TEORIE DI UNIFICAZIONE IN FISICA
Il sogno dei fisici
Tutto l'universo è tenuto insieme da quattro forze:
forza gravitazionale, forza elettromagnetica, forza nucleare debole e forza
nucleare forte. E' difficile costruire di getto una teoria unificata completa di
tutto ciò che avviene nell'universo. Perciò sono state via via elaborate una
serie di teorie parziali che descrivono una gamma limitata di fenomeni. I fisici
sperano che un giorno sia possibile pervenire ad una teoria completa, coerente
che includa tutte le teorie parziali. La ricerca di una tale teoria e nota come
la unificazione della fisica. Oggi il tentativo più convincente per unificare
tali forze, ma anche le particelle è la cosiddetta GUT (Grand Unified Theory),
formulata nel 1979 da Glashow, Salam e Weinberg.
Einstein spese la maggior parte degli anni della
maturità nella vana ricerca di una teoria unificata, ma il tempo non era ancora
giunto esistevano teorie parziali per la gravità e per la forza
elettromagnetica, ma sì sapeva ben poco sulle due forze nucleari. Inoltre
Einstein si rifiutava di credere nella realtà della meccanica quantistica,
nonostante il ruolo importante da lui svolto agli inizi nel suo sviluppo. Pare
però che il principio di indeterminazione sia un ingrediente fondamentale dell'
universo in cui viviamo. Una teoria unificata, per avere successo deve
incorporare necessariamente tale principio. Oggi le prospettive di trovare una
tale teoria sono migliori, anche se molto è ancora da scoprire.
La colla che tiene unito il mondo
Secondo la maggior parte dei fisici tutti i fenomeni
che hanno luogo nell' universo si possono ricondurre alle quattro forze sopra
citate. Due di esse, la gravitazionale e l'elettromagnetica, furono scoperte
dalla fisica classica che sul finire del Seicento fu in grado di unificare le
leggi di Keplero sui moti planetari e la fisica terrestre di Galilei nella legge
di gravitazione di Newton. Nella seconda metà dell'Ottocento la teoria del campo
elettromagnetico di Maxwell riuscì ad unificare le leggi sul magnetismo, sull'
elettricità e sull'ottica. La terza e la quarta forza, battezzate interazione
forte e debole furono introdotte dai fisici
nucleari nella prima metà del Novecento per spiegare
i processi di radioattività beta (1934, Enrico Fermi) ed il legame che unisce i
nucleoni, ossia protone e neutrone, nel formare il nucleo atomico (1935, Hideki
Yukawa) Per arrivare a tali unificazioni gli scienziati hanno dovuto inquadrare
fenomeni a prima vista lontanissimi come manifestazioni di uno stesso effetto:
si pensi ad esempio all'enorme balzo concettuale compiuto da Newton quando si
rese conto che la forza responsabile della caduta della famosa mela era la
stessa che vincola i pianeti alle loro orbite. Einstein, come abbiamo già
anticipato, che con la teoria della relatività unificò la geometria dello
spazio-tempo con la teoria della gravitazione, dedicò gli ultimi trent'anni
della sua vita al tentativo supremo di trovare una base teorica unificatrice per
i vari rami della fisica, ma non raggiunse la meta, anche se a volte gli parve
quasi di poterla toccare. Più recentemente il cosiddetto Modello Standard della
fisica delle particelle è stato in grado di unificare l'elettromagnetismo e
l'interazione debole (teoria di Glashow-Weinberg-Salam) e di fornire una
descrizione, separata ma analoga, dell'interazione forte attraverso quella che
Murray Gell-mann ha chiamato "cromodinamica quantistica" (QCD) Le quattro forze
fondamentali sono molto differenti l'una dall' altra per quanto concerne la loro
intensità ed il loro raggio d' azione, ma da un punto di vista teorico hanno in
comune il modo in cui avviene l' interazione, vale a dire tramite lo scambio di
particelle. Mentre si ha un' idea abbastanza chiara di come si possa arrivare
all'unificazione delle forze elettromagnetiche, deboli e forti, l' unificazione
di queste tre forze con quella gravitazionale appare molto più complessa.
