IL
SANTUARIO DELLA SANTISSIMA TRINITA'
"
VISIONE DELLA TRINITA' "
A.D. 1011
La "Santa Roccia della Santissima
Trinità"
presso la Badia Benedettina della
SS. Trinità di Cava de' Tirreni (SA)
a cura di
Carlo Sarno
La Santa Roccia della Santissima
Trinità
dove apparve la SS. Trinità nell'A.D.
1011 sotto l'aspetto di Tre Raggi Luminosi.
Uno dei luoghi sacri più Santi
della cristianità è la Santa Roccia della Santissima
Trinità di Cava dove apparve più volte a Sant'Alferio nell'A.D. 1011 la Santissima
Trinità sotto l'aspetto di Tre Raggi Luminosi che si dipartivano da un unico
Punto Luminoso della roccia.
La Roccia della Grotta della Santissima
Trinità ,
luogo della visione dei Tre Raggi
Luminosi nell'A.D. 1011 a S. Alferio
affiorante nell'originaria chiesa
medioevale.
La Santa
Grotta della Santissima
Trinità è poco conosciuta per
la discrezione dei monaci benedettini della Badia della SS. Trinità di Cava che
la custodiscono amorevolmente.
La santità benefica che ebbe origine
dalla visione della Santissima Trinità Anno Domini 1011 fu immensa : una Luce
salvifica apparve nell'oscurità del Medioevo! Si pensi che su quella S. Grotta detta di Sant'Alferio
si fondò uno dei baluardi benedettini della cristianità medievale, e ancora oggi
è segno di speranza e sostegno spirituale per tutti i credenti.
Per comprendere l'importanza
redentrice che la Santissima Trinità infuse nella S. Roccia della Grotta basti pensare che i
primi quattro Padri fondatori della Badia benedettina furono canonizzati : Sant'Alferio
Pappacarbone, San Leone, San Pietro Pappacarbone, San Costabile, tutti testimoni
di Cristo nella santità e nell'agire miracoloso, esempi viventi dell'Amore
Trinitario.
Ai quattro Santi Padri seguirono
altri Abati degni di beatificazione : Beato Simeone, Beato Falcone, Beato
Marino, Beato Benincasa, Beato Pietro II, Beato Balsamo, Beato Leonardo, Beato
Leone II.
E che dire poi di ben due Pontefici
che si formarono sotto l'influsso dei monaci della Badia della SS. Trinità :
Desiderio, che divenne prima Abate di Montecassino e poi Papa con il nome di
Vittore III ; e Oddone di Chatillon, allievo di uno dei Padri San Pietro
Pappacarbone, che divenne Urbano II, famoso nella cristianità per aver promosso
le Crociate e la liberazione del Santo Sepolcro di Gesù Cristo a Gerusalemme.
L'irradiazione luminosa e
santificante della Santissima Trinità fu irresistibile: benché
Sant'Alferio si era rifugiato a vita eremitica nella Grotta della Santa
Roccia , e già all'età di settant'anni, vide giungere da tutte le
terre conosciute uomini in cerca di santità, che ben presto divennero
sotto il terzo Abate San Pietro migliaia di monaci che costituirono l'
Ordo Cavensis (Ordine Cavense) , un esercito all'epoca delle Crociate a
difesa della cristianità, che diffondevano la santità, l'amore e la
potenza salvifica scaturita dalla Santa Roccia della Santissima
Trinità.
E' raro in tutta la cristianità
trovare un luogo così santo e sorgente di santità!
Da mille anni, innumerevoli e
straordinari i miracoli e gli aiuti spirituali che sono stati elargiti dal
Divino, Infinito e Misericordioso Amore della Santissima Trinità per le
preghiere pronunciate nel silenzio della Santa Roccia della Santissima Trinità !
Sito ufficiale della Badia della
Santissima Trinità di Cava :
www.badiadicava.it
Storia della visione della
Santissima Trinità a Sant'Alferio
Come già si
è scritto, la Badia della SS. Trinità di Cava, ubicata a pochi chilometri da
Salerno, fu fondata nell'Anno Domini 1011 da Sant'Alferio
Pappacarbone, nobile salernitano. Questi abbracciò la vita monastica in età
matura nel celebre monastero di Cluny in Francia, ma le istanze di Guaimaro III
principe di Salerno lo trassero nuovamente in questa città per compiere opere di
riforma nei monasteri del principato. Il desiderio però di una vita ascetica più
perfetta lo spinse a rifugiarsi nella Grotta Arsicia o Metelliana nella vallata
di Cava, nei pressi del ruscello Selano, dove già prima altri pellegrini e
monaci benedettini si erano rifugiati di ritorno dalla Terra Santa. Sant'Alferio ben
presto videsi raggiunto da numerosa schiera di discepoli, bramosi di porsi sotto
la sua monastica direzione e disciplina.
