mercoledì 31 luglio 2019

SCIENZA E DISCIPLINE UMANISTICHE, di Erwin Panofsky



Erwin  Panofsky
SCIENZA  E  DISCIPLINE UMANISTICHE



 Atlante  e  Nembrod , 1100 circa

Per cogliere la realtà dobbiamo staccarci dal presente. La filosofia e la matematica fanno questo costruendo sistemi in un elemento che per definizione non è soggetto al tempo.
La scienza e le discipline umanistiche lo fanno creando delle strutture spazio-temporali che ho chiamato "cosmo della natura" e "cosmo della cultura". E tocchiamo qui quella che è forse la differenza più sostanziale tra le discipline umanistiche e la scienza.
La scienza osserva i processi (soggetti al tempo) della natura e cerca di cogliere le leggi (fuori del tempo) secondo cui i fenomeni si compiono. L'osservazione fisica è possibile solo là dove qualcosa "accade", cioè dove un mutamento avviene o si fa in modo che avvenga in via d'un esperimento. E sono questi mutamenti che alla fine vengono simboleggiati dalle formule matematiche.
Le discipline umanistiche invece non hanno il compito di arrestare quello che altrimenti fuggirebbe, ma di richiamare in vita ciò che altrimenti resterebbe morto. Anziché occuparsi dei fenomeni temporali e far in modo che il tempo si arresti, esse penetrano in una regione dove il tempo si è arrestato da sé e cercano di rimetterlo in moto. Fissandosi come esse fanno su quelle raggelate, inerti testimonianze che, abbiamo detto, "escono dal flusso del tempo", le discipline umanistiche cercano di chiarire i processi nel corso dei quali tali testimonianze sono state prodotte e sono divenute quel che sono.
Riportando, in questo modo, dinamica vita entro testimonianze inerti, anziché ridurre eventi transeunti a leggi statiche, le discipline umanistiche non contrastano, ma integrano le scienze. In realtà le une e le altre si presuppongono e si esigono a vicenda. La scienza - intesa qui nel significato vero del termine, cioè come serena e autonoma ricerca di sapere, non come qualcosa di subordinato a fini "pratici" - e le discipline umanistiche sono sorelle, in quanto prodotte da quel movimento che giustamente è stato chiamato la scoperta (o, in una più ampia prospettiva storica, la riscoperta) e del mondo e dell'uomo.





Fonte: Il significato nelle arti visive , di Erwin Panofsky, Einaudi, 1962, Torino.







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