Un completo percorso di animazione teatrale in ospedale
presentazione
Quelli di UT rappresentano
spettacoli teatrali e organizzano laboratori di animazione nelle scuole
dell’obbligo, con bambini e ragazzi di età variabile dai tre ai quindici anni.
Nello svolgimento di queste
attività capita spesso (più spesso di quanto non si possa immaginare) di dover
affrontare il problema della malattia e della necessaria ospedalizzazione dei
bambini.
Non siamo in possesso di dati
statistici, ma una nostra personalissima inchiesta rivela che da uno a cinque
bambini, in ogni classe o sezione o gruppo di alunni, fin dalla scuola materna
ha avuto esperienza di ospedalizzazione.
Gli altri bambini del gruppo che
non hanno vissuto l’esperienza dell’ospedale la immaginano attraverso i
racconti dei compagni meno fortunati.
Abbiamo perciò deciso di
intraprendere un lavoro di ricerca su questo tema cominciando per così dire
dalla fonte, dall’ospedale appunto, per sperimentare alcuni possibili percorsi
teatrali che ci permettano di avere indicazioni utili rispetto alle modalità e
ai contenuti per affrontare un argomento così delicato.
Questa prima fase di
sperimentazione, di studio e di raccolta di materiali è funzionale alla
roduzione di interventi teatrali e di animazione da realizzare all’interno dei
reparti pediatrici, ma anche ad una ricaduta nelle scuole del territorio con
interventi di carattere informativo che permettano di preparare i bambini
all’eventualità dell’ospedalizzazione.
Il progetto di teatro con i
bambini ospedalizzati nasce quindi da due esigenze: quella di rispondere ad un
bisogno di sperimentare il teatro in questo ambito, quindi un bisogno interno
alla cooperativa di quelli di UT, (bisogno che per vari motivi era da anni
rimasto insoddisfatto) e il bisogno di ricercare competenze e strumenti idonei
per poter rispondere adeguatamente alle richieste dei bambini quando ci
interrogano sul tema della malattia.
il progetto
tipo di iniziativa
interventi teatrali e di
animazione rivolti a bambini e ragazzi ospedalizzati.
Le motivazioni
L'idea di intervento teatrale
con bambini ospedalizzati e' nata da una richiesta in tal senso, pervenutaci e
rimasta poi insoddisfatta per insormontabili problemi organizzativi.
Riprendiamo l'idea e la
proponiamo in una situazione organizzativa a noi favorevole ritenendo maturo
il tempo di sperimentare questo nuovo percorso teatrale.
Gli obiettivi
Tre gli obiettivi fondamentali:
verificare l'utilita' e le
potenzialita' di un intervento teatrale e/o di animazione con bambini
ospedalizzati
introdurre una situazione
giocosa che risulti elemento di diversita' rispetto alla situazione di
ospedalizzazione
e che
riesca a lasciare nel tempo una
"traccia positiva" nel ricordo di un vissuto solitamente traumatico come
quello del ricovero in ospedale.
Sperimentazione e
documentazione
Il progetto, proprio perche' di
carattere sperimentale, necessita di una programmazione e di una
documentazione puntuale.
Come per tutti gli interventi
sperimentali UT porra' molta cura nella programmazione e nella documentazione
del lavoro che andra' a proporre: oltre alle usuali schede di documentazione
UT cerchera' di mettere a disposizione le risorse per la gestione degli
strumenti di documentazione (foto, video, raccolta materiali etc...)
La documentazione che verra'
prodotta da UT dovra' essere integrata, scambiata, verificata, con eventuali
programmazioni e documentazioni di chi, nella struttura ospedaliera, si
occupera' dell'intervento.
Tre tipi di intervento
Ipotizziamo tre tipi di intervento, tre modalita'
di approccio:
a) microspettacoli
piccoli, brevi spettacoli, spettacoli da camera,
realizzabili con un minimo di strumentazione tecnica e soprattutto con un
minimo "disturbo" per i ritmi e la vita del reparto
b) laboratori
brevi laboratori di animazione, manipolazione etc..
che si possano concludere in un solo incontro o, eventualmente dove possibile,
in alcuni incontri realizzati comunque nell'arco di un breve periodo di tempo
c) anim/azioni
situazioni dove spettacolo e laboratorio si
integrano per fare in modo che i bambini non siano solo fruitori passivi della
proposta spettacolare, ma, stimolati da questa, siano guidati in attivita' di
laboratorio per la costruzione di quanto necessario alla continuazione della
storia, entrando in questo modo da protagonisti nella situazione teatrale.
