venerdì 2 agosto 2019

La trasformazione simbolica, di Charles André Bernard



 Charles André Bernard
 La trasformazione simbolica
          

 Duccio di Buoninsegna , Vetrata con Storie di Maria, Siena, 1287.

...Ogni attività vitale, oltre al suo impatto oggettivo, possiede un'efficacia sul soggetto che deve crescere e formarsi; l'attività simbolica non sfugge a questa necessità di esercitare una funzione vitale sulla coscienza. Qui non si tratta più  soltanto delle funzioni catartica ed eufemizzante di cui abbiamo parlato nella prima parte di questo studio, ma di una funzione trasformante molto più radicale.
Nella nostra prospettiva spirituale, infatti , la trasformazione della coscienza costituisce un fine primario. Colui che concepisce un progetto spirituale, si propone di giungere ad un'unità della coscienza molto più profonda e ad una integrazione sempre più stabile del proprio io, del mondo e di Dio. Ora non è difficile constatare che la ricerca di questa unità integrativa trova la sua espressione privilegiata nel simbolo. Ma il simbolo si limita solo ad esprimerla, o ne è anche lo strumento? In altre parole: non dobbiamo noi riconoscere alla funzione simbolica un'efficienza propria nell'ordine dell'edificazione cosciente dell'io spirituale? La risposta ci viene suggerita da un testo di san Giovanni della Croce in cui si dice che non soltanto l'espressione simbolica scaturisce da una sovrabbondanza di senso, ma che essa, superiore in ciò al discorso esplicativo, induce ad una partecipazione trasformante:" E perciò, egli scrive, quantunque questi cantici vengano spiegati in un modo determinato, non è per attaccarsi a questa spiegazione; infatti la sapienza mistica, di cui trattano questi Cantici (la quale viene intesa per amore), non ha bisogno di essere capita distintamente per produrre un effetto di amore e di affetto dell'anima, poiché essa è come la fede, mediante la quale amiamo Dio senza conoscerlo ".
Il problema è tanto più sentito nella vita cristiana, in quanto la comunicazione della vita divina avviene mediante i sacramenti che sono segni efficaci della grazia che conferiscono. Ora sarebbe molto strano che fra il segno simbolico e la sua efficacia vi fosse un rapporto arbitrario! Se invece l'adeguazione fra il simbolo e il suo effetto è rigorosa, la presa di coscienza e la meditazione dei significati sacramentali non può che condurre ad una partecipazione più fruttuosa ai sacramenti. Questi opereranno una trasformazione spirituale non soltanto in virtù della disposizione divina per la quale essi sono atti efficaci del Cristo risorto, ma anche in proporzione ad una partecipazione personale più adeguata all'azione significata dai sacramenti.
Oltre alla sfera sacramentale, un altro campo si apre alla percezione simbolica trasformante: quello della vita di Cristo e delle realtà del Regno. Meditando la Scrittura il fedele si trova in presenza di molteplici simboli che deve assimilare; d'altronde, qui, egli non farà mai altro che prolungare l'intenzione degli evangelisti. E' evidente la simbolica di san Giovanni, che parte da un racconto per proporne subito l'interpretazione; il Cristo è pane, acqua, luce , pastore , ecc. Perfino un evangelista come san Marco non sfugge all'interpretazione simbolica; soltanto che è in lui più velata. Come osserva un commentatore, il simbolismo di Marco di solito si impone in modo brusco. Anche per lui la moltiplicazione dei pani doveva richiamare immediatamente l'idea del pane vero; sfortunatamente lo spirito dei discepoli "era indurito"(Mc 6,52). Lungo tutto il corso dei secoli cristiani, tuttavia, la Scrittura si offre alla contemplazione. Esercitata nello Spirito che dischiude il senso della Scrittura, la contemplazione permette al cristiano di giungere fino alla realtà sostanziale per trasformarsi in essa.
Se non ci si limita a registrare passivamente il dato di fatto dell'efficacia trasformante del simbolo, si è necessariamente portati ad una riflessione sulla dinamica che si attua in ogni attività simbolica, cioè di fatto sulla dinamica dell'immagine. Per questo motivo ...  ci dedicheremo a porre in luce i rapporti profondi che uniscono l'espressione figurata alla dinamica del simbolo. Si tratterà di una simbolica complessa, in quanto la via spirituale oggetto del nostro studio fa ricorso a simbolismi molto elaborati: quelli della liturgia, dell'architettura, della poesia. Così integrata in insiemi, la dinamica dell'immagine partecipa alla funzione estetica e si appoggia sul desiderio spirituale che fa appello alla potenza trasformatrice dell'amore...





 Brano tratto dal libro Teologia simbolica di Charles André Bernard ,
 Edizioni Paoline, Roma , 1984.







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