GUGLIELMO GIAQUINTA
fondatore del Movimento Pro
Sanctitate
Mons. Guglielmo Giaquinta
Vescovo
Fondatore del Movimento Pro Sanctitate
"...La
vocazione universale alla santità nasce con il messaggio di Cristo che viene
inviato a tutti attraverso gli Apostoli. Cristo infatti ha il suo messaggio da
annunciare al mondo, lo presenta in terra di Palestina e poi dice agli Apostoli:
Andate e annunciate a tutte le genti (Mt 28,19). In quel momento si manifesta la
chiamata universale alla santità da parte di Dio e nasce il compito della
Chiesa...". Mons. Guglielmo Giaquinta
Guglielmo Giaquinta nasce a Noto (SR) il
28 giugno 1914.
Compie gli studi nel Seminario Romano Minore e in quello Maggiore, e' ordinato sacerdote il 18 marzo 1939.
Viceparroco, a Roma, della Parrocchia Madonna dei Monti e rettore della Chiesa Madonna di Loreto, riscopre, nella contemplazione e nella riflessione teologica, la chiamata alla santita' come vocazione fondamentale dell'uomo.
Compie gli studi nel Seminario Romano Minore e in quello Maggiore, e' ordinato sacerdote il 18 marzo 1939.
Viceparroco, a Roma, della Parrocchia Madonna dei Monti e rettore della Chiesa Madonna di Loreto, riscopre, nella contemplazione e nella riflessione teologica, la chiamata alla santita' come vocazione fondamentale dell'uomo.
Si dedica alla predicazione di esercizi spintuali,
ritiri, conferenze e soprattutto alla direzione spirituale.
Nascono attorno a lui un gruppo di laiche consacrate, le Oblate Apostoliche, e il Movimento Pro Sanctitate, per evangelizzare la santita'.
Impegnato in diversi settori del Vicariato di Roma, continua la sua azione di maestro di spirito e l'attivita' di scrittore e teologo della spiritualita'.
Nascono attorno a lui un gruppo di laiche consacrate, le Oblate Apostoliche, e il Movimento Pro Sanctitate, per evangelizzare la santita'.
Impegnato in diversi settori del Vicariato di Roma, continua la sua azione di maestro di spirito e l'attivita' di scrittore e teologo della spiritualita'.
Ordinato Vescovo il primo novembre 1968,
svolge il suo ministero di pastore nella diocesi di Tivoli.
Mons. Guglielmo Giaquinta ha trascorso gli ultimi anni nella dedizione totale alle opere fondate per volonta' del Signore: la tenerezza del Volto del Padre, da lui tanto amato, traspariva nella sua vita tutta protesa all'incontro definitivo con Dio Amore.
Mons. Guglielmo Giaquinta ha trascorso gli ultimi anni nella dedizione totale alle opere fondate per volonta' del Signore: la tenerezza del Volto del Padre, da lui tanto amato, traspariva nella sua vita tutta protesa all'incontro definitivo con Dio Amore.
Il 15 giugno 1994 a Roma la sua offerta per
la santita' dei fratelli si e' consumata nella piena adesione all'adorabile
volonta' di Dio.
Padre nello Spirito
Per
dare consistenza ed operatività agli ideali di vita così fortemente sentiti e
vissuti, come la vocazione universale alla santità, la fraternità sociale, la
spiritualità sacerdotale del Cenacolo, Monsignor Giaquinta ha fondato nel
corso degli anni la famiglia apostolica Pro Sanctitate, articolata all'interno
in varie strutture, conosciuta anche sotto il nome dì Massimalismo Apostolico.
Il nome - Massimalismo Apostolico - fa riferimento
ad una duplice dimensione: alla contem-plazione dell'amore infinito
"massimalista" di Dio, rivelato in Gesù Cristo, e all'impegno di tutti gli
uomini a rispondere a questo amore divino così largamente effuso nel cuore
umano.
Il Fondatore non si limitò a pensare le grandi
'"utopie" della santità e della fraternità universali, poiché le sentiva
fortemente e le accoglieva come dono di Dio, come "carisma"; ne fece progetti
di vita, proposte esistenziali che furono seguite da tanti figli e figlie
spirituali che accettarono con cuore aperto e disponibile il Padre e il
carisma, la sua profezia e i suoi programmi apostolici.
Non è possibile naturalmente raccogliere in un
breve scritto che cosa sia stato il Fondatore in più di quaranta anni di
fondazione.
Ma occorre almeno accennare ad alcuni tratti di
Mons. Giaquinta come Fondatore. Innanzitutto fu fedele custode del carisma, lo
serviva non come cosa sua, ma come dono di Dio e non permise mai che ci
fossero cambiamenti, accomodamenti, svisamenti, anche quando questo avrebbe
potuto dare risultati più immediati e concreti all'apostolato Pro Sanctitate.
Altra caratteristica è stata la sua capacità di
vivere accanto ad ogni parte della famiglia del Massimalismo Apostolico
secondo le finalità specifiche di ciascuna. Lo abbiamo visto suscitare ed
accompagnare i progetti degli Animatori Sociali e della Fraternità sociale,
sempre attento e profeti-co nelle sue intuizioni.
Esortava gli Animatori Sociali ad essere presenti
nella società, ad intervenire e ad operare in tutte le strutture. Prevedeva
per loro la possibilità di incidere anche a livelli legislativi e politici o
della cultura; li richiamava ad impegni concreti, e seguì con paterna
sollecitudine l'esperienza che per alcuni anni gli Animatori fecero a Roma nel
carcere di Rebibbia e in altri luoghi.
La pupilla dei suoi occhi sono stati la Corrente
del Cenacolo e i Sacerdoti Sodales. Con loro desiderò condividere la
spiritualità sacerdotale, insegnò e testimoniò una profonda unità con il Papa
e con il Vescovo. Non cessava di ripetere che solo sacerdoti santi sono in
grado di animare e suscitare comunità ecclesiali sante. Fino all'ultimo
momento della sua vita si è preoccupato di vedere benedetta e consolidata la
sua fondazione sacerdotale dall'approvazione ecclesiastica. E Dio lo ha
esaudito: pochi minuti prima della sua morte, le Costituzioni dei Sodales sono
state protocollate presso il Vicariato di Roma; l'approvazione è pervenuta il
6 giugno dell'anno seguente (1995).
Con affetto particolare è stato Padre fermo,
generoso, per le Oblate Apostoliche, che egli definiva
la struttura forte e generatrice
delle altre nella preghiera e con
l'impegno apostolico; e per il Movimento su cui contava per la diffusione del
suo ideale più caro, la vocazione universale alla santità. Riservava per
questa realtà le ioni più profonde nella formazione; spesso, soprattutto negli
ultimi anni, riversava l'abbondanza e le primizie della sua esperienza
spirituale toccava vertici di altissima spiritualità e contemplazione.
Era esigente della santità dei suoi figli, ma
questo nasceva dalla volontà di vedere accolto l'amore di un Dio geloso che
richiede alle sue creature purezza di cuore, di mente, di intenti.
Seguiva tutti e ciascuno con attenzione personale
non fatta di molte parole, ma di preghiera gesti di accoglienza; dal contatto
con lui ci si va rassicurati e si ritornava con la certezza sere stati
orientati alla luce e nella verità di Dio.
da L’apostolo della santità, Maria
Mazzei, ed. Pro Sanctitate, 2003
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