ORDINE DI
NOSTRA SIGNORA DELLA MERCEDE
"Frati Mercedari"
Il nostro motto è:
LIBERI PER LIBERARE !
Il nostro progetto:
liberare l'uomo di ogni tempo dalle schiavitù,
specialmente quelle pericolose per la fede cristiana
LIBERI PER LIBERARE !
Il nostro progetto:
liberare l'uomo di ogni tempo dalle schiavitù,
specialmente quelle pericolose per la fede cristiana
L'Ordine
di S. Maria della Mercede nasce per la passione di un giovane che si lascia
toccare dalla grazia divina: Pietro Nolasco. È il 1218 quando inizia questa
avventura di libertà che tocca punte di eroismo con i suoi 1500 religiosi
martiri, con le migliaia di schiavi redenti, con le diverse opere di
liberazione...
Siamo un Ordine religioso profondamente inserito nella vita della Chiesa che opera soprattutto là dove è necessario portare la liberazione redentrice del Vangelo, dove l'uomo viene sfruttato e oppresso, dove la sua fede e la sua dignità di persona sono in pericolo. Il nostro Ordine è composto di sacerdoti e di fratelli cooperatori che vivono la stessa vita religiosa. Dopo quasi otto secoli di storia il vento dello Spirito continua a soffiare sulle vele della nave mercedaria per condurla a nuove traversate e nuovi orizzonti di liberazione.
Siamo un Ordine religioso profondamente inserito nella vita della Chiesa che opera soprattutto là dove è necessario portare la liberazione redentrice del Vangelo, dove l'uomo viene sfruttato e oppresso, dove la sua fede e la sua dignità di persona sono in pericolo. Il nostro Ordine è composto di sacerdoti e di fratelli cooperatori che vivono la stessa vita religiosa. Dopo quasi otto secoli di storia il vento dello Spirito continua a soffiare sulle vele della nave mercedaria per condurla a nuove traversate e nuovi orizzonti di liberazione.
LIBERI
PER LIBERARE:
liberare l'uomo di
ogni tempo dalle schiavitù, specialmente quelle pericolose per la fede
cristiana.
Noi
Mercedari seguiamo Gesù Cristo, rendendolo presente come amico e Redentore tra i
cristiani che si trovano esposti al pericolo di perdere la fede; vogliamo
realizzare la Parola evangelica: "Lo Spirito del Signore è sopra di me" per
questo mi ha inviato ad annunziare la liberazione ai prigionieri" in essi
cerchiamo di vedere il volto del Cristo che, nel giudizio finale dirà: "ero
carcerato e siete venuti a trovarmi".
Ci consacriamo a Dio, per raggiungere la nostra santificazione attraverso la professione dei consigli evangelici di povertà, castità, obbedienza e il quarto voto.
Il quarto voto è la follia di un dono che, ogni mercedario, compie per amore. Follia di rischiare per Cristo la propria vita. Follia di giocarla sui sentieri della libertà, di offrirla per ogni oppresso.
La famiglia Mercedaria vive l'ideale evangelico dell'amore senza limiti: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13)
Il nostro maestro e modello è Cristo Redentore che con la sua morte ci ha liberato da ogni schiavitù e siamo disposti a seguirlo sacrificando, se necessario, anche la vita.
Maria la invochiamo come Madre della Mercede e ispiratrice della nostra opera di redenzione.
Pietro Nolasco è per noi il segno più vicino dell'amore redentore di Gesù e il realizzatore dell'opera liberatrice di Maria.
Lo spirito Mercedario suppone la scoperta di Cristo che continua a soffrire nei cristiani oppressi e schiavi e comporta l'impegno pratico di carità nel mettere la propria vita al servizio di questi fratelli.
Ci consacriamo a Dio, per raggiungere la nostra santificazione attraverso la professione dei consigli evangelici di povertà, castità, obbedienza e il quarto voto.
Il quarto voto è la follia di un dono che, ogni mercedario, compie per amore. Follia di rischiare per Cristo la propria vita. Follia di giocarla sui sentieri della libertà, di offrirla per ogni oppresso.
