SPIRITO
CREATORE
PROPOSTE E SUGGERIMENTI PER
PROMUOVERE LA
PASTORALE DEGLI ARTISTI E DELL'ARTE
Sussidio dell'Ufficio nazionale
per i beni culturali ecclesiastici
della Conferenza Episcopale
Italiana
Secondo anno di preparazione al Grande Giubileo
del 2000
dedicato allo Spirito Santo dono di Verità e di
Vita
“E
Dio vide che era bello”
(Genesi
1,4.10.12.18.21.25.31
traduzione interconfessionale in lingua corrente)
traduzione interconfessionale in lingua corrente)
“Il Signore rivestì di maestosa bellezza la Chiesa che, deponendo nel
battesimo la bruttura di ogni delitto, brillò dello splendore della grazia
celeste”
(S.
Ambrogio)
“Noi
siamo assetati di bellezza”
(Giovanni
Battista Montini)
“L’arte
è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. E’ parola
primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. E’
la parola dell’origine, che scruta, al di là dell’immediatezza
dell’esperienza, il senso primo e ultimo della vita. E’ conoscenza tradotta in
linee, immagini e suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come
proiezioni sull’arcano della vita, oltre i limiti che il concetto non può
superare: aperture, dunque, sul profondo, sull’altro, sull’inesprimibile
dell’esistenza, vie che tengono libero l’uomo verso il mistero e ne traducono
l’ansia che non ha altre parole per esprimersi. Religiosa, dunque, è l’arte,
perché conduce l’uomo ad avere coscienza dell’inquietudine che sta al fondo
del suo essere e che né la scienza, con la formalità oggettiva delle leggi, né
la tecnica, con la programmazione che salva dal rischio d’errore, riusciranno
mai a soddisfare”
(Giovanni
Paolo II)
PRESENTAZIONE
Ben volentieri presento questo sussidio,
preparato dal competente Ufficio nazionale della CEI, previa consultazione
degli incaricati regionali e di altre persone esperte. Esso si propone come
aiuto per le Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, alle
quali è demandata anche la cura pastorale dell'arte e degli artisti.
Confluiscono in queste note riflessioni
elaborate in occasione di incontri organizzati da alcune Commissioni diocesane
a cui l'Ufficio nazionale ha preso parte; vi convergono anche esperienze e
convinzioni ormai largamente condivise, maturate nei tre decenni che ci
separano dalla conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano
II.
Il sussidio è ricco di suggerimenti e di
proposte, nella speranza che ogni Commissione diocesana ne utilizzi almeno
alcune e ne proponga altre.
La stesura di queste pagine è stata guidata da
un solo desiderio: incoraggiare a operare con intelligente passione, con
fierezza e, per quanto possibile, in modo sempre più concorde.
Gli insegnamenti del Concilio Ecumenico
Vaticano II, le parole e l'esempio
di Papa Paolo VI, il papa degli artisti, di cui si celebra il centenario della
nascita, ci siano di guida e di stimolo.
+ Pietro Garlato
Vescovo di Tivoli
Presidente della Consulta nazionale
per i beni culturali ecclesiastici
Roma, 30 novembre 1997
I domenica di Avvento
INTRODUZIONE
1. Obiettivi e motivi
ispiratori
Il sussidio
Spirito Creatore, proposte e
suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell'arte, vede
la luce in occasione del secondo anno di preparazione al Grande Giubileo del
2000, dedicato allo Spirito Santo, e da esso trae obiettivi e motivi
ispiratori.
Gli obiettivi del sussidio, infatti, sono: aiutare
le diocesi italiane a dare spazio ai talenti artistici nelle varie
manifestazioni della vita ecclesiale, annuncio-celebrazione-testimonianza
della fede, non solo in qualche occasione isolata; fare in modo che all’arte e
agli artisti siano più disponibili tutte le comunità cristiane italiane, non
solo alcune di esse; facilitare il dialogo e l'amicizia tra la Chiesa e gli
artisti, non accontentarsi di rapporti sporadici e funzionali.
Siamo convinti, infatti, che quello
dell'arte sia da considerare un dono dello Spirito fatto ad alcuni per
l'utilità di tutti nella Chiesa e che "tutto ciò che di bello e di positivo
avviene nel mondo è opera dello Spirito Santo”[1]
.
Di fronte ai doni dello Spirito la Chiesa
non può distrarsi, dal momento che è suo compito specifico discernerli e
valorizzarli. La Chiesa che è in Italia, peraltro, a questo proposito si è
particolarmente distinta: essa, infatti, nel corso della sua storia
bimillenaria ha saputo riconoscere e valorizzare i talenti artistici con
risultati che sono espressioni splendide della fede cattolica e patrimonio
dell'umanità intera. Alle soglie del terzo millennio, con questo sussidio si
intende aiutare le diocesi italiane a dare nuovo vigore a questo loro
atteggiamento tradizionale e, nello stesso tempo, a rinnovarlo secondo le
esigenze attuali. La Chiesa non deve, non può avere paura dell’arte e degli
artisti[2].
2. Destinatari
Il sussidio viene offerto in primo luogo alle
Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, gli organismi
diocesani istituiti dai Vescovi perché si prendano cura di tutto quanto
riguarda l'arte sacra e i beni culturali.
Le Commissioni diocesane per l'arte sacra e
i beni culturali, a nome e per conto dei Vescovi, hanno il compito di moderare
e di promuovere l'arte sacra e i beni culturali e, complessivamente, di
favorire, promuovere e coordinare la pastorale dell'arte e degli artisti.
Compete al Vescovo, infatti, insegnare anche il valore teologico e spirituale
delle arti
[3]
.
In collaborazione con le famiglie religiose, le
associazioni, i movimenti, i gruppi e le singole persone, che da tempo e nelle
più diverse forme dialogano con gli artisti e ne valorizzano gli apporti,
sarebbe opportuno che le diocesi italiane prendessero l'iniziativa in modo
diretto, organico e con il coraggio e il discernimento necessari.
3. Contenuti
Il Sussidio contiene suggerimenti e indicazioni
relativi ad alcuni punti nevralgici dell'azione pastorale in relazione
all'arte e agli artisti. In particolare, precisa gli obiettivi fondamentali da
perseguire in vista del Grande Giubileo e stimola a guardare oltre il
Giubileo, nella prospettiva del terzo millennio; specifica i principali spazi
di azione e le iniziative da privilegiare; individua le strutture diocesane,
interdiocesane, regionali e nazionali sulle quali questa specifica azione
pastorale fa perno.
4. Suggerimenti per l'uso
I suggerimenti contenuti nel sussidio vengono
offerti alle Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali come
aiuto e stimolo perché esse li usino con grande libertà e creatività. Ciò che
si desidera è che in ogni diocesi, in ciascuna secondo la propria storia e in
relazione al proprio concreto contesto, si compia un passo avanti rispetto
alla situazione attuale.
L'auspicio è che da un atteggiamento di stima per
l'arte e per gli artisti - ancora piuttosto teorica, prudente e timorosa, che
si esprime in isolate iniziative occasionali, più preoccupate della tutela del
patrimonio esistente che della promozione di nuove opere - si passi a un
atteggiamento di considerazione più esplicita, motivata, inserita
organicamente nell'attività pastorale ordinaria, capace di dare vita a
iniziative in modo più dinamico e propositivo anche in relazione alle arti e
agli artisti.
5. Quali arti e quali artisti
Quando nel sussidio si parla di arte e di artisti
ci si riferisce senza distinzioni a tutti gli artisti e a tutte le arti. Pur
con le debite distinzioni, infatti, le arti, sia quelle che hanno una lunga
storia alle spalle - architettura, pittura, scultura, poesia, teatro, musica,
canto, danza -, sia quelle più recenti - fotografia, cinema, televisione, arti
multimediali -, sono da considerare, nella loro globalità, un dono offerto
all'umanità e alla Chiesa, alla cui sorgente sta lo Spirito Creatore. Se le
esemplificazioni e i riferimenti diretti terranno conto prevalentemente di
alcune tra le esperienze artistiche più diffuse nel campo della architettura,
pittura e scultura, mediante opportune iniziative ci si preoccupi di estendere
l'attenzione alle altre arti e di mantenere vivi i rapporti tra le diverse
arti e i diversi generi di artisti, secondo una visione circolare e dinamica
dei doni e delle capacità.
6. Il contesto
Sullo sfondo del sussidio c'è un fenomeno molto
positivo: il crescente e reciproco interesse tra la Chiesa e gli artisti,
particolarmente evidente nell'ultimo decennio del nostro secolo. Molti fatti
ne danno testimonianza: l'emergere più esplicito delle tematiche religiose e
cristiane in molte opere e manifestazioni artistiche; la crescente attenzione
personale degli artisti nei riguardi della Chiesa, dei fatti spirituali e
cristiani; una più organica presenza ecclesiale nel campo delle arti che si è
espressa nella pubblicazione di documenti ufficiali, nella istituzione di
nuovi organismi e nella promozione di numerose iniziative.
Il sussidio va letto e utilizzato in stretta
connessione con alcuni documenti pubblicati recentemente dalla Conferenza
Episcopale Italiana: I beni culturali della Chiesa in Italia, edito nel
1992, La progettazione di nuove chiese, edito nel 1993,
L'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, edito nel 1996 e
nel contesto del "Progetto culturale orientato in senso cristiano", promosso
dai vescovi italiani nel 1997[4].
I
L'ARTE E GLI ARTISTI NELLA VITA DELLA CHIESA
IN ITALIA ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO
a. il
bilancio del secolo xx:
dalla
rottura alla ripresa del dialogo
7. Necessità di un
bilancio del XX secolo
Giunti al termine del
XX secolo è naturale pensare a delineare il bilancio di
una vicenda che è poco nota e, a prima vista, è contrassegnata più da ombre
che da luci.
Già il Papa Paolo VI in occasione dell'incontro
con gli artisti il 7 maggio 1964, aveva tentato un primo bilancio a proposito
dei rapporti tra la Chiesa e gli artisti contemporanei. Papa Montini non aveva
esitato a riconoscere con sincerità i torti della Chiesa, senza tacere quelli
degli artisti, ma non si era fermato a questo: proponeva agli artisti di
rinnovare il tradizionale patto di amicizia e di alleanza con la Chiesa.
Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, nella Lettera
apostolica Tertio millennio adveniente, pubblicata il 10 novembre 1994,
insiste perché, "mentre il secondo millennio del cristianesimo volge al
termine, la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato
dei suoi figli... Essa non può varcare la soglia del nuovo millennio senza
spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori, infedeltà,
incoerenze, ritardi." (nn. 33-36)
Dunque, a proposito dei rapporti tra la
Chiesa, le arti e gli artisti nel secolo XX,
per poter discernere validi insegnamenti ed errori, intuizioni felici e
ritardi, è bene intraprendere un cammino di studio e di conoscenza delle opere
e degli artisti, nel contesto storico e geografico, in generale e
specificamente per le singole diocesi. A questo proposito, qui di seguito
presentiamo alcune riflessioni molto schematiche.
