Don FERRANTE
APORTI (1791-1858) ,
fondatore della
Scuola Infantile di Carità
Don Ferrante Aporti
, grande pedagogista risorgimentale, con la propria iniziativa e con i suoi
scritti seppe catalizzare intorno a sé l’attenzione degli uomini del primo
Ottocento più aperti ai problemi educativi e sociali: inoltre, con l’istituzione
degli asili infantili, prima struttura educativa per fanciulli minori di sei
anni, contribuì in maniera essenziale alla crescita culturale ed ideale della
Lombardia preunitaria.
Nato a San Martino nel 1791, è il più noto ed illustre cittadino sammartinese e grande pedagogista risorgimentale. Studia a Vienna, al Teresianum. Quando torna approfondisce il greco, l'ebraico, la matematica e l'agricoltura, insegnando esegesi biblica nel seminario di Cremona, dove, nel 1821, diventa direttore delle scuole elementari maggiori.
Constata la scarsezza e la
"vergogna" delle "scuolette", le sale di custodia in cui i bimbi si ammassano,
guardati da qualche donna impreparata e allora pensa di creare un asilo
educativo. Sperimenta il suo metodo nell'asilo per ricchi dell'abate Gallina, a
Cremona; poi, nel 1828, ne apre uno proprio a pagamento e, nel 1831, uno per i
poveri con refezione, prima per 50, poi per 120 bambini.
Ed eccoci al 1834, anno
importantissimo in cui a San Martino viene aperta la Scuola Infantile di
Carità, il primo asilo rurale, prototipo di successive realizzazioni,
situato nell'attuale bar presente sotto i portici di piazza Castello, già
caserma Renati. È un indubbio primato per San Martino, che fa scrivere all'Aporti:
"Tutto il mondo sappia che fummo i primi a dare l'esempio di questa nobilissima
e ragionevole carità".
I fini dell'asilo per l'Aporti sono
i seguenti: custodire i figli dei lavoratori, toglierli dall'abbandono, dare
loro un'educazione morale e religiosa, avviarli allo studio, attraverso di loro
elevare la coscienza del popolo.
Trasferitosi in Piemonte, gli viene
assegnata la cattedra universitaria di metodica nel 1844; escluso dalle amnistie
austriache dopo il 1848, rimane a Torino, onorato di cariche pubbliche. Muore,
sempre a Torino, nel 1858.
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