VASCO NASORRI
Vasco al lavoro sulla grande Resurrezione del Cristo collocata a Chiaravalle (AN).
Vasco
Nasorri vive e lavora nella terra in cui è nato ed in cui ha creato, nel corso
di oltre trenta anni, un laboratorio che rappresenta l'immagine delle sua
attivita di artista. L'attivita artistica di Vasco è iniziata oltre
quaranta anni fa, quando, nella scuola di Don Manfredo Coltellini, cominciava a
realizzare i primi esperimenti, i primi disegni e le prime ceramiche,
concretizzando i desideri di creatività che aveva fin da bambino.
Ha costruito il suo laboratorio, il suo "studio", in mezzo alla campagna della Toscana e in questo luogo, da sempre, crea le opere che gli danno da vivere, ma soprattutto, nutrono il suo desiderio di esprimersi. Non è facile, per un artista, affermarsi ai massimi livelli, sopratutto se non si è disposti a vendersi al "facile profitto" e a sacrificare la propria dignità artistica. Vasco ha saputo farlo grazie alla sua coerenza stilistica che, germogliata nella scuola di Don Coltellini, ne ha tratto linfa, e si evoluta fino a donargli la capacità di realizzare opere dalle grandi dimensioni che conservano la freschezza interpretativa che hanno i primi bozzetti in scala ridotta.
In questo modo sono venute alla luce le grandi opere, sopratutto di Arte Sacra, che adornano piccole e grandi Chiese un pò in tutto il mondo.
Ha costruito il suo laboratorio, il suo "studio", in mezzo alla campagna della Toscana e in questo luogo, da sempre, crea le opere che gli danno da vivere, ma soprattutto, nutrono il suo desiderio di esprimersi. Non è facile, per un artista, affermarsi ai massimi livelli, sopratutto se non si è disposti a vendersi al "facile profitto" e a sacrificare la propria dignità artistica. Vasco ha saputo farlo grazie alla sua coerenza stilistica che, germogliata nella scuola di Don Coltellini, ne ha tratto linfa, e si evoluta fino a donargli la capacità di realizzare opere dalle grandi dimensioni che conservano la freschezza interpretativa che hanno i primi bozzetti in scala ridotta.
In questo modo sono venute alla luce le grandi opere, sopratutto di Arte Sacra, che adornano piccole e grandi Chiese un pò in tutto il mondo.
Oggi Vasco è senza dubbio uno dei
più conosciuti e stimati autori di opere di Arte Sacra.
L'esecuzione di questo tipo di opere obbliga l'artista ad una ricerca profonda dei significati di ciò che deve essere rappresentato. Ogni figura, ogni personaggio delle scene raffigurate deve esprimere la drammaticità e la solennità del momento di Fede, perché l'opera realizzata dovrà infondere all'osservatore queste stesse sensazioni, e la creatività non è più fine a se stessa ma deve essere guidata dalla profonda conoscenza del tema. Così l'artista si documenta sui testi Sacri, riflette, si cala nella scena fino a sentire le sofferenze, i martiri, la Fede dei personaggi, e infonde tutto ciò nelle sue creazioni.
Dalla ricerca cominciano a svilupparsi i primi disegni e i primi bozzetti in scala che costruiranno la storia e il progetto del risultato a cui l'artista vuole arrivare. E il disegno finale, realizzato su carta a grandezza naturale, sarà la base per plasmare l'opera definitiva.
L'esecuzione di questo tipo di opere obbliga l'artista ad una ricerca profonda dei significati di ciò che deve essere rappresentato. Ogni figura, ogni personaggio delle scene raffigurate deve esprimere la drammaticità e la solennità del momento di Fede, perché l'opera realizzata dovrà infondere all'osservatore queste stesse sensazioni, e la creatività non è più fine a se stessa ma deve essere guidata dalla profonda conoscenza del tema. Così l'artista si documenta sui testi Sacri, riflette, si cala nella scena fino a sentire le sofferenze, i martiri, la Fede dei personaggi, e infonde tutto ciò nelle sue creazioni.
Dalla ricerca cominciano a svilupparsi i primi disegni e i primi bozzetti in scala che costruiranno la storia e il progetto del risultato a cui l'artista vuole arrivare. E il disegno finale, realizzato su carta a grandezza naturale, sarà la base per plasmare l'opera definitiva.
Stazione di Via Crucis in ceramica - (cm 70x50)
In questo modo nascono le opere di Vasco. Ed in questo modo egli ha realizzato innumerevoli testimonianze di arte come le grandi pale d'altare e di fonte battesimale collocate nella Chiesa di S.Giuseppe all'Aurelio a Roma , i grandi bassorilievi dalle dimensioni ragguardevoli poste nel frontale della Chiesa di Brandizzo (Torino), le Via Crucis in ceramica installate in Italia e all'estero, le grandi statue Sacre della cattedrale di Beirut o i pavimenti in mosaico di gres colorato che ornano il piazale antistante la Basilica delle Beatitudini in Israele. Ma le stesse intense sensazioni che ispirano queste grandi opere si avvertono osservando anche i piccoli crocifissi o le pregevoli madonne in ceramica smaltata che si possono osservare nella mostra permanente presso il laboratorio dell'artista, senza dimenticare la preziosità delle rappresentazioni e dei Crocifissi realizzati con metalli preziosi smaltati.
