BEATITUDINI E BELLEZZA
di don Sabino Palumbieri sdb
Le Beatitudini (Mt 5, 1/12), affresco moldavo , Romania
La
bellezza è l'essenza di Dio, Platone e Agostino hanno celebrato sommamente
questo tema vero e suggestivo.
La
bellezza è l'essenza di Dio, che è sommo amore, perché essa è il fulgore
dell'amore. Colui che ama è bello, perché ama. Colui che è amato è
bello, per poter essere amato. Ma Dio, bellezza infinita, non ci ha amati
perché già eravamo belli. Ci ha amati, invece, per farci essere.
E per farci essere belli come Lui. E noi, dice Agostino,
"...amandolo, diventiamo belli (...) La nostra anima, o fratelli, è brutta a
causa del peccato. Essa diviene bella amando Dio. Dio sempre è
bellezza, mai in Lui c'è deformità o mutamento. per primo ci ha amato Lui,
che è sempre bello, anche quando diventiamo brutti e deformi. Non ci ha
amato, lasciandoci brutti quali eravamo, ma per mutarci e renderci belli da
brutti che eravamo. In che modo saremo ancora belli ? Amando Lui,
che è sempre bello. quanto più cresce in te l'amore per Lui, tanto più
cresce la bellezza in te. La carità è appunto la bellezza dell'anima... "
(Omelia 9,9).
Tutte le
beatitudini sono condizioni per la bellezza. A ben pensarci,
particolarmente la mitezza, la misericordia, la purezza, la tessitura di pace
sono in se stesse aspetti diversi della bellezza.
La
mitezza è signorilità, distinzione. E' qualità del cuore fine e dolce,
sul paradigma di Cristo, fascino dell'uomo.
La
misericordia, poi, è il culmine dell'amore verso la miseria. E' come
il raggio del sole che solleva la goccia d'acqua caduta nel fango, per
collocarla nell'iride.
La
purezza è il fulgore dell'amore, purificato dal fuoco nel crogiuolo dello
Spirito Santo.
La
pace è armonia. E' convivialità delle differenze. E' convergenza
dei diversi all'unità onnisignificante. E l'armonia è bellezza. E'
il nome stesso di Dio, "bellezza sempre antica e sempre nuova".
Tali
beatitudini sono come il raggio del sole. E il raggio rimanda alla
sorgente della luce. questo si chiama fascino : bellezza del raggio che
rinvia al sole. E' tutto diverso dalla seduzione, che è bellezza staccata
dalla fonte e che blocca tutto in se stessa. E si de-forma, perché si
de-grada.
Così si
spiega il fascino che esercitano i miti, i misericordiosi, i puri, i costruttori
di pace. Lo emanano da tutti i pori del loro essere.
E' il
fascino degli uomini e delle donne di Dio, che testimoniano il Signore risorto e
la sua bellezza che emana negli incontri compiuti da Lui nei quaranta giorni
prima della sua ascensione, quando si mostra en etéra morphé (Mc 16,12),
cioè in un'altra forma. Che non è più quella dell'umiliazione
dell'incarnazione, ma quella del fulgore della risurrezione. Gli apostoli
e i cinquecento fratelli ne restano così conquistati, che d'ora in avanti non
possono non gridarlo: " Abbiamo visto il Signore " (Gv 20,25). Che è
quanto dire - per lo stupore che traspira dal loro grido - "abbiamo visto la
Bellezza". Non si tratta più della trasfigurazione sul monte, evento
anticipativo, ma episodico, della risurrezione, bensì dell'evento definitivo e
permanente. E già nella trasfigurazione Pietro grida : " E' bello stare
qui " (Mt 17,4). Si scoppia in questa esclamazione - è bello - solo
davanti a uno spettacolo di bellezza.
L'esperienza della Chiesa delle origini è piena del riverbero della bellezza del
Figlio dell'uomo risorto da morte. Esso avvolge il volto dei suoi seguaci
prima fuggitivi, poi calamitati dal Volto di luce.
