MARIA LUISA GRIMANI
Poesia Visiva
Autoritratto semiologia della memoria (1979)
Ottetto
da un libretto teatrale del DAMS di Bologna
acrilici su tela e collage di lettere, 90 x 180 cm, 1986
da un libretto teatrale del DAMS di Bologna
acrilici su tela e collage di lettere, 90 x 180 cm, 1986
Ottetto - particolare
4 Segni
QUADRI PER UNA BIBLIOTECA
Nell'arte di Maria Luisa Grimani la parola diventa
immagine, crea immagini senza perdere peraltro il suo potere evocativo, anzi
caricandolo all'inverosimile.
Le radici di quest'arte si ritrovano nell'humus della "lotta poetica" moderna (Mallarmé, Rimbaud, Apollinaire, Marinetti, Depero...) e si alimentano alle sorgenti della lettura semiotica del testo poetico. Ma l'impianto fondamentale, direi strutturale del lavoro della Grimani non è letterario bensì squisitamente pittorico. Forse l'analogia più comprensibile è quella con le subways di Depero, solo fino ad un certo punto. Resta il rapporto con una grande corrente magmatica di poesia visiva, poesia visuale, poesia totale, viaggiando al di là dei suoi confini e garantendo all'invenzione tutto lo spazio che le compete. Qualcuno potrebbe parlare di lettura visionaria di testi (Pessoa, Perec, Calvino), già di per se stessi aperti ad estreme forzature, anche se, va detto subito, si tratta di testi profondamente e particolarmente analitici, la cui suggestione e capacità evocativa è legata proprio alla loro straordinaria analiticità. C'è in questi testi la stessa tensione che scuoteva Gerard de Nerval quando annotava "Ritroviamo la lettera perduta, il segno cancellato, ricomponiamo la gamma dissonante, e saremo di nuovo forti nel mondo degli spiriti".
Ritrovare ogni lettera, ogni segno, ogni parola, che ci permettano l'interpretazione, la lotta contro il nulla, questo sia nei testi che nelle immagini ad essi ispirati materialmente e spiritualmente. La lettura visionaria è correlata ai testi e dunque più alla scrittura che alla parola. E' la scrittura che diventa immagine, inglobando la parola con il suo potere, è la scrittura che nella creatività di Maria Luisa Grimani diventa visione raccogliendo anche stimoli sonori, musicali della, dalla parola.
Le radici di quest'arte si ritrovano nell'humus della "lotta poetica" moderna (Mallarmé, Rimbaud, Apollinaire, Marinetti, Depero...) e si alimentano alle sorgenti della lettura semiotica del testo poetico. Ma l'impianto fondamentale, direi strutturale del lavoro della Grimani non è letterario bensì squisitamente pittorico. Forse l'analogia più comprensibile è quella con le subways di Depero, solo fino ad un certo punto. Resta il rapporto con una grande corrente magmatica di poesia visiva, poesia visuale, poesia totale, viaggiando al di là dei suoi confini e garantendo all'invenzione tutto lo spazio che le compete. Qualcuno potrebbe parlare di lettura visionaria di testi (Pessoa, Perec, Calvino), già di per se stessi aperti ad estreme forzature, anche se, va detto subito, si tratta di testi profondamente e particolarmente analitici, la cui suggestione e capacità evocativa è legata proprio alla loro straordinaria analiticità. C'è in questi testi la stessa tensione che scuoteva Gerard de Nerval quando annotava "Ritroviamo la lettera perduta, il segno cancellato, ricomponiamo la gamma dissonante, e saremo di nuovo forti nel mondo degli spiriti".
Ritrovare ogni lettera, ogni segno, ogni parola, che ci permettano l'interpretazione, la lotta contro il nulla, questo sia nei testi che nelle immagini ad essi ispirati materialmente e spiritualmente. La lettura visionaria è correlata ai testi e dunque più alla scrittura che alla parola. E' la scrittura che diventa immagine, inglobando la parola con il suo potere, è la scrittura che nella creatività di Maria Luisa Grimani diventa visione raccogliendo anche stimoli sonori, musicali della, dalla parola.
"Le bolle di sapone che questo
bimbo
si diverte a staccare da una cannuccia
sono traslucidamente tutta una filosofia..
Chiare, inutili e passeggere come la Natura,
amiche degli occhi come le cose,
sono quello che sono
con una precisione rotondetta e aerea,
e nessuno, neppure il bimbo che le libera,
pretende che siano più che non sembrino."
si diverte a staccare da una cannuccia
sono traslucidamente tutta una filosofia..
Chiare, inutili e passeggere come la Natura,
amiche degli occhi come le cose,
sono quello che sono
con una precisione rotondetta e aerea,
e nessuno, neppure il bimbo che le libera,
pretende che siano più che non sembrino."
