LA LEGGE DELLA DIVINA CARITA'
di San Tommaso d'Aquino
"E’ evidente
che non tutti possono dedicarsi a fondo alla scienza; e perciò Cristo ha emanato
una legge breve e incisiva che tutti possano conoscere e dalla cui osservanza.
nessuno per ignoranza possa ritenersi scusato. E questa è la legge della divina
carità. Ad essa accenna l’Apostolo con quelle parole: “Il Signore pronunzierà
sulla terra una parola breve” (Rm 9, 28).
Questa legge deve costituire la norma di tutti gli atti umani.
Come infatti vediamo nelle cose artificiali che ogni lavoro si dice buono e
retto se viene compiuto secondo le dovute regole, così anche si riconosce come
retta e virtuosa la azione dell’uomo, quando essa è conforme alla regola della
divina carità. Quando invece è in contrasto con questa norma, non è né buona, né
retta, né perfetta.
Questa legge dell’amore divino produce nell’uomo quattro effetti
molto desiderabili.
In primo luogo genera in lui la vita spirituale.
E’ noto
infatti che per sua natura l’amato è nell’amante. E perciò chi ama Dio, lo
possiede in sé medesimo: “Chi sta nell’amore sta in Dio e Dio sta in lui” (1
Gv 4, 16). E’ pure la legge dell’amore, che l’amante venga trasformato
nell’amato. Se amiamo il Signore, diventiamo anche noi divini: “Chi si unisce al
Signore, diventa un solo spirito con lui ” (1 Cor 6, 17). A detta di
sant’Agostino, “come l’anima è la vita del corpo, così Dio è la vita dell’anima
”. L’anima perciò agisce in maniera virtuosa e perfetta quando opera per mezzo
della carità, mediante la quale Dio dimora in essa. Senza la carità, in verità
l’anima non agisce: “Chi non ama rimane nella morte” (1 Gv 3, 14). Se
perciò qualcuno possedesse tutti i doni dello Spirito Santo, ma non avesse la
carità, non avrebbe in sé la vita. Si tratti pure del dono delle lingue o del
dono della fede o di qualsiasi altro dono: senza la carità essi non conferiscono
la vita. Come avviene di un cadavere rivestito di oggetti d’oro o di pietre
preziose: resta sempre un corpo senza vita.
Secondo effetto della carità è promuovere la osservanza dei
comandamenti divini:
“L’amore di Dio non è mai ozioso — dice san Gregorio
Magno —quando c’è, produce grandi cose; se si rifiuta di essere fattivo, non è
vero amore”. Vediamo infatti che l’amante intraprende cose grandi e difficili
per 1’amato: “Se uno mi ama osserva la mia parola”(Gv 14, 25). Chi dunque
osserva il comandamento e la legge dell’amore divino, adempie tutta la legge.
Il terzo effetto della carità è di costituire un aiuto contro
le avversità.
Chi possiede la carità non sarà danneggiato da alcuna
avversità: “Ogni cosa concorre al bene di coloro che amano Dio ”(Rm 8,
28); anzi è dato di esperienza che anche le cose avverse e difficili appaiono
soavi a colui che ama.
Il quarto effetto della carità è di condurre alla felicità.
La felicità eterna è promessa infatti soltanto a coloro che possiedono la
carità, senza la quale tutte le altre cose sono insufficienti. Ed è da tenere
ben presente che solo secondo il diverso grado di carità posseduto si misura il
diverso grado di felicità, e non secondo qualche altra virtù. Molti infatti
furono più mortificati degli Apostoli; ma questi sorpassano nella beatitudine
tutti gli altri proprio per il possesso di un più eccellente grado di carità. E
così si vede come la carità ottenga in noi questo quadruplice risultato.
Ma essa produce anche altri effetti che non vanno dimenticati:
quali, la remissione dei peccati, l’illuminazione del cuore, la gioia perfetta,
la pace, la libertà dei figli di Dio e l’amicizia con Dio."
Fonte : www.vatican.va
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