SANTA
MARIA GORETTI
Santa Maria Goretti Vergine e
martire
6 luglio - Memoria Facoltativa
Corinaldo (Ancona), 1890 - Nettuno,
Roma, 6 luglio 1902
Maria emigrò con la famiglia a ferriere di Conca
(Latina) dove ancora dodicenne, vittima di una crudele aggressione, preferì
morire piuttosto che perdere la sua verginità. Fu canonizzata da Pio XII nel
1950, presente il suo aggressore al quale prima di spirare aveva perdonato.
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Emblema: Palma
Maria Teresa Goretti, o Marietta,
come la chiamavano familiarmente i parenti, non è la sola fanciulla che ha
preferito soccombere pur di non cedere alle insidie di un esagitato. Quasi
quotidianamente la cronaca riferisce fatti di violenza esercitata su inermi
ragazze. Il motivo di fondo per cui la Chiesa ha voluto additarci l'esempio di
questa santa dodicenne non è solo la difesa ad oltranza di una virtù come la
purezza, ma tutta la sua vita esemplare, la netta scelta non in ragione
dell'onore ma del comandamento divino: "No, no, Dio non vuole; è peccato!",
gridò al diciottenne Alessandro Serenelli, che cercava di usarle violenza.
La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo, in provincia di Ancona, spinta dalla necessità era emigrata nell'inospitale Agro Pontino, in località Ferriere di Conca, a dieci chilometri da Nettuno, verso la fine del secolo scorso. La famigliola, abituata al duro lavoro dei campi, si adattò alla meglio in un vecchio casolare e mentre papà e mamma si recavano nei campi, Maria badava ai quattro fratelli più piccoli di lei. Aveva soltanto dieci anni quando le morì il padre, stroncato dalla malaria. Così mamma Assunta, per poter raggranellare il necessario per vivere, usciva tutto il giorno al lavoro e Maria, che non aveva potuto frequentare le scuole che saltuariamente, ora dovette rinunciarvi del tutto. Accudiva alla casa e ai fratelli e quando poteva correva alla lontana chiesa per il catechismo; così, a dodici anni, in una domenica di maggio, poté fare la prima comunione.
Era una ragazza molto sviluppata, per la sua età, e perciò attirò l'"attenzione" di Alessandro Serenelli, un inquieto giovanotto. Le sue provocazioni vennero energicamente respinte. Ma Alessandro non desistette. Una mattina, quando mamma Assunta partì per i campi, lasciando sola in casa Maria con la sorellina più piccola (che più tardi si fece suora tra le Francescane missionarie dell'Immacolata), dopo l'ennesimo rifiuto della ragazza, la colpì ripetutamente con un punteruolo. Trasportata all'ospedale di Nettuno, morì il giorno dopo, pronunciando parole di perdono per l'assassino: "Per amore di Gesù gli perdono e voglio che venga con me in paradiso". Era il 6 luglio 1902.
Condannato ai lavori forzati, Alessandro Serenelli ottenne il condono dopo 27 anni per buona condotta. Nel 1910 egli disse di aver avuto una visione della piccola martire e da quel momento la sua vita mutò. La madre e i fratelli poterono assistere nel 1950 alla solenne canonizzazione di Marietta, la giovanetta che non si lasciò contaminare dalla malaria del peccato.
La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo, in provincia di Ancona, spinta dalla necessità era emigrata nell'inospitale Agro Pontino, in località Ferriere di Conca, a dieci chilometri da Nettuno, verso la fine del secolo scorso. La famigliola, abituata al duro lavoro dei campi, si adattò alla meglio in un vecchio casolare e mentre papà e mamma si recavano nei campi, Maria badava ai quattro fratelli più piccoli di lei. Aveva soltanto dieci anni quando le morì il padre, stroncato dalla malaria. Così mamma Assunta, per poter raggranellare il necessario per vivere, usciva tutto il giorno al lavoro e Maria, che non aveva potuto frequentare le scuole che saltuariamente, ora dovette rinunciarvi del tutto. Accudiva alla casa e ai fratelli e quando poteva correva alla lontana chiesa per il catechismo; così, a dodici anni, in una domenica di maggio, poté fare la prima comunione.
Era una ragazza molto sviluppata, per la sua età, e perciò attirò l'"attenzione" di Alessandro Serenelli, un inquieto giovanotto. Le sue provocazioni vennero energicamente respinte. Ma Alessandro non desistette. Una mattina, quando mamma Assunta partì per i campi, lasciando sola in casa Maria con la sorellina più piccola (che più tardi si fece suora tra le Francescane missionarie dell'Immacolata), dopo l'ennesimo rifiuto della ragazza, la colpì ripetutamente con un punteruolo. Trasportata all'ospedale di Nettuno, morì il giorno dopo, pronunciando parole di perdono per l'assassino: "Per amore di Gesù gli perdono e voglio che venga con me in paradiso". Era il 6 luglio 1902.
Condannato ai lavori forzati, Alessandro Serenelli ottenne il condono dopo 27 anni per buona condotta. Nel 1910 egli disse di aver avuto una visione della piccola martire e da quel momento la sua vita mutò. La madre e i fratelli poterono assistere nel 1950 alla solenne canonizzazione di Marietta, la giovanetta che non si lasciò contaminare dalla malaria del peccato.
( FONTE :
www.lalode.com )
Fonte testo e foto :
http://www.santiebeati.it ;
www.santamariagoretti.it
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