lunedì 5 agosto 2019

WEREWERE LIKING donna e artista per la rinascita dell'Africa



WEREWERE  LIKING
donna e artista per la rinascita dell'Africa
 
                        

Je marche devant et je suis.
Je marche derrière et je précède.
Je suis tout ce qui va de l’avant et avance vers le divin.
Je suis l’Impossible pour rendre tout possible.”
(Werewere Liking)

Werewere Liking è nata a Bondé (Camerun) nel 1950. E' una personalità eclettica, poliedrica, si occupa di pittura, musica, teatro, cinema... Ha pubblicato libri di generi diversi, ma si è occupata anche di teatro, critica, poesia.
Stabilitasi in Costa d'Avorio nel 1978, ha prima lavorato come ricercatrice all'Università di Abidjan (Costa d'Avorio) e poi ha creato il "Villaggio Ki-Yi" che in lingua "baassa" vuol dire "sapere ultimo". E' un "foyer" di artisti di diverse nazionalità africane dove si tengono mostre, si offrono spettacoli teatrali, si fa ricerca...
"...Il gruppo Ki-Yi è stato creato nel 1985 ad Abidjan con l'obiettivo di radicare la creazione artistica contemporanea nelle sue fonti vive, di mettere a punto una formazione specifica adattata ai bisogni della gioventù africana, elevare il livello delle creazioni affinché fossero in grado di competere in campo internazionale. Da più di 15 anni facciamo ricerca e sperimentazione basandoci su estetiche e tecniche pedagogiche tradizionali e abbiamo dato vita a una quindicina di spettacoli (marionette, musica, danze, ...) che hanno formato centinaia di giovani.
Il Centro non è sovvenzionato, il Gruppo si autofinanzia con i suoi spettacoli e le sue attività, ma chiunque può sostenere le azioni umanitarie e culturali del centro facendolo conoscere altrove o chiamando i suoi artisti. Al Villaggio c' è anche un Museo, creato dal 1989, che conta un migliaio di oggetti africani antichi o moderni, di varia provenienza, una Galleria, un piccolo spazio per esposizioni, promozione e vendita di prodotti artistici, di moda, di decorazione. Infine c'è il Ki-Yi Nek Nekm cucina e gastronomia africane e il Ki-Yi Lines, una struttura consacrata alla ricerca, alla creazione e promozione dell'abbigliamento africano, dei tessuti tradizionali, tessitura e tintura..."  Werewere Liking
Nei suoi lavori troviamo l'Africa con le sue contraddizioni, le "sue aspirazioni consce e inconsce" i "suoi fallimenti" e i "suoi vizi". A chi le chiede se si sente più artista camerunese o ivoriana risponde: "Africana, molto semplicemente".
Lavorare e vivere in Africa, arricchirsi della mescolanza delle culture e delle arti, questo il credo della "signora del teatro africano". In Italia è stato tradotto solo uno dei suoi romanzi: "Orfeo africano" - edizioni L'Harmattan-Italia, Torino.



Performance, Village Ki-Yi.
Photograph by Barnus Gbekidé. Workshops for "Sogolon": proposals for set design, with Nsèrel Njock as Sogolon and Pap Gnepo as the Emperor Sunjata, along with the puppets.        Source: Werewere Liking via Michelle Mielly.

 

 


Parola-Azione in Werewere Liking

da uno studio di Sara Tagliacozzo

Revisione e iniziazione sembrano dunque essere i poli intorno a cui si costruisce la parola postcoloniale, una parola che si definisce attraverso il duplice movimento verso il passato e verso il presente, in una continua oscillazione fra decostruzione e rifondazione. È almeno questo il movimento che caratterizza l’opera di Werewere Liking, scrittrice camerunense autrice di tre “canti-romanzi” negli anni Ottanta (Orphée-dafric, pubblicato da L’Harmattan, Parigi, nel 1981, Elle sera de jaspe et de corail; journal d’une misovire, pubblicato nel 1983 sempre da L’Harmattan, Parigi, e L’amour-cent-vies, edito da Publisud nel 1988) e fondatrice del Villaggio di artisti Ki-Yi ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Non a caso, parlando della propria scrittura, Werewere Liking usa il termine “scrittura riflessiva”(9). Liking sintetizza con questa espressione una ricerca che affronta criticamente il rapporto fra testo e contesto e che si interroga, dispiegandosi sui differenti livelli formale e contenutistico, sulle condizioni di produzione della parola stessa, sulle modalità della sua espressione, sulle tradizioni di riferimento e sul patrimonio simbolico a disposizione. Per semplificare, si può parlare di un processo creativo che opera a due livelli, verso la creazione di un campo letterario (10) nuovo, e verso una ricerca di modelli identitari liberi dalla cosiddetta “ragione etnologica” (11), ovvero da una logica identitaria di tipo essenzialista, propria del discorso coloniale. Infatti, se da un lato Liking si adopera in un’originale ricerca formale, stravolgendo le distinzioni fra i generi letterari, giocando con registri linguistici differenti, rifiutando la punteggiatura, coniando nuove parole, alternando versi e prosa ed utilizzando stilemi ricalcati dall’orature(12), dall’altro non smette di interrogarsi sulle condizioni di degrado culturale e politico dell’Africa, e di elaborare un progetto di rinnovamento spirituale e culturale. Il suo è un progetto culturale in cui riflessione estetica, riflessione filosofica e impegno politico sono strettamente intrecciati a formare un complesso sistema teorico che si rivela gradatamente al lettore.
Le opere di Werewere Liking sono caratterizzate da uno schema narrativo fisso: una situazione di crisi esistenziale e/o socio-culturale che investe il protagonista si risolve in una riconciliazione o in una rinascita in seguito al superamento di un rito di iniziazione. Se da un punto di vista formale ciò che caratterizza queste opere unificandole è una commistione di generi, di modi narrativi e di registri linguistici che stravolge ogni regola compositiva, per quanto riguarda la materia, esse risultano molto diverse l’una dall’altra: Orphée-dafric è un adattamento del mito di Orfeo al contesto africano, Elle sera de jaspe et de corail è un “protodiario” filosofico, un diario in costruzione, mentre L’amour-cent-vies è un particolare romanzo di formazione. Tuttavia, vi è un filo rosso che lega le opere di Liking. Si può notare infatti come, dal primo al terzo romanzo, vi sia un elemento intorno a cui si organizza la narrazione; un elemento che, usato semplicemente come materiale narrativo nel primo romanzo, diventa, nel secondo, oggetto di una riflessione teorica e infine, nel terzo, struttura stessa della rappresentazione. L’elemento in questione è il rituale d’iniziazione. In Orphée-dafric Liking mette semplicemente in scena, utilizzando un rito bassa, il percorso di iniziazione di Orfeo; in Elle sera de jaspe et de corail la scrittrice sviluppa le linee programmatiche di un intervento culturale di rinnovamento dell’Africa in cui il rituale di iniziazione è l’elemento cardine; infine, ne L’amour-cent-vies, il rituale di iniziazione diventa l’impalcatura teorica e il principio strutturale dell’intera narrazione.


