L'ARTE COME CONTEMPLAZIONE
E
AZIONE RELIGIOSA
di Mons. Carlo Chenis
Religione ed arte, pur costituendo due universi distinti, si
ritrovano coniugate tra loro di modo che questa diventa veicolo per quella.(1)
In tal senso la Chiesa considera l'arte "quasi-sacramento" conferendo ad essa un
eminente valore teologico e inserendola nell'intimo della spiritualità
cristiana.(2)
L'arte sacra richiede un credere, vuole un'esperienza
spirituale che diventi ruminatio fidei, vuole sintesi di elevazione
mistica e intuizione estetica. Quale momento dello spirito l'arte evoca
l'armonia interiore, porta la pace nel cuore, sollecita l'ossequio della
fede.(3) Con la fede l'arte sacra ha "una relazione naturale, una profonda
affinità, una meravigliosa possibilità di collaborazione. Sia l'arte che la fede
esaltano la grandezza dell'uomo e la sua sete di infinito".(4) L'arte
ponendosi come invocazione e come epifania del mistero divino contiene e
visualizza il nucleo portante del cristianesimo che è fondato sulle virtù
teologali della fede, speranza e carità.(5)
L'arte sacra diventa non solo stimolo religioso, ma modalità
di preghiera e di contemplazione del mistero di Dio. La valenza spirituale
la rende infatti idonea alla preghiera, per cui può essere fonte di genuina
devozione, ma anche di impedimento se si riduce ad ostentazione. Nel
difficile ed esaltante equilibrio tra il religioso e l'estetico essa deve dunque
concorrere ad un armonico sviluppo della personalità indicando l'analogia che
intercorre tra l'organicità dell'arte e la coralità della preghiera.(6)
Fine della preghiera è la partecipazione alla santità di Dio, fine dell'arte è
la gratuità della contemplazione.
In questo orizzonte di significato la vocazione alla santità,
che è lo scopo essenziale dell'ascesi cristiana, entra in rapporto con l'arte.
L'arte infatti è trasfigurazione della natura, la santità è elevazione dell'uomo
e sua ricostituzione in conformità a Cristo. Essendo immagine del mistero
e strumento di santità, l'arte sacra non può non comportare nelle sue più
limpide affermazioni uno stato di grazia, ovvero un dono particolare di Dio.(7)
Inoltre è segno evocatore dell'universalità del messaggio
cristiano che travalica tempo e spazio congiungendo le generazioni. "Essa
è universale, e sfida il tempo e lo spazio. La memoria umana non cessa di
tornarvi. Attraverso le epoche e le culture diverse, l'arte autentica si rivolge
a tutti gli uomini. Li riunisce come fa l'amore".(8) La memoria apre
infine alla profezia. Il desiderio di pienezza non si risolve in illusioni
contingenti, cosicché l'arte sacra non si comprime negli ambiti della tecnologia
e delle ideologie.
L'arte è compassione per il dolore dell'uomo ed è speranza
del suo futuro destino.(9) Lo sforzo di perfezione rende l'arte un utile
simbolo di speranza attraverso la bellezza del momento che "questo mondo ha
bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione".(10) I suoi
contenuti escatologici lasciano trasparire "qualcosa della speranza che è più
grande della sofferenza e della decadenza".(11) Anche attraverso "la
sofferta testimonianza di una tragica assenza, (essa annuncia) il bisogno
insopprimibile di qualcosa, o meglio di Qualcuno, che dia senso all'effimero, ed
altrimenti assurdo agitarsi dell'uomo nel tempo e nello spazio di questo mondo
finito".(12)
Note:
1- Paolo VI (10
maggio 1969), in Insegnamenti XIV(1976), pag.604-606.
2- Paolo VI (26
febbraio 1966).
3- Paolo VI da Omelia
del 30 giugno 1967 , in Insegnamenti V (1967), p.972-974.
4- Giovanni Paolo II
(14 ottobre 1986).
5- Giovanni Paolo II
da Omelia del 20 maggio 1982, in Insegnamenti V/2 (1982), p.1772-1774.
6- Giovanni XXIII ,
in Discorsi. Messaggi III (1960-1961), p.485-490.
7- Giovanni Paolo II
da Omelia del 18 febbraio 1984, in Insegnamenti VII/1 (1984), p.429-436.
8- Giovanni Paolo II
da Omelia del 20 maggio 1985, in Insegnamenti VIII/1 (1985), p.1560-1569.
9- Paolo VI (7 luglio
1964), in Insegnamenti II (1964), p.450-454.
10- Paolo VI ,
Messaggio del Concilio agli artisti (8 dicembre 1965).
11- Giovanni Paolo II
(20 maggio 1985).
12- Paolo VI (10
maggio 1969).
Fonte testo : Atti del Convegno "L'arte sacra in Italia negli ultimi cinquant'anni , Edizioni Stauròs , S. Gabriele (TE), 1995.
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