sabato 3 agosto 2019

“Notizie storiche sul Romitorio di San Liberatore” , di Elisabetta De Rosa e Maria Carla Del Duca



“Notizie storiche sul Romitorio di San Liberatore”


di Elisabetta De Rosa e Maria Carla Del Duca





Il Monastero Romitorio di San Liberatore si erge sull’omonimo rilievo montuoso, a proteggere  e sorvegliare il Golfo di Salerno. Il complesso grazie alla sua posizione si colloca su un territorio  che grava su  tre comuni limitrofi: Vietri sul Mare, Cava dei Tirreni  e Salerno.
Già nel secolo X era detta San Liberatore la chiesetta esistente sul Monte Butornino. La chiesa fu fondata “ in onore Domini nostri ac Liberatoris Jesu Christi”. L’attuale chiesetta in origine era a due navate , attualmente oggi una è occupata dalla sacrestia dove un tempo venivano sepolte delle monache benedettine che venivano a trovare menarvi di vita monastica ed eremita.
Ben presto il complesso passò alle dipendenze della badia della S.S. Trinità,secondo uno scritto del 1149 , esso prosperò fino al XIV secolo quando poi le suore furono trasferite a Salerno. Diverse vicende lo vedono protagonista  anche durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l’8 settembre 1943 gli alleati lo usarono come posizione strategica per le piazzare i loro avamposti per dominare la “ Valle Tirrena” per circa due settimane.



Attualmente è costituito da due corpi di fabbrica: uno occupato dalla chiesa con sottostante un antico convento costituito da due celle con cucina annessa. La chiesa è molto semplice costituita da una unica navata centrale con altare in marmo e con un dipinto di recente fattura eseguito dal pittore Maestro Apicella donato da un gruppo di fedeli del posto da sempre devoti all’ameno monastero.
L’altro corpo di fabbrica, di forma parallelipeda di altezza totale di circa otto metri, è costituita da due livelli uno inferiore con accesso da una scala costituito da due ambienti di cui uno occupato da un forno. Il piano superiore invece è costituito da un unico ambiente diviso da un tramezzo
L’architettura del complesso è molto semplice , di natura agreste ma grazie alla sua felice posizione paesaggistica  rende il monastero da sempre una meta per escursionisti e persone desiderose di solitudine e amanti della  natura.
Esso, infatti , è accessibile solo a piedi, da un impervio sentiero di montagna, immerso in una vegetazione di macchia mediterranea, quasi intatta, è notevole infatti per raggiungere il Romitorio si attraversa un sentiero roccioso ricco di vegetazione tipica mediterranea come il mirto, il corbezzolo, il rosmarino.. Di fatti, al termine del tortuoso percorso pedemontano, non si ci aspetterebbe mai di trovare un complesso di tanta bellezza e semplicità. 



Una serie di interventi nel corso degli anni hanno permesso al Romitorio di mantenere la sua funzione di Eremo, e la sua semplice, ma allo stesso tempo, imponente struttura architettonica, nonostante cio’, il Complesso, ormai abbandonato  da diversi anni, versa in uno stato di  degrado e grave abbandono.
L’ intero complesso, attualmente non è fruibile dai fedeli, se non in particolari ricorrenze, che, in memoria di una forte religiosità, non dimenticata, nonostante il passare del tempo, rimane viva, anche nelle nuove generazioni. 
Tra i due corpi di fabbrica , prima descritti, troviamo  una piccola piazza, che funge da belvedere e da sagrato alla chiesa, ma, che, aveva anche la funzione di raccogliere le acque piovane per convogliarle nella contigua cisterna. 
La parte del Complesso di S. Liberatore che risente maggiormente dell’attuale stato di abbandono è sicuramente il Monastero, di fatti, l’umidità di risalita, d’infiltrazione, e quella proveniente dalla roccia, alla quale la struttura è addossata, hanno provocato notevoli danni ai solai in legno, compromettendone gravemente la funzione di elemento orizzontale di distribuzione dei carichi, inoltre, gli infissi, ormai inesistenti, hanno lasciato la struttura, priva di protezione dalle intemperie, permettendo alla vegetazione circostante di impadronirsene.
Nonostante tutto, l’ umidità proveniente dalla parte addossata alla roccia è in continuo aumento, ed, anche, il manto impermeabile del solaio di copertura, ormai quasi inesistente, permette alle acque piovane di infiltrarsi e provocare, con il tempo, gravi danni all’ intera struttura.

Gli interventi, che vengono proposti, per ridare al romitorio di San Liberatore tutto il suo fascino di struttura religiosa,  sono di manutenzione straordinaria e risanamento conservativo, senza alterare lo stato dei luoghi, e in totale rispetto dell’ ambiente circostante.
Verranno previsti interventi per risanare ed isolare la strutture murarie, ammalorate,  dall’ umidità di risalita, la totale sostituzione del solaio in legno del primo piano, del Monastero, ormai pericolante, un nuovo manto di protezione impermeabile sul solaio di copertura, sia del Monastero che della Chiesa,  un nuovo regime alle acque piovane, e il rifacimento dell’ intonaco esterno, per buona parte totalmente distaccatosi,  sul lato del Monastero. Verranno inoltre conservate tutti i materiali di possibile riutilizzo.
Inoltre, verrà prevista, per l’intera struttura, l’adeguamento funzionale, per quanto riguarda, i servizi igienici e degli impianti. La struttura potrà, così, tornare ad ospitare i ritiri religiosi e tutti quei fedeli, che vogliano godere della ritrovata spiritualità di S. Liberatore, di fatti, il progetto prevede una nuova organizzazione spaziale, aumentando la capacità di ospitalità  con circa 18 nuovi posti letto ripartiti in 4 camerate nel monastero con annessi servizi igienici e due posti letto posti con bagno collocati sotto la chiesa . E’ prevista inoltre una zona comune , l’attuale sacrestia, mentre la futura sarà il locale posto nella zona retrostante la chiesa. Tutto il progetto non altera la natura del luogo che rimarrà cosi come è stato in tutti questi anni non ci saranno aumenti si superfice ne cambi di destinazione d’uso.
Il futuro utilizzo del monastero sarà quello di turismo religioso come un “OASI DI SPIRITUALITA’” dove si potranno organizzare ritiri religiosi per piccole comunità .
Arch. Elisabetta De Rosa
Arch. Maria Carla Del Duca



FONTE : si ringraziano gli architetti Elisabetta De Rosa e Maria Carla Del Duca, tecnici incaricati del progetto di recupero del Monastero di San Liberatore, che hanno cortesemente inviato il testo della loro relazione alla Redazione di Artcurel.








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