Nota dell’Ufficio Catechistico
Nazionale
per l’accoglienza e l’utilizzazione
del catechismo “Lasciate che i bambini vengano a me”
Roma, 8 giugno 1992
Indice
PRESENTAZIONE.
Parte I. UN CATECHISMO PER
L'INIZIAZIONE CRISTIANA DEI BAMBINI:
1.
Libro della fede dei bambini;
2.
Un catechismo dentro un progetto;
3.
Un catechismo per l'iniziazione cristiana dei
bambini;
4.
Alcune dimensioni fondamentali.
Parte II. METE EDUCATIVE,
STRUTTURE E CONTENUTI DEL CATECHISMO:
5. Mete educative;
6. Articolazione globale;
7. I bambini alla luce della
fede cristiana;
8. Il primo annuncio di Dio
ai bambini;
9. Camminare insieme con il
Signore;
10. Elementi di novità;
11. La grafica e le
illustrazioni del
catechismo.
Parte III. ORIENTAMENTI
PASTORALI E PEDAGOGICI:
12. Catechesi e pastorale;
13. Catechismo e pastorale
della famiglia;
14. La Chiesa si edifica
insieme con i bambini nelle case;
15. Iniziative organiche di
pastorale catechistica e familiare;
16. Catechismo e pastorale
del battesimo;
17. Un preciso contributo
del catechismo;
18. I bambini non
battezzati;
19. Catechismo e soggetti
portatori di handicap;
20. Il catechismo e le
scuole materne;
21. Il catechismo e i
sussidi di mediazione. -
APPENDICE:
A. Dalla parte dei genitori;
B. Dalla parte dei bambini;
C. Percorsi suggeriti dalle
pagine sul battesimo;
D. Percorsi suggeriti dal
Credo.
PRESENTAZIONE
Il catechismo per l'iniziazione cristiana dei bambini, autorevolmente
riconsegnato dai vescovi italiani alle nostre comunità ecclesiali, può diventare
uno strumento vivo e operante per l'educazione alla fede, se tutti nella
comunità se ne sentiranno più responsabili.
Questa "Nota" di presentazione e di accompagnamento del catechismo Lasciate che
i bambini vengano a me preparata dall'UCN vuole promuovere questo
coinvolgimento ecclesiale e, in tale prospettiva, vuole essere un sussidio
semplice e concreto per poter meglio cogliere, conoscere e valorizzare
pastoralmente il catechismo.
In particolare, la "Nota" intende aiutare a non isolare il catechismo o a non
ridurlo semplicemente a un libro da regalare alle famiglie. Vuole invece
favorire la comprensione e l'utilizzazione dentro un progetto di
evangelizzazione e di iniziazione, come primo e specifico momento di un cammino
di iniziazione alla vita cristiana incentrato nella celebrazione del battesimo
strettamente collegato con lo sviluppo successivo nell'età della fanciullezza e
della preadolescenza, ma anche intimamente riferito al coinvolgimento della
famiglia e dell'intera comunità ecclesiale.
Il sussidio è suddiviso in tre parti:
Nella prima parte si sottolinea particolarmente il significato del catechismo
dei bambini, invitando a coglierne la novità e l'importanza in un processo di
iniziazione cristiana.
Nella seconda parte vengono offerti i diversi elementi per comprendere e
valorizzare il catechismo nella sua articolazione, nelle sue mete e nei suoi
contenuti.
Nella terza parte vengono presentate alcune indicazioni per una utilizzazione
del catechismo all'interno di una pastorale più ampia, ma anche specifica, delle
comunità ecclesiali, con una particolare attenzione alla pastorale familiare del
battesimo.
In appendice si è ritenuto utile presentare quasi un "indice ragionato" attorno
ad alcune tematiche e in vista di diversi percorsi educativi.
Il presente sussidio per molti aspetti può essere meglio compreso se verrà
considerato in collegamento con la precedente "Nota" di presentazione del
catechismo per l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
Infine, con un grazie particolare agli amici che hanno collaborato alla stesura
di questa "Nota", un auspicio: che il lieto annuncio di Gesù ai bambini
attraverso il catechismo Lasciate che i bambini vengano a me, possa risvegliare
lo stesso "lieto annuncio" per le famiglie e per le comunità cristiane: il lieto
annuncio della carità di Dio accolta e condivisa.
La Direzione dell'UCN
PRIMA PARTE
UN CATECHISMO PER L'INIZIAZIONE
CRISTIANA DEI BAMBINI
1. Libro della fede dei bambini
Con
la firma autorevole della Conferenza episcopale italiana è stata consegnata alle
comunità ecclesiali, alle famiglie, e alle diverse comunità educatrici, la nuova
edizione del catechismo dei bambini.
È
il primo libro della fede per la vita cristiana dei bambini. È la fede della
Chiesa nella quale essi vengono battezzati e nella quale crescono come figli di
Dio. Questo catechismo li accompagna fino all'età del catechismo in parrocchia.
Ha
per titolo un'affermazione di Gesù: "Lasciate che i bambini vengano a me". Così
il titolo è già un atto di evangelizzazione per chi prende in mano il libro e
indica ciò che devono fare gli adulti che lo leggeranno e lo accoglieranno.
I
bambini hanno già la capacità e il bisogno di ricevere il lieto annuncio di Gesù
per poter credere e
sperare (evangelizzazione), di celebrare con la propria vita la lode di Dio
(liturgia), di stabilire relazioni d'amore con Dio e il prossimo (carità) nella
stagione della loro esistenza. Infatti il tempo dell'infanzia ha valore in se
stesso e non soltanto in attesa dell'età adulta.
Perciò questo libro è un vero "catechismo dei bambini", dove risuona l'eco
gioiosa del Signore e delle sue parole; non è una semplice appendice del
catechismo degli adulti a uso dei genitori e neppure un generico "catechismo per
le famiglie". È vero libro della fede cristiana e non un semplice sussidio
didattico per l'infanzia.
I
bambini sono persone chiamate alla fede e con il battesimo vivono un rapporto
personale con il Signore; essi non sono semplici destinatari di un'istruzione
religiosa, ma protagonisti di un incontro. Inoltre sarebbe riduttivo leggere
questo catechismo come un testo di psicologia o pedagogia religiosa, anche se vi
si trovano indicazioni di pedagogia ecclesiale, cioè di quella sapienza
educativa che proviene dal Vangelo di Gesù.
2.Un catechismo dentro un progetto
Per
comprendere e utilizzare, in modo più vero e adeguato, il catechismo dei
bambini, è necessario non "isolarlo", ma considerarlo all'interno dell'intero
progetto catechistico italiano: il documento pastorale. Il rinnovamento della
catechesi, il catechismo degli adulti, i catechismi per l'iniziazione cristiana,
il catechismo dei giovani (cf. UCN, Il catechismo per l'iniziazione cristiana
dei fanciulli e dei ragazzi, nn. 11-12).
Il
catechismo dei bambini, tuttavia, è particolarmente collegato con il catechismo
degli adulti e con il catechismo dell'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei
ragazzi.
Il
catechismo degli adulti costituisce un riferimento centrale per il catechismo
dei bambini, nel segno del "camminare insieme" e della maturazione in una fede
adulta verso cui le famiglie sono chiamate a crescere. Il catechismo Lasciate
che i bambini vengano a me sottolinea questo aspetto quando afferma: "Il
catechismo dei bambini in un certo senso è un catechismo per gli adulti chiamati
a porgere con le parole, con i gesti, con la testimonianza di vita e di amore la
Parola di Dio ai bambini. Gli adulti sono chiamati anche ad accogliere le
sollecitazioni che vengono dai bambini, per una crescita nella fede e nella vita
morale e religiosa. Tutti insieme sono chiamati a salvarsi, divenendo parte viva
della Chiesa. Perciò la catechesi degli adulti riguarda anche i bambini e la
catechesi dei bambini riguarda gli adulti" (CdB, n. 12). E ancora: "Nel
catechismo degli adulti sono esposte le verità della fede in modo più
sistematico e rispondente ai problemi che la vita quotidiana pone alla coscienza
delle persone adulte. Nel catechismo dei bambini quelle verità sono presentate
in modo adatto alla comunicazione con i bambini e diventano per loro nutrimento.
Gli adulti, che vivono la fede della Chiesa, presentano Gesù ai bambini, perché
in loro si sviluppi il germe di vita battesimale" (CdB, n. 13).
