Mario Palmaro
Legge (40/2004) sulla fecondazione artificiale gravemente ingiusta
Approvata dal Parlamento italiano
la legge sulla fecondazione artificiale (la Legge 40/2004). Alcuni elementi
positivi non devono far dimenticare che permangono molti aspetti negativi. Li
ricordiamo noi.
Premessa
Il Parlamento italiano ha definitivamente
approvato la legge sulla fecondazione artificiale in vitro (Fivet). Da molti
anni questa pratica era scandalosamente tollerata dal nostro ordinamento. La
nuova legge è stata promossa non già con l’intento di proibire la fecondazione
artificiale, ma di regolamentarla stabilendo alcuni divieti. È chiaro che,
rispetto alla precedente situazione, l’attuale normativa presenta aspetti
positivi, dei quali molto è già stato autorevolmente detto e scritto, anche su
organi di informazione cattolici.
Tuttavia, è importante non dimenticare quegli
aspetti negativi che rimangono anche dopo l’approvazione della nuova legge, nel
rispetto della verità tutta intera e della legge naturale, insegnata dalla
Chiesa Cattolica e conoscibile dalla ragione umana.
Quello che gli altri non
dicono
1. Con questa legge viene riconosciuta piena
cittadinanza giuridica alla fecondazione artificiale omologa, attuata secondo
alcune indicazioni vincolanti. Una legge simile non può essere definita
“cattolica”, poiché contraddice radicalmente l’insegnamento del Magistero, che
vieta ogni forma di riproduzione in vitro, e più in generale ogni tecnica che
sostituisce l’atto coniugale.
2. Sul piano culturale, questo fatto deve essere
continuamente annunciato, per evitare che nell’opinione pubblica si affermi
l’idea - falsa - che la Fivet omologa sia la ‘Fivet cattolica”.
3. Talora, proprio nel mondo cattolico si sono
levate voci erronee miranti a fornire una legittimazione giuridica e morale alla
fecondazione artificiale in vitro. Si tratta di situazioni imbarazzanti che
alimentano la confusione e che devono essere denunciate. Scandalosa è la
situazione del San Raffaele di Milano che - pur essendo ospedale di ispirazione
cristiana - pratica la Fivet omologa e sostiene - per voce del suo Comitato
etico - di agire in maniera conforme al Magistero cattolico.
4. Molti cattolici, insieme a non pochi laici,
hanno sostenuto questa legge con l’intenzione di evitare una normativa ancora
più permissiva. Ciò non toglie che la nuova normativa rimanga una legge
intrinsecamente ingiusta. Cioè
una legge che tutti gli uomini di
buona volontà sono chiamati a denunciare come ingiusta, e che hanno il dovere di
sostituire - lavorando affinché si concretizzino i presupposti culturali e
politici - con una normativa pienamente coerente con la legge naturale.
5. Questa legge opera per la prima volta
nell’ordinamento italiano un riconoscimento giuridico delle cosiddette “coppie
di fatto”, che vengono parificate ai coniugi sposati, ai fini dell’accesso alle
tecniche di fecondazione artificiale.
6. Commette un grave errore chi afferma che
questa legge è stata votata “per preferire un male minore”. Infatti, non è mai
lecito scegliere di compiere il male, fosse pure per evitarne uno più grande. Il
male morale può essere tollerato, subìto, ma mai intenzionalmente scelto.
7. Il numero 73 della “Evangelium
Vitae” ammette che un parlamentare cattolico possa dare il proprio voto a
una legge ingiusta, al solo scopo di migliorare una situazione normativa
peggiore già esistente, a patto che siano rispettate alcune condizioni
indispensabili:
a)
che sia impossibile scongiurare o
abrogare completamente una legge più permissiva;
b)
che il parlamentare abbia fatto
conoscere a tutti la sua contrarietà alla legge che sta per votare, al fine di
evitare la confusione e lo scandalo;
c)
che la legge sostenuta limiti i danni
e gli effetti negativi sul piano della cultura;
d)
che il voto del parlamentare
cattolico sia determinante.
