CARLO URBANI : il sogno
realizzato di un medico "senza frontiere"
di Elisabetta Nardi e Egidio
Ridolfo s.j.
Carlo nasce a Castelplanio
(Ancona) il 9 ottobre del 1956 da Maria Concetta Scaglione e
Alberto Urbani. Dopo gli studi liceali a Jesi, si laurea in
Medicina nel 1981 ad Ancona.
Dopo la laurea in Medicina, Carlo
Urbani volle specializzarsi in malattie infettive e tropicali proprio perché
sentiva l'urgenza di prestare la sua opera nei paesi più poveri ed emarginati.
Nel 1983 si sposa con
Giuliana Chiorrini, dalla quale avrà tre figli: Tommaso (4 aprile 1987),
Luca (29 maggio 1995), Maddalena (8 maggio 2000), che condotta dal padre in
Vietnam… non voleva parlare italiano!
Dal 1986 lavora nel
reparto di Malattie infettive dell’Università di Ancona, prima di
approdare come Aiuto - dal 1990 al 2000 - all’ospedale di Macerata,
sempre nel reparto di Malattie infettive.
Durante questi dieci anni tiene
corsi di Parassitologia Tropicale in varie Università italiane ed inizia
le sue diverse missioni in Mauritania e in altri stati dell’Africa
Occidentale, diventando consulente dell’Organizzazione Mondiale della
sanità.
Nel 1998 effettua altre
missioni in Vietnam, Cambogia e nelle Filippine. Nel
1999 viene eletto Presidente Nazionale di "Medici Senza Frontiere" e
di conseguenza membro del Comitato Internazionale, ritirando il Premio Nobel per
la Pace, assegnato quell’anno a questa istituzione.
Nel 2000 viene nominato
esperto regionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per
la regione del Pacifico Occidentale e viene dislocato ad Hanoi, in Vietnam,
dove si trasferisce con la famiglia, ma il 29 marzo del 2003 muore a Bangkok,
vittima della SARS, dopo essere stato uno dei primi medici al mondo ad
individuare il virus di questa malattia e aver avviato misure di contenimento
del contagio che in Vietnam si sono rivelate molto efficaci.
"Salute e dignità sono indistinguibili nell’essere
umano; il nostro impegno è restare vicini alle vittime, tutelare i loro diritti,
lontani da ogni frontiera di discriminazione e divisione." (Carlo Urbani)
Carlo Urbani : una vita solidale
Grande è stato l'allarme
suscitato - tra il 2002 e il 2003 - dall'epidemia di SARS (polmonite
atipica) che si è subito rivelata non curabile adeguatamente con i mezzi pur
sofisticati della medicina attuale. Sappiamo come l'Organizzazione mondiale
della Sanità abbia allertato i paesi più a rischio, ma nonostante questo la
malattia, partita dall'estremo oriente, ha causato molte vittime anche in un
paese occidentale come una regione del Canada.
Tra i medici più impegnati nel
cercare di limitare l'epidemia e nel ricercarne le cause ricordiamo in
particolare Carlo Urbani, originario delle Marche e da tempo impegnato in
missioni umanitarie in paesi "a rischio" nell'ambito dei "Medici senza
frontiere". Il Dott. Urbani si impegnò molto per contenere l'epidemia in
Vietnam, la sua opera fu efficace, le sue direttive riconosciute valide
anche per altri paesi, ma egli stesso cadde vittima della SARS, e il
29 marzo 2003 la sua morte destò cordoglio in tutto il mondo.
Una morte che si configura come
un generoso impegno spinto fino al sacrificio della sua vita, sacrificio
consapevole perché Urbani conosceva bene i rischi cui andava incontro. Per
questo la sua morte è stata - ed è attualmente in misura crescente - occasione
per conoscere meglio il suo profilo umano e spirituale, le spinte ideali
che lo hanno guidato nell'intraprendere e poi nel portare avanti la sua
professione di medico.
Motivazioni di solidarietà e di
soccorso verso tanti fratelli sofferenti che traevano origine e alimento dalla
sua fede, come afferma chiaramente la madre di Urbani, Maria Concetta
Scaglione: "Per Carlo la religione significava vivere cristianamente, non
esserlo nell’aspetto esteriore." Elementi che ci fanno accostare la sua
figura a quella di San Giuseppe Moscati - il medico di Napoli canonizzato
nel 1987 - cui è dedicato il nostro sito.
C'è una frase in particolare del
Dott. Urbani che è rivelatrice in proposito, scritta nel Natale del 1999:
"In questi giorni ho ripetuto fino alla
nausea che noi medici siamo privilegiati per l’opportunità che abbiamo di
guardare e toccare le persone… e sederci in quella posizione eccezionale che è
‘accanto alle vittime’. Buon Natale."
Questa "vicinanza" all'uomo -
come presenza che ridà dignità e sollievo - è così espressa dal Dott. Moscati
l'8 marzo 1925, in una lettera ad un collega: "Il medico si trova poi in una
posizione di privilegio, perché si trova tanto spesso a cospetto di anime che,
malgrado i loro passati errori, stanno lì per capitolare e far ritorno ai
principii ereditati dagli avi, stanno lì ansiose di trovare un conforto,
assillate dal dolore. Beato quel medico che sa comprendere il mistero di questi
cuori e infiammarli di nuovo."
Prendiamo occasione dalla
dedicazione a Carlo Urbani di una Scuola Primaria nelle Marche (a Casette
Verdini, frazione di Pollenza, in provincia di Macerata), per contribuire a far
conoscere la sua figura umana, professionale e spirituale, con l'aiuto della
preziosa testimonianza della madre Maria Scaglione Urbani - raccolta
dall'insegnante Elisabetta Nardi - e dal saluto rivolto dalla stessa madre agli
alunni della scuola il 2 giugno 2004.
Le parole di Maria Scaglione
confermano quel che si percepisce dagli altri elementi della vita di Carlo
Urbani, come cioè lo si debba ricordare non solamente come il "medico della SARS",
ma come uno splendido esempio di un uomo che fin da bambino si è aperto ad
un'orizzonte "senza frontiere", nutrendo il sogno di essere solidale con
quanti sono vittime di situazioni ambientali sfavorevoli, vittime della malattia
o della violenza, di tutto ciò che limita pesantemente l'esplicazione della
propria dignità di persona umana così come Dio l'ha voluta.
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