Un
rapporto altrettanto forte e immediato, nel segno di una "catechesi permanente"
e di una vera iniziazione cristiana, esiste tra il catechismo dei bambini e il
catechismo per l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi: "Questo
catechismo è dei bambini che vivono la prima stagione della loro esistenza. Sono
loro i protagonisti, i veri destinatari, anche se è posto nelle mani dei
genitori e degli educatori. È quindi originale nella sua qualità, nei suoi temi
e nei suoi metodi, perché li avvia nei primi passi di un itinerario di catechesi
permanente sostenuto, nell'età successiva, col catechismo per l'iniziazione
cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. In questo itinerario essi vivranno gli
altri momenti dell'iniziazione cristiana, cioè la celebrazione della messa di
prima comunione e la confermazione, e prima ancora la celebrazione della
penitenza" (CdB, n. 14).
3.Un catechismo per l'iniziazione cristiana dei bambini
All'interno del progetto catechistico globale della Chiesa italiana, il
catechismo Lasciate che i bambini vengano a me si caratterizza in modo specifico
come "catechismo per l'iniziazione cristiana dei bambini", cioè come il libro
della fede che intende accompagnare i bambini, in modo adatto alla loro età, a
una prima graduale e progressiva iniziazione alla vita cristiana nella globalità
dei suoi elementi e nel suo fondamento battesimale, coinvolgendo la comunità
ecclesiale, la famiglia e le diverse comunità educanti.
Il
cammino di iniziazione cristiana che il catechismo intende sostenere non è
evidentemente esaustivo: fondato sulla celebrazione del sacramento del battesimo
e sulla iniziazione alla vita cristiana nei suoi diversi elementi, rimane
totalmente aperto, in una prospettiva unitaria, al completamento
dell'iniziazione cristiana nella fanciullezza e nella preadolescenza con la
celebrazione dei sacramenti della confermazione e dell'eucaristia e con la
celebrazione del sacramento della penitenza.
Si
tratta, quindi, di un vero itinerario di iniziazione cristiana da attuare nel
momento specifico dell'infanzia, nella prospettiva di un cammino che continua e
si perfeziona attraverso tappe successive.
Va
ricordato, infatti, che l'iniziazione cristiana è un itinerario guidato,
progressivo e coerente, individuale ed ecclesiale, che permette a uno o più
discepoli di Cristo, attraverso le tappe sacramentali, di diventare membra del
suo corpo. È l'ingresso nella vita cristiana che fa partecipare alla vita della
Chiesa, rende capaci di iniziazione e ringiovanisce la Chiesa stessa.
Più
sinteticamente l'iniziazione cristiana è quel processo grazie al quale si
diventa cristiani. Attraverso un cammino articolato nel tempo, scandito
dall'ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei
discepoli del Signore, il credente compie un apprendistato globale della vita
cristiana, si impegna a una scelta di fede per vivere come figlio di Dio ed è
assimilato attraverso il battesimo, la confermazione e l'eucaristia al mistero
pasquale di Cristo nella Chiesa.
"Per mezzo dei sacramenti dell'iniziazione cristiana, gli uomini, uniti con
Cristo nella sua morte, nella sua sepoltura e risurrezione, vengono liberati dal
potere delle tenebre, ricevono lo Spirito di adozione a figli e celebrano, con
tutto il popolo di Dio, il memoriale della morte e risurrezione del Signore... I
tre sacramenti dell'iniziazione sono così intimamente tra loro congiunti, che
portano i fedeli a questa maturità cristiana per cui possano compiere, nella
Chiesa e nel mondo, la missione propria del popolo di Dio" (Rito del battesimo
dei bambini, II. Iniziazione cristiana: Introduzione generale, nn. 1-2).
Il
battesimo e la cresima insieme con l'eucaristia costituiscono i tre sacramenti
dell'iniziazione cristiana. Essi segnano tre fasi e momenti successivi nel
processo della piena incorporazione al mistero pasquale di Cristo e della
Chiesa.
4.Alcune dimensioni fondamentali
Questo itinerario di iniziazione cristiana è ispirato e sostenuto da alcune
coordinate:
a)
La dimensione comunitaria. L'iniziazione cristiana avviene nella comunità e con
la comunità ecclesiale. È la parrocchia il luogo ordinario e privilegiato
dell'iniziazione cristiana: luogo di accoglienza; luogo di trasmissione di fede
attraverso la testimonianza, la catechesi, i momenti celebrativi; luogo di
accompagnamento dal battesimo fino alla completa partecipazione al mistero
pasquale con la confermazione e l'eucaristia.
b)
La dimensione familiare. L'iniziazione cristiana richiede, anche se in forme
diversificate e progressive, la partecipazione e il coinvolgimento dei genitori.
La tradizione della Chiesa e il magistero recente riconoscono che i genitori
sono i primi e i principali educatori dei figli nella fede. Questo
diritto-dovere educativo dei genitori si fonda sull'atto generativo ed è
sostenuto dalla grazia del sacramento del matrimonio, per cui il loro compito
educativo è considerato un vero e proprio ministero ecclesiale. Riconoscere
questo dono e compito dei genitori significa non solo coinvolgere i genitori nel
cammino di fede dei figli ma anche valorizzare la catechesi familiare e aiutarli
a svolgerla in modo che essa "preceda, accompagni e arricchisca ogni altra forma
di catechesi" {&6/1921&}(Catechesi tradendae, n. 68).
c)
La formazione alla globalità della vita cristiana. L'iniziazione cristiana è un
cammino che introduce nelle dimensioni fondamentali della vita cristiana: la
conoscenza e l'adesione al mistero cristiano, la celebrazione dei sacramenti e
la preghiera, l'appartenenza alla Chiesa, la testimonianza di carità e di
servizio, la missione apostolica.
d) Una pluralità di
esperienze organicamente collegate. L'iniziazione cristiana è un cammino fondato
su una pluralità di esperienze tra loro organicamente correlate: l'ascolto della
parola di Dio,
momenti di preghiera e di celebrazione, la testimonianza, l'esperienza
comunitaria, l'esercizio e l'impegno di vita cristiana secondo uno stile di vita
evangelico.
e)
L'articolazione unitaria e a tappe. L'iniziazione cristiana non può che essere
un processo unitario, dal momento che ha come finalità quella di essere scuola
globale di vita cristiana e condurre alla partecipazione-assimilazione al
mistero pasquale: evento unico celebrato nei sacramenti del battesimo,
confermazione, eucaristia. All'interno di questa unitarietà, il cammino di
iniziazione cristiana, secondo una sapiente pedagogia cristiana è articolato in
tappe, successive e graduali, ciascuna con una propria originalità e fisionomia
spirituale, con proprie accentuazioni e segni.
f)
La dimensione esperienziale. L'iniziazione cristiana deve fondarsi e realizzarsi
su una molteplicità di esperienze coinvolgenti e attive.
g)
Il ruolo insostituibile di accompagnamento dei pedagoghi. Il ruolo primario di
accompagnamento compete alla comunità cristiana e ai genitori. Ma, insieme, va
sottolineato il compito determinante del catechista e, se inteso nel suo vero
significato, del padrino.
SECONDA PARTE
METE EDUCATIVE, STRUTTURE E
CONTENUTI DEL CATECHISMO
5. Mete educative
Il
titolo Lasciate che i bambini vengano a me permette di intuire con immediatezza
le mete educative che il catechismo propone di raggiungere. È un titolo che si
rivolge agli adulti e alle comunità ecclesiali: in particolare ai genitori e
agli educatori, ai quali è chiesto di favorire l'incontro dei bambini con la
vita, con l'insegnamento e con l'amore di Gesù. Il catechismo dei bambini è
infatti offerto agli adulti e vuole aiutarli a proporsi come educatori dei
bambini, a pensare al loro "valore" di creature di Dio, alle loro esigenze
fisiche, affettive, intellettuali e spirituali, e quindi ai loro diritti e a
impegnarsi perché possano essere soddisfatti. Emerge tra questi diritti quello
di conoscere la buona notizia di Gesù che impegna le comunità ecclesiali, e in
esse soprattutto i genitori e quanti si prendono cura dei bambini, a narrare il
Vangelo.
Una
meta di questo catechismo è quindi proposta agli adulti, il cui impegno non si
limita a non impedire che i bambini "vadano a Dio", ma chiede di "spianare la
strada" e di operare positivamente per favorire la loro crescita in un clima di
affettività positiva, di educarli nella fede con fiducia nelle proprie
possibilità, nei modi adatti a loro, con amore, con gioia e con semplicità, con
la testimonianza di vita, con i gesti e con la parola.
