giovedì 18 luglio 2019

Vasco Nasorri , scultore



VASCO  NASORRI 
 


Vasco al lavoro sulla grande Resurrezione del Cristo collocata a Chiaravalle (AN).

Vasco Nasorri vive e lavora nella terra in cui è nato ed in cui ha creato, nel corso di oltre trenta anni, un laboratorio che rappresenta l'immagine delle sua attivita di artista. L'attivita artistica di Vasco è iniziata oltre quaranta anni fa, quando, nella scuola di Don Manfredo Coltellini, cominciava a realizzare i primi esperimenti, i primi disegni e le prime ceramiche, concretizzando i desideri di creatività che aveva fin da bambino.
Ha costruito il suo laboratorio, il suo "studio", in mezzo alla campagna della Toscana e in questo luogo, da sempre, crea le opere che gli danno da vivere, ma soprattutto, nutrono il suo desiderio di esprimersi.  Non è facile, per un artista, affermarsi ai massimi livelli, sopratutto se non si è disposti a vendersi al "facile profitto" e a sacrificare la propria dignità artistica. Vasco ha saputo farlo grazie alla sua coerenza stilistica che, germogliata nella scuola di Don Coltellini, ne ha tratto linfa, e si evoluta fino a donargli la capacità di realizzare opere dalle grandi dimensioni che conservano la freschezza interpretativa che hanno i primi bozzetti in scala ridotta.
In questo modo sono venute alla luce le grandi opere, sopratutto di Arte Sacra, che adornano piccole e grandi Chiese un pò in tutto il mondo.
Oggi Vasco è senza dubbio uno dei più conosciuti e stimati autori di opere di Arte Sacra.
L'esecuzione di questo tipo di opere obbliga l'artista ad una ricerca profonda dei significati di ciò che deve essere rappresentato. Ogni figura, ogni personaggio delle scene raffigurate deve esprimere la drammaticità e la solennità del momento di Fede, perché l'opera realizzata dovrà infondere all'osservatore queste stesse sensazioni, e la creatività non è più fine a se stessa ma deve essere guidata dalla profonda conoscenza del tema. Così l'artista si documenta sui testi Sacri, riflette, si cala nella scena fino a sentire le sofferenze, i martiri, la Fede dei personaggi, e infonde tutto ciò nelle sue creazioni.
Dalla ricerca cominciano a svilupparsi i primi disegni e i primi bozzetti in scala che costruiranno la storia e il progetto del risultato a cui l'artista vuole arrivare. E il disegno finale, realizzato su carta a grandezza naturale, sarà la base per plasmare l'opera definitiva.


Stazione di Via Crucis in ceramica - (cm 70x50)

In questo modo nascono le opere di Vasco. Ed in questo modo egli ha realizzato innumerevoli testimonianze di arte come le grandi pale d'altare e di fonte battesimale collocate nella Chiesa di S.Giuseppe all'Aurelio a Roma , i grandi bassorilievi dalle dimensioni ragguardevoli poste nel frontale della Chiesa di Brandizzo (Torino), le Via Crucis in ceramica installate in Italia e all'estero, le grandi statue Sacre della cattedrale di Beirut o i pavimenti in mosaico di gres colorato che ornano il piazale antistante la Basilica delle Beatitudini in Israele. Ma le stesse intense sensazioni che ispirano queste grandi opere si avvertono osservando anche i piccoli crocifissi o le pregevoli madonne in ceramica smaltata che si possono osservare nella mostra permanente presso il laboratorio dell'artista, senza dimenticare la preziosità delle rappresentazioni e dei Crocifissi realizzati con metalli preziosi smaltati.