8. La prima metà del secolo
Se si prende in considerazione la prima metà
del secolo XX, la situazione che
si presenta è di incomprensione e di polemica aperta. Da una parte la Chiesa
si colloca in una posizione di chiusura rispetto alle novità e di difesa delle
forme tradizionali, si sente tradita e non più compresa dalle arti e dagli
artisti più innovativi. Dall'altra, le arti e gli artisti rivendicano una
assoluta libertà, accentuano l'autonomia da qualsiasi mondo di valori,
teorizzano la provocazione, il rifiuto della tradizione, il distacco
volontario nei confronti del grande pubblico[5].
La necessità di rinnovare radicalmente
linguaggi e impostazione è espressione propria delle avanguardie storiche, in
sintonia con le fratture filosofiche caratteristiche dei primi tre decenni del
nostro secolo. Esse, a questo scopo, hanno ritenuto indispensabile prendere le
distanze dalle forme di espressione artistica, dalle istituzioni formative,
dai riferimenti e dalle fonti di ispirazione tradizionali[6].
In questo contesto molti artisti hanno visto nella
Chiesa la principale avversaria della modernità, in quanto la massima tra le
istituzioni arroccata nella conservazione dei valori della tradizione. E’ bene
ricordare, tuttavia, che, nonostante il clima fortemente polemico, anche in
Italia, da ambo le parti non sono mai mancate persone, gruppi e istituzioni
che, sia pure in posizione isolata e fortemente minoritaria, hanno tenacemente
continuato a credere alla possibilità del dialogo e della comprensione
reciproca, senza rinunciare né al legame con la tradizione né alle sfide dei
tempi nuovi.
In sintesi, nella prima metà del secolo, in
Italia, il dialogo tra la Chiesa e gli artisti, che per secoli è stato
fiorente, è stato fortemente messo in crisi, fino a giungere alle soglie della
rottura. Là dove il dialogo è stato mantenuto, ha comunque incontrato molte
difficoltà.
9. La seconda metà del secolo
Se si prende in esame la seconda metà del secolo,
si nota che, già a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, la
situazione accenna a migliorare. Nei decenni successivi la situazione evolve
poi in modo sempre più positivo. In Italia la svolta si è avuta negli anni
'50, proprio a partire dalla celebrazione dell’Anno Santo.
Con il Concilio Ecumenico Vaticano
II, in particolare nella Costituzione
pastorale Gaudium et spes, la Chiesa finalmente ha valorizzato il
contributo innovativo dei movimenti ecclesiali ed artistici attivi fin
dall'inizio del secolo specialmente in Francia e in Germania, e ha proposto un
dialogo aperto, rispettoso e cordiale con la società contemporanea e in
particolare con l'arte e la cultura del nostro tempo.
Dall’interno del mondo dell’arte, per una sorta di
sviluppo interno dalle molteplici componenti, oltre che in risposta al mutato
atteggiamento della Chiesa, la disponibilità alla collaborazione con la Chiesa
da parte degli artisti è diventata gradualmente più esplicita ed estesa fino a
raggiungere, nell'ultimo scorcio del secolo, un livello e un'intensità del
tutto inimmaginabili qualche decennio prima.
In sintesi, nella seconda metà del
XX secolo molti sintomi fanno capire che
nei rapporti tra la Chiesa cattolica e le arti la situazione è migliorata.
Permangono ancora molti ostacoli: le discipline teologiche non dimostrano
particolare interesse al mondo dell'arte e viceversa, la formazione artistica
del popolo di Dio è ancora ai primi passi, le relazioni tra Chiesa e artisti
stentano a svilupparsi, le nuove opere d'arte che la Chiesa promuove sono
spesso di livello modesto quando non sono decisamente insoddisfacenti[7].
10. In una prospettiva più allargata
A una considerazione un poco più
attenta, tuttavia, la fisionomia del XX secolo presenta
una notevole complessità e richiederebbe quindi un'analisi approfondita, di
cui si sente la necessità.
In particolare, accentuando la prospettiva
storica, ci si rende conto che alcune caratteristiche dell'arte che noi
consideriamo tipiche del nostro secolo, in parte costituiscono l'esito di un
processo evolutivo le cui radici affondano nei secoli precedenti, in parte
sono espressione del difficile rapporto con la modernità che caratterizza
tutti i settori della cultura occidentale, in parte anticipano e riflettono,
esasperandoli, alcuni aspetti della cultura contemporanea (individualismo,
sperimentalismo, secolarismo). In relazione al futuro, in particolare, le arti
hanno saputo identificare ed esprimere per tempo i movimenti profondi della
società, ponendosi talvolta come “segno dei tempi”, altre volte come “segno di
contraddizione”, altre, infine, registrando passivamente la situazione.
Resta il fatto che i rapporti tra la Chiesa
e le arti erano entrati in crisi già a partire dalla seconda metà del
XVIII secolo non tanto in relazione a
questioni di rinnovamento linguistico, ma per ragioni più radicali, relative
al senso stesso del rapporto tra arte e religione. Le domande che sono emerse
in quel secolo e che anche oggi sono aperte e ci interpellano, nonostante che
i rapporti tra Chiesa e arti siano migliorati, sono: quale significato hanno
le arti in relazione alla identità, alla espressione e alla comunicazione
della fede? Quale significato sostanziale ha la religione cattolica per lo
sviluppo dell'arte, considerata come disciplina creativa autonoma? Con tali
domande radicali occorrerà confrontarsi seriamente all'inizio del nuovo
millennio per essere autentici e per dare solidità al rapporto tra Chiesa e
artisti.
b.
l'obiettivo per il terzo millennio:
attuare
l'insegnamento del concilio ecumenico vaticano ii
11. Un insegnamento ancora da mettere in pratica
L'obiettivo da perseguire in vista del terzo
millennio per quanto riguarda la pastorale dell'arte e degli artisti è già
stato identificato nelle linee generali dai documenti del Concilio Ecumenico
Vaticano II. Fino a oggi, per
varie ragioni, in Italia tale insegnamento non è stato ancora sufficientemente
conosciuto e non ha trovato l'accoglienza che meritava; perciò non si è ancora
tradotto in un progetto pastorale coerente e condiviso. A trent’anni dalla
fine del Concilio sembra ormai giunto il momento di prenderlo in seria
considerazione e di iniziare a metterlo in pratica con la necessaria
determinazione.
L'insegnamento conciliare riguardante l'arte non è
contenuto in un unico documento ma è presente, prevalentemente per accenni,
nei più diversi contesti: nelle costituzioni, nei decreti, nelle
dichiarazioni, nei messaggi conclusivi, nei discorsi di apertura e di chiusura
delle sessioni conciliari. Per interpretarlo in maniera corretta, inoltre, è
bene tenere presente che esso è stato elaborato in forma graduale dall'inizio
del Concilio, con la Costituzione sulla liturgia, fino alla fine del Concilio
stesso con il messaggio agli artisti.
I documenti che, con maggiore ampiezza e in
forma diretta, trattano dell'arte e degli artisti sono la Costituzione
Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, capitoli VI e VII, dedicati
rispettivamente alla musica sacra e all'arte sacra e la sacra suppellettile, e
la Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa
nel mondo contemporaneo, capitolo II, dedicato alla cultura[8].
Accenni significativi al tema si trovano anche nei documenti dedicati
all'attività missionaria e all'ecumenismo, all'ufficio pastorale dei Vescovi
nella Chiesa, all'apostolato dei laici e ai mezzi di comunicazione sociale.
12. L'insegnamento del Concilio
Volendo richiamare in forma sintetica il messaggio
conciliare sull'arte possiamo condensare gli spunti sparsi nei documenti del
Concilio in tre serie di affermazioni:
In primo luogo il Concilio
-
manifesta la convinzione che
l'opera degli artisti abbia grande importanza per la vita della Chiesa[11],
-
esprime sincero apprezzamento
per i linguaggi artistici appartenenti alle diverse culture e regioni,
compresi quelli contemporanei[12].
In secondo luogo, rivolgendo l'attenzione alla
liturgia, il Concilio assume alcuni impegni:
-
impegna la Chiesa a
conservare, adattare e arricchire il patrimonio artistico ecclesiastico, in
particolare quello liturgico[13],
-
impegna, in particolare, la Chiesa a
dare spazio, nell'ambito stesso della liturgia, alle diverse espressioni
dell'arte contemporanea.
In terzo luogo il Concilio riconosce la necessità
della formazione e perciò
-
prospetta iniziative formative
in materia di arte, diversificate, per i chierici, per gli artisti, per altre
categorie di persone competenti[14]
.
Il testo che si può proporre come sintesi
dell'insegnamento conciliare, anche per il suo carattere di urgenza, è quello
contenuto nella Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium
et spes, n. 62: Bisogna perciò impegnarsi affinché gli
artisti si sentano compresi dalla Chiesa nella loro attività e, godendo di
un'ordinata libertà, stabiliscano più facili rapporti con la comunità
cristiana.
Siano riconosciute dalla Chiesa le nuove
tendenze artistiche adatte ai nostri tempi secondo l'indole delle diverse
nazioni e regioni.
Siano ammesse negli edifici del culto, quando,
con un linguaggio adeguato e conforme alle esigenze liturgiche, innalzano lo
spirito a Dio.
c. le
scelte strategiche
Dare concreta, coerente e realistica attuazione
all'insegnamento del Concilio in materia di pastorale dell'arte e degli
artisti è doveroso, ma non è un'impresa facile. Si corre il rischio di
improvvisare in maniera imprudente e di cedere a retoriche superficialità.
Perciò, oltre ad avere ben chiaro l’obiettivo a cui mirare, occorre procedere
sulla base di alcune precise scelte strategiche, che presentiamo brevemente.
13. Riconoscere e valorizzare i carismi, le iniziative e le istituzioni
esistenti
a) La prima e fondamentale scelta strategica
consiste nel riconoscere con generosità i "carismi" artistici esistenti
all’interno della comunità ecclesiale, tra i laici, i religiosi e le
religiose, i sacerdoti diocesani. Si dia spazio alla multiforme pluralità di
doni artistici, superando ogni atteggiamento puramente funzionale, che porta a
riconoscere solo i "carismi" considerati utili a determinati scopi.
Distinguendo il livello amatoriale e quello professionale, tra i "carismi" più
modesti o solo incipienti e quelli di provato e riconosciuto valore, le
diocesi guardino con simpatia a tutti gli artisti e a ciascuno di essi,
secondo le rispettive capacità, e offrano loro, con il giusto senso critico e
con generosità, occasioni e possibilità di espressione.
Non ci si limiti a coltivare e a valorizzare gli
artisti che, a vario titolo, operano già all'interno delle comunità
ecclesiali. Si rivolga con insistenza l'attenzione e si cerchi il dialogo,
l'amicizia e la collaborazione con il mondo variegato degli storici dell’arte,
dei critici e degli artisti.
b) Le iniziative e le istituzioni artistiche
esistenti in Italia, sia in ambito ecclesiale sia al di fuori di essa,
meritano di essere conosciute e valorizzate: esse costituiscono riferimenti di
fondamentale importanza per la pastorale dell'arte e degli artisti.
