mercoledì 17 luglio 2019

STEFANIA INNAMORATI , pittrice in Cristo




STEFANIA INNAMORATI , pittrice in Cristo

   




Stefania Innamorati è nata a Chieti nel 1953, ha svolto i suoi studi artistici e iniziato le sue ricerche pittoriche in Olanda ove a suo tempo espose. Tornata poi in Italia si è occupata di insegnamento e ha sempre dipinto, ma non essendosi presentate opportunità che le sembrassero valide, per un lungo periodo non ha esposto. Dall’anno 2000 ha invece aderito a diversi eventi artistici.
Quale docente di Disegno e Storia dell’Arte ha insegnato per dodici anni in istituti statali superiori di secondo grado, ma dal 2004 si è dedicata esclusivamente alla pittura. Ha esposto le sue opere ed ha partecipato a diverse Mostre in Italia e all'estero.



Amore della vita
Tema del dipinto è il sapore della grazia di Dio per il sangue da lui versato (toni rossastri), che si espande verso l’animo umano (striature acquose) e il creato tutto al fine di donar loro la vita della redenzione e di imbeverli così della sua gloria (tinte giallo-oro). Nel far questo Dio disseta alla sua presenza (tonalità celesti, blu e verdi evocanti l’acqua) e pasce col suo amore (tinte verdacee) l’interiorità dell’essere umano disposto a ricevere simile grazia.
Le linee lievemente ondulate e dall’andamento orizzontale presenti nell’immagine riecheggiano un paesaggio non necessariamente marino, forse campestre, ma di sicuro calorosamente pacifico. Un luogo di quiete vitale, quella del regno di Dio, condivisibile alla sua presenza. Per questo l’immagine è un bagno d’amore; vi è luce, serenità, calore, gloria dorata, soffusa, rifluente, gioiosa.
Il dipinto manifesta in tal modo la vita per quello che essa è realmente, vale a dire amore. Quindi quest’ultima non può essere a sua volta che rivelazione del sangue di  Gesù Cristo (toni rossastri) della portata della sua opera redentrice che vivifica l’animo del genere umano pronto ad accoglierla e così il creato tutto.




Testimonianza di Stefania Innamorati

Non sono nata in una famiglia buddista o mussulmana, ma in una di tradizione cristiana. Un cristianesimo inteso come un insieme di precetti morali nei quali il ruolo avuto da Gesù, che mi immaginavo perennemente affisso in croce, non era affatto chiaro.
Nel mio caso il cristianesimo tramandato non era riuscito a trasmettermi la consapevolezza che Gesù era la via al Padre, che per il suo sacrificio, vale a dire per il sangue da lui versato, fosse possibile rinascere spiritualmente avere oggi con Dio un rapporto diretto.
Così anche io, come molti in occidente, cieca al valore del tesoro più prezioso mai trasmessosi attraverso i secoli, il nome di Gesù di Nazaret, pensai che forse le religioni esotiche o alternative avrebbero potuto consentirmi d'entrare nella dimensione spirituale di un rapporto diretto con Dio. Venni in contatto con svariate di queste (meditazione zen, teosofia, yoga, antroposofia, astrologia) nessuna però colmava il mio vuoto interiore, benché promuovesse in me l'illusione di farlo. Anzi, non proponendo Dio come persona, ma come forza o energia, vale dire come entità impersonale, tali religioni mi allontanavano progressivamente ancor di più da Lui e producevano in me una sempre meno autentica concezione della vita, provocando nel mio intimo un senso falsamente appagante di estraneità alla medesima, vale a dire provocando alienazione. L'idea di Dio, Padre amorevole, che in suo figlio aveva dimostrato il suo amore per il mondo, diventava per me sempre più remota. Così ho sperimentato che credere che Dio non sia una persona ma una forza impoverisce l'animo e accresce l'intensità del vuoto esistenziale.
Tutto ciò fino a che non prestai attenzione alla testimonianza di un credente, un cristiano. Per esso Dio mi rivelò che Gesù col suo sacrificio, portando su di se il castigo per tutte le colpe mai commesse dal genere umano in ogni luogo e in ogni tempo, aveva squarciato la cortina della nostra separazione da Dio, consentendo ad ogni uomo (desideroso di accettare la sua grazia) di entrare pulito dal suo sangue, al cospetto di Dio. Mi rivelò che il messaggio cristiano nel suo significato originario e autentico ci viene annunziato per consentirci di avere un rapporto diretto e profondo con Dio, per essere suoi.
E da allora è per me iniziato un cammino di rinascita. Ho imparato per grazia a conoscere Gesù, la sua vita, il suo amore, la sua bellezza, la sua risurrezione.
A lui ho dedicato i miei quadri, perché Lui solo ha potuto colmare il mio vuoto interiore con la sua presenza. Lui ha riempito il mio cuore, la mia mente, Lui è ciò che voglio, è tutto ciò che voglio e a cui da sempre ho anelato. Così è stato esaudito il grido-anelito-preghiera del mio cuore. Un anelito che prima di conoscere Gesù non recepivo con chiarezza, pur essendo qualcosa di intenso e profondo che trascinava la mia vita alla Sua ricerca. Stefania Innamorati.





Fonte  : http://digilander.libero.it/stefaniainnamorati/ 














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