mercoledì 17 luglio 2019

P. MARKO IVAN RUPNIK , artista del colore spirituale



P. MARKO IVAN RUPNIK , artista del colore spirituale
     
                             

 Cristo nella cappella  del Centro Aletti

 
   P. Marko Ivan Rupnik è nato nel 1954 a Zadlog, in Slovenia. Nel 1973 entra nella Compagnia di Gesù. Dopo la filosofia, studia all'Accademia di Belle Arti di Roma. Conclude con una tesi dal titolo "Luigi Montanarini e il problema dell'interpretazione". Seguono gli studi di teologia alla Gregoriana a Roma. Qui si specializza in missiologia, con una licenza su "Vassilij Kandinskij come approccio a una lettura del significato teologico dell'arte moderna alla luce della teologia russa". Diventa sacerdote nel 1985. Nel 1991 consegue il dottorato alla Facoltà di missiologia della Gregoriana con una tesi guidata da p. Špidlík dal titolo Il significato teologico missionario dell'arte nella saggistica di Vjačeslav Ivanovič Ivanov.
Dal settembre 1991 vive e lavora a Roma presso il Pontificio Istituto Orientale – Centro Aletti di cui è direttore. Insegna al Pontificio Istituto Orientale e alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 1995 è Direttore dell’Atelier dell’arte spirituale del Centro Aletti. Dal 1999 è consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura. Nel 1999 ha concluso con l’Atelier dell’arte del Centro Aletti il rinnovo a mosaico della Cappella Redemptoris Mater affidatogli da Sua Santità Giovanni Paolo II.
“Rupnik è un artista del colore. Il colore è la luce della materia del mondo che l'artista cerca. All'inizio è vicino alle conquiste delle avanguardie di questo secolo, ma il suo percorso artistico è una continua ricerca del significato tuttunitivo della vita. La vita è antinomica, e l'unità non deve distruggere la diversità, annientare le personalità. Perciò il colore di Rupnik è puro, intenso, e spesso i suoi quadri sono costruiti sulla regola dei contrasti tra i colori. E la sua arte consiste precisamente nel trovare l'armonia, il fascino dell'insieme. Ecco allora che ben presto, ancora nel suo periodo non figurativo, caratterizzato dalla spatola, dalla pastosità, comincia la ricerca del Volto eterno e personale che sta sotto tutte le culture. Studia le culture degli indios, degli slavi antichi, dei cinesi, dei primordi dell'arte cristiana. Da alcuni anni la sua arte è decisamente impegnata in un rapporto dialogico tra le conquiste dell'arte occidentale e quelle dell'arte iconografica. Si tratta di una rilettura del punto di vista dell'iconografo, ma con tutto il ricco strumentario della pittura occidentale degli ultimi secoli.
La sua arte riesce a unire la tradizione e la modernità. La pittura di Rupnik ci testimonia che la domanda fondamentale nel dibattito artistico contemporaneo non si può esaurire nei dilemmi convenzionali, come per esempio arte figurativa o astratta. Si tratta allora di riscoprire l'arte come servizio, come liturgia”.
(Dal catalogo di una delle sue mostre)

                             


Oltre a numerose mostre collettive, ha esposto le sue opere nelle seguenti mostre personali:
1979: Roma, Milano, Baltimore (USA)
1980 Cleveland (USA), Ljubljana (Slovenia)
1981 Kranj (Slovenia)
1982 Dugo Selo, Zagabria (Croazia), Vrbovec (Croazia)
1985 Ljubljana (Slovenia)
1987 Roma
1988 Trieste
1989 Mantova, Gorizia,  
1991 Klagenfurt (Austria)
1992 Maribor (Slovenia)
1996 S. Pietroburgo (Russia)
1997 Trieste, Brno (Repubblica Ceca), Olomouc (Repubblica Ceca), Roma, Cluj (Romania)
1999 Conclude con il suo Atelier dell’arte i lavori di mosaico alla Cappella Redemptoris Mater nella II Loggia del Palazzo Apostolico in Vaticano





Fonte :  Centro Aletti  www.centroaletti.com











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