Proponendosi come libro della fede dei bambini il catechismo vuole favorire il
loro incontro con Gesù e aiutarli a crescere come lui, "in sapienza, età e
grazia, davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52). Offre infatti risposte alle
domande che essi si pongono sulla vita, sugli uomini, sulla comunità cristiana e
sulla natura e ai loro numerosi "perché" e vuole soddisfare il loro desiderio di
conoscere il Padre che è nei cieli, di affidarsi a lui, di accogliere il suo
amore e di ricambiarlo, aiutandoli a riconoscere la presenza di Dio e dei suoi
doni, a intuire il significato della sua infinita provvidenza, della fratellanza
tra le creature, ad amarlo come lui ci ama, a voler essere amici di Gesù, a
dialogare con il Padre e a sentire la gioia di questo dialogo.
Si
tratta di favorire un incontro gioioso con Dio fin dall'alba della vita, e di
iniziare un'amicizia e un dialogo da custodire e da coltivare durante l'intero
corso dell'esistenza terrena. Il catechismo propone infatti un itinerario da
percorrere che inizia nell'infanzia e che si realizza durante tutta la vita,
impegnando adulti e bambini, che sono chiamati a camminare insieme, a crescere
insieme nella fede e in un reciproco scambio di doni.
La
prospettiva in cui il catechismo dei bambini si colloca è quindi quella della
catechesi permanente e il suo impegno è rivolto a rendere attiva la sorgente di
interiorità che ognuno custodisce, a soddisfare il bisogno di sicurezza, di
speranza, di amore dei bambini e a coltivare le loro intuizioni religiose,
presentando episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento, nella certezza che la
vita di Gesù ha per loro una particolare forza rivelativa.
6. Articolazione globale
La
proposta di fede del catechismo è articolata in tre parti:
Prima parte: I bambini alla luce della fede cristiana.
È il vangelo dell'infanzia,
la rivelazione dell'origine divina e della dignità di ogni bambino. Sono gli
adulti che accolgono per primi questo annuncio per saper trasmettere ai bambini
la consapevolezza della grandezza della loro origine e quanto il Signore li ama.
Seconda parte: Il primo annuncio di Dio ai bambini
La
relazione personale, nella corporeità, che si stabilisce tra i genitori e i
figli fin dal concepimento e nei primi passi sulla strada della vita è
linguaggio che evangelizza prima e al di là delle parole per arrivare a
comunicare anche con le parole.
Terza parte: Camminare insieme con il Signore
I
bambini battezzati sono membra vive della Chiesa, destinatari e portatori di
evangelizzazione e camminano insieme con gli adulti alla presenza del Signore
per una storia di salvezza.
Le
tre parti del catechismo vanno colte nell'unità di un unico percorso di vita da
discepoli del Signore: si è evangelizzati per evangelizzare e formare una
comunione di persone, che glorificano il Signore con la propria esistenza
quotidiana, imparando a servire. Parafrasando san Giovanni si potrebbe dire
così: ciò che come adulti abbiamo conosciuto del Signore lo diciamo anche ai
bambini perché anch'essi siano in comunione con noi, e la nostra comunione è col
Padre e col Figlio suo Gesù nello Spirito Santo, nell'unica Chiesa di Cristo (cf.
Gv 1,1-3).
Le
tre parti che costituiscono la struttura globale del catechismo sono a loro
volta articolate in capitoli, attraverso i quali si sviluppano in modo organico
i diversi contenuti catechistici.
In
modo schematico è così possibile cogliere la proposta di fede presente nel
catechismo, richiamando i titoli dei diversi capitoli in ciascuna delle tre
parti, con una breve sintesi dei contenuti.
7. I bambini alla luce della fede cristiana
I bambini nella parola di Dio.
L'identità e la dignità di ogni bambino trova il suo primo fondamento nella
sacra Scrittura, a partire dall'Antico Testamento per arrivare alla pienezza
della rivelazione di Gesù. Dall'Antico Testamento si impara la benedizione che
giunge dal Padre attraverso il figlio; dal Nuovo Testamento conosciamo che il
bambino è l'immagine del vero discepolo di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo,
speranza di vita nuova per ogni bambino.
I diritti del bambino nella comunità.
Dalla dignità della persona del bambino scaturiscono alcune esigenze che anche
la ragione umana identifica come "diritti universali, irrinunciabili e
inalienabili". Poiché i bambini non sono in grado di esigere da soli che questi
loro diritti vengano soddisfatti sempre e dovunque, diventa dovere degli adulti
e delle comunità provvedere. Anche le comunità civili hanno formulato a livello
mondiale una "Carta dei diritti dei bambini". La novità catechistica consiste
nel rileggere questi "diritti" sanciti già all'interno del patto di alleanza che
Dio ha stabilito con il suo popolo attraverso il Decalogo.
I bambini sulla via della fede. I
genitori sono i primi a offrire ai figli fin da piccoli la possibilità di
cercare Dio e di conoscere la via che conduce a lui. Poiché questo compito si
presenta molto impegnativo, molti genitori si intimoriscono. Il catechismo offre
loro alcuni motivi di fiducia e alcune persuasioni di fede che li possono
rassicurare. L'ambiente di casa può favorire o condizionare l'educazione
religiosa. I bambini sono sulla via della fede quando vengono educati alla
libertà dell'amore.
I bambini rinascono dall'acqua e dallo Spirito.
L'uomo "nuovo" scaturisce soltanto dal dono della grazia. La
"novità" nella vita dei bambini è data soltanto dalla loro rigenerazione nello
Spirito. Il catechismo non affronta apologeticamente le obiezioni al battesimo
dei bambini, tuttavia prende in considerazione le difficoltà in cui si trovano
molte famiglie. Afferma che la scelta ultima rimane dei genitori, ma va
sostenuta e accompagnata dalla comunità ecclesiale. Il testo presenta il rito
del battesimo, parole e gesti, e accompagna ogni singolo gesto liturgico con una
breve spiegazione.
I bambini trovano nella loro casa la Chiesa.
È la casa come comunità di persone, caratterizzata dall'ambiente
domestico santificato e sostenuto dal sacramento del matrimonio, il luogo
teologico e naturale per l'iniziazione all'incontro con Dio. Il fondamento del
ministero ecclesiale del naturale compito educativo di tutti i genitori sta
nella stessa iniziazione cristiana dei genitori. È ovvio far perno sul
sacramento del matrimonio, tuttavia il catechismo è attento al comando di Dio:
"Onora il padre e la madre". Pertanto rispetta e incoraggia ogni papà e mamma,
in qualsiasi situazione di fede si trovino o di realtà coniugale, a vivere il
loro compito educativo e a condurre i bambini all'incontro con il Signore.
Il
catechismo ha ben presenti i bambini che non hanno una famiglia "di sangue" e
incoraggia tutta la comunità a offrire loro una casa per il loro sviluppo
armonico e una "Chiesa domestica" per la loro crescita nella fede. Non fa
appello solo all'iniziativa di qualche coppia generosa, ma intende convertire
questa offerta in "segno profetico e visibile" di quello che dovrebbe essere la
comunità ecclesiale "casa e famiglia" per tutti. In questo senso, l'accoglienza
espressa nell'affido e nell'adozione è presentata catechisticamente come una
vocazione e un carisma, che lo Spirito suscita in ogni tempo.
8. Il primo annuncio di Dio ai bambini
Ci è nato un figlio. Il figlio è dono,
benedizione e compito. Occorre fargli spazio nel cuore prima che nella casa.
Prima delle parole. I genitori e gli
adulti, prima che con le parole, sono chiamati a manifestare ai bambini la
presenza misteriosa di Dio e il suo amore, attraverso i loro atteggiamenti di
tenerezza, di speranza, di affetto, di vicinanza e di compagnia.
Le parole che annunciano Gesù. Il
catechismo sottolinea l'importanza che le prime parole su Gesù rivolte ai
bambini siano sempre associate a momenti d'amore, per non pregiudicare i
successivi sviluppi. Inoltre, queste parole sono buona notizia quando annunciano
l'iniziativa di amore di Dio verso l'uomo, prima dei doveri richiesti verso lui.
L'incontro con Gesù nelle sacre Scritture.
Le pagine dedicate alla Bibbia costituiscono il nucleo centrale
del catechismo. A esse va data massima attenzione e rilevanza pastorale.
L'obiettivo è di aiutare i bambini a conoscere e incontrare Gesù nelle
Scritture. Si tratta infatti di iniziare i bambini, che non sanno ancora
leggere, ad ascoltare ciò che narra la Bibbia e a coglierne il messaggio.