Ecco forse questi versi di Fernando
Pessoa, autore molto amato dalla Grimani, ci danno la misura poetica di un
itinerario creativo che vuole puntare alla rappresentazione senza tralasciare
meticolose cuciture dello spazio, del tempo, dei concetti. La rappresentazione,
l'immagine risulta da una perlustrazione, che nulla tralascia e che in questo
febbrile agitarsi trova l'emozione lirica trasudata dai testi amici.
Le creazioni pittoriche di Maria Luisa Grimani non sono fantasmi usciti dagli scrigni di grandi scrittori (non privi di un ironico spessore esoterico) sono figure che non appartengono più agli scritti, camminano da sole, ma un filo sottile e resistente le tiene legate a quelle parole, a quelle scansioni poetiche.
Maria Luisa Grimani con la sua pittura ci insegna a leggere in modo nuovo, a leggere per creare figure volando con esse oltre testo e oltre cornice.
Le creazioni pittoriche di Maria Luisa Grimani non sono fantasmi usciti dagli scrigni di grandi scrittori (non privi di un ironico spessore esoterico) sono figure che non appartengono più agli scritti, camminano da sole, ma un filo sottile e resistente le tiene legate a quelle parole, a quelle scansioni poetiche.
Maria Luisa Grimani con la sua pittura ci insegna a leggere in modo nuovo, a leggere per creare figure volando con esse oltre testo e oltre cornice.
Mario Cossali
(1999, Rovereto)
(1999, Rovereto)
Serie: L'albero dei miei ricordi
Opere su paulownia
pirografia, impregnanti, collage su paulownia, 35 x 35, 2000
Opere su paulownia
pirografia, impregnanti, collage su paulownia, 35 x 35, 2000
Radice
testo di Tommaso Correale Santacroce
edizione in n. 10 copie, 21 x 15 cm, 2002
testo di Tommaso Correale Santacroce
edizione in n. 10 copie, 21 x 15 cm, 2002
Una piccola Trilogia,
un cammino artistico svelato.
di Maria Luisa Grimani
Percorsi semplici in continuo dialogo con la complessità.
Un
lavoro che mi è costato molto tempo e molto sacrificio: una piccola trilogia
sulla mia intera opera.
Dal gioco
degli scacchi, ai giochi di parole-immagini, dalla musica alla danza, dal
macro al micro cosmo, da Occidente a Oriente.
Un mondo
visto sì in maniera personale ma che potrebbe essere il mondo di ognuno di
noi.
Sono
tre libretti costruiti a mano: il primo è la scoperta di un metodo di lavoro,
il secondo percorre tutta la mia ricerca sul testo poetico come immagine e il
terzo si ispira alla musica ed alla gestualità occidentale oltre che allo Zen
nelle arti.
Cofanetto contenente: tre
libretti pensati, scritti e realizzati a mano da Maria Luisa Grimani.
La copertina di ogni libretto
è diversa ed unica.
Il Testo poetico come immagine
formato 21x15, anno 2004
Un percorso
grafico-pittorico nel mondo della poesia.
“Guardo le mie opere ispirate alla poesia, nate le prime nel 1977, e solo ora
che voglio raccontarne la storia mi accorgo che nella loro semplicità,
nell’essenzialità del segno, esse nascondono una rete fitta di pensieri, di
letture, di sentimenti, di intenti. Dipanare questa rete, ripercorrere il
lungo e complesso cammino, oltre ad essere una sfida, mi appare come un dovere.
In un mondo dove la materialità del vivere spesso divora la spiritualità
dell’essere, la poesia ci eleva in una dimensione universale.” Maria
Luisa Grimani
stralcio dal
libretto “Il testo poetico come immagine”
I “Natali”
Quando
arriva l’atmosfera natalizia avverto sempre una spiacevole sensazione di
inquinamento.
Da bambina per
me esisteva il Natale con il presepio e l’albero e all’Epifania arrivavano i
regali e la calza della Befana, poi le feste finivano.
Il Natale era la
festa della famiglia, della nascita di Gesù Bambino, delle tavolate, dei
profumi delle arance , dei fichi, delle noci e dell’uva passa e del gioco della
tombola. Era l’andare a Messa tutti insieme e intonare canti natalizi.
Oggi, i miei
nipoti festeggiano Santa Lucia, Babbo Natale, Gesù Bambino, la Befana, vedono
grandi magazzini strabocchevoli di giocattoli, convivono con armadi pieni di
giochi e non so quale idea si siano fatti del Natale. Le strade sono illuminate
con festoni, i negozi luccicano, la corsa al regalo si fa frenetica. Tutti
sembrano voler concentrare in quel periodo il desiderio di trovare l’oggetto che
mostri il loro affetto alle persone care, quasi a rimediare a un vuoto che
durante l’anno si è creato per una vita caotica che ci allontana da amici e
parenti. In certi casi questa frenesia diventa solo un’espressione di
conformismo. Sganciarsi da questo meccanismo non è facile e chi è povero ed
emarginato, in quei giorni lo è ancora di più.
