venerdì 2 agosto 2019

SINTESI DELLA SPIRITUALITA' DI SAN LUIGI MARIA DA MONTFORT



SINTESI DELLA SPIRITUALITA'
DI SAN LUIGI MARIA DA MONTFORT
            


Il motto di san Luigi Maria da Montfort, che ripete più di 150 volte nei suoi scritti, è "Dio solo". Questo significa che per lui Dio è il valore assoluto, colui che dà senso a tutto ciò che esiste e che è interamente sufficiente a se stesso: "Dio solo, ed è abbastanza" (C 28, 23). Perciò, tutto ciò che il Montfort dice sulla storia della salvezza e sulla nostra vita personale, bisogna metterlo nel contesto di questo assoluto di Dio. Anche quando san Luigi Maria parla del posto degli uomini nella creazione, è sempre da Dio che comincia e dal suo piano di salvezza, nel quale scorge solamente amore. Si può distinguere nel pensiero di san Luigi Maria un movimento discendente e un movimento ascendente.


Un movimento discendente
Per san Luigi Maria tutto ha inizio dal Padre, che ha l'unico desiderio di condividere il suo amore con la creazione e che crea l'uomo perché sia l'immagine perfetta della sua bellezza e della sua perfezione: "Il suo meraviglioso capolavoro, la viva immagine della sua bellezza e delle sue perfezioni, l'eletto vaso delle sue grazie, il mirabile tesoro delle sue ricchezze e l'unico suo vicario in terra" (ASE 35).
La Sapienza di Dio
Questa affermazione coincide con l'interpretazione della Scrittura e con quella di numerosi scrittori spirituali. Ma ciò che distingue Luigi Maria dagli altri autori Ë che, parlando di questo amore di Dio e di ciò che Dio vuole per l’umanità, ricorre ai "Libri sapienziali" dell'Antico Testamento, soprattutto al libro della "Sapienza" e dei "Proverbi". Considera la Sapienza come una persona, che proclama: "Stavo con Dio e disponevo ogni cosa con una precisione cosi piacevole, che mi pareva di giocare per divertire me e il Padre" (Pr 8,30-31) (citato in ASE 32). La tradizione cristiana ha identificato questa persona della Sapienza con Gesù Cristo, la seconda persona della santissima Trinità, il Figlio. E san Luigi Maria ha fatto di questo titolo di Gesù Cristo, Sapienza divina, eterna e incarnata, il suo titolo preferito. In effetti, questa sapienza di Dio è colui che, secondo le Scritture, ama gli uomini d'un amore infinito e desidera esserne riamata: "Questa bellezza eterna e regalmente amabilissima ha tanto desiderio dell'amicizia degli uomini, che per conquistarsela ha composto un apposito libro (il libro della Sapienza), in cui manifesta il proprio valore e i desideri che sente di loro. Il libro è come una lettera di una innamorata all'amato per guadagnarne l'affetto. I desideri per il cuore dell'uomo ivi manifestati sono cosi premurosi, le domande d'amicizia cosi tenere, le voci e i voti cosi amorevoli, che a sentirla non la si direbbe regina del cielo e della terra; la direste bisognosa degli uomini per essere felice" (ASE 65).
Il peccato e la salvezza
Ma san Luigi Maria riconosce anche che gli uomini, benché creati per essere "l’immagine vivente della bellezza (di Dio)", hanno permesso che il peccato sconvolgesse il piano di Dio: "Ma ecco la più grande delle disgrazie!... L'eletto vaso divino si spezza in mille frantumi" (ASE 39). Dio, però, che continua ad amare l’umanità, decide di liberarla dallo stato in cui si trova: "Mi par di vedere l'amabile Sapienza quasi chiamare e convocare una seconda volta la Trinità santa per rinnovare l'uomo, come aveva già fatto per crearlo" (ASE 42), ed è la Sapienza Eterna che si offre per salvare l’umanità: "È sbalorditivo: l'amore incomprensibile giunge fino agli estremi! L'amorosa e augusta sovrana offre se stessa in sacrificio al Padre per risarcire la sua giustizia, calmare la sua collera, strappare l'uomo dalla schiavitù del demonio e dalle fiamme dell'inferno e meritargli un’eternità felice"; (ASE 45). L'Incarnazione è allora decretata e la "Sapienza Eterna" si fa "Sapienza Eterna e Incarnata". Secondo san Luigi Maria, come secondo la maggior parte dei maestri della cosiddetta "Scuola Francese di spiritualità", l'Incarnazione è il mistero centrale del piano di Dio per la salvezza dell’umanità. In questo mistero si rivela non solamente l'amore di Dio per gli uomini, ma si trova anche il mezzo che permetterà di ottenere i frutti di questo piano.
L'Incarnazione
Per san Luigi Maria l'Incarnazione non è solamente un avvenimento (il Figlio di Dio che si fa uomo), ma è un evento per l’umanità e per tutta la creazione, una realtà che abbraccia tutto ciò che Cristo ha fatto e compiuto come Uomo-Dio. L'Incarnazione include il "mistero pasquale" - la morte e la risurrezione di Cristo che sigilla la nostra salvezza. Considera la vita di Cristo come manifestazione del suo amore e l'inizio della realizzazione del piano di Dio. Ma, fra tutto questo, indica il sacrificio di Cristo (la Croce) come "il più grande segreto del re, il più grande mistero dell'eterna Sapienza" (ASE 167): "II motivo più efficace che ci spinge ad amare Gesù, Sapienza incarnata, è a mio avviso quello dei dolori da lui sopportati per mostrarci il suo amore" (ASE 154). Non castigo, dunque, è la sofferenza che il Padre impone al Figlio per la nostra salvezza, ma la testimonianza definitiva dell’amore per noi dell’uno e dell’altro. È questo amore che costituisce la vittoria. San Luigi Maria parla poco della Risurrezione di Cristo, perché per lui la Croce è già trionfo, il trionfo dell'amore sul peccato e sull'odio, della vita sulla morte.
Il compito di Maria
Nel mistero dell'Incarnazione san Luigi Maria scopre anche il posto di Maria. Dio era assolutamente libero di scegliere il mezzo che voleva per realizzare il suo piano di salvezza: "questo grande Signore sempre indipendente e bastante a se stesso, non ha avuto né ha bisogno in modo assoluto della santissima Vergine per attuare i suoi voleri e manifestare la sua gloria" (VD 14). Però questo Dio ha scelto di servirsi del consenso libero di Maria e della sua docilità allo Spirito per realizzare l'Incarnazione e la salvezza dell’umanità: "avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria" (VD 15). Quando diede il suo libero consenso, Maria era, per cosi dire, l’umanità di tutti i secoli che dava il suo consenso. Diventava in questo modo il "tipo" della Chiesa formata da tutti gli uomini che entrano nel mistero della salvezza. San Luigi Maria svilupperà questo tema più ampiamente spiegando come la salvezza si realizzerà nell’umanità.
Questo movimento discendente dell'amore di Dio, manifestato nell'Incarnazione della Sapienza per la salvezza dell’umanità, grazie alla cooperazione della Vergine Maria e completato nel trionfo della Croce di Cristo, è per noi un invito di Dio ad accettare e accogliere il suo piano d'amore. Ma bisogna darvi una risposta coerente e libera.