Le quattro forze fondamentali agiscono tramite
particelle: i fotoni trasmettono la forza elettromagnetica, i gravitoni (non
ancora rivelati sperimentalmente) quella di gravità, i bosoni intermedi la forza
debole ed i gluoni la forza forte. La teoria di Yukawa sull'interazione forte
prevedeva che essa fosse trasmessa da particelle, i mesoni, in grado di legare
protoni e neutroni nel nucleo. Studiando i raggi cosmici, vennero dapprima
scoperte particelle che sembravano avere le caratteristiche previste da YUkawa,
ma che interagivano con scarsa intensità su protoni e neutroni : i mesoni mu o
muovi. Poi vennero scoperti i mesoni pi o pioni, che interagiscono fortemente e
decadono in muoni. A tutte le particelle soggette all' interazione forte è stato
dato il nome di adroni (dal greco hadros, forte). Sebbene la teoria di Yukawa si
sia rivelata sostanzialmente valida per descrivere le interazioni forti a bassa
energia, il fatto che gli adroni non siano particelle elementari, ma composti da
quark, ha comportato la riformulazione della teoria ipotizzando particelle dette
gluoni (dall' inglese glue, colla) che trasmettono l'interazione tra i quark
all' interno degli adroni, Questi ultimi, come il protone ed il neutrone insieme
alle altre particelle chiamate barioni, possono essere costituiti da tre quark;
oppure, come i mesoni, da un quark ed un antiquark (l'equivalente del quark nel
mondo dell'antimateria). La forza forte che lega i quark in un protone ed i
quark in un altro protone è sufficientemente intensa per contrastare la forza
elettromagnetica repulsiva tra protone e protone, permettendo che essi siano
uniti nel nucleo: è la cosiddetta " interazione forte residua*` Oltre alla
carica elettrica i quark hanno altre proprietà a cui gli scienziati hanno dato
nomi fantasiosi, che non corrispondono a quelli del nostro comune modo di vedere
le cose, ma che ci permettono di identificarli come se fossero caramelle Per
esempio hanno distinto sei "sapori" : up, down, strange, charm, bottom, top cui
corrispondono altrettanti tipi di quark; il pro torse è formato da due quark up
ed uno down, mentre il neutrone da due down ed uno up. Viene poi la carica di
colore, che può essere rossa, verde, blu, più i corrispondenti anticolori negli
antiquark. Ogni barione è costituito da un quark blu, un quark rosso ed un quark
verde in modo da risultare bianco, ossia privo di carica di colore. L'attrazione
tra i diversi colori o tra colore ed antico/ore altro non è che l'interazione
forte, trasmessa attraverso i gluoni, paragonabili a robuste corde elastiche
dotate di un colore e di un anticolore.
Un acceleratore grande come la galassia
La prima teoria sull'interazione debole venne
formulata da Enrico Fermi nel 1934 per spiegare il decadimento beta, l'emissione
di elettroni o positroni da nuclei atomici radioattivi. Il decadimento del
nucleo radioattivo veniva descritto come un neutrone che si trasforma in un
protone emettendo un elettrone ed un antineutrino, poiché il protone è più
leggero del neutrone, il processo inverso può essere provocato solo
artificialmente, Faceva cosi la sua comparsa ufficiale il neutrino, particella
teorizzata dal fisico tedesco Wolfgang Pauli che doveva avere carica nulla e
massa nulla o molto piccola. Tutte le reazioni indotte da neutrini o in cui si
producono neutrini sono dovute alle interazioni deboli, le sole cui essi siano
sottoposti, Nel corso degli anni è stato osservato il decadimento di varie altre
particelle soggette alla forza debole e, pur partendo dalle idee fondamentali di
Fermi, la teoria si è modificata, aggiornata ed estesa nel cosiddetto modello
Standard. In base adesso, i sei quark ed i sei leptoni conosciuti come
(elettrone, muone, tao e rispettivi neutrini) hanno una certa probabilità di
emettere o assorbire i bosoni intermedi W+, W- o Z0, che sono í
portatori dell' interazione debole e che, dopo essere stati previsti
teoricamente, furono scoperti da Carlo Rubbia (che ricevette il Nobel) al Cern
di Ginevra nel 1983. Lo scambio delle particelle W che sono cariche comporta un
cambiamento di carica e quindi la trasformazione di quark e leptoni : per
esempio nel decadimento del neutrone lo scambio della particella W- (carica -1)
converte un quark down (carica - 1/3) in un quark up (carica + 2/3), dando poi
origine ad un elettrone (carica - 1) e ad un antineutrino elettronico (carica
0). In altri tipi di interazione debole dove la particella mediatrice è la Z0,
che è neutra, quark e leptoni vengono spostati, ma non cambiano la /oro carica.