Modalita' d'intervento
gli interventi spettacolari, di laboratori e
d'animazione devono necessariamente rispettare alcuni limiti di spazio, tempo,
etc...che proviamo a ipotizzare di seguito:
a) lo spazio
Tener presente la necessiata' di
dover lavorare in spazi piccoli come camerette con degenti, corridoi o piccole
sale d'attesa.
Probabilmente spazi non sempre
oscurabili o solo parzialmente oscurabili e con suppellettili inamovibili.
Gli spettacoli e l'animazione
dovranno, quindi, adeguarsi agli spazi e non viceversa
b) l'acustica
Negli ospedali, di solito, regna
il silenzio.
Si dovra' rispettare il riposo
dei pazienti e, quindi, voci e suoni dovranno essere poco disturbanti. In
relazione al problema degli spazi e' forse meglio utilizzare piccoli impianti
di diffusione sonora portatili o, comunque, amplificatori con volumi molto
bassi.
c) il punto di vista
Il punto di vista del pubblico,
per quanto riguarda la fruizione degli spettacoli, puo' variare a secondo
della situazione.
In alcuni casi possiamo
ipotizzare un pubblico seduto o steso sul letto delle camere; in altri casi il
pubblico potra' essere raccolto in spazi comuni.
d) la durata
La durata sia dello spettacolo che degli
interventi di laboratorio e d'animazione dovra' essere necessariamente
limitata (brevi interevnti spettacolari di venti minuti circa e comunque
animazioni o laboratori con durata non superiore ai sessanta minuti) e
comunque con tempi che siano rispettosi sia della situazione dei degenti sia
delle esigenze e dei tempi del reparto ospedaliero.
e) i tempi
Restano da definire giorni,
orari, periodo e frequenza degli interventi tenendo presente le disponibilita'
di UT e le esigenze della struttura. In particolare si esclude l'orario
antimeridiano per non interferire con l'attivita' medica; quindi interventi di
animazione pomeridiani, in compresenza con le insegnanti del reparto coinvolte
nel progetto.
Il periodo potrebbe coincidere
con quello dell'anno scolastico con una periodicita' di un incontro al mese.
f) l'eta'
Si dovranno strutturare
microspettacoli, laboratori e animazioni adeguando i diversi interventi alle
diverse fasce d'eta' potenzialmente presenti nel reparto, tenendo presente che
il reparto di Pediatria accoglie bambini e ragazzi da zero a sedici anni.
Piu' che particolari spettacoli
o animazioni per ogni diversa fascia d'eta' si tentera' di programmare
interventi fruibili da bambini e ragazzi delle diverse fasce d'eta'
affiancando poi, nei momenti di laboratorio e di animazione, attivita'
differenziate.
i contenuti
Rispetto ai contenuti ci si
presentano due possibilita':
a) procedere
nell'elaborazione degli spettacoli e delle animazioni ignorando la situazione
psicologica particolare in cui, presumiamo, i bambini ospedalizzati si vengono
a trovare: lo stato di malattia, la lontananza di casa, scuola, amici, etc.
Ignorare quanto sopra e
scegliere di raccontare storie che assolutamente non richiamino, ma anzi
allontanino, almeno per poco tempo, il pensiero dalla situazione di permanenza
in ospedale.
Avremo in questo modo un teatro
di evasione.
b) costruire storie che
affrontino il problema della ospedalizzazione e del rapporto con la malattia.
Spettacoli che servano come
elemento catartico delle paure dovute alla situazione di ospedalizzazione del
bambino
Sia nel primo che nel secondo
caso e' indispensabile un confronto con chi, all'interno della struttura del
reparto ospedaliero si occupa dei bambini e dei relativi problemi psicologici.
In particolare per quanto
riguarda la seconda ipotesi, cioe' la produzione di interventi spettacolari
che affrontino il problema dell'ospedalizzazione, sara' necessario da parte di
UT un lavoro di ricerca e di approfondimento, che ci permetta di costruirci le
competenze necessarie e di raccogliere i dati di questa situazione per noi del
tutto nuova, su cui costruire un'ipotesi di spettacolo e di animazione a tema.