Scrive lo storico Paul Guillame
nella seconda metà dell'800: "...Ugo da Venosa afferma che Alferio fu il primo pio benedettino a fare
della cava di metelliana una stabile dimora di religiosi. Mentre il pio
anacoreta fuggiva la gloria del mondo, in tutte le città vicine, la gente tessé
i suoi elogi e numerose persone, per la maggior parte d’alto rango, lo pregarono
di prenderli sotto la sua direzione spirituale.
Tra i primi discepoli di Alferio, citeremo qui solo Leone da Lucca, che alla
morte del Santo Abate governò il monastero benedettino di Cava.
In seguito a ciò
gli abitanti della grotta Arsicia si trovarono presto troppo stretti. D’altra
parte, per riguardo alla natura del luogo, era molto difficile estendere
ulteriormente le celle dei religiosi. Fu quindi deciso di costruire una nuova
abitazione in un luogo più adatto. Alferio scelse il vicino monte Sant’Elia,
situato oltre il Selano, dalla cui cima la vista si stende su tutta la verde
valle metelliana e su gran parte delle deliziose contrade che costeggiano il
golfo di Salerno.
Secondo una tradizione costante e la testimonianza dello storico Rodolfo, le mura innalzate di giorno si trovavano distrutte all’alba del giorno dopo. L’uomo di Dio pensò allora che il Cielo non approvava il luogo che egli aveva scelto e siccome di fronte al monte Sant’Elia, in fondo - alla roccia - della grotta che aveva deciso di abbandonare vide a più riprese e di notte una luce splendente divisa in tre raggi, considerò quest’apparizione come un segno della volontà divina e decise di costruire il monastero intorno alle celle già esistenti, malgrado le evidenti difficoltà che questo progetto presentava.
Alferio cominciò col sostituire il piccolo oratorio della grotta con una chiesa più adatta. I lavori cominciarono nel 1012 a spese dello stesso Alferio e continuarono, senza interruzione, per parecchi anni. La benedizione solenne della chiesa avvenne nel 1019. Tutto il monastero, in quell’occasione, fu posto sotto la protezione della Santissima Trinità, che un tempo si era compiaciuta di indicarne il luogo e così da allora lo si indicò col nome di: monastero della Santissima Trinità della Cava...".
Secondo una tradizione costante e la testimonianza dello storico Rodolfo, le mura innalzate di giorno si trovavano distrutte all’alba del giorno dopo. L’uomo di Dio pensò allora che il Cielo non approvava il luogo che egli aveva scelto e siccome di fronte al monte Sant’Elia, in fondo - alla roccia - della grotta che aveva deciso di abbandonare vide a più riprese e di notte una luce splendente divisa in tre raggi, considerò quest’apparizione come un segno della volontà divina e decise di costruire il monastero intorno alle celle già esistenti, malgrado le evidenti difficoltà che questo progetto presentava.
Alferio cominciò col sostituire il piccolo oratorio della grotta con una chiesa più adatta. I lavori cominciarono nel 1012 a spese dello stesso Alferio e continuarono, senza interruzione, per parecchi anni. La benedizione solenne della chiesa avvenne nel 1019. Tutto il monastero, in quell’occasione, fu posto sotto la protezione della Santissima Trinità, che un tempo si era compiaciuta di indicarne il luogo e così da allora lo si indicò col nome di: monastero della Santissima Trinità della Cava...".
La nuova fondazione acquistò ben presto grande rinomanza; principi e pontefici
gareggiavano nell'arricchirla di donazioni e di privilegi, e i più illustri
personaggi venivano ad abbracciarvi la vita monastica. Tra questi va
ricordato Dauferio, dei principi di Benevento, che prese l'abito benedettino
sotto il nome di Desiderio; fu più tardi Abate di Montecassino e finalmente Papa
col nome di Vittore III.
Sant'Alferio morì il 12 aprile 1050
in età di 120 anni, e il sacro suo corpo si venera sotto l'altare eretto nella Grotta
della Santa Roccia della Santissima Trinità da lui stesso abitata.