Mostre
realizzate dal 1990 ad oggi:
Personali
1990 -Chianciano (Si), Parco
delle Terme
-Montalcino (Si), Fortezza Medicea
-Chiusi (Si), PalazzoVescovile
1993 -Cetona (Si), Chiesa di SS.ma Annunziata
2000 -Chiusi (Si), Palazzo ed Orto Vescovile
-Montalcino (Si), Fortezza Medicea
-Chiusi (Si), PalazzoVescovile
1993 -Cetona (Si), Chiesa di SS.ma Annunziata
2000 -Chiusi (Si), Palazzo ed Orto Vescovile
Collettive
1983 -Siena, Rassegna di
arte Sacra
-Siena, magazzini del Sale, biennale di arte Sacra Contemporanea
-Siena, magazzini del Sale, biennale di arte Sacra Contemporanea
1989 -Grosseto, Mostra a
tema "Il Cristo nell'Arte"
-Certaldo, Primo premio alla mostra "Premio Arlecchino" organizzata dall' "Antica Compagnia del Paiolo"
-Certaldo, Primo premio alla mostra "Premio Arlecchino" organizzata dall' "Antica Compagnia del Paiolo"
1988 -Chiusi, collettiva di
Scultura in ceramica organizzata dalla rivista "Eco di Arte Moderna"
1996 San Quirico D'Orcia
(Si), Mostra di Scultura "Forme nel Verde"
1997 Città della Pieve (Si),
Mostra di Scultura "Scultori Moderni"
1997 Collegno (TO), sala
delle esposizioni, Mostra "Tre Artisti Toscani"
1997 Torrita di Siena (Si),
biblioteca del comune, Mostra di Scultura moderna
Si devono inoltre
ricordate presenze delle opere in varie esposizioni a Roma, Monaco di Baviera,
Londra, Salisburgo, Sidney. "Il lucumone" - Terracotta cm. 170
FABIO ISMAN , giornalista de " Il Messaggero " , ha scritto di Vasco Nasorri
Ci sono alcune singolarità, nella vita e nell'arte
di Vasco Nasorri, che rendono assai raro e prezioso sia l'uomo sia lo
scultore, perfino evocando modelli antichi, e purtroppo spesso abbondantemente
desueti. Intanto, il legame profondo e inscindibile con la sua terra, per cui
egli non ha mai voluto abbandonare Chiusi, dove è nato 60 anni fa. Poi,
l'assoluto bisogno di vivere, dall'inizio alla fine, la genesi, la crescita e
la conclusiva epifania di ogni sua creazione; l'esigenza irrinunciabile di
lavorare - sempre e comunque - soltanto con le sue mani (<di tutti gli
attrezzi e gli arnesi possibili, il più importante resta il mio pollice>,
ammette lui), quasi avesse scelto gli abiti, e soprattutto incarnasse
l'habitus, di una specie ormai pressoché perduta: quella che si potrebbe
definire del "contadino dell'arte"; l'imprescindibile necessità di controllare
totalmente l'intero processo produttivo, talché Vasco non ha mai voluto (né
quindi mai posseduto) aiuti, aiutanti, o collaboratori di sorta: al massimo,
due braccia e una schiena amiche, assolutamente in prestito, quando vi sia da
trasferire un'opera troppo pesante per lui solo. Infine, la sua capacità,
assolutamente da grande artigiano e da "artista integrale", di sapersi
misurare con metodi d'espressione assai diversi: nel laboratorio (ma anche al
piano sottostante, che costituisce un autentico "pensatoio"), tra tante
ceramiche e tanti bronzi, terrecotte, marmi e sculture in cemento o in pietra
refrattaria, si ritrovano infatti anche disegni davvero bellissimi e splendidi
bozzetti, già provvisti, così parrebbe, di "anima". Per certi versi, la
tenerezza è la medesima dei fortunati che hanno conosciuto e frequentato
Giorgio Morandi: fatte le debite proporzioni, un altro assoluto "artigiano
dell'arte".
E ancora un'ulteriore particolarità
bisogna subito aggiungere: che Vasco è oggi uno dei maggiori, più noti e
prolifici esponenti italiani per ciò che riguarda l'arte sacra; sue creazioni,
spesso anche assai ragguardevoli perfino per dimensioni, sono in Israele, alla
Basilica del Monte delle Beatitudini sul Lago di Tiberiade (il pavimento del
sagrato, che è un colorato mosaico in gres di ben 60 metri quadrati), nella
Beirut cattolica (due terrecotte smaltate, alte tre metri e mezzo, nella
Cattedrale), in almeno una dozzina di chiese romane, anche importanti; e
sovente, il Patriarca di Terrasanta impugna un suo pastorale in metallo e
smalti. Ma se le Pale e le Vie Crucis, le Passioni e le Madonne, gli danno di
che vivere, le sensualissime donne che scolpisce, generalmente accovacciate, i
capelli lunghi, le forme vagamente "renoiriane", ma i volti spesso affusolati ed
assai delicati, sono certo - rispetto a quelle sacre composizioni e anche ai
suoi monumenti, essi pure dall'aria sempre giustamente sacrale - ancora più
apprezzabili ed invidiabili.