Piu' realisticamente si potra'
partire con spettacoli, animazioni e laboratori legati all'ipotesi a),
ignorando cioe' lo specifico delle problematiche dell'ospedalizzazione per
arrivare, dopo un percorso sperimentale, ad affrontare la seconda ipotesi.
lasciare un segno
Una possibilita' da tener
presente e' quella di poter lasciare ai bambini un "segno" dell'intervento
spettacolare e/o di animazione, un segno che permetta non solo di ricordare
l'esperienza, ma che, in qualche modo, possa costituire un elemento di
continuita', uno strumento per proseguire l'esperienza di animazione.
Due quindi le funzioni che
possono assumere gli "oggetti-segno":
a) segno-ricordo
Durante l'intervento
spettacolare o di animazione e, ovviamente anche durante i laboratori, si puo'
donare o far costruire ad ogni bimbo un oggetto che servira' a ricordare
l'intervento di UT.
Un oggetto-segno che i bimbi
possono continuare ad avere presente e fra le mani per tutto il periodo di
ospedalizzazione e che possono poi portare a casa
Con il ricordo dell'esperienza
di ospedalizzazione, porteranno a casa anche il ricordo dell'esperienza di
animazione teatrale.
b) segno come continuita'
Altri tipi di materiali,
preparati da UT o costruiti con i bambini durante le animazioni e i
laboratori, permetteranno di continuare l'esperienza anche dopo l'intervento
di UT, rendendo possibile proseguire alcune attivita' che dovranno essere
precedentemente programmate da UT e le insegnanti che si occupano dei bambini
del reparto di pediatria.
Un piccolo teatrino dei
burattini ad esempio, puo' diventare occasione di gioco e di invenzione di
storie e situazioni anche dopo la presenza spettacolare di UT.
Dare continuita' all'intervento
puo' anche significare che le attivita' proposte in ospedale permettano di
stabilire un immediato contatto con l'esterno: la scuola di provenienza, la
casa etc...
Tempi permettendo, potrebbe
succedere che nei laboratori e nei momenti di animazione si produca qualche
cosa da scambiare con l'esterno per tenere vivo e continuo il contatto con la
realta' di provenienza.
Gli interventi spettacolari e di
animazione quindi dovranno tenere presente anche questo tipo di esigenza,
strutturandosi con percorsi che prevedano la produzione e l'utilizzo di
materiali i quali diventeranno poi oggetti-segno da tenere come ricordo e/o da
utilizzare per continuare l'esperienza.
ipotesi di intervento: l'albero
della musica
Un esempio di sviluppo dell'intervento che,
partendo dallo spettacolo, introduce momenti di animazione e laboratori
praticando anche l'obiettivo della continuita':
a) annuncio
paratina teatrale nella corsia del reparto e
nelle camerette per richiamare l'attenzione dei bimbi e invitarli nel
luogo predisposto per lo spettacolo
b) lo spazio scenico
predisporre lo spazio
circolare ( la sala dove si svolgono le attivita' didattiche ) con un
albero spoglio nel mezzo e il pavimento ricoperto di foglie secche creando
un ambiente teatrale dove si possa raccontare una storia.
I bimbi vengono invitati ad
accomodarsi a semicerchio intorno all'albero, seduti sulle foglie o su
cuscini e sedie
c) lo spettacolo
la storia stimolera' i
bambini alla partecipazione diretta allo spettacolo e alla realizzazione
di oggetti per fare in modo che la storia possa continuare e il
personaggio o i personaggi protagonisti possano tornare ad agire.
Ad esempio la storia di una
farfalla che non voleva tornare sull'albero perche' era secco e spoglio e
troppo silenzioso
d) l'anim/azione
perche' la farfalla torni e' necessario che i
bambini la richiamino, ad esempio utilizzando la voce, e costruiscano le
foglie dell'albero o dei semplici strumenti musicali, in modo che l'albero
si trasformi in albero della musica e le farfalle tornino ad abitarlo
e) laboratorio
l'albero e i personaggi della storia
potrebbero rimanere anche nei giorni successivi e le attivita' di
laboratorio potrebbero continuare con lavori di manipolazione, di
animazione musicale, di invenzione di altre storie etc... ottenendo, se le
condizioni di degenza lo renderanno possibile, una continuita' interna al
periodo di degenza programmando laboratori e attivita' per piu' di un
incontro e realizzando anche un oggetto che i bimbi potranno portare a
casa (strumento musicale costruito dai bambini) ma anche documentazione
fotografica e/o video dell'esperienza da conservare dopo il ricovero e da
scambiare immediatamente con l'esterno, ad esempio con la scuola di
provenienza per non interrompere il contatto con la vita normale.
l'attività
L'attivita' di teatro con
bambini ospedalizzati ha impegnato la cooperativa per l'intero anno scolastico
1997/98.