8. Questa legge non
contrasta soltanto con la Dottrina Cattolica nel campo della morale sessuale;
essa contraddice in maniera grave la legge naturale, poiché ammette una pratica
- la Fivet omologa - che comporta sistematicamente l’eliminazione di numerosi
embrioni umani. Per questa ragione, va scongiurato l’equivoco che considera la
Fivet moralmente inaccettabile, ma giuridicamente lecita. Così come
l’aborto procurato o l’eutanasia, anche la fecondazione
artificiale rimane, in quanto uccisiva,
un atto intrinsecamente
antigiuridico per uno Stato laico,
nonostante sia reso formalmente lecito da una legge.
9. Questa legge nomina - ed è la prima volta
nell’ordinamento giuridico italiano - l’embrione umano come soggetto titolare di
qualche diritto. Si tratta di un fatto positivo. Tuttavia, non bisogna tacere
che proprio l’ammissibilità della Fivet - pur con le lodevoli limitazioni
introdotte - contraddice l’affermazione del principio enunciato, poiché
non è possibile fare fecondazione artificiale senza
sacrificare embrioni umani. Non c’è un modo pienamente umano e
giuridicamente giusto di produrre esseri umani in provetta.
10. Quand’anche la Fivet venisse attuata solo
all’interno della coppia, con tutte le cautele, producendo un numero limitato di
embrioni e impiantandoli tutti nel corpo della donna, essa rimarrebbe un atto
gravemente contrarlo alla morale e al diritto. Essa infatti riduce
l’uomo-embrione a oggetto da usare come mezzo per ottenere una gravidanza;
incoraggia la selezione eugenetica dei concepiti per l’eliminazione dei
difettosi; crea le premesse per l’uccisione dei gemelli con l’aborto selettivo
nel caso di gravidanze plurime. Inoltre, non è oggettivamente possibile
garantire una effettiva tutela giuridica a un embrione umano che si trovi fuori
dal corpo della madre.
Se il figlio non
arriva?
Le coppie che non riescono ad avere figli non
possono essere lasciate sole, abbandonate nella disperazione per un figlio che
non arriva, mal consigliate da medici che le avviano ai centri per la
fecondazione artificiale, ignare del fatto che solo il 15 per cento di chi entra
in quel centri ne esce con un bambino in braccio, ingannate dal silenzio sulla
sorte di decine e decine di figli concepiti condannati a un aborto certo. Queste
coppie siano dissuase dalla tentazione della fecondazione artificiale e siano
restituite alla speranza di una paternità e di una maternità diverse. Queste
coppie siano accompagnate in un cammino di accettazione della realtà, alla
ricerca del significato che anche la sterilità biologica assume nel misterioso
disegno di Dio, che chiama tutti a una fecondità più piena e più ricca di quella
orgogliosamente inseguita in fondo a una provetta.
Ricorda
“Con la scusa dl eliminare il “far west
procreativo” (che è in effetti un vero scandalo dalle macroscopiche proporzioni
economiche-finanziarie), ci si vuole far credere che fabbricare un uomo in
provetta abbia alcunché di onesto, di dignitoso, di umano. Non bisogna farsi
traviare dalle parole: omologa o eterologa che sia,
questa fabbricazione artificiale di un uomo è qualcosa di mostruoso. Non
tarderemo a rendercene conto. È mostruoso mettere le mani avide di soldi
grondanti di sangue innocente all’origine stessa della vita di un uomo. Ogni
eventuale bimbo concepito in provetta ne ha già uccisi altri con una selezione
che non ha niente di naturale, checché se ne dica. Su questo dato
scientifico incontrollabile, nessuno (o quasi) ci ha messo in guardia. Anzi, si
è mistificato il tutto lasciando credere che, se omologa, tale pratica possa
essere accettata dalla morale cristiana e, addirittura, essere chiamata
“cattolica”. Equivoco “strabiliante”
(Monsignor Germano Zaccheo, Vescovo di Casale Monferrato, in
“La Vita Casalese”, 24 dicembre 2003).
Fonte : www.lavoce.an.it
articolo di MARIO PALMARO - dalla Rivista il Timone n. 30, Febbraio 2004
http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/lavitaumana.html
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