PREGHIERA A S. ALFERIO
O venerabile Padre S. Alferio,
che per vie tanto misteriose foste da Dio chiamato ad essere il fondatore del
Monastero Cavense, sia sempre benedetta la vostra fedelissima corrispondenza
alla grazia, onde diveniste, quale Iddio vi voleva, santo e condottiero di
santi. La luce di quel triplice raggio, col quale l'Augusta Tinità si degnò
rivelarvi un barlume della sua gloria, non ancora si è dileguata, ma continua e
continuerà a diffondere dalla vostra umile grotta splendore di santità, sino
all'ultimo giorno. Fate, o caro Padre, che codesta luce rischiari i nostri passi
su questa terra d'esilio, e ci guidi agli splendori eterni della Santa e Beata
Trinità. Così sia. (a cura dell'Abate Mauro)
La Cappella dei Santi Padri
fondatori dell'Abbazia della SS. Trinità di Cava
La Cappella dei Santi Padri
La Cappella dei SS. Padri, detta
anche del SS. Sacramento, introduce al luogo sacro dell'apparizione della
Santissima Trinità. A sinistra dell'Altare del SS. Sacramento è la parte
superiore della Grotta della Santa Roccia della Santissima Trinità, solitaria cella ove Sant'Alferio
trascorse molti anni della sua vita. Nell'arco che ne sormonta l'ingresso,
l'artista G. Capone rappresentò in un affresco Sant'Alferio che di notte sul
monte S. Elia, ha la visione di una Luce Celeste, che spartita in Tre Raggi,
usciva da questa roccia della grotta. Al di sotto leggesi :
" RUSTICA OLIM RUPES TRINO NUNC
LUMINE CLARA COELITUS EMISSO, PIGNORA SACRA TEGO ".
Sotto l'Altare un'urna di bronzo
racchiude il Corpo di Sant'Alferio.
Anche qui, come nella celeberrima
grotta del Gargano, ha avuto il suo culto fin dal sec. XI, il celeste
debellatore del dragone, l'Arcangelo S. Michele, come attesta l'affresco di
genere bizantino a destra dell'altare. L'Arcangelo vi appare fieramente
maestoso, nell'atto di colpire con la sua asta il serpente, mentre ai lati gli
fanno corteggio in quel trionfo due Santi Abati.
Sotto l'Altare del SS. Sacramento
brilla l'urna di bronzo dorato - dono del Cardinale G. Sanfelice, monaco di
questa Badia e poi Arcivescovo di Napoli - in cui riposa S. Costabile, quarto
abate. Di fronte alla Grotta della Santa Roccia sotto il ricco altare, in un'urna
cesellata si custodisce il Corpo di S. Leone, secondo abate.
Nella parete a ridosso sono
conservate Reliquie insigni. Nel centro, il mezzo busto d'argento
custodisce le reliquie della Martire romana S. Felicita e dei sette suoi Figli.
Si conserva pure la reliquia della Santa Croce in una preziosa croce in
filigrana d'oro, lavoro bizantino del secolo X o XI, che la tradizione vuole sia
stata donata da Papa Urbano II. Abbiamo poi la gran teca d'argento che
racchiude le reliquie di San Benedetto e dei SS. Padri Cavensi. In antiche
urne sono i Corpi degli otto Abati Beati che seguirono ai primi quattro Santi :
Simeone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leonardo e Leone II.
E' raro in tutta la cristianità
trovare un luogo così santo e sorgente di santità! Innumerevoli e
straordinari i miracoli e gli aiuti spirituali che sono stati elargiti dal
Divino Amore della Santissima Trinità per le preghiere pronunciate nel silenzio
di questa Santa Cappella della Grotta della Santa Roccia della Santissima Trinità !
Brevi appunti di storia della Abbazia
Benedettina della SS. Trinità di Cava
Badia della SS.
Trinità di Cava de' Tirreni, SA, Italia.
L'abbazia dei Padri Benedettini
della SS. Trinità di Cava dei Tirreni (SA) sorge nell'amena cornice della valle
metelliana, a circa tre chilometri dalla Città di Cava dei Tirreni e a poca
distanza dalla Costiera Amalfitana.
L'abbazia fu fondata nel 1011 da S.Alferio, nobile salernitano di origine
longobarda formatosi a Cluny.
Ben presto, sotto il terzo abate S.Pietro, divenne centro di una fiorente Congregazione, l'Ordo Cavensis (Ordine Cavense), che giunse a comprendere circa 400 dipendenze tra chiese, abbazie e priorati, e migliaia di monaci.
In tal modo essa estese la sua influenza spirituale e temporale in tutto il Mezzogiorno d'Italia grazie anche al favore dei principi salernitani, che la fecero oggetto della loro benevolenza.
Allo splendore dei primi tre secoli si accompagnò la santità: i primi quattro abati sono stati riconosciuti santi dalla Chiesa (Alferio, Leone, Pietro, Costabile), e altri otto, beati (Simone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leonardo, Leone II).
Tra i secolo XIII e XIV cominciò a declinare per l'eccessiva cura dei beni materiali, oltre che per devastazioni e spoliazioni. Elevata nel 1394 a sede vescovile, subì il fenomeno del tempo e fu affidata dal 1396 al 1497 ad abati commendatari, che la impoverirono di monaci e di sostanze cosicché nel 1497 fu aggregata alla congregazione di S. Giustina di Padova.