Il
catechismo offre 21 brani, scelti seguendo nell'Antico Testamento la storia
della salvezza: creazione, peccato originale, Noè, Abramo il padre dei credenti,
Mosè il liberatore, Davide il re, Isaia il profeta. Nel Nuovo Testamento si è
preferito seguire le feste dell'anno liturgico che riguardano il Signore, a
partire dall'Annunciazione, Natale, Epifania, Pasqua e Pentecoste; poi la festa
dell'Assunta, di tutti i Santi e degli Angeli custodi. Si è ritenuto opportuno
anche aggiungere la narrazione dei miracoli della moltiplicazione dei pani e
della tempesta sedata, l'incontro di Gesù con i bambini, l'insegnamento della
preghiera del Padre nostro e la parabola del buon samaritano.
Per
presentare la Scrittura sono state prese in considerazione varie modalità,
ciascuna delle quali privilegiava un'opportunità pedagogica: offrire "racconti
biblici" fedeli al testo scritturistico, quasi una narrazione già attualizzata;
trascrivere il testo scritturistico in linguaggio corrente; riportare il testo
integrale, nella traduzione CEI. La preferenza è stata data a quest'ultima, con
l'accorgimento di unire con una frase "cerniera" passaggi altrimenti
incomprensibili. Le citazioni indicano all'adulto l'intero testo biblico da cui
è tratta la pericope trascritta e a cui l'adulto deve rifarsi. Le motivazioni
della scelta: iniziare alla vita di fede è anche iniziare all'ascolto della
parola di Dio; la Scrittura ha in sé una fecondità non misurabile con l'età
anagrafica; le pagine ascoltate non saranno smentite da adulti come "racconti
dell'infanzia". Il libro riporta le stesse parole che risuonano nell'assemblea
liturgica della Chiesa, cui anche i bambini piccoli possono partecipare, perché
fin dall'infanzia possano conoscere ciò che da grandi, nella continuità e al
tempo stesso nella novità di ulteriori scoperte, udranno.
In
verità questa scelta chiede agli adulti di conoscere per primi il testo della
Bibbia e di non fidarsi della memoria e di luoghi comuni, così da evitare nel
modo più assoluto di adulterare il testo sacro con leggende. Inoltre il
catechismo vuole incoraggiare i genitori e gli adulti che non hanno mai avuto
modo di accostarsi direttamente alla Bibbia, a venire a contatto diretto con il
libro sacro.
Ogni pericope biblica viene presentata su due pagine del catechismo:
·
a sinistra: il testo biblico, nella
traduzione liturgica della CEI, preceduto da una inquadratura complessiva, e
seguito a piè pagina da una didascalia, che aiuta gli adulti a cogliere gli
elementi fondamentali del testo e il loro contesto, l'eventuale riferimento a
Cristo e le occasioni privilegiate per offrirlo ai bambini.
·
a destra: l'illustrazione a disegno
del testo, preceduto in alto dal titolo e seguito a piè pagina da una proposta
di brevissima preghiera.
L'andamento dovrebbe essere quello della struttura della preghiera cristiana:
ascoltare, comprendere il messaggio, rispondere. Il disegno fornisce spunti per
il dialogo con i bambini.
"L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo", afferma san Girolamo. Anche
i bambini per conoscere Gesù debbono conoscere le Scritture, ma poiché non sanno
leggere hanno bisogno che qualcuno, a partire dai genitori, li introduca con il
racconto.
Ma
come faranno i genitori a far questo se a loro volta non conoscono essi stessi
le Scritture? e come faranno a conoscere le Scritture se nessuno le ha loro
insegnate? Perciò diventa dovere urgente delle comunità ecclesiali - dalle
diocesi alle parrocchie, alle associazioni e ai movimenti - aiutare e guidare i
genitori in una conoscenza graduale e progressiva della Bibbia nei modi concreti
possibili. Senza questo presupposto per molti genitori questa parte del
catechismo non è uno strumento utilizzabile.
9. Camminare insieme con il Signore
Insieme con il figlio che cresce. Il
catechismo intende aiutare i genitori e gli educatori a mettersi accanto al
bambino nella sua crescita, e a "camminare insieme" con lui in famiglia, e come
famiglia, nella comunità ecclesiale. Il catechismo esprime la convinzione che
"ogni famiglia scrive una pagina della storia universale dell'umanità" (CdB, n.
144) e perciò dà il suo contributo anche alla storia del regno di Dio.
Questo capitolo indica il discernimento evangelico da operare sulle opzioni
educative, in quanto si può dire che la "preoccupazione educativa" è normalmente
presente in tutte le famiglie. E indica nella dottrina biblica delle "due vie"
il quadro di riferimento: la via larga dello spirito del mondo e la via stretta
della sequela al Vangelo di Gesù. Passa poi a indicare i passi da compiere per
una educazione morale, ovvero all'incontro con Gesù nella realtà esistenziale. È
la prima "sequela". Sono i primi passi nella formazione della coscienza morale
del bambino che ha ricevuto nel battesimo lo Spirito del Signore. Un ulteriore
passo è aiutare i bambini ad avere gli stessi atteggiamenti di Gesù. Il
catechismo aiuta i genitori e gli educatori a far questo alla luce di alcune
affermazioni semplicissime di Gesù ai discepoli.
Gli amici di Gesù. I genitori e gli
adulti sono invitati a raccontare le storie dei santi come parabole del modo di
vivere da amici di Gesù. Dovendosi limitare nel numero, il testo presenta, a
titolo esemplificativo, alcuni modelli significativi degli atteggiamenti di vita
cristiana, suggeriti nel paragrafo precedente (gratitudine, perdono, pace,
fede). Vengono così presentati i due santi protettori d'Italia, s. Francesco
d'Assisi e s. Caterina da Siena, e due figure presenti nei libri del Nuovo
Testamento: s. Stefano e s. Marta.
Il dialogo dei bambini con Dio. I
bambini rispondono all'annuncio ricevuto. Il catechismo offre una prima
iniziazione dei bambini alla "preghiera" seguendo i ritmi della loro crescita:
dalla preghiera spontanea e "domestica" all'iniziazione dei figli al linguaggio
dei salmi, come preghiera della comunità ecclesiale. Soprattutto la "casa è
chiamata a essere non solo un ambiente di vita, ma anche la prima scuola di
"ascolto", di "celebrazione", come vera liturgia familiare, seguendo il percorso
dei "segni", dei "momenti" privilegiati e delle "feste"".
In
appendice al catechismo dei bambini, come negli altri testi, sono poi
riportate le formule di preghiera della comunità cristiana.
Oltre le mura di casa. I bambini non
appartengono esclusivamente alla famiglia nella quale sono nati e che li ha
accolti; fanno parte dell'umanità e sono chiamati a stabilire rapporti d'amore e
di solidarietà con tutti. Per la rinascita del battesimo sono membra vive della
grande famiglia della Chiesa: per questo vanno gradualmente inseriti nella vita
della parrocchia; ma essi rimangono anche cittadini, membri della comunità
umana. La frequenza all'asilo nido e alla scuola materna è momento importante
per il battezzato per stabilire delle relazioni d'amicizia anche con altri
fratelli.
10. Elementi di novità
Il
catechismo Lasciate che i bambini vengano a me, pur in evidente continuità con
l'edizione precedente "per la consultazione e la sperimentazione", presenta
numerosi elementi di novità.
Il
testo, infatti, mentre da una parte conserva la linea e le intuizioni
pedagogiche di fondo del precedente catechismo, dall'altra appare rinnovato
nella sua stessa struttura e articolazione, nello sforzo di una maggiore
organicità e tematizzazione dei contenuti, nella preoccupazione di comunicazione
catechistica più immediatamente fruibile in seno alla famiglia, nella rilevanza
e nella cura date al linguaggio grafico e iconografico.
Ma,
forse, la novità più rilevante consiste nell'aver pensato e realizzato questo
catechismo, nella sua
seconda edizione, all'interno di un progetto unitario di iniziazione cristiana,
per sostenerne un primo e specifico momento, che troverà il suo sviluppo nella
fanciullezza e nella preadolescenza.
11. La grafica e le illustrazioni del catechismo
Il
catechismo dei bambini è un libro letto e commentato dai grandi ai piccoli, ma
sfogliato dai bambini anche in quelle parti che sono destinate alla riflessione
dei genitori e degli educatori. Per questo si è procurato che, dal punto di
vista dell'impostazione grafica, esso risultasse un libro attraente in tutte le
sue parti, anche per i bambini a cui è destinato.
Il
catechismo dei bambini si presenta come un catechismo capace di trasfondere,
anche attraverso la grafica, il senso della vita e della speranza; quindi un
libro colorato, luminoso e realisticamente ottimista perché porta la lieta
novella di Gesù.