La famiglia Mercedaria vive l'ideale evangelico dell'amore senza limiti: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13)
Il nostro maestro e modello è Cristo Redentore che con la sua morte ci ha liberato da ogni schiavitù e siamo disposti a seguirlo sacrificando, se necessario, anche la vita.
Maria la invochiamo come Madre della Mercede e ispiratrice della nostra opera di redenzione.
Pietro Nolasco è per noi il segno più vicino dell'amore redentore di Gesù e il realizzatore dell'opera liberatrice di Maria.
Lo spirito Mercedario suppone la scoperta di Cristo che continua a soffrire nei cristiani oppressi e schiavi e comporta l'impegno pratico di carità nel mettere la propria vita al servizio di questi fratelli.
Il Carisma e la spiritualità
dell'Ordine
Gli
elementi ed aspetti più significativi del carisma e della spiritualità
dell'Ordine mercedario sono contenuti nel prologo delle Costituzioni del 1272.
In quel prezioso documento viene presentato il nostro Ordine come espressione dell'amore misericordioso della SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, che "per la loro misericordia e grande compassione, ordinarono di fondare e stabilire questo istituto chiamato "Ordine della Vergine Maria della Mercede della redenzione degli schiavi di Santa Eulalia in Barcellona" e per la sua realizzazione costituirono servitore, messaggero, fondatore ed alfiere fra Pietro Nolasco".
Benché i religiosi mercedari dei primi secoli abbiano esercitato il loro carisma redentore, secondo lo stile di Cristo, nella situazione di schiavitù in potere dei saraceni, nelle prime costituzioni del 1272 c'è già la convinzione che il carisma di redenzione non si esaurisce in quelle circostanze storiche e sociali ma abbraccia tutte le opere di misericordia evidenziate al capitolo 25 di Matteo (34 -36): "Tutte queste cose Gesù Cristo ha stabilito che si compiano in quest'Ordine per mantenere e sviluppare un'opera di così grande misericordia quale è quella di visitare e di redimere i cristiani in potere dei saraceni e di altri contrari alla nostra Legge, per cui Dio ha propriamente costituito quest'Ordine".
In quel prezioso documento viene presentato il nostro Ordine come espressione dell'amore misericordioso della SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, che "per la loro misericordia e grande compassione, ordinarono di fondare e stabilire questo istituto chiamato "Ordine della Vergine Maria della Mercede della redenzione degli schiavi di Santa Eulalia in Barcellona" e per la sua realizzazione costituirono servitore, messaggero, fondatore ed alfiere fra Pietro Nolasco".
Benché i religiosi mercedari dei primi secoli abbiano esercitato il loro carisma redentore, secondo lo stile di Cristo, nella situazione di schiavitù in potere dei saraceni, nelle prime costituzioni del 1272 c'è già la convinzione che il carisma di redenzione non si esaurisce in quelle circostanze storiche e sociali ma abbraccia tutte le opere di misericordia evidenziate al capitolo 25 di Matteo (34 -36): "Tutte queste cose Gesù Cristo ha stabilito che si compiano in quest'Ordine per mantenere e sviluppare un'opera di così grande misericordia quale è quella di visitare e di redimere i cristiani in potere dei saraceni e di altri contrari alla nostra Legge, per cui Dio ha propriamente costituito quest'Ordine".
Il
carisma della redenzione degli schiavi dato dallo Spirito Santo all'Ordine della
Mercede è un carisma che segue la via dell'Amore che è la migliore di tutte. Per
questo San Pietro Nolasco lasciò ai suoi frati nel suo testamento questa
clausola irrevocabile, riportata nel famoso "prologo" delle Costituzioni del
1272: la professione in quest'Ordine "esige di essere sempre gioiosamente
disposti a dare la vita nel "servizio" redentore, come Cristo la diede per noi".
Tutto questo viene attuato con l'emissione di un quarto voto, caratteristico dell'Ordine mercedario "in virtù del quale ogni religioso promette di dare la vita, se necessario, come Cristo l'ha data per noi, per salvare i cristiani che si trovano nell'estremo pericolo di perdere la loro fede nelle nuove forma di schiavitù" (Costituzioni n.14).
