FRATEL LUIGI ANDREA BORDINO :
l'infermiere dei poveri
a cura di Michele Salcito
DALLA CITTA’ DELLA SOFFERENZA
ALLA GERUSALEMME CELESTE
Sintesi della vita del Venerabile
Fratel Luigi Andrea Bordino (1922-1977)
dei Fratelli di San G.B. Cottolengo
A cura di Michele Salcito,
autore della biografia “L’infermiere
dei poveri” (Editrice Effatà, 2007)
Fratel Luigi, al secolo Andrea
Bordino, nasce a Castellinaldo (Cuneo) il 12 agosto 1922 da una numerosa
famiglia di contadini e cresce in un ambiente molto religioso.
Trascorre la sua adolescenza come
tutti gli altri ragazzi del paese. Spesso, poi, aiuta il padre nel lavoro delle
vigne.
Frequenta assiduamente la
parrocchia.
Quando ha ancora soli 19 anni viene
nominato presidente del gruppo locale di Azione Cattolica.
Nel gennaio del 1942 è arruolato
nella artiglieria alpina della Cuneense e dopo pochi mesi parte insieme al
fratello per quella assurda Campagna di Russia, durante la quale, un anno dopo,
viene fatto prigioniero.
Ridotto ad una “larva umana” vede
sotto i suoi occhi morire tanti commilitoni.
In Russia compie già la sua scelta
per Dio e, senza avere il timore di essere preso in giro o di essere emarginato
dagli altri, nei momenti opportuni, testimonia la sua fede con gesti di Carità.
Con la fine della guerra i due
fratelli rientrano in Italia nell’ottobre 1945 e fanno costruire un pilone
dedicato alla Consolata, proprio vicino a casa loro.
La terribile esperienza della guerra
e di violenze inaudite, segnano in modo indelebile la personalità di Andrea che
si avvicina sempre più alla preghiera.
Egli non è più come prima. Deve
fare qualcosa per gli altri e pian piano ecco che matura la sua vocazione alla
carità e sceglie di diventare un laico consa-crato impe-gnato ad assistere i
malati e i poveri.
Nel luglio 1946 entra nei Fratelli
della Piccola Casa della Divina Provvidenza, il Cottolengo di Torino, fondato
nel 1832 da San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che ospita ancora oggi persone
affette dalle più disparate malattie e disabilità fisiche e psichiche.
Due anni dopo emette la prima
professione religiosa con il nome di Fratel Luigi della Consolata in onore della
Madonna e per ricordare un suo confratello prematuramente scomparso.
Frequenta un corso infermieristico
con grande profitto e, dopo un tirocinio all’Ospedale Maria Vittoria, comincia a
lavorare nel reparto chirurgico e nella sala operatoria del Cottolengo.
Si dimostra un infermiere
eccezionale con competenze estese alle pratiche di anestesista.
L'umiltà è alla base della
sua competenza religiosa e professionale:
q
fugge la vanagloria
q
non cerca l'elogio delle suore, dei medici, né tanto meno dei suoi confratelli.
In sala operatoria, a volte, a causa
di controversie o per lo stress dovuto ad interventi di notevoli difficoltà, le
tensioni salgono alle stelle ma, all'arrivo di Fratel Luigi si sciolgono come
neve al sole.
Egli rivela di possedere
anche grandiosi doni dello Spirito Santo:
q
una predisposizione al consiglio ed al conforto,
q
una scienza "sapiente"
q
un intelletto invidiabile
q
una pietà veramente cristiana
La sua giornata è dedicata
pienamente all’attività infermieristica ma da religioso esemplare, quando può,
si ritira volentieri in preghiera e lo fa anche nel cortile dei Fratelli.
Il suo sostegno al sofferente non
manca mai, soprattutto nell'ora della prova.
Dove i medici fanno fatica a portare
consolazione ci va fratel Luigi. Per loro rappresenta il miglior ambasciatore da
inviare ai parenti di malati in fin di vita o appena spirati.
Dal 1959 al 1967 riceve dai suoi
confratelli cariche di responsabilità tra i Fratelli Cottolenghini e nella
direzione della stesso Ospedale Cottolengo.
Nel giugno 1975, sentendosi poco
bene si sottopone ad alcune analisi del sangue. La diagnosi è spietata: leucemia
mieloide, una malattia che lui conosce bene e il cui esito (a quel tempo) era
la morte.
Nonostante tutto, Fratel Luigi senza
disperarsi benedice continuamente la Provvidenza dicendo a tutti coloro che lo
vanno a trovare al suo letto d’ospedale “Facciamo la volontà di Dio” e poi, con
il sorriso sulle labbra aggiunge “Deo gratias”. Vanno a trovarlo confratelli,
suore, amici, sacerdoti, e tanti che promettono preghiere, ma lui risponde che è
giusto che sia fatto tutto come vuole la Divina Provvidenza; in pratica, ciò che
conta per il Venerabile non è più la vita o la morte ma piuttosto fare la
volontà di Dio
Nel gennaio del '77, con la massima
semplicità, riceve il Sacramento degli infermi. Il suo corpo è invaso da noduli
dolenti (tumori linfatici) che non lo lasciano riposare.
Dopo aver gestito per oltre due anni
la sua malattia come se fosse stata quella di un altro, il 25 agosto 1977 il suo
corpo non ce la fa più e chiude gli occhi santamente. Qualche ora dopo gli
vengono espiantate le cornee, il suo atto supremo di donazione, che vengono
trapiantate in due persone non vedenti.
Nell’aprile del 1997 i suoi resti
vengono traslati nella chiesa della Piccola Casa, a pochi metri da quelli del
Santo Fondatore. Dopo un processo di canonizzazione durato appena 10 anni, il
12 aprile 2003 viene dichiarato Venerabile.
Riflessioni sulla sua tomba
Quieto, vicino alla tua tomba
nel pensiero non ho parole.
Adorazione, mistero e tristezza profonda
come pioggia cadono nel mio cuore.
Ora sei nell’amore di Dio, che io sento
in tutto ciò che è estraneo al male.
Sei nel forte fischio del vento,
nel più piccolo atomo dell’energia vitale.
Hai solcato l’amore come fosse terra.
Con la fede hai bruciato l’erba cattiva.
Povertà, castità ed obbedienza nella tua
serra
ove l’acqua era la più fertile, la più
viva.
Al tuo messaggio universale
donerei l’anima mia,
per bruciare le ali del male,
per vincere la mia malinconia.
Non è un gioco d’azzardo.
C’è, ma bisogna guadagnarselo il Paradiso.
Allor, nell’incertezza volgo lo sguardo
verso te e vedo il tuo sorriso.
Fonte :
Per chi volesse approfondire la figura del
Venerabile è possibile ricevere il semestrale “Fratel Luigi è una proposta” od
altro materiale contattando la Postulazione Causa Fratel Luigi che è in Via
Cottolengo 14 – 10152 Torino (tel. 011 5225111).
Per la biografia “L’infermiere dei poveri” rivolgersi all’Editrice Effatà: Via Tre Denti 1 – 10060 Cantalupa (To) – Tel. 0121-353452 - www.effata.it
E’ possibile scrivere all’autore:
misalci@tin.it
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