Insomma, Vasco Nasorri si barcamena
(bisogna sottolinearlo: benissimo) tra il sacro ed il profano, senza mai far uso
di modelle (anche perché la moglie, che vive al piano di sopra e che spesso gli
è accanto, certo non gradirebbe), esprimendo nell'arte davvero tutto ciò che gli
ronza in testa. E che non è sicuramente poco, anche se lui, del tutto appartato
(<L'arte, in fondo, come tante fra le cose più belle, vien meglio un po' di
nascosto>, affermava Emilio Cecchi, 1884-1966), assai riflessivo e forse perfino
alquanto "chiuso" come è tradizione antica di quelli della sua terra (omen nomen,
o un semplice gioco di parole?), raramente lo esplicita, lo esterna, lo confessa
forse perfino a se stesso. Lo realizza, quasi con un moto dell'anima, e questo
gli basta; anzi, ci basta: forse, non è nemmeno pensabile un'autenticità
maggiore, e una vera opera d'arte <è soprattutto un'avventura della mente>, come
scriveva Eugène Ionesco (1912-1994).
Vasco non esce da un'Università: suo
insegnante fu un bravissimo sacerdote, anch'egli artista (forse anche per
questo, le prime sue commesse, fin da quando aveva appena 28 anni, sono state
legate al culto), che lo portava al museo (<allora, era ancora civico>), a
disegnare e a modellare; perciò è ancora più affascinante vivere in lui gli echi
dei tanti che, sui sentieri spesso tortuosi e intricati dell'arte, lo hanno
preceduto. In un cavallo, si "sente" Marino Marini; in un corpo allungato,
Arturo Martini; in un gruppo di figure ieratiche, scolpite e spartite, perfino
qualcosa di Massimo Campigli: <Io credo che, s'intende dopo Bernini, il
Novecento costituisca la stagione migliore per la scultura, sopravvissuta ai
guasti del neoclassicismo; una riscossa, un'"età dell'oro", che esordisce con
Medardo Rosso. Certo che io ho visto, ad esempio, molto di Emilio Greco; ma
proprio come Greco aveva visto, a sua volta, tantissimi altri. Se l'artista non
è figlio del suo tempo, magari portandosi addosso anche tutti quelli che l'hanno
preceduto, semplicemente non è>.
I giorni di Vasco sono permeati di
lavoro e di fatica; i suoi orari, assai simili a quelli dei contadini che vede
all'opera nella vallata sotto la casa-studio-laboratorio in cui vive; nella sua
esistenza, non c'è spazio per molto altro: forse perché <una passione sfrenata
per l'arte è un cancro che divora ogni altra cosa> (Charles Baudelaire,
1821-67). Le forme che crea sono spesso nuove e moderne, ma sempre rigorosamente
figurative: nell'astratto, infatti, la sua coscienza correrebbe certamente il
rischio di smarrirsi, anche perché, dice lui, <è infinitamente più facile
plasmare cose strapazzate; un ritorno alla regola, per studiare la forma, non fa
certo male>. Come chiunque, ha i suoi bravi amori artistici; se debitamente
interrogato, evoca gli Impressionisti e Vincent Van Gogh, nonché Mario Sironi,
<in realtà, uno scultore che dipinge: possedeva le mani, e la forza, della
scultura>, e per Vasco questo è certo il massimo dei riconoscimenti possibili.
Le sue creazioni nascono sempre da
un'idea, <che giunge in momenti inaspettati>, e che egli, come prima cosa, fissa
sulla carta, disegnando; poi, viene il resto: spesso, anche una complessa
ricerca tecnica, <perché misurarmi con le novità mi piace, ed ho sempre qualcosa
da sperimentare o da imparare: la materia sa essere anche una grande maestra>.
Le sue sculture femminili sono pervase di dinamicità, spesso basate su una unica
linea curva. I cavalli, quando ci sono, hanno sovente colli allungati, quasi
aspirassero, anch'essi, al cielo. Della sua opera, globalmente intesa, si può
forse dire soltanto quel che, con grande acume, scriveva un giorno John Ruskin
(1819-1900): < L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di
un uomo procedono in accordo>; magari, aggiungendo anche una frase di André Gide
(1869-1951): <La sola arte di cui mi accontento è quella che, elevandosi
dall'inquietudine, tende alla serenità>.
Fonte : http://www.vasconasorri.com , sito ufficiale di Vasco Nasorri scultore .
Nessun commento:
Posta un commento