Nel mondo delle particelle elementari esistono vari
tipi di simmetrie, a cominciare da quella che prevede per ogni particella
l'esistenza di un' altra particella, dotata di massa identica alla prima, ma con
carica elettrica opposta La simmetria particella-antiparticella viene realizzata
attraverso un' operazione, chiamata coniugazione di carica (C), che scambia tra
loro elettroni e positroni . Un altro tipo di simmetria si ottiene attraverso
l'inversione di parità (P), che applica una riflessione speco/are ad un oggetto
e lo ruota di 180° come uno specchio, ossia, che inverte alto-basso e
sinistra-destra: ciò equivale ad invertire le direzioni delle particelle
considerate. Un' altra simmetria e quella dovuta all' inversione del tempo (T).
in altri termini la forma delle leggi fisiche del microcosmo resta invariata se
il passato viene scambiato con il futuro, anche se a livello macroscopico l'
evoluzione nel tempo della materia è irreversibile. Un altro tipo di simmetria è
presente nel nucleo atomico e riguarda le interazioni forti, che restano
invariate anche se si cambiano a rotazione le cariche elettriche dei mesoni p (p+,
p0, p-). Mentre l'interazione elettromagnetica e quella forte
rispettano le simmetrie delle trasformazioni C, P e T, l' interazione debole
viola sia C che P; tuttavia se si compiono insieme l'inversione di parità e la
coniugazione di carica la simmetria viene in buona parte ristabilita.
Il passo successivo all'unificazione
elettrodebole è costituito dalle teorie di grande unificazione, che descrivono
le interazioni forti e quelle elettrodeboli come manifestazioni diverse di
un'unica forza fondamentale tra quark e leptoni. A prima vista sembrano esistere
diversi ostacoli a tale unificazione: la diversa intensità delle forze, il
diverso raggio d' azione ed il fatto che quark e leptoni hanno proprietà molto
diverse (per esempio i quark sono soggetti alle interazioni forti, i leptoni
no). Tuttavia, ad energie dell' ordine di 1016 GeV queste differenze
dovrebbero scomparire e quark e leptoni dovrebbero diventare interscambiabili,
attraverso l'azione di ipotetiche particelle X e Y in grado di trasmettere un'
unica forza. Per avere un'idea dell' energia richiesta da questo tipo di
unificazione, basti pensare che con la tecnologia attuale degli acceleratori di
particelle ne sarebbe necessario uno di diametro quasi uguale a quello della
nostra galassia. Il solo luogo dove tale energia è esistita era l'universo
primordiale, quando per pochi istanti regnò una grande forza unificatrice. Però
se davvero quark e leptoni fossero interscambiabili si avrebbe una conseguenza
drammatica i/protone, che forma la vera materia dell'universo, risulterebbe
instabile e potrebbe decadere. Di conseguenza l' universo si disgregherebbe
progressivamente: è questa la previsione più affascinante delle teorie di grande
unificazione.
