PAPA GIOVANNI
XXIII
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a
Brusicco, frazione di Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre
1881, terzogenito di Giovanni Battista e di Marianna Mazzola.
Compì gli studi elementari sotto la
guida del sacerdote don Pietro Bolis e, nell’ottobre del 1883, entrò nel
Seminario Minore di Bergamo.
Nell’autunno del 1900, il vescovo di
Bergamo, monsignor Camillo Guindani, si interessò a lui e lo spinse a
frequentare il quadriennio di teologia alla prestigiosa scuola “Apollinare” di
Roma. A diciannove anni Angelo Roncalli frequentava il terzo corso di teologia,
cioè era già al penultimo anno, ma fino ai ventiquattro anni il diritto canonico
gli avrebbe impedito di essere ordinato sacerdote.
Ma Angelo aveva fatto i conti senza
pensare alla cartolina di leva, la quale, puntualmente, arrivò. La mattina del
30 novembre 1901 Angelo Roncalli, recluta dell’esercito di sua maestà il Re
d’Italia, varcò il portone della caserma Umberto I a Bergamo, ed entrò a far
parte del settantatreesimo reggimento fanteria, brigata Lombardia.
Durata della ferma: un anno. Per
sentirsi più sicuro fra i compagni di caserma, il futuro pontefice si era fatto
crescere un paio di baffi e, poco prima di congedarsi, ricevette la nomina a
sergente.
Terminato il servizio militare,
tornò all’Apollinare e agli studi con un entusiasmo rinnovato. L’11 aprile 1903
il cardinale Respighi, vicario di Papa Leone XIII, lo ordinò suddiacono, per poi
passare, il 18 dicembre, diacono.
Il 10 agosto 1904, Angelo Roncalli
fu ordinato sacerdote. Si compiva così il primo capitolo della sua vita: quello
che lo aveva visto lasciare il paese natale e l’amata città di Bergamo.
Alla morte di monsignor Guidani,
l’alto prelato bergamasco che era stato in qualche modo il protettore di Angelo
Roncalli, succedette al vescovato di Bergamo monsignor Radini Tedeschi, il quale
si portò con sé, come segretario, il giovane prete Roncalli: era il 9 aprile
1905. Ricoprì questo incarico fino alla morte del vescovo, avvenuta nel 1914,
poco tempo dopo la morte di Papa Pio X. Il 24 maggio 1915, a guerra già
iniziata, Angelo fu richiamato alle armi nel corpo della sanità.
Dopo qualche mese di servizio in un
paio di caserme dell’Italia settentrionale, fu promosso tenente cappellano e
destinato a Bergamo. Dopo la guerra gli fu affidato, in seminario, il compito di
direttore spirituale.
Per aiutare i giovani bisognosi,
decise di fondare, con i suoi risparmi, la “Casa dello Studente”, che venne
aperta nell’antico palazzo Marenzi, a Bergamo Alta. Fu la prima istituzione del
genere in Italia.
Don Angelo Roncalli si occupò anche
dell’organizzazione del primo Congresso Benedetto XV a Bergamo. Nel 1920 il
prefetto della Congregazione per la Propagazione della Fede, il cardinale Van
Rossum, chiese e ottenne dal vescovo di Bergamo il trasferimento di Don Angelo
Roncalli a Roma.
L’8 maggio 1921 fu nominato prelato
domestico di Sua Santità: gli si doveva, quindi, il titolo di monsignore.
Fu in quegli anni che Angelo
Roncalli, a quarant’anni compiuti, si trasformò in “viaggiatore di Dio”. Visitò
molti Paesi europei: Francia, Belgio, Germania, Olanda, Svizzera, Austria. Tutte
missioni delicate, per vincere le resistenze dei prelati legati ai vecchi
schemi.
Quindi monsignor Roncalli, nel 1925,
era pronto, secondo Papa Pio XI, per un nuovo e più impegnativo incarico:
visitatore apostolico. Per questo, il 19 marzo 1925, il cardinale Tacci,
segretario della Congregazione della Chiesa Orientale, lo consacrava vescovo di
Aeropoli, e la sua destinazione fu la Bulgaria.
