domenica 4 agosto 2019

ARMONIA TRA CRISTIANI E MUSULMANI IN TERRA SANTA, di Issam Mufid Nashashibi



di  Issam Mufid Nashashibi
(West Coast director of DNR Associate, a Public Counseling Firm)


Come e' possibile celebrare la Pasqua ed il Natale due volte l'anno? Impossibile, dite voi? No, davvero. La mia famiglia lo faceva quando vivevamo a Gerusalemme.
Ho vissuto fino all'adolescenza a Gerusalemme e sono cresciuto in una famiglia che celebrava il Natale, la Pasqua e le due feste musumane, la festa del Ramadhan e la Festa del Sacrificio. Le famiglie si incontravano, in queste circostanze. Per noi bambini era fantastico.
Durante le feste musulmane, indossavamo vestiti nuovi ed andavamo a trovare i parenti e gli amici, ed essi venivano da noi.
Quando festeggiavamo la Pasqua a casa di zio Emil, le uova colorate erano le mie preferite. Sceglievo e combinavo i vari colori insieme a mia madre, poi appendavamo le uova attorno alla casa e nel giardino. A Natale, ci riunivamo a casa di zio Atallah: zii, zie e tanti bambini. Sotto l'albero ci aspettavano meravigliosi doni: libri, matite colorate e scatoline, tutte colorate di giallo.
Se vi state chiedendo come cio' fosse possibile, ve lo spieghero': zio Atallah e zio Emil sono i miei zii da parte di madre. Ecco perche' noi, una famiglia musulmana, celebravamo anche il Natale e la Pasqua. Mia nonna, Farida Abu Dayyeh, era cristiana luterana e sposo' un professionista musulmano. Il resto, come si dice, e' storia.
Non ho mai avvertito alcuna differenza tra me ed i miei cugini, gli Abu Dayyeh. Eravamo un'unica famiglia, insieme condividevamo il bene ed il male, come adesso. Non ho mai avvertito alcuna differenza tra Cristiani e Musulmani fino a che non sono uscito dalla Terra Santa. So che non vi sono differenze, e la prova sono gli anni della mia formazione, a Gerusalemme.
Parte integrante della mia vita di allora era la scuola. Sono stato, come molti studenti di allora, educato in una rigida scuola gestita dai Gesuiti. Otto di noi erano musulmani, in classe. Riguardo la religione, ricevevamo degli insegnamenti speciali. Uscivamo dalla classe, con grande gioia, e, con un responsabile della scuola, facevamo lunghe passeggiate nel centro storico di Gerusalemme. Visitavamo chiese e moschee.
Ricordando cio' con la mente di un adulto, oggi capisco che alcuni restavano in classe per conoscere Dio, altri andavano fuori per conoscere Dio e la geografia all'aria aperta.
La mia esperienza mi rende difficile credere a qualcuno che asserisce che vi siano differenze tra cristiani e musulmani. Credo che queste persone non sappiano nulla di quello che io ho vissuto. In realta', queste differenze sono immaginarie. Esse sono propagandate da coloro che vogliono separarci per restare padroni del nostro destino.
Riflettete: per controllare il vasto impero, i turchi favorirono gli arabi musulmani contro gli arabi cristiani. I britannici ed i francesi favorirono i cristiani per tenere sotto controllo i musulmani. In Palestina, gli israeliani cercano in ogni modo di favorire o provocare divisione tra palestinesi. Ad esempio, di norma, i militari israeliani entrano in un pullmann, chiedono la religione di ogni passeggero ed infine fanno scendere i musulmani e permettono ai cristiani di restare fino a Gerusalemme. Questa tattica di divisione e' finita una volta in cui, un vecchietto rifiuto' di dire quale fosse la sua religione . "Sono un palestinese", rispose, restando seduto. Con sorpresa del militare, tutti i passeggeri diedero la stessa risposta e tutti restarono seduti al loro posto. Quel passeggero era un mio prozio, Issa Bayuk, un vecchio della Chiesa e volontario della Chiesa Luterana della Speranza di Ramallah. Ecco perche' ribadisco che le differenze tra cristiani e musulmani sono immaginarie. La realta' e' il contrario.













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