Le teorie di unificazione delle forze sono state
applicate alla cosmologia per descrivere l'evoluzione dell'uni verso a partire
dal Big Bang, la grande esplosione di energia avvenuta circa 13-15 miliardi di
anni fa, quando tutta la materia era concentrata in un solo punto ad una
temperatura superiore ai 1034 K. Con il progressivo abbassarsi della
temperatura si separarono le forze fondamentali ed ebbero origine le particelle
elementari. inizialmente una zuppa indistinta di particelle ed antiparticelle
molto pesanti, che continuamente si creavano ed annichilivano . In seguito
comparvero quark e leptoni (con i rispettivi antiquark ed antileptoni), dapprima
in grado di trasformarsi l'uno nell'altro attraverso lo scambio della particella
X e successivamente sempre meno interscambiabili e soggetti a forze diverse, Ad
un certo punto i quark up ed i quark down si unirono in triplette per formare
protoni e neutroni che a loro volta si unirono nei primi nuclei atomici: erano
passati circa 100 secondi dal Big Bang. Questo stato della materia chiamato
plasma doveva durare 300000 anni, al termine dei quali si formarono i primi
atomi stabili, in prevalenza idrogeno. La formazione degli atomi rese l'
universo trasparente alla radiazione, che da quel momento si staccò dalla
materia (per una descrizione più dettagliata di tali passaggi si vedano le
pagine 179-182 del libro "Astrogeo" di Gimigliano e Gonnella)
Supergravità
Nonostante le grandi unificazioni delle teorie
fisiche, í fisici non sono ancora giunti ad una sintesi che comprende la forza
che da più tempo conosciamo, la forza gravitazionale. L'ultima unificazione in
cui entra in gioco anche la forza gravitazionale prende il nome di supergravità,
teoria oggetto di recenti studi da parte di affermati fisici quali S. Hawking.
Nodo centrale della ricerca è la dimostrazione di come anche la forza di gravità
sia solo un aspetto della forza universale di cui abbiamo trattato in
precedenza.
A livelli energetici molto alti le quattro forze
fondamentali si dovrebbero fondere in una sola, questa, secondo recenti teorie,
doveva essere la condizione dei primi attimi del nostro universo: dal momento
del Big Bang a 10–43 s dopo di esso sussistevano le condizioni tali
da permettere la presenza della supergravità; infatti, l'intera massa
dell'universo appena creato era confinata in un raggio pari a 10–50
cm con conseguenti livelli di densità e di energia immaginabili tali, secondo i
fisici, da permettere l' unificazione di tutte e quattro le forze. Dopo 10–43
s il raggio dell' universo si ampliò fino a 10–45 cm quindi il
livello energetico e la densità diminuirono quel tanto da permettere la
separazione della forza di gravità dalle altre tre iniziando così l'epoca della
grande unificazione che si ebbe tra 10–43 s e 10–35 s,
dando inizio all'epoca dell' inflazione. Dopo 10–35 s anche queste
ultime tre si separarono
La Supergravità a livello quantistico
correggerebbe la teoria della Relatività Generale, in essa infatti si afferma
che la forza di gravità sia nata dallo scambio di gravitoni (privi di massa,
perché la gravità è una forza a lungo raggio d'azione ). La teoria della
Supergravità ipotizza anche un ulteriore contributo donato dallo scambio di
gravitino (con spin pari a 3/2) fatto che cambierebbe le caratteristiche di
questa forza solo a livello microscopico e quindi non sarebbe riscontrabile
nella vita quotidiana. Inoltre la teoria della Supergravità trova valido
appoggio poiché è capace di rendere finito il calcolo esplicito di un processo
fisico riguardante la teoria della Relatività Generale di Einstein noto per
essere contaminato da diversi elementi infiniti, ma perché questa teoria abbia
assoluta validità occorre una prova definitiva che tutti gli infiniti del
processo si annullino; fatto che, per adesso, è ancora in fase di ricerca. La
teoria della Supergravità ha comunque ancora molti problemi ad affermarsi nel
mondo scientifico, molti ancora dubitano di essa ed alcuni ne hanno addirittura
dichiarato la "morte" secondo importanti studiosi, tra i quali lo stesso Hawking,
queste critiche sono esagerazioni: controversa o meno la Supergravità resta
un'importante teoria ancora in fase di elaborazione.
Teoria delle supercorde ("string theories")
Nel 1984 vennero elaborate le cosiddette teorie
delle corde. In tali teorie gli oggetti basilari non sono particelle che
occupano un singolo punto nello spazio bensì cose che hanno una lunghezza ma
nessuna altra dimensione, come un pezzo di filo infinitamente sottile. Queste
corde possono avere dei capi (le cosiddette corde aperte)oppure possono essere
congiunte con se stesse in cappi o anelli chiusi (corde chiuse) Una particella
occupa in ogni istante del tempo un punto dello spazio. La sua storia può essere
quindi rappresentata da una linea nello spaziotempo, la linea d'universo. Una
corda, d'altra parte, occupa una linea nello spazio in ogni momento del tempo.
