venerdì 2 agosto 2019

SUPERIORE A TUTTO E' LA CARITA', del beato Giovanni Domici



SUPERIORE A TUTTO E' LA CARITA'
        
 


del beato Giovanni Domici (1355-1419)

La fede e la speranza possono attribuirsi soltanto agli uomini, la carità si trova in Dio. La fede può trasportare le montagne, la carità crea e i monti, e il cielo, e la terra. La fede spinge la creatura a tendere con l’amore al paradiso; la carità suggerisce a Dio di scendere come fuoco sulla terra, in modo che l’uomo mediante la via della sua carità possa giungere al cielo. La fede dice: O uomo, servi il tuo Dio, come è tuo dovere; la carità suggerisce: O Dio, fatti uomo, e renditi servo dell’uomo che a te deve più di quanto è in suo potere. 
La fede dice: O uomo, bussa alle porte del cielo perché ti venga aperto; la carità invece suggerisce: O Dio, squarcia i cieli perché l’uomo li trovi aperti. La fede insegna all’uomo a morire per amore di Dio; la carità invita Dio a morire per l’uomo, cosicché l’uomo sappia morire per il suo Dio. La fede mostra Dio all’uomo di lontano, la carità porta l’uomo a Dio, dovendosi a lei, sia il fatto che Dio si fece uomo, sia la trasformazione dell’uomo in Dio. 
La fede ha solo un dominio limitato, perché regna esclusivamente qui in terra, dove non abbiamo una stabile dimora, ma siamo in attesa di quella futura; la carità invece è la sovrana del cielo e della terra. La fede è di campagna, la carità è di città. La fede è sovrana di molte umili creature, la carità è sovrana degli angeli; la fede domina sui servi, la carità domina sui figli prediletti e sui santi. 
Considera bene questo. Se il nostro universo, per ipotesi, fosse nel sole, da che cosa esso sarebbe illuminato, rallegrato e guidato? Non già dai raggi, ma dall’essenza stessa del sole; poiché il sole nella sua essenza contiene tutto codesto universo. Ora invece il sole illumina, riscalda, allieta e dirige il nostro universo non con se stesso, bensì con i suoi raggi che indirizza verso di noi, non potendo lui stesso venire a noi. Il motivo quindi per cui compie tali cose con i suoi raggi è l’impossibilità di venire lui stesso fino a noi. Ebbene, pensa la stessa cosa di Dio e in un grado superiore. 
Il Padre come sole genera il proprio raggio, cioè il Verbo eterno ed essenziale. Il Padre e il Verbo, come il sole e il suo raggio, producono il calore essenziale, cioè lo Spirito Santo, in modo che questo sole divino sia insieme potenza, luce e fuoco: Padre, Figlio e Spirito Santo; potenza, ve­rità e carità. Un solo Dio in tre persone. E questo sole divino è tutto potente, tutto lucente, tutto ardente. Non tre potenze, ma una sola potenza; non tre luci, ma una sola luce; non tre fuochi, ma un unico fuoco. 
Qui tuttavia sorge un piccolo dubbio. Abbiamo detto, infatti, che noi tutti siamo in Dio e che Dio è carità; quindi può sembrare che tutti siamo nella carità, e di conseguenza tutti nella verità e nella potenza. Invece questo è falso, poiché ben pochi son quelli che sono nella carità; molti anzi sono immersi nell’errore e nella menzogna; moltissimi sono deboli e schiavi della fragilità. 
Rispondo innanzi tutto con un esempio: molti pesci sono esposti al sole, ma, coperti come sono dall’acqua, non si riscaldano; molti ciechi sono nella luce eppure non vedono; molti recipienti contengono il cibo eppure non mangiano. Vedi bene, quindi, che non basta trovarsi in un luogo per partecipare la virtù di esso, se manca la dovuta disposizione. L’infermo mangia senza giovamento; il morto posto accanto al fuoco non percepisce il calore. Se anche uno sta al sole, però si fa bagnare continuamente dall’acqua, non si scalda, ma trema sempre dal freddo. 
Così pure noi, sebbene si sia posti nel fuoco divino — il quale riscalda non il corpo, ma l’anima —, non possiamo ricevere nessun beneficio da codesto fuoco, se si continua a investire l’anima con la grandine della carne, col ghiaccio del mondo e col vento della tentazione. Perciò è necessario tener lontana l’anima da codesti pericoli, e allora, come dice il Salmista, nessuno saprà sottrarsi al suo calore. 






Fonte  :  www.vatican.va
Dalle “ Opere ” del beato Giovanni Dominici, vescovo. Il libro di amore di carità”, a cura di A. Ceruti, Bologna 1869; cc.39 s. 
Nella foto il Beato Giovanni Dominici in un ritratto di Beato Angelico.






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