In
generale, l'impostazione grafica e le illustrazioni del catechismo vogliono
rispondere alle seguenti esigenze:
a) stabilire un contatto immediato tra il testo e i
destinatari grandi e piccoli: il catechismo riguarda proprio loro e la loro
realtà vissuta, i loro problemi;
b) offrire un sussidio
che permetta all'adulto di organizzarsi meglio mentalmente e al bambino di
visualizzare i grandi contenuti delle pagine bibliche selezionate dal catechismo
per il primo annuncio, ricevendo dall'impressione generale una prima
interpretazione emotiva e dall'osservazione particolareggiata la possibilità di
verificare sul disegno e di memorizzare i vari elementi del contenuto ascoltato
nella lettura fatta dai grandi;
c) facilitare il collegamento tra i grandi eventi
biblici e la vita vissuta dai bambini e dalla loro famiglia nei vari momenti e
nei diversi ambienti, con particolare attenzione alle feste liturgiche,
proponendo esempi e stimolando idee per l'attualizzazione.
Il
testo è illustrato con foto e disegni, che coniugano insieme le esigenze di
attualizzazione e di racconto. Particolare cura viene data all'impostazione
della sezione del catechismo dedicata alla presentazione di alcune pagine
bibliche. Di fronte a ogni testo è collocata un'illustrazione, vicina al
linguaggio dell'arte sacra tradizionale: semplice e sobria, ma non infantile;
tenera, ma senza sentimentalismi; fedele al testo e al suo significato. Forme,
luci, colori, posizioni dei personaggi, atteggiamenti ed espressioni,
particolari descritti dal testo o volutamente da esso trascurati: tutto vuole
contribuire alla leggibilità del testo biblico come evento storico, e
soprattutto alla comprensione del suo significato.
Le
illustrazioni cercano di allinearsi alla sobria e immediata semplicità dei
racconti evangelici e degli altri libri sacri, evitando accentuazioni
drammatiche, ricercatezze distrattive, effetti fantastici e irreali, enfatici o
paurosi. Le illustrazioni vogliono così aiutare i bambini a:
-
individuare i diversi elementi o personaggi del racconto, dar loro un nome,
imparare a riconoscerli;
-
ricostruire una certa gerarchia tra i vari elementi;
-
raggiungere una prima percezione della verità, attraverso la valorizzazione
della spiccata sensibilità infantile;
-
far
sviluppare il senso del sacro.
TERZA PARTE
ORIENTAMENTI PASTORALI E
PEDAGOGICI
12. Catechesi e pastorale
La
catechesi e il catechismo dei bambini non possono essere isolati, ma vanno
collocati, nel rispetto della loro specificità, all'interno dell'azione
pastorale di tutta la comunità.
Anche per i bambini "la Chiesa locale è il luogo, in cui l'economia della
salvezza entra più concretamente nel tessuto della vita umana" (RdC, n. 142).
Per questo la pastorale di ogni comunità
ecclesiale è chiamata a essere attenta, in modo differenziato e complementare, a
tutti i soggetti nella diversità dell'età e delle condizioni di vita.
Di
conseguenza, l'intera comunità ecclesiale, le famiglie, gli educatori e le
educatrici devono farsi carico, attraverso una autentica solidarietà educativa,
di una progettazione pastorale in cui vengono inseriti, in modo adeguato,
l'educazione alla fede dei bambini e l'accompagnamento coinvolgente delle loro
famiglie in un cammino di graduale iniziazione alla vita cristiana.
In
particolare, si tratta di promuovere in modo più convinto una pastorale
familiare e una pastorale battesimale all'interno di un rinnovato impegno di
evangelizzazione e all'interno di una pastorale organica e unitaria dell'intera
comunità.
13. Catechismo e pastorale della famiglia
Il
catechismo dei bambini, senza alcuna strumentalizzazione, può costituire
occasione e mezzo per una promozione, nelle nostre comunità, di una pastorale
familiare che favorisca un cammino comune di crescita del bambino e della sua
famiglia, all'interno della più vasta comunità ecclesiale.
Il
catechismo risveglia nelle case e nelle parrocchie la risposta doverosa al
diritto di tutti i bambini di conoscere e sperimentare l'amore rivelato da Dio:
"Tutti i bambini vengono da Dio, tutti sono amati dal Padre, sono redenti dal
sangue del Figlio suo, Gesù, e a Dio ritorneranno" (CdB, n. 54).
"I
genitori sono i primi a poter offrire ai figli fin da piccoli la possibilità di
cercare Dio e di conoscere la via che conduce a lui" (CdB, n. 57). Catechesi
degli adulti, pastorale della famiglia ed educazione alla fede dei bambini
convergono insieme nel dare senso al carattere di "sacramento" proprio del
matrimonio, in quanto segno della fedeltà unica e indefettibile di Dio verso
l'umanità e di Cristo alla sua Chiesa.
Il
bambino, con le sue esigenze profonde (ancor prima che sappia esprimerle) di
presenza definita e sicura della coppia dei genitori, unita e stabile, fedele
senza riserve, è occasione per riscoprire che il matrimonio sacramentale è dono
e risorsa di unità e stabilità della coppia, e nondimeno, compito e
responsabilità per un consenso reciproco da ratificare ogni giorno
consapevolmente.
Di
fronte al compito educativo, spesso oggi l'uomo e la donna si sentono smarriti.
In realtà, sia il messaggio rivelato sulla dignità del bambino, chiamato per il
battesimo a divenire tempio dello Spirito e figlio di Dio, sia l'annuncio del
matrimonio cristiano, nel quale il Salvatore degli uomini "viene incontro ai
coniugi" e "rimane con loro" (Gaudium et spes, n. 48), convergono nel suscitare
speranza cristiana, fiducia nell'azione del "Primo Educatore", il Padre, per
mezzo dello Spirito Santo. "Ogni altro educatore, a cominciare dai genitori,
partecipa a questa azione divina ed è chiamato a riconoscere nel Padre il primo
educatore e a ringraziarlo per la vocazione a educare, la quale è espressione di
fiducia" (CdB, n. 58).
L'educazione dei bambini nella fede deve risvegliare solidarietà più vaste nella
comunità cristiana. E quanti in essa operano a favore della famiglia, concorrono
alla crescita umana e spirituale dei bambini.
14. La Chiesa si edifica insieme con i bambini nelle case
"I
bambini possono incontrare la Chiesa già nella loro casa fin dal nascita, prima
ancora di andare in parrocchia o al catechismo" (CdB, n. 96). Questo
annuncio è destinato a suscitare coscienza consapevole - specialmente nelle
coppie più giovani e alla prima esperienza di paternità e maternità - della
missione propria della famiglia: "custodire, rivelare e comunicare l'amore,
quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e
dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa" (Familiaris consortio,
n. 17). Questo annuncio richiede nello stesso tempo approfondimento,
esplicitazione e solidarietà operosa, perché possa attuarsi attraverso scelte di
vita coerenti con la vocazione delle persone - della donna in particolare - con
il valore dell'unità della famiglia, con le esigenze imprescindibili del
matrimonio, quale "intima comunità di vita e di amore".
Catechesi degli adulti, iniziazione cristiana dei bambini e pastorale della
famiglia invocano chiarezza e coraggio, di obiettivi come di metodo. Porre i
bambini al centro di un progetto pastorale significa interrogarsi, anche come
comunità cristiana e società civile presenti sul territorio, riguardo ad alcuni
fondamentali problemi: la dignità e lo spazio delle abitazioni, la quantità e la
qualità dei tempi che i genitori e la madre in particolare dedicano ai bambini e
alla famiglia, i servizi e le solidarietà disponibili per la custodia dei
bambini, le scuole, i servizi di consulenza familiare ecc.
Le
parole e i segni dei quali necessita il linguaggio che parla ai bambini per
"rivelare e comunicare" il Vangelo del Salvatore degli uomini, esigono
iniziative non episodiche o settoriali, predicazione e opere coerenti di
solidarietà, in cui le opere attestino le parole, e le parole illustrino il
senso delle opere, e ove i segni liturgici rendano, anche agli occhi delle
famiglie, trasparente il mistero di Dio che convoca, riconcilia e santifica il
suo popolo. La prima socializzazione dei bambini è nella famiglia e i bambini
trovano nella loro casa la Chiesa, se la famiglia diventa ciò che è: Chiesa
domestica.
