mercoledì 31 luglio 2019

ARTE E SCIENZA , di Carlo Sarno



Carlo Sarno
ARTE    E    SCIENZA 

             
 La dispersione della luce 
(foto da Leggere l'arte, di M.C. Prette e A. De Giorgis, Giunti Ed. 1999)

L'arte nella sua accettazione più vasta è sempre legata al "fare" dell'uomo: coincide con l'attività umana.
 Qualsiasi azione dell'uomo è connessa a due fattori: un sistema astratto ed un sistema concreto. Il sistema astratto rappresenta l'insieme delle congetture, idee, regole, categorie che conformano il suo comportamento; il sistema concreto è il sistema ambientale inteso nella sua "coseità" ed in particolare come il campo delle possibilità tecnologiche.
Varie sono le suddivisioni che nel tempo hanno articolato il significato dell'arte: arti liberali, arti meccaniche, arti spirituali, arti belle, arti popolari, ecc... Comunque, in questo discorso, l'attenzione viene rivolta non alle diverse sfaccettature che ha assunto l'arte nel tempo ma a ciò che accomuna tutte le arti, ossia :" un insieme di regole che definiscono un'attività umana ".
Ma , che significa una tale espressione che risulta di primo acchito molto vaga o se si vuole generica? Vuole dire semplicemente che tutte le arti hanno come struttura questa procedura: il passare da un sistema di regole astratte, teorico, mediante tecniche particolari, alla realizzazione di una attività umana.
E' ovvio che l'argomento dell'attività determina  il tipo di tecniche e di norme che a seconda dei casi saranno più o meno astratte o concrete.
" In questo senso parlava dell'Arte Platone che pertanto non stabilì una distinzione tra Arte e Scienza. Arte per Platone è quella del ragionamento, come la filosofia stessa nel suo grado più alto, cioè la dialettica; Arte è la poesia per quanto a questa un'ispirazione delirante sia indispensabile; Arte sono la politica e la guerra; Arte è la medicina e Arte sono rispetto e giustizia senza le quali gli uomini non possono vivere insieme nelle città " (Dizionario di filosofia dI Abbagnano, voce Arte).  Quindi Platone pone l'Arte come quella disciplina che ingloba "ogni attività umana ordinata (compresa la scienza)".
A riguardo di questa visione totalizzante giungono a proposito le affermazioni di Feyerabend (Scienza come Arte) :" La Scienza nei suoi aspetti migliori , ossia la scienza qual'è praticata dai nostri grandi scienziati, è un mestiere o un'arte, ma non una scienza nel senso di un'impresa 'razionale' che obbedisca a criteri immutabili della ragione e che usi concetti ben definiti stabili, 'oggettivi' e perciò indipendenti dalla pratica ". Inoltre più avanti dice :" Le scienze come qualcosa di contrapposto alle scienze umane esistono solo nei sogni dei filosofi ". Ed ancora :" Una buona scienza è un'arte, non una scienza ". Feyerabend nel suo libro " Scienza come Arte " porta avanti le sue tesi confrontando l'evoluzione della scienza con l'evoluzione delle arti e rifacendosi alla teoria di Riegl conclude che nelle scienze è riscontrabile la "pluralità stilistica" al pari dell'arte.
D'altronde questo connubio di arte e scienza emerge chiaramente anche dall'uso e dalle possibilità delle nuove tecnologie elettroniche. La 'Computer Art' , ad esempio, ormai non può più prescindere da procedure rigorose, dall'utilizzo di metodi matematici e quindi oscilla continuamente tra momento sintetico e momento analitico.
Ma allora , quali sono le cause dell'odierna crisi dell'Arte?  Essenzialmente: la sua scissione dalla scienza; il non considerare la produzione dell'uomo in modo olistico, come una globalità di intuizione e metodo; la sua mancanza di riferimento etico. E non è un caso l'interessamento contemporaneo per quelle culture prescientifiche e le stesse filosofie di Platone ed Aristotele che considerano non solo quantitativamente ma anche qualitativamente le leggi della natura.