Un movimento ascendente
San Luigi Maria afferma che la nostra risposta d'amore alla chiamata di Dio deve seguire lo stesso cammino che Dio ha scelto per manifestarsi a noi e realizzare il suo piano di salvezza nella storia. Dice categoricamente: "Dio non cambia", e scrive: "Bisogna credere che non cambierà metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente ne sentimenti ne modo di agire" (VD 15). Come Dio si è fatto uomo nell'Incarnazione del Figlio, cosi noi siamo invitati a "rivestire la natura divina" trasformandoci in immagine di Gesù Cristo e ripercorrendo quel processo che ci fa diventare "l'immagine vivente della bellezza (di Dio)" (ASE 35). In altre parole, dobbiamo diventare conformi alla Sapienza eterna di Dio, manifestata in Gesù o, come dice san Luigi Maria, siamo invitati a "possedere e conservare la divina Sapienza" (cfr. ASE 203).
La ricerca della Sapienza
Nell'acquisto della Sapienza divina si trova la nostra felicita. Nell'ASE, Luigi Maria esamina altre forme di sapienza (mezzi per arrivare alla felicità) e le rigetta tutte perché inefficaci e indegne della sublime chiamata rivolta all’umanità (cfr. ASE cap. 7). Solo rispondendo con l'amore all'amore di Dio e trasformandoci in immagine di Gesù Cristo, possiamo raggiungere lo scopo. Ma per amare Cristo, Sapienza Eterna e Incarnata, bisogna prima di tutto conoscerlo: "Si può amare ardentemente ciò che si conosce soltanto imperfettamente? .... Conoscere Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, è sapere abbastanza. Sapere tutto e non conoscere Lui, è non sapere nulla" (ASE 8, 11). Siamo perciò sollecitati a conoscere Gesù Cristo, Sapienza di Dio, ad amare ciò che abbiamo conosciuto e, infine, a diventare sua immagine. Insieme a molti altri scrittori della Chiesa, san Luigi Maria chiama questo processo Consacrazione, con la coscienza di non dire una novità, trattandosi dello stesso processo che ogni cristiano inizia con il battesimo, e che, secondo San Paolo, "incorpora" a Cristo.
Gesù il solo Salvatore
Gesù Cristo è il fine al quale noi tendiamo. Potremo fare molti tentativi e sforzi per cercare altrove un altro scopo alla nostra vita, ma non ne troveremo nessun altro: "Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di ogni nostra devozione. Diversamente sarebbe devozione falsa e ingannatrice. Gesù Cristo è l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine di ogni cosa.... Perché in Lui solo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, con ogni altra pienezza di grazia, di virtù e di perfezione... perché solo in Lui siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale... perché è il solo maestro che deve istruirci, il solo signore dal quale dipendiamo, il solo capo al quale dobbiamo essere uniti, il solo modello cui dobbiamo rassomigliare" (VD 60-61). Gesù Cristo è l'unico Signore, e nostro unico fine è di stabilire il suo regno nel mondo.
Il cammino di Maria
Ma, come spiega ancora san Luigi Maria, bisogna essere coerenti e intraprendere lo stesso cammino che Dio ha scelto, e il cammino che il suo amore ha percorso per arrivare a noi passa per Maria. Nella nostra ascesa verso Dio bisogna seguire lo stesso cammino: "Per mezzo della SS. Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo" (VD 1). Occorre tuttavia notare che per il Montfort Maria non è la meta del nostro viaggio, che è e rimane Gesù Cristo e Dio, e la devozione a Maria non è che una via per arrivare alla meta, un mezzo fra gli altri per avere la divina Sapienza, pur restando "il più grande mezzo, il più meraviglioso dei segreti per avere e conservare la divina Sapienza" (ASE 203), precisamente perché Maria è stata lo strumento scelto da Dio per realizzare il suo piano d'amore.
La "perfetta" devozione a Maria - La consacrazione totale