Nel nostro paese, infatti, esiste una vasta
rete di musei e di collezioni ecclesiastiche, pubbliche e private; inoltre,
operano numerose gallerie private; sono attive anche numerose collezioni di
arte sacra contemporanea a Roma (presso i Musei Vaticani), ad Assisi (presso
la Pro Civitate Christiana), a San Gabriele dell'Addolorata (Teramo), a
Bologna (la Fondazione G. Lercaro), a Milano (la Galleria di arte sacra dei
contemporanei), a Brescia (il Centro Arte e Spiritualità)[15].
Inoltre, non mancano le mostre d'arte contemporanea di grande rilievo, come la
Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma. Non sono
poche le iniziative di valore dedicate all'arte sacra. Vi sono dunque molte
potenzialità che attendono solo di essere meglio valorizzate.
c) Il Concilio invita a dare spazio all'arte
antica, a quella contemporanea e ad aprirsi a quella futura, a ogni tendenza e
corrente, dal momento che la Chiesa cattolica non possiede né canoni
linguistici né uno stile proprio.
Il Concilio invita dunque ad abbattere i bastioni
in tutte le direzioni: verso est e verso ovest, verso nord e verso sud. Ogni
regione italiana, ma anche ogni nazione dei cinque continenti, ha ricchezze
artistiche alle quali attingere e da fare conoscere.
14. Dialogare con simpatia, coltivare relazioni con gli artisti
In particolare è nei riguardi dell'arte
contemporanea che le diocesi italiane sono invitate a rivolgere l'attenzione e
ad aprire il dialogo. I messaggi dell'arte contemporanea, infatti, sono spesso
di una folgorante immediatezza, ma talvolta non sono perspicui: richiedono
molta attenzione, paziente discernimento, l'aiuto di esperti in varie
discipline.
Molti artisti, per le più diverse ragioni,
esprimono il desiderio di prendere contatto con i responsabili ecclesiastici.
Non pochi responsabili ecclesiastici, a loro volta, vorrebbero prendere
contatto con gli artisti. Entrambi si cercano, ma hanno difficoltà ad
incontrarsi perché abitualmente non si frequentano; le occasioni e i luoghi di
incontro sono troppo limitati o troppo specializzati.
A questo scopo suggeriamo perciò, in primo luogo,
ai membri delle Commissioni diocesane di valorizzare le occasioni esistenti,
di inventare nuove occasioni di incontro e soprattutto di frequentare
assiduamente gli artisti. Potranno così nascere rapporti di conoscenza e di
amicizia, che consentiranno l'incontro tra la Chiesa e gli artisti, anche
nelle dimensioni più personali e familiari.
Gli artisti si possono incontrare nelle gallerie
d'arte, nei loro studi, in occasione di mostre. Inoltre è possibile e
opportuno incontrare studenti e docenti nelle Accademie d'arte pubbliche e
private e nelle Facoltà universitarie. Esperti, storici e critici d'arte,
direttori di musei di arte contemporanea possono aiutare a conoscersi.
Un secondo strumento che consente di avviare
contatti con il mondo dell'arte e degli artisti è l'informazione. Per poter
animare il mondo dell'arte, le Commissioni diocesane si informino sulle
iniziative ecclesiali e non ecclesiali e informino sulle iniziative che
intendono realizzare o che hanno realizzato (concerti, mostre, inaugurazione
di nuove opere d'arte), utilizzando i numerosi strumenti a disposizione, a
partire dai quotidiani e dalle riviste specializzate, fino alle pubblicazioni,
alla radio e alla televisione. Il mondo degli artisti è molto attento a quanto
avviene nella Chiesa.
Le iniziative promosse dalle diocesi italiane sono
molto più numerose di quanto si supponga, ma non sono ancora sufficientemente
note. Facendo circolare le informazioni tra le diocesi, almeno a livello
regionale e nazionale, si faciliteranno molto i contatti anche con gli
artisti.
Il terzo strumento che può facilitare la creazione
di relazioni personali è la collaborazione tra le Commissioni diocesane, che
meriterebbe di essere intensificata almeno nell'ambito della stessa regione.
Anche la più piccola tra le diocesi dispone almeno di qualche informazione che
può risultare utile alle diocesi vicine: è a contatto con persone competenti,
con artisti di riconosciuta capacità; ha fatto esperienze (concorsi, mostre)
riuscite e meno riuscite. Collaborare, in questo campo, significa far
conoscere, mettere a disposizione le competenze, evitare che altri siano
costretti a cominciare da capo, fare tesoro delle esperienze e delle
conoscenze altrui.
15. Avviare la ricerca storica e teologica
In terzo luogo è urgente avviare un lavoro di
approfondita ricerca circa la storia e il significato dell'arte nella vita
della Chiesa, in relazione a determinati periodi storici, a particolari aree
territoriali e tematiche, con la collaborazione di persone operanti nelle
Università italiane, ecclesiastiche e statali, competenti in discipline
teologiche, storiche, artistiche.
L'esigenza sentita di dare vita a iniziative
formative, da una parte, e, dall'altra, le numerose iniziative di carattere
celebrativo e occasionale che continuano a essere organizzate nelle diocesi
italiane mettono in luce la necessità di questo tipo di lavoro. Si tratta di
un lavoro di carattere fondativo, continuativo e multidisciplinare, che in
modo organico e sistematico porti alla luce le complesse vicende storiche, le
motivazioni e i significati molteplici dell'impegno della Chiesa per la
promozione delle arti e il significato delle arti per la vita della Chiesa. Da
più parti, dunque, viene la richiesta di dare risposta a queste domande
radicali e di non limitarsi a divulgare e a far apprezzare il patrimonio
esistente.
Dal momento che in Italia non esiste un Istituto
dedicato esclusivamente alla ricerca in tale ambito, le diocesi italiane, da
sole o, meglio, in collaborazione tra loro e con le diverse Istituzioni
accademiche ecclesiastiche e civili esistenti, sono invitate a dare vita a
iniziative che si propongano questo obiettivo o che si muovano in questa
medesima prospettiva, in sintonia con il "Progetto culturale orientato in
senso cristiano".
16. Curare la formazione del popolo di Dio e degli artisti
La quarta scelta strategica riguarda la formazione
del popolo di Dio, dei committenti, degli artisti e dei tecnici.
A questo proposito occorre che le Commissioni
diocesane valutino attentamente la situazione e programmino iniziative
formative adeguate ai diversi tipi di destinatari e chiaramente definite nei
contenuti.
Molti tecnici e artisti ne fanno richiesta. Alcune
diocesi o alcuni gruppi di diocesi vicine hanno promosso iniziative ben
riuscite che si possono assumere come modello per analoghe iniziative.
La formazione di base e la formazione
permanente dei committenti ecclesiastici e religiosi è il problema più grave e
urgente, ma rimane forse quello più difficile da affrontare. Questo argomento
richiede una specifica ed approfondita riflessione a livello regionale e
nazionale, da sviluppare unitamente ai responsabili della formazione di base e
permanente del clero e dei religiosi, facendo riferimento allo specifico
documento della Pontificia Commissione per la conservazione del patrimonio
artistico e storico della Chiesa[16]
pubblicato il 15 ottobre 1992.
17. Qualificare la committenza ecclesiastica.
Quinta scelta strategica. Le occasioni perché
la committenza ecclesiastica agli artisti possa esprimersi sono ancora molto
numerose e varie: si pensi alle chiese nuove da progettare, agli interventi di
restauro e di adeguamento liturgico, alle vetrate e ai dipinti, ai manifesti,
alle pubblicazioni, ai sussidi liturgici e catechistici.
Se nel momento del bisogno non possono contare
sulla consulenza della Commissione diocesana o sulla conoscenza di persone
competenti, i committenti ecclesiastici rischiano di finire nelle mani di
operatori incapaci o di artisti intriganti, con risultati modesti. Sarà bene,
perciò, che le Commissioni diocesane siano particolarmente presenti e attive
nel momento in cui i parroci e gli economi diocesani sono alla ricerca degli
architetti e degli artisti per affidare loro incarichi di lavoro; i diretti
committenti non siano lasciati soli ad affrontare imprese per le quali non
sono in alcun modo preparati.
Le Commissioni diocesane, infatti, non devono
limitarsi a verificare i progetti e a esprimere i pareri di loro competenza.
Hanno il compito di prendere l'iniziativa, intervenire, proporre, suggerire
soluzioni, indicare rose di nomi di artisti e di progettisti veramente
qualificati, offrire schemi di bandi di concorso. Un incarico ben dato, un
concorso bene organizzato valgono moltissimo dal punto di vista formativo e
propositivo; possono risultare più incisivi di un convegno o di un documento.
II
GLI AMBITI E LE INIZIATIVE DI UNA PASTORALE
PER L'ARTE E PER GLI ARTISTI
a. gli
ambiti
Alcuni si domandano quali sono gli ambiti di cui
le diocesi italiane dispongono per promuovere la pastorale dell'arte e degli
artisti. Fino a qualche anno fa la risposta era limitata alla liturgia, come
se l'unica arte di cui la Chiesa si potesse interessare fosse l'arte per la
liturgia, la cosiddetta “arte sacra”. Da qualche anno l'attenzione si è estesa
ai beni culturali da conservare e da valorizzare.
A questo proposito occorre chiarire che non
vi è momento o aspetto della vita ecclesiale che si possa considerare a priori
estraneo ai "linguaggi" dell'arte. La Chiesa è per definizione "sposa tutta
bella", "regina rivestita di bellezza dal suo Signore". Essa non può
presentarsi sciatta e disadorna in nessun momento o atto della sua vita: la
bellezza, per quanto sobria, le appartiene, fa parte del suo modo di essere
prima che del suo agire.[17]
18. L'annuncio della Parola
In primo luogo vi sono gli spazi offerti dalle
svariate forme in cui si esprimono l'evangelizzazione, la catechesi e la
comunicazione della fede e nella fede.
Per quanto l'alleanza tra l'arte e la parola, tra
l'arte e la catechesi sia considerata tradizionale in occidente, occorre
ribadire che tale alleanza va continuamente rinnovata, dal momento che rischia
di decadere o di essere totalmente trascurata. E’ solo da poco tempo e in
pochi luoghi che il patrimonio artistico, di cui le diocesi italiane sono
dotate, è ritornato a essere considerato uno strumento adatto alla
comunicazione della fede.
In particolare, in vista del Grande Giubileo, è
bene che le diocesi (i responsabili per i beni culturali, per il turismo, per
il Giubileo) si organizzino adeguatamente, chiedano la collaborazione di
storici dell'arte, artisti, critici, grafici, teologi, catecheti, preparino
sussidi e iniziative per consentire ai pellegrini e ai turisti di accostarsi
alle opere d'arte sacra come a veri monumenti della fede cristiana.
La stessa catechesi parrocchiale avrebbe solo da
guadagnare se si aprisse di più alle grandi potenzialità del patrimonio
artistico italiano. Questo campo è aperto e promettente: i responsabili
diocesani per i beni culturali e per la catechesi vi lavorino insieme,
chiedano la collaborazione di storici dell'arte, critici, illustratori,
grafici veramente esperti. Il nuovo catechismo C.E.I. per gli adulti "La
Verità vi farà liberi", e il Catechismo dei giovani/2 “Venite e vedrete” da
questo punto di vista, meritano di essere assunti come modelli da imitare.