Perciò la sua storia nello spaziotempo è una superficie bidimensionale chiamata
il foglio d'universo. Il foglio d'universo di una corda aperta è una striscia ;
i suoi margini rappresentano le traiettorie attraverso lo spazio-tempo degli
estremi della corda. Il foglio d'universo di una corda chiusa è un cilindro o
tubo, una sezione del tubo è un cerchio, che rappresenta la posizione della
corda in un tempo particolare. Due corde possono unirsi a formare una corda
singola; nel caso di corde aperte esse si uniscono semplicemente ad un capo,
mentre nel caso di corde chiuse si ha un tipo di sutura che ricorda il modo in
cui si uniscono le due gambe di un paio di pantaloni.
Similmente una singola corda può dividersi in due
corde. Nelle teorie delle corde quelle che in precedenza erano concepite come
particelle sono raffigurate oggi come onde che si propagano /ungo la corda, come
onde sul filo vibrante di un aquilone. L'emissione o assorbimento di una
particella da parte di un 'altra corrisponde alla divisione o alla congiunzione
di corde. La teoria delle corde ha una storia curiosa. Essa fu inventata in
origine verso la fine degli anni Sessanta nel tentativo di trovare una teoria
che descrivesse la forza forte. L'idea era che particelle simili al protone e al
neutrone potessero essere considerate come onde su una corda. Le forze forti fra
le particelle dovevano corrispondere a pezzi di corda che univano altri pezzi di
corda con un intreccio simile al gioco di fili in una tela di ragno.
Tuttavia le teorie delle corde presentano un grande
problema: esse sembrano consistenti solo se lo spazio-tempo ha dieci o venti
dimensioni in luogo delle solite quattro. Dimensioni extra dello spazio-tempo
sono un luogo comune della fantascienza, in caso contrario l'impossibilità di
viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce comporterebbe dispendi
eccessivi nei viaggi interstellari ed intergalattici. L'idea della fantascienza
è che sia forse possibile prendere scorciatoie passando per dimensioni
superiori.
Conclusioni
Non è facile ipotecare il futuro per cercare di
prevedere quanto sopravvivrà delle attuali teorie sui costituenti elementari
della materia. La fisica delle particelle in rapida evoluzione si aggiorna
continuamente con esperienze sempre più grandiose e con risultati sempre più
soddisfacenti. Indubbiamente esistono molte zone buie e numerosi problemi aperti
che la fantasia dei fisici cerca di chiarire con ipotesi più o meno valide in
attesa che la fisica delle alte energie confermi teorie e modelli che forse non
sono abbastanza insoliti da essere corretti. Oggi come oggi molte domande sono
ancora senza risposta:
·
i fisici potranno arrivare ad
unificare tutte le forze della natura?
·
esiste una theory of everything, una
teoria del tutto, onnicomprensiva, semplice ed elegante?
·
la scienza dovrà fermarsi ad una
estrema frontiera del tempo o potrà spingersi fino all'istante zero connesso con
la nascita del/'universo?
I problemi sollevati sono certamente più numerosi
delle risposte in grado di spiegare i misteri della natura: questo fa parte del
progresso scientifico e dell'avventura umana. Per quanto concerne i fascinosi
quark è opinione diffusa che sebbene tali unità di materia siano restie a
manifestarsi in modo tangibile esistono dentro gli adroni certi oggetti i cui
connotati corrispondono perfettamente ai personaggi del modello a quark
considerato ormai un modello standard. Un motivo di grande soddisfazione è
constatare che nel campo delle particelle i fisici italiani sono sempre presenti
con risulta ti di risonanza mondiale.
Per concludere riportiamo come l l'eminente fisico
teorico V.F. Weisskopf riassume l'attuale stato riguardante la fisica delle alte
energie:
"Stiamo esplorando modalità sconosciute di
comportamento della materia in condizioni del tutto nuove. Questo campo della
fisica dà tutta l' emozione delle nuove scoperte in una terra vergine, ricca di
tesori nascosti: i fatti sperimentali ci permetteranno finalmente di penetrare
nella struttura della materia. Occorrerà un certo tempo prima di riuscire a
tracciare una carta razionale di questa nuova terra".
Fonte : http://www.fmboschetto.it/lavori_studenti/Fisica_Moderna_2003/Teorie_di_unificazione.htm
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