Caso emblematico è l'argomentazione di Aristotele sul 'moto' che spazia da un campo strettamente fisico, fenomenico, fino al comportamento psichico ed affettivo. La conoscenza è vista come un fatto globale: il mondo dell'osservatore implica le modalità di osservazione della natura. E d'altra parte, a questa considerazione relativistica si è ritornati necessariamente con la fisica quantistica: il fenomeno non può più prescindere dalla particolarità dell'osservatore.
" Nella scienza, la scelta di un orientamento non è necessariamente stabilita dal problema ma da un modo di pensare. Per quanto vi siano delle costrizioni, non c'è a-priori un modo epistemologico essenziale di vedere. Per cui il modo conoscitivo e la sensibilità estetica svolgono un ruolo vitale nella struttura , e nello stile del processo scientifico ". "...l'estetica... come un modo di apprensione incentrato su forme e metafore usate nella concettualizzazione e nella creazione di modelli. L'attenzione portata al processo nella scienza e nell'arte invita a considerare il ruolo svolto dai paradigmi (Kuhn) e dallo stile personale nella scoperta e nell'invenzione. Considerata come sistema di conoscenza, l'estetica nella scienza è interessata alla relazione metaforica e analogica tra realtà e concetti, teorie e modelli. Nella scienza la ricerca di modelli che gettino luce sulla natura sembra essere equivalente a certi processi cruciali nell'arte, come Cyril Smith fa notare: esse hanno in comune una fondamentale qualità evocativa " ( L'estetica nella scienza, di J. Wechsler ) . J. Wechsler delinea nel suo studio sull'estetica della scienza i tratti comuni all'arte e alla scienza, quindi all'attività umana nella sua totalità. Entrambe le discipline hanno una struttura interna comune, degli identici processi di formalizzazione che conducono inevitabilmente a concludere sulla esistenza di una matrice comune che le sottende.
Giunge a proposito la seguente espressione di R. Thom, noto scienziato contemporaneo, creatore della teoria delle catastrofi e di un approccio qualitativo alla teoria dei modelli.
" Al cuore stesso del patrimonio genetico della nostra specie, al fondo irraggiungibile del logos eracliteo della nostra anima, strutture simulatrici di tutte le forze naturali interne, agiscono, o latenti si mantengono pronte a rivelarsi quando fosse necessario. La vecchia immagine dell'uomo microcosmo riflesso del macrocosmo conserva tutto il suo valore: chi conoscerà l'uomo conoscerà l'universo " ( Stabilità strutturale e morfogenesi , di R. Thom ) . In questo pensiero di R. Thom emerge nettamente una delle idee portanti della sua ricerca : la complementarietà dei fenomeni naturali e dei fenomeni sociali, ossia la convinzione che le strutture dinamiche che reggono l'evoluzione naturale sono pressoché identiche a quelle che reggono l'evoluzione dell'uomo. Lo scienziato si esprime nei riguardi di una estetica della scienza in tale modo :" Non è impossibile che la scienza sia fin d'ora vicina alle sue ultime possibilità di descrizione finita: l'in-descrivibile, l'in-formalizzabile sono ormai alle porte e dobbiamo raccogliere la sfida. Dovremo trovare il modo migliore per affrontare il caso, per descrivere le catastrofi generalizzate che rompono le simmetrie, per formalizzare l'informalizzabile. In questo compito, il cervello umano, col suo lungo passato biologico, le sue abili approssimazioni, la sua sottile sensibilità estetica, resta, e resterà ancora per molto tempo insostituibile ".
Quindi, concludendo, oggi stiamo assistendo alla convergenza inevitabile e proficua di arte e scienza, sintomo inequivocabile di una tendenza a considerare l'attività umana non più settorialmente ma come espressione globale del proprio essere-nel-mondo .






Fonte :  Brano tratto dal libro ARTE , TEMPO E SIMULAZIONE di Carlo Sarno , SteEdizioni, NA , 1989.








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