Occorrerebbe inoltre estendere l'attenzione a
tutti gli strumenti di comunicazione intraecclesiale, anche i più modesti, dai
bollettini parrocchiali, ai manifesti, alle riviste per il clero, ai
settimanali: si tratta di strumenti di grande incidenza educativa, solitamente
assai trascurati, realizzati spesso in modo dilettantesco che, al contrario,
costituiscono spazi ideali di lavoro e di impegno per esperti grafici,
illustratori, artisti multimediali.
19. La liturgia
La liturgia è stata per secoli e continua a
essere, per sua natura, un terreno ideale di incontro tra la Chiesa e l'arte.
In realtà, a questo riguardo, il bilancio del nostro secolo non è
entusiasmante, anzi occorre dire che è spesso deludente. La convinzione che la
liturgia, per essere se stessa, meriti il meglio dal punto di vista artistico
non è affatto condivisa, nelle scelte concrete, da buona parte della
committenza ecclesiastica. Al contrario, il dilettantismo e il pragmatismo
spesso trionfano. Normalmente ci si accontenta del minimo indispensabile, in
nome di un preteso funzionalismo e didatticismo, senza la benché minima
preoccupazione per la ricerca della qualità. Sembra che l'apporto delle arti
sia ritenuto marginale e solo facoltativo per la celebrazione dei misteri
della fede. La mancanza di formazione e di competenze lascia spazio a
interventi di modestissimo livello ed è la ragione per cui molte occasioni per
incarichi agli artisti sono state perdute.
Specialmente in relazione alla liturgia,
dunque, è urgente che le Commissioni diocesane prendano l'iniziativa con
grande determinazione perché essa torni a essere il campo in cui le migliori
energie professionali e artistiche vengano convocate e messe alla prova. Vi è
necessità di architetti, pittori e scultori, ma anche di musicisti,
scenografi, grafici, stilisti di moda, arredatori, esperti in arredo floreale,
registi, esperti del suono e della luce, dotati di grandi capacità e
opportunamente preparati, che aiutino le chiese a diventare ciò che sono
chiamate a essere, "segni e simboli delle realtà celesti"[18]
. L’arte non è un lusso né una sovrastruttura, coopera potentemente a “rendere
accessibile, anzi commovente, il mondo dello Spirito, dell’ineffabile”.[19]
20. La testimonianza della carità
Come la storia della Chiesa insegna, i luoghi in
cui la carità (che si esprime non solo attraverso le opere di misericordia
corporale e spirituale, ma nella vita delle comunità religiose e nelle
relazioni tra cristiani) si fa regola di vita sono stati modellati grazie al
largo coinvolgimento degli artisti: gli ospedali, le case di accoglienza, le
scuole, le università, i monasteri sono stati pensati dai loro fondatori come
edifici splendidi, eventualmente poveri, ma sempre molto dignitosi, collocati,
per quanto possibile, in posizioni significative. In essi architettura,
pittura e scultura sono state considerate una necessità, non un lusso. La
dimensione artistica è stata intesa come una componente dell'ospitalità
cristiana: nell'ospite, nel pellegrino, nel malato è presente Cristo stesso.
L'accoglienza che gli è dovuta esige di manifestarsi in forme di qualità
elevata, non inferiori a quelle che la liturgia richiede. La qualità
architettonica e artistica, se è vera, riassume ogni altra qualità funzionale.
Là dove la carità viene praticata con gioia e il bene viene fatto bene, come
ripetono i santi, anche la cura per il bello diventa una scelta naturale.
Anche in questo caso le testimonianze che ci
vengono dall'attualità e dalla storia sono numerose. Per la progettazione
dello Spedale degli Innocenti - il nuovo orfanotrofio della città - Firenze
non ha dubbi, incarica Filippo Brunelleschi, il progettista della cupola di
Santa Maria del Fiore: carità e liturgia esigono il meglio dell'architettura.
A Roma, l’Oratorio della Vallicella, il cui progetto viene richiesto al
Borromini, unisce carità e cultura. D'altra parte, per decorare le celle del
convento di San Marco a Firenze l'incarico non può andare che al Beato
Angelico: anche la vita comune e la preghiera personale non possono fare a
meno dell'arte. Da parte loro, le confraternite, sorte per esercitare le opere
di misericordia spirituale e corporale, in tutte le regioni italiane sono
state fra le più importanti committenti di artisti famosi. Anche oggi le
residenze e i luoghi per il recupero dei tossicodipendenti sono scelti con
grande cura, perché il contatto con la bellezza dell'architettura e della
natura contribuisce a far ritrovare la dignità a chi l'ha smarrita.
b. le
iniziative
Veniamo ora a precisare meglio alcune
iniziative di cui si è parlato in precedenza in modo generico.
21. Iniziative formative.
E' urgente che le Commissioni diocesane, con
la collaborazione dei docenti dei rispettivi seminari, delle Facoltà civili ed
ecclesiastiche e di esperti operanti nelle Istituzioni pubbliche e private,
programmino iniziative formative, ponendo molta attenzione nell'identificare i
destinatari, i programmi, le modalità didattiche.
a)
Quanto ai destinatari è il caso di
ricordare che essi sono molto diversificati e vanno interpellati
distintamente.
A
questo proposito si possono distinguere tre gruppi di destinatari:
gli operatori:
-
artisti professionisti,
-
amatori, appassionati, cultori d'arte,
-
architetti e ingegneri civili, tecnici,
-
creatori di moda,
-
designer,
-
artigiani ed esperti vari;
gli insegnanti e studenti:
-
insegnanti di religione nelle scuole medie,
- docenti degli Studi teologici, delle
Facoltà teologiche, degli Istituti di scienze religiose,
-
docenti delle scuole di ogni ordine e grado,
- studenti dei Conservatori, delle Accademie
di belle arti e delle Facoltà di architettura e di lettere;
i responsabili istituzionali:
-
sacerdoti e responsabili dell'attività pastorale,
-
operatori pastorali (come i gruppi di animazione liturgica parrocchiale).
b) Le iniziative formative possono assumere le più
svariate forme: seminario, ciclo di lezioni limitato nel tempo, settimana
intensiva di studio, corso di formazione di durata annuale.
c) I programmi siano definiti nelle linee generali
dalla Commissione diocesana, non affidati totalmente agli esperti esterni e
comprendano le questioni tecniche, collocandole nel contesto ecclesiale,
presentato dal punto di vista istituzionale, teologico, liturgico e storico.
Si dovrebbe far sì che tra i docenti provenienti dalle diverse Istituzioni si
crei un clima di scambio e una conoscenza profonda.
Nei programmi delle diverse iniziative formative non potranno mancare gli
insegnamenti specifici del Concilio Ecumenico Vaticano II e i recenti
documenti della Conferenza Episcopale Italiana. In generale, inoltre, sarà
opportuno partire dagli interessi più sentiti; ad esempio, pare necessario
dare spazio all'informazione riguardante il significato e i contenuti del
prossimo Grande Giubileo; i programmi dovranno poi allargare l'orizzonte alla
conoscenza della liturgia, della Sacra Scrittura e delle diverse discipline
teologiche.
d)
Meritano una particolare attenzione
le iniziative formative che hanno come destinatari i futuri responsabili delle
comunità cristiane. A questo scopo si consiglia di coinvolgere nelle
iniziative formative promosse in ciascuna diocesi i docenti dei seminari. Non
si esiti, poi, a prendere contatto con i responsabili dei seminari per
studiare con loro opportune iniziative, come incontri con artisti, visite
guidate, cicli di conferenze, viaggi di studio.
22. Iniziative per la conoscenza e la
valorizzazione del patrimonio culturale.
Alcune iniziative volte alla conoscenza e
alla valorizzazione del patrimonio artistico esistente possono essere assai
utili per la pastorale dell'arte e degli artisti.
- Giornate particolari. La celebrazione
annuale del Beato Angelico, il 18 febbraio, recentemente istituita, merita di
essere opportunamente valorizzata. Essa può diventare una valida occasione di
incontro e di scambio con gli artisti. Può diventare la giornata in cui la
Commissione diocesana presenta, illustra e discute pubblicamente il suo
bilancio annuale: iniziative realizzate e programmate.
- Tra le iniziative particolari vanno inserite la
presentazione di interventi di restauro, l'avvio e il completamento di lavori
di rilevanza diocesana, come ad esempio interventi alla cattedrale, al museo,
all'archivio, alla biblioteca diocesana, la presentazione di concorsi, la
inaugurazione di opere d'arte di particolare interesse.
- In alcune diocesi la Commissione usa organizzare
viaggi di studio per conoscere opere e autori in Italia e in altri paesi: si
tratta di un’iniziativa molto valida.
a) Mostre. Le mostre di arte contemporanea
e di arte antica sono iniziative molto importanti; esse sono da considerare
grandi eventi anche per la vita culturale della diocesi e non solo della
comunità civile. Le Commissioni diocesane dovrebbero inserire nei loro
programmi la visita delle mostre italiane più importanti, in modo da farne
oggetto di attenta valutazione e da promuovere incontri e dibattiti
all'interno delle comunità cristiane.
E' buona cosa che, alle condizioni note, le
diocesi collaborino alla preparazione di mostre promosse da Enti pubblici e da
privati che siano veramente qualificati.
Inoltre, le diocesi stesse potranno organizzare
mostre, in occasione di ricorrenze particolari (come la celebrazione del
Sinodo diocesano, il centenario della diocesi, della cattedrale, di qualche
artista).
Il Grande Giubileo costituisce una valida
occasione, con i suoi temi teologicamente forti - Gesù Cristo, lo Spirito
Santo, il Padre -, per realizzare mostre utilizzando il patrimonio artistico
esistente nelle chiese della diocesi.
b) Turismo e pellegrinaggio. Il numero dei
turisti che visitano le chiese italiane sta aumentando ed è destinato a
crescere ulteriormente in occasione del Grande Giubileo e anche negli anni
successivi. Si offre così alle diocesi italiane una notevole occasione di
incontrare molte persone provenienti da altri paesi, di accoglierle e di far
loro conoscere, mediante il patrimonio artistico, le vicende storiche delle
comunità cristiane. L'occasione è davvero storica e non va perduta. Occorre
però preparare personale per l'accoglienza, itinerari, sussidi stampati,
chiese aperte e ospitali. Vi è molto lavoro da fare per le Commissioni
diocesane. Anche in questo contesto possono nascere molte collaborazioni.
c) Ricerca e insegnamento
universitario. I contatti con il mondo accademico e universitario tornano
a essere oggi possibili e ricchi di prospettive per la pastorale dell'arte e
degli artisti. Negli anni recenti due iniziative sono state felicemente
realizzate in varie Università italiane: la promozione di corsi universitari
sulla progettazione di chiese e la realizzazione di opere d'arte a tema
religioso; la partecipazione di esperti teologi a seminari promossi da docenti
delle Università statali e da Accademie di belle arti. Considerato il clima di
grande disponibilità nelle Università italiane, oltre a quelle ricordate,
altre iniziative potrebbero essere realizzate: l'affidamento a docenti
universitari di ricerche riguardanti la storia e il significato dell'arte
sacra; seminari specialistici per docenti di discipline teologiche e
discipline storiche e progettuali; la creazione di borse di studio per tesi di
laurea e tesi di dottorato.