15. Iniziative organiche di pastorale catechistica e familiare
Il
catechismo Lasciate che i bambini vengano a me è occasione di iniziative comuni
in collaborazione tra gli uffici e commissioni per la pastorale della famiglia,
gli uffici catechistici e altre strutture e organizzazioni della pastorale
scolastica e delle religiose nelle Chiese locali.
Anzitutto, però, sarebbe utile che nelle parrocchie (e prima ancora nelle
diocesi) i consigli pastorali si sentano investiti del compito di progettare
iniziative adeguate.
In
ogni caso le associazioni e i gruppi familiari, specialmente di giovani sposi,
dovrebbero farsi carico di programmare momenti appropriati per la conoscenza
sistematica del catechismo e trarne motivo di un rinnovato impegno di apertura e
apostolato verso altre coppie e famiglie, sia in occasione della preparazione al
battesimo sia per incontri nei tempi forti dell'anno liturgico, o in vista della
Giornata per la vita, della Giornata della famiglia ecc.
Il
catechismo va presentato e fatto conoscere alle religiose e a tutte le
educatrici che operano nella scuola materna, anche in quelle statali e comunali.
Esse hanno, al di là del compito educativo loro proprio, importanti occasioni
per incontrare i genitori e suscitare in loro competenza e collaborazione
nell'educazione cristiana dei bambini.
In
collaborazione con gli operatori dei consultori familiari d'iniziativa cristiana
e di altri esperti, il catechismo dei bambini merita sia fatto conoscere con
manifestazioni culturali di largo interesse nel territorio, tanto più se queste
si collocheranno entro una cornice di interventi organici e non come fatti
episodici.
Non
da ultimo, il catechismo dei bambini è invito a sviluppare nuova attenzione e
solidarietà verso i bambini in condizioni di abbandono e ospiti di istituti.
L'accoglienza e l'affido non dovrebbero essere forme eccezionali di amore. Esse
portano con sé, di solito, ritrovate ragioni di unità nelle case. Affido e
adozione sono tra le forme di solidarietà e apertura delle famiglie che lo
Spirito suscita intorno a centri di aiuto alla vita, a case famiglia e altre
iniziative che sorgono a favore di bambini rifiutati e a favore insieme delle
loro stesse madri e famiglie.
Se
il catechismo e la catechesi dei bambini entra nelle case, è tutta l'identità e
missione cristiana della famiglia che ne trae vigore:
-
nel
ravvivare il suo compito di formare una comunità di persone, a partire da una
ritrovata passione educativa e di fede del padre e della madre;
-
nel
risvegliare e orientare il ministero dei coniugi nel servizio alla vita, secondo
la specifica chiamata di Dio a "essere cooperatori dell'amore di Dio creatore e
come suoi interpreti" (Gaudium et spes, n. 50);
-
perché
la famiglia "diventi ciò che è": consapevole dei suoi diritti e doveri nella
società e a fronte delle istituzioni civili ed ecclesiastiche, specialmente in
ordine all'educazione dei figli.
16. Catechismo e pastorale del battesimo
Il
primo passo concreto dell'iniziazione cristiana è l'itinerario catecumenale
accentrato sull'avvenimento del battesimo. "Il battesimo, ingresso alla vita e
al Regno, è il primo sacramento della nuova legge. Cristo lo ha proposto a tutti
perché abbiano la vita eterna, e lo ha affidato alla sua Chiesa insieme con il
Vangelo, dicendo agli apostoli: "Andate e annunziate il Vangelo a tutti popoli e
battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Perciò il
battesimo è anzitutto il sacramento di quella fede, con la quale gli uomini,
illuminati dalla grazia dello Spirito Santo, rispondono al Vangelo di Cristo. La
Chiesa considera quindi come sua prima missione suscitare e risvegliare in tutti
una fede autentica e operosa; per questa fede tutti ... aderendo a Cristo
potranno entrare nella nuova alleanza o riaffermare la loro appartenenza a essa"
(Rito del battesimo dei bambini, II. Iniziazione cristiana: Introduzione
generale, n. 3).
La
richiesta del battesimo oggi non si può pregiudizialmente interpretare come un
evidente segno di fede e come un implicito impegno a educare il bambino nella
fede. Tutto questo va verificato; soprattutto, va sollecitato a maturare. La
pastorale del battesimo dei bambini è stata grandemente favorita dalla
promulgazione del nuovo rito, redatto secondo le direttive del concilio Vaticano
II. Tuttavia non sono completamente dissipate le difficoltà avvertite dai
genitori cristiani e dai pastori d'anime a causa della rapida trasformazione
della società che rende difficile l'educazione della fede e la perseveranza dei
giovani.
L'impegno pastorale svolto in occasione del battesimo dei bambini deve, quindi,
essere inserito in un'attività più ampia, estesa alle famiglie e a tutta la
comunità cristiana. Le difficoltà sono molte e di tipo diverso e vanno dalla
scarsità di numero di coloro che sono disponibili per un apostolato
specificamente familiare, alla resistenza passiva delle famiglie che si sentono
disturbate nella loro religiosità consuetudinaria, alla difficoltà di allacciare
un rapporto vero con persone estranee alla vita comunitaria ecclesiale, spesso
in condizioni di disagio, con il pericolo di incontri puramente formalistici.
L'azione pastorale deve partire da lontano e coinvolgere la preparazione dei
giovani al matrimonio e il ruolo che la famiglia ha assunto nella pastorale di
una comunità. La nascita di un figlio è il momento di grazia per una coppia e
spesso il battesimo può segnare il recupero religioso di un matrimonio non
percepito ancora nella sua profondità di sacramento; così come può segnare
l'inizio di un dialogo di fede con il presbitero e con la comunità ecclesiale.
"È
molto importante che i genitori si preparino a una celebrazione davvero
consapevole del battesimo, guidati dalla propria fede e aiutati da amici o da
altri membri della comunità. Si servano per questo di opportuni sussidi: libri,
scritti vari, catechismi adatti alle famiglie. Il parroco, personalmente o per
mezzo di suoi collaboratori, sia sollecito nel far visita alle famiglie,
raccogliendo eventualmente più famiglie insieme per preparare la prossima
celebrazione con opportune istruzioni e momenti di preghiera comune" (Rito
del battesimo dei bambini, III. Il battesimo dei bambini: Introduzione, n.
5).
In
questa prospettiva, il catechismo dei bambini costituisce uno strumento
particolarmente valido.
17. Un preciso contributo del catechismo
I
paragrafi del catechismo dei bambini dedicati al battesimo e alla condizione dei
genitori che chiedono il primo sacramento per i loro figli vanno intesi a
partire da una duplice chiave di lettura. In prima istanza, è la collocazione
del battesimo e della sua celebrazione nel suo vero contesto che è quello del
cammino di fede: il battesimo è tappa fondamentale nel cammino di fede. Si
consolida così, attraverso il catechismo dei bambini, una scelta centrale e
prioritaria fatta a ridosso del Vaticano II e ora confermata autorevolmente nel
documento della Conferenza episcopale italiana Evangelizzazione e testimonianza
della carità (cf. n. 7). Si tratta dell'evangelizzazione, il cui "primato" sulla
sacramentalizzazione, anche se va inteso correttamente, non può più essere messo
in discussione. I giovani genitori che chiedono il battesimo sono guidati dalle
pagine del catechismo a tramandare ai loro figli non tanto una tradizionale
cerimonia quanto la fede in Cristo, di cui riconoscono il valore e l'incidenza
sulla vita concreta del loro bambino: il battesimo è "come una nuova nascita nel
segno dell'acqua e nella potenza dello Spirito Santo" (CdB, n. 67).
L'altra chiave di lettura che ci sembra di dover richiamare è la presentazione
compiuta della "dottrina" del battesimo. Sono note le riduzioni di significato e
persino le inesattezze che intorno a un sacramento, amato dalla gente ma non
sempre ben compreso, si sono accumulate. Perché battezziamo i bambini e li
battezziamo subito dopo la loro nascita: è forse la paura che muoiano presto e
vadano all'inferno? è forse per non interrompere un'usanza diffusa la cui
trasgressione coinciderebbe con un vago ma forte senso di paura? Paura di Dio,
di qualcosa di arcano che non ha nulla da spartire con l'amore e la tenerezza
del Signore.