Il movente o la considerazione che maggiormente hanno tenuto presente i religiosi nella loro azione è stata la conservazione e la salvaguardia dell'integrità della fede nei cristiani caduti in schiavitù, perché non fosse messa in pericolo la loro salvezza eterna a causa dell'apostasia. L'azione redentrice mercedaria perciò, mediante la liberazione sociale dello schiavo, è diretta principalmente a rendere un servizio alla fede.
L'opera della redenzione mercedaria ha anche lo scopo di rincuorare gli schiavi nella loro sventura. La sola presenza dei redentori in mezzo a loro rianimava una speranza vacillante o la ridava, se perduta, a coloro che aspettavano la liberazione per vivere una vita degna dei figli di Dio. Ridare la speranza agli abbandonati e ai disperati è un aspetto non indifferente dell'azione redentrice dei Mercedari. In un mondo carente di prospettive soprannaturali e immerso nella miseria, ridare la speranza è un lavoro proprio di chi ha una vocazione mercedaria.
Le Costituzioni del 1986, nei numeri 13-16, così si esprimono: "Seguendo San Pietro Nolasco e illuminati dal suo carisma, noi Mercedari crediamo che la nostra missione liberatrice appartiene alla natura dell'Ordine e la esercitiamo in nome della Chiesa in intima comunione con Dio e in una reale incarnazione nelle necessità degli uomini. Per compiere questa missione, spinti dalla carità, ci consacriamo a Dio con un voto particolare in virtù del quale promettiamo di dare la vita, se necessario, come Cristo l'ha data per noi, per salvare i cristiani che si trovano nell'estremo pericolo di perdere la loro fede nelle nuove forme di schiavitù. Questo voto, assunto come promessa volontaria, cosciente e assoluta, è caratteristico del nostro Ordine, ispira tutti gli atti della sua opera e qualifica l'adempimento della sua missione nella Chiesa.
Le nuove forme di schiavitù si trovano là dove si verifica una situazione sociale che comprende le seguenti condizioni: - sia oppressiva e degradante per la persona umana; - derivi da principi e sistemi opposti al Vangelo; - ponga in pericolo la fede dei cristiani; - offra la possibilità di aiutare, visitare e redimere le persone che si trovano in tale situazione". Il messaggio del Capitolo Generale celebrato nel maggio 1998 ha offerto particolari riflessioni sul tema di Cristo Redentore, maestro e modello del Mercedario di oggi, come lo fu per i Mercedari di ieri, specialmente per S. Pietro Nolasco.
Tutto questo viene attuato con l'emissione di un quarto voto, caratteristico dell'Ordine mercedario "in virtù del quale ogni religioso promette di dare la vita, se necessario, come Cristo l'ha data per noi, per salvare i cristiani che si trovano nell'estremo pericolo di perdere la loro fede nelle nuove forma di schiavitù" (Costituzioni n.14).
Il movente o la considerazione che maggiormente hanno tenuto presente i religiosi nella loro azione è stata la conservazione e la salvaguardia dell'integrità della fede nei cristiani caduti in schiavitù, perché non fosse messa in pericolo la loro salvezza eterna a causa dell'apostasia. L'azione redentrice mercedaria perciò, mediante la liberazione sociale dello schiavo, è diretta principalmente a rendere un servizio alla fede.
L'opera della redenzione mercedaria ha anche lo scopo di rincuorare gli schiavi nella loro sventura. La sola presenza dei redentori in mezzo a loro rianimava una speranza vacillante o la ridava, se perduta, a coloro che aspettavano la liberazione per vivere una vita degna dei figli di Dio. Ridare la speranza agli abbandonati e ai disperati è un aspetto non indifferente dell'azione redentrice dei Mercedari. In un mondo carente di prospettive soprannaturali e immerso nella miseria, ridare la speranza è un lavoro proprio di chi ha una vocazione mercedaria.