23. Qualificazione delle iniziative artistiche
La promozione della pastorale dell'arte e degli
artisti può avvenire ogni qual volta una comunità cristana intraprenda qualche
iniziativa artistica riguardante, ad esempio, la conservazione, la creazione
(nuove chiese e nuovi complessi parrocchiali) e l'adattamento del patrimonio
architettonico e artistico.
A questo proposito i documenti pubblicati
recentemente dalla Conferenza Episcopale Italiana in merito ai beni culturali,
alla progettazione di chiese nuove e all'adeguamento delle chiese secondo la
riforma liturgica[20]
sono ricchi di indicazioni e attendono di essere divulgati e fatti conoscere.
Tali documenti costituiscono il riferimento naturale anche per i concorsi
promossi dalle diocesi.
In particolare, per qualificare le iniziative
artistiche promosse dalle comunità cristiane, è essenziale che siano
rispettate due condizioni: la individuazione degli operatori a cui affidare
incarichi artistici sia fatta da parte di persone veramente competenti nelle
diverse discipline artistiche, non da parte degli economi parrocchiali o
diocesani (ai quali, comunque, spetta il delicato controllo degli aspetti
economici delle iniziative); le persone incaricate - architetti e artisti -
siano sempre scelti in base alla effettiva, riconosciuta competenza.
24. Concorsi
I concorsi sono strumenti molto conosciuti e
praticati per la ricerca di progettisti e di artisti particolarmente
qualificati e per una migliore comprensione degli stessi temi di
progettazione. La Chiesa cattolica ne ha fatto larghissimo uso nei secoli
scorsi e li sta riscoprendo in questi anni.
La Conferenza Episcopale Italiana, nei documenti
dedicati alla progettazione di chiese nuove e all'adeguamento delle chiese
secondo la riforma liturgica raccomanda l'uso dei concorsi e, in particolare,
dei concorsi a invito.
Recentemente, inoltre, la Conferenza
Episcopale Italiana, allo scopo di migliorare la qualità delle nuove
costruzioni, ha deciso di sostenere finanziariamente le diocesi che indicono
concorsi a invito e di finanziare ogni anno tre grandi concorsi di questo tipo[21].
Perché i concorsi diano i risultati attesi è
indispensabile che essi siano impostati in maniera corretta, sotto il diretto
controllo della Commissione diocesana; al contrario, non è prudente affidarli
totalmente alle parrocchie interessate.
25. L'informazione e la documentazione
Per svolgere il suo servizio sarà opportuno
che ogni Commissione diocesana per l'arte sacra e i beni culturali svolga due
funzioni fondamentali, informare e documentare. Tali funzioni sono di grande
importanza anche nella pastorale dell'arte e degli artisti.
Informare. Si tratta di organizzarsi per
essere disponibili a fornire informazioni a chi si rivolge alla Commissione o
più genericamente alla Curia diocesana. Molte persone, infatti, chiedono
informazioni di carattere generico, ma vi sono studenti, studiosi, artisti,
professionisti che chiedono vere e proprie consulenze. I parroci poi chiedono
informazioni, consulenze e consigli. Anche i giornalisti hanno bisogno di un
punto di riferimento competente in ogni Curia.
Inoltre, molto c'è da fare per mettere in
circolazione le informazioni, utilizzando i canali informali, che consentono
di mantenere contatti continui con le altre diocesi della medesima regione,
con l'Ufficio nazionale e con la Pontificia Commissione per i beni culturali
della Chiesa.
Infine, è necessario alimentare i mezzi di
comunicazione, stampa, radio, televisione, tempestivamente, e con ragionevole
frequenza.
Documentare. Va
da sé che non si può dare quello che non si ha. Per informare, cioè, occorre
essere ben documentati. Anche questo è un compito specifico delle Commissioni
diocesane. Innanzitutto occorre tenere l'archivio dei progetti e degli
avvenimenti diocesani, l'inventario dei beni artistici e storici, il
censimento delle chiese, l'elenco degli archivi, delle biblioteche e dei
musei. In secondo luogo occorre avere a disposizione la raccolta dei
principali documenti della Chiesa che riguardano l'arte sacra e i beni
culturali, le principali riviste di arte, architettura e arte sacra. Infine è
molto utile disporre di uno schedario aggiornato con i nominativi di
professionisti, architetti, artisti, artigiani, imprese, restauratori di
provata capacità da mettere a disposizione di volta in volta dei parroci che
ne fanno richiesta. Una piccola biblioteca specializzata completa il centro
diocesano di documentazione, di cui la Commissione diocesana si serve: testi
conciliari, testi della CEI, cataloghi di mostre, pubblicazioni specializzate,
riviste di settore[22].
III
STRUTTURE DIOCESANE, INTERDIOCESANE
REGIONALI E NAZIONALI
26. Le strutture necessarie
Anche la pastorale per l'arte e per gli artisti,
come ogni altro settore della pastorale, se è debitrice nei riguardi di
personalità carismatiche, ha bisogno di una rete uniforme di operatori
insediati presso le Curie di ogni diocesi. L'arte e gli artisti, essendo per
definizione liberi, non possono certo obbedire a direttive. La pastorale per
gli artisti, invece, ha bisogno di strumenti per crescere. Ciò che proponiamo,
perciò, è semplicemente una rete nazionale, molto leggera, ma omogenea, che
faccia da supporto, offra aiuti e dia suggerimenti. Questa rete non è da
creare, esiste già: è costituita dagli organismi che si prendono cura
dell'arte sacra e dei beni culturali. Si tratta forse solo di completarla, di
sensibilizzarla e di renderla più vivace e solidale.
27. A livello di ogni diocesi
Per la promozione della pastorale dell'arte e
degli artisti gli organismi necessari e sufficienti sono quelli esistenti:
l'Ufficio diocesano per i beni culturali e l'arte sacra e la Commissione
diocesana per i beni culturali e l'arte sacra (i cui
statuti-tipo sono riportati in Appendice)
28. A livello interdiocesano
Là dove se ne presenta la necessità,
specialmente nel caso in cui diocesi molto piccole non riescono, da sole, a
dotarsi degli strumenti necessari, si suggerisce che gli organismi di
cui al numero precedente vengano costituiti a
livello interdiocesano.
29. A livello regionale
La Consulta regionale per l'arte sacra e i beni
culturali (di cui si riporta in Appendice un
possibile statuto tipo) è lo strumento ideale per coordinare l'attività delle
diocesi presenti nel territorio di una medesima regione ecclesiastica.
A livello regionale potrebbe essere assai utile
programmare almeno alcune iniziative formative in comune e predisporre il
calendario annuale delle attività (mostre, convegni).
30. A livello nazionale
A livello nazionale esistono già due
organismi: l'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici, fondato nel
1995, e la Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici, fondata nel
1989. E' attualmente allo studio la istituzione del "Forum delle associazioni
e dei movimenti impegnati nel campo della pastorale dell'arte e degli
artisti".
L'Ufficio nazionale è stabilmente al
servizio delle diocesi e delle regioni per informazioni, consulenza,
conferenze e visite[23].
Dalla sua istituzione l'Ufficio nazionale
compila il calendario annuale delle iniziative artistiche promosse dalle
diocesi o da altri enti[24].
31. Le famiglie religiose, le associazioni e i
movimenti, i gruppi e le singole persone
Il perno della pastorale per l'arte e per gli
artisti, in Italia, è da tempo costituito da famiglie religiose (come i
Francescani, i Gesuiti, i Passionisti, la Famiglia Beato Angelico),
associazioni (come l'UCAI), movimenti (come CL, il Movimento dei Focolari),
gruppi e persone singole. Ad essi si deve il lavoro che in questo secolo è
stato compiuto in Italia. Il loro impegno e la loro presenza rimangono
indispensabili: la saggezza delle Commissioni diocesane saprà prevedere le
forme opportune per garantire una proficua collaborazione.
Alle associazioni e ai movimenti, in particolare è
affidato il compito della formazione dei loro associati e di fare da tramite
tra la Chiesa, gli artisti e le nuove correnti artistiche, in modo da
consentire a tutte le comunità ecclesiali di conoscere artisti e linguaggi
contemporanei e da consentire agli artisti di entrare in contatto con la
Chiesa.
conclusione
32. Messaggio agli artisti
La conclusione più adatta di questo sussidio
rimane ancora oggi il messaggio che il Concilio rivolgeva agli artisti l'8
dicembre 1965, a conclusione dei suoi lavori.
"Ora a voi tutti, adesso, artisti, che siete
innamorati della bellezza e che per essa lavorate; poeti e uomini di lettere,
pittori, scultori, architetti, musicisti, gente di teatro e di cinema…A voi
tutti la Chiesa del Concilio dice con la nostra voce: se voi siete gli amici
della vera arte, voi siete nostri amici!
Da lungo tempo la Chiesa ha fatto alleanza con
voi. Voi avete edificato e decorato i suoi templi, celebrato i suoi dogmi,
arricchito la sua liturgia. Voi l'avete aiutata a tradurre il suo divino
messaggio nel linguaggio delle forme e delle figure, a rendere sensibile il
mondo invisibile.
Oggi come ieri, la Chiesa ha bisogno di voi e
si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate interrompere
un'alleanza feconda fra tutte! Non rifiutate di mettere il vostro talento al
servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello
Spirito Santo!
Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno
di bellezza per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità,
mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al
logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare
nell'ammirazione. E questo grazie alle vostre mani…
Che queste mani siano pure e disinteressate!
Ricordatevi che siete i guardiani della bellezza nel mondo: basti questo a
liberarvi da gusti effimeri e senza valori veri, a rendervi capaci di
rinunciare ad espressioni strane o malsane.
Siate sempre e ovunque degni del vostro ideale, e sarete degni
della Chiesa, la quale, con la nostra voce, vi rivolge oggi il suo messaggio
di amicizia, di salute, di grazie e di benedizione.”
APPENDICE
nota
bibliografica
Allo scopo di approfondire gli argomenti toccati dal presente
documento, è sembrato opportuno preparare una nota bibliografica riguardante
le pubblicazioni in lingua italiana, limitatamente al periodo successivo al
Concilio Ecumenico Vaticano II.
Per comodità si sono distinte: 1) le fonti normative conciliari e
post-conciliari; 2) il magistero papale ed episcopale; 3) i commenti ai testi
conciliari e post-conciliari. Non potevano mancare i riferimenti alle
riflessioni pubblicate nel corso degli anni post-conciliari (4). Salvo rare
eccezioni, non sono stati citati i cataloghi delle numerose mostre promosse
nel periodo preso in esame, argomento che, da solo, meriterebbero uno studio
specifico.
1. fonti
normative conciliari e post-conciliari
fonti normative conciliari
Concilio
Niceno II
Actio VII, 13 oct. 787: Definitio de
sacris imaginibus; Denz. 600-603; Actio VIII, 23 oct. 787: Canones;
Denz. 605-609.
