domenica 14 luglio 2019

Iconografia e iconologia, di Erwin Panofsky




Erwin  Panofsky

ICONOGRAFIA  E  ICONOLOGIA

  


Allegoria del Buon Consiglio, dall'Iconologia di C. Ripa, 1643.

L'iconologia è quel ramo della storia dell'arte che si occupa del soggetto o significato delle opere d'arte contrapposto a quelli che sono i loro valori formali.
Tenteremo qui di precisare questa distinzione tra il soggetto, o significato, e la forma ...
... 1) Soggetto primario o naturale , che può essere a sua volta diviso in soggetto fattuale e soggetto espressivo. Lo si apprende identificando pure forme cioè: certe configurazioni di linee e colori o certi blocchi di bronzo o pietra modellati in un modo particolare, come rappresentazioni di oggetti naturali, esseri umani, animali, piante, case, utensili, ecc.; identificando le loro mutue relazioni come eventi; infine cogliendo certe qualità espressive come il carattere doloroso di una posa o di un gesto, oppure l'atmosfera casalinga e tranquilla di un interno. Il mondo delle pure forme così riconosciuto come portatore dei significati primari o naturali può essere chiamato mondo dei motivi artistici. Un'enumerazione di questi motivi sarebbe una descrizione preiconografica dell'opera d'arte.
2) Soggetto secondario o convenzionale. Lo si apprende riconoscendo che una figura virile con un coltello rappresenta san Bartolomeo, che una figura femminile con una pesca in mano è una personificazione della Verità, che un gruppo di figure sedute a una tavola apparecchiata in un certo ordine e in certi atteggiamenti rappresenta l'Ultima Cena, oppure che due figure rappresentate in atto di lottare in un certo modo rappresentano la Lotta della Virtù e del Vizio. In quest'operazione noi stabiliamo una connessione tra motivi artistici e combinazioni di motivi artistici (composizioni) con temi e concetti. I motivi riconosciuti per questa via come portatori di un significato secondario o convenzionale possono essere chiamati immagini e le combinazioni di immagini sono ciò che gli antichi teorici dell'arte chiamavano invenzioni; noi siamo portati a chiamarle "storie" e "allegorie". L'identificazione di tali immagini, storie, allegorie, è competenza della disciplina che comunemente viene indicata col nome di "iconografia". Difatti quando noi comunemente parliamo di "soggetto contrapposto alla forma" intendiamo principalmente la sfera del soggetto secondario o convenzionale, cioè il mondo di temi specifici o concetti espressi in immagini, storie e allegorie, di contro alla sfera del soggetto primario o naturale espresso in motivi artistici...
3) Significato intrinseco o contenuto. Lo si apprende  individuando quei principi di fondo che rivelano l'atteggiamento fondamentale di una nazione, un periodo, una classe, una concezione religiosa o filosofica, qualificato da una personalità e condensato in un'opera. Non occorre dire che questi principi sono rivelati da, e perciò gettano luce, sia sui "metodi compositivi" che il "significato iconografico". Nei secoli XIV e XV, ad esempio (gli esempi più antichi possono datarsi intorno al 1300), il tipo tradizionale di Natività con la Vergine sdraiata su un letto o un giaciglio fu di frequente sostituito da un nuovo tipo di figurazione in cui la Vergine appare inginocchiata in adorazione davanti al Bambino. Dal punto di vista compositivo questo mutamento significa all'ingrosso la sostituzione di uno schema triangolare a uno rettangolare; dal punto di vista iconografico, significa l'introduzione di un nuovo tema che letterariamente troverà la sua formulazione in autori come lo Pseudo-Bonaventura e santa Brigida. Ma nello stesso tempo l'innovazione rivela un nuovo atteggiamento emotivo proprio delle fasi tarde del Medioevo. Un'interpretazione veramente esauriente del significato intrinseco o contenuto potrebbe perfino scoprire che i procedimenti tecnici caratteristici di un certo paese, periodo o artista, ad esempio la preferenza di Michelangelo per la scultura in marmo anziché in bronzo, o il particolare uso del tratteggio nei suoi disegni, sono sintomi rivelatori dello stesso atteggiamento di fondo che si riscontra in tutte le altre qualità specifiche del suo stile. Considerando così le pure forme, i motivi, le immagini, le storie e le allegorie come manifestazioni di principi di fondo, noi veniamo a dare a tutti questi elementi il significato di quelli che Ernst Cassirer ha chiamato valori "simbolici". Finché ci limitiamo ad affermare che il famoso affresco di Leonardo da Vinci mostra un gruppo di tredici persone intorno a una tavola apparecchiata e che questo gruppo di persone rappresenta l'Ultima Cena, noi consideriamo l'opera d'arte in quanto tale e ne interpretiamo gli aspetti compositivi e iconografici come sue proprietà e qualificazioni. Ma quando tentiamo di interpretare l'affresco come un documento della personalità di Leonardo o della civiltà del pieno Rinascimento italiano, o di un particolare atteggiamento religioso, allora noi consideriamo l'opera d'arte come un sintomo di qualcosa d'altro che si esprime in infiniti altri sintomi, e interpretiamo i suoi aspetti compositivi e iconografici come manifestazioni più dettagliate di questo "qualcosa d'altro". La scoperta e l'interpretazione di questi valori "simbolici" (che spesso sono ignorati dall'artista stesso e possono divergere, magari in misura vistosa, da quello che l'artista consapevolmente si proponeva di esprimere) è l'oggetto di quella che possiamo chiamare "iconologia" in opposizione a "iconografia"...







Fonte: Il significato nelle arti visive , di Erwin Panofsky, Einaudi, 1962, Torino.























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