Ecco perché ho
scelto di preparare una poesia per ogni Natale: per ritrovare nei versi dei
poeti i significati profondi e reconditi della Natività. Versi che traduco in
immagini, ideogrammi di un pensiero che condivido con il poeta.
Pensieri e
visioni che ci costringono alla riflessione, alla meditazione, forse alla
preghiera.
Nel 1982 inizio
i miei “Natali” con la poesia di Ungaretti scritta durante la prima guerra
mondiale. Una riflessione dolce-amara che mi sembrava molto lontana ma che oggi
purtroppo ritorna attuale.
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle.
E’ NATALE
E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
Versi di Rainer Maria Rilke,
messi in musica da Paul
Hindemith, op. 27,
tradotti in immagine da Maria
Luisa Grimani
Mariae Verkündigung
Nicht daß ein Engel eintrat (das erkenn)
erschreckte sie. Sowenig andre, wenn
ein Sonnenstrahl oder der Mond bei Nacht
in ihrem Zimmer sich zu schaffen macht,
auffharen -,pflegte sie an der Gestalt,
in der ein Engel ging, sich zu entrüsten;
.......
Nicht daß er entrait, aber daß er dicht,
der Engel, eines Jünglings Angesicht
so zu ihr neigte; daß sein Blick und der,
mit dem sie aufsah, so zusammenschlugen
als wäre draußen plötzlich alles leer
und, was Millionen schauten, trieben, trugen,
hineingedrängt
in sie: nur sie und er;
Schaun und Geschautes, Aug und Augenweide
sonst nirgends als an dieser Stelle -: sieh,
dieses erschreckt. Und sie erschraken beide.
Dann sang der Engel seine Melodie
|
L’annunciazione
di Maria
Non
perché un angelo entrò
ebbe
paura: Come altri, quando
un
raggio di sole o la luna di notte
invade la loro stanza
non
sobbalzano – lei non si stupiva
delle
sembianze in cui appariva un angelo
.............
Non
perché entrò, ma perché piegò
l’angelo, un volto da giovinetto
su di
lei, così vicino, che il suo sguardo e quello
che
lei alzò a sua volta si scontrarono
come
se tutto a un tratto fosse vuoto
intorno a loro, ed il guardare e il fare
di
milioni penetrato in loro: soltanto lei e lui;
guardare e guardato, occhio e delizia dell’occhio
se
non qui in nessun luogo: vedi
questo fa paura. Ed ebbero entrambi paura.
Poi
l’angelo cantò la sua melodia
|
Stralci dalla lettera del Cardinale
Martini dal titolo: “Quale bellezza salverà il mondo?”
Triuggio, 30 agosto 1999
……
“In questa ricerca, talora sofferta proprio per la
molteplicità dei temi e la difficoltà di collegarli in maniera convincente,
sempre più mi è entrata nel cuore la domanda che Dostoevskij, nel suo romanzo
L’idiota, pone sulle labbra dell’ateo Ippolit al principe Myskin. “E’ vero,
principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la ‘bellezza’?
Signori - gridò forte a tutti - il principe afferma che il mondo sarà salvato
dalla bellezza… Quale bellezza salverà il mondo?”. Il principe non risponde alla
domanda (come un giorno il Nazareno davanti a Pilato non aveva risposto che con
la Sua presenza alla domanda “Che cos’è la verità?”: Gv 19,38). Sembrerebbe
quasi che il silenzio di Myskin - che sta accanto con infinita compassione
d’amore al giovane che sta morendo di tisi a diciotto anni - voglia dire che la
bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore…
……..
Ma anche l’arte è un annuncio della Bellezza che
salva. “Ogni autentica ispirazione racchiude in sé qualche fremito di quel
‘soffio’ con cui lo Spirito creatore pervadeva fin dall’inizio l’opera della
creazione. Presiedendo alle misteriose leggi che governano l’universo, il divino
soffio dello Spirito creatore si incontra con il genio dell’uomo e ne stimola la
capacità creativa. Lo raggiunge con una sorta di illuminazione interiore che
unisce insieme l’indicazione del bene e del bello e risveglia in lui le energie
della mente e del cuore rendendolo atto a concepire l’idea e a darle forma
nell’opera d’arte. Si parla allora giustamente, se pure analogicamente, di
‘momenti di grazia’, perché l’essere umano ha la possibilità di fare una qualche
esperienza dell’Assoluto che lo trascende (Giovanni Paolo II, Lettera agli
artisti, n. 15).”
testo tradotto in immagine da Maria Luisa Grimani
usando lo scorcio di una scultura in Second Life
http://sarimagiha.wordpress.com
Fonte: sito
ufficiale dell'artista Maria Luisa Grimani
www.marialuisagrimani.it ;
e-mail : mlgrimani@gmail.com
vedi
anche i blogs dell'artista :
http://mlgrimani.wordpress.it blog dove Maria Luisa Grimani
racconta il percorso artistico del suo “ Libro che suona che canta che balla
”.
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