Questa è
una esperienza estetica. Non fatua, ma vitale. Che fonda l'etica e
non l'etichetta. Che plasma fedeli fino al sangue.
Si,
perché seguire la Bellezza è energetico che porta a dare la vita per la
sorgente di bellezza intravista e che mette sulla strada verso la casa della
Bellezza in pienezza.
Il
testimone del Risorto, nella fede, diventa ogni giorno, al meglio, esperto di
questa bellezza. E la irradia. E, nella misura della sua fedeltà, esercita il
suo fascino.
Essere
testimoni del Risorto significa essere testimoni della bellezza. E, in
fondo, il cuore dell'uomo che è nato-fatto per la bellezza, questo cerca, magari
su strade sbagliate. E quando lo trova, avviene il prodigio dell'evento
del fascino, ad esempio, di Francesco d'Assisi, di don Bosco, perdurante ancora
oggi, e quello di contemporanei come Madre Teresa e Giovanni Paolo II.
Esercitare questa bellezza, presuppone la fase del distacco dall'istintuale e
dall'immediato, o dal sensibile vissuto come se fosse l'assoluto. Questi
aspetti sono forme di tentazione della seduzione. Che è tendenza a
dominare gli altri, attirandoli a sé e non rinviando alla fonte della bellezza.
Se invece il Risorto vive dentro e io sono sua trasparenza, ne irradio la
bellezza. Il contenitore qui diventa partecipe al fascino della luce che
vi è contenuta. E' un fascino, questo, da gestire con umiltà e verità, con
padronanza della sensibilità e libertà interiore intelligente e diligente.
La forza
di questo fascino senza presunzioni né ambizioni può avvicinare anche i malati
gravi nello spirito, per aiutarli a liberarsi, nel nome del Risorto, dalle forze
oscure dell'orgoglio, dell'avarizia, della sensualità, della libidine del
dominio.
Solo i
beati evangelici, laici o consacrati che siano, sono capaci di trattare il fango
senza sporcarsi. Sono capaci, come il raggio di sole, di baciare
l'acquitrino e di trasformarlo in cromatura vivente di arcobaleno. Per
trattare e salvare i caduti nella palude, non è necessario cadervi. Il
puro di cuore conquista con il fascino della testimonianza, che è visibilizzare
l'invisibile Amore inabitante. Tutto questo è possibile solo grazie allo
Spirito Santo che, essendo l'amore sostanziale, è bellezza essenziale del Padre
e del Figlio.
La
bellezza, si ricordava poc'anzi, è il fulgore dell'amore. L'amore
recettivo e l'amore attivo - dell'amato, rispettivamente, e dell'amante - si
manifesta come bellezza. E qui una domanda si affaccia : perché
nell'evento delle beatitudini non è compreso l'amore ? Non si trova certo
esplicitata la beatitudine di chi ama. Eppure l'amore è tutto. E
proprio per questo, le condizioni per l'amore sono costituite dalle beatitudini.
Ed esse
sono altresì specificazioni dell'amore. Le beatitudini sono come le
sfaccettature dell'amore gratuito, radicale, totale, fedele. Cioè, divino.
Del
resto, la beatitudine esplicita dell'amore la troviamo registrata nel
vangelo di Giovanni, quando presenta Gesù che, dopo aver lavato i piedi ai suoi
nella grande sera del suo testamento, parlando dell'amore-servizio di cui ha
dato l'esempio perché anch'essi facciano altrettanto, dichiara : " Ora sapete
queste cose. Ma sarete beati, quando le metterete in pratica " (Gv 13,17).
Fonte : brano tratto da una dispensa elaborata da don Sabino Palumbieri per un corso di esercizi spirituali tenuto nell'agosto 2005 a Castropignano, Campobasso, dal titolo : " Le Beatitudini - Un'oasi per l'uomo d'oggi ".
Fonte foto : www.santegidio.org/img/amici/domenica/beatitudini.jpg
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