Mostre realizzate dal 1990 ad oggi:

Personali
1990 -Chianciano (Si), Parco delle Terme
-Montalcino (Si), Fortezza Medicea
-Chiusi (Si), PalazzoVescovile
1993 -Cetona (Si), Chiesa di SS.ma Annunziata
2000 -Chiusi (Si), Palazzo ed Orto Vescovile
Collettive
1983 -Siena, Rassegna di arte Sacra
-Siena, magazzini del Sale, biennale di arte Sacra Contemporanea
1989 -Grosseto, Mostra a tema "Il Cristo nell'Arte"
-Certaldo, Primo premio alla mostra "Premio Arlecchino" organizzata dall' "Antica Compagnia del Paiolo"
1988 -Chiusi, collettiva di Scultura in ceramica organizzata dalla rivista "Eco di Arte Moderna"
1996 San Quirico D'Orcia (Si), Mostra di Scultura "Forme nel Verde"
1997 Città della Pieve (Si), Mostra di Scultura "Scultori Moderni"
1997 Collegno (TO), sala delle esposizioni, Mostra "Tre Artisti Toscani"
1997 Torrita di Siena (Si), biblioteca del comune, Mostra di Scultura moderna
Si devono inoltre ricordate presenze delle opere in varie esposizioni a Roma, Monaco di Baviera, Londra, Salisburgo, Sidney.


