lunedì 5 agosto 2019

GIORGIO LA PIRA : un Sindaco Santo, di Filippo Arpaia



GIORGIO LA PIRA : un Sindaco Santo
di Filippo Arpaia

             


Quando l’ansia della vita quotidiana ti deprime più del solito, dovresti rivolgere il tuo pensiero a “Giorgio La Pira”, egli ha fatto dono a tutti noi della sua vita, dedicata alla pace universale: è stato amico dei poveri, incoraggiamento per gli ammalati, sostegno per tutti i lavoratori che ha difeso con coraggio contro ogni ingiustizia.
Nasce a Pozzallo, in provincia di Ragusa , il 4 gennaio 1904 e muore a Firenze nel 1977; giurista, fu sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1966. Si distinse per l'impegno pacifista.
Chi era Giorgio La Pira e cos'era Firenze quando La Pira lasciò Roma per tornare nel capoluogo toscano, dove aveva già vissuto un'esperienza antifascista?
Aveva scritto:"Non avevo mai capito cosa fosse la disoccupazione. Ci passa accanto e non te ne accorgi." Lo scoprirà a sue spese, divenuto sindaco di Firenze. Erano gli anni della ricostruzione economica e della divisione politica e sindacale del paese. Firenze, ferita atrocemente dalla guerra, aveva attraversato un momento di grande fervore politico ed economico. Le ferite si andavano rimarginando, le fabbriche si ricostruivano, ma le divisioni si accentuavano nel clima gelato dalla guerra fredda che impregnerà anche i primi due anni dell'amministrazione. Le forti tensioni politiche alimentavano la spaccatura del paese in blocchi aspramente contrapposti. Così fu anche a Firenze. Forse furono queste le motivazioni che lo spinsero ad affrontare con decisione i licenziamenti decretati in alcuni grossi complessi industriali e ad impegnarsi per riavvicinare i settori della società fino ad allora in aspra contesa politica. Iniziarono così ancora in tempo di guerra fredda, gli anni fecondi dei convegni per la pace e la civiltà cristiana, gli incontri fra i sindaci delle capitali del mondo e, successivamente, i colloqui del Mediterraneo. Giovanni XXIII intanto apriva nella Chiesa un capitolo nuovo che La Pira coglierà, dopo averlo in qualche modo annunciato per primo. Sono gli anni del dialogo e del Vietnam. La Pira non fu un profeta disarmato, fu un uomo d'azione, con disegni ben precisi; fu un uomo dentro le questioni del nostro tempo.
Ho avuto sempre ammirazione per lui, è stato per me un modello da seguire, un padre spirituale, cioè da quando fu sindaco di Firenze e prima ancora da deputato ed autore insieme ad altri della nostra Costituzione. Ricordo quando si è incontrato con Krusciov; quando ha abbracciato Ho Chi Minh e ha scrcritto a J.F. Kennedy ; quando ha preteso di vedere uniti assieme nello stesso giorno Arabi e Israeliani, con non poco imbarazzo da parte degli stessi convenuti. Uomini umili come lui e con una fede cristiana così forte non ne ho più visti. Tutti ci siamo accorti della sua esistenza e questo mi riempie di gioia. Il Cardinale Carlo Maria Martini, molti anni fa espresse parole di lode per questo umile servo di Cristo, che oggi tutti vogliamo santo. Quando è accaduto è prodigioso, pensate che a prendere le parti di La Pira è il successore di San Carlo Borromeo, cioè di un santo che se analizziamo bene le opere, tanto gli somiglia: perché come lui ha vissuto lottando per i poveri, gli ammalati e contro le ingiustizie dei potenti del tempo. La Pira ha abitato a Firenze nel Convento di San Marco con i Frati Domenicani, cioè in quel Convento in cui, molti secoli prima, abitò Giacomo Savonarola. Che cosa dovranno appurare i giudici per la sua causa di santificazione? La Pira visse una vita colma di virtù: Fede, Speranza e Carità sono state la “sua” pratica quotidiana. Molti ricorderanno i suoi interventi a favore dei disoccupati quand’era Sindaco di Firenze:” non cederò mai, dovranno passare sul mio cadavere”. Telegrafa a Roma:”cambiate la legge, io non posso cambiare il Vangelo”. Quelle fabbriche che volevano chiudere ripresero a marciare e il futuro gli ha dato ragione.