La devozione a Maria sarà "il più grande mezzo... per avere e conservare la divina Sapienza" solo se sarà "vera" e "autentica", non falsa o superficiale o immaginaria. San Luigi Maria ammette l'esistenza di numerose forme di devozione a Maria che rispondono ai criteri della "vera" devozione, ma afferma che tra tutte queste devozioni ne esiste una che è "una via facile, breve, perfetta e sicura per giungere all’unione con Nostro Signore" (VD 152). Consiste nel consacrarsi totalmente a Maria per essere totalmente a Gesù Cristo. Il fine è la consacrazione a Cristo (non a Maria), e afferma che questa è la maniera più sicura per realizzare questa consacrazione; la considera come identica alla consacrazione di se stessi nel battesimo, l'unica differenza è l'atteggiamento più personale e più cosciente. Le ragioni per le quali preferisce scegliere Maria come cammino che conduce a questa consacrazione sono: (a) Maria è stata la via scelta da Dio per dimostrarci il suo amore; (b) Maria è la creatura che più di ogni altra ha realizzato la pienezza della consacrazione a Dio nel suo Figlio e perciò diventa per noi un modello. Ancora una volta, Maria è "tipo" della Chiesa, dell'insieme dei discepoli di Cristo, poiché è stata la discepola perfetta e imitatrice di suo Figlio.
La forma di devozione a Maria (e per mezzo di Lei a Cristo), che san Luigi Maria propone, viene spesso chiamata "consacrazione", ammettendo tuttavia che, in senso stretto, la parola "consacrazione" si può applicare solamente alla relazione con Dio. È per questo che il Santo preferisce parlare di Consacrazione a Cristo, Sapienza eterna e incarnata per le mani di Maria, ma usa anche altre espressioni che oggi si potrebbero usare benissimo. L’espressione "schiavitù d'amore", con la quale talvolta si è chiamata questa devozione, oggi non è gradita a causa della valenza sociale negativa a cui fa pensare.
Il "Segreto" di Maria
Dall'esperienza, questa forma di devozione non attira molto al primo momento. Per questo san Luigi Maria la presenta "come un "segreto", cioè, un qualcosa che non tutti riconoscono subito, esigendo uno studio più approfondito prima di coglierne i valori. Afferma però che una volta compresa e accettata, dà frutti preziosi. Per questo parla di Maria come di un "segreto": "Felice, mille volte felice quaggiù, l'anima alla quale lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria per conoscerla" (SM 20).
La Croce
Un altro "segreto" sul quale insiste per assicurare una somiglianza concreta con Gesù Cristo e l'acquisto della divina Sapienza, è il segreto della "Croce". Come la Croce di Cristo è stata la più grande vittoria della divina Sapienza e la più grande prova d'amore di Dio per noi, cosi l'accettazione della croce nella nostra vita (cioè l'accettazione delle sofferenze inevitabili di chi si sforza di rimanere fedele agli impegni verso Dio e l'accettazione di quelle sofferenze che servono a purificare la coscienza e le intenzioni, come per esempio, la "mortificazione"), è il mezzo più sicuro per immetterci nel movimento d'amore che ci porta a Dio. La Croce è "segno distintivo e arma di tutti gli eletti" (ASE 173), e la "mortificazione" è uno dei mezzi essenziali per ottenere la divina Sapienza (cfr. ASE cap. 16). San Luigi Maria non considera mai la croce come un evento negativo, al contrario, la presenta sempre come un valore che segue e accompagna l'amore sia nel movimento discendente dell'amore di Dio verso di noi sia nel movimento ascendente del nostro amore verso di lui.
Si potrebbe riassumere la spiritualità monfortana in questa formula: "A Dio Solo, per Cristo Sapienza, nello Spirito, in comunione con Maria, per il regno di Dio"






Fonte  :  www.montfort.org






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