Da allora gli abati curarono l'osservanza monastica, gli studi e il governo pastorale della diocesi. Nel secolo XVIII la chiesa e alcune parti della badia furono ampliate e ricostruite, ma rimangono ancora cospicui elementi medievali. Importante l'archivio, con circa 15000 pergamene dall'VIII a XIX secolo, e la biblioteca, che raccoglie, tra l'altro, preziosi manoscritti e inucamboli. In seguito alla legge di soppressione (7 luglio 1867), la Badia benedettina di Cava fu dichiarata monumento nazionale e affidata in custodia all'abate pro tempore.
Come Abbazia territoriale e stata ristrutturata dalla S. Sede nel 1979: conserva la diocesi con quattro parrocchie e gestisce i santuari di Maria SS. Avvocata sopra Maiori, dell'Avvocatella in S.Cesareo e di S. Vincenzo Ferreri in Dragonea.
Ben presto, sotto il terzo abate S.Pietro, divenne centro di una fiorente Congregazione, l'Ordo Cavensis (Ordine Cavense), che giunse a comprendere circa 400 dipendenze tra chiese, abbazie e priorati, e migliaia di monaci.
In tal modo essa estese la sua influenza spirituale e temporale in tutto il Mezzogiorno d'Italia grazie anche al favore dei principi salernitani, che la fecero oggetto della loro benevolenza.
Allo splendore dei primi tre secoli si accompagnò la santità: i primi quattro abati sono stati riconosciuti santi dalla Chiesa (Alferio, Leone, Pietro, Costabile), e altri otto, beati (Simone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leonardo, Leone II).
Tra i secolo XIII e XIV cominciò a declinare per l'eccessiva cura dei beni materiali, oltre che per devastazioni e spoliazioni. Elevata nel 1394 a sede vescovile, subì il fenomeno del tempo e fu affidata dal 1396 al 1497 ad abati commendatari, che la impoverirono di monaci e di sostanze cosicché nel 1497 fu aggregata alla congregazione di S. Giustina di Padova.
Da allora gli abati curarono l'osservanza monastica, gli studi e il governo pastorale della diocesi. Nel secolo XVIII la chiesa e alcune parti della badia furono ampliate e ricostruite, ma rimangono ancora cospicui elementi medievali. Importante l'archivio, con circa 15000 pergamene dall'VIII a XIX secolo, e la biblioteca, che raccoglie, tra l'altro, preziosi manoscritti e inucamboli. In seguito alla legge di soppressione (7 luglio 1867), la Badia benedettina di Cava fu dichiarata monumento nazionale e affidata in custodia all'abate pro tempore.
Come Abbazia territoriale e stata ristrutturata dalla S. Sede nel 1979: conserva la diocesi con quattro parrocchie e gestisce i santuari di Maria SS. Avvocata sopra Maiori, dell'Avvocatella in S.Cesareo e di S. Vincenzo Ferreri in Dragonea.
Interno della Basilica
della Badia della SS. Trinità
FONTI :
-
Descrizione storico-artistica illustrata della Badia della SS. Trinità di Cava , a cura dei monaci benedettini della Badia di Cava (Salerno), tip. monastica Badia di Cava, 1927.
-
Cava Sacra , di don Attilio Della Porta , Di Mauro, Cava de' Tirreni (SA), 1965.
-
L'Abbazia benedettina della Santissima Trinità de La Cava , Raccolta di Paul Guillaume , 1875, traduzione di Paola Malavenda.
-
La Badia di Cava nella storia e nella civiltà del Mezzogiorno medievale , a cura di Giovanni Vitolo e Francesco Mottola, Edizioni 10/17, Salerno, 1991.
-
La Badia della SS. Trinità di Cava , Guida storico - artistica a cura dei PP. Benedettini , Badia di Cava, 1994.
-
L'immagine di Sant'Alferio è tratto dal dipinto di don Raffaele Stramondo.
-
Badia benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni , articolo introduttivo alla Badia della SS. Trinità di Cava pubblicato su ARTCUREL.
-
www.badiadicava.it Sito ufficiale della Badia della Santissima Trinità di Cava
-
Fonte midi : KYRIE (dalla Missa de angelis , canto gregoriano) www.parrocchie.it/bari/santacecilia/midi/canti_k.htm
Informazioni turistiche Abbazia
Benedettina della SS. Trinità di Cava :
Visite guidate della Abbazia
Benedettina della SS. Trinità di Cava.
Percorso visita: Cattedrale, Grotta di S. Alferio, Chiostro, Nuova ed Antica
Sala Capitolare, Catacombe, Museo.
Per informazioni e prenotazioni visite guidate rivolgersi ad Anna Russo
tel. 347-1946957, e-mail:
annarusso_04@fastwebnet.it .
Vedi anche il links : www.badiadicava.it .
(si ringrazia Anna Russo per la documentazione fotografica gentilmente fornita
alla Redazione di Artcurel)
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