domenica 14 luglio 2019

Alda Merini , poesia e catarsi della sofferenza



ALDA MERINI
poesia e catarsi della sofferenza



È nata a Milano il 21 marzo 1931.
Respinta in italiano al Liceo Manzoni, frequenta le scuole professionali. Assai precocemente si manifestano in lei disturbi psichici, che la costringono a lunghi ricoveri in manicomio. Nel 1953 sposa Ettore Carniti, dal quale avrà quattro figli. Rimasta vedova, nel 1983 sposa il poeta Michele Pierri e si trasferisce a Taranto. Dopo tre anni torna a Milano.
La sua vita è una continua odissea di sofferenza: i momenti nei quali gode di buona salute si alternano a lunghi periodi di malattia. La poesia la accompagna sempre e anche nei momenti bui rimane accesa come una fiamma che la aiuta vivere, a tuffarsi nella sua sofferenza e a rinascere di nuovo.
Ha esordito a soli sedici anni sotto la guida di Angelo Romanò e Giacinto Spagnoletti. La sua prima raccolta di poesie è "La presenza di Orfeo", pubblicata da Schwarz nel 1953 ottenendo un notevole numero di consensi.
Si sono occupati della sua opera tra gli altri Oreste Macrì, David Maria Turoldo, Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini, Carlo Betocchi, Maria Corti, Giovanni Raboni.
Sono stati pubblicati in seguito "Paura di Dio" (Scheiwiller, 1955), "Nozze romane" (Schwarz, 1955), "Tu sei Pietro" (Scheiwiller", 1962). Dopo vent'anni di silenzio dovuti alla malattia, escono: "Destinati a morire" (Lalli, 1980), "La Terra Santa" (Scheiwiller, 1984), "Fogli bianchi" (Biblioteca Cominiana, 1987), "Testamento" (Crocetti, 1988), "Vuoto d'amore" (Einaudi, 1991), "Ballate non pagate" (Einaudi, 1955).
Sono uscite inoltre varie edizioni di due sillogi presso Scheiwiller che hanno incluso anche "Le satire della Ripa" e "Le rime petrose", che erano state pubblicate in edizioni clandestine e introvabili.
"L'altra verità" è il primo libro di prosa (Scheiwiller, 1986) e ad esso è seguito "Delirio amoroso" (Il Melangolo, 1990). Nel 1993 è pubblicato il volumetto "Aforismi" con fotografie di Giuliano Grittini ed inoltre le viene assegnato il Premio Librex - Guggenheim "Eugenio Montale" per la poesia. E' stata inoltre proposta dall'Accademia Francese per il Premio Nobel per la Poesia.
Nel 1994 è stato pubblicato da l'Incisione di Corbetta il volume "Sogno e Poesia" con 20 incisioni di 20 artisti contemporanei. Nel 1995 sono apparsi il volume "La Pazza della porta accanto" (Bompiani) e , successivamente, nel 1996 "La vita facile" (Bompiani) con il quale le è stato attribuito il Premio Viareggio del 1996. Nel 1997 Maria Corti, ha pubblicato un'antologia del lavoro di Alda Merini, dal titolo "Fiore di Poesia", 1951 - 1997 (Ed. Einaudi).
"Lettere al dottor G" è l'ultimo libro della Merini, candidata al Premio Nobel per la Letteratura nel 2002.
"Mistica d'amore", è una recente raccolta delle sue liriche religiose.
"Alda Merini ha il merito, tra i moltissimi cui bisognerebbe farle credito, di aver riportato in auge la poesia religiosa" (Elisabetta Modena).
Ha terminato la sua sofferta e poetica esistenza il 2 novembre 2009.


Questo brano poetico che segue è il primo scritto da Alda Merini, la poetessa italiana più importante del nostro novecento, dopo la sua uscita dal manicomio. Alda Merini nei sui ultimi scritti, e in molte interviste, aveva più volte ribadito il suo essere stanca di essere sempre associata a quel periodo così drammatico della sua vita e aveva espresso la voglia di andare avanti.
Proponiamo qui La Terra Santa la poesia che dà il nome alla raccolta, uno straordinario “ritorno alla vita”.


Terra Santa

Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c'era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.

Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.

Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

Ma un giorno da dentro l'avello
anch'io mi sono ridestata
e anch'io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all'inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.

Le dune del canto si sono chiuse,
o dannata magia dell'universo,
che tutto può sopra una molle sfera.
Non venire tu quindi al mio passato,
non aprirai dei delta vorticosi,
delle piaghe latenti, degli accessi
alle scale che mobili si dànno
sopra la balaustra del declino;
resta, potresti anche essere Orfeo
che mi viene a ritogliere dal nulla,
resta o mio ardito e sommo cavaliere,
io patisco la luce, nelle ombre
sono regina ma fuori nel mondo
potrei essere morta e tu lo sai
lo smarrimento che mi prende pieno
quando io vedo un albero sicuro.

[Da "La Terra Santa", 1984]
 





Fonte: www.aldamerini.com
 http://www.liceoparini.it/pariniweb/poesia/merini.htm 





















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