OFFRIAMOCI A CRISTO CHE SI È OFFERTO PER NOI
San Gregorio Nazianzeno (329-390)
E' la Pasqua del Signore, è la Pasqua, sì, la Pasqua, diciamolo ancora a gloria della Trinità. E'
per noi la festa delle feste, la solennità delle solennità. Come il
sole supera le stelle col suo splendore, così essa supera tutte le altre
feste, e non solo quelle degli uomini, che sono puramente terrene, ma
anche quelle che sono di Cristo stesso e che si celebrano in suo
onore... Ieri l'Agnello veniva immolato, e gli stipiti delle porte
aspersi di sangue. Mentre l'Egitto piangeva i suoi primogeniti, noi,
protetti da quel sangue prezioso sfuggivamo all'angelo sterminatore, a
cui quel segno incuteva timore e rispetto. Oggi abbiamo
definitivamente lasciato l'Egitto, la tirannia del Faraone crudele e
l'oppressione dei sorveglianti; siamo stati liberati dal lavoro
dell'argilla e dei mattoni. Nessuno può impedirci di celebrare, a gloria
del Signore nostro Dio, la festa dell'Esodo, e di celebrarla non con il
vecchio lievito della malizia e della malvagità, ma con gli azzimi
della sincerità e della verità (I Cor. 5,8), perché ormai non portiamo
più niente con noi dell'empio lievito dell'Egitto. Ieri ero stato
crocifisso con Cristo, oggi con lui sono glorificato. Ieri morivo con
lui, oggi con lui torno alla vita. Ieri con lui venivo sepolto, oggi con
lui risorgo.
A colui che per noi ha sofferto ed è risuscitato
offriamo dunque dei doni. Penserete forse che io parli di oro o di
argento, di tessuti o di brillanti e pietre preziose: materie effimere
di questa terra, destinate a rimanere quaggiù... Offriamo piuttosto noi
stessi, perché queste sono le ricchezze più gradite e più degne di Dio.
All'immagine
di Dio che è in noi, restituiamo tutto lo splendore che le è proprio:
riconosciamo la nostra dignità, rendiamo onore al modello originario.
Cerchiamo di comprendere la potenza di questo mistero e lo scopo per cui
Cristo è morto. Cerchiamo di essere simili a Cristo, dal momento che
Cristo si è fatto simile a noi: diventiamo Dio per mezzo di lui, dato
che lui si è fatto uomo per noi. Egli ha preso su di sé quello che c'era
di più basso, per donarci quello che c'è di migliore. Si è fatto povero
per arricchirci con la sua povertà, ha preso forma di schiavo perché
noi ottenessimo la libertà. E' disceso perché noi fossimo innalzati ; è
stato tentato perché noi superassimo la prova; è stato disprezzato
perché noi avessimo la gloria. E' morto perché noi fossimo salvati; è
salito al cielo per attirare a sé quelli che giacevano a terra, caduti
nel peccato. Ciascuno dia senza riserva, offra tutto a colui che
sostituendosi a noi, ha dato se stesso come prezzo della nostra
redenzione. Penetrando nel mistero, non possiamo dare nulla di meglio
che noi stessi, diventando per Cristo tutto quello che lui è divenuto
per noi.
*
Eis ton aghiovpascha,
XLV: P.G. 36, 624; I, P.G. 35, 397-400.
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