Le
non molte righe dedicate alla "dottrina" del battesimo sono preziose per
l'ottica scelta con cui guardare al sacramento degli inizi della vita cristiana
e per il sottofondo dogmatico che regge la presentazione di esso. Il punto
prospettico è indicato in alcune brevi frasi che tutte riconducono a unico
significato: il battesimo è il "segno efficace dell'amore preveniente del
Padre", al punto che "in Dio viene offerta a ogni bambino una paternità e, nella
Chiesa, una famiglia" (CdB, n. 69); il battesimo è "evento che rende gli uomini
figli del Padre" e chi lo riceve "partecipa alla pasqua di Cristo: con lui è
sepolto nella morte e con lui risuscitato" (CdB, n. 67); è evento che compie il
desiderio dei genitori: chiedere per il figlio "il segno efficace dell'adozione
divina" (CdB, n. 70), fondamento della dignità di figli di Dio propria dei
cristiani e della loro missione di salvezza in mezzo al popolo.
È
subito evidente che il battesimo viene qui presentato, con attenzione alla
sensibilità odierna, come l'atto dell'"adozione a figli di Dio", come dono ai
bambini e impegno degli adulti; è prevalente il senso positivo del dono che si
riceve dall'amore di Dio per mezzo della Chiesa, quale strada di speranza e di
coraggio in un momento in cui le insicurezze sono molte e non mancano nemmeno i
segni di angoscia e di timore.
Il
patrimonio dogmatico, oltre alle frasi indicate, è reso evidente da una sequenza
di concetti che, sia pure non tutti espressi, non si fa fatica a individuare
mediante un'attenta lettura del testo, ivi compreso il sobrio commento al rito.
Qui
non è possibile che indicarli in progressione: il battesimo è un dono di Dio;
segno della vita nuova, rinascita e illuminazione nello Spirito, purificazione e
liberazione dal peccato e dai suoi fermenti; ingresso e incorporazione nel corpo
di Cristo che è la Chiesa; segno del regno di Dio che viene dalla vita del mondo
futuro. Ne segue che i battezzati sono visti con gli occhi nuovi della fede:
immersi nella morte e risurrezione di Cristo; perdonati, resi figli, unti nello
Spirito, santificati; incorporati e membri della Chiesa; figli della luce;
incaricati di una missione.
È
ben evidente la ricchezza di spunti che ne vengono per una catechesi da fare nei
momenti favorevoli come sono la preparazione in famiglia alla celebrazione del
battesimo, la preparazione al matrimonio e gli incontri di catechesi degli
adulti.
18. I bambini non battezzati
Il
catechismo sollecita una particolare attenzione anche verso i bambini non
battezzati e le loro famiglie. Esso può costituire strumento per un dialogo
rispettoso e per l'accompagnamento in un cammino di graduale ricerca. Per il
catechismo ogni bambino è avvolto nel mistero dell'amore di Dio (cf. CdB, n.
69).
In
nessun caso e in nessun ambiente il bambino non battezzato dovrà essere motivo
di discriminazione per lui o per la famiglia. A tutti è richiesto di lasciarsi
interpellare dalla sua persona e dai suoi fondamentali diritti. La comunità
ecclesiale, a sua volta, deve sentirsi interrogata nel suo compito di annuncio e
di proposta, di accoglienza e di testimonianza, di solidarietà e di
accompagnamento, di servizio gratuito, di autentica pedagogia nella fede nei
confronti di questi bambini e delle loro famiglie.
19. Catechismo e soggetti portatori handicap
Il
catechismo dei bambini è di tutti i bambini in concreto esistenti. Non è
destinato a un'infanzia patinata che sta nell'immaginario della pubblicità. Di
tutti i bambini, esplicitamente, senza discriminazioni per svantaggi fisici o
psichici, afferma la divina provenienza, la dignità e l'immortalità e i diritti
umani inalienabili che ne conseguono.
In
particolare affronta il problema dei bambini portatori di handicap portando la
riflessione dei genitori sul fatto che "è un figlio. La sua accoglienza non può
dipendere dalle informazioni che un test clinico può dare a riguardo della sua
integrità fisica" (CdB, n. 115). Agli adulti dichiara che i bambini "valgono
prima di tutto per se stessi, nella stagione di vita che stanno vivendo, e non
in vista di ciò che in futuro potranno dare alla famiglia, alla società, alla
Chiesa o allo Stato" (CdB, n. 35).
Perciò i diritti dei bambini e altri che emergono oggi dalla coscienza delle
persone e dalle legislazioni dei popoli interpellano le comunità cristiane
perché evangelicamente si facciano carico di tutelarli in modo particolare nei
confronti dei bambini in situazioni di handicap, fisici o psichici. Il
catechismo promuove il diritto di cittadinanza di tutti i bambini nella Chiesa e
nella società, consapevole che oggi l'evangelizzazione passa attraverso la
testimonianza dell'accoglienza verso i bambini portatori di handicap, nella
certezza che essi sono portatori di risorse di natura e di grazia, in un corpo
svantaggiato.
E
gli operatori specializzati, le comunità e le istituzioni, "debbono sentirsi
impegnati a offrire ai genitori quel supporto indispensabile perché non restino
soli e non pesi esclusivamente su di loro il difficile compito educativo" (CdB,
n. 52).
La
capacità di conoscere Dio e di aspirare a lui non conosce l'impedimento
dell'handicap. L'amore è
potente fonte di comunicazione. A contatto con gli adulti, i bambini apprendono
per sensazioni ed esperienze, in una comunicazione che avviene al di là delle
parole, in una comunicazione d'amore.
20. Il catechismo e le scuole materne
Ogni scuola materna, sia essa statale, comunale o autonoma, impegnata a
"promuovere la formazione integrale della personalità dei bambini" è chiamata a
rivolgere l'attenzione al rapporto del bambino con tutta la realtà religiosa.
Nei
Nuovi orientamenti dell'attività educativa nelle scuole materne statali (3
giugno 1991), a questo proposito si riconosce che nel bambino "può verificarsi
il ricorrere di interessi e interrogativi (il senso della propria esistenza,
della vita e della morte) ... dal preciso spessore esistenziale ... culturale,
etico, metafisico e religioso".
A
queste domande, cui "sono state date e si danno diverse risposte", la scuola è
chiamata a prestare attenzione, tenendo presenti il vissuto dei bambini,
aprendosi anche, con sensibilità multiculturale, a un dialogo "franco, sincero e
aperto", "rispettoso delle scelte e degli orientamenti delle famiglie", per
sviluppare "un corretto atteggiamento nei confronti della religiosità e delle
religioni e delle scelte dei non credenti che è innanzitutto essenziale come
motivo di reciprocità, fratellanza, impegno costruttivo, spirito di pace e
sentimento dell'unità del genere umano ..." e per promuovere "la comprensione
delle esperienze relative al senso dell'appartenenza, allo spirito di
accoglienza e all'atteggiamento di disponibilità".
Ai
bambini che, grazie alla scelta dei loro genitori, si avvalgono dell'offerta di
educazione religiosa cattolica, viene presentata una proposta educativa
specifica che è in armonia con le finalità generali della scuola.
L'educazione religiosa cattolica segue gli orientamenti espressi nel documento
Specifiche e autonome attività educative in ordine all'insegnamento della
religione cattolica nelle scuole pubbliche materne (14 dicembre 1985) che la CEI
ha offerto "alle educatrici e agli educatori, e con essi ai genitori, perché
possano presentare con libertà e responsabilità il messaggio evangelico
dell'amore, della fratellanza e della pace". Le esperienze educative che questo
testo propone "tendono a educare il bambino a cogliere i segni della vita
cristiana, a intuirne i significati, a esprimere con le parole e i segni la loro
incipiente esperienza religiosa" e mirano a promuovere il "senso di fiducia
secondo la religione dell'amore", il superamento fiducioso delle difficoltà, a
sviluppare sentimenti "di rispetto e di amore per tutte le creature e di
riconoscimento di Dio creatore" e la reciproca accoglienza.
Le
esperienze del bambino costituiscono la base di partenza delle attività
didattiche, che, muovendo
dalla vita, dal concreto, consentono di proporre Gesù e di avviare alla
conoscenza della Chiesa che egli ha fondato e di cui ciascuno di noi è parte e
degli uomini che si ispirano al messaggio evangelico.
Le
attività proposte, pur essendo "specifiche", si pongono in relazione con tutte
le esperienze educative della scuola materna di cui i bambini sono i
protagonisti come lo sono nell'esperienza di fede che il catechismo dei bambini
intende promuovere e favorire, proponendo temi e metodi adeguati alla loro età e
ai ritmi del loro sviluppo.
Pertanto l'educazione religiosa nella scuola, pur distinta da quella
catechistica, mantiene con essa un rapporto di armonia e di complementarità. Il
luogo specifico della catechesi è tuttavia la comunità cristiana, dove ogni
battezzato fa un vero cammino di fede, in uno spazio che lo apre alla totalità
delle esperienze di vita e permette la piena espressione della ecclesialità.