Dopo quasi dieci anni trascorsi in
terra bulgara, Angelo Roncalli fu nominato, il 24 novembre 1934, delegato
apostolico in Turchia, raccomandando tolleranza e prudenza. Durante il suo
apostolato in terra turca muore, il 29 luglio 1935, papà Roncalli; poi il 20
febbraio 1939, si spegne mamma Marianna.
Il 10 febbraio dello stesso anno
muore Pio XI e, il 2 marzo, viene eletto Eugenio Pacelli, esaminatore in
teologia di Angelo Roncalli nel luglio 1904 e poi suo “ripetitore” di diritto
canonico all’Apollinare, con il nome di Papa Pio XII. Sarà il predecessore di
sua Santità Giovanni XXIII.
Durante la seconda guerra mondiale,
il delegato apostolico Roncalli, a Istanbul, continuava a raccogliere migliaia
di informazioni riguardanti i soldati scomparsi, fatti prigionieri o dispersi.
Si fa ascendere a venticinquemila il numero degli Ebrei concretamente aiutati
dal delegato apostolico in Turchia.
Il 28 agosto 1941 monsignor Roncalli
riceve improvvisamente dalla Santa Sede l’ordine di passare in Grecia. Il popolo
greco era disperato. All’invasione italiana era seguita l’invasione tedesca e si
era aggiunta ferocia alla violenza propria della guerra. Anche in Grecia Angelo
Roncalli dà prova della sua capacità di vivere due vite, la pubblica e la
privata, con la medesima intensità e naturalezza.
Il 6 dicembre 1944 ricevette un
telegramma con la nomina a Nunzio apostolico in Francia, dove, a Parigi tornata
libera dopo lo sbarco in Normandia, Charles De Gaulle ha assunto il comando del
governo provvisorio. Monsignor Roncalli ha sessantatrè anni.
A Parigi arrivò la mattina del 30
dicembre e, come sempre in vita sua, si accinse in letizia alla nuova fatica. I
francesi amarono Angelo Roncalli. Ebbe anche una parte, marginale ma non
secondaria, nella preparazione dell’incontro di Alcide De Gasperi con Bidault
alla vigilia della definizione del trattato di pace.
Nel 1947, per la prima volta nella
storia dell’Accademia di Francia, un Nunzio fu invitato alla nomina di un
“immortale”: Paul Claudel.
Il 12 gennaio 1953 diventa cardinale
stando a Parigi, perché è il presidente della Repubblica a imporgli la berretta.
Solo in un secondo tempo viene a Roma per ricevere il cappello cardinalizio
dalle mani del Papa.
Il 28 dicembre 1953 muore monsignor
Agostini, patriarca della Serenissima. Si sa già che Roncalli è destinato a
succedergli.
Una delle prime decisioni prese a
Venezia fu quella di ricevere quotidianamente, dalle 10 alle 13, chiunque
volesse parlargli, senza distinzioni. Il 10 agosto 1954, in grande semplicità,
il cardinale Roncalli celebrò nella parrocchia di Sotto il Monte i suoi
cinquanta anni di sacerdozio.
Il 9 ottobre
1958 PAPA PIO XII
muore; Roncalli è profondamente addolorato per la perdita del grande pontefice,
che aveva mantenuto alla Chiesa, durante la guerra, tutta la sua dignità. Tra i
suoi successori viene anche collocato il patriarca di Venezia: nessuno, o quasi,
crede che il successore di Pacelli possa essere lui.
Il Conclave, ossia la serie delle
sedute dalle quali sarebbe uscito il nuovo pontefice, ebbe inizio il 25 ottobre
1958. Dopo tre giorni di fumate nere, dal comignolo svettante sulla Sistina si
sprigionò una nuvoletta di fumo bianco.
Erano le 16,45 del 28 ottobre 1958.
Dopo un’ora il cardinale Canali,
protodiacono, appariva alle finestre della loggia detta di Paolo V e annunciava:
“Habemus Papam”. Poi si affacciò Giovanni XXIII.
Non solo Papa Giovanni non sarebbe
stato un pontefice di transizione, ma il suo nome sarebbe stato scritto fra
quelli dei “grandi” della Chiesa. Il 4 novembre 1958 Giovanni XXIII fu
solennemente incoronato in San Pietro.
La prima udienza della giornata del
Papa era riservata al segretario di Stato. Toccava poi ai cardinali, che però
potevano telefonargli anziché presentarsi di persona per esporgli i loro
problemi. Fra l’una e le due del pomeriggio, ora in cui di solito pranzava, Papa
Giovanni accordava qualche udienza privata. Molto rapidamente lo “stile Roncalli”
diventò una caratteristica del nuovo pontificato.
