NAZIONALISMO E TENSIONI ETNICHE
+
François-Xavier Nguyên Van Thuân
Arcivescovo Titolare di Vadesi
Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Arcivescovo Titolare di Vadesi
Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
(Populorum Progressio, n. 62)
351. Il primo principio è l'inalienabile dignità di ciascuna persona umana, senza distinzioni relative alla sua origine razziale, etnica, culturale, nazionale o alla sua credenza religiosa. Nessuna persona esiste per sè sola, ma trova la sua più compiuta identità in rapporto con gli altri: altrettanto si può affermare dei gruppi umani.
(Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1989, n. 3)
352. Ancor oggi resta molto da fare per superare l'intolleranza religiosa, la quale è strettamente legata, in diverse parti del mondo, all'oppressione delle minoranze. Siamo, purtroppo, testimoni di tentativi per imporre ad altri una particolare idea religiosa sia direttamente, grazie a un proselitismo che fa ricorso a mezzi di vera e propria coercizione, sia indirettamente, mediante la negazione di certi diritti civili o politici…. L'intolleranza può essere anche il frutto di un certo fondamentalismo, che costituisce una tentazione ricorrente. Esso può facilmente condurre a gravi abusi, quali la soppressione radicale di ogni pubblica manifestazione di differenza o, addirittura, il rifiuto della libertà di espressione in quanto tale. Anche il fondamentalismo può portare all'esclusione dell'altro dalla vita civile o, in campo religioso, a misure coercitive di "conversione".
(Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1991, n. 4)
353. Il razzismo non è appannaggio esclusivo delle nazioni giovani, dove esso si dissimula talvolta sotto il velo delle rivalità di clan e di partiti politici, con grande pregiudizio della giustizia e mettendo a repentaglio la pace civile. Durante l'era coloniale ha spesso imperversato tra coloni e indigeni, creando ostacoli a una feconda comprensione reciproca e provocando rancori che sono la conseguenza di reali ingiustizie. Esso costituisce altresì un ostacolo alla collaborazione tra nazioni sfavorite e un fermento generatore di divisione e di odio nel seno stesso degli stati, quando, in spregio dei diritti imprescrittibili della persona umana, individui e famiglie si vedono ingiustamente sottoposti a un regime d'eccezione, a causa della loro razza o del loro colore.
(Populorum Progressio, n. 63)
354. Se la Chiesa in America, fedele al Vangelo di Cristo, intende percorrere la via della solidarietà, deve dedicare una speciale attenzione a quelle etnie che ancor oggi sono oggetto di ingiuste discriminazioni. In effetti, occorre sradicare ogni tentativo di emarginazione nei confronti delle popolazioni indigene. Questo implica, in primo luogo, che si devono rispettare i loro territori e i patti stabiliti con esse; ugualmente, occorre rispondere ai loro legittimi bisogni sociali, sanitari, culturali. E come dimenticare l'esigenza di riconciliazione tra i popoli indigeni e le società in cui vivono?
(Ecclesia in America, n. 64)
355. È necessario condannare il razzismo e gli atti di razzismo. Può essere opportuno applicare misure legislative, disciplinari e amministrative a questo riguardo, senza escludere pressioni esterne appropriate. I paesi e le organizzazioni internazionali dispongono di ampio spazio per prendere o suscitare iniziative. Anche i cittadini colpiti nella loro dignità, devono impegnarsi in questo senso, senza però arrivare, con violenza, a sostituire una situazione ingiusta con altre ingiustizie. Bisogna sempre prospettare soluzioni costruttive.
(La Chiesa di fronte al Razzismo, n. 33)
356. I laici, che la loro vocazione specifica pone in mezzo al mondo e alla guida dei più svariati compiti temporali, devono esercitare con ciò stesso una forma singolare di evangelizzazione.… Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell'economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale; ed anche di altre realtà particolarmente aperte all'evangelizzazione, quali l'amore, la famiglia, l'educazione dei bambini e degli adolescenti, il lavoro professionale, la sofferenza.
(Evangelii Nuntiandi, n. 70)
Fonte : www.thesocialagenda.org
Nessun commento:
Posta un commento