 

Selezione di Scritti di Werewere Liking


a cura di Michelle Mielly

 


Theater

"La Queue du Diable" in Du rituel à la scène. Paris: Nizet, 1979.
La puissance de Um. Abidjan: Ceda, 1979.
Une Nouvelle Terre, suivi de Du Sommeil d'Injuste. Dakar: N.E.A., 1980.
"Les mains veulent dire" in Spectacles rituels. Dakar: N.E.A., 1987.
Singuè Mura. Abidjan: Eyo Ki-Yi Editions, 1990.
Un Touareg s'est marié à une Pygmée. Bruxelles: Lansman, 1992.
La veuve Dylemme. Trans. The Widow Dylemma by Judith G. Miller in Plays by Women Book II. Françoise Kourilsky and Catherine Temerson, Eds. New York: Ubu Repertory Theater publications: 1994.
The Power of Um and A New Earth. Trans. Siga Asanga, Jeanne N. Dingome, Innocent Futcha, Nalova P. Lyonga. Bethesda, MD: International Scholars Publications, 1996.

 

Poetry

On ne raisonne pas le venin. Paris: Editions Saint-Germain-des-Prés, 1977.

 

Novels

A la rencontre de . . . Dakar: N.E.A., 1980.
Orphée Dafric. Paris: L'Harmattan, 1981.
Elle sera de Jaspe et de Corail: Journal d'une misovire. Paris: L'Harmattan, 1983.
L'amour cent-vies. Paris: Publi-Sud, 1988
It Shall be of Jasper and Coral. Love-Across-a-Hundred-Lives: Two novels by Werewere Liking. Trans. Marjolijn de Jaeger, preface by Irène Assiba d'Almeida. Charlottesville: UP of Virginia, 2000.
"Mères Naja et Tantes Roz". Unpublished novel, 2001.

 

Tales

Liboy Li Nkundung. With Marie-José Hourantier. Issy les Moulieaux: Les classiques africains, 1982.
Contes d'Initiation féminine du pays bassa (Cameroun). Nguessi Ngonda. Nso Ngond. With Marie-José Hourantier. Issy les Moulineaux: Les Classiques Africains, 1982.

 

Essays

Du rituel à la scène chez le Bassa du Cameroun. With Jacques Scherer and Marie-José Hourantier. Paris: Nizet, 1979.
Une vision de Kaïdara. Abidjan: N.E.A., 1984.
Statues colons. Abidjan: N.E.A., 1987.
Marionnettes du Mali. Abidjan: N.E.A., 1987.
"Théâtre de recherche et professionalisme théâtral en Côte d'Ivoire: L'exemple du Ki-Yi Mbock Théâtre." Proceedings of the Fifth International Janheinz Jahn Symposium on Theatre in Africa. Göttingen: Verlagbuchhandlung Ramaswamy, 1992.
"Enseignement Ki-Yi Mbock: L'ultime savoir de l'univers. Ntorol Tchorot." Unpublished essay, 2001.

 

Interviews

Liking, Werewere. "La femme par qui le scandale arrive." With Sennen Andriamirado. Jeune Afrique 1172 (22 June 1983): 68-70.
---. "A la rencontre de . . .Werewere Liking." With Bernard Magnier. Notre Librairie 79 (1985): 17-21.
---. "Werewere Liking: Creatice, prolifique et novatrice." With David Nadchi Tagne. Notre Librairie 99 (1989): 194-96.
---. "Le 'vivre vrai' de Werewere Liking. With Christine Pillot. Notre Librairie, Special edition, Théâtre, Théâtres 102 (Jul.-Aug. 1990): 54-60.
---. "Wèrèwèrè Liking at the Villa Ki-Yi." With Peter Hawkins. Trans. Peter Hawkins. African Affairs 90 (1991): 207-222.
---. "Werewere Liking: Chaque femme, à son niveau, peut changer la face de l'Afrique . . ." With Yvonne Monkam. Amina 371: Mar. 2001.

 

Lectures/Speeches

Liking, Werewere. Address. "Séance plénière avec les dramaturges ivoiriens Werewere Liking et Zadi Zaourou". CIEF Congress (Conseil International des Études Francophones) Abidjan, 30 May 2002.








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