Concilio
Tridentino
Sessio XXV, 3 dec.
1563: Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis Sanctorum, et
sacris imaginibus; Denz. 1821-1825.
Concilio
Ecumenico Vaticano II
Costituzione su la sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, 4 dec.1963
n.
111: venerazione delle immagini; E.V., I, 199;
n.
122: dignità dell'arte sacra; E.V., I, 223-224;
n.
123: libertà di stili artistici; E.V., I, 227;
n. 124: caratteristiche dell'autentica
arte sacra; E.V., I, 228;
opere da allontanare; E.V., I, 229;
n.
125: esposizione delle immagini alla venerazione; E.V., I, 232;
n.
126: a chi spetta giudicare le opere d'arte; E.V., I, 231;
cura per la conservazione delle opere preziose;
E.V., I, 233;
n.
127: formazione degli artisti; E.V., I, 234-236;
n.
128: revisione della legislazione su l'arte sacra; E.V., I, 237;
n.
129: formazione artistica del clero; E.V., I, 239.
Costituzione dogmatica su la Chiesa Lumen
Gentium, 21 nov. 1964
n. 51: richiamo ai decreti del Concilio
Niceno II e del Concilio Tridentino sulla venerazione delle immagini; E.V., I,
424;
n. 67: richiamo ai decreti del Concilio
Niceno II e del Concilio Tridentino circa il culto delle immagini di Cristo,
della Beata Vergine e dei Santi; E.V., I, 443.
Decreto sull'apostolato dei Laici Apostolicam
Actuositatem, 18 nov. 1965
n.
7: anche le arti hanno valore proprio; E.V., I, 936.
Costituzione pastorale su la Chiesa nel mondo
contemporaneo Gaudium et spes 7 dicembre 1965
n. 62: importanza delle arti per la vita
della Chiesa; E.V., I, 1528; apertura alle nuove tendenze artistiche; E.V., I,
1529.
Messaggio del Concilio agli artisti, 8 dic. 1965;
E.V., I, 494-499.
FONTI NORMATIVE POSTCONCILIARI
Consilium ad exsequendam Constitutionem de sacra liturgia,
Lettera circolare ai presidenti delle Conferenze Episcopali, "Le renouveau
liturgique", 30.6.1965; n. 8; E.V., 2, n. 398.
Congregazione per il clero
Lettera circolare ai presidenti delle Conferenze Episcopali, De cura
patrimonii historico-artistici Ecclesiae , 11. 4. 1971 ;
E. V., 4, nn. 655-664.
Congregazione per il culto divino
Principi e norme per l'uso del Messale Romano, 27.3.1975; E.V., 3, n.
2318, 2335, 2343.
Rito per l'incoronazione dell'immagine della Beata Vergine Maria, 1982;
E.V., 7, nn. 1200-1212.
Benedizionale, 31.5.1984; ed. it. 3.7.1992.
Caeremoniale Episcoporum, 14.9.1984
Rito per la benedizione di una croce, pp.
232-234.
Rito per l'incoronazione dell'immagine della
Beata Vergine Maria, pp. 238-242.
Orientamenti e proposte per l'anno mariano, 3.4.1987; n. 92-96
(iconografia mariana).
Penitenzieria Apostolica
Manuale delle indulgenze, Libreria Editrice Vaticana, 1987, n. 6 (Via
crucis), pp. 82-83.
Codice di
diritto canonico
can. 1188: legittimità della esposizione delle immagini;
can. 1189: restauro delle immagini;
can. 1190: alienazione delle immagini.
Conferenza Episcopale Italiana
Norme per la tutela e la conservazione del
patrimonio storico-artistico della Chiesa, 14.6.1974; Enchiridion C.E.I,
2, n. 1319-1350.
Commissione
episcopale per la liturgia, Il rinnovamento liturgico in Italia,
Nota pastorale a vent’anni dalla Costituzione conciliare “Sacrosanctum
Concilium”, 21.9.1983; in particolare il n. 13; Enchiridion C.E.I., 3,
n. 1535.
Precisazioni circa la normativa liturgica, n. 21,
Velazione delle croci e delle immagini, 15.8.1983; Enchiridion C.E.I.,
3, n. 1403.
Orientamenti dell’Episcopato Italiano, I beni
culturali della Chiesa in Italia, 9 dicembre 1992; Enchiridion C.E.I.,
5, nn. 1213-1283.
Commissione
Episcopale per la liturgia, La progettazione di nuove chiese,
Nota pastorale, 18 febbraio 1993; Enchiridion C.E.I., 5, 1329-1463.
Commissione Episcopale per la liturgia,
L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, 31 maggio
1996.
2.
magistero pontificio ed episcopale
MAGISTERO
PONTIFICIO
LETTERE
Giovanni Paolo II, lettera
enciclica Redemptoris Mater, 25.3.1987; n. 33, (immagini mariane),
Giovanni Paolo II, lettera
apostolica Duodecimum Saeculum, 4.12.1987; (Concilio Niceno II).
DISCORSI
Paolo VI
7.5.1964, discorso agli artisti romani;
20.2.1965, discorso alla scuola d'arte cristiana Beato Angelico;
23.10.1965, discorso ai partecipanti al convegno di studio
promosso dall'A.C.A.I.;
27.2.1966, discorso agli architetti e ingegneri;
4.1.1967, discorso ai partecipanti al convegno della
P.C.C.A.S.I.;
7.5.1967, discorso agli artisti;
17.12.1969, discorso alla P.C.C.A.S.I.;
24.6.1973, discorso per l'inaugurazione della collezione d'arte religiosa
moderna;
29.9.1976, discorso agli artisti nel IV centenario della nascita di
Michelangelo;
14.7.1976, lettera al patriarca di Venezia nel IV centenario della morte di
Tiziano;
21.7.1976, discorso al partecipanti al
seminario "L'influenza della ispirazione religiosa nell'arte americana";
8.10.1977, discorso agli artisti in occasione della mostra dedicata a S.
Paolo.
Giovanni Paolo ii
19.11.1980, Monaco, discorso ad artisti e
giornalisti;
27.4.1981, Roma, discorso ai partecipanti al
convegno della P.C.C.A.S.I.;
29.4-6.5.81, Roma, catechesi su "Il corpo";
21.12.1981, Roma, discorso ai vescovi della Toscana in visita "ad limina";
21.5.1983, Milano, discorso agli artisti;
12.9.1983, Vienna, discorso a scienziati e artisti;
20.12.1983, Roma, discorso al personale dei musei vaticani;
18.2.1984, Roma, discorso aí partecipanti al corso della
P.C.C.A.S.I.;
18.11.1984, Roma, discorso agli artisti;
20.5.1985, Bruxelles, discorso agli artisti;
18.6.1985, Venezia, discorso agli artisti;
1.3.1986, Roma, discorso all'U.C.A.I.;
2.5.1986, Roma, discorso ai partecipanti al corso della
P.C.C.A.S.I.;
14.10.1986, Roma, discorso agli artisti cristiani;
8.4.1994, Roma, discorso in occasione della
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25.9.1997, Castel Gandolfo, messaggio ai
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Fassoni, La cappella di Santa Maria degli angeli al Monte Tamaro,
Ticino, opera di Enzo Cucchi e Mario Botta, con la consulenza iconografica
di p. Giovanni Pozzi, in "Domus", 1997/795, pp. 14-21.
C.
Valenziano, Arte e pastorale: andantino moderato, accelerando,
in Chiesa in Italia. Annale de Il Regno. Edizione 1997, Bologna, EDB,
1997, pp. 113-122.
A.
Piersanti (red.), Cento anni di Biennale e di cinema: la presenza
della Chiesa, Roma, Ente dello Spettacolo Editore, 1997; atti del
convegno, Venezia, 16 marzo 1996; pp. 159-254.
E.Genre, Y. Redalie’ (redd.), Arte e teologia, Torino,
Claudiana, 1997; atti dell’incontro delle Facoltà di teologia protestanti dei
paesi latini, Roma, 22-26 settembre 1995.
N.
Valentini, Pavel A. Florenskij: la sapienza dell’amore. Teologia
della bellezza e linguaggio della verità, Bologna, EDB, 1997.
B.
Forte, S. Natoli, Delle cose ultime e penultime. Un dialogo,
Milano, Mondadori, 1997; cfr. in particolare il dialogo n. 7, dedicato alla
bellezza, pp. 71-79.
S.
Baviera, J. Bentini (redd.), Mistero e immagine. L’Eucaristia
nell’arte dal XVI al XVIII secolo, Milano, Electa, 1997; catalogo della
mostra, Bologna, 20 settembre-23 novembre 1997, organizzata in occasione del
XXIII Congresso Eucaristico Nazionale di Bologna.
idem, Mistero e immagine.
L’Eucaristia nell’arte del Novecento, Milano, Electa, 1997; catalogo della
mostra, Cento, 20 settembre-23 novembre 1997, organizzata in occasione del
XXIII Congresso Eucaristico
Nazionale di Bologna.
E. Fouilloux, Le arti al servizio della fede?,
in J.-M.
Mayeur (red.), Guerre mondiali
e totalitarismi (1914-1958). Storia del cristianesimo, Roma, Borla/Città
Nuova, vol. XII, pp. 126-140.
Il bello è inutile?, numero
monografico della rivista “Il Nuovo Aeropago”, 1997/2.
F. Mennekes, L’attualità della
lotta iconoclasta: la 47° Biennale e “Documenta X” in “La Civiltà
Cattolica”, 1997, IV, pp. 254-266.
C. De Carli (red.), Paolo VI e
l’arte. Il coraggio della contemporaneità, Milano, Skira, 1997; catalogo
della mostra, Brescia, 8 novembre 1997 - 25 gennaio 1998.
L. Caramel (red.), Lo
spirituale nell’arte italiana degli anni Venti e Trenta, Milano,
Franco Angeli, 1997.
G. Galeazzi (red.), L’estetica
oggi in Italia, Città del Vaticano, L.E.V., 1997; atti del
convegno, Assisi, 23-24 ottobre 1995.
Suggerimenti
per la costituzione dell'
UFFICIO DIOCESANO1
PER L'ARTE SACRA E I BENI CULTURALI
1. Denominazione e sede
Ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali
L'Ufficio ha sede in...
2. Finalità
a) L'Ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali ha come
principale finalità di coadiuvare in forma stabile l'Ordinario diocesano e gli
enti ecclesiastici posti sotto la sua giurisdizione in tutto ciò che riguarda
la conoscenza, la tutela e la valorizzazione, l'adeguamento liturgico e
l'incremento dei beni culturali ecclesiastici e dell'arte sacra, offrendo la
propria collaborazione anche agli Istituti di vita consacrata e alle Società
di vita apostolica operanti sul territorio della diocesi.
b) L'Ufficio, in particolare, mantiene i contatti e collabora con
le Soprintendenze competenti per territorio nelle materie, nelle forme e
secondo le procedure previste dall'Intesa 13 settembre 1996 tra il Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana e il Ministro per i beni culturali e
ambientali; mantiene i contatti e collabora con altri organi delle Pubbliche
Amministrazioni competenti in materia di beni culturali nelle materie, nelle
forme e secondo le procedure previste da eventuali altre intese.
c) Negli ambiti di sua competenza, infine, l'Ufficio opera allo
scopo di facilitare il dialogo, lo scambio di informazioni, la circolazione di
esperienze e di competenze, la collaborazione all'interno della diocesi, tra
diocesi della Regione e dell'intera Nazione. Opera inoltre per favorire la
collaborazione tra istituzioni, associazioni e gruppi ecclesiali e
istituzioni, associazioni e gruppi comunque operanti nell'ambito dell'arte e
dei beni culturali.