Le Costituzioni del 1986, nei numeri 13-16, così si esprimono: "Seguendo San Pietro Nolasco e illuminati dal suo carisma, noi Mercedari crediamo che la nostra missione liberatrice appartiene alla natura dell'Ordine e la esercitiamo in nome della Chiesa in intima comunione con Dio e in una reale incarnazione nelle necessità degli uomini. Per compiere questa missione, spinti dalla carità, ci consacriamo a Dio con un voto particolare in virtù del quale promettiamo di dare la vita, se necessario, come Cristo l'ha data per noi, per salvare i cristiani che si trovano nell'estremo pericolo di perdere la loro fede nelle nuove forme di schiavitù. Questo voto, assunto come promessa volontaria, cosciente e assoluta, è caratteristico del nostro Ordine, ispira tutti gli atti della sua opera e qualifica l'adempimento della sua missione nella Chiesa.
Le nuove forme di schiavitù si trovano là dove si verifica una situazione sociale che comprende le seguenti condizioni: - sia oppressiva e degradante per la persona umana; - derivi da principi e sistemi opposti al Vangelo; - ponga in pericolo la fede dei cristiani; - offra la possibilità di aiutare, visitare e redimere le persone che si trovano in tale situazione". Il messaggio del Capitolo Generale celebrato nel maggio 1998 ha offerto particolari riflessioni sul tema di Cristo Redentore, maestro e modello del Mercedario di oggi, come lo fu per i Mercedari di ieri, specialmente per S. Pietro Nolasco.
Maria della Mercede
La fondazione
dell'Ordine Mercedario, come abbiamo già evidenziato, fu ispirata a S. Pietro
Nolasco da Maria; i redattori delle Costituzioni del 1272 stabilirono che
l'Ordine da lui fondato fosse sotto la denominazione di Maria della Mercede. I
Mercedari, fissando la loro attenzione su Maria, le hanno attribuito il titolo
della Mercede o della Misericordia perché, come diceva Alfonso X il Savio:
"Redimere gli schiavi è opera di grande Mercede ", ossia di Misericordia. La
considerano Madre tanto di se stessi quanto degli schiavi per la cui salvezza
eterna i religiosi si devono preoccupare.
Il titolo della Mercede che i religiosi hanno dato a Maria non è puramente storico e insignificante per il mondo attuale, perché esso rientra nella stessa missione salvifica di Maria per l'umanità: Maria, come Madre di Gesù Redentore "innalzata alla Gerusalemme del Cielo, continua la sua opera accanto al re della gloria come nostra avvocata e ministra della salvezza" (Pref. Messa della B.V.M. della Mercede, 24 settembre).
La maternità di Maria nella storia della salvezza continua senza sosta, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti; perciò "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, finché non siano condotti nella patria beata" (LG 62). Per questo motivo la Chiesa ha valorizzato questo titolo stabilendo un suo ricordo particolare nella liturgia.
L'amore e la devozione alla Santa Vergine Maria, Madre del Redentore e cooperatrice perfetta nell'opera della redenzione del genere umano, perché strettamente unita alla missione redentrice di Cristo, per i Mercedari assume un significato di esemplarità: essi la devono imitare nel realizzare l'opera redentrice trasmessa da S. Pietro Nolasco, perché questa sia veramente simile a quella del Redentore.
Il titolo della Mercede che i religiosi hanno dato a Maria non è puramente storico e insignificante per il mondo attuale, perché esso rientra nella stessa missione salvifica di Maria per l'umanità: Maria, come Madre di Gesù Redentore "innalzata alla Gerusalemme del Cielo, continua la sua opera accanto al re della gloria come nostra avvocata e ministra della salvezza" (Pref. Messa della B.V.M. della Mercede, 24 settembre).
La maternità di Maria nella storia della salvezza continua senza sosta, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti; perciò "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, finché non siano condotti nella patria beata" (LG 62). Per questo motivo la Chiesa ha valorizzato questo titolo stabilendo un suo ricordo particolare nella liturgia.
L'amore e la devozione alla Santa Vergine Maria, Madre del Redentore e cooperatrice perfetta nell'opera della redenzione del genere umano, perché strettamente unita alla missione redentrice di Cristo, per i Mercedari assume un significato di esemplarità: essi la devono imitare nel realizzare l'opera redentrice trasmessa da S. Pietro Nolasco, perché questa sia veramente simile a quella del Redentore.
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