"Il lucumone" - Terracotta cm. 170




FABIO ISMAN , giornalista de " Il Messaggero " , ha scritto di Vasco Nasorri

Ci sono alcune singolarità, nella vita e nell'arte di Vasco Nasorri, che rendono assai raro e prezioso sia l'uomo sia lo scultore, perfino evocando modelli antichi, e purtroppo spesso abbondantemente desueti. Intanto, il legame profondo e inscindibile con la sua terra, per cui egli non ha mai voluto abbandonare Chiusi, dove è nato 60 anni fa. Poi, l'assoluto bisogno di vivere, dall'inizio alla fine, la genesi, la crescita e la conclusiva epifania di ogni sua creazione; l'esigenza irrinunciabile di lavorare - sempre e comunque - soltanto con le sue mani (<di tutti gli attrezzi e gli arnesi possibili, il più importante resta il mio pollice>, ammette lui), quasi avesse scelto gli abiti, e soprattutto incarnasse l'habitus, di una specie ormai pressoché perduta: quella che si potrebbe definire del "contadino dell'arte"; l'imprescindibile necessità di controllare totalmente l'intero processo produttivo, talché Vasco non ha mai voluto (né quindi mai posseduto) aiuti, aiutanti, o collaboratori di sorta: al massimo, due braccia e una schiena amiche, assolutamente in prestito, quando vi sia da trasferire un'opera troppo pesante per lui solo. Infine, la sua capacità, assolutamente da grande artigiano e da "artista integrale", di sapersi misurare con metodi d'espressione assai diversi: nel laboratorio (ma anche al piano sottostante, che costituisce un autentico "pensatoio"), tra tante ceramiche e tanti bronzi, terrecotte, marmi e sculture in cemento o in pietra refrattaria, si ritrovano infatti anche disegni davvero bellissimi e splendidi bozzetti, già provvisti, così parrebbe, di "anima". Per certi versi, la tenerezza è la medesima dei fortunati che hanno conosciuto e frequentato Giorgio Morandi: fatte le debite proporzioni, un altro assoluto "artigiano dell'arte".
E ancora un'ulteriore particolarità bisogna subito aggiungere: che Vasco è oggi uno dei maggiori, più noti e prolifici esponenti italiani per ciò che riguarda l'arte sacra; sue creazioni, spesso anche assai ragguardevoli perfino per dimensioni, sono in Israele, alla Basilica del Monte delle Beatitudini sul Lago di Tiberiade (il pavimento del sagrato, che è un colorato mosaico in gres di ben 60 metri quadrati), nella Beirut cattolica (due terrecotte smaltate, alte tre metri e mezzo, nella Cattedrale), in almeno una dozzina di chiese romane, anche importanti; e sovente, il Patriarca di Terrasanta impugna un suo pastorale in metallo e smalti. Ma se le Pale e le Vie Crucis, le Passioni e le Madonne, gli danno di che vivere, le sensualissime donne che scolpisce, generalmente accovacciate, i capelli lunghi, le forme vagamente "renoiriane", ma i volti spesso affusolati ed assai delicati, sono certo - rispetto a quelle sacre composizioni e anche ai suoi monumenti, essi pure dall'aria sempre giustamente sacrale - ancora più apprezzabili ed invidiabili.
Insomma, Vasco Nasorri si barcamena (bisogna sottolinearlo: benissimo) tra il sacro ed il profano, senza mai far uso di modelle (anche perché la moglie, che vive al piano di sopra e che spesso gli è accanto, certo non gradirebbe), esprimendo nell'arte davvero tutto ciò che gli ronza in testa. E che non è sicuramente poco, anche se lui, del tutto appartato (<L'arte, in fondo, come tante fra le cose più belle, vien meglio un po' di nascosto>, affermava Emilio Cecchi, 1884-1966), assai riflessivo e forse perfino alquanto "chiuso" come è tradizione antica di quelli della sua terra (omen nomen, o un semplice gioco di parole?), raramente lo esplicita, lo esterna, lo confessa forse perfino a se stesso. Lo realizza, quasi con un moto dell'anima, e questo gli basta; anzi, ci basta: forse, non è nemmeno pensabile un'autenticità maggiore, e una vera opera d'arte <è soprattutto un'avventura della mente>, come scriveva Eugène Ionesco (1912-1994).
Vasco non esce da un'Università: suo insegnante fu un bravissimo sacerdote, anch'egli artista (forse anche per questo, le prime sue commesse, fin da quando aveva appena 28 anni, sono state legate al culto), che lo portava al museo (<allora, era ancora civico>), a disegnare e a modellare; perciò è ancora più affascinante vivere in lui gli echi dei tanti che, sui sentieri spesso tortuosi e intricati dell'arte, lo hanno preceduto. In un cavallo, si "sente" Marino Marini; in un corpo allungato, Arturo Martini; in un gruppo di figure ieratiche, scolpite e spartite, perfino qualcosa di Massimo Campigli: <Io credo che, s'intende dopo Bernini, il Novecento costituisca la stagione migliore per la scultura, sopravvissuta ai guasti del neoclassicismo; una riscossa, un'"età dell'oro", che esordisce con Medardo Rosso. Certo che io ho visto, ad esempio, molto di Emilio Greco; ma proprio come Greco aveva visto, a sua volta, tantissimi altri. Se l'artista non è figlio del suo tempo, magari portandosi addosso anche tutti quelli che l'hanno preceduto, semplicemente non è>.
I giorni di Vasco sono permeati di lavoro e di fatica; i suoi orari, assai simili a quelli dei contadini che vede all'opera nella vallata sotto la casa-studio-laboratorio in cui vive; nella sua esistenza, non c'è spazio per molto altro: forse perché <una passione sfrenata per l'arte è un cancro che divora ogni altra cosa> (Charles Baudelaire, 1821-67). Le forme che crea sono spesso nuove e moderne, ma sempre rigorosamente figurative: nell'astratto, infatti, la sua coscienza correrebbe certamente il rischio di smarrirsi, anche perché, dice lui, <è infinitamente più facile plasmare cose strapazzate; un ritorno alla regola, per studiare la forma, non fa certo male>. Come chiunque, ha i suoi bravi amori artistici; se debitamente interrogato, evoca gli Impressionisti e Vincent Van Gogh, nonché Mario Sironi, <in realtà, uno scultore che dipinge: possedeva le mani, e la forza, della scultura>, e per Vasco questo è certo il massimo dei riconoscimenti possibili.
Le sue creazioni nascono sempre da un'idea, <che giunge in momenti inaspettati>, e che egli, come prima cosa, fissa sulla carta, disegnando; poi, viene il resto: spesso, anche una complessa ricerca tecnica, <perché misurarmi con le novità mi piace, ed ho sempre qualcosa da sperimentare o da imparare: la materia sa essere anche una grande maestra>. Le sue sculture femminili sono pervase di dinamicità, spesso basate su una unica linea curva. I cavalli, quando ci sono, hanno sovente colli allungati, quasi aspirassero, anch'essi, al cielo. Della sua opera, globalmente intesa, si può forse dire soltanto quel che, con grande acume, scriveva un giorno John Ruskin (1819-1900): < L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo>; magari, aggiungendo anche una frase di André Gide (1869-1951): <La sola arte di cui mi accontento è quella che, elevandosi dall'inquietudine, tende alla serenità>.

 




Fonte :  http://www.vasconasorri.com , sito ufficiale di Vasco Nasorri scultore .













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