Nel 1951 scrive a Stalin invitandolo a diventare uomo di pace. Mentre al Sindaco di Pechino dice: “la Repubblica di Firenze riconosce la Cina”.
Il suo obiettivo fu quello di smantellare l’ateismo con le armi della Fede. L’aneddoto più divertente che si racconta si riferisce alla sua visita a Nikita Krusciov il 14 Agosto del 1959. Un macchinone nero lo prelevò all’aereoporto di Mosca e lo accompagnò in albergo: “va bene domani l’incontro col capo dello Stato? - ” No!! Domani è l’Assunta c’è la S.Messa, la visita al Santuario di Zogorks”. - Dopodomani? “no è Domenica c’è la S.Messa…... - I funzionari russi sono sbigottiti! - Lunedì mattina il Professore La Pira si perde per Mosca e arriva con due ore di ritardo al Cremino per l’appuntamento. Quando è da vanti a Krusciov lo sbalordisce: “siamo due, anzi quattro, ci sono anche i nostri angeli custodi”, “no anzi siamo centomila perché sono presenti centomila suore, anzi duecentomila, perché ci sono anche i loro angeli custodi”. Nei giorni del declino Krusciov chiederà sue notizie. Se il Professore fosse stato più ascoltato, milioni di morti si sarebbero potuti risparmiare, purtroppo molte sue iniziative furono boicottate. Quelli che lo avversarono in vita si sono ricreduti e pregano per la sua santificazione. Con un suo messaggio scritto del 1963, ha lasciato questa profezia:”siamo sul crinale apocalittico della storia, da una parte c’è la distruzione della Terra e dall’altra c’è la fioritura profetica di mille anni di Pace”.
Questo monito fu ricordato dal Cardinale Carlo Maria Martini ai giovani di Cernusco s/N durante l’incontro del 23 Novembre 1984, nell’auditorium Ado Moro.
Il sabato 5 Novembre 1977 muore a Firenze, nella Clinica delle Suore Inglesi di via Cherubini, “..nel sabato senza vespri che non conosce tramonti”.
Poco tempo prima aveva ricevuto una lettera autografa di Papa Paolo VI. Era stata per lui l’ultima grande gioia. Il sigillo finale della Chiesa da lui profondamente amata. Nella notte, nella stessa camera, viene celebrata la Santa Messa da Don Giuseppe Dossetti alla presenza dei familiari e degli amici più vicini.
Dal 6 al 7 Novembre, giorno dei funerali, la salma di La Pira è esposta alla Badia Fiorentina per la Messa di San Procolo e nella chiesa di San Marco. Una processione interminabile di cittadini, amici, personalità di ogni credo religioso o politico giunti da ogni parte d’Italia e, qualcuno anche dall’estero, rendono commosso omaggio a La Pira che, ormai, tutti definiscono come il “Sindaco Santo”.
Il corteo funebre, tra due fitte ali di folla, tocca i luoghi più significativi della vita di La Pira: la chiesa di San Marco, l’ Università degli Studi, dove il Rettore Prof. Ferroni, alla presenza di molti docenti, ricorda i suoi meriti di studioso e di docente. In Piazza della Signoria, sede del potere civile, avviene il passaggio della salma al corteo religioso composto da centinaia di Sacerdoti che la accompagnano a Santa Maria del Fiore, polo religioso della città, dove il Cardinale Giovanni Benelli celebra le esequie ed esalta l’ aspetto religioso nella vita di Giorgio La Pira.
La sua salma riposa nel cimitero fiorentino di Rifredi, meta di riflessione e di preghiera per molte persone.Una lampada, dono di ragazzi fiorentini, israeliani e palestinesi con la scritta “Pace, shalom, salam” illumina la sua tomba.






Fonte :  testo di Filippo Arpaia , sito web www.energoclub.it
Si comunica che in ARTCUREL/Forum l'autore Filippo Arpaia ha aperto una discussione sulla persona di Giorgio La Pira, chiunque è interessato può intervenire  http://artcurel.mastertopforum.com/viewtopic.php?t=64








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