Nessun Papa aveva dato, in tutta la
lunga storia della Chiesa, quello che correntemente si chiama una “conferenza
stampa” Lo fece Papa Giovanni pochi giorni dopo la sua elezione, precisamente il
6 novembre 1958. I giornalisti ammessi nella sala Clementina, circa cinquecento,
provenivano da tutte le parti del mondo.
Secondo la tradizione, il nuovo
pontefice doveva uscire per la prima volta dalle mura vaticane per prendere
possesso, in qualità di vescovo di Roma, della sua cattedrale, la basilica di
San Giovanni in Laterano. Invece Papa Giovanni, infrangendo anche questa
consuetudine, visitò prima Castelgandolfo. E fu la prima delle centocinquanta
uscite che il Papa, innovatore anche in questo fra i pontefici di Santa Romana
Chiesa, compì dal Vaticano.
Il 25 dicembre 1958 radio e
televisione trasmisero in tutto il mondo la cronaca della visita del Papa
all’ospedale romano del Bambino Gesù. L’avvenimento era importante. Il giorno
dopo, Papa Giovanni decise di compiere una visita al carcere romano di Regina
Coeli. Erano esattamente ottantotto anni che un pontefice non si avvicinava ai
reclusi.
Dopo soli tre mesi di pontificato,
Giovanni XXIII annunciava il Concilio Vaticano II, per il quale furono necessari
quattro anni di preparazione e tre di celebrazione, giacchè venne chiuso da Papa
Paolo VI nel dicembre del 1965. All’apertura di questo Concilio parteciparono,
oltre a tutti i vescovi membri del collegio episcopale, anche i delegati di
confessioni cristiane non cattoliche e alcuni laici particolarmente
rappresentativi.
Dopo l’enciclica “Mater et Magistra”
del 15 luglio 1961, il 31 marzo 1963 Papa Giovanni annunciò di avere preparato
un “Concilio dal nome augurale e benedetto”. Era la “Pacem in Terris”, scritta
interamente a mano in italiano e affidata per la versione in lingua latina al
cardinale Bacci. Nessun altro documento pontificio s’era mai proiettato tanto in
avanti nel delineare il futuro del mondo.
La prima avvisaglia della malattia
che avrebbe accompagnato il Papa fino alla morte, si era avuta nel novembre del
1962, allorchè era stato colpito da un’emorragia. Fino al maggio del 1963,
tuttavia, quella roccia di antico contadino bergamasco tenne duro. Il 27 maggio
1963 le condizioni del Papa si aggravavano.
Alle 19,40 del 3 giugno 1963 Papa
Giovanni XXIII muore.
Il mondo piange la fine di un’epoca
memorabile di speranza e di pace: l’epoca di Giovanni XXIII, il Papa buono
Bibliografia: “Le grandi biografie” - Peruzzo editore.
“I Papi: storia e segreti” - Newton editore.
By: Ennio Dalmaggioni
& Francomputer
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Papa Giovanni XXIII :
Solo per oggi
Solo per oggi
crederò fermamente, nonostante le apparenze contrarie, che la
Provvidenza di Dio si occupi di me come se nessun altro esistesse al mondo.
Solo per oggi
cura del mio aspetto: non alzerò la voce, sarò cortese nei modi,
non criticherò nessuno, non pretenderò di migliorare nessuno tranne me stesso.
Solo per oggi
sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere
felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
Solo per oggi
mi adatterò alle circostanze senza pretendere che le circostanze
si adattino tutte ai miei desideri.
Solo per oggi
dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche buona lettura,
ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona
lettura alla vita dell'anima
Solo per oggi
compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi
mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino ma lo farò e
mi guarderò da due malanni: la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi
non avrò timori. Non avrò paura di godere di ciò che è bello e di
credere alla bontà.
POSSO BEN FARE, PER DODICI ORE,
CIÒ CHE MI SGOMENTEREI SE PENSASSI
DI DOVERLO FARE PER TUTTA LA VITA
CIÒ CHE MI SGOMENTEREI SE PENSASSI
DI DOVERLO FARE PER TUTTA LA VITA
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