domenica 4 agosto 2019

PREGHIERA NEL CENACOLO A GERUSALEMME, di Papa Giovanni Paolo II




di Papa Giovanni Paolo II

-A Gerusalemme, nel Luogo della prima Eucaristia e dell'istituzione del Sacerdozio, la palpitante preghiera di Giovanni Paolo II e la firma della Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo del 2000-

"Cristo è morto, Cristo è risorto
Cristo ritornerà"


Dal raccoglimento di mercoledì, presso la Grotta di Betlemme, a quello di oggi, giovedì 23 marzo, nel Cenacolo. Dalla preghiera nel luogo in cui Cristo ha preso carne tra gli uomini, alla Santa Messa nel Luogo dove Egli ha offerto la sua carne per la salvezza del mondo. È questo raccoglimento interiormente intimo il filo conduttore che lega il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II in Terra Santa. E lega, in modo del tutto singolare, la sosta presso la Cappella della Natività alla Santa Messa nel Luogo della prima Eucaristia: un evento davvero eccezionale, un momento di straordinario raccoglimento.
È un raccoglimento profondamente cristocentrico, quello di Giovanni Paolo II. La Chiesa è sempre cristocentrica, ma in questo Luogo lo è in modo ineffabile. Lo si percepisce, lo si respira, lo si tocca. È il Luogo che parla. Da questo Luogo prorompe la storia: la Storia della salvezza. Un Mistero, una Realtà. E qui quel "Dono e Mistero" sul quale abbiamo tanto riflettuto nel 50° di sacerdozio di Giovanni Paolo II acquista un sapore e un contenuto misteriosamente nuovi, mai provati prima. Lo abbiamo avvertito all'inizio della Celebrazione Eucaristica, nella preghiera introduttiva recitata dal Papa (che pubblichiamo integralmente in questa pagina). In quella preghiera c'è tutta la storia della Chiesa. E c'è la storia di questo sacerdote che è ritornato qui, quale Successore di Pietro, portando con sé nel cuore tutti i sacerdoti del mondo. Per loro, sull'altare dove ha celebrato la Santa Messa, Giovanni Paolo II ha firmato la Lettera per il Giovedì Santo del Duemila. È come se l'avesse consegnata a ciascuno nel Luogo dove Gesù ha istituito l'Eucaristia.
"Desidério desiderávi...".
Ardentemente ho desiderato
visitare come pellegrino questo luogo santo
per celebrare l'Eucaristia.
Qui, dove il Signore Gesù,
la notte in cui si consegnò volontariamente
alla sua passione,
istituì il sacerdozio ministeriale
e ci lasciò nel suo corpo e nel suo sangue
il memoriale della sua morte gloriosa.
Qui, durante la cena, egli avendo amato i suoi,
che erano nel mondo, li amò sino alla fine,
e ci lasciò l'esempio del servizio e della carità
con la lavanda dei piedi.
In questo luogo santo
promulgò il comandamento nuovo dell'amore
e promise il dono dello Spirito.
Il Risorto ha varcato le porte di questo spazio sacro
il giorno di Pasqua ed è apparso ai suoi discepoli,
annunziando la pace e la gioia.
È questa la camera alta dove Maria,
la Madre di Gesù, i discepoli e le donne, perseveravano unanimi...
...nella preghiera, in attesa del dono dall'alto.
È questo il luogo dell'effusione dello Spirito Santo
il giorno di Pentecoste.
Ecco perché sono voluto ritornare,
come Successore di Pietro,
alle scaturigini della Chiesa,
al luogo dell'ultima Cena e della prima Eucaristia,
dove il Cristo Risorto si è reso presente
e lo Spirito Santo è stato comunicato agli apostoli.
Con questi sentimenti rendo lode al Padre
che mi dona la grazia di celebrare
il memoriale del Signore
in questo luogo santo,
in questo anno giubilare,
anno intensamente eucaristico,
portando nel cuore
gli stessi sentimenti di Cristo Gesù
nella sua preghiera sacerdotale
per l'unità e la santità della Chiesa.
Invito tutti ad unirvi con me,
con umiltà e purezza di cuore,
nella celebrazione dei santi misteri.

Giovanni Paolo II, preghiera introduttiva della Santa Messa
nel Cenacolo, Gerusalemme 23 marzo













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