожен з них має не лише власну назву, але й відповідне наповнення, яке спонукає учнів думати, заодно даючи змогу насолоджуватися художніми текстами. Багато використано тут й ужиткових моментів. От, наприклад, коли йдеться про драматургію, то після вступної ремарки наведено п'єсу Богдана Стельмаха "Біда навчить" за однойменною казкою Лесі Українки. Одразу є проект для створення аматорського драматичного гуртка -- була б охота, а текст для постановки вже є.

Мирослава Зваричевська гарно заявила про себе як автор підручника з української літератури для 5 класу. Але ж класів у школі має бути аж дванадцять, тому роботи їй не забракне, і ми чекатимемо на нові здобутки. Адже кому вдалося раз, то вдасться й десять.


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ПАМ’ЯТІ МИРОСЛАВИ ЗВАРИЧЕВСЬКОЇ , Пелагогічна думка, 2016/№ 4 , pag. 36-52 - Pensiero Pedagogico, MEMORIE DI MYROSLAVA ZVARYCHEVSKA http://www.loippo.lviv.ua/files/2018/ped_dumka/dumka_4_16.pdf

Калинець Ігор - Лист до Миросі ........................................................... 36
Леся Довга - Людина, яка навчала любов’ю ........................................ 38
Федорак Назар - «Дайте дзвіночка мені кришталевого!..» ................. 40
Довгаль Оксана - Кілька спогадів про гідність ..................................... 41
Гірний Олег - Бо її «боліла» Україна .................................................. 43
Дуда Наталя - Урок українсьої ......................................................... 44
Стефак Оксана - Навздогін несказаному ............................................ 45
Бардин-Іваницька Ганна - Пам ’ять і шана Мирославі Зваричевській ........ 46
Стасів Мирослава - «Пані Мирослава сіяла зерна правди у дитячі серця...» .... 47
Заблоцька Ірина - «Тут панувала Україна...» ............................................ 48
Жмурко Олена - Спогади про Мирославу Василівну .............................. 48

Жеплинська (Побурко) Оксана - Моя вчителька Мирослава Василівна .... 49
Завадка (Стеців) Оксана - «У такі моменти вона здавалася чарівницею...» ..... 50
Боженко Ольга, Лапчук Юрій - Сумний і світлий ювілей ......................... 51


ЗВАРИЧЕ́ВСЬКА Мирослава Василівна , di Ю. Д. Зайцев , Енциклопедія Сучасної України - Encyclopedie of Modern Ukraine http://esu.com.ua/search_articles.php?id=16582

ЗВАРИЧЕ́ВСЬКА Мирослава Василівна , КНИГА ПЕДАГОГІЧНОЇ СЛАВИ УКРАЇНИ
Присвячується славним педагогам, майстрам освітянської справи - LIBRO DELLA GLORIA PEDAGOGICA DELL'UCRAINA Dedicato a insegnanti famosi, maestri di questioni educative http://kps-ua.net/2010/lvivska/zvarichevska-miroslava-vasilivna

Явище «шістдесятництва» - Il fenomeno degli "Anni Sessanta", http://www.10minclass.com/rsc/naspath/articles/000987-631939297.pdf

Дисидентський рух Галичини - Il movimento dissidente della Galizia https://photo-lviv.in.ua/dysydentskyj-ruh-halychyny/

Арешти української інтелігенції 1965 року , Ігор МЕЛЬНИК http://zbruc.eu/node/40697

Articolo su Myroslava Zvarychevska, di Овсієнко В.В. http://archive.khpg.org/index.php?id=1317402296

Articolo su Myroslava Zvarychevska (28-02-2015) https://zik.ua/news/2015/02/28/sogodni_lviv_proshchaietsya_z_natsionalistkoyu_myroslavoyu_zvarychevskoyu_568561

Articolo su Myroslava Zvarychevska " Кілька спогадів про Гідність " , di Оксана Довгаль
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Articolo su Myroslava Zvarychevska (del 10-2017) http://ukrsvit.org


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Wikipedia ( Вікіпедія ) : Зваричевська Мирослава Василівна















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