Nel mese di settembre 1997 si
sono messi in atto i primi contatti con la Direzione Didattica di Lecco I, da
cui dipendono le insegnanti che operano nel reparto pediatria dell'azianda
ospedaliera di Lecco, e con i responsabili dello stesso reparto per verificare
l'utilita' e la fattibilita' della proposta avanzata da quelli di UT.
Abbiamo scelto di chiedere la
collaborazione diretta della scuola, oltre che ovviamnete quella degli
operatorie e dei responsabili del reparto, per far in modo che gli interventi
teatrali all'interno del reparto potessero lasciare un segno e aver una
continuita' oltre il momento spettacolare e di animazione.
Ottenuta la collaborazione
attiva della scuola (nella persona delle insegnanti, della responsabile per i
problemi psicologici della direzione didattica di Lecco I, e della tirocinante
presente nel reparto) e della direzione pediatrica (in
particolare nella persona della
psicologa del reparto pediatrico) la cooperativa di quelli di UT ha elaborato
il progetto di intervento tenendo presente le indicazioni metodologiche e
organizzative raccolte nelle riunioni di programmazione.
Questa prima fase organizzativa
e di progettazione ha impegnato il team di lavoro per circa due mesi.
Nel mese di novembre 1997 hanno
avuto inizio gli interventi teatrali e di animazione e le periodiche verifiche
del lavoro svolto che, con cadenza mensile, sono continuati fino alla fine
dell'anno scolastico.
Piu' avanti vengono riportati
gli appunti delle riunioni che documentano, passo dopo passo, l'andamento del
lavoro e le tracce degli spettacoli e dei momenti di animazione e di
laboratorio.
la verifica
Per quanto rigurda quelli di UT
l'esperienza di teatro con bambini ospedalizzati e' stata sicuramente
un'esperienza positiva, stimolante e aperta ad ulteriori sviluppi.
Le idee elaborate durante il
percorso di lavoro sono state tante, ma solo alcune di queste si sono potute
realizzare concretamente.
Il motivo di questa mancata
realizzazione e' stato solo ed esclusivamente la manancanza di tempo da parte
della cooperativa che si e' sempre trovata a rincorrere le scadenze fissate
con le insegnanti e i responsabili del reparto.
Questo problema, di carattere
organizzativo, verra' debitamente affrontato da quelli di UT per arrivare
all'elaborazione degli spettacoli teatrali per l'ospedale e alla loro
realizzazione in modo piu' consono di quanto fatto fino ad oggi, cercando di
trovare il tempo necessario all'ideazione e alla preparazione dei materiali
per le rappresentazioni e le animazioni.
Dopo aver doverosamente e subito
sottolineato l'aspetto piu'problematico di questa esperienza dobbiamo dire che
gli obiettivi che ci eravamo posti all'inizio del lavoro sono stati raggiunti.
Gli obiettivi fondamentali
erano i seguenti:
-
verificare l'utilita' e le potenzialita' di un intervento teatrale e/o di animazione con bambini ospedalizzati
-
introdurre una situazione giocosa che risulti elemento di diversita' rispetto alla situazione di ospedalizzazione, e che...
-
riesca a lasciare nel tempo una "traccia positiva" nel ricordo di un vissuto solitamente traumatico come quello del ricovero in ospedale.
Dei tre obiettivi scritti sopra
ci e' difficile verificare se siamo riusciti a lasciare una "traccia positiva"
nel ricordo dell'esperienza di ospedalizzazione dei bambini con cui siamo
venuti a contatto, ma certamente abbiamo introdotto momenti di gioco e abbiamo
visto i bambini seguire le nostre storie con interesse e divertimento.
Questo puo' bastare per farci
affernmare di aver verificato l'utilita' e le potenzialita' dell'interevnto
teatrale e di animazione con i bambini ospedalizzati.
Abbiamo anche verificato un
progressivo miglioramento dell'efficacia dei nostri interventi che, forse
partiti un po' sottotono per la paura di disturbare, hanno assunto via via un
carattere piu' deciso, piu' incisivo e immediato nel rapporto con i bambini.