3. Competenze
a) Le competenze dell'Ufficio si estendono a tutte le materie e le
iniziative nelle quali si esprime la conoscenza, la tutela, la valorizzazione,
l'adeguamento liturgico e l'incremento dell'arte sacra e dei beni culturali
ecclesiastici.
b) Le competenze dell'Ufficio si estendono anche agli archivi
storici, alle biblioteche, ai musei e alle collezioni esistenti nella diocesi.
c) Per quanto riguarda le questioni attinenti la liturgia,
l'edilizia di culto, la catechesi, il turismo, i problemi giuridici ed altre
eventuali che risultano connesse con la cura dell'arte sacra e dei beni
culturali, l'Ufficio procede in collaborazione con i competenti Uffici e
organismi di Curia.
4. Riferimenti normativi
L'attività dell'Ufficio si svolge in
ossequio alle norme canoniche universali, nazionali e diocesane e fa
particolare riferimento alle "Norme per la tutela e la conservazione del
patrimonio storico-artistico della Chiesa in Italia", approvate dalla X
Assemblea generale della C.E.I.e promulgate il 14 giugno 1974, agli
Orientamenti "I beni culturali della Chiesa in Italia", approvate dalla XXXVI
Assemblea generale della C.E.I. e promulgate il 9 dicembre 1992, alle Note
pastorali della C.E.I. "La progettazione di nuove chiese", promulgata il 18
febbraio 1993 e "L'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica",
promulgata il 31 maggio 1996.
5. Strumenti
Allo scopo di perseguire le finalità che gli sono state affidate,
l'Ufficio:
a) svolge compiti di consulenza a favore di enti ecclesiastici e
civili;
b) è a servizio dei rappresentanti degli enti ecclesiastici allo
scopo di istruire le pratiche da sottoporre all'esame della Commissione
diocesana per l'arte sacra e i beni culturali;
c) mette in esecuzione le decisioni della Commissione che abbiano
ricevuto l'approvazione dell'Ordinario diocesano, anche per quanto attiene ai
rapporti con le Soprintendenze e altri eventuali Pubbliche Amministrazioni;
d) effettua visite e sopralluoghi;
e) organizza e prende parte a incontri, seminari, convegni e
iniziative formative sia in forma autonoma, sia in collaborazione con altri
organismi ecclesiastici e civili;
f) con la collaborazione della Commissione, elabora circolari,
comunicazioni e strumenti, predispone iniziative e servizi per agevolare la
formazione, la documentazione e l'informazione.
6. Personale
a) Il direttore dell'Ufficio è nominato dall'Ordinario diocesano,
ed è scelto per la sua specifica competenza in materia di arte sacra e di beni
culturali.
Il direttore può essere un dipendente di Curia o un libero
professionista che collabora in forma continuativa con la diocesi o un
competente che svolge la sua attività a favore della diocesi a titolo di
volontariato.
Il direttore può operare a tempo pieno o a tempo parziale; in ogni
caso il direttore dovrà svolgere la sua attività e conservare la
documentazione nei locali di Curia a ciò destinati.
Nell'ambito della diocesi, il direttore non può assumere, neppure
gratuitamente, incarichi di progettazione in materia di arte sacra e di beni
culturali, sia a favore di enti soggetti alla giurisdizione dell'Ordinario
diocesano sia a favore di ordini o istituti religiosi.
b) Oltre al direttore, l'Ufficio può essere dotato di altro
personale nominato dall'Ordinario diocesano.
c) La collaborazione di eventuali volontari alle attività
dell'Ufficio deve avvenire nel rispetto delle vigenti leggi canoniche e
civili.
SCHEMA DI STATUTO
1. Denominazione e sede
La Commissione diocesana per l'arte sacra e i beni culturali,
istituita da...., ai sensi di..., è organo consultivo dell'Ordinario diocesano
in materia di arte per la liturgia e beni culturali.
La Commissione ha sede in ...
2. Finalità
a) Compito specifico della Commissione è di esaminare i progetti,
le richieste e le iniziative che i legali rappresentanti degli enti soggetti
alla giurisdizione dell'Ordinario diocesano presentano all'Ordinario stesso
per ottenere le autorizzazioni previste dalla norme canoniche in materia di
arte per la liturgia e di beni culturali.
b) La Commissione, inoltre, esprime pareri e valutazioni sui
quesiti ad essa sottoposti dall'Ordinario diocesano, dall'Ufficio di Curia
competente in materia di arte e beni culturali, da altri Uffici di Curia e
organismi diocesani.
c) La Commissione, infine, di sua iniziativa o d'intesa con altri
organi ecclesiali, elabora proposte e indirizzi allo scopo di tutelare,
valorizzare e promuovere il patrimonio culturale diocesano, comprese
iniziative informative, di sensibilizzazione e di formazione a favore del
clero diocesano e religioso, dei laici, dei professionisti e degli artisti.
3. Riferimenti normativi
L'attività della Commissione ha come riferimento
specifico, oltre alle disposizioni canoniche universali, nazionali e
diocesane, le "Norme per la tutela e la conservazione del patrimonio
storico-artistico della Chiesa in Italia", approvate dalla X Assemblea
generale della C.E.I. e promulgate il 14 giugno 1974, gli Orientamenti "I beni
culturali della Chiesa in Italia", approvati dalla XXXVI
Assemblea generale della C.E.I. e promulgate il 9 dicembre 1992 e, per quanto
riguarda i progetti di nuove chiese e di adeguamento liturgico, le Note
pastorali della C.E.I. "La progettazione di nuove chiese" del 18 febbraio 1993
e "L'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica" del 31 maggio
1996.
4. Composizione
Sono membri di diritto della Commissione il responsabile
dell'Ufficio di Curia competente in materia di arte e beni culturali, il
responsabile dell'Ufficio liturgico diocesano, i direttori dell'Archivio, del
Museo e della Biblioteca diocesana; ne fanno parte inoltre un architetto, un
ingegnere, un pittore, uno scultore, uno storico dell'arte e uno storico
dell'architettura, un teologo, un rappresentante segnalato dal Consiglio
Presbiterale Diocesano.
5. Presidente
Il Presidente della Commissione è
nominato dal Vescovo diocesano. Il segretario è il responsabile dell'Ufficio
di Curia competente in materia di arte sacra e beni culturali.
6. Riunioni
La Commissione si riunisce almeno una volta ogni due mesi, su
convocazione del Presidente. L'ordine del giorno viene predisposto dal
Presidente o dal Segretario, su mandato del Presidente; la istruzione delle
pratiche in vista delle riunioni è demandata al competente Ufficio di Curia.
Le riunioni sono valide quando è presente la maggioranza assoluta
dei componenti. Le decisioni vengono prese a maggioranza semplice dei
presenti. Le decisioni della Commissione vengono sottoposte alla valutazione
dell'Ordinario diocesano e, se approvate, vengono messe in esecuzione dal
competente Ufficio di Curia.
7. Nomina e durata delle cariche
La nomina di tutti i membri della Commissione compete
all'Ordinario diocesano. La durata del mandato è di 5 anni e può essere
rinnovato per un secondo quinquennio consecutivo.
8. Gruppi
Per lo studio di problemi particolari
o per l'attuazione di specifiche iniziative la Commissione può istituire
gruppi di lavoro di settore o di area territoriale.
9. Pubblicazione di atti rilevanti
Le decisioni della Commissione che hanno ricevuto il consenso
dell'Ordinario diocesano vengono periodicamente pubblicate sulla Rivista
Ufficiale della diocesi a cura del competente Ufficio di Curia. Eventuali
dichiarazioni, circolari e comunicazioni preparate dalla Commissione d'intesa
con il competente Ufficio di Curia, possono essere resi pubblici solo previa
approvazione dell'Ordinario diocesano.
SCHEMA DI STATUTO
CONSULTA REGIONALE PER I BENI CULTURALI
ECCLESIASTICI
1. Denominazione e sede
La Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici,
costituita dalla Conferenza episcopale ......., ai sensi dell'art.... dello
statuto della Regione ecclesiastica, è organo di consulenza della Conferenza
medesima.
La sede della Consulta è in ...
2. Finalità
La Consulta ha come specifica finalità di favorire l'azione
coordinata in ambito regionale delle diocesi, degli Istituti di vita
consacrata e delle Società di vita apostolica, delle associazioni
ecclesiastiche di settore in materia di beni culturali, con particolare
riguardo all'arte sacra, i musei, le biblioteche e gli archivi, per quanto
riguarda la documentazione, la conoscenza, la tutela, la valorizzazione,
l'incremento, la formazione e l'informazione.
In relazione all'Intesa 13 settembre 1996, stipulata tra il
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il Ministro per i beni
culturali e ambientali, la Consulta favorisce la collaborazione tra la
Conferenza episcopale regionale, gli organi periferici del Ministero per i
beni culturali e ambientali e gli uffici regionali della Pubblica
Amministrazione, in ordine alle iniziative riguardanti i beni culturali di
proprietà di enti ecclesiastici.
3. Riferimenti normativi e istituzionali
La Consulta opera facendo riferimento alle "Norme
per la tutela e la conservazione del patrimonio storico-artistico della Chiesa
in Italia", approvate dalla X Assemblea generale della C.E.I. e promulgate il
14 giugno 1974 e agli Orientamenti "I beni culturali della Chiesa in Italia",
approvati dalla XXXVI Assemblea
generale della C.E.I. e promulgati il 9 dicembre 1992.
Nello svolgimento della sua attività, la Consulta si mantiene in
collegamento con gli organismi ecclesiastici competenti, a livello regionale,
nei settori della liturgia, del turismo e della cultura, con i competenti
Uffici e Organismi della Conferenza Episcopale Italiana e della Santa Sede.
4. Strumenti
Per adempiere ai suoi compiti la Consulta promuove studi, ricerche
e pubblicazioni, organizza incontri, convegni, corsi di formazione, seminari
di studio e mostre, anche in collaborazione con altri enti e associazioni
culturali.
5. Composizione
Sono membri di diritto della Consulta: l'incaricato
regionale per i beni culturali presso la Consulta nazionale per i beni
culturali ecclesiastici della C.E.I.,
un rappresentante per ogni diocesi della Regione ecclesiastica, ...
rappresentanti degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita
apostolica aventi sede nella Regione ecclesiastica, un rappresentante per
ciascuna delle associazioni di settore (Associazione Archivistica
Ecclesiastica, Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani,
Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani). Possono essere nominati membri
eventuali esperti.
