sabato 3 agosto 2019

SPECIFICO DELLA MORALE CRISTIANA, di F. Compagnoni - D. Mongillo




F. Compagnoni - D. Mongillo
SPECIFICO  DELLA  MORALE  CRISTIANA

             
Bernardo Strozzi , L'elemosina di S. Lorenzo, 1639, 
Venezia, San Nicolò dei Tolentini.

... La struttura di insieme e il carattere razionale della proposta morale cristiana permettono di sottolineare alcuni aspetti importanti nella discussione sullo specifico cristiano.
  1. Si riconosce all'umanità la capacità di essere soggetto di proposta e di comportamenti morali; di trovare realizzazioni di valori che abbiano carattere direttivo per la vita personale e comunitaria. L'uomo che vive coerentemente alla sua condizione non è semplice esecutore, dev'essere inventore dei comportamenti etici.
  2. Il cristiano è spinto dalla fede operante in amore (doppio precetto dell'amore) a cercare e a riconoscere, nella realtà in cui vive, i valori e gli orientamenti che garantiscano agli uomini la possibilità di esistere, di coesistere e di tendere insieme alla realizzazione del bene comune in fedeltà a Dio. Questa triplice esigenza struttura la realtà umana; gli uomini, nel loro cammino personale  sociale e storico, attraverso alternative e incertezze, la riconoscono e la promuovono. Le vie di codesto riconoscimento sono molteplici, esistono cioè molteplici sistemi etici (es.: teologico, deontologico, assiologico, ecc.), sono però convergenti nella loro valenza ultima, quando tendono all'affermazione unitaria del bene umano. Fra questi, quelli che riconoscono esplicitamente l'insegnamento storico del Cristo, si possono chiamare cristiani.
  3. L'aiuto della grazia e la luce della fede non esimono dalla ricerca etica, impegnano a perseguirla con tenacia e perseveranza, servendosi di mezzi degni dell'uomo, in solidarietà con tutti coloro che sono solleciti del bene umano, nel tentativo di convincere coloro che ad esso si ribellano e si sottraggono.
  4. La proposta di vita che il cristiano compie è caratterizzata da un'intima esigenza e orientazione verso una totalità di bene umano, verso "un insieme" armonico e articolato di comportamenti che lo garantiscano a livello sincronico e diacronico.
  5. Nella formazione della proposta dei cristiani l'esperienza vissuta in comunità ha valore preminente, in certo senso assoluto. Ciascuno matura la sua esperienza nell'interno delle diverse comunità che formano la chiesa e che si richiamano al Cristo storico (1Gv 3,23).
La norma di agire è ciò che è determinato "nella chiesa", intesa come comunità di credenti non contrapposta alle comunità umane, ma che si ritrova nelle e tra le comunità, insieme alle quali cerca di vivere in giustizia e fedeltà, nella comunione reciproca e con Dio. La "fede operante in amore" si esprime attraverso il sistema di valori proposto da Cristo e attraverso le norme concrete che promuovono il bene umano nel mutare delle situazioni; trova verifica ultima nella sintonia tra l'evoluzione morale della comunità attuale e quelle degli apostoli.
Il cristiano vive in pienezza la vocazione dell'uomo nella storia; non parla a nome di tutti, ma vive e parla in modo che gli uomini riconoscano in ciò che propone un indicativo valido per risolvere i problemi di tutti e lo sentano solidale nella ricerca della giustizia e dell'amore tra gli uomini ...





FONTE :  Brano tratto dal Dizionario Enciclopedico di Teologia Morale a cura di L.Rossi e A. Valsecchi , edizioni paoline 1985, Voce " Specifico della morale cristiana " di F.Compagnoni - D.Mongillo.







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