Abbiamo costruito un rapporto
piu' immediato anche con i genitori degli stessi bambini fino a sperimentare
brevi momenti di coinvolgimento dei genitori (oltre che dei bimbi) nelle
storie e, nell'ultimo spettacolo, ad affrontare in modo immediato il tema
della malattia all'interno della storia.
le prospettive
Quelli di UT hanno dato
disponibilita per continuare questa esperienza.
E' nostra intenzione proseguire
sulla strada indicata dal progetto ed esposta nelle riunioni che si sono
succedute durante l'anno.
Piu' in particolare avendo
verificato la fattibilita' della proposta di teatro con bambini ospedalizzati
intendiamo continuare l'esperienza per approfondire tre tematiche gia' emerse
dal lavoro:
a) coinvolgimento dei
genitori
b) la malattia e il corpo
c) la continuita
a) coinvolgimento dei genitori
durante i momenti dello
spettacolo e delle animazioni intendiamo preparare delle situazioni in cui i
genitori vengano coinvolti in prima persona e possano diventare protagonisti o
co-protagonisti delle storie cosi' come gia' e' avvenuto per i bimbi.
L'obiettivo e' quello di
trasformare, almeno per pochi momenti, questo paticolare tipo di spettatore
vigile ansioso del proprio figlio in un animatore.
In sostanza gli obiettivi che si
hanno sui bambini ricoverati possono, con i debiti adattamenti, essere
trasferiti sui genitori.
Si sta pensando anche alla
costruzione di strutture scenografiche da utilizzare all'interno dello
spettacolo e da lasciare poi al reparto in modo che anche i genitori (oltre
che i bimbi e le insegnanti) possano liberamente usufruirne in altri momenti.
Si pensa ad esempio ad un murale
interattivo o multimediale (vedi documentazione riunioni) da cui anche i
genitori possono attingere materiali per raccontare storie ai loro bimbi nelle
lunghe ore di permanenza in reparto.
b) la malattia e il corpo
Intendiamo iniziare ad
affrontare, in modo piu' sistematico di quanto fatto fino ad oggi, il tema
della malattia in relazione al proprio corpo.
Questo argomento o, meglio,
questa la modalita' di intervento suggeritaci dalla psicologa del reparto
rappresenta il punto di arrivo forse ovvio ma in qualche modo obbligato per
fare in modo che l'intervento teatrale possa andare oltre il momento di gioco
e di evasione e possa essere utilizzato come strumento per far
emergere e rielaborare ai
bambini il vissuto dell'esperienza di ospedalizzazione.
c) la continuita'
Come scritto nel progetto:
"(...) dare continuita' all'intervento puo' anche significare che le attivita'
proposte in ospedale permettano di stabilire un immediato contatto con
l'esterno: la scuola di provenienza, la casa etc...
Tempi permettendo, potrebbe
succedere che nei laboratori e nei momenti di animazione si produca qualche
cosa da scambiare con l'esterno per tenere vivo e continuo il contatto con la
realta' di provenienza."
Il problema della continuita'
puo' essere visto e affrontato sotto piu' aspetti:
a. continuita'
immediata con comunicazione alle scuole di provenienza di elaborati, foto
etc. realizzate dai ragazzi nei momenti di animazione
b. continuita'
per/con i pazienti che tornano periodicamente in pediatria o in altri
reparti
c. continuita' dopo
le dimissioni in termini di:
c1. cosa resta
dell'esperienza di ospedalizzazione dopo le dimissioni
verificando a casa
verificando a scuola
per questo e' necessario
un rapporto con le famiglie anche dopo le dimissioni e un rapporto con
le insegnanti e le scuole di provenienza per verificare che impatto ha
avuto l'esperienza di ricovero in ospedale
d. continuita'
mediante volumetto prodotto con:
materiali elaborati dai
bimbi (esempio le foglie dei desideri del secondo intervento di UT),con
altri materiali che illustrino il vissuto della malattia e
dell'ospedalizzazione
intervento di esperti (psico,
medici, personale infermieristico, ins. animatori....) che spieghi il
funzionamento del reparto e dell'ospedale.
questo materiale servira'
per aprire una campagna con le scuole di sensibilizzazione e di
preparazione ad eventuali ospedalizzazioni anche prevedendo visite guidate
di classi e scuole.
Insomma le idee per proseguire
il lavoro non mancano....
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