I rappresentanti delle diocesi sono nominati dai
rispettivi Ordinari; i rappresentanti degli Istituti di vita consacrata e
delle Società di vita apostolica sono nominati dagli organi competenti della
C.I.S.M. e dell'U.S.M.I.; i
rappresentanti delle associazioni di settore sono nominati dai competenti
organi delle rispettive Associazioni.
La nomina degli esperti compete alla Conferenza episcopale
regionale.
6. Presidente e vice presidente
Il Presidente della Consulta è il Vescovo delegato dalla
Conferenza episcopale regionale. Il vice presidente della Consulta è
l'incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici presso la Consulta
nazionale per i beni culturali ecclesiastici.
7. Riunioni
La Consulta si riunisce almeno due volte l'anno, su convocazione
del Presidente e nella sede scelta dallo stesso.
Le riunioni sono valide quando è presente la maggioranza assoluta
dei componenti.
A giudizio del Presidente, possono essere invitati alle riunioni
eventuali esperti di settore.
8. Durata
I membri della Consulta durano in
carica 5 anni; essi possono essere riconfermati.
9. Commissioni
Per lo studio di particolari problemi o per l'attuazione di
specifiche attività o progetti la Consulta può istituire commissioni di
settore o di area territoriale.
10. Atti rilevanti
Gli atti della Consulta di particolare rilievo ed eventuali
dichiarazioni destinate ad essere rese pubbliche devono essere preventivamente
sottoposti all'approvazione della Conferenza episcopale regionale.
11. Mutamenti statutari
Ogni mutamento statutario deve essere deliberato dalla Conferenza
episcopale regionale.
12. Regolamento
La Consulta può darsi un regolamento
in conformità al presente statuto.
INDICE
PRESENTAZIONE
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pag.
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3
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INTRODUZIONE
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1. Obiettivi e motivi ispiratori
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2. Destinatari
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3. Contenuti
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4. Suggerimenti per l'uso
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5. Quali arti e quali artisti
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6. Il contesto
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I. L'ARTE
E GLI ARTISTI NELLA VITA DELLA CHIESA IN ITALIA ALLE SOGLIE
DEL TERZO MILLENNIO
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A. IL
BILANCIO DEL SECOLO XX:
DALLA ROTTURA ALLA RIPRESA DEL
DIALOGO
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7. Necessità di un bilancio
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7
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8. La prima metà del secolo
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9. La seconda metà del secolo
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8
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10. In una prospettiva allargata
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9
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B.
L'OBIETTIVO PER IL TERZO MILLENNIO: ATTUARE L'INSEGNAMENTO DEL CONCILIO
ECUMENICO VATICANO II.
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9
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11. Un insegnamento ancora da mettere in pratica
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12. L'insegnamento del Concilio
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C. LE SCELTE STRATEGICHE
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13. Riconoscere e valorizzare i carismi, le
iniziative e le istituzioni esistenti
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14. Dialogare con simpatia, coltivare relazioni
con gli artisti
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15. Avviare la ricerca storica e teologica
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16. Curare la formazione del popolo di Dio e degli artisti
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17. Qualificare la committenza ecclesiastica
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II. GLI AMBITI E LE INIZIATIVE DI UNA
PASTORALE
PER L'ARTE E PER GLI ARTISTI |
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A. GLI AMBITI
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18. L'annuncio della Parola
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19. La liturgia
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20. La testimonianza della carità
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B.
LE INIZIATIVE
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21. Iniziative formative.
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22. Iniziative per la conoscenza e la
valorizzazione.
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a) Mostre
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b) Turismo e pellegrinaggi
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c) Ricerca e insegnamento universitario
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23. Qualificazione delle iniziative artistiche delle comunità cristiane
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24. Concorsi
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25. L'informazione e la documentazione
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III. STRUTTURE DIOCESANE, INTERDIOCESANE,
REGIONALI E NAZIONALI
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26. Le strutture necessarie
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27. A livello di ogni diocesi
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28. A livello interdiocesano
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29. A livello regionale
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30. A livello nazionale
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31. Le famiglie religiose, le associazioni e i
movimenti, i gruppi e le singole persone
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CONCLUSIONE
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32. Messaggio agli artisti
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APPENDICE
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NOTA BIBLIOGRAFICA
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1. FONTI NORMATIVE CONCILIARI E POST-CONCILIARI
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2. MAGISTERO PONTIFICIO ED EPISCOPALE
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3. COMMENTI AI TESTI CONCILIARI E POST-CONCILIARI
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4. PUBBLICAZIONI SIGNIFICATIVE
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Statuto dell'Ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali
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Statuto della Commissione diocesana per l'arte sacra e per i beni culturali
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37
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Statuto della Consulta regionale per l'arte sacra e i beni culturali
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39
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INDICE
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"
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41
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||||
.
[1]
C. M. Martini, Tre racconti
dello Spirito. Lettera pastorale per
verificarci sui doni del Consolatore 1997-1998.
La convinzione che lo
Spirito Santo è all’opera dovunque è largamente documentata nella
letteratura patristica. Cfr. Y. M.
Congar, Credo nello Spirito Santo. Lo Spirito come vita,
Brescia, Queriniana, 1982, vol. II, p. 232.
Il rapporto tra Spirito
Santo e “bellezza” è stato oggetto di specifica attenzione da parte della
teologia ortodossa che arriva a chiamare lo Spirito Santo “Spirito della
Bellezza” (P. N. Evdokimov,
Teologia della bellezza. L’arte dell’icona, p. 30).
Il pastore valdese Paolo
Ricca offre una sintesi felice dell’atteggiamento delle diverse confessioni
cristiane quando sostiene che “la bellezza e l’arte in tutte le sue
espressioni sono ....un dono di Dio, un regalo gratuito e misterioso che
accompagna la nostra vita e può alleviare la nostra anima, calmarla, e anche
stupirla e interrogarla. La bellezza in qualunque manifestazione ha un
rapporto segreto con Dio, ‘bellezza tanto antica e tanto nuova’. La bellezza
della creatura rinvia alla bellezza sui generis del Creatore, di cui
costituisce una parabola. La creazione artistica scopre l’intima, segreta
bellezza del mondo e dell’uomo, delle cose che sono, visibili e invisibili,
la mette in luce, la segnala e la celebra, malgrado ciò che la contraddice e
la nega. L’arte ricrea in qualche modo il mondo trasfigurandolo. In questo
senso, è sorella della teologia” (cfr. P.
Ricca, Arte e Teologia,
p. 29).
[2]
Sulla relazione tra arte e religione paiono particolarmente illuminanti le
parole di Roberto Gabetti, architetto e storico dell’architettura: “Arte e
religione hanno alcuni tratti comuni. Richiede l’arte, nell’artista come
nell’osservatore, un coinvolgimento della personalità razionale e affettiva,
e cioè in qualche modo totale. Questo è un atteggiamento comune con la
religione. Richiede la religione nostra distacco dai beni del mondo, dalle
consuetudini correnti, dai discorsi detti e ripetuti: vuole la religione
linguaggi nuovi, autentici, significativi e coinvolgenti. Il semplice
rispetto di norme, di leggi, di regole non ha effetti positivi né per la
religione né per l’arte. Detto ciò, riconosciuti alcuni valori
raffrontabili, se non comuni, l’arte è cosa diversa dalla religione e la
religione cosa diversa dall’arte”.
A proposito del travagliato
rapporto tra fede, cultura e arte contemporanea meritano di essere
menzionate alcune riflessioni di Romano Guardini contenute nel volume
Lettere dal lago di Como. La tecnica e l’uomo, Brescia, Morcelliana, II
ed. 1993, p. 99 (le lettere sono state pubblicate per la prima volta nel
1923): “In primo luogo, dunque, bisogna dire ‘sì’ al nostro tempo. Il
problema non sarà risolto con un tornare indietro, nè con un capovolgimento
o con un differimento; e neppure con un semplice cambiamento o
miglioramento. Si avrà la soluzione soltanto andandola a cercare molto in
profondità.”
[3]
Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II,
Decreto sull’ufficio pastorale dei Vescovi, n. 12.
[4]
Cfr. Progetto culturale orientato in senso cristiano. Una prima proposta
di lavoro, a cura della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana,
28 gennaio 1997, in “Notiziario C.E.I.”, 1997, n. 2
[5]
Secondo T. W. Adorno (in
Minima moralia, Torino, Einaudi, 1979, 143), “la missione attuale
dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine”.
[6]
Cfr. il documento
Fondazione e manifesto del futurismo, pubblicato a Parigi il 20 febbraio
1909, e in particolare il n.10: “Noi vogliamo distruggere i musei, le
biblioteche, le accademie di ogni specie...”.
[7] Può essere
sintomatico il
fatto che martedì 28 ottobre 1997, il Presidente
della C.E.I., Cardinale Camillo Ruini, nel corso di una conferenza
pubblica, abbia fatto notare che lo stesso Papa Giovanno Paolo II gli ha
espresso più di una volta giudizi molto critici sulle chiese nuove costruite
a Roma.
[8]
Cfr. la sezione specifica
della nota bibliografica in Appendice.
[9]
Cfr. Conc. Ecum.
Vat.
ii,
Costituzione su la sacra liturgia,
n.122. Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporanea, n.62.
[10]
Cfr. Conc. Ecum.
Vat.
ii,
Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo,
n. 36. Decreto sull’apostolato dei laici, n.7.
[11]
Cfr. Conc. Ecum.
Vat.
ii,
Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo,
n. 62. Decreto sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n.
12.
[12]
Cfr. Conc. Ecum.
Vat.
ii,
Costituzione su la sacra liturgia,
n. 123. Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 62.
[14]
Cfr. Conc. Ecum.
Vat.
ii,
Costituzione su la sacra liturgia,
nn. 115; 129; 127. Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale,
nn. 15-16.
[15]
Per una sintetica presentazione delle collezioni cfr. A.
Piersanti (red.), Cento anni
di Biennale e di cinema: la presenza della Chiesa, pp. 194-241.
[16]
Attualmente: Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa.
[17]
“La Chiesa è…la città posta sulla cima dei monti, splendida agli occhi di
tutti…Ammirati di tanta bellezza…”, dal Prefazio della liturgia ambrosiana
per la dedicazione della chiesa cattedrale.
[18]
Principi e norme per l’uso del Messale Romano, n.253.
[20]
cfr. n. 6.
[21]
Cfr Notiziario C.E.I., n. 2, 26 marzo 1997, pp 69-70; ibidem, n. 6,
20 luglio 1997, pp. 189-190.
[22]
A questo scopo è stata preparata la nota bibliografica in Appendice.
[23] L’Ufficio nazionale per i
beni culturali ecclesiastici della C.E.I. ha sede in Circonvallazione
Aurelia, 50 - 00165 Roma, tel. 06/66398212 - fax 06/66398267 - e-mail: unbc@mb.chiesacattolica.it
[24]
Consultabile sul sito Internet http://www.chiesacattolica.it/
1 o, in casi determinati,
"Ufficio interdiocesano
1 o, in casi determinati,
"Commissione interdiocesana"
2 o, in casi determinati,
"Sezione per l'arte e i beni culturali della Commissione liturgica
diocesana"
Fonte testo : http://www.chiesacattolica.it/ceidocs/dati/2001-10/19-19/Dirpast.doc
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