Ma
nella scuola cattolica può esservi spazio per il catechismo dei bambini, dal
quale si potrà trarre
suggerimenti, spunti, elementi di riflessione, "letture".
La
vocazione educativa della scuola materna d'ispirazione cristiana, che per un
aspetto è una "struttura civile" e per un altro aspetto si presenta anche come
"comunità educante", chiede poi un'attenzione particolare per la famiglia, come
luogo privilegiato per la catechesi dei bambini.
Pertanto è auspicabile che l'istituzione scolastica esprima un impegno volto
all'animazione catechistica, alla diffusione del catechismo dei bambini e una
disponibilità a sostenere l'azione dei genitori, a incoraggiarla, a integrarla e
a collaborare con la Chiesa particolare e con la parrocchia.
Infatti "la distinzione tra l'insegnamento della religione e la catechesi non
esclude che la scuola cattolica, come tale, possa e debba offrire il suo apporto
specifico alla catechesi. Col progetto di formazione globalmente orientato in
senso cristiano, tutta la scuola si inserisce nella funzione evangelizzatrice
della Chiesa, favorendo e promuovendo un'educazione alla fede" (Congregazione
per l'educazione cattolica, Dimensione religiosa dell'educazione nella scuola
cattolica, n. 69), collocando la sua azione nella prospettiva della catechesi
permanente.
21. Il catechismo e i sussidi di mediazione
Il
catechismo Lasciate che i bambini vengano a me è il catechismo dei bambini e
delle loro famiglie e delle comunità ecclesiali in Italia. Di conseguenza i
sussidi che verranno preparati da centri catechistici nazionali o diocesani,
oppure da singoli autori, non dovranno essere sostitutivi del catechismo dei
bambini, ma dovranno favorirne un'autentica valorizzazione nei diversi ambienti
educativi e una mediazione intelligente e fedele in riferimento alle esigenze
pastorali più avvertite.
Più
che la semplice moltiplicazione di sussidi didattici, ripetitivi spesso del
catechismo stesso, sembra più rispondente pensare a mediazioni che accompagnino
itinerari di evangelizzazione e di formazione delle famiglie e degli educatori.
APPENDICE
Si
offre in "appendice" di questa "Nota" quasi un "indice analitico" del
catechismo, con l'indicazione di pagine specifiche utilizzabili per alcuni
percorsi educativi o particolari temi.
I
percorsi di riflessione che vengono indicati secondo nuclei portanti o alcune
parole chiave, non esauriscono la proposta catechistica del testo. Piuttosto
indicano un metodo di lettura, personale o in gruppo: sono strumenti di lavoro
indicativi. Altri tracciati possono essere formulati secondo le necessità di
crescita nella fede espressa da chi usa il testo.
A. Dalla parte dei genitori
1.
La famiglia è Chiesa domestica: nn. 92 93 94 95 104- 106 152.
2.
Vocazione e matrimonio cristiano: nn. 98-99 102-103.
3.
La dignità dell'essere genitori: nn. 77 97 100-101.
4.
Genitori fin dall'attesa: nn. 112-120 144-145.
5.
Educare i bambini alla vita di fede: nn. 6 7 8 54-61 66.
6.
I primi compiti educativi: nn. 60-65 121-129 142-143.
7.
Educare è difficile, ma possibile: nn. 58 59 147-149 169 170-171.
* i passi educativi cristiani: nn. 50 70 (il
battesimo); nn. 51 155 (l'attenzione alla coscienza); nn. 156-158 (insegnare a
vivere come Gesù);
* come parlare di Gesù: nn. 121-129 (prima delle
parole); nn. 130 133 (le parole adatte);
* raccontare la Scrittura: nn. 134-141 (criteri);
usando le pagine seguenti, riflettiamo tra adulti prima di raccontare ai
bambini;
* pregare in famiglia: nn. 172-173 181-186; poi
leggiamo i riti, i segni, i momenti, le feste: che cosa evidenziare per la
propria famiglia?
8.
Temi educativi difficili: nn. 126 195 216 (solitudine); nn. 147-149 155 159 160
164 (capricci); nn. 202 206 165-168 (sofferenza, morte).
9.
Genitori in difficoltà: n. 9; nn. 71 72 73 183 60 61 (diversità di fede); nn.
109 33 47 116 (problema aborto); nn. 118 119 120 185 (handicap).
10.
Riflessioni sui comportamenti personali, familiari e sociali (diritti dei
bambini): nn. 33 35-53 106-108.
B. Dalla parte dei bambini
1.
Il catechismo è dei bambini: nn. 1-15.
2.
Chi sono i bambini?: nn. 2 33-36 54 66; 7 8 92 142; 27-29.
3.
Dio Padre chiama i bambini: nn. 3 56 66 7 8 92 119 171.
4.
La parola antica e nuova: l'annuncio del valore della persona dei bambini nelle
Scritture: nn. 16-34.
5.
I bisogni dei bambini per crescere sulla via di Gesù: accoglienza, simpatia,
tenerezza (nn. 6 41 60-61 106 124-125 162 164); chiarezza, lealtà, fermezza (nn.
51 123 125 150 151 153 155 159); compagnia (nn. 48 62 126-128 164 198 210);
consolazione, incoraggiamento (nn. 125 130 154 153); dignità (nn. 44 120 142
151); fantasia, creatività, meraviglia (nn. 65 127 128 200 209 221); festa,
gioco, semplicità (nn. 199 201 205-207); fiducia (nn. 143 154); hanno bisogno di
Dio Padre (nn. 6 45 55 124 178), di conoscere Gesù (nn. 121-133), di seguire
Gesù (nn. 156-168), di pregare Gesù (nn. 188-207).
6.
Atteggiamenti cui educare i bambini: ascolto, silenzio (n. 203 e pp. 69-113);
ammirazione, canto (nn. 65 201); condivisione, partecipazione (nn. 160-161, 163
220 221); gioia, festa, sorriso (nn. 164 200-201 215 206-207); gratitudine (n.
157); perdono (nn. 158-159 204); accettazione della prova (nn. 165-168 202).
7.
Il metodo dell'educazione cristiana: il dono del battesimo e il criterio
educativo che ne segue (nn. 66-91 147-149); l'annuncio di Gesù (nn. 121-133); il
riferimento alla Parola (nn. 134-142 e pp. 72-113); i comandi del Signore (nn.
150-168); la crescita nella comunità ecclesiale e familiare e più ampia (nn.
92-111 208-214); la preghiera (nn. 172-207).
8.
Ambienti educativi: la casa (nn. 106 62-64 92-105 144 145 162 211); oltre la
casa (nn. 220-222);
nidi/scuole materne (nn. 215-219).
C. Percorsi suggeriti dalle pagine sul battesimo
1.
Il battesimo: segno dell'amore del Padre: nn. 66 67 68 69 92.
2.
Accogliere un bambino: nn. 112-120.
3.
La Chiesa accoglie attraverso il rito: nn. 77 78 79.
4.
Valore del nome e dignità di un bambino: nn. 75 16-34.
5.
Valore e dignità dei genitori: nn. 70 97 98 91 100 101 105 147-149.
6.
La prima "Chiesa" che accoglie i bambini: nn. 92-97 107 108.
7.
La Chiesa annuncia e chiede di credere: nn. 80 81 85.
8.
La Chiesa prega per la salvezza: nn. 83 84 85 88.
9.
La Chiesa accompagna nella vita di fede: nn. 89 90 74 3 4 10 11 12.
10
Segni e simboli del rito: veste bianca (nn. 83 88 205), croce (nn. 8 196), acqua
(n. 84), olio (n. 83), crisma (n. 87), candela/luce (nn. 89 194).
D. Percorsi suggeriti dal Credo
In
Dio Padre (nn. 54 55 56 66 121), onnipotente (nn. 119 120), creatore (nn. 58 65
66 127 128).
In
Gesù suo Figlio morto e risorto (nn. 129 133), per la nostra salvezza (nn. 3 8 6
24-32 168 166), il suo regno non avrà fine (nn. 145 148 156 176).
Nello Spirito Santo (nn. 32 133), che dà la vita (nn. 6 68 118 152), con il
Padre e il Figlio è adorato (nn. 174 184 214), e ha parlato per mezzo dei
profeti (nn. 134 135 136).
La
Chiesa: nn. 69 92 93 94 95 96 105 133 208 212 213 214.
Il
battesimo: nn. 66-74 75-90 150.
Il
perdono: nn. 83 158.
La
risurrezione: nn. 56 116 168.
La vita eterna: nn. 56 31.
Fonte
:
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