Don GIOVANNI BERTELLA
(1931-2005)
il Parroco della gioia
Giovanni
Bertella nacque il 16 maggio 1931 a Minori, in Costiera Amalfitana in provincia
di Salerno, in una famiglia cristiana povera, numerosa e modesta ma timorata di Dio. Fin
da bambino aveva desiderato di diventare sacerdote. All'età di undici anni il 12
maggio 1940 ricevette la prima Comunione nella Basilica di Santa Trofimena a
Minori. Giovanni Bertella frequenta l'Azione Cattolica e nel 1944 entra nel
Seminario arcivescovile di Amalfi. In quel periodo di studi e riflessione si
legge nel suo Diario Spirituale : " ...Se voglio essere perfetto, debbo
essere veramente umile, riconoscere che Iddio è il tutto ed io niente, essere
umile per dare gloria a Dio... non devo ricercare l'amore di me stesso, ma
l'amore di Dio... sono da Dio, dono di Dio, sono per Dio...".
Il 29
giugno del 1955 Giovanni Bertella fu consacrato Sacerdote nella Cattedrale di
Amalfi dall'Arcivescovo Mons. Angelo Rossini. L'8 dicembre fu nominato parroco
di S. Michele a Torre di Minori. Così si rivolge ai suoi parrocchiani in una
delle sue prime omelie : "...Come quell'artista così io vorrei fare di voi
dei capolavori di bellezza, parlo di quella bellezza spirituale che dà al volto
una soavità e una grazia che nessun trucco può mai realizzare. Ma come quell'artista
io vi dovrei parlare della Madonna, dovrei farvela conoscere miei carissimi
fratelli e sorelle, perché soltanto la conoscenza di Lei, del suo grande amore
che ha per noi, infiammerebbe il nostro cuore delle più sante e più nobili
aspirazioni...".
Il 30
ottobre del 1966 Mons. Angelo Raimondo Verardo lo nominò parroco di S. Pietro
Apostolo in Cetara, un piccolo borgo marinaro della Costiera Amalfitana. Don
Giovanni Bertella scrive a riguardo nel suo diario :"... Per Cetara voglio
essere un prete che sa pregare, che sa predicare, che sa suonare, che sa essere
gioviale con tutti, che visiti gli ammalati...".
La sua
costante dedizione e la sua particolare cura alla liturgia delle celebrazioni
eucaristiche, la sua passione per la musica sacra ed il canto hanno
caratterizzato prevalentemente la sua attività sacerdotale. La sua opera
pastorale si distingue per la sua attenzione al cammino proposto dal Concilio
Vaticano II, allo sviluppo del laicato cattolico, nell'apertura alla vita civile
e sociale, nella cura della crescita spirituale di tanti ragazzi.
Mons.
Beniamino Depalma, Vescovo di Nola, così parlò di lui durante i festeggiamenti
nel 2005 del suo 50° di sacerdozio :"... Questo hai cercato di testimoniare
sempre: amare la vita conservando e curando uno stile semplice e giovanile;
amare la vita nei fratelli attraverso il servizio ai tanti laici che ti
conoscono e ti stimano; amare la vita nei confratelli che incontri con
disponibilità e fraternità; amare la vita nel servizio ecclesiale, che hai
curato con vera dedizione e coerenza...".
Una
neoplasia al colon destro con metastasi al fegato individuata agli inizi del
2005 lo condurrà in pochi mesi alla fine, avvenuta Mercoledi 12 ottobre 2005.
Mons.
Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi - Cava de' Tirreni così disse di don
Giovanni Bertella nella sua Omelia di commiato :"... Don Giovanni ha amato molto
la sua comunità di Cetara. Era diventata la sua casa, la sua vita, la sua
famiglia. Conosceva tutti e si sentiva legato affettivamente e spiritualmente a
tutti... Grazie per la tua vita di uomo umile, affabile, dolce e rispettoso.
Grazie per la tua fede limpida, stabile e salda. Grazie per il tuo 'si' generoso
al Signore che ha arrecato tanto bene al nostro territorio ed ha onorato la
nostra Chiesa... Grazie per il tuo sorriso di fanciullo, l'allegria e la
serenità che sapevi trasmettere con la tua fisarmonica e il tuo parlare brioso.
Grazie per il tuo impegno per rendere belle le chiese e armoniose le liturgie
con il canto... Grazie... Grazie...".
Don
Gioacchino Lanzillo, che ha avuto in suo zio don Giovanni Bertella una splendida
e feconda guida spirituale, ha scritto a riguardo :"...Caro don Giovanni, con il
tuo stile di vita ci hai insegnato che la vera umiltà è abitare negli altri,
sapendo spegnere il dolore delle contese, delle invidie e delle sofferenze, per
farlo rifiorire in amore... Don Giovanni, rispondi alla nostra domanda: dove
abita la gioia? Tu lo sai, ricordacelo!... ".
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